1.31.2007

 

Riscatto e dignità (ma mi faccia il piacere!)

Ecco, davvero se ne sentiva il bisogno! Siccome ultimamente non si parlava abbastanza del resuscitato di Arcore, di cui i telegiornali riescono ad occuparsi persino nelle rubriche di cucina, ci voleva anche la tragedia familiare.
La moglie offesa che cerca riscatto pubblicamente, non essendo riuscita ad ottenerlo privatamente. La donna/ madre che insegna ai figli il valore della dignità di essere madre, sputtanando il padre sui giornali. La donna moglie che si rivolge a Repubblica per l’onta subita.
Mi si passi il francesismo, ma, e sti cazzi?
Ho da tempo il sospetto di essere inadeguata a questo mondo, e deve essere per questo che non riesco a comprendere perché, tutti i giornali si siano buttati a capofitto nella melma personale dei due ridicoli figuri. Non Novella 2000, ma i quotidiani, finanche l’Unità.
Qual è il disperato bisogno?
La tragedia della tragedia non è l’accogliere lo sfogo di una donna offesa, ma peggio quello di indagare la notizia, facendola sviscerare ai soliti esperti, avvocatesse, parlamentari, filosofi impegnati, amici, parenti e conoscenti. Su Repubblica è persino attivo un forum di discussione.
Ma se la signora aveva bisogno di pubblico, perché limitarsi ad una lettera troppo elegante e formale? Avrebbe potuto farsi filmare da un cameraman di fiducia mentre lo massacrava di mazzate e poi riversare il filmato su YouTube, avrebbe così soddisfatto se stessa e molti, molti, molti altri …

Rita Pani (APOLIDE)


1.30.2007

 

Salviamo il mondo

Sono ambientalista da tempi non sospetti, gettavo già la carta “negli appositi cestini” da molto prima che ci volessero le sanzioni amministrative, per essere costretti all’educazione.
Dovevamo arrivare ad avere 20 gradi a Gennaio perché si smuovesse qualcosa, perché si dovesse parlare dello scempio che l’uomo ha arrecato all’umanità tutta, così impazzano in Rete i consigli per salvare la terra. Come al solito però, quando la tragedia va di moda, si esagera per eccesso di zelo e si sconfina nel ridicolo.
Una mail, sul modello catena di Sant’Antonio invitava a spegnere le luci per cinque minuti, tutti insieme all’ora “X”, un po’ come quella che tempo fa invitava “tutti quanti” a saltare simultaneamente per far non so cosa alla posizione della terra. Inutile provare a spiegare che sono quei piccoli gesti che non servono a nulla, se non a far sentire in pace le coscienze ormai impigrite.
Ora però “scendono in campo” i miei amici scienziati, e allora sì che si risolve il problema. Ho trovato quattro articoli che spiegano come dare una mano al mondo che muore, non tutto è idiota, ma …
Spegnere gli elettrodomestici che restano in stand-by.
Si può fare e lo faccio, spengo direttamente la ciabatta che raggruppa le spine della TV del lettore CD e del Dvd, ma poi mi resta accesa la lucetta verde del frigo, il lampione del microonde che mi segna l’ora e il modem, che collega anche la linea telefonica e la luce rossa del telefono stesso che è un cordless.
Magiare meno mucche.
Sì le mucche scorreggiano troppo, quindi producono metano, assai più dannoso della CO2 , inoltre per alimentare le mucche si coltivano mais e soia, che necessitano di troppa irrigazione. I miei amici scienziati non chiedono che si diventi tutti vegetariani, ma che ci si limiti a mangiare pollo, ricordando l’ambiente mentre si addenta un filetto di manzo.
Anche questo si potrebbe fare, ma c’è un però.
Il primo però è che se le mucche avessero continuato a pascolare sui campi, sotto lo sguardo vigile del vaccaro, anziché stare rinchiuse a scorreggiare in una prigione di ingrassamento, dove vengono munte, per legge, solo meccanicamente (e quindi con l’utilizzo dell’elettricità) probabilmente non si dovrebbe produrre troppa soia per ottenere mangimi chimici, (e forse la scorreggia sarebbe anche più sana e meno deleteria, ma questo è un azzardo). Quando nel 2004 la Nuova Zelanda pose una tassazione sulle emissioni gassose delle mucche, ovviamente tutti gli scienziati amici miei, risero.
Il secondo però è sul pollo. Con o senza aviaria?
Se gli scienziati mi dicono che non c’è bisogno di diventare vegetariana, allora io dico loro che per salvare il mondo non ci sarebbe bisogno di vivere come Amish, ma quasi.
Basta guardarsi intorno mentre si fa la spesa al supermercato per rendersi conto di quanto siamo finiti male; gli ortaggi si differenziano tra loro per quella orribile scritta “biologico”. Non vi sovviene mai il dubbio: se i piselli che compro non sono biologici, vorrà forse dire che sono chimici? Diventando vegetariana, indurrò nel mio metabolismo più pesticidi o più vitamine?
Mi uccideranno le sigarette, i veleni o le scorregge delle mucche?

Rita Pani (APOLIDE)


 

Manifestazione a Modugno

GRANDE MANIFESTAZIONE CITTADINA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLA CENTRALE SORGENIA

Modugno, 29.01.2007 - Il Comitato cittadino “Pro Ambiente”, di concerto con l'Amministrazione comunale di Modugno e quelle dei Comuni limitrofi, le Confederazioni di categoria, le Organizzazioni sindacali, le Associazioni degli agricoltori, le Organizzazioni degli studenti e tutti gli altri soggetti che hanno condiviso questi mesi di lotta contro la costruzione della centrale termoelettrica della Sorgenia S.p.A., hanno indetto per mercoledì 31 gennaio una grande manifestazione cittadina che partirà alle ore 9,00 da Piazza Sedile e convoglierà presso il cantiere della centrale sito in Via dei Gladioli alla Zona Industriale.
Oltre l’ordinanza emessa dal Sindaco Rana che prevede la chiusura di tutte le scuole modugnesi, vi sarà la serrata da parte di tutti i commercianti della zona e la partecipazione dei sindaci dei Comuni di Bari, di Bitetto e di Palo del Colle.
In tal modo, si vuol dare un forte segnale di netta contrarietà alla costruzione della centrale da parte della nostra comunità.
I cittadini, la Centrale Elettrica a ciclo combinato, non la vogliono perchè: provoca malattie respiratorie, cardiovascolari e tumori, che colpiranno non solo gli abitanti di Modugno, già tristemente colpiti (infatti Modugno è il secondo paese in provincia di Bari ad avere il più alto tasso di tumori alla pleura), ma anche quelli delle città limitrofe. Chi punta sul gas è cieco di fronte al futuro, guarda ai propri interessi, e non rispetta le nuove generazioni. Il gas è un combustibile che si sta esaurendo e intanto ci rende dipendenti da Algeria e Russia. Chi guarda al futuro, invece, punta all’efficienza energetica e sullo sviluppo delle energie rinnovabili come sole e vento. Questa è l’energia inesauribile e non inquinante che i cittadini ed il Comune di Modugno vogliono.
Al Governo Nazionale e Regionale si chiede di fermare questo progetto che non guarda alla salute dei cittadini e ignora lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche.
Si protesta, infine, perchè i cittadini devono essere interpellati sulle decisioni da prendere e non a scelte fatte.
Non siamo quelli che dicono sempre no.
Diciamo no ai pochi che vogliono decidere sulla pelle di tanta gente.

Aderiscono:

Comune di Bari, Comune di Bitetto, Comune di Palo del Colle, Coldiretti, ConfCommercio, ConfEsercenti, Upsa Confartigianato, Medicina Democratica,Rete NO CENTRALI, Rete Nazionale Rifiuti Zero, Sinistra Ecologista, Associazione Esposti Amianto Bari, Ass. Clan-Destino di Forlì, Meetup Beppe Grillo, Ass. Biologi Ambientalisti Pugliesi, Ass. Alberi non Antenne di Bologna, Ass. Forumambientalista di Roma, Comitato Provinciale Articolo 32 di Ravenna, RdB - CUB, ADMO, CAMA LILA, ACLI, V.A.S., Natura BIO, Comitato contro gli Inceneritori Sesto Fiorentino, Rete Cittadini Contro la Turbogas di Aprilia, Comitato ViadeiFrilli di Firenze, Comitato SocioAmbientale di San Giorgio e Santa Maria a Colonica, Coordinamento dei Comitati della Piana (FI-PO-PT), Coordinamento dei comitati popolari Liguri e Toscani per la difesa dell'Ambiente, Forum Ambientalista Toscano, Arterrae di Bari, ARCA (Centro di Iniziativa Democratica Bari), Comitato Cittadino Isola Pulita, NoTurbogas Pontina, Coordinamento Comitati Cittadini Siciliani, Partito d’Alternativa Comunista, DS Regionale, DS Sez. Modugno, Sviluppo Sostenibile, Città Plurale, Nuovi Orientamenti, Italia dei Valori di Modugno, Azione e Tradizione – Modugno, Rifondazione Comunista, Comitati Antielettrosmog di Bologna, Controvento di Modugno, Comitato contro l’Elettrosmog di Ravenna, Elettrosmogvolturino .


 

PAX

Per comprendere la diatriba sui pacs bisogna fare ricorso a tutta l’ipocrisia di cui un essere umano può essere capace. Se non sei ipocrita, non ci riuscirai mai.
A sentire certa gente che mi parla del “valore della famiglia” mi viene da vomitare. Lo so che non è bello da dire ma, conosco un signore abbiente che da 30 anni divide la vita con la famiglia perfetta, nella casa perfetta, con i vestiti perfetti, e le scuole perfette che nel contempo da 20 anni, mantiene l’amante perfetta, nella seconda casa perfetta, ha un figlio bastardo perfetto con i vestiti perfetti, che ha fatto studi perfetti. Nonostante questo, il signore abbiente non disdegna una terza fidanzata pro tempore.
Leggendo la bozza della legge sui pacs , si scopre inoltre che quelle cose che tanto fanno incazzare la chiesa e certi deputati, sono dei diritti che certe categorie privilegiate, tra cui i deputati stessi, hanno già, in barba alla sacralità della famiglia e alla sovversione del valore intrinseco della famiglia. Non sono riuscita a scoprire se questo valga anche per i deputati omosessuali, probabilmente no, ma diciamoci la verità, per loro sarebbe più semplice ovviare ad una probabile bocciatura della legge, basta applicare la regola della formichina ed accumulare una parte di quello che guadagnano mensilmente, stipulare polizze vita, creare fondi pensione, per risolvere il problema. E se il compagno di vita s’ammala, sono certa che non avrebbero problemi nemmeno a trovare un medico che possa curarli.
Come al solito il diniego è tutto riservato alle fasce socialmente deboli, che devono morire e basta.
L’ipocrisia è una strada dove c'è sempre troppo traffico.
Capisco solo che possa esserci da discutere quando si tratta di adozioni; come ho già scritto molte volte, io sono contraria all’adozione di coppie omosessuali, non per l’incapacità di queste di crescere, amandolo, un bambino, ma sempre per l’inadeguatezza degli altri “ “ “ normali “ “ “ che un giorno dovessero accoglierli nella scuola o semplicemente nella vita. E’ già un problema in certe realtà far coabitare due razze differenti, figuriamoci il bambino con due mamme o due papà! Lo lincerebbero al primo giorno di scuola o nell’ascensore del condominio. Poi magari chi può si compra un organo da un bambino, ma l’adozione omosessuale proprio no. Poi magari un vescovo, il bambino lo molesta, ma di adozione non se ne parla nemmeno.

Rita Pani (APOLIDE)


1.27.2007

 

Il nuovo che arranca


Non è passato neanche un mese, e già questo anno si prospetta brutto come il riporto di Schifani seduto dentro una Duna. Molto si è detto delle stagioni impazzite e dell'inutile tentativo di porre rimedio all'inverno eccezionalmente caldo con una t-shirt di forza. Alcuni, addirittura, ritengono che proprio il caldo atipico sia il maggior responsabile dei tragici avvenimenti di cronaca riguardanti le cruente vicende condominiali di questo ultimo periodo; come spesso accade, il diffondersi di queste notizie ingenera nella mente dell'uomo comune una sorta di psicosi, al punto che quest'anno nessuno si augura che Miss Italia sia la classica ragazza della porta accanto: non si sa mai... E, in tema di avvenimenti violenti, fra coloro che avevano visto il filmato dell'impiccagione di Saddam Hussein, tanti sono rimasti sconvolti dalla crudezza delle immagini: i rami della forca stavano germogliando!

Tuttavia si è avuta anche l'occasione per osservare alcune curiosità: così, ad esempio, se in India è sempre stato possibile osservare i cobra dagli occhiali, qui finalmente si sono potute ammirare almeno le vipere con le occhiaie.
Tra il passato revisionato, il presente indecifrabile e un futuro a metà fra l’incerto e l’angoscioso, i cittadini dovranno presto prendere confidenza con il pacchetto di liberalizzazioni che il governo sta varando in questi giorni. Tra le novità, al supermercato sarà possibile rifornire di carburante il carrello della spesa: questo dovrebbe rendere più incerta la corsa agli acquisti, potendo decidere ogni famiglia quanti pit-stop effettuare. Anche le tariffe dei voli aerei dovranno essere trasparenti, in modo da poterci involgere gli alimenti prima di riporli in frigorifero. Data la vastità degli argomenti affrontati dal pacchetto, sarà tuttavia possibile che, soprattutto nei primi tempi di attuazione, più di qualcuno resti disorientato non sapendo più se chiedere un etto di prosciutto all’agenzia assicurativa piuttosto che a un giornalaio, se pagare con una targa personalizzata e qual è il cambio corrente in euro di un pacs.

Fortunatamente, da qualche tempo una nuova figura si sta affermando come paladino dei cittadini indifesi.
È il governo?
No.
È una qualche associazione di consumatori?
No, no.
È un nuovo servizio di volontariato?
Maddeché: è il Superperito! Questo nuovo eroe le cui gesta già sconfinano nella mitologia, frutto di un incrocio tra un semidio e un paracarro in calcestruzzo, è dotato di una forza sovrannaturale, capace di spezzare forbici come fossero grissini.
Egli si pone come estremo baluardo di salvaguardia per l'uomo della strada contro il crimine più o meno organizzato. Nessuno sa chi sia e ciò fa presupporre che preferisce operare nell'ombra. Oppure è molto timido. Possiamo solo fare congetture sul suo aspetto, sulle sue abitudini o sui suoi gusti sessuali e questo non fa che alimentare l'alone di mistero che lo circonda: e dunque, come va in giro vestito un Superperito? Sfoggia sempre il mantello d'ordinanza o invece, ormai estinte le cabine telefoniche, si cambia all'occasione in una rivendita di telefoni cellulari? Lavora per lo Stato oppure è un giustiziere con contratto da precario? Sa volare? E, se sì, con quale compagnia? Cosa preparerò per cena, stasera? Tanto per citare solo alcune delle domande più frequenti.

È che c’è un gran bisogno di chiarezza. Infatti penso debba essere interpretato in tal senso quel manifesto dei “socialisti riformisti cristiani democratici laici liberali”, che probabilmente per mancanza di spazio sono stati costretti a omettere “tradizionalisti interventisti neutrali decisionisti titubanti radicali moderati siamo qui siamo là giriamo dritti sì e no”. Forse sbaglio, ma dicono che dobbiamo essere preparati alla comunicazione, perché questa è l’era della comunicazione; eppure, finora, questa è l’unica comunicazione che abbiamo ricevuto! Pertanto è difficile, tutto è estremamente difficile. Ma, soprattutto, è difficile comprendere perché alle istituzioni ecclesiastiche gli omosessuali danno più fastidio dei pedofili.

dirtyboots


 

5 milioni

Detto tra noi, mi sa che Cleveland hanno sbagliato. Gli hanno messo un bypass al cuore, invece dovevano metterglielo intestinale. E’ da là infatti che, secondo me, nasce il problema. Mi sembra evidente, l’aria che dovrebbe uscire da sotto si incanala, e in qualche modo va ad esplodere nel cervello.
Questo potrebbe spiegare il comportamento di Napoleone, quello che però non spiega è che fine abbia fatto Fini. Per quanto egli possa essere distante da me, dal mio modo di pensare e di vedere le cose, non posso non riconoscergli una valenza politica, ma che ne ha fatto della sua dignità?
Ieri Napo annuncia di voler portare cinque milioni di persone in piazza in difesa delle sue tv, e Fini ovviamente concorda: “Quella di Gentiloni è una legge che non condividiamo e se non riusciremo a fermarla in parlamento proveremo tutte le possibili modalità di opposizione, comprese le manifestazioni di piazza.”
Oggi però Napo si s-corregge: “Sì sono sempre cinque milioni, ma li porterò in piazza se si dovessero accertare i brogli della sinistra.”
Quando ho sentito la notizia mi sono chiesta se nell’udirla, Fini fosse sbiancato come quel giorno che fu costretto ad assistere al siparietto europeo sul Kapò, che tanto onore pose sul capo di ognuno di noi. Purtroppo non lo sapremo mai.
Si sarà mica accontentato d’esser stato designato come erede dal padrone del vapore? Povero illuso!

Rita Pani (APOLIDE)


 

La libertà

A volte vorrei avere torto; vorrebbe dire che è sbagliato il mio modo di detestare – parte – del genere umano.
Qualche giorno fa scrissi del negazionismo, ed ovviamente non sono mancate le risposte, non solo su questo blog, ma ovunque il post sia stato rilanciato.
Quasi tutti concordi a dire che no, la libertà è anche quella delle idee altrui. Qualcuno mi ha persino fatto notare come gli storici stessi, fossero contro alla limitazione che un provvedimento contro il negazionismo avrebbe portato alla “libertà”.
Libertà è una bella parola, peccato che ci siamo ormai abituati a lasciare che chiunque possa violentarla. La libertà, forse è rimasta solo una parola, non è più un valore e nemmeno un concetto.
Siamo portati a pensare che la libertà debba essere una cosa gratis, e siccome è gratis, allora si può anche sprecare. Penso che questo sia il primo sfregio che quotidianamente si arreca a chi è morto, per darci questa libertà.
Il fatto accade ad Arezzo : Antisemitismo ad Arezzo alla vigilia della Giornata della Memoria. La notte scorsa è stata presa di mira una collinetta che nell'Ottocento ospitava un cimitero ebraico, oggi ricordato da un ulivo con sotto una lapide. Ignoti si sono arrampicati fin lassù, hanno tagliato tutti i rami dell'ulivo, da anni un simbolo per la comunità ebraica aretina, e hanno lasciato sul posto due striscioni. Su uno hanno scritto "10, 100, 1000 Shoah", sull'altro "Priebke libero". Al posto della firma un simbolo nazista.
Che facciamo, indignati sintetizziamo con un … Ma sono solo dei cretini … O proviamo a ricercare la causa di tanta bruttura?
Sarebbe bastato non cedere alla spavalda pochezza di un berlusconi qualunque, sarebbe bastato ricordare la nostra Costituzione, compiutamente antifascista, per non dover nemmeno mai porsi il problema di vietare ciò che non sarebbe dovuto esistere.
Un paio di anni dopo dell’avvento del berlusconismo, invece, le librerie iniziarono a riempirsi di libri sul duce, le strade nelle quali storicamente soltanto noi “fancazzisti comunisti” consumammo le scarpe per tutelare i diritti degli uni e degli altri, furono invase da manifestazioni di fascisti, autorizzati a riemergere restando impuniti. Ricordo per esempio una trasmissione aberrante di bruno vespa, tesa alla rivalutazione di mussolini, con tanto di figlio al pianoforte che strimpellava e ricordava quanto fosse buono il suo papà, magari appena tornato a casa dopo l’ennesima caccia all’ebreo, all’omosessuale, o al comunista.
Continuo a pensare che sarebbe bello poter rispettare le idee altrui, il problema è che diventa sempre più difficile imbattersi in “idee”; come continuo a pensare che questo sia proprio un paese in declino, che continua a fare leggi inutili scordando di averle già.

Rita Pani (APOLIDE)


1.26.2007

 

20 anni in attesa di giustizia

E' nelle Librerie il Diario “Vent’anni in attesa di giustizia”, pubblicato dalle Editrice Memori, nel quale Luigi Scricciolo ripercorre la vicenda umana e giudiziaria che lha visto, suo malgrado, protagonista. All’inizio degli anni ’80 fu arrestato con accuse terribili (partecipazione esterna al terrorismo, tentativo di spionaggio, ecc.) mentre ricopriva la carica di responsabile esteri della Uil. La sua esperienza politica, maturata prima nel Movimento poi in Democrazia Proletaria, era fondata sul ripudio della violenza, sulla solidarietà, sulla difesa dei diritti umani ovunque calpestati. Fu, tra l’altro, l’organizzatore politico del viaggio di Lech Walesa in Italia. Ma tutto ciò non fu sufficiente ad allontanare da lui mandati di cattura, carcerazione ed istruttoria con il vecchio rito.

La vicenda giudiziaria ebbe grande risalto nella stampa e non poteva essere diversamente per le accuse ed il ruolo svolto da Scricciolo nel Sindacato. Naturalmente la detenzione (oltre 2 anni in isolamento) impedì di far emergere le sue ragioni e riequilibrare l’informazione. Poi dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente ed inesorabilmente il caso finì nell’oblìo.

Quando dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse la istruttoria, Scricciolo fu prosciolto da tutte le accuse. Il proscioglimento in istruttoria chiudeva il “caso Scricciolo” ma nessuno ne diede notizia. Ed era in qualche modo naturale.

Questo Diario vuole essere occasione per ricordare la vicenda e la sua positiva conclusione. E per rivendicare quella verità che a lungo è stata negata.


 

Va di moda

Una volta quando si tornava a casa, da scuola, i genitori chiedevano: “Com’è andata? Cosa hai imparato”? Oggi quando i figli tornano da scuola la domanda è diversa: “Ti ha violentato qualcuno? Hai violentato qualcuna”?
Una volta ai figli si chiedeva: “Mi fai vedere i quaderni”? Oggi invece: “Mi fai vedere il telefonino”?
Ma poi si chiede ancora ai figli, com’è stata la giornata?
Ho sempre pensato che l’ultimo decennio avesse rovinato almeno un paio di generazioni, ma non credevo che si sarebbe arrivati a questo punto. E’ emblematica la dichiarazione della preside di un istituto di San Benedetto del Tronto, che smentendo la diceria secondo la quale due alunni di 14 e 15 anni avessero fatto sesso orale dinnanzi ai compagni di scuola, tutti intenti a filmare con i cellulari, ha stigmatizzato così l’accaduto: “Non è vero che i due ragazzi abbiano fatto 'sesso orale', ciò non emerge da nessuna testimonianza. E' vero che è accaduto un episodio finalizzato alla ricerca di un protagonismo nei media, tanto di moda “.
Insomma pare che ormai non sia più necessario avere un luogo dove appartarsi, non si è più fortunate se il tuo ragazzo ha un’auto; per “trombare” bisogna avere il telefonino. In realtà non è necessario nemmeno avere una ragazza, tanto puoi violentare anche una bambina, quello che è importante è filmarsi e spedirsi via MMS o riversarsi su YouTube.
Il fenomeno è in crescita e quindi è necessario interrogarsi, non tanto perché ci si deve porre il problema ma quanto perché l’argomento “tira” e quindi va cavalcato. Successe altre volte, come per il lancio dei sassi dai cavalcavia. Vedrete che a furia di interrogare esperti, tuttologi, massmediologi, opinionisti, qualcuno dirà che la colpa è della TV, o più in generale della tecnologia. La demonizzazione funziona sempre, infatti la usa anche il Papa.
Ma non è esattamente così, la colpa a mio avviso è del decennio appena trascorso, e dei danni che esso ha arrecato. Demolire la cultura, disabituare al bello, sfregiare il senso dell’arte, uccidere le menti è stato un progetto portato avanti con perseveranza, per raggiungere esattamente questo obiettivo, creare bestie incapaci di fermarsi a pensare, automi programmati per spendere, con l’aggravante delle promessa dell’uno su mille che ce la fa. Non importa se per farcela prima è stata sbattuta da un vecchio maiale grasso e bavoso, su un divano della Farnesina, perché la domenica lavora in TV e quindi ce l’ha fatta, e magari è fidanzata con un altro vecchio porco che non ha grandi doti, ma molti soldi.
Se è vero che la TV è un mostro, perché i giornali tentano di somigliarle? Me lo chiedevo giusto poco fa, quando dal Corriere on line ho appreso dell’eliminazione di Gabriella da GF e dell’entrata di hostess e giornalista. Faccio di tutto per non capitare nemmeno per sbaglio su canale 5, facendo zapping col telecomando, eppure …
Non voglio e non posso essere moralista, ma mi piacerebbe conservare ancora la mia imperfetta umanità

Rita Pani (APOLIDE)


1.24.2007

 

Perchè stai ridendo?

Finalmente è arrivato il freddo. Pioggia, neve e vento. No, non che mi piaccia, ma è che non ne potevo proprio più del terrorismo psicologico, effettuato dai media, sotto l’incitamento della Protezione Civile. In modo ossessivo, per giorni, scandivano il tempo che mancava all’arrivo del grande e freddo inverno, frantumando non poco i testicoli degli italiani. Ieri Bertolaso ha ammesso di aver “appena esagerato”, ma promettere catastrofi è stato uno stratagemma per evitare alla gente di andare incontro all’inverno impreparati. Una sorta di “prevenire è meglio che curare.” Nessun italiano gelato in mezzo all’alluvione, quindi, ma l’orchite?
Finalmente è arrivato il gelido inverno polare, contribuendo a far cessare l’allarme “clima impazzito”, o relegando all’oblio il “caldo anomalo”. Nessuno ne parla più, sospetto che nei prossimi giorni, sguazzeremo tra previsioni, gradi centigradi, città spazzate dai venti, millilitri dei pluviometri e soprattutto l’attesa per la primavera che non vorrà arrivare.
Non è rimasto che bush a preoccuparsi dell’ambiente. Lo ha fatto ieri durante il discorso sullo stato dell’Unione. Con grande sensibilità ha affrontato il problema dichiarando che l’America è drogata di petrolio, ha ammesso di dipendere da altri paesi che per questo li ricattano col terrorismo o con altre forme di prepotenza economica (forse il grande Chavez?). Con un impeto di intelligenza inaspettata ha poi rivelato il suo piano: diminuire i consumi del petrolio del 20% entro il 2017.
Perché stai ridendo?
E’ stato interessante il discorso di bush, davvero. Fortunatamente è andato in onda subito dopo il trailer di Zarqawi, diversamente sarebbe stato impossibile comprendere perché, dopo il diritto ad esportare democrazia, bush volesse acquisire quello di esportare la guerra a casa degli altri. Per altri ovviamente si intendono i “terroristi cattivi”. Alcune frasi sono state davvero incisive: “Senza di noi c'è il rischio di un'epica battaglia fra estremisti sciiti e sanniti”, oppure “L'America non può fallire in Iraq. Le conseguenze di un fallimento sarebbero terribili e molto profonde”.

E purtroppo non c’è nulla da ridere.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Bocciato

Eccolo ancora. Il calvo da Arcore strilla che la nostra non è vera democrazia. Il casus belli? La Consulta che ha sancito l’incostituzionalità della legge Pecorella.
Voglio copiare una frase della notizia riportata da Repubblica:
La legge (dal nome del suo proponente, Gaetano Pecorella, parlamentare di Forza Italia e avvocato di Silvio Berlusconi) era stata già rinviata alle Camere dal Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi nel gennaio 2006 perché "palesemente incostituzionale" in diversi suoi punti. Dopo alcuni ritocchi, fu riapprovata in extremis, a conclusione della scorsa legislatura.
No, non è democrazia! Ma come osano questi comunisti della consulta, bocciare la legge scritta per berlusconi dal suo avvocato? Non bastava aver bocciato la ex Cirielli?
Per non parlare dei comunisti d’Europa che hanno sancito l’illegittimità dei contributi per i decoder per l’inutile digitale terrestre. Che affronto! Solo un regime totalitario può pretendere il risarcimento del maltolto da parte di RAI e Mediaset.

Il fatto è che sono molto dispiaciuta. Mi dispiace per i superstiti cerebrolesi nostalgici che gratis, o a pagamento ancora senza dignità, vanno per piazze a gridare “silvio! silvio!” Mi spiace, perché loro davvero avrebbero meritato un decennio di democrazia berlusconiana, fino all’esaurimento totale delle risorse pubbliche, fino alla bancarotta, fino agli editti per l’obbligo di festeggiare il re.

E mi spiace ogni volta di più che l’attuale governo non abbia compreso le nostre urgenze, non solo legate alla sopravvivenza spicciola, ma anche al recupero di quella civiltà calpestata da un pregiudicato, piduista, corruttore che a governare i suoi interessi ci è andato col collegio difensivo.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Scandaloso atteggiamento dell’Amministrazione in occasione della giornata della memoria e diffida al Sindaco e Amministratori

E’ scandaloso che in occasione della giornata della memoria il 27 gennaio l’Amministrazione dopo aver finanziato un concerto che si e’ rivelato un pretesto per un happening neofascista e dopo che gli Amministratori presenti hanno tollerato beatamente urla e gestacci inneggianti al fascismo, sia tutta presa dai festini per la demolizione del corpo a C della Ticosa e ignori la “giornata della memoria”.

A domanda precisa mi vengono consegnati (a documento dell’interesse del Comune per il dramma della Shoah) la concessione del patrocinio ad una pur lodevole iniziativa di altri prevista pero’ il 24 e la concessione di patrocinio e contributo alle iniziative di commemorazione del 10 febbraio”giornata del ricordo” dei martiri delle foibe istriane.

Forse i nostri Amministratori hanno bisogno di un po’ di ricostituente per la memoria , quella che si da ai liceali prima degli esami e contestualmente di una lezione di storia, almeno una infarinatura .

E poiche’ il cattivo gusto dilaga in Comune, Sindaco e Amministratori stanno valutando di inserire tra balli , fuochi d’artificio,aperitivi, frizzi, lazzi e cotillons anche una commemorazione in loco della tragedia della deportazione che ha prodotto milioni di vittime.

Se non vi sara’ adeguata celebrazione , intendiamo denunciare Sindaco e Amministratori in quanto la celebrazione adeguata del 27 gennaio e’ obbligatoria per legge per la stessa logica secondo cui sempre per legge celebriamo anche la liberazione del nostro Paese, la nascita della nostra repubblica; per legge possiamo far festa civile (non andando a scuola o al lavoro) il giorno di Natale e il giorno di Pasqua. Per rispetto e perche’ cose simili non accadano piu’

Elisabetta Patelli

Legge 20 luglio 2000, n. 211
"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italianinei campi nazisti" - pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Articolo 1.

  1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Articolo 2.

  1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

 

L’ECONOMIA DELLA CATASTROFE E L’ECONOMIA DI GUERRA

Alcuni esempi tipici di disinformazione

Nella storia dell’umanità c’è sempre stato qualcuno pronto a speculare sulle disgrazie altrui e sulle tragedie collettive, tanto sui disastri e sui cataclismi provocati dalla furia naturale (terremoti, maremoti, frane, alluvioni, tifoni, uragani, ecc., rispetto a cui gli uomini non sono completamente esenti da responsabilità dirette) quanto sulle guerre e sulle carneficine umane.
Rammentate il clima di panico e sgomento generale suscitato intorno all’aviaria, meglio nota come “influenza dei polli”? Non esagero se dico che ci hanno indotti a temere il peggio, si era persino giunti a paventare un’epidemia, o una pandemia di proporzioni colossali, tanto che qualcuno si è spinto oltre, fino a prospettare uno scenario apocalittico di catastrofe sanitaria ed umanitaria. Non occorre risalire ad un’età remota, ma solo a qualche mese addietro, all’incirca un anno fa, per ricordarsene. Il guaio di molti è che hanno la memoria corta!

Ebbene, quali sono stati i danni reali, effettivamente causati dall’influenza aviaria?
Ben pochi, addirittura irrisori di fronte ai terrificanti effetti temuti e sbandierati dagli “esperti”.
Al contrario, la iattura maggiore è stata determinata dalla paura e dalla propaganda terroristica condotta dai mass-media che, come sovente accade in simili casi, provocano disastri ben più gravi e drammatici del male medesimo.
Le perdite principali sono stati essenzialmente di ordine economico-finanziario, nella misura in cui l’allarmismo diffuso tra la popolazione ha arrecato enormi svantaggi e rovine al settore dell’avicultura, per cui qualcun altro ne ha beneficiato.
Chi, dunque, ne ha approfittato? Cui prodest? A chi interessa spaventare la gente?
Tra quanti hanno tratto utili incalcolabili, figurano senza dubbio le industrie farmaceutiche produttrici di vaccini antinfluenzali. Ma non solo le case farmaceutiche hanno lucrato in modo cospicuo su quello che è stato un business gigantesco, l’affare economico dell’anno scorso: l’aviaria, l’influenza dei polli. Ma i veri “polli” sono stati i milioni di cittadini e di consumatori, truffati e gabbati, per l’ennesima volta, dagli organi della disinformazione di massa.
Rammento che uno dei concetti chiave del Goebbels-pensiero (Goebbels era il famigerato Ministro della propaganda del regime hitleriano) è riassumibile come segue: “Una bugia ripetuta mille volte diventa più vera della verità”. Berlusconi docet.
Parimenti mi chiedo chi ha lucrato sulle catastrofi e sulle tragedie internazionali degli ultimi anni come, ad esempio, lo spaventoso tsunami che nel dicembre 2005 devastò l’intero sud-est asiatico, causando un’orribile ecatombe? La risposta la lascio al vostro giudizio individuale.
Un altro esempio. Si pensi all’11 settembre 2001, allo storico attentato contro le Twin Towers.
Questa immane tragedia, un orrendo crimine commesso contro l’umanità, ha cinicamente rappresentato un esorbitante affare economico, uno straordinario evento speculativo in borsa, che ha generato immense fortune finanziarie per pochi, grandi speculatori, ma ha dissolto ingenti capitali e ricchezze, rovinando milioni di piccoli risparmiatori in tutto il mondo.
Così le tante guerre, note e meno note, attualmente in corso nel mondo, sia le guerre più oscure e dimenticate, sia quelle più seguite, in Iraq e in Afghanistan, in Medio Oriente, in Africa e in Asia, costituiscono innumerevoli opportunità per siglare e concludere affari d’oro, per arricchirsi con il sangue, la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani, condannati ad un destino atroce e sventurato.
Ma la guerra è, per antonomasia, un evento catastrofico e devastante, che annienta non solo le vite umane, ma demolisce intere città, gli agglomerati urbani, le strade, le abitazioni, le scuole e gli ospedali, insomma le infrastrutture, alla stessa stregua di un fenomeno sismico di elevata intensità, di un potente uragano, o di una qualsiasi calamità naturale. A cui segue necessariamente il momento della ricostruzione delle aree disastrate, una fase che è anch’essa un’occasione lucrosa, utile e propizia per stipulare affari, per arricchirsi e fare fortuna. A tal punto che l’economia della ricostruzione è altrettanto ricca e conveniente quanto lo è un’economia di guerra, ovvero un’economia della catastrofe e del catastrofismo.
Naturalmente, i “frutti” di cui parlo sono gli affari osceni compiuti da sciacalli, avvoltoi e trafficanti capitalisti, privi di scrupoli, che dissanguano e disonorano il genere umano.
In tal senso, l’economia della catastrofe è omologa e corrispondente all’economia di guerra, con cui è vincolata da molteplici connessioni e analogie, così come l’economia della ricostruzione è legata in maniera complementare e necessaria ad un’economia di guerra.
L’indotto economico che si viene a creare intorno ad un processo di ricostruzione, è un circuito assai vasto, complesso e articolato, che impiega decine di migliaia di tecnici, professionisti, ingegneri, architetti, progettisti, muratori, lavoratori addetti all’edilizia, ma anche operatori della sanità, della scuola, dei servizi; è un sistema che può favorire e promuovere l’accumulazione di notevoli fortune economico-capitalistiche. Si rammenti quanto è accaduto durante l’opera di ricostruzione successiva al terribile sisma del 23 novembre 1980, che cancellò in pochissimi attimi intere comunità dell’Irpinia e della Basilicata.
L’economia della ricostruzione implica e determina anche la formazione di rendite e di titoli azionari quotati in borsa, che sono soggetti alle oscillazioni e ai condizionamenti derivanti da avvenimenti catastrofici quali guerre, terremoti, inondazioni, frane, tifoni e via discorrendo.
Insomma, tutti noi dovremmo imparare a diffidare delle notizie, soprattutto di quelle più allarmistiche, che quotidianamente ci vengono propinate dai mezzi di comunicazione di massa, cercando di ragionare con la nostra testa, esercitandoci nell’arte, estremamente proficua e salutare, del dubbio e della critica, non per il semplice gusto di polemizzare gratuitamente contro tutto e tutti, ma per liberare ed espandere l’area della nostra consapevolezza, per disintossicarci dalle scorie velenose della disinformazione, che ormai è diventata una vera droga psicologica, un pericoloso ingranaggio che produce un’inconscia forma di dipendenza e di assuefazione mentale a tutti gli effetti.
Non a caso, molti di noi dipendono e fanno dipendere la propria esistenza quotidiana dai mass-media, in modo particolare dalla televisione, senza dubitare minimamente delle informazioni ricevute. Anzi, il nuovo oracolo nazional-popolare, a cui le masse guardano e si rivolgono come a un totem moderno, a un profeta elettronico, o a una divinità terrena, da cui ottenere responsi autorevoli su tutto e tutti, sembra essere, appunto, la televisione.
Pertanto, non è affatto difficile figurarsi le ragioni per cui la nostra società versa in uno stato di profonda decadenza morale e intellettuale, una società in cui regnano i facili allarmismi, le fobie, le psicosi, l’ipocondria, insomma una società nevrotica e alienante.
In altri termini, io credo che dovremmo porci, almeno una tantum, la fatidica domanda: “cui prodest”? A chi serve o conviene una data notizia? A chi giova la manipolazione della verità?
Una maggiore attenzione e accortezza in tal senso, ci aiuterebbe se non altro a ragionare, ad esercitare il nostro senso critico, che costituisce un istinto naturale, una virtù che purtroppo il sistema sociale tende a soffocare e reprimere sin dai primi anni vissuti in famiglia e a scuola, costringendoci ad obbedire ciecamente alle “autorità” che sono gli adulti, i genitori, gli insegnanti, lo Stato, la Chiesa, i mass-media, la “santa inquisizione” televisiva...
Veniamo al punto cruciale della questione che mi preme sollevare.
Tra le tante balle catastrofiste ed allarmistiche che ci raccontano ogni giorno, vi sono quelle che appartengono alla categoria ecologico-ambientalista. Faccio alcuni esempi.
L’effetto serra. Sappiamo tutti, a memoria ormai, che l’effetto serra, ovvero il surriscaldamento del clima terrestre provocato dall’inquinamento atmosferico, è fonte di siccità e del fenomeno della desertificazione, e via discorrendo. Ma, come spesso accade, ci raccontano solo una percentuale di verità, ossia ci nascondono una metà, o una razione della verità stessa.
Occultare una parte di verità, per riferire soltanto quella che fa comodo, significa compiere un’opera di disinformazione e mistificazione.
Insomma, a chi giova un certo tipo di catastrofismo e di terrorismo psicologico? Cui prodest?
Provo a ragionare con la mia testa. Semmai si verificheranno in futuro eventi disastrosi, questi potranno derivare anzitutto dall’inevitabile innalzamento delle acque dei mari e degli oceani, che sommergeranno vastissimi territori come, ad esempio, le fasce costiere dei paesi mediterranei, tra cui l’Italia, la Spagna, la Grecia.

Infatti, è innegabile che l’effetto serra stia causando un progressivo scioglimento dei ghiacciai polari, formati da acqua dolce allo stato solido.
Tale realtà è conosciuta, almeno in parte, da tutti, anche dai ragazzini che frequentano le scuole elementari e credono ad ogni cosa gli venga raccontata dai maestri e dai genitori.
Mi riferisco alla “verità” nella sua versione ufficiale, quella proposta e divulgata dai mass-media, che rappresentano e difendono determinati interessi economici e di potere.
La verità viene quindi spezzata e ridotta in frammenti, viene trasmessa e descritta a brandelli. Una porzione, o alcune porzioni assai rilevanti della verità, vengono sistematicamente ignorate, trascurate, omesse, occultate e dissimulate ad arte.
In genere, gli organi di informazione riferiscono solo la razione di verità che conviene rivelare.
Così avviene nel caso preso in esame.
Perché non ci spiegano, ad esempio, che la scarsità di acqua derivante dalla siccità e dalla crescente desertificazione del clima, potrebbe essere compensata e colmata dallo scioglimento stesso dei ghiacciai polari, così come ci insegna e ci dimostra la legge dei vasi comunicanti?
Evidentemente ci considerano degli ingenui e degli sprovveduti che credono a tutto.
Personalmente, confido molto nella capacità della Terra di riequilibrarsi e di rimediare persino ai guasti e agli scempi causati dall’umanità, dato che il nostro pianeta è come un organismo vivente, il cui funzionamento è simile a quello del nostro corpo.
A proposito di “verità”, o di notizie attendibili, sarebbe più verosimile e credibile la tesi secondo cui sarebbe in atto un processo di tropicalizzazione del clima, specialmente del clima mediterraneo, per cui si potrebbe prefigurare uno scenario futuro di trasformazione territoriale di paesi quali, ad esempio, l’Italia o la Spagna, in tanti arcipelaghi formati da isole tropicali, simili alle meravigliose oasi e ai paradisi geografici presenti nelle attuali zone tropicali.
La disinformazione, sempre più dilagante e pervasiva, condiziona ormai in modo determinante la nostra esistenza quotidiana, a tutti i livelli, anzitutto nel campo alimentare.
Proverò a spiegarmi meglio con un esempio semplice e familiare.
Gli esperti di nutrizione ci raccontano che la migliore dieta è quella più varia e più ricca di alimenti (sicuramente ricca per i commercianti e per le multinazionali del settore alimentare).
Ma io mi domando se convenga davvero (e non solo dal punto di vista economico) variare ed arricchire la propria alimentazione giornaliera, nella misura in cui variare significherebbe incrementare i consumi, per cui tale tesi nutrizionistica, divenuta ormai una persuasione assai diffusa, un luogo comune trito e ritrito, racchiude una sorta di messaggio subliminale che inciterebbe al consumismo più sfrenato.
In altri termini, con tutte le sconcezze alimentari diffuse in commercio, i cibi adulterati e geneticamente modificati, le carni gonfie di ormoni, gli alimenti surgelati contenenti conservanti, coloranti, additivi chimici, eccetera, mi chiedo se non convenga, proprio sotto il profilo igienico-sanitario, seguire una dieta più povera (ma più ricca per il nostro portafoglio) e più semplice, ossia più genuina, un’alimentazione meno varia, incentrata su poche componenti nutritive, magari sugli stessi alimenti, ma che sappiamo essere sani al cento per cento!
Insomma: pochi cibi ma buoni, sotto ogni profilo.
I miei punti di vista sono indubbiamente antitetici a quelli dominanti nell’attuale società, a causa soprattutto della macchina della propaganda e della disinformazione globale di massa, manovrata dai padroni del mondo, cioè dalle corporations dell’economia planetaria, che sono altresì i padroni assoluti della scienza, della tecnica e dei mezzi di comunicazione.
Io non posseggo le competenze e le strumentalità tecnico-specialistiche necessarie per oppormi e confutare determinate tesi scientifiche che sono a mio parere false e ingannevoli, ma cerco comunque di informarmi autonomamente e di ragionare con la mia testa, per cui mi domando: a chi serve un certo tipo di catastrofismo e di terrorismo psicologico sempre più diffuso e imperante nel mondo odierno, sempre più presente e radicato nell’immaginario e nella coscienza collettiva di milioni di esseri umani, la cui esistenza è in tal modo condizionata?
A chi giova il catastrofismo, in modo particolare un certo tipo di terrorismo catastrofista?
Ebbene, in un conflitto bellico, come in uno scenario di catastrofe naturale, gli unici (o i primi in senso assoluto) a trarne profitti, sono i produttori di medicine, ma anche i fabbricanti di armi e le compagnie petrolifere, per cui in un teatro globale in cui si prefigurino e si prevedano scenari di guerre e catastrofi climatiche, i valori azionari ad essere maggiormente apprezzati ed esaltati in borsa sono, appunto, i titoli delle multinazionali petrolifere, farmaceutiche e delle case produttrici di armi. Non è un caso che i padroni dell’energia petrolifera, della farmacologia e degli armamenti militari, siano anche i padroni della finanza internazionale, ovvero i padroni del denaro. E i padroni del denaro sono notoriamente i padroni dei mezzi di comunicazione e di persuasione di massa, ossia i padroni assoluti e incontrastati del mondo contemporaneo.

Lucio Garofalo


1.23.2007

 

God bless Tootsie.


Dinnanzi ad ogni nuova scoperta tecnologica, non posso fare altro che chinarmi, in rispettosa ammirazione. Quando finalmente riesco a rizzare nuovamente il capo allora mi chiedo come sia stato possibile, fino ad oggi, vivere senza.
Ci sono in giro, un moltitudine di menti brillanti che si sforzano, che sudano, per partorire ciò che ci renderà la vita facile, alleviando il dolore che i piccoli drammi quotidiani ci arrecano implacabilmente, e a noi non resta che essere grati.
E’ una fucina di scienziati che mi piace immaginare in perenne movimento, un po’ gobbi, per la pesantezza del carico che portano dentro il cranio, con l’occhio che brilla come quello di Capitan Harlok, quando il germe della genialità finalmente esplode nella trovata del secolo.
Questo è il caso del “Tootsie Tanner” l’abbronza piedi.

Roma, 22 gen. (Ign) - Che stress la vita da ricchi. Passare le proprie giornate sui campi da golf o da tennis, non sempre porta a risultati soddisfacenti. Anzi può causare spiacevoli inconvenienti come i segni lasciati sulle gambe dai calzini. E proprio per evitare che molte donne possano sentirsi a disagio in spiaggia o a bordo di una piscina, è stato lanciato sul mercato americano il Tootsie Tanner, una lampada per abbronzare piedi e caviglie.
Così la presentazione del prodotto, ma io vorrei osare di più: perché non diffondere l’uso della meravigliosa invenzione anche ad altre fasce della società che quotidianamente soffrono dello stesso stress, dato “dallo spiacevole inconveniente” del segno dei calzini?
Provate a pensare ai piedi dell’operaio edile, quello che in barba alla legge 626, d’estate penzola dalle impalcature con i pantaloncini corti e gli scarponi anti infortunistici, oppure alla contadina sarda intenta a raccogliere pomodori sotto un sole implacabile? Lei non avrebbe forse diritto, dopo una giornata a schiena china, a cancellare l’orribile segno dei calzini o dello scarpone? Non vanno forse al mare loro?
E perché non lasciarsi coinvolgere ed andare oltre, sfidando l’eccellenza delle loro menti, inventando per esempio l’”Tshirt Tanner” ad uso esclusivo dei muratori, capace di abbronzare il fastidiosissimo segno della maglietta, subdolo fastidio che colpisce anche gli impiegati del catasto che si recano a lavoro con i mezzi pubblici, subendo attese anche di ore sotto il sole malato delle grandi città, o il “Nakedbacky Tanner”, utile per il contadino che lavora il suo campo davanti a casa mia, che alla fine della stagione sembra un uomo birazziale, negro di sopra e bianco di sotto?
Concludo con un’esclamazione che sovente mi capita lanciare all’indirizzo di questo nostro mondo:
“MAANDATEACAGARE”.

Rita Pani (APOLIDE)


1.20.2007

 

Negazionismo


ne|ga|zio||smo
s.m.
TS stor., forma estrema del revisionismo storico che reinterpreta circoscritti fenomeni della storia moderna, spec. con riferimento ad avvenimenti connessi al nazismo e al fascismo, arrivando a negarne l’esistenza o la veridicità.

Il ministro Mastella, finalmente, ha una proposta seria e condivisibile, ovvero una legge che punisce il negazionismo riferito alla Shoah, lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento. E’ anche ammirevole che questa proposta venga presentata il prossimo 27 Gennaio, giorno della memoria.
Ma come tutti i ministri del governo Prodi, anche Mastella non può fare a meno di essere “stitico”. Perché punire il negazionismo solo se riferito alla Shoha e non estendere il provvedimento al significato stesso di negazionismo?
Ho terrore che quella che potrebbe apparire come una buona idea, alla fine si riduca all’ennesimo obolo da pagare per contrastare la riscoperta di civiltà del popolo italiano, ovvero conoscere la storia per riconoscerla quando si affaccia prepotentemente nelle nostre vite un pericolo già corso.
Se il ministro Mastella fosse stato più “prolifico” avrebbe quindi optato per un decreto che puniva il negazionismo sic et simpliciter.
Probabilmente il signor ministro è stato distratto nell’ultimo decennio, e non ha prestato troppa attenzione, per esempio, allo scempio che si è fatto del 25 Aprile, anniversario della liberazione, dal fior fiore dei “negazionisti” che fino all’anno scorso hanno governato il Paese. Provarono persino ad abolirla, poi capendo che non avrebbero avuto seguito optarono per una festa a più ampio respiro, arrivando ad equiparare i morti della Resistenza con i morti della repubblica di salò.
Il negazionismo entrò nelle scuole dei nostri figli sotto l’egida moratti, memorabile fu lo stralcio del testo di storia di scuola media, che spiegava come i fascisti non fossero così male, perché in fondo erano ricchi e non avevano bisogno di rubare.

Il negazionismo invade le nostre case, quando colpevolmente lasciamo che trasmissioni come Porta a Porta, si diffondano dall’elettrodomestico nelle nostre stanze. Forse il ministro Mastella era ospite di qualche trasmissione di avanspettacolo, impegnato in un ballo goffo e sgarbato quando più volte si tentò di rivalutare persino la figura di benito mussolini.
E’ proprio di oggi l’ultima richiesta di negazionismo di stato, certo assai meno importante della Shoah; in Tunisia è stata intitolata una strada a nome di bettino craxi, e gli eredi si chiedono quando, anche in Italia verrà presa una decisione simile.
Fosse per me, anche domani, ma nel rigore della storia moderna: via bettino craxi, ladro.

Rita Pani (APOLIDE)


1.18.2007

 

Cambia! Cambia!

Oggi è stato tangibile l’avvenuto cambiamento dell’Italia, dopo Aprile 2006. Era ora perché avevamo bisogno di comprenderlo, di vederlo e soprattutto sentirlo.
Il Presidente del Consiglio Romano Prodi è stato insultato da un gruppo di giovani fascisti all’Università Bocconi di Milano, dove si era recato per ricevere una laurea honoris causa, all’urlo di buffone.
Il Presidente Prodi non ha chiesto che i fascisti si qualificassero declinando le proprie generalità ai Carabinieri, che non sono stati inviati da Prodi a procedere all’identificazione degli stessi.
L’altra differenza sostanziale è che mentre berlusconi venne chiamato buffone (fatti processare) all’interno del tribunale, sempre di Milano, dove si era recato in qualità di imputato intoccabile, Prodi è stato colpito all’interno di un’università che gli riconosceva l’alto titolo accademico.
Qualcosa vorrà pur dire.
Il gruppuscolo di fascistelli, inoltre ha accompagnato gli insulti col saluto romano, e questo ha parecchio fatto incazzare berlusconi, il quale sembra abbia detto, che quando riuscirà a corrompere un buon numero di italici cervelli, e tornerà a miracolare l’Italia, farà una legge speciale per cambiare il nome del saluto, da romano a silvio.


Cambia, cambia, quest’Italia. Lentamente ma cambia. Anche se qualcuno, il fato o il destino rema vorticosamente contro. E’ il caso del processo alla polizia per i fatti di via Diaz a Genova. Non si potrà continuare oltre perché “sono sparite le molotov” che erano corpo del reato. L’avvocato alfredo biondi ha spiegato che non sono ammissibili le fotografie delle bottiglie. E’ stata comunque aperta un’indagine per scoprire chi ha sottratto le prove processuali. Immagino che sarà dura per chiunque, persino per Geronimo Stilton, capire chi avrebbe mai avuto interesse ad eliminare. Io stessa provo a farmi un’opinione … Che fatica! Chi sarà mai?
Speriamo che l’autorità giudiziaria per risolvere l’intricato arcano, chieda aiuto all’FBI, loro sì che sono dei geni, ed ormai hanno aperto una succursale anche in Italia, viaggiando da Cogne a Trieste, per superperiziare impronte fasulle, forbici taroccate … Ma Grissom? A lui non ci ha pensato nessuno? Fosse impegnato ci sarebbe sempre Horatio Caine.

Rita Pani (APOLIDE)


1.17.2007

 

Lettera al Presidente della Repubblica

http://italy.peacelink.org

Lettera al Presidente della Repubblica di Antonello Repetto
Non voterò più in obbedienza al 5° Comandamento
Si svuotino, finalmente, gli arsenali e si riempiano i granai! Basta con l'aumento delle spese militari e le guerre
17 gennaio 2007
Signor Presidente,
La informo che il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, tramite il prefetto di Cagliari ed il Comune di Carloforte, ha provveduto a restituirmi la mia tessera elettorale che io Le avevo inviato per protestare contro la decisione del Parlamento di aumentare le spese militari e di autorizzare le missioni di "pace", in verità vere e proprie guerre che violano l'articolo 11 della Costituzione.
Le torno ad inviare, allegato alla presente, la mia tessera elettorale e aggiungo che provvederò ad annullarla scrivendoci sopra il testo del 5° Comandamento:
"Non uccidere". Basta con le spese militari e le guerre.
L'Italia sta infatti violando l'articolo 11 della Costituzione.
La informo che non mi recherò più a votare sinché Lei, che è il capo supremo delle Forze Armate, ed il Parlamento, continuerete ad avallare l'aumento delle spese militari e le guerre!

La mia coscienza di cittadino e di cristiano mi impone di continuare a perseverare con le mie azioni di disubbidienza civile.

Si svuotino, finalmente, gli arsenali e si riempiano i granai!
Basta con le spese militari e le guerre!

1.16.2007

 

Bush deluso: boia maldestri

Copio da Repubblica:

NEW YORK

Il presidente americano George W. Bush ha detto oggi che la caotica esecuzione di Saddam Hussein assomigliava a "un assassinio per vendetta" e ha dimostrato che il governo di Nuri al Maliki "deve ancora maturare".
Bush ha criticato l'esecuzione dell'ex presidente iracheno il giorno dopo l'impiccagione di due gerarchi del suo regime ieri a Baghdad. "Sono deluso per come sono stati maldestri, specialmente con Saddam Hussein", ha detto Bush in una intervista alla Pbs.

So che non dovrei, ma colpevolmente, lo trovo esilarante. Un uomo capace di tanta demenzialità è il padrone del mondo. Un simile esempio di idiozia è un semi dio, intoccabile e riverito, dinnanzi al quale sono in pochi a non calarsi le braghe. Certo è più facile accusare chi la pensa come me di antiamericanismo, che ammettere d’essere succubi di un imbecille.
Somigliava ad un assassinio per vendetta”, perché invece cosa doveva rappresentare, un atto di giustizia democratica?
Il governo di al Maliki è immaturo, quindi adesso con altri ventimila uomini americani sul territorio lo aiuteranno a diventare grande?
La perla delle perle è la delusione: “sono deluso per come sono stati maldestri …” In effetti avrebbero potuto usare qualche cortesia in più, tipo:
“Signor presidente, vuole usarci la cortesia di infilare la testa nel cappio?”
“Signor Presidente, mentre sente stringere, sorrida, che viene meglio in fotografia e magari sembra pure contento.”

Signor Giorgio, abbia pazienza, la democrazia è ancora giovane ma sta crescendo, quando avranno imparato tutto da voi, nessuna testa si staccherà dal collo dopo un' impiccagione; useranno la sedia elettrica.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Turismo da fiction

Mi raccomando al governo. Fate presto a ripristinare la cultura in Italia, perché mi sa che siamo davvero alla frutta; anzi forse stiamo già digerendo.
Va sempre più aumentando in Italia, il fenomeno del turismo da fiction, ovvero ci si reca sempre più spesso nei luoghi usati come ambientazioni di storielle gialline o molto rosa, confezionate ad arte per lo svago dell’italico cervello, troppo condizionato dalla fatica della sopravvivenza.
Ovviamente non me lo sto inventando, sto semplicemente rifacendomi ai dati di “uno studio” elaborato dal Centro Internazionale di Studi Luoghi & Locations per Expocts S.p.A del gruppo Fiera Milano, e presentato (a chi?) oggi a Roma.
“I ricercatori” hanno scovato per esempio il “vino Elisa”, omaggio a Elisa di Villombrosa, o il B&B Montalbano in Sicilia.
Il castello di Aglié, umile dimora dei Ristori, ha decuplicato il numero di visitatori: da 8.549 del 2003 a 92.091 del 2004 per assestarsi, nel 2006, a 57.056 presenze. Vale pressappoco lo stesso per il bar della fiction Carabinieri in Umbria, mentre in un paese siciliano, il sindaco che offrì il suo studio per girare le scene del questore che cazziava Montalbano, riceve in media 3000 visitatori in un mese.
Non è poi così strano se pensiamo che ieri a Erba, una folla sostava davanti al cortile della casa del massacro, con tanto di bambini al seguito. Non è nemmeno strano se ricordiamo la stessa “moda” davanti la casa del piccolo Samuele Lorenzi, dove a distanza di anni, ancora lo stato italiano paga fior di quattrini per garantire la sorveglianza delle forze dell’ordine.
Non è strano per nulla a pensarci bene. Recentemente ad Assisi, sono stata a visitare le bellissime chiese che oltre ad innumerevoli opere d’arte, contengono anche le spoglie di Santa Chiara e San Francesco. Girando attorno alla lapide sulla tomba di quest’ultimo, una signora esclamò: “Da Santa Chiara è meglio! Qua non si vede nulla.”
Mi torna alla mente la mia adolescenza quando, un professore un po’ matto portò la nostra classe in visita didattica alla fabbrica della birra Dreher, ora Heineken, ad Assemini (CA). Rischiò il licenziamento.
Mi sento antica se penso d’aver portato mie figlie al museo di via Tasso, alle Fosse Ardeatine, o alla Basilica di San Pietro.
Mi deprimo se ripenso alla mia bambina davanti al Mosè di Michelangelo. La prossima volta mi organizzerò per portarla a Gubbio, a ripercorrere le orme di Don Matteo, a cercare i luoghi calpestati da Terenc Hill e Nino Frassica.

Rita Pani (APOLIDE)


1.15.2007

 

Caro Romano, non offenderti

Caro Romano, ci riprovo.
E’ che vorrei parlarti dell’insulto. Cos’è un insulto se non qualcosa che ci offende?
Ti faccio un esempio: c’è chi ancora è convinto di insultarmi chiamandomi “comunista”.
A differenza di Piero Fassino, che si infervorò parecchio, durante una puntata di Ballarò, quando fu chiamato allo stesso modo da qualcuno della cdl, io non mi offendo, anzi, mi sento lusingata, quasi portata a ringraziare chi mi chiama comunista.
L’offesa è qualcosa che ferisce, una frase che sibila e colpisce come uno schiaffo, qualcosa che lede la nostra dignità di persona.
Assodato questo, mi chiedo come tu possa sentirti offeso dalle accuse di un uomo piccolo, piccolo che taccia il governo di antiamericanismo.
Fammi capire, vorresti forse rivendicare la tua amicizia e la tua alleanza con un pazzo criminale come giorg dabliù bush?
Dimmi Romano, sarebbe davvero così tragico se per una volta le parole di berlusconi fossero vere, quando dice che ormai per gli USA, l’Italia è nella lista dei paesi in cui non può contare?
Avresti forse preferito essere anche tu (ovviamente virtualmente perché poi in guerra ci vanno altri) in quell’utilissimo RAID somalo che ha visto distruggere un intero villaggi e centinaia di persone morire?
Fammi capire Romano, precisamente quando ti senti insultato, rileggendo le dichiarazioni di un tizio che per un attimo ha anche pensato di essere Gesù o Napoleone che dice che Israele è l'unico avamposto di democrazia nel Medio Oriente.
Caro Romano, non ti chiedo e non ti chiederò mai di essere come Chavez, sarebbe come chiedere a mio padre di indossare le calze a rete, so che non potreste mai farlo per quel retaggio clericale che vi si legge stampato in faccia e consunto nelle ginocchia dei vostri pantaloni, ma ti garantisco che essere anti americani oggi, non è altro che un palmo d’orgoglio sopra la testa che consente di stare belli dritti sulla schiena.
L’Italia è serva degli americani dall’immediato dopo guerra, perché non ha capito che probabilmente dopo sessanta anni, qualunque debito dovrebbe essere considerato appianato. E noi non è che non abbiamo pagato, noi siamo stati puntuali con i nostri versamenti, spesso di sangue, a partire da Portella delle Ginestre per finire con la Sindrome di Quirra, passando per Ustica, o il Cermis, o l’avvelenamento non ancora scientificamente provato, ma ecologicamente appurato, dei mari intorno all’isola della Maddalena, o le morti per l’uranio impoverito.
Se essere accusati d’essere tendenti alla pacificazione del medio oriente, della Palestina, tu la senti come un’offesa allora è bene che tu sappia che il tuo sentirti insultato, offende tutti noi che mai nella vita vorremo essere considerati complici di un criminale di guerra che purtroppo non sarà mai impiccato ed esposto al pubblico ludibrio su YouTube.
Rita Pani (APOLIDE)

1.14.2007

 
Cari compagni,

io mi ritengo un compagno (seppure atipico, è vero) assai controverso, irrazionale e razionale fino in fondo, irriverente e dissacrante (soprattutto verso gli abusi del potere), anarchico e comunista, molto esigente e in un certo senso individualista, intransigente, stizzoso e irascibile, sempre ostile di fronte ai torti e ai soprusi commessi a danno dei soggetti più deboli e indifesi della società, da parte di chi detiene le leve del comando e lo gestisce molto male.
Senza dubbio posso definirmi corretto, leale, schietto, perfino buono d’animo, ma nient’affatto buonista, né bigotto, probabilmente “maledetto” ed inviso ai tanti bacchettoni in circolazione.
A modo mio sono sempre stato coerente, sebbene si tratti di una coerenza difficile da riconoscere e da accettare, in un certo senso indecifrabile, interiore e introversa.
Non sono, né mai sono stato, un moralista, un falso predicatore, un millantatore, un impostore, uno che predica bene e razzola male. Probabilmente sono uno che predica male, se non malissimo, e razzola molto peggio!
Al contrario, ho sempre detestato e disprezzato i farisei, i perbenisti, i baciapile d’ogni dove e d’ogni tempo, di ieri, oggi e domani, anche e soprattutto gli ipocriti e i benpensanti che s’annidano, numerosi, nelle schiere, ordinate e disciplinate, dei vostri partiti e delle vostre organizzazioni, sempre più somiglianti agli altari, ai sacrari, ai santuari incensati e glorificati in cui si mescolano il sacro e il profano, il dogma e la rivoluzione, l’ortodossia e l’eresia. E in cui alloggiano e gravitano i nuovi maestri e i nuovi apostoli, chierici, prelati, curati e cappellani, parroci, seminaristi e sacrestani, devoti e praticanti, con i loro abiti talari, i collarini, gli zucchetti, le felpe e i cappucci da battaglia, le sottane e gli eskimi, i sandali e gli zoccoli, le processioni e le marce, gli inni e i salmi, le litanie e le giaculatorie, i riti e le cerimonie liturgiche, le feste da onorare e finanziare, i decaloghi e i comandamenti da osservare, gli esercizi spirituali e le penitenze, le missioni, le benedizioni, le genuflessioni e le confessioni, le blasfemie e le eresie, le scomuniche e le epurazioni, le abiure e le ritrattazioni, le persecuzioni e le condanne, i misteri, gli scandali, persino gli esorcismi…
Emarginandomi dal vostro partito-chiesa pensavate di avermi tacitato per sempre?
Invece vi eravate clamorosamente sbagliati, come al solito. In realtà, è il sottoscritto che ha deciso alcuni anni or sono di fuoriuscire dalla vostra congrega clerico-settaria e pseudo-rivoluzionaria, verticistica e neodemocristiana, che ingabbia e imprigiona le menti più libere e brillanti, le coscienze più oneste e sincere, più giuste e leali.
Il vostro è un sistema che opprime e schiaccia la libertà di pensiero e di azione, la forza del dubbio e della critica, il coraggio dell’analisi lucida e dell’utopia che si fa realtà, che costituiscono la linfa vitale di ogni teoria e di ogni movimento storico autenticamente rivoluzionario, che non si frena di fronte al primo ostacolo o alla prima poltrona, come affermava il grande poeta e rivoluzionario russo Vladimir Majakowskij, che non a caso fu una delle numerose vittime perseguitate dal regime stalinista.
Ed eccomi ancora qui, autonomo e cosciente, sempre pronto a rompere le scatole e a disturbare la macchina del potere, in qualunque forma esso si manifesti per ingerire nell’esistenza delle singole persone, per dettare e imporre le sue ingiuste leggi e i suoi precetti canonici che i potenti sono i primi a violare, per sancire arbitrariamente ciò che è bene e ciò che è male, per violentare e deturpare la verità e la natura dell’uomo.
Mi pongo tante domande, nutro molti dubbi, e avrei da proporvi mille quesiti che mi assillano, ma mi preme soffermarmi in modo particolare su una questione fondamentale.
Perché uno come me dovrebbe occuparsi di politica, nel senso di iscriversi e militare più o meno attivamente in un partito politico (qualunque esso sia), magari nel vostro partito, il cui scopo precipuo sembra essere la conquista di un crescente livello di potere, ovvero di un crescente numero di voti e di consensi, di tessere e di poltrone, di cariche istituzionali?
Francamente, questo modo di far politica, benché camuffato sotto le vesti posticce di movimenti di lotta, di battaglie e vertenze territoriali, guidate in maniera strumentale e fraudolenta, proprio non mi attrae e non mi interessa.
Purtroppo, questa è la prassi dominante e più seducente, specie nelle nostre zone, da sempre controllate da un sistema di potere clientelare e trasformistico, dall’epoca della dinastia borbonica all’avvento della monarchia sabauda, dal regime fascista a quello democristiano.
Ebbene, tale potere mi ha sempre atterrito e nauseato, sin dai tempi in cui da noi spadroneggiava e imperversava la vecchia Dc, i cui emuli-servi sono tuttora in auge, sempre devoti, deferenti e ossequiosi ai comandi dell’ “uomo del monte”, ma sempre pronti a issarsi sul carro dei nuovi vincitori, allorquando il vecchio potere pare destinato a tramontare.
Ancor meno questa politica mi può coinvolgere e adescare oggi, in un partito “sfigato” come il vostro, costretto ad accontentarsi delle minuzzole e degli avanzi concessi dai “soci” più famelici e voraci, essendo adusi a dividersi e a fagocitare le fette più grosse.
Per fortuna nella vita esistono altre nobili, preziose e gratificanti attività, del corpo e dello spirito, a cui è possibile dedicare e consacrare il proprio tempo.
La rivoluzione, il progresso e l’emancipazione del genere umano, pretendono ben altro, esigono verità e dubbi permanenti, idee nuove, ma soprattutto il coraggio di esporle e propugnarle fino in fondo, senza arrestarsi e accontentarsi di una poltrona, ancorché comoda e allettante.

Lucio Garofalo

1.13.2007

 

Forme e riforme

Il mondo che cambia è bello, ma dura poco. La novità ci accompagna svogliatamente per due giorni diventando presto vecchia ed uguale a se stessa.
La novità di Prodi, per esempio, l’abbiamo gustata appena il tempo di sancire la sconfitta elettorale delle destre, poi tutto si è trasformato all’interno della sinistra stessa, diventando uguale; ora Caserta ci promette la svolta, le riforme, il rinnovamento.
Non so se crederci. Di diverso c’è solo il fatto che Prodi a differenza di berlusconi, non possiede una villa in Sardegna, ed è quindi costretto a pagare l’affitto di regge altrui.
Una volta il consiglio dei ministri andava in ritiro in Sardegna, oggi va in conclave in Campania, una volta non si parlava di politica e non lo si fa nemmeno oggi, continuando ad invocare creazioni di “cabine di regia” o ciarlando della vita altrui, per mezzo di una patetica metafora sportiva.
Quando il ragionier tremonti stava al governo, intervistato dalla Tv, sembrava un tizio poco sveglio, oggi che sta all’opposizione, intervistato dalla Tv, tenta di infilzare il governo apparendo sempre un tizio assai poco sveglio.
Una volta berlusconi si scriveva i sondaggi da se, lo fa anche ora.
Una volta la sinistra aveva idee intelligenti, poi è andata al governo ed ha ereditato uno strapiombo finanziario e la brillantezza del pensiero vacuo e ballerino.
A noi non resta che la litania del lamento, ormai modernizzata e resa inutile da noi stessi, sempre pronti a dire agli altri di “non fare” mentre abbiamo appena finito di farlo. Così ci è stato insegnato.
L’esempio più banale lo si può trovare nella situazione climatica che stiamo vivendo. Un gennaio con venti gradi non è la fine che galoppa, ma semplicemente una botta di culo per chi vive vicino al mare o una tragedia per chi non può sciare. La politica non fa altro che incentivare gli studi sulla fattibilità di centrali a biomassa, sborsare danaro per le consulenze annuali di esperti ormai avvezzi alla stesura di piani fantasmagorici che sanno bene nessuno leggerà mai, nemmeno al ministero che li ha commissionati, e il popolo cosciente e deciso a dare una svolta alla vita del pianeta, smette le caldaie a gas e riempie le case con sistemi di condizionamento dell’aria, convinti che inquinino meno perché non fanno fumo, come se per portare la temperatura di casa a 30 gradi d’inverno e – 10 d’estate pedalassero, a turno, come una volta si faceva con la dinamo della bicicletta. Già nemmeno quello si fa più. Oggi i fari delle bici sono a batteria (non fanno fumo nemmeno loro).
Io ho letto l’albero del programma (ma porca zozza! L’albero?) e devo dire che tranne albero, le altre cose scritte sono davvero condivisibili ed importanti, ma temo che resteranno, belle fra sette scritte in un orribile file graficamente obbrobrioso.
Siamo nel 2007, e come si tratta il problema ambientale? Con una “nuova alleanza con la natura”. Ditemi voi se questo non ha il retrogusto avariato del berlusconismo più becero!
E mentre si tenta l’alleanza con la natura che c’è di meglio se non parlare ancora dell’opportunità di riaprire le centrali nucleari?
Un altro ramo dell’albero ho trovato auspicabile, ovvero la rinascita culturale come strategia per la ricrescita. Peccato che scrivere cultura su un albero suoni quanto meno un’offesa alla cultura stessa.
Ripristiniamo il buon senso e l’accuratezza della cultura e concludo appellandomi ai giornalisti che sono fonte primaria dell’acculturamento di massa: Ponete un po’ più di attenzione almeno quando scrivete i titoli. Un refuso sul testo ci può stare tanto gli articoli lunghi non li legge nessuno, ma sapete che sberla questa mattina leggendo dei finanziamenti al sud, cento miliardi da dare fino al ventimilatredici?

Rita Pani (APOLIDE)


1.09.2007

 

Ebetismo dell'informazione

Papa Logorroico Sedicesimo, qualche giorno fa si è espresso sul “gigantismo dell’informazione”. In sintesi esprimeva tutta la Santa preoccupazione per una società troppo informata e quindi incapace di pensare. Penso che la sostanza del discorso papale fosse assai banale e per questo rimasta inespressa: “Al popolo incosciente, basta un Segno della Croce per trovare la panacea.”
Non sono mai d’accordo col papale pensiero, e in questo caso meno che mai. Più che di “gigantismo dell’informazione” io parlerei di “ebetismo dell’informazione”.
A volte guardando i telegiornali provo una bellissima sensazione di giustizia; provo gusto quando colui che vorrebbe inebetire le nostre menti, si dimostra a sua volta inebetito.
E’ il caso dell’inviato specialissimo ad Erba, zelante come non mai, in collegamento forsennato da Erba annuncia lo scoop: “NOI SIAMO RIUSCITI A RAGGIUNGERE LA SIGNORA MOSTRA, E A SCAMBIARE QUALCHE PAROLA CON LEI.”
“Signora Mostra, è vero che … ?
La signora Mostra, per nulla intimorita dall’abbronzatissimo cronista, dopo essersi schiarita la voce risponde:
“Ci avete rotto le palle!”
L’impietosa telecamera torna in primo piano sul cronista che, anziché sbracciarsi in quei gesti che un tempo significavano “taglia”, compiaciuto chiosa: “Queste parole si commentano da sole!” …
L’ebetismo dell’informazione è un male conclamato che consuma in fretta le notizie a valenza civile e sociale, e conserva impietosamente tutto ciò che è marcio e patetico. Stamani tutti i siti di informazione annunciavano l’esistenza di un nuovo filmato, di 27 secondi, che mostrava gli attimi immediatamente successivi all’assassinio di Saddam Hussein con tanto di minuziosa descrizione: il sangue al collo, l’innaturale posizione della testa, i lividi in volto.
Che disdetta! Non è stata fatta un autopsia, diversamente oggi sapremo del taglio a Y, del peso specifico delle interiora del dittatore, della sua funzionalità epatica e riproduttiva. Tanto siamo tutti figli di C.S.I.
Ci sono poi dei casi di giornalisti immuni, capaci di fotografare il degrado igienico di un ospedale, per esempio, e facendo sì che uno stato civile si occupi della sanità pubblica, dando il via al fenomeno dell’ebetismo di stato, ma questa è un’altra malattia.

Rita Pani (APOLIDE)


1.08.2007

 

La sindrome di Madre Teresa

Mettiamoci l’anima in pace. Non è questo il governo che ci vendicherà. Più sento parlare della riforma della legge elettorale e più mi pare di vedere la fine di un summit tra craxi, forlani e andreotti.
“Riformismo non è accontentare tutti” dice Prodi, e io non so perché, tendo a dargli credito.
Sarà perché ad ogni proposta di Prodi arriva il plauso di forzitaglia e la dura critica della sinistra?
Deve essere per quella strana mania prodiana di apparire un po’ meglio di quanto non si sia, oppure quella sorta di sudditanza psicologica che evidentemente non affigge solo gli arbitri di calcio, ma anche la sinistra chiamata a governare.
Sembra quasi che la sinistra sia stata colta dalla sindrome di Madre Teresa, e che quindi non possa fare a meno di essere buona, così buona da apparire democristiana.
Ho letto una esilarante ed inquietante intervista al ragionier tremonti, una di quelle che alla fine verrebbe da bisbigliare, con un pizzico d’invidia: “Dammene un po’! Ne voglio fumare anche io!”
Però ragionando con serenità invece ci si chiede se davvero sia il caso di perdere tempo a tentare di accordarsi con i padri fondatori del berlusconismo e del calderolismo.
A quanto pare sì, perché dal 31 Dicembre scorso è la destra a citare a spron battuto il discorso di Padre Giorgio Napolitano, eletto presidente della Repubblica e subito contagiato dalla sindrome di Calcutta.
Anche la proposta della “convenzione” è un aspetto da analizzare in profondo. Amato ha avuto l’idea prima o dopo l’intervento chirurgico alle coronarie? Aveva già smaltito l’anestetico o era stato folgorato dalla Luce divina?
Difficile dirlo, ma anche in questo caso l’appoggio (condizionato) è venuto da destra; a condizione, appunto, che salti Prodi e si governi tutti insieme appassionatamente sul modello tedesco.
A noi, reduci di sinistra, dotati di memoria quasi indelebile non può non tornare alla mente il fatto che abbiamo votato secondo i dettami della legge calderoli, e non possiamo scordare nemmeno che calderoli è stato il MINISTRO PER LE RIFORME del governo berlusconi.

Per questo resta difficile comprendere.

Rita Pani (APOLIDE)


1.07.2007

 

Chi vuole essere impiccato?

Era attesa per oggi la seconda puntata del nuovo reality show americano, ambientato nel nuovo Iraq, ospitale e democratico; ancora però, tutto tace.

Le forche sono restate inutilizzate e l’attività dei boia democratici è stata congelata.
La rinnovata e democratizzata giustizia irachena ha scaturito reazioni e prese di posizione soprattutto in Europa, tutti siamo a conoscenza della meritoria opera del governo italiano, impegnato a portare nuovi stimoli di civiltà all’ONU, con la richiesta di moratoria universale contro la pena di morte. Altri paesi si sono uniti all’Italia, facendo crescere le probabilità di riuscire, se non altro, almeno a parlarne.
Così oggi, mentre i bimbi di tutto il mondo attendevano di assistere allo spettacolo televisivo, mentre i navigatori di Internet vigilavano sulle new entry di YouTube arriva l’appello dell’ONU con le parole di Ban Ki-Moon, “fermate le nuove esecuzioni”.
Anche Roma ha lanciato il suo monito al mondo, accendendo le luci al Colosseo; tutto è molto suggestivo, anche le parole di Veltroni lo sono state, ma nonostante tutto io continuo a chiedermi perché.
A vedere il mondo così, potrebbe apparirci un luogo abbastanza bello da poter quasi scegliere di viverci. Una città in festa per dire no alla pena di morte, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che combatte contro le forche, quasi come se il linciaggio di Saddam Hussein e la sua barbara uccisione, fosse stato un caso unico ed inaspettato e che tale dovesse restare.
La domanda che mi sorge spontanea è: “se l’abominevole fine di Saddam Hussein non fosse stata trasmessa in video, rendendo tangibile l’orrore dell’inciviltà, la società civile, avrebbe perseverato nella protesta?” Probabilmente no, perché l’offesa non è tanto “sapere” quanto “vedere”.
Noi sappiamo che sono ancora troppi i paesi in cui vige la pena di morte, sappiamo quanti e quali siano i metodi utilizzati nei diversi stati per praticarla, conosciamo il lettino per l’iniezione letale, la sedia per la sedia elettrica, ma non abbiamo mai avuto l’occasione di vedere l’agonia dell’uomo che muore, e per questo non sentendo mai l’esigenza di illuminare a giorno il Colosseo o un altro monumento nazionale.
Anche quello che sappiamo poi è spesso discutibile. Non so quante volte mi sia stato rinfacciato o augurato di finire a Cuba “che c’è la pena di morte” o in Cina “che c’è la pena di morte”. Mai nessuno che mi augura una trasferta in Texas, (quando governatore era bush) o a New York che ha provveduto a ripristinare l’antica tradizione.
Temo che ora il problema sia un altro, ovvero il decadimento dell’unico alibi possibile. Sono stati troppi i tentativi di farci digerire la sporchissima guerra all’Iraq, una guerra per la pace, una guerra contro il terrorismo, una guerra per la democrazia, ma la corda al collo di Saddam, gli insulti e la derisione è stata la conclamazione della realtà. Più di mezzo milione di morti per ucciderne uno soltanto e derubare un paese delle sue ricchezze naturali, storiche e culturali.
Purtroppo però c’è chi la sporchissima guerra in Iraq l’ha digerita benissimo assimilandone il peggio e metabolizzandone tutta la porcheria.
Copio la conclusione di un articolo aberrante, postato su dada.net da un tal Vins Roboris, “scienziato” che ha trovato del tempo da dedicare all’argomento, ovviamente considerando soltanto la pena di morte nei paesi “comunisti” o “post-comunisti”:


“La Cina è uno dei più accaniti sostenitori della pena capitale ed ha sempre respinto, definendole ingerenze nei suoi affari interni, le iniziative occidentali per una moratoria delle esecuzioni ed una loro futura abolizione. In Asia orientale anche Stati occidentalizzati come Giappone (in cui i familiari del condannato sono avvertiti ad esecuzione avvenuta...), Filippine e Singapore (spietata coi trafficanti di droga) applicano la pena di morte cosi' come i residui Stati comunisti del mondo: Vietnam, Cuba e Corea del Nord. Solo una loro democratizzazione, e quella della Cina, puo' farli rinunciare a quest'utile arma di controllo e repressione interna.”

Illuminiamo il Colosseo, illuminiamo la Cappella Sistina, la Torre di Pisa, il bastione di San Remì, la statua di Carlo Felice; illuminiamo a giorno ogni vicolo buio della mente umana per far sì che mai più nessuno debba venire a raccontarci la favola della democrazia.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Note Personali


Ringrazio tutti coloro che non hanno saputo resistere dal chiedermi che “fine avessi fatto”.
Ho iniziato bene l’anno rompendo l’hard disk del mio computer. :-)
A questo proposito, vorrei chiedere a tutti coloro che comunicavano con me via e-mail, o che volessero farlo, di inviarmi un messaggio all’indirizzo guevina@gmail.com per poter essere reinseriti nella rubrica.
Sono arrivata ieri a casa, in Sardegna, dove starò ancora per qualche giorno. Avrei sperato di trovare un po’ di sole in più, ma va bene anche così. Non ho altra Patria che questa.

R.


1.03.2007

 

Il futuro è adesso

I ricercatori della Washington University sono riusciti a scannerizzare l’immagine pensante di un cervello umano, dalla quale si evince che sono ben tre, le zone dedicate al pensiero del futuro. Dovrebbe essere un dato di eccezionale importanza, che tanta parte dell’organo più misterioso del corpo umano, siano dedicate a questa particolare attività, invece a guardare il futuro che si avvicina a me sorge un dubbio: o tre sono davvero poche, o il cervello studiato a Washington era un caso unico e difficilmente ripetibile.
Una volta, quando si pensava al futuro, quando si lasciava andare la fantasia a briglia sciolta, erano il progresso e l’evoluzione a dominare l’immaginazione. Per la mia generazione il futuro era ciò che sarebbe arrivato dopo il 2000. Non solo macchine volanti, aria pulita, ma la rapidità con la quale l’interazione con altri mondi ci avrebbe fatto diventare tutti più ricchi di sapienza. Ammetto un determinante condizionamento dato dalla fantasia fantascientifica, di bravi scrittori e pessimi sceneggiatori, ma a nostra discolpa posso dire che sebbene mangiassimo pane e Nutella, non giocavamo ancora con la Play Station, conservando il gusto della fantasia.
Sguazziamo in questo futuro che puzza d’antico, che fa a pugni con se stesso, che mischia l’intelligenza con la più becera stupidità, lasciando che questa, nove volte su dieci, abbia la meglio rendendo vana la lotta.
La guerra è l’esempio eclatante dello spreco del futuro; in guerra l’unica cosa ad essere intelligente sono le armi. Il fosforo bianco, che uccide senza squartare, le bombe guidate da un joystick capaci di seguire il nemico passo, passo quasi fosse un livello di un video game. La teconologia spaziale, con i satelliti in grado di scavare buche virtuali alla ricerca di armi stupide di distruzione di massa, fosse comuni di morti ammazzati.
La teconologia e l’intelligenza della guerra però, soccombono alla stupidità del ritorno al medio evo, con le torture ad Abugraib e Guantanamo, piuttosto che con la forca adornata da boia incappucciati e popolo esultante dotato di futuristici telefoni in grado di riportare al mondo intero, in pochi secondi, le immagini che solo gli abitatori dei tempi antichi ebbero la “fortuna” di vedere in una piazza, una qualunque.
Il futuro fu anche la caduta del muro di Berlino. Ancora se ne parla come fosse stato anch’esso un piccolo passo per l’uomo e un grande passo per l’umanità. Quel muro fatto a pezzi con la gioiosa forza dell’uomo è stato e resta l’emblema del futuro e della libertà.
Noi ci viviamo in questo futuro democratico, noi che ne siamo stati testimoni oggi ci sguazziamo silenti mentre altri muri vengono costruiti dall’uomo e dal suo cervello multizonale. Nuovi muri a dividere la Palestina da Israele, nuovi muri a chiudere il confine tra il Messico e gli Stati Uniti, muri a Padova per tenere divisi i buoni dai cattivi ed ancora, prestissimo, arriverà il muro di Milano, a recintare i nomadi dal resto del mondo.
A volte ci diciamo della nostra fortuna, di vivere in questi tempi, dove non si muore più di fame e di bronchite, dove esistono le farmacie e i denti non li cura più il barbiere. Ce lo diciamo perché la stupidità prende sempre il sopravvento malgrado il nostro sforzo di rincorrere l’intelligenza, comprando tutto ciò che è “di nuova generazione”. La gente per strada parla da sola, tenendo delle mezze lune di plastica conficcate nell’orecchio, si siede in macchina ed attende che una voce metallica gli dica di accendere il motore e girare a destra, sinistra, sinistra, andare dritto per percorrere i venti metri che separano il suo garage dal parcheggio dell’ufficio. Nonostante questo, la gente muore ancora di fame, e l’intelligenza provvede a “costruire” mucche che non diventeranno pazze, dopo averle fatte impazzire costringendole al cannibalismo, mangiando farina di loro stesse, geneticamente modificate.
Si muore ancora di malattia, ma si evita di pensar che spesso, le malattie da debellare sono proprio quelle che l’uomo ha inventato per poter continuare a “studiare” per poter progredire.
La ricerca dell’Università di Washington non ha valore, a meno che non sia ripetuta usando i casi più pietosi di cervelli ammuffiti che tutt’ora governano e distruggono questo nostro mondo. L’immagine scannerizata somiglierebbe al deserto.

Rita Pani (APOLIDE)


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