5.31.2007

 

C'è qualcosa di strano nell'aria

Avete mai quella strana sensazione, di essere l'unico savio rimasto in un mondo di pazzi? È una sensazione strana, anche perché da savi, ci si domanda se non sia il contrario, ovvero che si stia rasentando la follia in un mondo che fatichiamo a riconoscere.

È una sensazione che provo sovente e che mi disarma. L'ho provata oggi, per esempio, leggendo i titoli della notizia sulla cocaina nell'aria di Roma.

“C'è cocaina nell'aria di Roma, ma – aggiunge il CNR- non c'è pericolo.”

Ah! che sospiro di sollievo! Anzi, che sniffata! In fondo che sarà mai respirare cocaina dissolta nell'aria?

Non dico che la scoperta sia inutile, in qualche modo, per esempio, potrebbe aiutarci a trovare la soluzione al quesito che tutti noi, che percorriamo (io fortunatamente di rado) il GRA ci poniamo ogni volta:

“Ma dove cazzo va tutta sta gente?” ... A sniffare, gratis, l'aria di Roma.

Oppure, potrebbe risolvere un quesito assai meno banale che ci siamo posti spesso, durante il percorso scolastico, quando ancora la scuola provava ad insegnare. Di cosa è composta l'aria?

L'aria è composta da un composto gassoso di azoto, ossigeno, argon, anidride carbonica, neon, elio ed altri gas rari; ecco spiegata quindi la “rarità” degli altri gas.

L'aria di Roma è invitante anche per le altre sostanze rare che la compongono e che il CNR ha scovato, oltre alla cocaina infatti, contiene cannabis, nicotina e caffeina.

Ora mi è chiaro come la cocaina, la cannabis, e la nicotina possano diffondersi nell'aria, quello che mi lascia un po' più curiosa è immaginare come ci si possa diffondere la caffeina.

Ho una teoria, ma è meglio che non la scriva.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Desiderio di solitudine

Avevo r-esistito bene all'assenza di notizie dall'Italia, in questi tre giorni. Lunedì mattina, avevo persino deciso di non comprare i giornali, mentre aspettavo di partire. Avevo appreso, leggendo su un monitor dell'aeroporto della liberazione di Titti Pinna, e avevo deciso di farmi bastare questa bellissima notizia, per tutti e tre i giorni a venire.

Ieri, invece, passeggiando per l'aeroporto di Baden-Baden, mi è caduto l'occhio sul giornale “La Repubblica”, e disgraziatamente l'ho comprato.

Ho iniziato a leggere l'intervista a Romano Prodi, e già dopo le prime righe ho dovuto sincerarmi sulla reale gradazione alcolica della birra-lemon che stavo bevendo. Poco più di 3 gradi, quasi nulla.

Quindi, quello che leggevo, non era frutto di un ritorno di fiamma delle due serate passate alla BADISCH BRAUHAUS, non era fantascienza ma realtà.

Si fa come dico io, prendere o lasciare” . Ho guardato per aria. Cercavo di ricordare cosa mi ricordasse quella frase perentoria. Un sorso di birra-lemon ed ecco la risposta: “Sono un imprenditore che ha un sacco di soldi, o fate come voglio io o vi manderò cartoline dalle Bahamas”.

"Io non ci posso fare molto. Non possiedo né giornali né tv. La legge elettorale è quella che è. Ma così non si può andare avanti. Non si può accettare che ogni misura venga infilzata dalla tua maggioranza, a volte ancora prima che abbia visto la luce".

La gradazione alcolica della birra-lemon è davvero di 3 gradi circa. Va bene ho bevuto una birra a pranzo, ma siccome dovevo guidare e per giunta in strade a me sconosciute, giuro che era “Kleine”.

Mi torna prepotentemente alla mente il discorso del 51%, che cito a memoria:

Se solo avessi avuto il 51% delle preferenze, allora, farei come voglio io...”

Appurato che non ero sotto l'influsso obnubilante dell'alcol ho proseguito un poco con la lettura, rendendomi conto che, per il risultato delle elezioni amministrative, il fattore principale non è stata l'antipolitica, ma la politica.

Quella odierna, semmai è l'antipolitica, ed è quella che quelli come me, che pensano ancora che la politica sia altra cosa, e cosa seria, rifuggono.

Il nefasto influsso berlusconiano è vivo e vegeto, un virus che ha infestato i palazzi, e che rende malati tutti quelli che finiscono per abitarli. La politica (antipolitica) è ormai il delirio di onnipotenza dell'uomo che vorrebbe essere l'uomo solo, il salvatore della patria, il chirurgo che opera il paziente malato, il vate.

Leggere il delirio di onnipotenza di Prodi, che abilmente si tiene lontano dal citare l'unica e vera ragione dell'impopolarità di questo governo, mi ha fatto sospettare d'essere, prima ancora che ubriaca, pericolosamente vicina al qualunquismo dilagante. L'ostinato sogno di veder sparire le ultime briciole di sinistra, mi hanno fatto comprendere che il declino non è vicino, ma ci siamo ormai irrimediabilmente immersi.

L'uso improprio delle parole, la mistificazione del “tesoretto”, utilizzata quasi come promessa d'elemosina una tantum, sono le miserie primarie di un governo che s'è dimenticato di noi, così in fretta da lasciarci orfani e distaccati.

Mi pare assurdo che si voglia fingere di non capire che, è impossibile un risanamento economico del paese, se prima non si mettono in condizione i cittadini di guadagnare abbastanza da poter spendere, se non si creano quelle condizioni di “sicurezza” che possano spingere il cittadino a guardare al futuro, senza rimpiangere il passato. Oggi le lacrime di montezemolo sono più lacrime di quelle di un precario; a montezemolo si promette tecnologia e ricerca, al precario l'elemosina.

Non è così che funziona, o almeno non dovrebbe essere così, e questo non è qualunquismo, questa è politica.

Rita Pani (APOLIDE)


5.28.2007

 

Scienza in libertà

Sono nuovamente in partenza; non gioite, sarà breve.

Per salutarvi non scriverò di politica, ma di scienza. Lo sapete quanto questa materia mi appassioni, ora che tramutata in qualcosa di idiota, anche io sono in grado di comprenderla.
Io adoro la scienza e gli scienziati (soprattutto britannici) al punto che se non fossi già stata sposata e non fossi recidiva e se non stessi per giunta “dicendo” in qualità di concubina, me ne sposerei uno, non fosse altro, che per studiarne un esemplare da vicino, diventando così a mia volta, scienziata.
Volete sapere quale sarà la carriera scolastica dei vostri bimbi? Non fate un test del Q. I. ma guardate le loro mani: se hanno un indice lungo saranno bravi in italiano, mentre l'anulare lungo, indica che saranno dei portenti in matematica.
Se mentre misurate le dita del vostro bimbo, egli allungherà il medio, state certi che avrà risultati eccellenti in tutte le materie della vita.


Dalla Nuova Zelanda, arrivano le mucche che producono il latte scremato e ricco di Omega 3. È una notizia, dicono, che farà piacere a tutte quelle persone attente alla linea. Inoltre questo latte, consentirà di produrre del burro “naturalmente spalmabile”. Questa parte della notizia, in vero. Un po' mi ha gettato nel panico, insinuando in me il sospetto che io, fino ad ora, abbia spalmato il burro, contro natura.
Ci sono voluti sei anni di costosissimi studi di ingegneria genetica, per ottenere questo risultato che stravolgerà la vita di tutti noi.
Ne abbiamo fatto di strada! Ricordo mia nonna che usciva presto al mattino con una bottiglia di vetro verde che la notte prima aveva fatto bollire per sterilizzarla, e poi tornava a casa col latte. Ne ricordo ancora l'odore, e ricordo lei intenta a sorvegliarlo, perché durante la cottura non versasse fuori la panna, che avrebbe incrostato duramente il fornello. A me piaceva colato, mia madre rubava la panna dal colino, a lei piaceva. Poi il tempo è passato, mia nonna è morta e il latte lo vendevano in cartone. Non si comprava più tutti i giorni, perché era diventato a lunga conservazione. Callisto Tanzi prese anche dei soldi quando inventò il latte Fresco blu, che a suo dire era un latte che restava fresco per quindici giorni. Credo lo vendano ancora e quindi vuol dire che la gente, crede davvero di bere latte fresco. Poi mi pare inventò anche quello con l'Omega 3.
Per noi si complicò assai la vita, il latte non era più semplicemente latte, ma latte fresco di giornata, intero, parzialmente scremato e scremato.
Ecco, ora finirà. Ho speranza, perché le modificazioni genetiche proseguono e ... lo fanno per noi.
Arriverà il giorno in cui le mucche faranno anche il latte macchiato e già zuccherato, e i panetti di burro naturalmente spalmabile verranno espulsi direttamente dalla povera bestia mutante.

Da dove, non ve lo dico.

Ci leggiamo mercoledì.

Rita Pani (APOLIDE)


5.26.2007

 

Il mio prete preferito

Lettera al presidente della Cei, Mons. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova

Sig. Presidente,

Il 12 maggio in piazza S. Giovanni a Roma al raduno organizzato dalla Presidenza della Cei attraverso le aggregazioni laicali cattoliche, è accaduto un fatto grave che come presidente dei Vescovi italiani non può lasciare senza risposta. Silvio Berlusconi, notoriamente divorziato e felicemente convivente, ha dichiarato che i cattolici coerenti non possono stare
a sinistra, asserendo con questo che devono stare a destra, cioè con lui e con il suo liberismo che coincide sempre con i suoi interessi e mai col «bene comune».

Non è questa la sede per stabilire i confini di «destra» e «sinistra». Una sola annotazione: da tutta la letteratura documentale del magistero, da Leone XIII al «Compendio» pubblicato nel 2004 da Giovanni Paolo II, risalta che i programmi della «sinistra», presi nella loro globalità e alla luce della categoria dirimente del «bene comune o generale» sono molto più vicini alla «dottrina sociale della Chiesa» di quelli della «destra», che, al di là delle parole ossequiose e strumentali, sono la negazione di quella dottrina nei suoi principi essenziali (bene comune, democrazia, legalità, stato sociale, ecc.). Alcide De Gasperi, già negli anni ’50, definiva la DC «un partito di centro che guarda a sinistra».

Benedetto XVI ad
Aparecida in Brasile ha detto che la scelta preferenziale dei poveri è costitutiva della Chiesa e ha dichiarato la fine del marxismo (forse intendeva dire del marxismo ideologico e storico come realizzato nel sovietismo) e il fallimento del capitalismo. Silvio Berlusconi è il rappresentante più retrivo del capitalismo speculativo e senza regole, appena condannato dal papa, perché egli adora un solo dio e ha una sola religione: il mercato. A condizione però che il mercato faccia gli interessi dei ricchi, i quali, si sa, sono capaci di sprazzi di «compassione» ed elargiscono elemosine ai poveri, magari davanti alla tv, conquistandosi anche il paradiso e risolvendo il rebus del cammello e della cruna dell’ago. Con le sue tv commerciali, egli guida e gestisce il degrado morale del nostro popolo, imponendo modelli e stili di vita che sono la negazione esplicita e totale di tutti i «valori» cristiani che il raduno del Family Day voleva affermare.

E’ notizia di oggi (14 maggio 2007) che Berlusconi ha comprato la società Endemol, la fabbrica del vacuo, dei grandi fratelli e del voyeurismo amorale e anti-famiglia che fornisce anche la tv di Stato che così viene ad essere, a livello di contenuti, totalmente nelle sue mani. Il conflitto di interessi ora è totale. La sua presenza ad un raduno di cattolici manifestanti a favore della famiglia è strutturalmente incompatibile. Egli non può stare nemmeno nei paraggi del cattolicesimo che di solito ossequia subdolamente e di cui si serve con qualsiasi strumento economico o di potere. Mi fa ottima compagnia P. Bartolomeo Sorge S.J. che ha dimostrato con ampia facoltà di prova sulla scorta del magistero ordinario nei memorabili editoriali di Aggiornamenti Sociali, l’incompatibilità del berlusconismo con la dottrina sociale della Chiesa e ancora di più con i principi esigenti del cristianesimo.

Un altro campione di famiglia cattolica, pontificante al raduno, fu il deputato Pierferdinando Casini. O tempora! O mores! Il 19 ottobre 2005, all’inaugurazione dell’anno accademico nella Università del Papa, la Lateranense, il Gran Cancelliere, Mons. Rino Fisichella, ebbe l’ardire di presentarlo come esempio di persona che «forte della sua esperienza trentennale di vita politica e sostenuto da una forte coscienza cristiana, può offrire a noi tutti un chiaro esempio di come la fede possa ispirare comportamenti politici liberi e coerenti nella ricerca del bene comune». Parole di un vescovo, Gran Cancelliere nell’Università del Papa, ad un cattolico praticante, divorziato e felicemente convivente con prole.

Tutto ciò crea disorientamento, scandalo e sconcerto nei cristiani che faticano ogni giorno a fare conciliare l’esigenza della fede con il peso delle situazioni della vita, a volte insopportabili. Ad un uomo divorziato che, di fronte a queste dichiarazioni, affermava il suo diritto di «fare la comunione», non ho potuto dare torto, perché non potevo contestare l’autorevolezza di un vescovo e Gran Cancelliere del Papa: ho dovuto dirgli che aveva ragione e che sulla coscienza e responsabilità di Mons. Fisichella, del deputato Pierferdinando Casini e di Silvio Berlusconi, divorziati e conviventi, paladini difensori della «famiglia tradizionale», dell’indissolubilità del matrimonio, poteva andare tranquillo. Rilevo di passaggio che sia Casini che Berlusconi, in quanto parlamentari, usufruiscono «già» per i loro conviventi di tutti i benefici che contestano al progetto di legge sui «DICO».

O la Chiesa è coerente fino allo spasimo, fino al martirio, sapendo distinguere i falsi profeti per difendere le pecorelle dal sopruso e dalla sudditanza di avventurieri senza scrupoli, o la Chiesa si riduce ad una lobby che intrallazza interessi materiali con chiunque può garantirglieli. E’ una questione «di verità» per usare un’espressione a lei cara. Sulla stampa (la Repubblica 14-05-2007, p. 9) all’interno di una intervista, mons. Giuseppe Anfossi, responsabile Cei per la famiglia, ha dichiarato che Berlusconi si assume la responsabilità di ciò che ha detto. Non parlava però a nome della Cei che, credo, abbia l’obbligo di fare chiarezza e prendere le distanze da simili individui che non fanno onore né alla chiesa, né alla politica (nella concezione espressa da Paolo VI), né al popolo italiano. Se non vi sarà una chiarificazione ufficiale da parte della presidenza della Cei resterà un «vulnus» che ne appannerà la credibilità.

Sulla stampa sono stati pubblicati i capitoli dell’8 per mille che hanno cofinanziato il raduno del Family Day, suscitando in larghi strati del popolo cattolico una reazione a devolvere altrove la quota della Chiesa, generando ancora una volta una scollatura più grande tra popolo di Dio e Gerarchia che ormai sembrano camminare su sentieri diversi. Mi auguro che lei abbia il coraggio necessario, adeguato alla situazione.

E’ mia intenzione nella giornata di lunedì 21 maggio 2007, rendere pubblica questa lettera di credente ferito che si dissocia dalle parole per nulla cristiane di Silvio Berlusconi e anche dal silenzio pesante della Presidenza della Cei. Nessuna pretesa, solo una testimonianza «nunc pro tunc».

Genova 14 maggio 2007

Paolo Farinella, prete



5.25.2007

 

Antò ffaccaldo!

Continuo a pensare che fosse meglio, più facile, e pure più elegante dire: ministero della sanità. Non ho mai digerito questa cosa “della salute “ che rievoca memorie fasciste.

Comunque si chiami, è un ministero attivo e pieno di iniziative “per il cittadino” ed è forse l'unico ministero che tende ad occuparsi di tutti i cittadini, ggggiovani, semi gggiovani, anziani e vecchi, indistintamente.

Da giungo, il ministero della sanità farà scattare il piano “caldo” per la tutela degli anziani a rischio. È un piano articolato e complesso, che prevede finanche la creazione di un'anagrafe di fragilità, (ma c'è uno pagato apposta per inventare questi nomi o è lo stesso che battezza le operazioni delle forze dell'ordine?) e, in 17 città, è previsto l'allerta in base alle previsioni fino a 72 ore, in collaborazione con la protezione civile, e le reti del volontariato.

Pur essendo un piano meritevole di plauso, almeno rispetto a quello del sirchia che prevedeva la transumanza degli anziani nelle caserme dei vigili del fuoco, o nei supermercati, io continuo volgarmente a chiedermi: “Chi vogliono pigliar per culo?”

Per intenderci: conosco una nonna di 86 anni, invalida al cento per cento che abita in un paesino dell'Abruzzo, che d'inverno doveva fare provviste come fosse tempo di guerra, perché quando nevicava, - oh se nevicava – per settimane stava bloccata, rinchiusa in casa sua, e doveva tenere il riscaldamento acceso ventiquattro ore su ventiquattro, che non è propriamente un'operazione a basso costo. Senza nemmeno un piano del ministero, quando le liberavano la strada dalla neve, riceveva l'opera di solidarietà di alcune brave persone, che senza essere coadiuvate dalla protezione civile, si prodigavano per lei. Insomma, mai sentito parlare di un piano del freddo del ministero della sanità, al massimo sempre e solo dei comuni, in questo senso coadiuvati dai soliti volontari, per cercare di portare al riparo, quanti più barboni possibili, e non rischiare di farli morire assiderati. I vecchi, con 500 euro al mese, vi garantisco che d'inverno in casa hanno freddissimo.

Come dicevo, il ministero della sanità è attivissimo, e sempre pensando al piano “caldo” ha provveduto alla stampa e alla diffusione di un opuscolo per insegnare al cittadino, il corretto modo per abbronzarsi. Questo opuscolo, sarà distribuito gratuitamente nelle farmacie, nelle profumerie, e, udite, udite, anche “nei centri di benessere, quelli dove si va a farsi le docce abbronzanti pre- stagione balneare, che ti fanno venire il cancro, ma ti evitano l'imbarazzo di presentarti bianco in spiaggia, a cuocerti al sole, che ti fa venire il cancro.

E se i fondi stanziati per questo piano fossero stati stanziati per favorire le cure gratuite per i meno abbienti, e l'accesso ai farmaci degli stessi anziani che sovente non possono permetterselo? Troppo semplice, banale, quasi demagogico, come solo il buon senso sa essere.

Sono sarda, mai messa una crema solare, mai ustionata, ed ho anche una bella pelle a dispetto del centro estetico. Forse perché i miei genitori hanno avuto il buon senso di insegnarmi a stare a lungo sotto l'ombrellone, di non lasciarmi in spiaggia oltre le 11 del mattino, e mai prima delle 4 del pomeriggio. E pensare che è una vita che faccio così, anche senza opuscolo ministeriale.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Ancora montezemolo

La legge sul conflitto di interessi non c'è ancora, ma intanto spunta il nuovo messia, colui che si candida a scalzare il vecchio e rappresentare l'ennesima stravecchia novità, di cui il popolo italiano, pare avere un bisogno estremo. Il presidente della Ferrari.

Che montezemolo rappresenti davvero qualcosa di nuovo, è palese; finalmente i cambiamenti saranno evidenti anche a chi, la politica, non la pratica, ma la subisce. Per esempio, con la Ferrari a Palazzo Chigi, l'Italia smetterà di arrancare ma correrà, non si scenderà più in campo, ma si andrà in pista.

Temo che nelle parole del Ferrari ci sia davvero poco di nuovo, non è nuovo nemmeno il tedioso lamento dei lacci stretti della burocrazia, della pressione fiscale, che opprime i poveri capitalisti imprenditori. E quindi che c'è di nuovo se alla richiesta del “dare di più” agli imprenditori che tanto hanno faticato per riportare il paese all'antico fasto, a sinistra ci sono Fassino e Veltroni che “aprono all'ascolto di Confindustria?” Nulla.

Anzi proprio nulla non direi, forse c'è la chiave di lettura del tentativo di affossare definitivamente la sinistra, per esempio con la creazione di questa nuova identità democratica, alla quale si lavora con solerzia.

Purtroppo non ho voglia di cimentarmi ancora nella scrittura di un'altra vana “lettera a Prodi”, avrei chiesto di chiarire meglio il suo commento “Montezemolo si commenta da sé”. Forse Prodi non sapeva che il tradimento del suo elettorato avrebbe portato alla creazione del nuovo (ennesimo) salvatore della patria? E forse Prodi non sapeva che i salvatori della patria, gli uomini giusti, il “neo orgoglio borghese” possono arrivare all'Italia solo da destra?

Rita Pani (APOLIDE)



 

Montezemolo d'argento

Ho letto ora – sono stata via tutto il giorno – il discorso di montezemolo. Ora non so se organizzare uno sciopero per protestare contro il governo che non favorisce le imprese, e che quindi ci proibisce la ricchezza, o se continuare a preoccuparmi del fatto che Asia Argento abbia baciato – e con la lingua – un cane, in una scena del suo ultimo film, impegnatissimo.

E' che leggere di montezemolo che condivide l'azione contro l'evasione fiscale e il contrasto al sommerso, mi fa strano, quasi come se bush partecipasse alla marcia per la pace di Assisi.

Poi devo dire però che si riprende quando, impunito, dice che resistono troppi comunisti al governo. Va bene non ha detto proprio così, ma quasi.

Il regista del film di Asia Argento ha detto che la scena del bacio non era in copione, ha detto che è stata una “creazione” di Asia. L'arte è arte, mica c...

Poi montezemolo ha rilanciato il tema della flessibilità e delle nuove regole per il mercato del lavoro, ricordando quanto avviene negli altri europei dove i meccanismi di accesso al sistema produttivo sono meno rigidi che in Italia, e che la legge Biagi (maroooooniiiiiii) va ampliata e non ridotta.

Art. 1 bis: il dipendente somministrato, a scadenza non rinnovabile, dovrà rivolgersi al suo capo appellandolo Buana, o potrà essere licenziato in tronco senza assicurazione previdenziale, ferie non godute, assistenza sanitaria (come da art.3)

Ho letto i giornali un po' di fretta e sono confusa, sebbene mi piacerebbe chiedere a montezemolo dove picchio ;-) abbia vissuto per tutto questo tempo, mi torna in mente la dichiarazione di tale Stefania Rocca:

«Ero spaventata dalla scena con il rottweiler e Asia che pareva piccola nell'abbraccio con il molosso. Non volevo crederci, ma poi è parso a tutti naturale l'incontro di lingue umane e canine. Il night e noi girls abbiamo dato fondo a cariche di sensualità, ma con divertimento e erotismo allegro»

Sono confusa: da un lato la legge Biagi ( maroooooniiiiiii) che mi ha reso disoccupata, e che ha reso la persona che vive con me, dopo 20 anni di lavoro , un precario....

Dall'altro, il mondo della cultura e dell'arte, che in qualche modo, inizia ad accogliermi e respingermi....

Non posso vivere di lavoro e non riuscirò certo a vivere della mia scrittura...

Che faccio?

Alla prossima presentazione del mio libro mi presento con una Montblanc infilata al culo?

Rita Pani (APOLIDE)


5.23.2007

 

Il soldato del futuro

Sembra essere un problema, la crisi della politica. Ne ha parlato persino D'Alema, paragonando il periodo che viviamo, con quello degli anni novanta. Le opinioni, come al solito sono contrastanti ma tutte tese a ricercare la valida motivazione. Non si finirà a gettare monetine ai politici (c'è il rischio che le raccolgano) ma si consoliderà il “menefreghismo”, e questo pare essere un serio pericolo per la politica.
L'italiano non si indigna più, stufo e rassegnato, ormai incline a cedere al qualunquismo più gretto; è disposto, al massimo, ad incazzarsi quando per l'ennesima volta, qualcuno fa notare che la politica costa troppo, che i fancazzisti pagati dallo stato per faruncazzo, non vengono licenziati. Però non è nemmeno vero che s'incazza. Un po' gli secca che a lui, un posto da fancazzista di stato non lo daranno mai; non ha gli agganci giusti.
Quel che è vero, è il distacco che la politica ha preso dal cittadino, non perché non ci sia la volontà politica dell'ascolto, ma semplicemente perché, da semplice cittadino, non conti un cazzo. Il deprezzamento del valore intrinseco del cittadino, a mio avviso, è colpa del cittadino stesso, che di occasioni ne ha avute mille e se ne è lasciato sfuggire due mila. Dicono che “la piazza” non esista più perché resta inascoltata, io dico che la piazza non esiste più, perché l'abbiamo fatta occupare abusivamente da altri, che con noi c'entravano un cazzo.
Prendiamo la pace, per esempio. La mia bandiera arcobaleno, salvata dallo smog e dalle intemperie sta spalmata su una poltrona della mia stanza, in bella vista. Le guerre, contro le quali protestai, stanno ancora là. Non solo. Noi siamo ancora in guerra, al servizio del beone americano che esige, per esempio, nuove truppe e maggiore impegno in Afghanistan. D'Alema, con la durezza che lo contraddistingue ha precisato che lui risponde solo al Parlamento, mentre Parisi, che forse non sapeva di D'Alema ha risposto che ha provveduto ad inviare mezzi adeguati, già il 18 maggio scorso. Per difendersi, ovviamente, perché noi, in Afghanistan ci siamo per la pace. Lo si evince anche dalle immagini del TG SKY, sempre le stesse e rassicuranti, dei bravi uomini che danno matite e biscotti ai bambini, che se non fossero vissuti in Afghanistan, forse oggi sarebbero già adolescenti; invece magari sono già morti, con la matita in mano, esplosi.
Certo la politica costa molto e ci fa incazzare, ma io mi sono incazzata di più nel leggere del “soldato digitale” o “il soldato teconologico”, presentato agli occhi attenti, anche di scolaresche, (che magari si sarebbero troppo annoiate in un museo).
Mi sono incazzata, e parecchio, perché, per esempio, ho in famiglia un caso di Sindrome di Churg-Strauss, malattia rara e per questo non soggetta (non conveniente) a fondi (rari) per la ricerca.
Mi sono molto incazzata, leggendo: d
ivisa mimetica, elmetto, fucile e binocolo? Roba del passato. Il soldato del futuro sara' dotato di un sistema portatile con visore a infrarossi, telescopio ottico, telemetro laser, bussola digitale e misuratore di azimut e quota; avra' un fucile con sistema di puntamento Icws, che consente la scoperta di bersagli dietro l'angolo; un sistema di puntamento lanciagranate che indica la corretta angolazione di tiro garantendo un'elevata precisione; un software che lo mette in comunicazione con i suoi compagni e comandanti; divisa a tre strati che garantisce isolamento, traspirazione e protezione.
L'unica consolazione, è sapere che per quanto teconologici possano essere, pisceranno sempre alla vecchia maniera.

Rita Pani (APOLIDE)

PS: mi scuso per aver abusato di un linguaggio scurrile, ma a volte il sinonimo proprio non rende.


5.21.2007

 

Non ignoramus

È perseverante Bagnasco, appena si trova dinnanzi ad una platea, proprio non riesce ad esimersi di elargire buoni consigli ai politici italiani. Deve essere vittima di un eccesso di zelo, perché certo non aveva motivo di insistere. Portiamo bene a memoria le ultime miserevoli dichiarazioni di Fassino, che non vede la necessità di porsi un problema delle convivenze, delle unioni di fatto, semmai, dice, basta ritoccare un po' il codice civile.

Così lo zelante porporato, oggi consiglia di non ignorare la farsa del “family day”. E non posso che essere d'accordo. Le cose, infatti, non devono mai essere ignorate, ma tenute sempre nella considerazione che meritano, persino quando sono ignominiose.

Allo stesso modo, quindi pregherei Bagnasco di adoperarsi perché nemmeno venga presa in considerazione la censura di “Anno Zero”, la trasmissione di Santoro che vorrebbe poter mandare in onda l'inchiesta della BBC “Sex Crime and Vatican peraltro già vista da chi, come me, ha un accesso ad Internet. Anzi, se avessi voce in capitolo, pregherei i vertici della chiesa di non ignorare i danni permanenti che loro uomini, hanno perpetrato in migliaia di giovani menti, con l'aggravante di essere in missione per conto di Dio.

In America, in realtà lo stanno già facendo dal momento che la stessa chiesa ha iniziato a vendere il suo patrimonio immobiliare per pagare i giusti risarcimenti alle vittime. Ho il sospetto che questo in Italia non accadrà mai.

Sono comunque contenta, che Bagnasco si sia anche accorto che in Italia ci sono i poveri, anche se in ritardo ha fatto almeno un pezzettino del suo dovere. E mi spiace sempre di non avere voce in capitolo, perché mi piacerebbe chiedere al prelato, di non ignorare la condizione degli inquilini sfrattati dalle case della chiesa. Come Adriano, contadino che ha appena compiuto 70 anni, e che dopo 40 anni di pigioni regolarmente pagate, s'è visto recapitare l'ingiunzione di sfratto.

Così con la moglie malata terminale di cancro, ha dovuto accollarsi un trasloco ed un affitto più oneroso, ha dovuto persino regalare la sua cagnetta di 14 anni, perché nella nuova casa non avrebbe potuto tenerla, e quando è andato alla curia, per ottenere una proroga viste le condizioni in cui versa la moglie, si è sentito dire, che: “avrebbero pregato per lei, ma che non potevano revocare lo sfratto.” Adriano a 70 anni, fa ancora il contadino a giornata.

Credo che Dio non si sarebbe offeso per una preghiera in meno e per un gesto caritatevole in più.

Rita Pani (APOLIDE)


5.20.2007

 

Superbanca

Ho letto solo note positive ed entusiaste sulla creazione della nuova Superbanca italiana. Da qualche parte ho persino letto, che questa è l'Italia che rinasce e che, l'Italia, rinasce solo quando non si pongono limiti al mercato.

Certo, il fatto che Geronzi sia già stato condannato ad un anno e otto mesi per bancarotta semplice, non deve fuorviare l'utente e tanto meno deve far immaginare che qualcosa di storto in Italia, stia finendo di piegarsi. È abbastanza normale, mica Geronzi ha rubato una macchina o rapinato qualcuno! Questo sì, ci avrebbe indotto a dubitare. È semplice bancarotta; bruscolini.

I più cattivi potranno anche tentare di ricordarvi che, Geronzi, è stato rinviato a giudizio per il caso Parmalat, ma vale lo stesso principio: mica è un assassino! Certo un po' di piccoli azionisti hanno perso i loro risparmi, qualcuno è stato proprio “derubato”, ma ormai abbiamo imparato che, chi sua sponte investe dei soldi, giocando in borsa, se perde, non può gridare: “Al ladro!” al massimo potrà lamentarsi della “distrazione”.

E poi lo dice la parola stessa: giocare. Non si dice mica “cosare seriamente in borsa...” e chi gioca, a volte vince a volte perde.

Questa super banca, porterà super privilegi ai suoi super utenti: pensate che non ti faranno nemmeno pagare, se con un bancomat preleverai i soldi tuoi, in uno sportello della super catena bancaria, potrai super prelevare in ogni agenzia, e fare tutte le altre super operazioni bancarie, in ogni super agenzia del territorio.

Da non credere.

Diamo a Cesare Geronzi quel che è di Cesare Geronzi, perché in fondo le sanzioni alle quali è stato sottoposto, per il caso Parmalat, per esempio, le ha scontate tutte e per intero: due mesi di interdizione dura, anzi durissima.

Rita Pani (Super APOLIDE)




5.17.2007

 

Conflitto di interessi

È rassicurante sapere che la legge sul conflitto di interessi si farà. E si farà per bene, dialogando con la destra che ogni giorno di più appare prolifica nell'elargire idee e buoni consigli.

Casini, per esempio, ha intelligentemente fatto notare che è ingiusto che una legge impedisca agli imprenditori di fare politica, fini si dice pronto a discuterne in parlamento. Il solito berlusconi, fulgido esempio di sostenitore della “famiglia”, bacia la mano a mastella, dicendogli che è un galantuomo di sinistra. Cesa m'è parso il più saggio di tutti: “una legge c'è. Rivediamola”

Ma allora, mi chiedo, chi e come sarà interessato dalla legge sul conflitto di interessi? Essendo un provvedimento dello stato, ovviamente dovrà riguardare tutti (proprio tutti) i cittadini italiani, così come fu per altre leggi dello stato, come la ex-cirielli, per esempio, che voi nemmeno immaginate quanto mi faccia sentire garantita.

Ho il sospetto che a breve – ma come dicono al governo: c'è tempo – per esempio, un ciccione non potrà studiare scienze dell'alimentazione; un tifoso di calcio non potrà essere ministro dello sport e una soubrette non potrà diventare presidente della commissione per le telecomunicazioni.

Se fosse così, questa legge, sarebbe davvero liberticida, e porterebbe la gente in piazza a fare girotondi, campane e salti della fune.

Come scrivevo, l'idea di cesa mi pare la migliore di tutte. Una legge sul conflitto di interessi, esiste già, e pare abbiamo scordato quanto dura e punitiva fosse stata la legge frattini, che obbligò l'allora presidente del consiglio a dimettersi dalla carica di presidente del Milan, delegando l'oneroso compito a suo figlio piersilvio.

Le sanzioni della legge frattini, ancora in vigore, sarebbero certamente da ritoccare, in quanto troppo dure per un paese democratico. Pensate che, se si accertasse che, durante il suo mandato, il presidente del consiglio o una carica istituzionale, dovesse in qualche modo favorire l'arricchimento illecito delle sue aziende, questo sarebbe colpito da una sanzione amministrativa di importo pari all'illecito arricchimento. È semplicemente pazzesco. Insomma è come se ad un ladro trovato a rubare, venisse levato solo il bottino.

Se tutto questo non vi sembra una cosa seria, beh, avete ragione; è che inizio ad avere molte difficoltà a comprendere cosa sia e cosa non sia serio, ormai. Ma con un governo come questo, con mastella nel governo, con un programma disatteso, con i patti di coesione firmati in dodici punti, con i buonismi cattocorretti è davvero un impresa, mantenersi lucidi.

Rita Pani (APOLIDE)

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5.16.2007

 

Son tutti uguali

È che l'italiano è fatto così, ha sempre bisogno di una causa da combattere, l'importante è che sia una causa insulsa e poco impegnativa.
Vedere l'italiano che si mobilita per la famiglia non è strano, nemmeno quando il paladino della battaglia per la salvaguardia della famiglia è un divorziato, risposato, affetto da erotomania senile.
È che l'italiano si appassiona, è un tipo solidale. L'italiano è brava gente.
L'italiano è anche un tipo ansioso, che trema quando un imprenditore televisivo si compra la Endemol, ma che non ha paura di non riuscire a fare una legge sul conflitto di interessi che impedisca allo stesso imprenditore di s-governare il paese, ed utilizzare le televisioni come veicolo per la cessazione totale dell'attività neuronale.
Dicono che l'italiano non ha più voglia di fare politica, perché è una cosa sporca, perché tanto sono tutti uguali. Dicono gli italiani che bisogna cambiare, che è ora.
Ma l'italiano è anche pigro, e per cambiare aspetta. Un Messia, un mago, l'uomo nuovo capace di essere un po' Zapatero e un po' andreotti, un po' craxi, un po' Marx e un po' mussolini. Ma all'italiano anche De Mita andrebbe bene. Perché tanto, son tutti uguali. Quindi l'italiano, alla fine, lo troverà l'uomo nuovo e sarà berlusconi, quello della Endemol, del Milan, della televisione,dei giornali, dei libri, dei telefoni, e chissà, magari domani anche quello degli aerei.
Perché come spiegano bene i testi di storia della scuola media italiana “i fascisti erano ben visti perché essendo tutte persone agiate non avevano bisogno della politica per arricchirsi”.
Anche gli italiani sono quasi tutti uguali. Io me lo ricordo ancora quando guardavo scettica Nanni Moretti che faceva i girotondi, quando sembrava che anche lui potesse diventare il Messia.
Così capita che leggendo il blog di Grillo, per esempio, tra i commenti si legga sempre più spesso:
“Beppe, perché non ti candidi?” A me viene da pensare che se è furbo non lo farà; non rischierà di diventare uguale anche lui. Perché l'italiano non ha nemmeno molta memoria.
Resto dell'opinione che soltanto noi, possiamo cambiare il corso delle cose, perché se è vero che loro sono tanti, forse anche troppi, noi siamo sempre di più.
Invece accade che in Sicilia si vada a votare con mezza banconota in tasca e il telefono cellulare dotato di fotocamera, per fotografare la scheda ed intascare l'altra metà della banconota; e il popolo siciliano non invada le piazze, non si dia appuntamento via SMS per ritrovarsi a protestare, ma accetta passivamente la compravendita dei voti, o faccia spallucce... Eppure sempre di famiglia si tratta.
Accade che il padrone di Endemol e di tutte le altre cose di cui sopra, dica che il voto siciliano abbia sancito la fine del governo Prodi, e nessuno si senta offeso da questa illazione offensiva della dignità di un popolo che per votare ha usato solo la coscienza e la matita copiativa, e che ci è andata gratis.
Il problema è che ora berlusconi è diventato anche il padrone di Che tempo che fa, del Grande Fratello, e di un sacco di altri Format che vengono trasmessi in quel che resta della RAI, e che quindi molte persone rischiano il posto di lavoro.
Dal primo di maggio dedicato alle morti bianche, altre ancora se ne sono aggiunte, una ogni giorno, quasi, e questo non sembra avere l'aria di essere un problema.
Stamani alla posta un gruppo di signore, mentre attendevano che il bancomat riprendesse a funzionare, e che le impiegate riaprissero gli sportelli chiusi per far defluire la fila, discutevano di Chanel; chi era a favore e chi era contro. Io non mi sono schierata, non ne ero all'altezza, però ho pensato che se domani un miracolo mi facesse partorire due gemelli, potrei sempre chiamarli Dolce e Gabbana, perché un po' italiana vorrei esserlo pure io.

Rita Pani (APOLIDE)



5.15.2007

 

Dalla periferia della fiera del libro

Partecipare alla fiera del libro di Torino, mi ha fatto meglio comprendere cosa volesse dire il mio editore, nella nota (Gli editori servono?) che ha scritto a mo' di prefazione del mio libro.

Ho letto parecchi articoli sulla ventesima edizione della Fiera, e non ho riconosciuto nulla, se non la marea di gente che scorreva tra stand e corridoi, che faceva la fila ordinatamente alla toilette o alla cassa dei punti di ristoro Autogrill, i veri “vincitori” della Fiera del libro.

Questo perché probabilmente ho vissuto l'esperienza dalla periferia -quasi un ghetto- del Lingotto, riservato ai piccoli editori. Un antro stretto, a margine di un labirinto, dove il curioso di libri arrivava semplicemente per aver perso la via maestra, a volte spaesato, a volte stralunato, a chiedere informazioni di ogni genere: “Scusi sa dove vendono panini?”

Gli eventi di rilevante interesse erano tanti, tutti più o meno curati, quasi sempre difficili da seguire per via del fiume umano che continuava a scorrere tenendo il sacchetto vuoto -regalato come gadget- appeso alla spalla e il panino in mano, che travolgeva chiunque volesse prestare un po' di attenzione.

Ho smesso di chiedermi a cosa servissero gli editori quando ho iniziato a chiedermi chi fossero i lettori, in fila paziente per tenere in mano – e a volte comprare - “se nasci tondo non diventi quadrato” (o viceversa) sottotitolo: “il Ringhio pensiero”, testo filosofico che si unisce a best sellers come il libro di Totti o quello di Del Piero.

Sabato mattina, essendo relatrice, ho avuto l'onore di assistere dal di dentro all'apertura dei cancelli, e per un attimo ho pensato d'essere all'Ikea dell'Anagnina, in un sabato qualunque; uno di quelli dedicati alla famiglia, alla gita fuori porta da trascorrere al centro commerciale, volantino delle offerte alla mano, e almeno quattro matitine – gentile omaggio – in tasca.

Ma sono comunque contenta d'aver partecipato, perché ogni esperienza è un arricchimento di vita; ho conosciuto qualche altro “disgraziato” come me, che ama scrivere solo per aver prima tanto amato i libri e gli scrittori, e soprattutto d'aver toccato con mano la faticosa passione di quegli editori, che dei libri parlano come gioielli, e delle loro librerie come fossero teche preziose.

Dopo Torino so, che non comprerò mai più un libro in un supermercato.

Rita Pani (APOLIDE)



5.10.2007

 

Ci leggiamo Martedì

Col prossimo post vi saluto. Sono in partenza per Torino, dove il 12 presenterò il mio Romanzo Luce, e dopo volerò in Sardegna per stare un paio di giorni in famiglia, evitando come sempre giornali e televisione, fingendo per un solo attimo, di essere finalmente in un mondo migliore e possibile.

Un caro saluto a tutti e a rileggerci Martedì.

Rita


 

Il mondo è fatto a scale

Lo sai come si dice/che il mondo è fatto a scale/che c'è gente che scende/che c'è gente che sale ...
Cantava Claudio Lolli ...
Ci penavo oggi quando ho sentito l'ipotesi della riforma pensionistica “a scalini” che dovrebbe andare a sostituire quella del precedente governo, che invece era “a scaloni”.
Mi gratifica molto la fantasia smisurata del governo, queste rivoluzioni epocali, che segnano sempre il passo del nuovo che avanza.
Però sono nostalgica ed anche pigra e non posso fare a meno di ricordare il cavallo di battaglia che fu di Bertinotti, che evidentemente aveva già da un pezzo capito quale fosse il senso della vita: lui si batteva per la scala mobile.

Il Papa è partito per il Brasile, e mentre saliva la scaletta dell'aereo ha detto: Il Vaticano non fa politica, ma è giusto scomunicare chi fa le leggi sull'aborto. Mi ha ricordato quel tizio che disse: non sono io ad essere razzista, è lui ad essere negro.
Comunque è vero, la vita è sacra e va difesa fin da dentro l'utero. Bisogna farli nascere questi bambini, se non altro per poterli uccidere quando hanno qualche anno, spazzati via da una bomba super intelligente o al fosforo bianco, che nemmeno li fa sanguinare. O sul letto di mamma e papà. Poi se capita che Bush viene in Vaticano, magari gli si stringe anche la mano e lo si riceve con tutti gli onori. Ah! Già! Bush non è nemmeno cattolico, è battista.

Ho letto che i reati in Italia sono diminuiti grazie ai poliziotti di quartiere. Io non ne ho mai visto uno, e pensavo che fosse stata una di quelle operazioni di propaganda inventate da berlusconi, per tenerci su di morale. Oggi ho finalmente capito: io non ne ho mai visto uno perché sono addestrati a mimetizzarsi e non essere visti dai delinquenti. Oppure sono i delinquenti così bravi da vederli e decidere di non delinquere?

A Ragalbuto, un tale ha ucciso un uomo ed è tutt'ora barricato all'interno di un bar, con la ex moglie in ostaggio. Per arrendersi vuole essere intervistato dalla RAI. L'uomo un anno fa, fu protagonista della trasmissione Stranamore, alla quale si rivolse per riconquistare la donna.
E qui mi fermo, perché non credo sia il caso di aggiungere altro.

Rita Pani (APOLIDE)

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5.09.2007

 

Family day

il 12 maggio si terra' a roma il family day in "difesa" della famiglia e contro i dico. potrebbe essere una buona occasione per riprendere un tema completamente censurato dai media: l'incriminazione dell'attuale pontefice in un processo contro preti pedofili in texas.
per questo motivo il blog:

http://perlafamiglia.blogspot.com/

verra' presentato (a sopresa!) proprio durante il family day.
come vedrete contiene un'inchiesta shock della BBC (con sottotitoli in italiano) sui rapporti tra vaticano e pedofilia.
se aggiungete commenti e lo fate circolare, grazie

 

La dieta dell'orgasmo

Non voglio scrivere di politica, sono offesa con Prodi. Io gli scrivo sempre e lui non mi risponde mai, poi gli scrive Piero, e lui risponde subito. Mi sento discriminata. Niente politica quindi, parliamo di scienza. :-)

Donne! Non sapevate cos'è un orgasmo? Ve lo aveva raccontato la vostra amica ed avevate pensato che bastasse mugolare “Oh! Oh!” per essere appagate? Non avevate capito nulla, ma per fortuna da oggi potrete anche voi provare l'ebbrezza dell'orgasmo, seguendo la dieta di “Marrena Lindberg, che, stanca di appartenere a quel 25% di donne per le quali la parola “orgasmo” è appunto una parola e basta, ha trovato la chiave del piacere e ci ha scritto sopra un libro.

So già che non lo comprerò, prima di tutto perché non mi piace il cioccolato fondente, e se ne deve mangiare una tavoletta al giorno, che godi parecchio, ma ti esplodono i brufoli anche a sessant'anni; poi anche perché devi mangiare molto omega, e non saprei come cucinarlo.

Oltre alla dieta, a base di omega e cioccolato, è fondamentale anche la ginnastica pelvica. L'inventrice della panacea per tutti gli orgasmi, se ne sarebbe accorta mentre si stiracchiava dopo un viaggio in auto, e stringi che ti stringo, avrebbe iniziato a ripetere i movimenti pelvici centinaia di volte, fino ad avere la geniale idea di creare un metodo che alla modica cifra di 140 euro al mese, garantirà di esplorare orizzonti mai immaginati.

Ovviamente per fare la ginnastica pelvica, è necessario acquistare l'attrezzo adatto (No! Non quello!) il “GyneFlex” (in italiano, fletti patata) che è, spiega l'articolo, una sorta di molletta da bucato gigante, che immagino debba essere messa da qualche parte, per consentirne la flessione.

La cosa più inquietante del fletti patata (“GyneFlex”) è la tipologia variabile, da “patetica”a “in grado di aprire una bottiglia di birra”. Non è chiaro, l'articolo non lo riporta, se si intenda tappo a vite o tappo a corona. Così, ad occhio, opterei per il tappo a vite... Non riesco nemmeno ad immaginare che possa esistere l'eventualità di stapparci una Heineken.

Fortunatamente, del problema si è occupata anche una personal trainer, che spiega come eseguire la ginnastica pelvica, usando un semplice pallone di gomma; mi pare assai meno dispendioso ed imbarazzante ed invasivo del mollettone.

Questa storia mi ricorda molto l'era ante viagra, quando certi uomini mangiavano chilate di sedano nella speranza del miracolo. Non ritrovavano l'antico splendore, ma andavano di corpo che era una meraviglia.

Rita Pani (APOLIDE)

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5.08.2007

 

Augias, non mi aiuti. Sono razzista anch'io.

Gentile Augias,

ho 42 anni, non lavoro da tre, sono una persona colta, leggo ben più di due quotidiani in un giorno, leggo molti libri, qualcuno lo scrivo, mi interesso di politica, sono comunista, ho insegnato alle mie figlie ad essere semplicemente persone per bene, così come i miei genitori hanno insegnato a me, lotto quotidianamente contro l'avvento del berlusconismo e dell'idiozia indotta dalla televisione, non guardo Ballarò, Matrix, Vespa dove le chiacchiere insulse diventano grida, che nessuno capisce e lo spettatore subisce.

Ma questo è un altro discorso e quindi torno subito a me ed alla mia richiesta di aiuto.
Da una decina d'anni sono diventata una grandissima razzista. Detesto la sottorazza dell'italiano, detesto fortemente l'italiota.

Sono state tante le molle che hanno fatto scattare questo meccanismo, a partire da quella data in cui, essendo dichiaratamente comunista persi il lavoro presso un'ente direttamente collegato ad un ministero del governo berlusconi con questa motivazione: “Se ti faccio un altro contratto trimestrale, poi sono costretto ad assumerti a tempo indeterminato, e se lo faccio...”

Sono diventata razzista a causa del continuo stillicidio di fatti letti, di violenza vista, di sicumera da impunità, di moralità calpestata, di identità violata e violentata, di fatti visti su un tram o su una metro, e io non ci posso andare a spendere 10 euro per mangiarmi un panino a Fontana di Trevi.

La violenza vista negli stadi, fatta di svastiche e croci celtiche, di braccia tese a mo' di fascisti per esultare per un gol, di ragazzini morti allo stadio.

Sicumera da impunità mostrata a torace gonfio, nonostante la pancera da chi forse s'è pure ritoccato la mascella per apparire un po' più padrone del Parlamento italiano; luogo sacro nel quale l'impunito s'è scritto leggi su misura per evitare il carcere e i processi. Ho visto martoriare il già martoriato codice penale, deridere la legalità. Sono diventata razzista nei confronti dell'italiota che pur avendo sempre evaso il fisco, ha continuato a gridare “Vogliamo meno tasse” che meno di così si muore. Sono diventata razzista guardando le bestie che si dichiaravano razziste andare a puttane bambine straniere, o schiavizzare esseri umani extracomunitari per arricchirsi selvaggiamente.

Sono diventata razzista quando gli italioti hanno creato comitati in difesa di madri che avevano ucciso i propri figli, e solo per questo sono diventate star televisive.

Sono diventata razzista quando un branco di ragazzini italiani, figli di italiani ha violentato una bambina di undici anni, o un'altra di quattordici. Sono razzista quando l'italiota figlio di italioti schiaffeggia, deride, umilia un ragazzo debole e lo filma col telefonino, per poterlo esporre su YouTube. Quando il nipote ammazza il nonno, per andare a fare la bella vita a Montecarlo.

Sono razzista anche io quando in tram o su un bus vedo i bianchssimi e italiotissimi figli di italiani, con i pantaloni chiappe fuori di ordinanza, sputare, incidere i sedili con i taglierini, non far sedere anziani o donne incinte (non necessariamente nere o gialle o blu) e soprattutto quando stanno sbracati su due sedili e non si schiodano nemmeno a pagarli; li detesto al punto che d'istinto gliele spezzerei le zampe.

Sono molto razzista verso gli italioti che scrivono una marea di luoghi comuni (passatemi il termine minchiate) a Augias, e potrei diventare anche razzista nei confronti di Augias, che pubblicandole, alimenta questa assurda dilagante idiozia.

Rita Pani (NON PER NULLA APOLIDE)


5.06.2007

 

La matematica della patata

Ormai ne sono sicura. Gli scienziati esistono solo per il mio personale fabbisogno. Mi sono fatta anche l'idea che per essere scienziati, non si debba per forza essere intelligenti, e questo potrebbe essere fattore di speranza per molti aspiranti scienziati.
Avevo lasciato perdere la ricerca che aveva coniato la formula matematica del “panino perfetto”, ritenendola persino troppo idiota per essere citata, ma ora che mi sono trovata davanti alla formula matematica che stabilisce la “la perfezione della pin up”, ho capito finalmente che più si è imbecilli e più si corre il rischio di diventare scienziati.
Una volta bastavano gli occhi, si vedeva passare una bella ragazza e si stabiliva in men che non si dica, la sua perfezione: - Bella figa!-
Oggi questo non basta più. Vista la ragazza, deve essere misurata secondo la formula matematica, studiata a Cambridge dall'equipe del dottor David Grainge capo della Pronostics Ltd, compagnia di diagnosi mediche all’avanguardia
Diagnosi mediche, badate bene.
Dicevo: vista la ragazza misurarla secondo la formula: S=0,4c/Hd (1-FL/FW)2 + Bw2 /BL (T+0,33a + WH)
Non siate pigri! So che era più facile il metodo “Bella figa!” ma nemmeno applicare la formula è difficile; in pratica basta fare un calcolo rapido, anche ad occhio:
BF=Altezza per tette2 + cosce X culo/patata ed otterrete lo stesso risultato.
Intervistato, il dottor Grainge (che giuro, pagherei per poterlo avere a portata d'anfibio almeno per dieci minuti) ha tenuto a precisare che, per quanto riguarda i seni, - non è solo la misura che conta perché è importante anche la forma del seno e gli uomini intervistati hanno mostrato chiaramente di preferite quelli rotondi -
E certamente essere scienziato a Cambridge deve averlo aiutato molto a stabilire che l'umo di norma preferisce un seno grosso e sodo che non uno piccolo e cascante.
È comunque indubbia l'onestà del “luminare della diagnosi medica all'avanguardia, dottor Grainge, il quale dichiara tutti i limiti della sua formula matematica: “quello che non c’è nella formula – spiega Grainger – è forse ancora più importante di quello che c’è, perchè le labbra non compaiono nemmeno, sebbene si sia sempre pensato che fossero importanti per avere un look sexy.
Sono fiduciosa, e sono certa che l'esimio professore correrà al riparo, colmando questa drammatica lacuna, che rischia di minare anni e anni di duro e faticoso lavoro.
Anzi, credo che gli scriverò per stimolarlo in una nuova e più efficace ricerca, stabilire la formula dell'uomo perfetto, che così di primo acchito sintetizzerei in base X altezza + cm. Lunghezza.

Rita Pani (APOLIDE NOBEL)

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MSD

Nel comune dove abito, si voterà il 13 e 14 Maggio,ma io non voterò perché ci abito soltanto, ma non vi sono residente. Questo pomeriggio, mentre stavo in macchina, e attendevo pazientemente che si liberasse l'incrocio per svoltare, è passata una Panda che lasciava capire d'essere stata bianca, quel dì, con sopra due altoparlanti che, sul sottofondo di vecchie canzoni comuniste, annunciava il comizio del prossimo 7 Maggio, nella strada principale.

Per la nostalgia che ho provato, m'era quasi dispiaciuto di non essere residente e non poter andare a votare; sentir cantare di Partigiani, oggi, non è cosa semplice, a meno che non sia il Primo Maggio.

Un signore gentile, si è fermato e mi ha fatto cenno di passare ho ringraziato e sono partita, continuando a pensare alla stranezza di una vecchia auto addobbata, come non se ne vedevano dai tempi in cui la politica ancora esisteva. Anzi, ho pensato che anche quella Panda risalisse all'epoca.

La serata poi è scivolata, e io quella macchina arrugginita me l'ero scordata.

Mi è tornata in mente mentre leggevo del “battesimo” (sic) sulle note di Bella Ciao e l'Internazionale, della Sinistra Democratica, che, spiega Mussi, sarà alleata del Partito Democratico, ma non sarà un partito, bensì un Movimento.

Quindi sarà il Movimento Sinistra Democratica. Quindi sarà l' MSD? Mi chiedevo. Perché i nomi sono importanti, e allora se esci dai DS, per creare l' SD, magari ci si confonde.

Io in effetti, discutendo nella ML NOBERLUSKA, avevo anche proposto un nome alternativo, che mettesse d'accordo tutti quelli che si dichiarano comunisti, ma non hanno il coraggio di esserlo, il PUPC. Partito Un Po' Comunista.

Ora però, riflettevo, se sapessi dove è parcheggiata quella Panda arrugginita andrei a sgonfiarle tutte e quattro le gomme, per impedirle domani, di fregarmi un'altra volta.

Rita Pani (APOLIDE)


PS. Se prima eravate coglioni, oggi siete diventati infermi di mente. Se prima erano meno tasse, oggi è meno immigrati.

Oggi sono morti altri due operai sul lavoro, ma sono morti in ritardo, perché il primo Maggio è passato

Ricorre (in sordina) il settantesimo anniversario della morte di Gramsci, e per fortuna che è morto e non credo possa sapere che ne è stato di noi


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5.05.2007

 

Caro Romano

Caro Romano, come va?

Ti ricordi di me? Una volta ti scrivevo spesso, poi avevo deciso di smettere, ma a volte ho come una ricaduta; è che certe volte mi è così grave l'urgenza che non posso proprio astenermi. Ti ricordi di me? Sono quella comunista...

Tutto è iniziato questa mattina, con la lettura dei giornali; il tuo viso sorridente stava accanto ad un titolo: “E' quasi primavera!” Sarà che pioveva a dirotto, sarà che faceva pure freddo, ma ho pensato che il tuo entusiasmo fosse un po' fuori luogo.

Non è per questo, caro Romano, che ti scrivo, ma per parlarti un po' della legge sul conflitto di interessi. Sono perplessa.

Non riesco proprio a capire se il tuo è un eccesso di buonismo o qualcosa di peggio che si cela dietro al voler sempre apparire così rassicurante. Non riesco a capire il dualismo governativo che ha il coraggio della fermezza – faremo scelte impopolari, ma necessarie – quando si tratta di noi, e la mollezza bonaria quando si tratta di lui; al punto che mi sovviene il sospetto che “il lui”, siate “voi”.

Innanzitutto vorrei chiederti, - in modo retorico dal momento che sono certa del fatto che non mi risponderai – perché mai non sia nemmeno stata presa in considerazione l'idea dell'ineleggibilità per imprenditori che di fatto controllano, col potere economico una grossa fetta del paese.

Eppure ne avevate parlato, quando noi eravamo “coglioni” e voi “la sinistra vendicativa”; ora siccome ho smesso di credere in Babbo Natale in età infantile, non che ci avessi creduto nemmeno all'epoca, ma palesare così la negazione di sé stessi, non penso possa aiutarti a mantenere quel consenso risicato che ti consente ad oggi di governare.

Il motivo scatenante di questo mio scritto però è altro: è quella reiterazione dell'aggettivo “americana” per controbattere alle accuse di berlusconi, secondo cui, una legge sul conflitto di interessi, sarebbe un'azione di killeraggio nei suoi confronti. Sarà che tanto mi ero affezionata a ben altro tipo di reiterazione “resistere-resistere-resistere”, che il tuo “americana-americana-americana” mi ha provocato un fastidio epidermico.

Cosa volevi dire? Che è il massimo a cui si possa aspirare, o che essendo americana, l'idea doveva essere per forza gradita a berlusconi?

E mi chiedevo, se vi piace tanto l'America, perché non ne copiate esattamente tutti gli usi e i costumi?

Perché sennò non vale. Per esempio, perché non fate anche una legge che imponga a gente come Callisto Tanzi di rifondere tutte le persone che ha truffato? In America esiste. Perché non mettete in galera chi affossa le imprese, riducendole all'osso e al fallimento, ed anzi le premiate con buone uscite milionarie? In America esiste. Non si può fare l'America in Italia, perché come uso dire da sempre, loro avevano Elvis Presley a noi è rimasto Little Tony, e non è proprio la stessa cosa.

Già che mi trovo a scriverti, caro Romano, mi piacerebbe anche chiederti della geniale trovata di buttare soldi aumentando quell'orribile farsa del bonus bebè. Ma non sarà mica che anche tu sei caduto vittima dell'odioso sistema pre elettorale, che per esempio a Palermo fa assumere 110 autisti di autobus, rigorosamente privi di patente D? Ma hai presente la situazione degli asili nido in Italia? Hai presente, per esempio, quanto costano un paio di scarpine ortopediche per un bambino? E hai presente quanto in fretta cresca il piede di un bambino?

Caro Romano, eri tu a dire “la serietà al governo”, bene, posso chiederti quando?

Rita Pani (APOLIDE)


5.04.2007

 

Per fatto personale

Per fatto personale.

Appartengo alla casta dei privilegiati di questo nostro bellissimo paese. Da giovani scegliemmo di studiare, io e mia moglie. Brillante laurea in campi innovativi, Informatica la mia, Agraria quella della mia consorte. La scelta di non andarsene, di restare qui, ci ha condotto verso l’insegnamento. Entrambi vincitori di concorso a cattedra con scarsissime esperienze di precariato. Da giovani siamo diventati docenti di ruolo. Guadagniamo circa 1500 Euro al mese ciascuno. Secondo la strana matematica finanziaria che vige in Italia siamo ricchi, anzi molto ricchi. Talmente ricchi che, soffrendo di ipertensione e quindi soggetto a farmaci non differibili, pago ogni sorta di ticket. Talmente ricchi che la nostra figlia maggiore, 21 anni qualche mese fa, laureanda in Matematica all’Università degli Studi di Lecce, non solo non ha beneficiato di alcun aiuto ma ha pagato tutte e per intero le tasse universitarie. E fin qui la prima parte. Mi ha chiesto di pagarle l’ultima rata delle tasse. Può un padre rifiutare questo alla propria figlia? Sicuramente no, considerato anche che a 21 anni finisce il triennio in Matematica con una media altissima.

Ebbene, in questo nostro mondo che favorisce le donne (e mia figlia lo è senza ombra di dubbio), i giovani (e mia figlia lo è senza ombra di dubbio), coloro che scelgono gli studi nelle discipline scientifiche (e la matematica lo è senza ombra di dubbio), pagare le tasse all’Università di Lecce (ultima rata dell’ultimo anno oltre 500 Euro) è una specie di punizione, non perché le paghi ma per come le paghi.

Si può pagare solo dal 25 al 30 aprile ed esclusivamente al Monte dei Paschi di Siena. Ora si consideri che nel 2007 è accaduto che la festa del 25 aprile, anniversario della liberazione, sia capitata di mercoledì. Che il sabato e la domenica le banche sono chiuse. I giorni utili per pagare le tasse sono rimasti: 26, 27 e 30 aprile. Se riuscite a farlo non pagate commissioni altrimenti pagate la mora. Io ci sono riuscito grazie al fatto che nella filiale della Banca concessionaria di Lecce, Piazza Mazzini, una signorina di gradevole aspetto ha avuto l’intelligenza di aprire un box aggiuntivo per sveltire la fila. Ultima cosa geniale, si può pagare solo in contanti. Se non li avete, ma è raro (chi è che oggi non cammina con 600 Euro in tasca …), potete prelevare il denaro con il bancomat e pagare le tasse oppure fatevi un assegno da soli, andate alla cassa, fate telefonare alla vostra banca che garantisce che l’assegno è coperto, grande efficienza non vi pare?

Non c’è che dire, chi ha ideato questa procedura deve assolutamente essere segnalato al Ministro competente e alla pubblica opinione: è l’esempio vivente del perfetto IMBECILLE!!!.

P.S.

Qualche giorno fa una mia ex-allieva venne a trovarmi, è al Politecnico di Torino, molto brava anche lei, Ingegneria Informatica. Le dissi che mi dispiaceva che una testa come la sua fosse emigrata, parlando dell’organizzazione mi disse che, a Torino, ha avuto la borsa di studio subito, se poi dovesse perdere il diritto, per merito o per reddito, restituisce i soldi. Ha fatto bene Valentina, ma a me resta una domanda: Torino e Lecce sono nella stessa Repubblica Italiana?


Pino De Luca


5.03.2007

 

L'Italia non è un paese normale

30 deputati del Parlamento italiano hanno avuto il coraggio di scrivere e firmare un documento, nel quale asseriscono, a chiare lettere, quello che io vado scrivendo da almeno sei anni: “L'Italia non è un paese normale”.

Ce ne avete messo di tempo, eh? Ma non importa, affidandosi al luogo comune, meglio tardi che mai. Anche se, in vero, ormai la stranezza dell'Italia è quasi la normalità.
Ma di tutte le cose strane dell'Italia, a me il Vaticano sembra quella meno strana in assoluto; son papi e cardinali, mica debbono parlar da atei. Certo, mi direte, ma potrebbero anche stare zitti. È che a forza di dover essere buoni per forza, a volte noi sembriamo ancor più buoni di loro; e questo sì che non è normale.
L'altro giorno, per esempio, al telegiornale ho visto qualche immagine dei funerali di quella povera ragazza, ammazzata per nulla, nella metro di Roma. L'unica cosa normale era il dolore dei suoi cari, che immagino non curerà mai, nemmeno quando finalmente si scopriranno a sorridere, per una cosa qualunque.
Quello che mi è parso meno normale, era la sete di sangue e vendetta che sprizzava dai pori di alcuni intervistati, tutti calvi e con giubbotto nero d'ordinanza, che inneggiavano alla pena di morte e alla caccia all'extracomunitario. Oggi leggo che a Fidene sfila forza nuova, e allora mi dico che forse sì, anche quelle facce erano normali.
No che non è un paese normale il nostro.
Se da un lato si chiede la pena di morte e l'espatrio forzato degli extracomunitari (e chi glielo dice, poi, che i rumeni sono cittadini comunitari?) da un altro lato si organizzano fiaccolate per portare solidarietà a chi sta in carcere accusato di un reato atroce e aberrante, quanto l'omicidio volontario, la pedofilia. Ed è normale, perché ormai indagini e processi, si svolgono in TV – persino col verdetto al quale puoi partecipare da casa, via sms o rete fissa. Il tribunale è secondario, un'appendice obsoleta che andrebbe tagliata. E nel caso nutriste ancora dei dubbi su questo, basterebbe leggere l'intervista a taormina, e se vi sorgesse il dubbio del perché egli non sia stato radiato dall'albo, la risposta sarebbe sempre quella: l'Italia non è un paese normale.
E se poi doveste leggere anche della disunione dell'unione per ciò che concerne la legge sul conflitto di interessi, e sul problema dell'ineleggibilità, allora sì che vi sentireste rassicurati, proprio come me. È uno dei pochissimi esempi di normalità democristiana.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Chiedeteci scusa

In fondo è giusto. Con la satira si fa terrorismo, visto che con le bombe facciamo la pace e imponiamo la democrazia. Non fa una piega.

Però non mi va di scherzarci troppo, perché il mondo si sta fottendo ogni giorno di più, e che ci piaccia o no, noi ne facciamo parte.

I sindacati hanno chiesto ad Andrea Rivera di scusarsi con il Vaticano, io chiederei ai sindacati di scusarsi con i lavoratori.

Forse hanno scordato i cinque anni di governo barbaro berlusconiano, e quell'anno in particolare, in cui il concerto di Piazza San Giovanni, subì la censura preventiva, trasmesso in diretta differita di cinque minuti. Forse non hanno scordato e forse stavano meglio allora, che non si poteva dire nulla e loro potevano fare finta d'essere vessati, insieme al popolo. Non si degnarono allora di chiedere a berlusconi di chiedere scusa alla popolazione.

Quelle volte che firmarono i patti sul lavoro con l'allora ministro maroni, il tizio che ha cavalcato Biagi per renderci una massa informe e deforme di schiavi o disoccupati, noi provammo anche a farci chiedere scusa, ma non lo fecero, anzi, si inventarono “lo sciopero generale di 4 ore”, mentre lavoratori e lavoratrici perdevano il lavoro, si accampavano fuori dalle fabbriche (per i più giovani: le fabbriche una volta erano dei posti dove la gente andava a lavorare senza essere cinese)o passavano mesi sopra alle ciminiere.

Una prece anche al giornalismo. Ho visto un'intervista a buttiglione – un caso umano – che si dichiarava totalmente concorde con le parole dell'Osservatore Romano – le parole del terrorismo – e il giornalista non gli ha chiesto, cosa pensasse del fatto che un malavitoso del calibro di Renatino De Pedis, fosse sepolto dentro la basilica di Sant'Apollinare, a Roma.

A proposito di questo, io mi sono sempre fatta un'altra idea, che è solo un'idea, una pura illazione. E se dentro quella cripta, ci fosse sepolta la povera Emanuela Orlandi? Ma si sa, il Vaticano con quella storia non c'entrava nulla, non centrava nemmeno con Marcinkus – il banchiere di Dio – e con Roberto Calvi.

Ma di cosa, dunque ci si dovrebbe scusare? Di avere ancora voglia di riderci addosso?

La memoria è labile, perchè i danni papali di Ratisbona, pare che nessuno li rammenti più.

Rita Pani (APOLIDE)



5.01.2007

 

La festa del concertone

E piano, piano, sento che svanirà anche il primo maggio, che resterà nel calendario segnato in rosso, come il dì del concertone. Un po' perchè i lavoratori stanno svanendo, un po' perché anche i sindacati sono belli che evaporati.

Non ho seguito tutto il concerto alla TV, ho ritenuto fosse deleterio rattrappirmi, per ascoltare le chiacchiere atone, di una che aveva l'aria di non comprendere quello che stava leggendo; ho colto però le battute di Rivera sul Vaticano. Disgraziatamente ho anche letto le critiche subitanee dei sindacati, e di chi non poteva esimersi dall'avere un opinione.

Non ho capito davvero perché se la siano presi: perché si è detta una battuta sul Vaticano o perché, in fondo Renatino De Pedis, capo della banda della Magliana, è anche lui un martire del lavoro, e per questo ha meritato d'essere sepolto nella Basilica di Sant'Apollinare in Roma? Faceva il malavitoso di mestiere ed è morto ammazzato – incerti del mestiere, appunto.

Sì, perché lo slogan di quest'anno era “L'Italia riparte dal lavoro.” Sottotitolo: e dove accidenti va?

Va da sé che se non fosse per Napolitano, che ne ha fatto una sua battaglia personale, i morti sul lavoro sarebbero ancora quello che sono sempre stati: numeri da elaborare in statistica.

Ho letto anche della fase conclusiva del concerto, l'appello della signora Gerini, attrice, contro la pirateria: “Non scaricate i miei film, sennò io come lo pago il mutuo?”

I sindacati ancora non si sono espressi nei confronti di questo insulto verso la marea di precari e disoccupati che sicuramente stavano in mezzo alla folla di Piazza San Giovanni, spero che lo facciano al più presto, anche con una nota sintetica: “ Tacci tua!”

A rovinare la festa – ma neanche tanto – si sono aggiunti i morti odierni di Sorrento e gli operai feriti cadendo da un carrello elevatore, ma siccome da domani l'Italia ripartirà col lavoro... Possiamo stare tranquilli.

Soprattutto dopo che ho letto che, i grandi imprenditori negli ultimi anni hanno dichiarato meno di 10,000 euro di reddito annuo, e quindi circa 800 euro mensili, sono certa che saranno molto ben disposti e solidali con i poveri disgraziati che sfruttano in Italia e all'estero in nome de libero mercato.

Tra pochissimo, finalmente sarà il due Maggio, ci ricorderemo con sdegno l'offesa al Vaticano, reo di non aver permesso il rito religioso per il funerale di Welby, ma di aver sepellito con tutti i crismi pinochet, non aver concesso il rito religioso a Welby, ma di aver dato degnissima sepoltura al capo della banda della Magliana, ma ci scorderemo presto che Napolitano ha chiesto che sia fatta Luce sulla strage di Portella delle Ginestre che risale solo a 60 anni fa.

Rita Pani (APOLIDE)



 

Il sesso cavernicolo (ode alla scienza)

Non posso più vivere senza scienza, soprattutto non posso più stare lontana dagli scienziati. Ho rinunciato ormai che qualcuno di loro si dedichi a curare la mia precoce artrosi cervicale, che mi procura un dolore sopportabile solo con massicce dosi di iniezioni di Voltaren; ma non potrò mai rinunciare al resto della scienza, che mi aiuta a sopravvivere al mal di testa.

C'è un tale, Timothy Taylor, archeologo dell'Università di Bredford, che per l'intera vita si è occupato della sessualità dei nostri antenati, che oggi è pronto a sfatare miti e credenze e darci una nuova lettura della vita sessuale degli abitanti delle caverne.

Ci dovremo abituare presto a cancellare dalla nostra fantasia, l'idea del cavernicolo armato di clava che va alla ricerca della donna con cui accoppiarsi, perché, secondo lo scienziato, il sesso non era destinato semplicemente alla procreazione – come del resto fanno ancora i cattolici dopo 30.000 anni- ma anche al divertimento.

E se noi donne, parlando di un uomo con le amiche, lo abbiamo definito un “troglodita”, dobbiamo ravvederci, perché dopo il ritrovamento di un fallo in pietra, in una caverna tedesca, lo scienziato ha stabilito che, nelle caverne si era usi allo scambio di coppia con utilizzo di “sex toy”.

Purtroppo non ho trovato ragguagli più espliciti della parte della ricerca che tratta il fenomeno del “travestimento”, pratica fantasiosa usata nelle caverne. Dal momento che all'epoca non era frequente l'utilizzo di vestiti, mi chiedevo da cosa, o come si travestissero. Escluderei a priori che le donne potessero travestirsi da cameriere parigine, o da infermiere, o da battone; escluderei anche che l'uomo potesse vestirsi da idraulico, lattaio, camionista o postino.

Non vi sono notizie approfondite nemmeno sul fallo di pietra; sarà stato un fossile o un oggetto marmoreo? E perché la presenza di un fallo di pietra dovrebbe farci pensare allo scambio di coppia.

A prescindere dal fatto che probabilmente all'epoca – dato che non esisteva ancora mastella – non esisteva ancora la coppia, che si scambiavano?

E l'entrata in caverna, era libera o a tessera socio?

È davvero sconvolgente questa ricerca, perché sembra davvero che, nonostante il tempo si trascorso, nulla sia variato. Anzi no. È di qualche giorno fa la notizia della creazione ( e sempre di scienza si tratta) del viagra da inalare. Pare sia più rapido nel suo effetto, e meno dannoso per la salute. Unico effetto collaterale riscontrato è che gli uomini dopo averlo inalato, sembrano tutti Pinocchio.

Rita Pani (APOLIDE)

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