12.31.2006

 

I miei migliori auguri …


Come sempre è la fretta a scandire il ritmo degli ultimi giorni dell’anno, di ogni anno. La frenesia degli auguri speranzosi, l’irresistibile smania che porta a sparare un petardo, perdere due o tre dita in anticipo rispetto alle previsioni dell’ISTAT, impiccare l’orco in Iraq, promettere svolte epocali, giurare che questo sarà l’anno giusto, non importa per cosa.
Si ha fretta di cancellare il passato, fingendo di credere nel futuro, persino nelle stelle o in un governo, come se bastasse ubriacarsi, ballare, sparare in aria e cambiare il calendario appeso al muro perché tutto scompaia e ci lasci nuovamente vergini e candidamente incoscienti.
L’anno che finisce, ogni anno, somiglia al sacchetto della spazzatura che contiene la pulitura del pesce. Non si vede l’ora di gettarlo nel cassonetto. Sentiamo la puzza solo dopo averlo mangiato, scordando persino quanto fosse buono.
Un po’ come è stato per questo 2006, l’abbiamo atteso con la stessa ansia con la quale, si anela l’arrivo del 7. A Gennaio vedevamo già Aprile. E siamo a Dicembre, pronti a ricominciare.
Non mi fido più dell’uomo, quest’anno VOGLIO affidarmi alle stelle, così ho letto il mio oroscopo; pare sarà un anno fantastico per me: l’amore mi ringiovanirà, appassionerà e gratificherà con bomboniere, cicogne o outing. Il lavoro mi darà un posto dirigenziale o se sono precaria mi assumerà a tempo indeterminato. Le mie finanze resteranno pasciute, diminuiranno le spese e sarò molto fortunata.
Le stelle poi dicono che anche la mia salute sarà magnifica: sarò invidiata per la forma smagliante e i miei problemini potranno essere risolti da terapie all’avanguardia e trattamenti di bellezza.
Devo ringraziare ASTRA che ha pubblicato i suoi oroscopi sul Corriere. Grazie di cuore, vi sono immensamente grata.
Guardavo il sacchetto della spazzatura e ci vedevo solo un gruppo di uomini che mettono la corda al collo di un altro uomo. Leggevo le promesse del governo e i dati terrificanti dell’economia italiana spifferati dalla Codacons, e tremavo.
Poi è arrivato l’oroscopo è ho deciso di avere fretta di vedere domani.
Andrò a letto e il 1° Gennaio quando mi sveglierò avrò 20 anni, al mio fianco avrò un ballerino Afrocubano, alto un metro e 90 di 25 anni che mi proietterà in un fantastico mondo di piaceri inconfessabili; mi spiacerà lasciarlo la mattina del due, quando finalmente dopo due anni e otto mesi di disoccupazione finalmente andrò a ricoprire il mio ruolo manageriale, mentre il direttore della mia banca che fino ad oggi avevo cercato di non incontrare s’inchinerà a me, togliendosi il cappello, in un gesto dal sapore tanto servile quanto antico.
Ma soprattutto, grazie Astra per la salute. Basterà un po’ di mascara e qualche tocco di cipria da soffiare anche sulla schiena per far sparire la mia periartite e la lombosciatalgia che diversamente non mi avrebbero concesso di godere a pieno del mio bellissimo ballerino afrocubano.
Auguro a tutti voi, lettori del mio blog, un 2007 così.

Rita Pani (APOLIDE bilancia)


12.29.2006

 

Figli e figliastri

La legge non è uguale per tutti, e come al solito, raschiando ancora tra i luoghi comuni, c’è sempre chi tende a fare figli e figliastri. Non c’è proprio giustizia.
Dopo giorni di appostamenti e martellanti comunicati stampa, dopo ore di attesa riuscimmo a sapere qualche tempo fa, che berlusconi era stato operato a Cleveland, per un operazione che a mia nonna avrebbero fatto in day hospital .
Su Repubblica ed altri quotidiani on line erano presenti le foto del nosocomio turistico a 18 stelle che ospitava l’ex imperatore, addirittura una testata all’avanguardia riportava la “mappa del corpo” dello Scià di Arcore, con indicate le operazioni subite e le strutture estere che l’avevano ospitato; lifting e denti in Svizzera, Menisco ad Anversa, cuore a Cleveland, capelli e blefaroplastica a Timbuctù, prostata a “Sciarm”.
Da Cleveland l’inviato zelante rassicurava tutti dell’avvenuta vivisezione, e non mancava di dirci come il “paziente” fosse accudito da una delle figlie, già americana, studentessa in una prestigiosissima università a pagamento americana.
Finita l’operazione, che in principio erano solo delle analisi già previste in precedenza, le telecamere hanno seguito con commosso trasporto, il rientro dell’aereo del redivivo imperatore, ed il suo suntuoso trasferimento a Macherio via elicottero, dove, non mancarono di dire, l’aspettava la moglie insieme a tutta la sua progènie.
Ovviamente, l’operazione da day hospital, trasformata in un’ennesima resurrezione è stata seguita dalle litanie d’augurio o da macumba, a seconda della prospettiva attesa. Quanti messaggi d’auguri! Quanti incoraggiamenti! Poi la sua commozione.
La legge non è uguale per tutti.
Giuliano amato è stato sottoposto ad angioplastica, uno scarno comunicato dell’ultim’ora lo annunciava ieri sera, nessun inviato e nessun collegamento. Generosamente solo il Corriere on line, oggi, ha pubblicato per erudire i più ignoranti di noi, una scheda dove spiega cos’è un angioplastica, (da non confondersi con un intervento di chirurgia estetica). L’intervento, è stato effettuato con successo nel miserrimo Policlinico di Tor Vergata a Roma, creando lo stupore in tutti coloro che dopo l’odissea berlusconiana avevano creduto che in Italia, un abbiente, avrebbe potuto sottoporsi, al massimo, all’esportazione di un unghia incarnita.
Nulla! Nemmeno per la prostata ipertrofica di Bertinotti, asportata nel più totale silenzio, in una clinica rimasta ignota. Se berlusconi voleva donare il suo menisco alla città di Napoli, speriamo almeno ci facciano sapere se e a chi, Bertinotti, donerà la sua prostata.
L’unica cosa che siamo riusciti a sapere, è che gli interventi di Amato e Bertinotti, erano stati programmati in questi giorni per non alterare i lavori parlamentari in agenda.
A Palermo, invece, una signora è morta d’infarto dopo cinque ore d’attesa in un pronto soccorso. D’altronde è difficile programmare un infarto.

Rita Pani (APOLIDE)


12.28.2006

 

Come se i morti non bastassero mai

Aggiungiamo un cadavere alla catasta di quelli che già stanno in ogni angolo di Iraq, decomposti o freschi, e finalmente la democrazia avrà vinto. Almeno, questo è il messaggio che dovrebbe scaturire dalla data di scadenza, impressa con un marchio a fuoco sulla schiena di Saddam Hussein.
“Da impiccarsi entro la data riportata sulla schiena”.
E’ una democrazia atipica quella esportata in Iraq da popoli “compassionevoli” guidati dai più grandi democratizzaztori al mondo, una democrazia che nonostante la sua “giovinezza” riesce a produrre ricchezza.
Il mercato delle auto, per esempio è fiorente; le vendite aumentano a livelli esponenziali, non importa né la marca né il modello, né il colore né la cilindrata. L’importante è che esplodano.
La democrazia esportata in Iraq, abbatte quotidianamente il numero dei disoccupati, facendoli saltare in aria e disintegrandoli mentre stanno in coda, per essere assunti nelle forze di polizia, che l’Italia ha onorevolmente addestrato, svolgendo così la sua parte di civiltà d’esportazione.
Il governo democratico dell’Iraq è la copia esatta delle migliori democrazie del mondo, che hanno provveduto a collaborare allo stravolgimento della storia e della cultura di quell’antico e fiero popolo. E’ stato davvero ammirevole il comportamento del presidente Talabani, che a me tanto ricorda qualcuno; dichiaratosi contrario alla pensa di morte, ha abilmente evitato di dover essere costretto, da presidente, a porre la sua firma sul decreto che attuerà la pena di morte. Non è perfettamente in stile democratico?
L’Italia è uscita fischiettando e con notevole ritardo dalla abominevole tragedia irachena, ed ora da lontano, democraticamente, si dichiara contraria alla pena di morte, salvando la faccia ma senza impegno. Nessuno ha osato dichiarare con forza che Saddam Hussein non deve essere ammazzato, se non altro per non aggiungere abominio all’abominio. Soltanto Pannella ha iniziato un classico sciopero della fame, che non sortirà a nulla, anzi! Si maligna che ogni tanto Giacinto, abbia bisogno di una dieta.
Il popolo dei pacifisti, arresosi troppo tempo fa guarda ciò che resta dei propri vessilli arcobaleno, a volte con nostalgia, ma senza troppa convinzione. Segno che ormai rivendicare il bisogno/diritto alla pace sia anche un po’ demodé.
L’unica indignazione possibile è un sorriso di sdegno quando i cronisti, contabilizzando i cadaveri quotidiani, ipotizzano il pericolo di una guerra civile.
Se in Iraq non c’è la guerra civile ed incivile allora, vogliono davvero farci credere che ci sia la democrazia, e quindi è necessario ucciderne pure un altro. Come se i morti non bastassero mai.

Rita Pani (APOLIDE)


12.26.2006

 

Addome gonfio?

Per me Natale significa semplicemente ozio, e nonostante la Coldiretti (come se non bastassero l’ISTAT e l’Eurispes) non mi sono nemmeno strafogata. Anzi! Oggi non ho nemmeno mangiato. In compenso ho visto il mio programma preferito in TV. La pubblicità.
Ne sono rimasta affascinata. Mi sono detta: “Minchia! Come cambiano i tempi.”
Ricordate le pubblicità degli anti influenzali di qualche anno fa? Un relitto umano giaceva su un letto e la voce fuori campo diceva: “Naso otturado? Febbre? Mal di gola? Stai al caldo, resta a letto e prendi un …”
Poi è arrivata la legge Biagi, rivisitata da maroni, che ha sancito la schiavitù del lavoratore, impossibilitato ad usufruire della malattia e la pubblicità si è trasformata. Oggi il malato è donna, fa la cassiera al supermercato e se ha un’influenza, non deve preoccuparsi. Assume una dose di mega-stura-stappa-vaporub e torna subito in forma. Per fugare ogni plausibile dubbio sul possibile contagio che la cassiera ammalata avrebbe potuto diffondere, e per tenere a bada il rischio di psicosi da pandemia, il pubblicitario è ricorso allo stratagemma della barriera protettiva arancione.
Mi sono sentita esclusa dal target; l’alone arancione mi ha riportato in mente quello viola, tristemente usato in una campagna anti AIDS.
L’influenza però è come la morte: prima o poi colpisce tutti. Lo so io, lo sapete voi e lo sanno anche i pubblicitari che hanno pensato non solo agli schiavi, ma anche ai manager o i dinamici business men che affollano l’italica imprenditoria, e per loro hanno creato uno spot a doc: “Raffreddore? Vuoi essere subito in forma? Vuoi continuare ad essere attivo? Prendi una compressa di … e sarai subito attivo”. Ovviamente il prodotto “può provocare sonnolenza.”
Sono le più belle quelle a tema medico, per esempio quando si sta a tavola e qualcuno dall’elettrodomestico chiede: “Addome gonfio? Meteorismo? Flatulenza?” Che viene istintivo gridare: “Non sono stata io!”
Personalmente ammetto di avere un debole per la trasformazione, nel tempo pubblicitario, dell’oggetto “assorbente”. Da oggetto misterioso, divenne attrezzo utile al paracadutismo o per le giocatrici di pallavolo, che quasi ti sentivi in colpa se avevi le mestruazioni senza essere sportiva; siamo arrivati ai petali blu per stare sedute comode, alla meraviglia di avere gli agrumi tra le gambe, e finire ai nostri giorni per poter conoscere, finalmente, l’assorbente intelligente, che assorbe “solo dove serve”, cioè qui e qui. Ovviamente, l’assorbente mostrato (anche questo spesso mentre mangi) non appartiene ad una comune mortale, ma o a Puffetta o a qualche nobildonna, perché il sangue è sempre blu.
Fate come me, se vedete la pubblicità di un prodotto, NON compratelo.

Rita Pani (APOLIDE)


12.22.2006

 

Preoccupazioni papali

Ci sono dei momenti nella vita, in cui dopo un sospiro, si afferma: “Mi sento proprio come un Papa!” Di solito a me capita quando me ne sto distesa al sole, con una birra ghiacciata in mano, dopo aver fatto il bagno a Porto Tramatzu.
Se dunque è un breve attimo di “dolce fancazzismo” a farci sentire Papi, mi pare ovvio che il Papa sia colui che non è mai troppo indaffarato, per antonomasia. Questo spiega le esternazioni odierne sul cruccio e sulla “preoccupazione”, che la legiferazione in merito alle coppie di fatto, da al Santo Padre.
Insomma se deve preoccuparsi delle leggi pensate da uno stato straniero, è ovvio che non deve avere molti problemi in casa sua.
Certo, il suo monito è interessante soprattutto quando afferma che “quando vengono create nuove forme giuridiche che relativizzano il matrimonio, la rinuncia al legame definitivo ottiene anche un sigillo giuridico”.
Leggendo questo mi sono sorti due dubbi: il primo è che abbia in qualche modo legittimato i matrimoni effettuati esclusivamente con rito civile, il secondo è che sia ignaro dell’esistenza dello strumento del divorzio, usato persino da chi ha dovuto fare un mutuo per essere “uniti nel sacro vincolo, del fino a che morte non si separi e non divida l’uomo ciò che Dio unisce”; ma dell’ipocrisia ne ho già scritto ieri.
Per questo non potrò nemmeno parlare del Vicariato di Roma che nega i funerali religiosi a Piergiorgio Welby con una motivazione che ha dell’illuminante “è un caso troppo clamoroso”.
E se invece fosse stato un caso silenzioso? Non sarebbero valse le stesse regole, in nome di quell’ipocrisia strisciante che cattolicamente fa legge del “che non si sappia in giro.”
Tornando alle preoccupazioni papali, che riguardavano anche le coppie omosessuali, che per convenienza ha citato con un più elegante “dello stesso sesso”, e la tendenza a non procreare più, ha concluso con questa domanda rivolta ai cittadini europei che, offuscano “con le nubi” il futuro:
“Il problema dell'Europa, che apparentemente quasi non vuol più avere figli, mi è penetrato nell'anima. Per l'estraneo, quest'Europa sembra essere stanca, anzi sembra volersi congedare dalla storia. Ma perchè è così?”.
Mi permetta di spiegarLe Santità: vede i bambini sono esserini strani che hanno la perfida abitudine di avere dei bisogni primari che devono essere soddisfatti; se bastassero le carezze a farli crescere, se bastasse tenerli nelle braccia e coccolarli, se bastasse giocarci a palla o con i Lego per farli diventare uomini, immagino che ogni casa sarebbe così piena come quella dei Monty Python. Il problema, è che i figli dopo fatti crescono e diventano vittime del mondo che gli accoglierà, con le incertezze, con le ipocrisie, con la povertà e le guerre. Capita che un genitore pensi anche al futuro.
Se ci fosse davvero la speranza di donare la vita e non la sopravvivenza, ci sarebbero molti più bambini. Se ci fossero maggiori preoccupazioni verso coloro che giocano a distruggere il mondo, per interessi economici unilaterali, se la chiesa stessa lanciasse più anatemi verso coloro che indegnamente manovrano, riveriti dalla chiesa stessa, il destino del mondo e della vita stessa, sarebbe più facile procreare …
Però anche Lei ha ragione Santità, siamo in Europa, mica in Lesotho, dove a suo dire basta un po’ di fedeltà ed astinenza per debellare l’AIDS. Che coincidenza! La pensa proprio come bush!

Rita Pani (APOLIDE)


12.21.2006

 

Accaniti

Ho visto al TG, volontè (il deputato bistrattato persino dai preti) brandire la torcia per dar fuoco alla pira: “Bisogna arrestare l’assassino” riferendosi al medico che ha assistito, umanamente, un suo paziente.
Mi ha stupito la decisione di un consiglio superiore della sanità che sentenziava come su Welby non si praticasse l’accanimento terapeutico, al punto che da profana avrei potuto chiedermi:
“Vorrà dire che può guarire, che c’è ancora una speranza?”
Welby è morto ed ancora non riposa in pace, perché era assolutamente necessario che le telecamere riprendessero gli addetti della polizia mortuaria col sacchetto bianco in mano, e soprattutto, il solerte cronista doveva raccontarci di quanto esili fossero i suoi resti.
Welby è morto vorremmo credere che sopravivrà la sua lotta di civiltà, ma temo che col Natale prima e col nuovo anno poi, il silenzio cadrà a ricoprire tutto ciò che l’ipocrisia non è in grado di sopportare.
Si darà spazio alla festa, agli oroscopi che come i meteo dovranno prevedere il nostro prossimo futuro, amore, soldi, salute e lavoro.
Non mi stupisce l’alone di ipocrisia che ci circonda e che respiriamo senza quasi mai trovare il coraggio di dissolverlo, non solo con le parole, ma anche con i semplici gesti della vita quotidiana.

Vorrei avere un euro per ogni volta che ho sentito la gente esprimersi sui PACS, senza nemmeno sapere quale sia il vero significato dell’orribile acronimo. Vorrei un euro per ogni volta che ho sentito parlare dell’immoralità di affidare un bimbo ad una coppia di omosessuali. Vorrei solo un centesimo per ogni volta che un italiano ha praticato il turismo sessuale, per andare beatamente a violentare un bambino nei paesi sottosviluppati. Diventerei ricca.
Patto di civile solidarietà. Questo significa PACS. Ma che ci è rimasto di civile in questo stato che perde il tempo a rincorrere la morale dettata da una chiesa che spesso, anch’essa si è resa colpevole dei crimini più spregevoli, a partire da Marcinkus per finire a Don Dessì? (So bene che poi esiste una “Chiesa”ancora lodevole e ne sono dimostrazione Don Farinella, Don Vitaliano o Padre Zanotelli, solo per citarne alcuni, ma non hanno né fronzoli né cappelli bordati d’ermellino)
Ecco perché spesso affermo che si sia perso il concetto di libertà, anche questo se vogliamo grazie alla radicale imposizione dell’ipocrisia. La libertà oggi è nel non pagare le tasse, nel portare in piazza vessilli fascisti inneggiando alle peggio schifezze scordate dalla storia, e poco di più.
La civiltà dovrebbe essere un valore imprescindibile che non dovrebbe mai essere oggetto di legiferazione. Noi non l’abbiamo o semplicemente si è persa. Per questo e solo per questo sono fortemente contraria all’adozione per le coppie omosessuali se non fornite di molta forza nel proprio amore e molta forza nella convinzione di poter insegnare al loro figlio quanto stupido sia questo mondo, diversamente alleverebbero un infelice. Basta guardarsi in giro, i bianchi cristiani dei nostri civili paesetti, al mercato, fanno la fila per guardare i bimbi “colorati” nei passeggini, proprio come fossero scimmiette allo zoo, ma non appena compiono sei anni, e vanno ad occupare una sedia nell’aula del bianchissimo bimbo cristiano, allora il discorso cambia, non sono più così belli, diventano semplicemente “troppi”. Che ne sarebbe di un bimbo figlio di una coppia di omosessuali?
Probabilmente diventerebbe inconsapevole protagonista di un video su YouTube.

Rita Pani (APOLIDE)

 

Lettera aperta a Marco Pannella e Marco Cappato

Caro Marco Pannella e Marco Cappato,
mi rivolgo a voi che siete stati mio tramite per pregarvi di porgere alla famiglia Welby le mie più sentite condoglianze.
Mi auguro che tra non molto non si debbano estendere queste stesse condoglianze per il venir meno di quella battaglia di civiltà che lo sguardo determinato di Piergiorgio ha imposto alle nostre coscienze in favore delle aspettative di tanti medici e di tantissimi pazienti.
Non più tardi di ieri sera il Consiglio Superiore di Sanità, poche ore prima della morte di Piergiorgio, aveva dichiarato che la terapia cui era sottoposto il paziente non era da considerare accanimento terapeutico. Nonostante sia e resti convinto che il consenso informato e l'accanimento terapeutico siano su due piani assolutamente diversi, credo che i medici che hanno fatto quelle considerazioni cliniche debbano rivisitare le proprie conoscenze e le proprie competenze deontologiche, spirituali, direi, prima che cliniche.
Mi rendo disponibile, fin da subito, a continuare ad offrire al dibattito il mio pensiero, la mia sensibilità e la mia competenza perchè non si disperda il patrimonio culturale che in questi giorni è maturato nell'opinione pubblica.
Credo anche che temi di tale complessità, esposti all'effetto devastante di un fuoco semantico scorretto e fuorviante, debbano trovare un momento di traduzione, di decodificazione, direi, per un pubblico inesperto e non specializzato. Fuori da steccati ideologici preconcetti, fuori da dibattiti trasformati in un ring con arbitri di parte.
Da pomeriggio sto lavorando a questa operazione, che mi auguro utile.
Un caro saluto.
Dott. Roberto Santi, MD

12.20.2006

 

1+1=3

Sono andati avanti mesi con il tormentone del “ricontiamoli”, ed ora che hanno ricontato, cosa dicono da destra?
«Solo il comitato di verifica, che si riunirà mercoledì per la prima volta, potrà procedere a una verifica più puntuale. In alcune circoscrizioni si è dovuto in un certo senso operare una "forzatura" per far quadrare i conti. Ma le relazioni circoscrizionali, affidate a un solo parlamentare, non possono rappresentare un riscontro davvero efficace, che solo il lavoro del comitato di verifica può assicurare, operando a livello nazionale».
Mi piace molto la parte dove dicono: “si è dovuto in un certo senso operare una –forzatura- per far quadrare i conti.
Una volta ho fatto la segretaria di seggio, avevo un presidente molto serio, probabilmente è per questo che non riesco ad immaginarlo mentre dice:
“Sono due etti e quaranta grammi per l’Unione, che faccio, li lascio?”
Me la ricordo ancora la procedura, pensate che il mio presidente fu così serio che fu l’unico all’interno della scuola che ci ospitava, a darmi ordine di leggere a voce alta le varie fasi indicate sul manuale di procedura. Non ricordo la regola del “far quadrare i conti”, ma è passato molto tempo da allora, e non escludo che con le grandi innovazioni apportate dal governo berlusconi prima e dal ministro per le riforme con la “legge porcata” poi, ci possa essere stato il codicillo con cui si faceva obbligo ai Presidenti di seggio, di “forzare per far quadrare i conti.”
Probabile anche che sia stato riscritto il manuale di procedura, che rendeva possibile una verbalizzazione di questo tipo:
“360 iscritti, 300 votanti, 280 voti validi, 10 nulli/bianchi, anzi facciamo che sono venti che è tardi”.
E’ un Bel Paese l’Italia, svelto e dinamico, sempre pieno di sorprese; abbiamo votato ad Aprile, ha vinto l’Unione che incrementa il suo distacco sull’avversario a Dicembre, di 177 voti, che però non contano perché sono stati ricontati da un solo parlamentare probabilmente comunista, ma saprà solo di quanto ha vinto a Luglio. Non ci si annoia davvero mai.

Rita Pani (APOLIDE)


12.19.2006

 

Epistola

Ricevo, e volentieri inoltro ...

Sbalordite amiche e amici, sedetevi e sbalordite! Ricevo per posta la seguente richiesta: non so se piangere, se ridere, se disperarmi! La prima reazione a caldo è stata: "in che mani siamo, ragazzi, in che mani siamo. Il card. Siri diceva: meglio trattare con un delinquente parlamentare che un parlamentare cattolico che fa finta di crederci.

Paolo Farinella, prete

Genova.

Camera dei Deputati - Gruppo Parlamentare UDC - Il Presidente -

Egregio Signor Parroco,
Sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se possibile con sollecitudine, una giaculatoria, di quelle che insegnavano le nonne ai nipotini. Io le ho imparate così e così le insegno alle mie figlie.
Purtroppo vedo che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata, và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua 'trasmissione di fede'.
Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei raccogliere in un volumetto semplice che penso utile ed edificante. Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio. Spero di averla
convinta e non averla disturbata,
Suo in Cristo
Luca Volontè

Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono:
Luca Volontà - c/o Gruppo UdC
Via Uffici del Vicario 21
00100 Roma
oppure via mail (ancora più comodo e rapido): VOLONTE_L@CAMERA.IT

Di seguito la mia risposta:

Sig. Luca Volontà - Camera dei Deputati
Roma
e p.c.
ad una marea di amiche e amici che prego di diffondere ciascuno con i propri mezzi via e-mail:

Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe scritto la delirante richiesta, di cui sopra. In quanto cristiano la ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il governo
Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in appoggio a leggi immorali totalmente in contrasto con la dottrina della Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si fregia per convenienza partitica, raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire, in un libro,
non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili, credendo così di millantare un credito che eticamente lei ha perso il giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo gli interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli. D'altronde, anche nel suo partito, lo stesso segretario Follini si è dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi para il sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni. Da cattolico?

Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di fare "finire una ricca e proficua 'trasmissione della fede'"?. Quando ha votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto protezione? A santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca?

La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le "giaculatorie", la impegni più proficuamente a meritarsi il lauto stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le paghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della "trasmissione della fede". Lei è stato eletto non per assemblare giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una
opposizione legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il Paese, specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato.


Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in silenzio e non le sbandieri in piazza perché così fanno anche gli ipocriti e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile. Lei vorrebbe farmi credere che è preoccupato per la "trasmissione della fede"?
Via, sig. deputato! lei crede veramente che io sia così stupido da non capire il suo diabolico piano? Lei ha perso le elezioni e il potere, vuole mantenere i contatti con quel bacino di riferimento cattolico che sono le parrocchie (la maggior parte delle quali sono da lei distanti, tanto per precisare, ovvia!) e accreditarsi come deputato credente e praticante fino al punto da
raccogliere "giaculatorie" e pubblicarle con il suo nome e cognome (Andreotti docet!) e fare così propaganda sistematica per i gonzi che possono cascarci. Vedo anche che lei ha fretta in questa santa fatica editoriale se mi chiede una giaculatoria entro luglio: forse che vanno in scadenza come il tonno e l'insalata?.
Io, invece, Paolo Farinella, prete di Genova, elettore e quindi pro quota parte attiva del popolo sovrano di cui lei è dipendente, considerato che ha scritto con la carta intestata della Camera (quindi gratuita), chiedo a lei che ha l'obbligo morale e giuridico di rispondere:
1. Ritiene lei che la raccolta delle giaculatorie, una per parrocchia di tutta Italia (circa 40.000) sia una priorità essenziale ed esiziale per la sopravvivenza del popolo che lo ha eletto al parlamento? Presenti un disegno di legge, sia discusso in commissione e in Camera e si voti sulla proposta e sulla copertura finanziaria (forse si ridurranno le pensioni minime perché con una giaculatoria al giorno gli anziani riescono a levare il medico di torno?).
2. Se la sua iniziativa è privata perché usa la carta intestata della Camera che le compete solo nell'esercizio della sua funzione di deputato che nulla a che a fare con questa stupida e ignorante iniziativa? Non è questa la morale cattolica? Lei ha studiato una morale ad elastico?
3. Quante copie intende stamparne dell'eventuale libro di giaculatorie? A spese di chi? Per la spedizione eventuale alle parrocchie e/o ad altri chi paga le spese postali? Il francobollo di posta prioritaria che c'è sulla busta della sua missiva chi lo ha pagato? Lei di tasca sua o noi di tasca
nostra per intromissione indebita delle sua mani? Lei ha il pudore ancora di dire che non avete aumentato le tasse e non avete messo le mani in tasca ai cittadini? Cosa sta facendo lei, non sta mettendo le mani nelle mie e altrui tasche?
4. Per preservare la "trasmissione della fede", sarebbe meglio che non usasse i soldi dei cittadini, come esige la morale cattolica per spedire lettere sue personali o per stampare libri di giaculatorie inutili e fuorvianti. Deputato Volontè "giaculi" meno e non sperperi i soldi degli
Italiani e impegni il suo tempo a servizio del popolo. Per la morale cattolica con o senza giaculatorie, se così fosse, si chiama furto e se lei persiste furto aggravato che, secondo san Paolo è sanzionato con l'inferno. Comunque voglio accontentarla e le mando la seguente giaculatoria che mi insegnò mio nonno oltre cinquat'anni fa: "Dai democratici cristiani che si servono della fede per i loro sporchi affari, liberaci, o Signore" che io aggiorno per suo diletto e trastullo fideistico: "Dalla peste, dalla fame, dalla lebbra e dall'Udc liberaci, o Signore, ora e sempre. Amen".
Spero che non si sia più una prossima volta, ma se dovesse esserci, la prego di non firmarsi più "in Cristo, suo..." perché lei non è "mio", essendo la schiavitù abolita da qualche secolo e poi perché è meglio non mischiare il suo partito con l'acqua santa in quanto incompatibili ex radice.
Mi saluti le sue figlie e esprima loro tutta la mia umana solidarietà in caso di una loro autonoma e sperabile rivolta filiale.

Paolo Farinella, prete

 

C'è grossa crisi

Come ho già scritto, i riti da seguire durante il periodo prenatalizio sono innumerevoli ed assai più importanti dell’ultimo: la santificazione della Festa.
Shopping, menù, vacanze, addobbi, cannoni spara neve, meteo, dietologo e tredicesima.
Lo shopping è senz’altro quello che maggiormente direttori perspicaci e cronisti sagaci, tengono sotto un vigile controllo, al punto che persino su Sky il telegiornale dedica un servizio sulla “mappa” degli acquisti, città per città. Fortunatamente da qualche giorno è intervenuto uno sciopero e le notizie dei telegiornali si sono ridotte, quasi, all’essenziale.
Nulla di strano fin qui, come ho detto si tratta di rituali ormai consolidati nel tempo, se non fosse che, quest’anno è cambiata la liturgia. Ricordo che l’anno scorso, sebbene fossimo alla fame esattamente come quest’anno, le interviste dei sagaci cronisti si svolgevano nelle vie del centro, e tutti i “protagonisti” per caso, erano concordi nell’affermare che sì, un po’ di crisi c’era, ma il Natale è il Natale e non ci si fa mancar nulla.
Era l’epoca del berlusconismo, tutti ricchi, tutti capelloni e guai al malcapitato che in lacrime dichiarava la sua povertà. Ora è il primo anno dall’avvento di Prodi, e persino la liturgica farsa dello shopping tardivo e forsennato è cambiata. Le interviste avvengono ai bordi di bancarelle da mercato, in un momento in cui le strade di Venezia sono sgombre al punto di sembrare uno scenario post catastrofe.
All’epoca del berlusconismo non trovavi uno che ricordasse che ormai, la tredicesima è un bonus che appartiene a pochi, mentre quest’anno, guarda caso, gli intervistati sembrano essere solo i precari, che nemmeno sanno cosa sia una tredicesima.
L’anno scorso lo schiavo dello shopping, beccato carico di buste e pacchetti, sorrideva beato pregustando l’avvicinarsi della partenza per la settimana al mare… “A sciarm”, come usano dire quelli che frequentano bene, o alle “Maldive”, per puro spirito umanitario (dobbiamo aiutare quel paese a rimettersi in piedi)
Quest’anno, tutti tristi, chiusi in casa, pane e cipolla per il cenone e cicoria con uva passa per il dì di festa.
L’unica cosa che sembra non essere cambiata è la tristezza della schiavitù di certi giornalisti, costretti a travisare la realtà per compiacere il padrone.

Rita Pani (APOLIDE)


12.18.2006

 

Misteri d'Italia

Non bastava Ustica, ora ci voleva anche il mistero della salute di berlusconi. Pare sia partito, dicono, lasciando ai suoi servitori un ordine preciso: disinformare. E’ in America oppure in Svizzera? Ad Orlando o in Texas? A New York oppure a Fantasylandia?
Mistero!
Non si sa bene nemmeno perché sia partito; bossi (ma non è imputabile) si è lasciato scappare che si tratti di un’operazione. Il segretario particolare, eseguendo gli ordini, ha parlato di analisi da fare, peraltro già precedentemente concordate. Sarà il cuore o le emorroidi? Un extreme makeover o qualcosa di meno serio?
Non lo sapremo mai, come del resto ancora non sappiamo (ma sospettiamo fortemente) chi tirò giù il volo IH870 Itavia ad Ustica. Sono i misteri d’Italia.
Dicono, sembrerebbe, pare che si sia consigliato col suo amico Giorgio Doppiovu per avere indicazioni sui centri super specializzati per la cura del non sappiamo cosa.
Quel che è certo è il rispetto e l’amor patrio che contraddistingue berlusconi, il quale, spinto da questi fondamentali valori nei confronti dei medici italiani ha dichiarato: “Mi vogliono operare solo per il mio cognome”. E dire che prima con Sirchia, poi con storace aveva reso il sistema sanitario italiano, infallibile, moderno e più vicino ai mirabili canoni americani, tentando addirittura di cancellare l’assistenza sanitaria gratuita per passare al modello dell’assicurazione sanitaria obbligatoria. Certo, ora da destra sparano sulla Turco perché vuole cancellare il malcostume italico, che fa sì che il “furbo”, che vuole evitare la fila in sala d’attesa, vada ad intasare il Pronto Soccorso dell’ospedale; ma questo è un altro discorso.
Dati i rapporti di amicizia che legano berlusconi e bush non potremo nemmeno sperare in una “intelligentissima” esternazione di Negroponte, uomo forte dell’intelligence americana, nominato recentemente a capo della CIA.
Dovremo accontentarci delle sue “intelligenti” scoperte sulla salute di Fidel Castro. Ci voleva il duro lavoro della CIA per scoprire che un uomo di 81 anni, operato all’intestino, ancora ricoverato in ospedale, forse, probabilmente, presumibilmente, non sta benissimo.

Rita Pani (APOLIDE)


12.17.2006

 

Finalmente!

Ci sono notizie che rinfrancano e che aiutano a riconciliarsi con la vita. Ogni tanto accade che il buon senso illumini le menti più importanti del paese, dando un po’ di respiro a chi affannosamente rincorre la vita arrancando.
Sono quelle piccole cose che spesso abbiamo desiderato, tornando bambini sotto le stelle di San Lorenzo, o soffiando le candeline di una torta di compleanno e che ora, quasi per magia, accadono.
Quegli accadimenti che ci fanno esultare al grido di: “Finalmente!”
Un esempio concreto è stata la decisione di non permettere più alle modelle sotto i sedici anni di sfilare in passerella, ed ancor più la notizia che, finalmente, sfileranno anche le taglie grandi. Vedere in passerella una “taglia 38/40” sarà una sorta di rivoluzione copernicana, e ci voleva proprio l’intervento di una commissione di saggi per sancire l’inopportuna presenza di bambine, rese precocemente donne da tacchi altissimi e vestiti orripilanti.
"Abbiamo raggiunto un ottimo risultato - ha detto Melandri - ci auguriamo ora che anche altri operatori del settore si possano unire a questa iniziativa che fa parte di un piano più complessivo del governo teso a intervenire sul livello sanitario e educativo nella prevenzione delle malattie legate ai disturbi dell'alimentazione".
Insomma, “un piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità “, in un’epoca in cui i genitori promettono in dono tette nuove o labbra africane, come gratifica per la riuscita negli studi da cantante o ballerina, o un kit dopante per i risultati sportivi raggiunti.
E’ bello sapere che c’è chi si preoccupa per il peso corporeo dei nostri figli, che corrono il rischio di crescere imbecilli data povertà di una scuola che, al massimo insegna ad usare i telefonini per filmare violenze sessuali o pestaggi di ragazzi deboli e sofferenti.
E’ confortante la lotta spietata all’anoressia in un paese in cui, le famiglie, consentono ai loro figli di trascorrere le vacanze natalizie stando attaccati alla televisione per almeno 15 ore in soli tre giorni, come denunciato da Marina D'Amato, ordinario di sociologia presso la facolta' di scienze della formazione di Roma Tre.
Prese di coscienza di questa portata e decisioni epocali di questo genere, compensano gli altri deficit di un governo che lavora tanto e per questo a volte sbaglia. Dovrebbe farsene una ragione anche Di Pietro e smetterla di promettere (in vano) di ribellarsi al sistema, quando si cerca di far passare l’ennesima porcheria salva ladro.

Rita Pani (APOLIDE)


12.14.2006

 

Cambiare decisamente rotta

Datemi una mano per favore, qualcuno abbia la bontà di parlare per noi, io non ce la faccio più. La politica italiana si interroga su tutto, tranne che sulle cose serie. Avete fatto caso? Ogni volta che a sinistra s’ode qualcosa di intelligente, immediatamente arriva la smentita o la rettifica. Fassino dice “Il problema è imprimere una significativa e sensibile cambio di rotta all'azione di governo e all'iniziativa delle forze politiche” e mentre stai per applaudire ecco la mannaia cadere sulle mani con forza devastante e “cambio di rotta”, diventa “cambio di passo”.
Era giusta la prima caro Piero. Noi speravamo proprio in un cambio di rotta quando vi abbiamo affidato il governo, ma abbiamo constatato la vostra continuità con la rotta precedente.
Quello che non avete capito è che noi sapevamo benissimo che berlusconi era il re delle buffonate prima di auto nominarsi imperatore d’Italia, quindi da lui non ci aspettavamo altro che buffonate ed abbiamo votato per il Professore. Il titolo è importante e se un professore mi dice “rifarei la finanziaria esattamente come l’ho fatta, uguale, ma cambierei qualcosa” io, da alunna, mi vedo costretta a cambiar scuola perché è difficile comprendere come uguale sia diverso e soprattutto è difficile comprendere di quale finanziaria stia parlando, dal momento che, per assecondare i ricchi, l’imprenditoria e il Papa, ne sono state scritte almeno sei, però Vannino Chiti aggiunge: "Questo è l'unico vero testo". Eureka! Certo domani scenderanno in piazza a protestare i manager pubblici per i quali è stato fissato a 500 mila euro il tetto allo stipendio che può aumentare fino a 750 mila euro per quelli che raggiungono gli obiettivi prefissati, ma che ci vogliamo fare? E’ la crisi che lo impone.
Fassino non doveva correggersi perché era davvero giusta la prima. Bisogna cambiare rotta in ogni settore dello stato e per farlo c’è davvero bisogno di quella serietà che ci promisero in campagna elettorale. Fermezza, ma con la zeta dura che abbiamo noi in Sardegna non con quel molle sibilo che pronuncia Prodi. Palle e dignità, perché senza queste il governo non ha il diritto di chiedere a noi ulteriori sacrifici. In Italia c’è chi chiede di vivere decorosamente e di morire altrettanto decorosamente, in un paese civile non esisterebbero né gli uni, né gli altri, la vita e la morte sarebbero fattori normali.
Su un giornale ho letto e cito testualmente “eutanasia e coppie di fatto, questi i temi caldi dell’agenda del governo per il nuovo anno”. Temi caldi, proprio come l’Hit Parade degli anni 80. La legge elettorale deve essere approvata in modo bipartisan, proprio come la “porcata” calderoli, la legge sul conflitto di interessi non deve essere ad personam bisogna ragionarci, la bossi-fini ( anche pacciani vanni in materia di violenza sulle donne) non si tocca, la riforma moratti che quotidianamente violenta i nostri figli si modificherà e non verrà abrogata, non si ripristina lo status di lavoratore, con le certezze che la fatica quotidiana costruiva per il domani. Bisogna perdere tempo su cose che nemmeno dovrebbero essere discusse, ma date immediatamente per attuate secondo i canoni di civiltà che competono all’uomo evoluto. Si discute del senso della “famiglia” quando si tratta di due vite che costruiscono insieme, avessero perso tempo ad estromettere dal parlamento i condannati appartenenti a ben altre famiglie, e soprattutto sarebbe bello controllare lo stato di famiglia e la vita dei moralizzatori. Si trasforma la sofferenza di un uomo in una crociata contro l’eutanasia, cavalcando l’ipocrisia di una chiesa che offende se stessa e i propri Santi.
La cosa più tragica è che se pure il governo non cambia rotta non affoga mai, mentre noi andiamo a fondo.

Rita Pani (APOLIDE)


12.12.2006

 

L'uomo nero

Le cronache della strage di Erba, ieri notte, si concludevano con “si ricerca il marocchino che ha usufruito dell’indulto”. Questa mattina il marocchino era diventato tunisino, poi alla radio mentre stavo in auto la stessa notizia si concludeva con “si ricerca il nordafricano”.
Mastella, il guardasigilli garantista manda gli ispettori a Potenza per indagare su possibili irregolarità dell’indagine su vacche e vitelli fotografati di frodo, e in merito alla strage di Erba ha solo una considerazione da fare: “l’indulto è bipartisan”.
La presunzione di innocenza non è un bonus di cui abbiano diritto “gli ultimi”, ce ne rendiamo conto ogni volta che un extracomunitario o un povero disgraziato si trova coinvolto in un fatto di cronaca, o forse non ce ne rendiamo nemmeno conto, perché il problema non ci tange.
Personalmente non so chi sia il colpevole della strage, ma certo ora che appare assai meno certa la colpevolezza del “negro” un po’ di curiosità mi assale: qualcuno si scuserà per aver gridato “al mostro?”
Non credo.
A Roma, per esempio, i commercianti del centro, esasperati dalla presenza dei senegalesi con le loro povere mercanzie da vendere, hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri, per arginare il problema. La motivazione è nel “calo delle vendite” perché è normale che andando a fare acquisti in via Condotti si possa essere tratti in inganno dall’oggetto venduto da un “negretto”, così i Carabinieri sono organizzati in veri e propri appostamenti. I commercianti per poveri con sapienza raccattano in men che non si dica quello che possono e scappano cento metri più avanti per aprire un’altra volta il loro negozio itinerante, fino a quando scatta l’operazione di Polizia e il tutto finisce col fermo ed il sequestro della “preziosa merce”.
I commercianti hanno espresso tutta la loro soddisfazione. Peccato però che gli stessi non si siano accorti dei cassonetti dell’immondizia traboccanti e maleodoranti che fanno da cornice ai loro addobbi e i loro tappeti rossi, contribuendo con i loro cartoni a rendere sempre più impressionante la montagna di rifiuti accanto alle loro ricchissime vetrine.
C’è spazzatura e spazzatura.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Lettera per Piergiorgio Welby



Caro Piergiorgio,

Le invio questa mia lettera tramite l’Associazione Luca Coscioni per offrirle la mia competenza e la mia coscienza di medico.
Lei non è, come dice, soltanto prigioniero del suo corpo. La sua prigione ha pareti e sbarre ben più robuste costruite con l’ipocrisia. Un’ipocrisia che pensa che la via per la soluzione al suo personale problema sia politica o giudiziaria. Non è così, né sarà così a lungo.
Allargare il suo problema alla “Eutanasia” significa disperdere il suo personale bisogno ed il rispetto di un suo sacrosanto diritto in un oceano di disquisizioni etiche rese praticamente inaffrontabile dalla forte presenza ed influenza delle gerarchie ecclesiastiche nel nostro Paese e sulle forze politiche.
Il suo caso è un altro. Si tratta semplicemente di interrompere un atto terapeutico che era già accanimento nel momento stesso in cui fu deciso.
Ognuno di noi è assolutamente libero di rifiutare una terapia medica, un intervento chirurgico. E’ un fatto privato, non pubblico: un patto fondato sulla coscienza, sul rispetto, sulla pietà, sulla umanità, sulla misericordia, sulla generosità, sul diritto individuale all’autodeterminazione ed al consenso.
Mi offro di darle quella assistenza che lei con tenacia chiede, in grado di interrompere la sua sofferenza.
E’ una cosa che noi medici abbiamo fatto e facciamo ogni giorno nel chiuso delle camere di Ospedale e nelle case private dei nostri pazienti e nel chiuso del silenzio e del tormento dei nostri pensieri e di quelli dei parenti. Volontariamente e scientemente. Secondo scienza e coscienza.
A volte lo facciamo per errore. Nel tempo che sto dedicando a questa lettera è successo 3 o 4 volte, secondo le statistiche.

Trova su questa lettera i miei recapiti. Non esiti a contattarmi.

Sestri Levante, 11 dicembre 2006

Dott. Roberto Santi


12.11.2006

 

FERMENTI RIVOLUZIONARI IN AMERICA LATINA E IN ALTRI CONTINENTI


Premetto che non ho nulla da eccepire sulla sostanza dell'articolo di Gennaro Carotenuto (intitolato "Uno spettro s'aggira per l'America: lo spettro del socialismo del secolo XXI"), in particolare sulla tesi relativa al carattere antiimperialista della "rivoluzione bolivariana" (dal nome del celebre eroe nazionale venezuelano, Simon Bolivar), conseguita e rafforzata con successo dal governo di Hugo Chavez in Venezuela, che attualmente rappresenta il principale punto di riferimento di un movimento populista di sinistra che si sta espandendo in tutta l'America Latina, contagiando altre nazioni, quali l'Argentina, il Brasile, la Colombia, la Bolivia, senza dimenticare ovviamente la vecchia Cuba castrista, che avrebbe ancora qualche prezioso ed utile insegnamento storico da impartire alla sinistra europea ed internazionale.
Tuttavia, mi permetto di segnalare altri avvenimenti ed altri processi storici in atto nel continente latino-americano, e non solo in quel continente.
Penso, ad esempio, al recente successo elettorale del fronte politico sandinista in Nicaragua, guidato da Daniele Ortega, che fu già a suo tempo (nel corso degli anni '80) Presidente della Repubblica socialista del Nicaragua, insidiata ed aggredita per anni da una guerriglia di destra filo-americana condotta dai famigerati Contras, veri e propri mercenari, finanziati e caldeggiati militarmente e politicamente dall'amministrazione yankee capeggiata dall'allora presidente ultra-conservatore ed ultra-liberista, l'ex attore di Hollywood Ronald Reagan. A tale proposito è utile ricordare che la strategia controrivoluzionaria in Nicaragua fu diretta da un noto agente della CIA, tal John Negroponte, già ambasciatore statunitense in Honduras e in Messico, nel 2001 nominato dal presidente Bush quale ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite (!) ed attuale ambasciatore U.S.A. in Iraq. Davvero una bella carriera di "intelligence" diplomatico-eversiva al servizio dell'imperialismo nord-americano. Lo stesso John Negroponte venne coinvolto in un noto scandalo degli anni '80, denominato "Irangate" o "Iran-Contras", da cui emerse chiaramente che i fondi occulti che la Casa Bianca utilizzò per finanziare la guerriglia mercenaria dei Contras furono attinti e ricavati dalla vendita di armi ad uno Stato nemico, l'Iran dell'ayatollah Khomeyni, che figura ai primissimi posti nella lista dei cosiddetti "Stati-canaglia" stilata dagli ambienti neocons che ispirano ed influenzano l'attuale amministrazione Bush. Ebbene, partendo dal Nicaragua sandinista e dalla guerriglia dei Contras, passando per l'Iran, giungendo fino all'odierna guerra in Iraq, sembra affiorare e delinearsi una sorta di filo conduttore o di comune denominatore, una trama politico-eversiva e strategico-imperialistica che rinviene in John Negroponte una vera costante, ossia un personaggio ed un protagonista "nero" ricorrente.
Ma torniamo al Nicaragua. A riguardo vorrei sottolineare soprattutto l'originalità e l'unicità dell'esperienza rivoluzionaria sandinista, in quanto ispirata ed animata dalla "fusione" e da una felice contaminazione ideologico-politica tra la cultura marxista e la prassi politica comunista, da un lato e, dall'altro, la "teologia della liberazione", ossia quell'espressione migliore, più avanzata e radicale del dissenso cattolico che, a partire dal 1968, in seguito al Concilio Vaticano II indetto dal pontefice Giovanni XXIII, si diffuse rapidamente in vari paesi dell'America Latina: si pensi, ad esempio, al Brasile, al Perù, all'Honduras, al succitato Nicaragua, ma anche al Salvador, laddove una cruenta e durissima reazione politico-militare dell'imperialismo statunitense arrestò e soffocò in un bagno di sangue l'insurrezione popolare. Così come era accaduto in Cile, l'11 settembre 1973, quando la reazione imperialista statunitense (ordinata dalla CIA, il vero cervello e la vera guida strategico-politica dell'eversione fascista e della destabilizzazione conservatrice a livello internazionale) si scatenò in tutta la sua terribile virulenza ai danni del popolo cileno e del governo socialista presieduto da Salvador Allende, democraticamente eletto, favorendo in tal modo un golpe militare di destra che instaurò la feroce dittatura del generale Augusto Pinochet, deceduto da poco.
Oggi, a dispetto di quanti sostengono da anni la tesi opposta, sembra che quella "miscela" rivoluzionaria basata sull'incontro-confronto tra una versione libertaria dell'ideologia marxista e un movimento cattolico dissidente di contestazione antiliberista ed anticapitalista, non abbia esaurito i suoi effetti e le sue potenzialità emancipatrici e progressiste, visto il clamoroso risultato politico-elettorale conseguito in Nicaragua dai sandinisti.
Spostandoci in Messico, non è affatto superfluo evidenziare e precisare il carattere storico rivoluzionario in sé, sia sul piano particolare e locale, degli avvenimenti di Oaxaca, sia soprattutto per le implicazioni di natura internazionalista che tali vicende possono comportare e produrre nel quadro dei rapporti di forza politico-ideologici ed economico-militari instaurati a livello planetario dall'apparato bellico-industriale che fa capo al neoimperialismo e al neocolonialismo made in U.S.A. & soci: penso soprattutto al fedelissimo alleato britannico, ma penso anche all'emergente "potenza neocolonialista" di matrice italica, dell'asse governativo Berlus-Prodi, che "a sinistra" si sorregge fondamentalmente sulla "stampella" politica dalemiana e su quella bertinottiana.
Tuttavia, mi piacerebbe che si facesse almeno una volta un accenno, anzi più di un accenno, alla situazione politica nepalese, dove il partito comunista di quel Paese, di ispirazione maoista, ha ormai issato la bandiera del comunismo popolare sulla vetta dell'Everest.
Da anni in Nepal (anche nel continente asiatico si agitano profondi fermenti rivoluzionari) è in atto una vera lotta armata popolare, condotta dalle masse contadine, che ha fatto compiere passi da gigante alla società nepalese, costretta per secoli a sottostare ad un sistema economico-produttivo di natura aristocratico-feudale o semi-feudale, e ad un regime politico di tipo dispotico-assolutistico.
Ebbene, in quel paese la rivoluzione comunista maoista sta provocando effetti di liberazione e di affrancamento materiale e politico-sociale di massa, che erano impensabili fino a pochi anni or sono.
L'emancipazione in corso delle classi popolari e rurali nepalesi è, a mio avviso, uno dei processi e degli avvenimenti storici internazionali più rilevanti e significativi degli ultimi tempi, per cui meriterebbero una maggiore attenzione e considerazione da parte dei mass-media occidentali ed internazionali, e in modo particolare da parte dei siti on-line di controinformazione presenti su Internet.
Come mai non si parla affatto della rivoluzione nepalese, tranne rarissime eccezioni, mentre si esaltano fin troppo altre vicende ed esperienze politiche più o meno rivoluzionarie, quali appunto la "rivoluzione bolivariana" guidata dal governo venezuelano di Hugo Rafael Chavez Frias?
Lucio Garofalo

 

E' un classico dei comunisti

Ovviamente questa mattina, silvio berlusconi non sarà indagato dalla magistratura in base all’articolo 656 del codice penale, per “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”. L’ex presidente del consiglio, a mezzo stampa, ha voluto ringraziare tutte le comparse che sono intervenute alla rappresentazione teatrale del 2 Dicembre scorso, e ha voluto riaffermare senza vergogna, d’esser convinto di aver vinto le elezioni, da qui la necessità di ricontare tutti i voti, a distanza di quasi un anno dall’esito elettorale per lui avverso.
Romano Prodi, di contro, non provvederà a querelare le poche decine di persone pagate per inveire contro di lui mentre visitava il Motor Show, all’urlo di “Buffone”. Questa stessa parola, usata con cognizione di causa nei confronti di silvio berlusconi, all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano dove l’ex premier si era recato in visita invitato dai giudici che avrebbero dovuto processarlo per uno dei suoi mille reati prescritti o evitati con leggine su misura, costò a Pietro Ricca un’ammenda di 500 euro, che spero vivamente non abbia mai pagato.
Per gli appassionati di politica e delle cose italiane è interessante la motivazione della contestazione, appresa in diretta televisiva da uno dei partecipanti con i classici occhiali da sole scippati a un non vedente e le sopraciglia da “reality man”, finemente depilate: “Perché Prodi solo tasse è un classico dei comunisti” ma forse più duramente ha smosso le coscienze civili l’altra spiegazione: “Boh! Che ne so? Fischiavano gli altri …” Mi sembrano due validi motivi perché oggi qualcuno possa dichiarare “Gli italiani non vogliono Prodi”, quasi come se qualcuno avesse tirato un cavalletto al Presidente del Consiglio in Piazza Navona.
L’Onorevole Caruso si chiude in un CPT per poterne raccontare tutto lo squallore che noi abbiamo sempre immaginato e combattuto, il governo con solerzia vara da oggi una nuova normativa per l’acquisto e lo scambio degli schiavi: non più interminabili code davanti alle questure, ma più code sparse in vari uffici preposti: poste, patronati, uffici comunali. L’importante è far specificare ai giornalisti, mediante un comunicato che “non si tratta di cancellazione delle quote di immigrazione sancite dalla bossi fini, che resta in vigore”. Per carità! Il dubbio di una volontà di civilizzazione del paese non ci aveva nemmeno sfiorato.
Non ci sfiora minimamente la speranza di tornare a vivere in un paese “normale” nemmeno quando apprendiamo che Enzo Biagi tornerà in televisione, su Rai 3, in seconda serata (vale a dire intorno alle 23, 30) con un programma che racconterà l’Italia e gli italiani, che a suo dire conosciamo poco. Sono molto curiosa di vedere e di sentire, sebbene sia un po’ scettica sul fatto di non conoscere l’Italia e gli italiani. Purtroppo l’Italia è piena di italiani e tutti noi, ogni giorno, in un modo o in un altro ci ritroviamo inevitabilmente ad avere a che fare con qualcuno di loro.

Rita Pani (APOLIDE)


12.09.2006

 

Natale nell'aria

Basta uscire da casa per rendersi conto che ormai l’aria è così densa del Natale, da poterlo quasi toccare. Luci colorate, addobbi, falsi ciccioni vestiti di rosso a bordo di carretti trainati da cavallini, anch’essi addobbati, vanno a sedersi su troni di legno in attesa dei bambini intenti a fingere che sia tutto vero, per non urtare la gioia delle mamme, che saranno felici di rovinare il trucco degli occhi, lasciando andare l’unica lacrima rimasta da destinare all’orgoglio e alla commozione.
Non posso negarlo, è il momento dell’attesa; certo non si attende la nascita di Cristo, quella è roba vecchia, si attende e basta, ognuno il suo. Gli studenti attendono l’inizio delle vacanze, gli avidi i regali costosi, il padrone di casa la tredicesima col quale pagare l’assicurazione o una rata di mutuo, qualcuno semplicemente attende le grandi abbuffate come se per tutto il resto dell’anno avesse vissuto di pane acqua e qualche galletta di riso, per non ingrassare. Io attendo che il telegiornale anche quest’anno mi dica il menù natalizio e concluda la notizia col consiglio del dietologo, per riuscire a riacquistare la linea in poco tempo a partire dal 7 di Gennaio.
E’ Natale, ma c’è chi lo vuole rovinare a tutti i costi, indebolendo quelle poche certezze che l’uomo ha raggiunto in secoli di evoluzione. C’è chi si ostina a discutere e pensare, mentre tutti si è intenti ad assistere e partecipare a quei riti religiosi che si svolgono nei centri commerciali, gremiti di fedeli in cerca dell’offerta “sottocosto” o dell’esortazione a comprare oggi per pagare tra sei mesi.
Infedeli! Fermatevi. Unitevi all’attesa col vostro fratello acquirente. E’ Natale.
Persino il Papa è dovuto intervenire per difendere i simboli “religiosi”, tant’è che quando l’ho letto pensavo fosse sponsorizzato da Toy Center o da Carrefour, invece no, mi sbagliavo, lui ce l’aveva col governo che ha fatto finta di discutere sulle coppie di fatto: "E' Natale, e vogliono sradicare la famiglia" scrive l’Osservatore Romano. Che tragedia eh?
E io che pensavo che Dio fosse Amore, mi insegnarono così, ma ora mi chiedo perché non si siano mai presi la briga di aggiungere che Dio è Amore tra uomo e donna che non hanno mai avuto rapporti sessuali prima di essere uniti in matrimonio e soprattutto, Amore duraturo che non prevede la possibilità di separazione e divorzio. Sarebbe bastato perdere un paio di minuti dell’esistenza dei catechisti per contribuire a salvare il mondo; ma non ci pensiamo, è Natale.
L’aria densa è riuscita ad insinuarsi persino in me, e così ieri ho fatto l’albero. Quant’era felice il piccolo Erminio, man mano che le palle colorate hanno iniziato a pendere e dondolare! Prima uno sguardo felino, attento, e poi svelto con le sue unghiette …

Rita Pani (APOLIDE)


12.07.2006

 

Scaramella chi?

L’altro ieri nel tentativo di trovare un canale televisivo che trasmettesse qualcosa di sensato, sono capitata su RAI 1 mentre parlando dell’Uomo radioattivo, uno scienziato spiegava il fissaggio del polonio nel corpo umano. Fortunatamente non cera il plastico delle viscere del Ragazzo ionico, ma una semplice tabella d’altri tempi da indicare con una classica bacchetta.
C’era anche guzzanti, al quale vespa si rivolgeva con un ossequioso “Senatore”. La mia debolezza epatica non ha consentito che mi soffermassi sulla visione, ma per un momento ho avuto la sensazione che il tempo si fosse fermato, e tutto fosse rimasto esattamente com’era stato per i cinque anni precedenti alla deberlusconizzazione del Paese.
So che è azzardato parlare di deberlusconizzazione, dal momento che sappiamo bene quanto il nostro tentativo democratico di salvare il paese dalla peste sia stato reso quasi innocuo dall’avvento del democristianesimo, ma è un doveroso riconoscimento alle nostre migliori intenzioni.
Il fatto è che, questo fenomeno pestilenziale è peggio della gramigna, la estirpi da una parte e rinasce florida da un’altra, un giorno con il miracolo di Montecatini, un giorno con una kermesse per la liberazione dall’obbligo fiscale, un altro con l’uccisione del vitello grasso e per quanto si possa stare a schiena china intenti a sradicare non se ne vedrà mai la fine e le cose italiane sembrano galoppare all’indietro.
Il segreto della riberlusconizazzione infestante sta racchiusa nella falsa novità dei fatti e degli accadimenti che altro non sono che vecchie immagini sbiadite incapaci di procurare nel cittadino alcun genere di stupore o sgomento. In sintesi si continua ad applicare la vecchia regola: “l’elettore è un bambino di dieci anni e nemmeno tanto intelligente”.
Uno di questi bimbetti cretini mi ha scritto (CIT.:) “ … Ovviamente non hai il coraggio di parlare della vicenda Previti xchè ci fai una figura di merda. Xchè non lo hai scritto che il processo è nullo e che le togherosse hanno perso? … “
A che servirebbe rispondere a questo bimbetto cretino per dirgli che la gramigna ha invaso la sua scatola cranica? Per l’Italiano non conta che il processo sia stato annullato per un cavillo “le tangenti furono pagate a Roma in casa di Previti e al Circolo Canottieri Lazio, per cui il processo doveva tenersi a Roma e non a Milano, quindi verrà rifatto a Perugia ma il reato andrà prescritto nell’Aprile 2007”. La gramigna del berlusconesimo ha fatto sì che il termine “prescrizione” assumesse la valenza di “innocenza”. Ha fatto anche di peggio quando ha consentito ad un senatore condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, continuasse a rivestire il ruolo di Senatore della repubblica, aprendo così la strada per tutti gli altri politici che in seguito sarebbero stati condannati per lo stesso reato.
La vicenda dell’Uomo radioattivo è l’ultimo episodio sintomatico della patologica situazione italiana.
Scaramella chi? Non lo conosce nessuno, non lo conoscono a Napoli all’Università, a San marino, in Colombia, al Sismi e nemmeno a berlusconia. Neppure questa è una novità se ci pensate bene: si è corrotta la finanza all’insaputa del presidente del consiglio, si sono corrotti giudici all’insaputa del presidente del consiglio, si è rapito Abu Omar all’insaputa del governo, il fratello del presidente del consiglio manovrava tangenti a sua insaputa.
Soltanto il morbo pestilenziale che infetta l’Italia poteva far sì che guzzanti si candidasse a gran voce alla presidenza della commissione Mitrokin 2 (la vendetta) senza che un coro ringhioso di gente incazzata lo cacciasse forcone alla mano.

Rita Pani (APOLIDE)


12.05.2006

 

Col Polonio nel sangue ...

Esultate! Finalmente in Italia si prospetta uno scandalo serio, per il quale verranno cooptati luminari della scienza opinionistica tuttologica. “Vallettopoli bis” con un indagato di lusso: lele mora, famoso perché manager dei famosi.
Francamente non se ne poteva più del Polonio e di Scaramella, sembrava di stare davanti ai dati del NASDAQ:
“A quanto sta oggi il Polonio nel sangue di Scaramella?”
“L’ospedale londinese lo da a 1,5; guzzanti a 5 e mezza!”
“Vendi! Vendi!”
Lo so, farei una più bella figura se scrivessi la frase di pragmatica: “umanamente mi dispiace”, ma che ci devo fare? A me, umanamente, non importa proprio nulla, anzi, l’ennesima porcata italiana mi indispettisce un po’. L’ennesimo residuato del berlusconismo,figlio della logica P2, continua a farmi dubitare della reale volontà di cambiamento del governo di centro sinistra, soprattutto dopo le dichiarazioni di Franco (Francesco?) Marini, presidente del Senato, secondo cui, è stato illegale ed inopportuno che venissero pubblicate le intercettazioni telefoniche tra il senatore e il falso professore.
L’Italia post berlusconismo piduistico non è nuova a situazioni del genere, è freschissima nella memoria degli italiani normodotati, la vicenda Telecom Serbia con Igor Marini ed ora la vicenda Scaramella assume connotati ancor più inquietanti: può una commissione parlamentare assumere e pagare con i nostri soldi, un millantatore come consulente col solo intento di creare falsi dossier per “costringere l’allora candidato alla Presidenza del Consiglio Prodi, a difendersi” al fine di screditarlo?
Evidentemente sì dal momento che l’attuale governo ha già dichiarato di non avere intenzione di indagare sulla commissione Mitrokin e guzzanti non pensa nemmeno lontanamente a dimettersi e sparire dalla circolazione, rinchiudendosi volontariamente in un monastero di Frati Trappisti.
Intanto i giorni passano scanditi dal tasso di Polonio nel sangue di Scaramella, e la stampa non riesce a fare a meno di riportare le dichiarazioni del “Consulente”, che variano a seconda dell’andamento del Down Jones:
“Ho le immagini dei politici insieme alle spie russe, anzi no, non ho nulla, ho già dato tutto ai governi interessati… Ho il Polonio a 1000, anzi no, mi sento bene ma non so cosa mi succederà nei prossimi anni…”
Eh! Già! Chissà come farà a vivere non sapendo cosa gli accadrà nei prossimi anni. Deve essere una condizione davvero terribile, questa sì, che non auguro nemmeno al mio peggior nemico.

Rita Pani (APOLIDE)


12.04.2006

 

La tasse di Prodi

Ho voluto approfondire la mia conoscenza sull’evento del due dicembre scorso, soprattutto dopo aver appreso che con un megafono, gli organizzatori della manifestazione per la LIBERTA’, PROIBIVANO ai partecipanti di rispondere alle domande dei giornalisti, con un ordine perentorio:
“Soltanto gli organizzatori sono autorizzati a rispondere alle domande dei giornalisti.”
Era ovvio però, che i figli della TV, aspiranti nani e ballerine, invitati dalla riforma moratti ad avere successo a tutti i costi, non potessero resistere al richiamo della lampada alogena che ti brucia la retina, e ti proietta nel rutilante mondo dello spettacolo, e così qualche trasgressore c’è stato:
“Siamo fascisti da sempre e per questo siamo qui…”
“Perché Prodi ha messo più di 60 nuove tasse …”
In effetti questo era il motivo più gettonato della manifestazione, e poco importa che nessuno, interrogato, sapesse citare almeno una di queste nuove tasse.
Da qui la curiosità che mi ha spinto a cercare il famigerato elenco. Non è stato difficile trovarlo e non posterò il link, per non offendere me stessa ed il mio blog. Se avrete voglia, sarà facile trovarlo su Google. E’ una lettura umoristica impagabile, che potrebbe servire a comprendere meglio l’ideologia di berlusconi, e se disgraziatamente qualcuno dei “protestanti” avesse i neuroni necessari per comprendere e la moralità necessaria per vergognarsi, potrebbe anche essere uno strumento utile.
Mi limiterò a copiare le “nuove tasse” di Prodi che più mi hanno fatto amaramente sorridere, lasciando ad ognuno la libertà di farsi (o confermarsi) un’opinione.

8. Spese mediche. Stretta sulle detrazioni per spese mediche: ai fini della deduzione la spesa sanitaria relativa all’acquisto di medicinali deve essere certificata da fattura o da scontrino fiscale contenente la specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e l’indicazione del codice fiscale del destinatario.
11. Esami clinici da pagare. I cittadini, anche esenti, che non ritirano i risultati di visite o esami diagnostici o di laboratorio sono tenuti al pagamento per intero della prestazione usufruita.
12. Intrattenimento. Si interviene sul regime tributario degli apparecchi da intrattenimento. Si stima, dal 2006 al 2008, un maggior gettito di 48 milioni.
Punire chi gioca!

17. Sigarette più care. Anche per il 2007 si potrà intervenire sull’aliquota di base della tassazione sui tabacchi lavorati con un decreto dell’Amministrazione autonoma monopoli di Stato. Incasso previsto: 100 milioni.
20. Nuovo catasto. Sarà aggiornato il catasto dei terreni. In particolare, potranno emergere sia immobili non censiti dal catasto e che sono stati edificati negli anni, sia la diversa destinazione di immobili (palazzi, ville) ancora accatastati come fabbricati rurali ma oggi adibiti ad abitazioni.
26. Condono marittimo. Previsto il recupero degli indennizzi pregressi degli ultimi 5 anni delle occupazioni a qualunque titolo irregolari e il recupero degli indennizzi pregressi degli ultimi 10 anni a valori di mercato relativi a immobili non regolari costruiti su demanio marittimo.
28. Bollo auto sempre più caro. Regioni e province autonome che sforano il patto di stabilità devono automaticamente applicare la tassa automobilistica con aumento di 5 punti rispetto alle tariffe vigenti.
31. Auto dei disabili. Stretta sulle autovetture dei disabili. I benefici fiscali riconosciuti solo se i mezzi vengono utilizzati esclusivamente o prevalentemente a beneficio dei disabili. Decadenza dalle agevolazioni se l’auto viene rivenduta prima di due anni (la decadenza comporta l’obbligo di versare l’Iva risparmiata, pari al 16%, la detrazione Irpef eventualmente fruita e le tasse automobilistiche non corrisposte).
37. Patente a punti più cara. Chi non denuncia chi guidava l’auto, al momento dell’infrazione, paga una sanzione da 250 a mille euro.
51. Condono lavorativo. Per favorire l’emersione del lavoro irregolare, l’imprenditore può riallineare contributi e retribuzione, versando una somma pari ai due terzi della contribuzione dovuta.
52. Condono lavorativo/2. L’imprenditore che vuole trasformare il co.co.co in dipendente è obbligato a versare un contributo straordinario integrativo di una somma pari alla metà della quota di contribuzione.

60. Sponsor sportivi. Giro di vite sulle sponsorizzazioni degli sportivi. Viene esteso ai contratti pubblicitari l’obbligo delle società di calcio di inviare per via telematica all’Agenzia delle entrate i dati sui compensi percepiti dai calciatori.


Se conoscete qualcuno che è stato a protestare per le tasse di Prodi, ma che non ne conosce nemmeno una … Erudite l’imbecille, riuscirete a predisporvi meglio al Natale che si avvicina.

Rita Pani (APOLIDE)


12.03.2006

 

IL NUOVO “ANTISEMITISMO”


Da tre mesi circa ha preso il via la spedizione militare in Libano, guidata dall’Italia (sic!), promossa al rango di “superpotenza” dalla cosiddetta “comunità internazionale”, un’ambigua definizione di stampo dalemiano (degna del peggior machiavellismo dialettico) dietro cui si annida l’immenso strapotere dell’apparato bellico-industriale neoimperialista che fa capo all’economia ed alla società anglo-americana, a cui siamo asserviti e subalterni anche noi italiani (insieme ad altre nazioni europee) a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Ma quali sono stati i compiti assegnati al contingente militare internazionale inviato nella regione meridionale del Libano, al confine con Israele, ed effettivamente assolti finora?
La missione ufficiale era quella di disarmare e ridurre all’impotenza le milizie di Hezbollah (il “Partito di Dio”) che hanno ben resistito all’aggressione militare di Tel Aviv, condotta soprattutto attraverso i mezzi dell’aviazione israeliana. La resistenza libanese è stata talmente salda, tenace, irriducibile, al punto da costringere il governo di Olmert a ritirarsi dal territorio libanese, per concedere spazio all’intervento della “comunità internazionale”, di cui non sappiamo più nulla in quanto non ci fanno sapere nulla. Ma come si spiega questo silenzio?
In effetti, quello che non era riuscito all’esercito e all’aviazione militare di Israele, dovrebbe essere portato a termine dalle truppe dell’ONU. Si tratta di favorire un vero e proprio lavoro sporco, un’operazione di pulizia etnica, travestita sotto una bandiera riconosciuta a livello mondiale, ovvero sotto una veste “nobile” e “legale”, quale appunto l’egida delle Nazioni Unite.
Sin dall’inizio era chiaro che l’opera del contingente militare internazionale doveva consentire ad Israele di proseguire il massacro terroristico perpetrato ai danni delle popolazioni arabo-palestinesi che vivono confinate nella striscia territoriale di Gaza.
Un eccidio criminale pianificato dal governo Olmert, con la complicità degli USA e il tacito appoggio della “comunità internazionale”. Un massacro intrapreso durante la scorsa estate, mentre si disputavano i campionati mondiali di calcio in Germania, vinti dalla squadra italiana.
Tale evento “sportivo” è servito a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e a narcotizzare il movimento “pacifinta”, troppo impegnato a festeggiare e partecipare all’orgia nazionalistica e trionfalistica per il successo berlinese riscosso dalla nazionale di Lippi.
Infatti, in quei giorni le piazze italiane (ma non solo quelle italiane) si sono riempite di gente urlante, isterica, esultante, stordita ed eccitata dalle vicende “sportive”, mentre altrove, nel vicino Medio Oriente, si consumava un eccidio di massa, che è stato ripreso e prosegue tuttora nell’assoluta indifferenza e nel silenzio assordante e vergognoso dei mass-media occidentali, degli Stati cosiddetti “civili”, delle istituzioni politiche che dirigono la “comunità internazionale”.

Come è già accaduto durante l’estate, anche in questo scorcio di fine autunno si sta realizzando un piano, bene orchestrato da tempo, di vera e propria pulizia etnica, di sterminio contro le sventurate popolazioni arabo-palestinesi che abitano nel territorio di Gaza.
Una strage ignorata ed occultata in piena regola, ad arte, dai mezzi di informazione di massa, interrotta in estate proprio grazie al “provvidenziale” e tempestivo intervento di Hezbollah, le milizie sciite libanesi, gli unici a soccorrere concretamente i palestinesi, distraendo l’esercito israeliano dalla sua atroce e spietata opera di genocidio.
Vi ricordate? L’occupazione del Libano ordinata dal governo Olmert ebbe inizio dopo il rapimento di due soldati israeliani ad opera delle milizie di Hezbollah. Ciò bastò a giustificare l’aggressione militare contro uno Stato libero e sovrano, il Libano, e fu sufficiente per schierarsi dalla parte di Israele, dimenticando i feroci crimini di guerra e i sanguinosi atti di terrorismo commessi contro i Palestinesi. Un metro di giudizio davvero assurdo e sproporzionato, quello di chi ha posto sullo stesso piano vittime e carnefici, giustificando persino l’invasione del Libano in virtù del sequestro di due militari. E’ come se gli USA avessero deciso di bombardare ed occupare militarmente la Sicilia o la Sardegna, quando la mafia o l’anonima sequestri sarda hanno rapito semplici cittadini o militari statunitensi!
Chiunque abbia difeso e difenda tuttora Israele, persino in alcuni settori della sinistra governativa italiana, si arrampica sugli specchi per avallare le assurde “ragioni” di uno Stato che si è confermato criminale e terrorista. Ma è assolutamente impensabile e paradossale, oltre che immorale, appoggiare una posizione ed una linea strategico-politica priva di qualunque fondamento logico-razionale, per cui rischia di ritorcersi contro chi la sostiene.
Penso, ad esempio, a quanti si dichiaravano e si dichiarano favorevoli al disarmo unilaterale di Hezbollah, auspicando l’immediata applicazione di una risoluzione dell’ONU, ma nel contempo si oppongono al ritiro e al disarmo delle truppe israeliane, che invece hanno violato ripetutamente non una ma molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite.
Mi chiedo, infatti, quante sono state le risoluzioni dell’ONU che non hanno mai ottenuto il rispetto e l’attuazione da parte del governo di Tel Aviv e dei suoi alleati storici, ma al contrario sono state tradite e calpestate? La risposta è semplice: tante, troppe!
Tuttavia, per appagare la mia curiosità ho fatto una rapida ricerca ed ho scoperto che in base ad un elenco più “ristrettivo” le risoluzioni ONU violate da Israele sarebbero 32, mentre secondo altri osservatori ed esperti di politica internazionale sarebbero più di 80! L’ultima, in ordine di tempo, è la risoluzione 1544 del 19 maggio 2004, che chiede ad Israele l’immediata cessazione delle violenze commesse nella striscia di Gaza.
A parte tale risoluzione, disattesa come le precedenti, nessuno che davvero conti all’interno della suddetta “comunità civile” ha osato condannare gli atti criminali di vero e proprio terrorismo di Stato, commessi da Israele contro popolazioni inermi (lasciamo perdere le milizie di Hezbollah, stanziate in Libano) quali quelle presenti nella striscia di Gaza.
Nessuno, nemmeno l’attuale pontefice, ha assunto una posizione di netta esecrazione morale e politica nei riguardi della spregiudicata ed aggressiva politica israeliana che si è spinta sino all’invasione e all’aggressione militare contro un altro popolo ed un altro Stato, assolutamente liberi e sovrani: il popolo e lo Stato del Libano.
Rammento inoltre la totale impotenza ed assenza nelle piazze italiane (e non solo italiane) del movimento pacifista, del “movimento dei movimenti” che invece si mescolava e si aggregava alle moltitudini festanti e deliranti che celebravano l’apoteosi degli “eroi azzurri” di Berlino.
A beneficio e ad onore della verità, occorre precisare che in tanti, in Italia e nel mondo occidentale, non si sono esposti temendo di essere tacciati di “antisemitismo”.
A questo punto mi chiedo: ma i Palestinesi, come tutte le popolazioni di stirpe araba, non sono anch’essi di origine “semitica” come lo sono gli Ebrei?
Infatti, secondo il racconto biblico il genere umano si suddividerebbe in tre grandi “razze” o macrogruppi etnici, discendenti dai figli di Noè: Sem, da cui deriverebbero i popoli “semiti”, ossia gli Ebrei e gli Arabi; Cam, da cui discenderebbero i popoli “camiti”, vale a dire gli Egiziani ed altri popoli africani; infine Ar, da cui trarrebbero origine tutti i popoli di stirpe “ariana”, detti anche “indoeuropei”, quali gli Europei (incluse le popolazioni italiche) e via discorrendo.

Quanto finora spiegato, sarebbe accreditato dall’antica tradizione biblica.
Da questo punto di vista, quello che da sempre identifichiamo e riconosciamo come “antisemitismo”, ossia il razzismo e la persecuzione contro gli Ebrei, dovrebbe ricevere un’estensione semantico-concettuale, oltre che storico-politica, nella misura in cui dovrebbe includere anche gli atteggiamenti di ostilità e la politica terroristica condotta da Israele, con l’appoggio anglo-americano, ai danni di un altro popolo di “razza semitica”: i Palestinesi.
I principali responsabili di questa nuova versione dell’antisemitismo, sono il governo israeliano e il sionismo internazionale, nonché i suoi tradizionali alleati, gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna, ed ora anche il governo italiano retto sull’asse Prodi-D’Alema-Bertinotti.
In conclusione, io credo che il nuovo, vero “antisemitismo” nell’epoca odierna, consista e si traduca nella politica di sterminio, di pulizia etnica e di persecuzione razziale, condotta dal governo di Israele e dall’intero establishment sionista internazionale che fa capo alle ricchissime banche ed alle potentissime lobbies ebraiche statunitensi, e non solo statunitensi, in quanto sono sparse un po’ ovunque nel mondo, nonché al famigerato Mossad (gli efficientissimi servizi segreti israeliani), ai danni di un altro popolo di origine “semitica” presente sul nostro pianeta: gli Arabi, e nella fattispecie particolare i Palestinesi.

Lucio Garofalo


 

La libertà

E’ bello, soprattutto entusiasmante, vedere le persone che lottano per la libertà.
La libertà è un concetto importante, ma sembra che in pochi abbiano capito quanto siamo andati vicini a perderla.
Per questo oggi, nonostante tutto, possiamo ancora assistere ad ignobili spettacoli, come quello teletrasmesso, senza veto del Regime come invece accadeva fino ad Aprile scorso, quando a protestare era la sinistra, in diretta TV.
Vedere gente che chiede libertà tendendo il braccio in un saluto romano, è come assistere ad uno stupro facendo bene attenzione, come italianità vuole, a girare il capo dall’altra parte.
Ma che importa? E’ la libertà e soprattutto è il cristianesimo della democrazia senza palle, molto più attenta a non rischiare di apparire vendicativa che intenta a ridarci quella parvenza di giustizia e diritti.
Meno tasse e meno omosessuali, persino “sfruttamento di manodopera extracomunitaria” come da foto, che spero sia stata pagata il giusto per tanta umiliazione, ed ovviamente col solo e preciso intento di ottenere più libertà.
Povera libertà, privata anch’essa del suo alto valore.
Libertà d’evadere il fisco, libertà di corrompere, libertà di censura, libertà di spiare, libertà di calunniare, libertà dell’interesse privato, libertà di ghetto per i froci e per i negri.
Una gita a Roma con pranzo al sacco vale davvero la mortificazione del proprio ego e la cessione della propria dignità? Sarà una domanda da rivolgere ai partecipanti di ieri, in un imminente domani, tenendo presente fin d’ora che in pochissimi ammetteranno d’esserci stati. Come quando si chiedeva all’amico o al parente per chi avesse votato.
Libertà di rigettare la responsabilità.
Una volta l’imbonitore di Arcore prometteva sviluppo e ricchezza, ha ucciso l’industria e ha dato le finanziarie del compri oggi e paghi tra tre mesi, ha promesso lavoro e ha dato la schiavitù, ha promesso giustizia ed ha continuato nei suoi mal- affari. Fu questo che portò la gente alle urne, ma tutto ormai è scordato, perché l’aspirapolvere che ha venduto non funzionava, ma ora ha da elargire un sogno più grande, l’immortalità, i capelli e soprattutto ZERO tasse.
L’Italia meritava altri dieci anni di governo berlusconi, perché la maggioranza degli italiani di oggi, la libertà l’ha avuta in eredità e non ha dovuto faticare per guadagnarsela, quindi può permettersi il lusso di oltraggiarla; perché io sono vendicativa sul modello cinese, e sarei stata volentieri in attesa che gli italiani s’impiccassero tra di loro.

Rita Pani (APOLIDE)


12.02.2006

 

Contro il regime, per la libertà.


L’Italia è un paese guidato dal KGB, dove i comunisti hanno assunto il potere, distribuendolo ad altri comunisti che sono stati piazzati a ricoprire le più alte cariche istituzionali. Dalla Presidenza della Repubblica al Senato, dalla Camera al CSM.

Tutti comunisti.

E’ sotto gli occhi di tutti, la suprema corte che annulla la sentenza previti, la finanziaria che cancella ogni tentativo di togliere i soldi a chi ce li ha, il boicottaggio di quei minimi tentativi di civilizzazione, come per esempio la legge sulle droghe, giornalisti seri indagati per “turbamento”.

La mancata approvazione della riforma della legge sul conflitto di interessi, che di fatto autorizza il malavitoso di Arcore a proseguire il suo malaffare, la mancata modifica della legge elettorale che di fatto garantisce al malavitoso di Arcore d’essere nuovamente messo a capo di un governo, sono chiari esempi di Regime conclamato contro il quale è sacrosanto combattere manifestando per la libertà di esserci anche quando non vuoi partecipare, come l’UDC, di essere libero di essere un giornalista essendo obbligato ad indossare un braccialetto di riconoscimento dove l’obsoleto termine “stampa” viene sostituito dallo slogan della manifestazione farsa.

Qualche anno fa ci dissero che era giunta l’era della “globalizzazione” e ce ne saremo dovuti fare una ragione, oggi viviamo l’epoca della fiction e come all’ora non ci resta nulla da fare, se non cambiare canale per smettere di patire l’insulto alla nostra intelligenza e alla nostra dignità.

Qualche tempo fa Prodi disse che l’Italia era impazzita, oggi io dico che aveva perfettamente ragione, non solo, l’Italia è un paese strafatto di litio, ammorbato, inebetito, incapace di intendere e volere.

Quando passa l’infermiere per darmi la dose quotidiana di ammorbidente per il cervello, io fingo di assumerla e la sputo, per questo ancora mantengo la giusta lucidità.

E’ tutta una fiction, persino il cambio di governo che non ha ridato dignità alla sinistra. Per comprenderlo basta chiedersi che fine abbiano fatto i sindacati, e che senso abbia lo sciopero del 7 dicembre prossimo nella scuola. SCIOPERO GENERALE di un’ora; la prima o l’ultima a discrezione del plesso scolastico, divenuto “istituto del successo formativo” in seguito alla riforma moratti, che ovviamente questo Regime, non ha osato minimamente stravolgere o cancellare.

Montanelli disse che berslusconi sarebbe stato un vaccino per il popolo italiano, io dico che ha funzionato solo in parte; si è pensato d’esser guariti troppo presto e come spesso accade, siamo a rischio di ricaduta.

Rita Pani (APOLIDE)


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