9.30.2009

 

Io non sono razzista, sei tu un sottosviluppato berlusconiano

Un tempo si usavano i camion, oggi si usano gli autobus con le sbarre ai finestrini. Sono cambiati i tempi, e l’unica cosa che sembra essersi evoluta è la tecnologia. L’uomo, semmai, sta correndo veloce indietro. L’Italia è finalmente libera di dichiararsi, anzi, mostrarsi orgogliosamente razzista. Può farlo e a ragione, dato che abbiamo in Italia il primo ministro più razzista degli ultimi 150 anni, che se non supera almeno eguaglia i primati di quel bastardo di mussolini, avendo entrambi concepito e partorito le leggi razziali con i loro rispettivi governi.

Riporto una frase di Judith Stiles, giornalista statunitense attenta ai fenomeni razziali: “Dare dell'«abbronzato » a un nero, è forse perfino peggio che dirgli «sporco negro». «Perché quest'insulto osceno comunque riconosce l'identità dell'altro, pur volendola sfregiare, mentre dargli dell'abbronzato è come dirgli "sei un bianco come noi, solo che hai la tintarella, insomma non sei un negro come quelli là». Il cosiddetto subtext, il sottinteso, delle battute ripetute sull'abbronzatura di Barack e Michelle è dunque semplicemente micidiale per le orecchie americane.”

Non è una gaffe, non è la battuta di un simpatico umorista (simpatico quanto una colonscopia) è la vendetta di un uomo sconfitto, deriso, ridicolizzato e snobbato da chi ha dovuto necessariamente limitarsi a stringergli la mano, avendo abbastanza dignità e logica coerenza da non prestarsi ad altre effusioni di circostanza e cortesia. È il braccio di ferro di un omuncolo che sa di poter dire quanto è alto solo al cospetto di una platea di sudditi e servi.

La gente minuscola, come lui, ride della “battuta”; non sa guardarsi intorno e non sa capire il danno recato alla crescita della nostra cultura e della nostra civiltà. Mentre alla mia generazione ancora si doveva raccontare la storia recente e si doveva insegnare che il sangue è tutto rosso, a prescindere dal colore della pelle, oggi si mostra agli uomini di domani un’Italia più simile al Mississippi degli anni 50, dove si era liberi di andare a cacciare i negri casa per casa, strada per strada. E se non sono neri, sono gay, e se non sono gay sono disabili, oppure quelli che ancora, per fortuna, non ci stanno ad essere stupidi e miserabili come loro.

Io vado fiera della mia diversità, io sono assolutamente diversa da questa feccia di italiani berlusconiani, siano essi leghisti o fascisti – tanto servi dello stesso padrone. E se razzismo deve essere per legge ... io non sono razzista, sei tu – sottosviluppato bastardo – ad essere berlusconiano.

Rita Pani (APOLIDE)


9.29.2009

 

L'italiota

Torna il ministro dei tornelli, e il popolo è contento. Basta con questi ladri e fannulloni. Colpiamoli tutti! Affossiamoli. E che, i magistrati sono forse diversi da noi? Castighiamoli. Che le norme di brunetta siano state cancellate con un decretino scolorina, poco importa all’italiano medio e castigatore, anzi, forse non sa che se in questo periodo è stato colpito ingiustamente da una leggina anticostituzionale, potrebbe e dovrebbe ricorrere per essere risarcito. L’italiota, in fondo, è quello che non ha mai pagato le tasse ma pretende che TU le paghi. L’italiota è quello che picchia la moglie, ma vuole che le donne islamiche non portino il velo, l’italiota è quello che vorrebbe castrare i pedofili, ma si dà fuoco perché la figlia nonostante sia andata alle feste del presidente del consiglio non è stata inserita nelle liste delle elezioni europee, l’italiota è quello che finirà per dirti che lo scudo fiscale è giusto, perché entreranno molti soldi in Italia.

L’italiota non resta allibito sentendo un pezzo grossissimo della Guardia di Finanza che ti sciorina come una pappardella, l’elenco dei capitali esportati, e dove questi siano stati depositati. L’ italiota non si ferma un momento a pensare: “ma se sai quanti soldi sono e dove cacchio li hanno messi, saprai anche chi cacchio ce li ha portati…”

L’italiota grida forza milan al presidente del milan, che mostra soddisfatto il suo miracolo. L’italiota applaude all’omuncolo ridicolo che per far un altro show, sceglie il giorno del suo compleanno per andare a dire a chi forse ha perso l’intera famiglia sotto case costruite alla cazzo di cane – metodologia tutta italiana – che le case di polistirolo e cartongesso che sta regalando loro, è un primato mondiale. Il recordman degli ultimi 150 anni, che ogni volta che apre bocca sputa in faccia a qualcuno, se ne fotte di un territorio che muore, e soprattutto se ne fotte di chi resta. Non è importante la casa, è importante lui. Oggi un signore con molti capelli bianchi mi ha raccontato che qua non venne a dare case, ma orologi del milan. Erano altri tempi, era altra gente. Ancora qualcuno in più si poteva salvare.

L’italiota però una cosa la inizia a percepire realmente. L’impossibilità di continuare a spendere quanto le televisioni del presidente del consiglio gli avevano insegnato. L’italiota fa la fila alla Caritas, il martedì pomeriggio, ma fa finta di fare la fila all’ufficio accanto.

Speriamo che lo dica più spesso che la crisi non c’è più.

Rita Pani (APOLIDE)


9.28.2009

 

Nuova moralità … bis

Scusate, ma questo bellissimo concetto mi ha totalmente stregata. Apprendo ora che è stato rinviato a giudizio Guido Bertolaso (maiuscolo?) per la gestione abusiva dei rifiuti di Napoli. Secondo la procura, avrebbero smaltito in modo irregolare in Germania rifiuti con codici diversi da quelli che avrebbero dovuto avere. E’ una storia che viene da lontano (eh sì, anche questa) e che fu scoperta grazie alle intercettazioni telefoniche in cui si sentivano parlare illustri membri della protezione civile, della “merda che prima o poi sarebbe tornata a galla”. In effetti poi piovve, e la merda anziché tornare a galla, scivolò lungo le vie di Napoli. Ma ormai il miracolo era compiuto, il maniaco del consiglio, sprezzante del pericolo, raccolse un fazzolettino di carta da terra promettendo ai napoletani che li avrebbe civilizzati da lì a poco, mandando di casa in casa i volontari dei suoi circoli per insegnare come gettare via i rifiuti.

Ma tornando al concetto di nuova moralità che tanto mi affascina, inizio ad avere il legittimo sospetto che sia una cosa seria, alla quale in molti si affrettano ad aderire. È di qualche giorno fa la notizia dell’indagine in corso anche per il ministro dei lodi, Al Fano, insieme al ministro fitto. E allora la domanda sorge spontanea: “Ma non sarà che se non hai almeno un procedimento in corso, non puoi ricoprire cariche istituzionali?”

Intanto il debosciato del consiglio si appresta a festeggiare il suo compleanno, dando altre case di propaganda e cartongesso agli aquilani, mentre il resto dell’Abruzzo subisce la violenza della deportazione, e mentre in tutta fretta si acquistano quelle casette di legno che il buon senso avrebbe dovuto far arrivare agli abruzzesi già a maggio. Ma questa è un’altra storia di cui, forse, sentiremo parlare a lungo. Purtroppo.

Rita Pani (APOLIDE che conserva il vecchio concetto di moralità. Ci si è affezionata.)


 

Una bottiglia di spumante


9.27.2009

 

Bene! Bravo! Bis!

Le folle oceaniche sotto palazzo Venezia, quando quel folle di mussolini li incitava per andare a morire in Russia, con ai piedi le scarpe di cartone. Quel periodo non è lontano. Non è almeno così lontano da non averne mai sentito parlare. Non è nemmeno lontano il tempo in cui Roma venne foderata di finto marmo e pannelli di cartone per accogliere hitler in visita. Anche in quel caso le strade erano piene di folla festante, sebbene persino hitler pensasse che mussolini era un coglione. I discorsi al popolo, mascella serrata, erano sempre più o meno gli stessi, quelli sulla grandiosità del nostro popolo, delle nostre vacche, e soprattutto del nostro esercito.

E la storia si ripete. La folla esulta, la guerra si chiama pace e un coglione è sempre un coglione. Si è speso, dicono le cronache, in uno show, con un discorso degno di lui. Permettetemi un passo indietro: è stato anche all’ONU a parlare, (rappresentava l’Italia) e il suo discorso non è stato uno show, semmai l’ennesima figura barbina. “Volevo dire le stesse cose che ha detto il Presidente Obama, e siccome le ha dette lui non le ripeterò io … vi parlerò del grande successo del G8 all’Aquila …” [La citazione è a memoria] Ecco, questa è la statura dell’esemplare di governo. Forse aveva di meglio da fare, forse voleva fare un giro a Times Square per sentirsi a casa. Ovviamente non ha acceso malumori, né fomentato riflessioni, anzi, oggi i giornali inglesi mostrano la First Lady americana mentre abbraccia e bacia ogni capo di stato europeo: tutti tranne uno, al quale ha prudentemente stretto solo la mano, mentre il trucco (di lui) disegnava una smorfia grottesca sulla faccia. E quindi lo show di oggi, in casa, alla festa nazionale della libertà, con tanto di ovazioni.

La sintesi del discorso, altamente qualificante, la trovate qui Io voglio riportarne solo un pezzetto, il più esilarante e il più drammatico: «CON NOI NUOVA MORALITA'» - Poi si parla dei successi del governo. E l'elenco è lungo, a cominciare dal fatto che, dice berlusconi: «Abbiamo introdotto un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità. La moralità è quella di mantenere gli impegni elettorali. Abbiamo firmato un contratto con gli elettori che ci siamo impegnati a rispettare».

Nuova moralità è davvero una genialata. Noi eravamo abituati a credere che il termine morale avesse un unico senso, ed ora vedrete che, piano piano, verrà inculcato al popolo osannante un “nuovo” concetto del termine, esattamente come si è fatto per libertà e democrazia. Fare affari con la mafia, essere figli della P2, tollerare e proteggere il ladrocinio, evadere il fisco, le clientele, le mazzette, la corruzione, saranno nuovi comportamenti moralmente irreprensibili.

Si torna a parlare della abbronzatura degli Obama, di ministre sexy, e francamente sono rimasta delusa dalla disattenzione che il primo maniaco italiano: nemmeno una lode a Erika, la ragazza eletta oggi Miss Maglietta Bagnata.

… Ha detto anche che governerà per sempre …

Rita Pani (APOLIDE)


9.26.2009

 

La grave colpa di Santoro


Sono molto preoccupata per come si stanno mettendo le cose, rispetto alla trasmissione “Anno Zero”. Non vorrei che, date le estrose norme non scritte che governano la rai tv, dovessimo assistere a una trasmissione “riparatrice”, con ospiti in studio tutte le puttane del presidente e il suo amico spacciatore e pappone.

Ormai in Italia non bisogna parlare più di senso dello stato, ma di senso del ridicolo. Ho salvato l’immagine di Repubblica on line di ieri: sopra la notizia della reprimenda di Palazzo Madama in merito alle dichiarazioni dell’Onorevole Di Pietro, il quale asseriva che eravamo in presenza di un parlamento di mafiosi. Sotto quella del processo per mafia al senatore dell’utri, che riportava la requisitoria del procuratore generale Gatto in merito all’eroe (eh, lui sì un eroe) Vittorio Mangano.

La grave colpa di Santoro è soltanto quella di aver fermato più di 5.000.000 di persone davanti al sacro elettrodomestico; ed è una colpa grave. Facciamo quindi finta che il reato sia stato quello di “aver portato l’imbarbarimento della politica” in televisione, dopo aver già impestato ogni pagina del giornale. E ci saranno quelli che avranno fatto sì, con quella zucca vuota che si ritrovano al posto della testa, dimentichi delle ore passate davanti alla tv, mentre a porta porta il presidente maniaco spiegava (ovviamente mentendo) la sua relazione con una ragazzina che aveva appena compito 18 anni. Ponete il caso che tra quei cinque milioni di persone ce ne fosse qualcuna che ancora non avesse riattivato il cervello, e iniziasse a pensare: “ma che razza di capo può essere uno che si circonda di persone così? Dà fiducia ai suoi dipendenti e quelli esportano patrimoni all’estero, il fratello paga tangenti e corrompe le fiamme gialle, il suo avvocato a suon di maxi tangenti gli procura la Mondadori, ed ora persino l’ultimo amichetto barese, sempre a sua insaputa gli procura le puttane. I casi sono due: o è un bugiardo o è un coglione.

E poi, diciamo la verità: è vero che la politica è imbarbarita, ma solo ed esclusivamente perché i barbari stanno al governo.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Per la piccola Claudia e per tutti i bimbi belli come lei.



O.r.S.A.

9.25.2009

 

Là dove il mare luccica ...

“ … Come ne abbiamo scaricato la rete, lo sai che dobbiamo fare veloce a separare i pesci, un mio compagno ha trovato mezza gamba col piede ancora un po’ attaccato. Io una testa. Ci ho cacciato anche l’anima porca …” In sardo, cacciare è un modo di dire vomitare. Il racconto è proseguito per un po’, disturbato dal rumore del vento della mia terra.

“Là dove il mare luccica, e tira forte il vento” … Non so, perché, ma chiuso il telefono mi sono ritrovata a cantare Caruso, di Lucio Dalla, tra me e me, rigirandomi in casa e pensando che proprio ieri ho cotto del pesce, e io che pure sto attenta alle tabelle esposte nei banchi ittici, mi son ritrovata a sperare che mi avessero imbrogliato, e che arrivasse direttamente dalla Norvegia.

Trenta navi con le scorie nucleari affondate nei mari italiani, e chissà quanti cadaveri a far da pastoia per i pesci, ma non solo. Altri relitti dimenticati di cui nessuno ha mai più parlato, che trasportavano petrolio o carbone. Stanno là sotto, persino sulle rotte solcate dai tonni che vanno a morire in Sardegna. Ci ho scritto anche un libro su questo, molti anni fa, ma non è rilevante. Non è servito a nulla, non serve a nulla dir le cose ormai. Le notizie che ci fanno accapponare la pelle sono come le barzellette, scaturiscono un’emozione al momento, e si scordano il giorno dopo.

In Calabria si chiede ai rappresentati della regione presenti al Parlamento o al Senato di procurare i soldi per la bonifica del loro mare, o di dimettersi se non riescono a darsi da fare per una situazione così nefasta. L’Italia (quasi tutta) concorda con il respingimento dei migranti, o al limite chiedono che siano arrestati come criminali. L’Italia prima della Calabria ha avvelenato l’Africa, ma abbiamo le carceri piene di africani, e gli stragisti (perché è di stragi che stiamo parlando) liberi.

In Sardegna moratti ha regalato la nafta ai pesci, i tumori ai bambini, e Mourinio agli interisti. È un ottimo presidente dicono, quanto ha speso lui per l’Inter non lo ha speso nessun presidente, e tutti gli interisti – cazzo anche sardi – sono sicuri che quest’anno sarà l’anno della coppa dei campioni. Il fatto che abbia avvelenato un territorio che va da Sarroch a Domus de Maria poco importa, anche perché subito dopo Domus de Maria c’è Teulada, dove ci sono i militari. Là le cose vanno meglio: non si pescano cadaveri, pesci alla nafta o radioattivi; se ti va di culo tiri su insieme al pesce qualche bomba inesplosa.

Dice che dobbiamo dare il pesce ai bambini, perché il fosforo fa tanto bene. Speriamo solo che non sia fosforo bianco.

Rita Pani (APOLIDE)


9.24.2009

 

Menomale che silvio c’è e non ci fa.

Come tutti sapete l’Italia ha appena approvato il nuovo “scudo fiscale con alabarda spaziale e razzi rotanti” per salvare il culo a loro stessi, e nella fattispecie alla famiglia Agnelli, che litigando per l’osso ha scoperchiato la fogna nella quale avevano nascosto i danari.

Ebbene, cosa dichiara il malavitoso del consiglio all’ONU?

«La lotta alla speculazione passa anche attraverso l'abolizione dei paradisi fiscali. Molto è stato fatto contro quelli esistenti, ma va altresì contrastato il tentativo di crearne dei nuovi rafforzando la funzione di monitoraggio dell'Ocse»

Poi dice che il mondo ci ride dietro…

A proposito: un regalo per i miei amici di blog: in particolare dedicato a Votantonio, Mietta, Roberta da Sidney e Cristina.

Dio esiste e ha creato youtube!

R.



 

Vietato essere contro

"In nessun servizio pubblico sono accettabili trasmissioni apoditticamente in opposizione"

A dirlo non è stata la vecchina convinta che Raffaella Carrà in TV facesse davvero i miracoli, o convinta che emilio fede sia davvero un giornalista. Lo ha detto il direttore di una rete televisiva di stato. Motivo della bagarre la trasmissione Anno Zero, e più precisamente la negazione del contratto per Marco Travaglio, reo di essere un giornalista. Quindi in questo stato libero (delle banane) il problema è che non possono esserci trasmissioni televisive “contro” il governo. C’è da specificare però, che non possono esserci nelle televisioni statali, mentre possono tranquillamente continuare ad essere trasmesse nelle TV private, e quindi libere per antonomasia. Non fare quella faccia! Che importa se le televisioni libere e private sono di proprietà dell’unico monopolista dell’editoria, che è potuto diventare presidente del consiglio negli ultimi 150 anni?

Anche questa volta però, il direttore del canale RAI tiene a spiegare che: in nessun paese al mondo, è permesso a una TV di stato, essere contro il governo. E l’Italia era molto indietro con l’allineamento al grado di civiltà degli altri paesi del mondo, infatti sono corsi ai ripari: lo scudo fiscale col salvataggio dei ladri? Lo vuole l’OCSE. I respingimenti? Come in tutti i paesi europei. Le classi differenziali per i “non italiani”? Lo fa tutt’Europa.

Tornando alla libertà di stampa, allora, verrebbe da chiedersi come mai all'appello lanciato da Repubblica abbiano aderito anche persone e personalità “non italiane” ed europee, o perché anche il comune cittadino, senta forte il bisogno di scendere in piazza per rivendicare il diritto alla libertà non tanto di dire, quanto di poter ascoltare. Probabilmente è perché siamo circondati da “élite di merda”, e l’informazione tutta è in mano ai comunisti. Potrete anche non crederci, ma questo è quello che un cortese lettore leghista mi ha scritto ieri via e-mail.

L’altra sera dopo cena volevo fare finta di essere una persona normale, e starmene stesa sul divano col telecomando in mano. Arrivata su Rai 2, accedendo però dalla piattaforma Sky lo schermo era tutto blu. Ho pensato che non funzionasse, poi mi sono resa conto, spegnendo il decoder della parabola, che il canale RAI era semplicemente oscurato. Quindi, io pago SKY e pago anche la RAI, ma la RAI non mi permette di vedere i suoi canali. A me sta bene. Se il gioco della RAI è quello di obbligarmi all’acquisto di una scatoletta prodotta dal fratello di berlusconi, per poter vedere le trasmissioni "pro" governo io denuncerò la RAI per tentata estorsione.

Rita Pani (APOLIDE)


9.23.2009

 

Brescia: morto un altro Eroe, si chiamava Operaio.

L’Italia disintegrata, accoglie oggi il suo nuovo eroe silente; si chiamava Operaio, e lavorava a Brescia presso la Ori Martin. Non sono previste camere ardenti, copertine tricolore sulla bara, e il comune non offrirà 1.500 bandierine per l’addobbo coreografico del percorso del feretro. Forse qualche compagno di lavoro farà un applauso al termine della funzione, si usa, e sarebbe davvero oltraggioso. Non è nemmeno dato sapere se ci sarà una moglie, un figlio piccolo, una madre o un padre in lacrime.

Operaio è caduto da un tetto insieme a un suo collega, Operaio, che è rimasto gravemente ferito. Per il momento, e credo mai, non sono nemmeno state rese note le fotografie di Operaio e Operaio, non si conoscono ancora le età, e nemmeno le nazionalità. Non è prevista l’audizione del ministro sacconi in Parlamento, ed è escluso che si faccia un minuto di silenzio in tutti i supermercati di Brescia.

La quotidiana Guerra per conquistare un pezzo di pane, in Italia, ha prodotto dall’inizio dell’anno 764 morti,764.450 infortuni e 19.111 invalidi e pare impossibile che nonostante questo ci sia ancora chi è disposto a protestare per continuare ad avere un lavoro. Esistono ancora, ma sono spariti dalle pagine patinate dei rotocalchi di gossip che hanno sostituito i giornali. Sebbene aumentino in modo esponenziale i casi di lavoratori in protesta, arroccati sui tetti delle industrie o sulle ciminiere, sembrano non esistere in questo paese in cui la crisi economica è frutto di una macchinazione di una tifoseria esasperata e cattiva, inquinata dall’ideologia comunista.

Onore ai veri eroi caduti per il bene della patria, onore ai morti sul lavoro. Solidarietà alle famiglie che elaborato il lutto si troveranno ad iniziare l’altra guerra, quella per vedersi riconosciuto il sacrificio del proprio congiunto. Guerra che molto spesso perderà.

Rita Pani (APOLIDE)


9.22.2009

 

La lista della serva

Lo ricordo sempre: io di economia mi intendo veramente poco. Sono tuttavia un’economa creativa pro domo mea; riesco a far sparire le bollette che arrivano da pagare per farle riapparire due mesi dopo la scadenza, alterno l’uso del bancomat a quello della carta di credito, spendo quasi esclusivamente per mangiare. Insomma, da comunista oggi scopro di essere anche una fan della crisi economica. Lo ha detto lui, il più ricco presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, capace di pagare fino a diecimila euro per una rimestata dentro le mutande.

Quindi, se l’opposizione fa il tifo per la crisi … scusate sto cercando una consequenziale, ma è talmente cretino questo concetto, che proprio non ci riesco.

Il dato certo dell’economia italiana, è comunque palese anche per chi, come me, capisce poco dei grandi numeri: dichiarazioni ottimistiche e negazione del problema nei discorsi di propaganda di governo. La realtà invece è quella che si vede nei dati della disoccupazione (comunque tendenti al ribasso) e della dismissione delle piccole industrie. I veri interventi anti crisi del governo, sappiamo bene e non perché siamo fan della crisi, sono andati alle banche e alle grosse imprese che ovviamente hanno provveduto ad investire in delocalizzazione con conseguente taglio delle maestranze. Che la crisi economica e la colpevole inettitudine del governo fascista abbiano poi procurato un incremento della precarizzazione della vita di tutti noi, è un dato di fatto, e per percepirlo non bisogna essere iscritti a nessun fan club.

Domenica sera l’ottimo Riccardo Jacona, per esempio, ci ha offerto un interessante spaccato di quali siano gli effetti della crisi e dell’abominevole opera governativa, che cavalcando il “problema sicurezza” non solo è riuscito a vincere le elezioni, ma anche instaurato e appesantito il clima d’odio e l’inciviltà di questo paese. Lo so, sembrerà la lista della serva, ma possiamo ricordare quanti soldi sono stati bruciati con i voli di stato per trasporto puttane, e conseguente sicurezza per le orge del premier?

Vogliamo parlare dei soldi – e non sapremo mai quanti perché vige il segreto di stato – sono stati spesi alla Maddalena, per creare le strutture fantasmagoriche, che presto verranno “regalate” (guarda un po’) alla Marcegaglia per un utilizzo di turismo esclusivo e forse un Casinò? E tutto il resto ovviamente, di sprechi e di abusi e di tagli per noi.

Dice che ha fatto bene e prima di tutti in Europa (o nel mondo?) ma al solito nessuno gli ha chiesto, oltre che avvallare una volta ancora l’abuso edilizio, o la farsa ignobile e umiliante della poverty card che diamine abbia mai fatto.

Ah! Sì, l’ennesimo condono fiscale, lo sputo in faccia a chi, pur morendo di fame, non può astenersi dal pagare le tasse.

Rita Pani (APOLIDE)


9.21.2009

 

Rendere onore è un’altra cosa.



Non ho visto i funerali di stato di Mike Bongiorno teletrasmessi in diretta TV. Ho visto però qualche telegiornale dopo che oggi si sono svolti quelli dei soldati italiani morti nella guerra in corso in Afghanistan, e ho pensato che qualcuno avrebbe anche potuto confondersi.

Di quanta retorica ha bisogno il popolo italiano, per digerire che l’Italia sia in guerra? Le bandierine tricolori messe a disposizione dal comune di Roma, quelle terribili inquadrature sui visi innocenti di due bimbi che hanno perso i rispettivi padri, le facce di circostanza, le dichiarazioni farneticanti di politici e giornalisti. Il primo bossi, il quale dichiara di aver votato per la missione senza però sapere che qualcuno avrebbe rischiato di tornare dentro una bara; evidentemente a bossi nessuno ha spiegato cosa sia una guerra, ed evidentemente per questo, due su tre, continua a lanciare l’idea di una “secessione” non necessariamente pacifica. I giornalisti poi: costretti a sostenere i ritmi di uno show d’intrattenimento, senza probabilmente curarsi di cosa stia davvero succedendo, microfono in mano ci ricordano che “il matrimonio è appena terminato” (SKY TG 24 ore 13.00), oppure indugiano sui passaggi delle frecce tricolori che “sono molto coreografiche”(Diretta SKY).

E questo quindi il modo in cui si rende onore a chi muore? Spettacolarizzando il dolore delle famiglie, e mostrando il patriottismo di chi dopo, intervistato col tricolore gentilmente offerto dal comune in mano, viene tagliato quando inizia a dire che: “è ora di smetterla!”

Non ho contato per quante volte sia stato ribadito il concetto che queste sei persone sono morte in missione di pace. E’ strano però, dal momento che il comandante in capo americano ha chiesto a Obama l’invio di nuovi uomini … o … Otto anni di guerra, migliaia di morti per liberare le donne dal burqa non saranno serviti a nulla.

Rita Pani (APOLIDE)


9.20.2009

 

Una tizia IDIOTA non mi rappresenterà mai.

Quindi per liberare la donna, bisogna recarsi in un luogo di culto e cercare di denudare le donne presenti. Non so, io sono donna e piuttosto libertaria, ma credo che per Pasqua non andrò in chiesa a togliere il copricapo alle suore. Del resto, in metropolitana, non dico nemmeno a quelle vegliarde mai dome: copriti. Tantomeno ritengo che per liberare una donna si debba pesantemente inquinare la sua storia e la sua cultura. Se pensassi così, ogni guerra che miete vittime innocenti, avrebbe senso. E non lo ha. E poi, valesse il principio di questa stupida siliconata, dovrei ora andare a casa dei miei vicini indiani e togliere i turbante agli uomini? Ditemi di no, vi prego, perché quel signore è pure grosso

Certo Sibilla Aleramo è morta da un pezzo, ma pensare che possa essere sostituita con la signora billioner, se non provoca orticaria, fa almeno venire la diarrea. Non si riesce a capire se le abbiano davvero sferrato un pugno oppure no, ma se fosse vero sarebbe stata legittima difesa. Dato che spesso si trova in Sardegna, perché non le consigliamo di andare a Orune a tentare di togliere i pesanti fazzoletti neri che coprono il capo di certe donne sarde? Potrebbe essere divertente vedere quante mazzate riesce a reggere il silicone che la ricopre.

Oh, so bene le patetiche obiezioni: i padri mussulmani ammazzano le figlie. I padri italiani, spesso massacrano le mogli e i figli, e per quanto faccia comodo pensare che sia un fenomeno esclusivamente ristretto al mondo dell’Islam, non è così. Per questo in Italia, le lotte femministe degli anni 70 portarono alla creazione dei consultori e dei gruppi d’aiuto alle donne. Oggi esistono ancora, fortunatamente aperti a tutte le donne, senza distinzione di razza o religione, ma, grazie ai tagli subiti anno dopo anno, resistono in pochi comuni finanziati dall’amministrazione, o sorgono grazie ai contributi di privati cittadini e donazioni. E non basta nemmeno, perché le violenze familiari restano assai difficili sia da denunciare che da provare.

In questo paese, quindi, il problema delle donne sembra sia legato a un velo o alla religione, e pure questa teoria è una bella teoria di comodo, che serve a nascondere la nostra triste realtà. Inutile che stia a raccontarvi chi sia il ministro per “le pari opportunità” e a cosa si debba la sua rapida carriera. Inutile ricordarvi che ormai, per la donna italiana essere una gran troia, sia un trascorso da inserire nel curriculum. Inutile ricordare che il degrado morale di questo piccolo paese, sia una delle infinite conseguenze del degrado culturale raggiunto a colpi di televisione, di tette e di culi.

A ben guardare, una donna che per sua scelta personale, per religione, per cultura e storia, indossa un velo è assai più libera di quella che per sopravvivere deve togliersi le mutande e strusciarsi contro un vecchio porco, unto di crema arancione, imbottito di viagra, e al quale ogni mattina montano un impalcatura di sughero sulla testa per reggervi sopra la coperta di pelo.

Rita Pani (APOLIDE)


9.19.2009

 

A morì ammazzato vacci tu e tutta la tua putrida progenie, passata, presente e futura.


Ogni volta che in qualche modo la squallida figura di brunetta mi si presenta agli occhi, mi viene il prurito. Ha l’aria di quello che non sa che odore abbia il sapone; uno di quelli, per intenderci, che si cambia le mutande quando queste sono in grado, ormai, di camminare da sole. Una volta lessi delle lumache che raccolse nel cortile dell’università e che alla sera (senza nemmeno debito spurgo) offrì a cena ai suoi commensali. Questo dovrebbe bastare a disegnare il tipo.

Questo essere ripugnante è uno di quelli che governa, imputridendolo, l’Italia. Lo so che lo sapete, ma è bene ricordarselo ogni tanto, soprattutto in momenti come questi, quando ossessivamente ci ricordano “il rispetto per i morti.” E io ribadisco che a feccia come questa, incapace di rispettare i vivi, non dovrebbe nemmeno essere permesso di avvicinarsi alla bara di un morto. È facile che arrivino a grattarsi le palle in segno di scongiuro.

So che non dovrebbe stupire una “dichiarazione istituzionale” in cui un ministro della Repubblica invia a morire ammazzata l’opposizione reale, ovvero chi dissente realmente, data la caratura morale dell’intero governo, ma sapete com’è: io mi sono veramente rotta i coglioni, e non ho nemmeno voglia di ricercare parola più adatta e meno offensiva per chi mi legge.

Non posso e non voglio abituarmi a questa feccia, che ogni giorno sia con le parole che con i fatti insulta la mia dignità. Sono fiera di essere di sinistra, sono fiera di essere comunista, sono fiera – mi si scusi per la supponenza – di fare parte anche di quella certa elite intellettuale di sinistra, che non ha mai fatto pompini per arrivare a ricoprire ruoli importanti, che non si è mai fatta scopare per avere successo, e che oggi, guardandosi intorno, è persino felice delle sue ristrettezze economiche che, meglio di qualunque altra cosa, mi qualificano per la persona onesta che so di essere.

L’unica e vera “elite di merda” oggi presente in Italia, è quella che ci governa, di ladri e parassiti (loro sì avvinghiati alla poltrona e al danaro) papponi, maniaci sessuali, corruttori, e (pur non sapendolo) tossici.

Articolo Repubblica

Rita Pani (APOLIDE)


9.18.2009

 

500 a Natale.


Non è tempo della polemica e non è tempo della discussione. Questo è il diktat che circola da ieri, anche sulla Rete, in buona (buonissima) fede, da parte degli utenti dei social network o dei blog. Per me invece, il momento della discussione e soprattutto della critica è ora, per rispetto a coloro che sono morti, ma anche, e soprattutto per coloro che sono vivi.

Silvan del consiglio, si appresta a compiere un nuovo gioco di prestigio, dopo quello appena fatto all’Aquila, dove è riuscito a mantenere una promessa utilizzando le case costruite da altri, con soldi di altri. Per la cronaca le “sue” sono indietro di circa un mese. A Natale, ora promette, 500 soldati faranno ritorno a casa. Questa è più di una bufala, questo è un nuovo atto di propaganda e di mistificazione utile a fare finta di accontentare sia bossi che il ministro della guerra la russa i quali chiedono rispettivamente, di ritirare le truppe e di spezzare le reni al nemico.

Peccato però che “i 500” (400+100), secondo accordi presi con l’ONU, sono stati inviati in Afghanistan solo ed esclusivamente per coadiuvare nel periodo elettorale, e il loro rientro in Italia, era previsto per Ottobre qualora per eleggere il presidente ci fosse stato bisogno di ricorrere al ballottaggio. Il presidente è stato eletto (con più o meno brogli) e i soldati staranno ancora là.

Questo banale esempio di mistificazione è uno dei motivi che mi ha indotto a ritirare la mia adesione alla manifestazione della FNSI per la libertà di stampa. Io il 3 Ottobre non ci sarò, mentre ci sarei stata domani: subito.

Non ha un minimo di senso logico, e fare appello ai rispetto per i morti mi sembra un’idiozia. Per avere rispetto per i morti bisognerebbe prima recuperare il rispetto per la vita e per i vivi, e non mi pare proprio che come popolo si venga rispettati. La libertà di stampa è importante. Sarebbe importante anche per continuare a dire ciò che vorrebbero non si dicesse, o quello che è meglio tacere. Per esempio che in Pakistan oggi c’è stata l’ennesima strage, o che nell’Iraq democratizzato e liberato da una sanguinosa guerra di pace, anche ieri è morto un soldato americano, o che non basta agli USA scusarsi, quando per errore ammazza 80 civili in un colpo solo, mentre festeggiavano un matrimonio.

Rita Pani (APOLIDE)


9.17.2009

 

Eroi per la democrazia.


Questo è un post preventivo. Perché tanto ci diranno di questi nuovi eroi, morti per a democrazia e per la libertà. Anziché dire basta, e riportare le migliaia di soldati in Italia, ancora una volta proveranno a svincolarsi dall’articolo 11 della Costituzione Italiana (L’Italia ripudia la guerra) e chiederanno più libertà. Libertà d’offendere e non di difendere; vorranno essere autorizzati alla vendetta.

Con i nuovi eroi appena proclamati, sarà facile far bere l’amaro calice all’italiano commosso e offeso da tanta barbarie ricevuta. L’italiano è brava gente, che nelle guerre costruisce strade e scuole, dona matite colorate e caramelle ai bambini, esporta tutta la democrazia che avanza in questo paese.

Mi dispiace ma non è così, e non lo è fin dal suo inizio. L’Italia è stata e resta invischiata in una guerra di occupazione, per motivi prettamente economici ed energetici. La guerra in Afghanistan è la classica guerra per gli idrocarburi, per i gasdotti e persino per i papaveri. Lo si deve dire per rispetto a chi muore per tutelare l’interesse privato di pochi.

Questa è una guerra che nasce ben prima del famigerato 11 settembre. Gli americani avevano ben prima iniziato a minacciare guerra contro i Talebani. Qualche giornale riuscì persino a scrivere dei piani bellici preparati per un eventuale attacco all’Afghanistan, e degli interessi privati dell’allora vice presidente americano Dick Cheney, che con la sua industria petrolifera Halliburton fu primo beneficiario delle risorse petrolifere irachene. In seguito alla tragedia dell’ 11 settembre, e alla conta delle migliaia di morti innocenti, la notizia che l’America aveva deciso di attaccare l’Afghanistan già in Ottobre passò quasi inosservata (The Guardian) ed anzi, Bush vantò l’efficienza del suo esercito, che a suo dire in meno di tre settimane fu pronto a colpire.

Il resto lo sappiamo già, di prove false e torture, di armi non convenzionali e porcate. Ma per far digerire la nuova ondata di eroi è meglio continuare a fare finta che si tratti di burqua e di libertà, di rasoi da barba e democrazia.

Rita Pani (APOLIDE)


9.16.2009

 

Tanto per dire


 

Il peggio è passato

Certo, metti che la tv a un tratto impazzisca e si metta a parlare di economia, di politiche sociali, di lavoro e sanità, di scuola o cultura; sarebbe un gran casino.

Metti che d’un tratto spariscano dalla tv tutti i reality show, che ormai sembrano aver sostituito l’istituto dell’affido ai servizi sociali per ex carcerati, troie ravvedute e ragazze con problemi di dipendenza da cocaina; sarebbe un gran casino.

Pare che in Italia il peggio – economicamente parlando – debba ancora arrivare, e sarà intorno alla seconda metà dell’anno prossimo. La disoccupazione arriverà a toccare punte che l’Italia toccò solo nel dopoguerra. Gli istituti europei di economia non riescono a stimare quale sia la reale situazione italiana: mancano i dati del governo. In Italia è più facile stimare la frequenza dei rapporti sessuali del premier: si hanno più notizie. Anzi, sembra che le cifre spese per questa sua attitudine maniacale possano persino incrementare il PIL.

In Italia i numeri sono sempre un problema. In Italia nemmeno la matematica è una scienza esatta. In Italia la matematica è un’opinione spesso di propaganda. La stampa farabutta, per esempio: se berlusconi è il monopolista dell’editoria, come possono essere due o tre giornali, la maggioranza di stampa farabutto/ comunista? Se su 6 televisioni di stato 5 sono in mano sua e la sesta è in via di demolizione, dove sta la maggioranza dei comunisti?

Le domande sono retoriche, le risposte impossibili. D’Altronde è impossibile anche sapere quali siano i dati reali della disoccupazione, i dati reali delle esportazioni illegali di capitali all’estero, ed è impossibile sapere chi si prepara a speculare con l’ennesimo condono salva ladri, pensato dal ministro per l’economia fantastica e creativa, il ragionier Ugo tremonti.

Ma chi se ne frega? L’autunno sembra essere arrivato con un po’ d’anticipo, il gas aumenterà come la benzina ad agosto, ma i palinsesti invernali aiuteranno l’italiota medio a riprendere appieno la sua vita, e torneranno anche le fiction basate sulla realtà irreale di questo universo parallelo in cui viviamo. Cazzo! Persino la prima fiction fortemente voluta dal governo padano abusivamente governante in Italia, che racconta le gesta del Barbarossa. L’ha voluta bossi in persona, mica cazzi! Girata in Romania, il popolo del carroccio sarà rappresentato dalle comparse Rom.

È la legge del contrappasso, o forse solo quella di Murphy.

Rita Pani (APOLIDE)


9.15.2009

 

Tenda a tenda


 

Trentatre trentini entrarono a Onna …

Tutti sappiamo che le case che oggi verranno consegnate a Onna, sono state costruite dalla Provincia di Trento con finanziamento della Croce Rossa Italiana, tutti sappiamo anche che il debosciato del consiglio cavalcherà i trentini entrati a Onna, con l’unico rammarico di non aver potuto trasmettere l’evento truffaldino di propaganda a reti unificate, e peggio ancora con un unico e vero nemico da combattere: il suo milan che gioca in diretta. Quando si dice “il conflitto di interessi!”

Ho letto poco fa un bell’articolo di Antonello Caporale su Repubblica, che ricorda come meglio di questo governo “di fatti”, fecero durante il terremoto irpino: “Tempi da record, meraviglia mondiale per le casette di Onna, i prefabbricati in legno costruiti dalla Provincia di Trento. 15 settembre 2009. 162 giorni trascorsi dal sisma 47 casette in legno tipo chalet consegnate. Circa 200 persone ricoverate.

25 aprile 1981. 122 giorni trascorsi dal sisma, 150 casette in legno tipo chalet (Rubner costruzioni) consegnate a Laviano, Salerno. 450 persone ricoverate.”

Non lo diranno certo nella cronaca delle meraviglie, non si può e non si deve. Fanno sempre così i dittatori, persino quelli improbabili e ridicoli come il nano pervertito più simile a un dittatore da repubblica delle banane che a un despota come Bokassa, grande al punto di poter tenere carne umana nel frigo. Si mostra un paese che non esiste a chi il paese reale lo vive quotidianamente. Vorrei essere in Abruzzo stasera, a fare compagnia ai “mille” che non verranno mostrati giubilanti in presenza del tizio, insieme a quelli che avranno la rabbia e le lacrime agli occhi, e che sperano ancora di poter far sentire la loro voce.

Sono quelle persone, per esempio, che sono state fate uscire dalle tendopoli smantellate, e che non sono state mandate nelle case, come certamente tenteranno di far credere all’italiano medio/letargico, ma sistemate in caserme o strutture alberghiere, ora che la stagione estiva è finita, e quindi di fatto allontanate da casa loro ancora una volta.

Con le casette permanenti costruite dalla Provincia di Trento, il debosciato proverà a fare una doccia con il bianchetto alla sua figura imputridita. Tenterà di nascondere che fino ad oggi ancora nessuno ha visto un euro di quelli promessi ad indennizzo, che le macerie di molti paesi stanno esattamente dov’erano dalla notte del 6 aprile scorso, che ci sono paesi ormai morti che non vedranno resurrezione, e soprattutto che la speculazione è già iniziata e proseguirà.

Rita Pani (APOLIDE)


9.14.2009

 

Col nastro adesivo ...



Mentre veniva eseguito il rito, i simpatizzanti del carroccio gridavano "padania, padania" e "libertà". Poi, bossi e calderoli si sono bagnati la testa con le ultime gocce e con le dita bagnate hanno toccato il capo ad alcuni bambini che li affiancavano nell'atto conclusivo.


Inizio così, con questa perla, la ripresa della normalità. Perché è normale. E’ normale che i ministri della Repubblica Italiana minaccino una guerra di secessione, è normale che Casini si proponga come alternativa allo sfascio fascista, è normale anche che la lotta politica in Italia, si faccia minacciando la delazione a sfondo sessuale. Normalissimo occupare le televisioni di stato con la propaganda in stile ventennio, una favola da raccontare al telespettatore perché se ne vada a letto a proseguire il sonno letargico al quale lo si vorrebbe sottomettere.

Lo si vorrebbe …


Non è un caso l’uso del condizionale. Ieri sono stata a pranzo a casa di una bella famiglia sarda e ho visto il grande gesto della piccola Rivoluzione. Il padrone di casa, un uomo che passati i 70 anni non va a puttane ma lavora ancora la sua terra, riceve settimanalmente l’Espresso, e prima di accingersi alla lettura, scrupolosamente applica del nastro da pacchi, sulla squallida faccia di berlusconi. In principio pensavo a uno scherzo, ma poi data la motivazione ho compreso il valore del gesto: “Mi fa schifo.” È la dimostrazione pratica di come, volendo, si possa stare svegli e vigili nonostante il regime, l’età o il livello culturale. Dove sta il problema, se si sposta una trasmissione quasi giornalistica come Ballarò, per dar spazio alla propaganda del pervertito? Basta “mettere il nastro adesivo sullo schermo, semplicemente tenendo spenta la televisione, e mandare così un segnale preciso: “Vaffanculo, mi fai schifo!”

Ho sempre scritto, e voglio ribadire, che il potere lo abbiamo noi. La nostra vita – politica – possiamo cambiarla soltanto noi, non ungendo le teste dei nostri figli con le acque inquinate dei nostri fiumi, ruscelli o torrenti, ma semplicemente insegnando a loro attraverso il nostro agire quotidiano, che sia esso l’autocensura preventiva di un giornale, o il prodigarsi nei confronti di quelli che stanno peggio di noi, stimolando la curiosità e la voglia di pensare.

Tornare anche ai segnali di fumo, alla stampa clandestina, al volantinaggio, al passa parola; continuare a dire fino allo sfinimento, fino alla ragione, lasciando che loro, quel manipolo di affaristi e maiali che si sollazzano di potere, si estinguano mangiandosi l’uno con l’altro, a suon di ricatti come una guerra tra cosche. Perché alla fine, quello che sta succedendo in Italia, non è nulla di più di questo.

Lasciate che la favola aquilana venga raccontata in televisione, quindi, ma cercate notizie direttamente dall’Aquila. Lasciate che i ministri padani della Repubblica Italiana vadano alla secessione. Io già me la figuro la guerra: forze dell’ordine, sotto il comando di maroni, che fronteggiano l’esercito guidato dal ministro fascista per la guerra. Ci siamo vicini, dobbiamo solo attendere che publitalia e mediaset trovino un congruo numero di sponsor per addobbare i blindati.

E mentre loro si scannano, scagnozzo contro scagnozzo, l’Italia si sgretola. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà.

Rita Pani (APOLIDE)

... Dedicato con affetto al signor Angelo


9.12.2009

 

E si ritorna (lentamente)

Domani riprendo la via del ritorno. Non sono sicura che sia il modo giusto di dire, perché per me il ritorno è sempre quando arrivo, e distinguo le coste, le cime dei monti, il colore della sabbia e del mare. Domani riprenderò la strada che mi mischia al mondo, restando pur sempre, orgogliosamente, un’isolana.
L’Isola. Non è solo uno scoglio circondato dal mare, ma una condizione, uno stato d’animo, un modo di vivere e di pensare. Sapendo questo ho percorso le strade che conosco a memoria, guardando fuori dal finestrino e pensando all’idiozia che lascia intendere di voler costruire una centrale nucleare proprio qua. Ci sarebbe da ridere. Oggi la Germania annuncia di voler rinunciare non solo al nucleare, ma anche al carbone, e invece in questa piccola e miserabile Italia, si scopre che le il problema delle scorie nucleari è stato parzialmente risolto, inabissandole insieme a tutta la nave sulle coste calabresi. Amantea, la perla radioattiva delle Calabria. Eravamo tutti convinti che questo smaltimento avvenisse solo nei mari africani, e invece era prassi anche nell’Africa italiana, quella terra del sud che conta poco meno di un cazzo.
A proposito di Africa: bossi ha detto ancora che gli extracomunitari devono avere dei diritti a casa loro. Per la prima volta nella vita, posso dire di essere totalmente d’accordo con bossi. Diritti agli africani in Africa. Quindi per prima cosa, restituiamogli il loro petrolio, il loro oro, i loro diamanti, il loro silicio e il loro coltan. Richiamiamo in patria i dipendenti dell’ENI, e dell’AGIP che vivono rinchiusi in piccoli paradisi blindati e controllati dalle guardie armate, e restituiamo agli africani i territori che abbiamo rubato, urbanizzato, resi vivibili con prati e acqua corrente, elettricità e quanto serve per vivere dignitosamente. Smantelliamo le vergogne keniote, smettiamo di affamare quel popolo costretto a rischiare la vita pur di raggiungerne una. Ridiamo la ricchezza dell’Africa agli africani.
Ridiamo ai sardi il territorio sardo. Non ci crederete ma per andare al mare, in questi giorni ho dovuto pagare il pedaggio in territorio militare, al comune di Teulada. La Nato, ci ha concesso di arrivare alle dune di Porto Pino, un paradiso naturale nel quale fino a qualche anno fa, ci era proibito entrare (ma noi ci andavamo ugualmente scavalcando il filo spinato e sputando sui cartelli gialli.
Devo lasciare casa e tornare a mischiarmi al mondo. Quel mondo che non solo massacra i gay, ma ora anche i disabili, quel mondo governato da un ridicolo pupazzo imbellettato più di una delle troie di casino che paga per fingere d’essere ancora uomo. Un buffone che si mostra assorto in preghiera al funerale di un altro saltimbanco, ai quali sono stati riservati tutti gli onori dello stato italiano, quello stesso stato che in tutti i modi cerca di non riconoscere nemmeno gli indennizzi ai familiari dei morti sul lavoro.
Si torna alla vita. Ma almeno ci torno abbronzatissima.
Rita Pani (Sarda)

9.11.2009

 

Gli italiani fanno castelli


Noi solo nuraghe.
R.

9.10.2009

 

Pillole di fine estate

Un paio di pilloline, che l’aria è fresca dopo qualche goccia di pioggia, e l’odore della mia terra è buono.

Prima cosa, non dite ai legaioli che il figlio scemo di bossi guadagna dodici mila euro al mese, essendo stato nominato a Gennaio “consigliere” di un organismo collegato all’EXPO di Milano. Ci restano male, poveretti, loro che tanto hanno faticato per la meritocrazia in questo paese governato per cinquant’anni dai comunisti dediti al nepotismo. E non fate notare ai legaioli che il figlio scemo di bossi non riuscendo a diplomarsi, aveva indotto il ministro suo padre, a proporre l’abolizione del valore legale del titolo di studio per accedere ai concorsi di enti di stato o parastato. Non insinuate nel neurone legaiolo che questo poteva avere un nesso con la nomina a consigliere (da dodici mila euro al mese) del figlio imbecille, pagato dai contribuenti italiani (tutti, purtroppo, e non solo padani). Fateli contenti, abbracciate la teoria del professore terrone che, per dispetto, bocciava la trota senza motivo alcuno.

Meritocrazia. Alla mostra del cinema di Venezia, leggo, sbarca noemi: la letizia del vecchio maiale. E meritocrazia per meritocrazia, a Venezia c’era anche già sbarcata la troia più famosa d’Italia, quella Patrizia D’Addario che tutti, purtroppo conosciamo – almeno per sentito dire, anche da un registratore. In televisione – voi che la guardate – potrete deliziarvi gli occhi con molte delle puttanelle che sono riuscite a farsi mettere addosso le vecchie, putride e arancioni mani del maniaco sessuale del consiglio. E scusate ma queste davvero vanno premiate per il coraggio.

Il miglior premier degli ultimi 150 anni in Italia? E perché non è arrivata un’ambulanza per portarselo via, sirena spiegata, con una camicia di forza? Perché siamo in Italia, paese in cui il proprietario delle televisioni dice che la televisione è buona, e i giornalisti sono cattivi: quindi non leggete i giornali, almeno quelli che ancora cercano di restare avversi alla follia di un regime ridicolo. Un governo fatto di alleanze stilate negli studi notarili, per cui un partito paga l’alleanza di un altro in soldoni. Non scordate che il pdl (ovvero il paperone del governo) comprò la lealtà della lega per 70 milioni di euro.
L’ultima pillola, quella forse più divertente: mezzo mondo si chiede quale sia il motivo del rinato amore tra Libia e Italia. Oggi finalmente si scopre non sulle pagine dei giornali dedicate alla politica, ma su quelle dei giornali sportivi: il presidente del Milan (sì è lo stesso che governa l’Italia) attende i soldi di Gheddafi per fare shopping di nuovi calciatori.

Il mondo ci guarda, e noi guardiamo il mondo affannandoci a spiegare che NO, non lo abbiamo votato, e brinderemo quando andrà a fare compagnia al suo socio Mike Bongiorno. Ecco sì!Funerali di stato per uno dei primi fautori del degrado tele narcotico italiota. L’imbonitore televisivo per antonomasia che è riuscito a spingere l’italiota al punto di accettare che la Vanna Marchi con i pantaloni (trucco e tacchi) arrivasse ad essere il presidente del consiglio.

Rita Pani (ancora sarda)

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9.09.2009

 

Vista dall'estero

Confesso d’aver letto qualche titolo di giornale, alla sera su Internet quando era possibile, o a voce alta, e ridendo, sulle mie spiagge della meraviglia. Vengo ora da un pomeriggio passato in dissolutezza in un baretto frequentato da vecchi che guardano il cielo invocando la pioggia che lavi l’uva che deve essere vendemmiata, e dopo aver passato la mattinata in compagnia di un minatore, riciclato come guida turistica. In realtà, l’altro giorno un coltivatore mi spiegava che a lui conviene vendere i meloni (buonissimi) per strada, che il profittatore del mercato glieli compra a 60 centesimi, per rivenderli al triplo ai centri commerciali della città, quelli comodi con dentro anche le panchine, il ristorante i negozi e persino il Tocco Tacco, fantasia di un ciabattino, che proprio “nun se po’ sentì”. Se tornassi a vivere qui (io tornerò a vivere qui) la frutta me la andrò a comprare da quell’omino scalzo, sotto una tettoia fatta di canne, che mangia le sardine arrosto che si è portato da casa.

Mille euro per una troia, dice il verbale di un interrogatorio. E dopo i mille euro, e una prova microfono, i soldi veri, quelli che dà la televisione quando ti ci mettono dentro a “lavorare”. Anche il figlio di bossi ora lavora; di euro ne prende 12 mila al mese. Anche 12 mila euro sono soldi veri. Ricordate? La lega propose di abolire la valenza del titolo di studio. Se così fosse stato, il figlio scemo di bossi, che per diplomarsi ci ha impiegato una mezza vita, il lavoro l’avrebbe trovato subito, e senza nemmeno dover emigrare a Roma Ladrona. Qua, invece, basta guardare le mani e le scarpe delle persone sedute ai tavolini del bar, per capire quanto poco faccia guadagnare la fatica. Credo che in padania sia lo stesso, ma in padania hanno deciso che è meglio non vederla la fatica nel volto degli uomini e delle donne, meglio concentrarsi sul negro, e fingere di credere che sia in agguato, pronto a rubarti il diritto di faticare. Strano però: l’italiano ha deciso di non pagare i 500 euro che gli consentirebbero di detenere legalmente una schiava badante. L’italiano è contro la clandestinità, ma in casa preferisce avere il clandestino da sfruttare e ricattare. Ne ho conosciuto in questi giorni, Abu, Il Bergamasco (ci vediamo dai!), la ragazza dei capelli. Belli, giovani, sorridenti. Preoccupati. “Ora l’Italia non è più come prima, ora è fascista”. Così mi hanno detto, raccontandomi le loro vite, i chilometri macinati avanti e indietro per le nostre lunghe spiagge.

Ora l’Italia è fascista. Lo si comprende leggendo i titoli dei giornali, lo si comprende dalla necessità di firmare appelli per la libertà di stampa, dall’incredulità europea nei confronti di un tizio probabilmente alla canna del gas, che si dimena per non crepare, che propaganda la sua presunta potenza sessuale solo ed esclusivamente per sopperire a tutte le sue carenze fisico/intellettuali. Marionetta ormai dai fili consunti, che presto verrà sostituita con un’altra, che sarà ancora peggiore perché l’Italia pullula di italioti, incapaci di fermarsi a guardare una spanna oltre il proprio naso.

Ho ancora qualche giorno da godere, di mare e di terra, di profumi e di nubi, di dialetto sorridente. Sarò ancora per qualche giorno “la principessa” della spiaggia, per quell’uomo pakistano che è convinto che la vita sia solo un passaggio, in attesa di un mondo migliore. Quello di Dio. Oh! Sì… un pakistano cattolico, non un terrorista mussulmano da convertire e democratizzare. Uno che spera presto di andare al nord, perché in Italia c’è troppa fame. E per nord, lui intende dalla Francia in su … non la padania.

Rita Pani (Sarda)


9.08.2009

 

Gianniiiiiiii

Da Gianni a Porto Budello (Teulada) ... Ti sfondi e sai cosa bevi.
R.

PS
Nel contempo eravamo affranti per i martiri delle guerre puniche.

9.04.2009

 

Un'altra cartolina


... Tuerredda...
R.

9.02.2009

 

Cartoline dalla Sardegna - Afro/Rita


Maddalen che intreccia i miei capelli.
Saluti da casa.
R.

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