11.29.2008

 

Renzo pinne gialle

Non sparare sulla Croce Rossa. Me lo vado dicendo da quando ho appreso la notizia che il figlio delfino di bossi, più che una trota è un tonno.

Nonostante il ricorso al TAR e la terza prova d’esame con tanto di ispettori mandati dal ministero, l’erede al trono della lega è stato bocciato ancora una volta.

Quanto può essere asino questo ragazzino, se nemmeno con i favori di un palese e aberrante nepotismo è riuscito a passare un esame?

Eppure ieri si era presentato speranzoso alla prova d’esame, spiegando ai cronisti che lo attendevano fuori dalla scuola, che questa volta non ci sarebbero stati inghippi, dal momento che aveva presentato una tesina di fisica anziché di politica.

Ora che è stato bocciato per la terza volta, probabilmente ci sarà un nuovo ricorso al TAR, perché sebbene quasi tutti padani, i componenti della commissione si sono confusi pensando di trovare sulla tesina risposte sul calcolo della lunghezza di un percorso su traiettoria conica, mentre il ragazzo intendeva EDUCAZIONE FISICA.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Domani piove

Niente politica, basta politica.

Voglio parlarvi del Meteo, perché a giudicare dall’incremento avuto di trasmissioni dedicate, e sviluppo tecnologico delle tecniche di rilevazione meteorologica la materia deve necessariamente essere assai più importante della politica.

Sky ha addirittura un canale dedicato alla meteorologia e trasmette le previsioni ventiquattro ore su ventiquattro, con l’ausilio del touch screen dove il metereologo tutto figo disegna sopra con un dito, e collegamenti con satelliti a infrarossi. Prevedono la quantità e la tipologia delle nubi, la possibilità di piogge con un margine di errore di 3 gocce per millilitro caduto, catastrofi, tsunami. Dicono persino quale vento soffierà, a che velocità e di che tipo sarà, refolo, brezza, burrasca, tempesta, e come per la pioggia con un margine di errore di un peto per kilometro/ora.

Io sono conservatrice, e per questo sbaglio. Continuo ad ostinarmi a guardare le previsioni meteo che trasmettono in diretta fuori dalla finestra. L’ho fatto anche oggi, prima di andare a fare la spesa, ho guardato il megaschermo a due ante, e quando pensavo che fosse spiovuto sono uscita baldanzosa. Il tempo di arrivare alla macchina ed ero completamente zuppa. Prima o poi imparerò, infatti, nel pomeriggio, ho guardato le previsioni per Terni, e c’erano indicate almeno due gocce, le altre 200.000 erano sparse sui miei pantaloni e sul giubbotto.

Quello che non capisco è perché se il clima è diventato così importante, tanto che i giornali on line chiedono ai loro lettori di inviare le foto della neve a Milano o delle alluvioni in Sardegna, quando ci sono le conferenze mondiali sul clima, si prendano provvedimenti che partono dal 2050. In effetti non comprendo perché a Novembre il freddo e la neve debbano essere intesi come fatti straordinari, o perché Soru sia caduto proprio per un decreto sulla proibizione di cementificazione selvaggia delle coste, quando in Sardegna ogni volta che pisciano tre cani tutti insieme vicino al mare, si allaga un paese. Ma questa sarebbe politica e io non ne parlo.

Rita Pani (APOLIDE DOMANI PIOVE, me lo dice il ginocchio)


11.28.2008

 

Socialcard


 

Anche Marx avrebbe le Tod's

Con estrema difficoltà voglio tornare a scrivere di economia. Con un po’ di fatica e impegno ho guardato Anno Zero –non tutto, non sono stata così eroica- anche perché non essendoci in studio leghisti o forzidioti, era possibile sentire le persone che parlavano.

È stato interessante, mai visti tanti marxisti tutti insieme, e anche Casini aveva l’aria di essersi convertito al comunismo, senza neppure essere in punto di morte. Ha detto persino cose giuste, ma è facile quando si rimescola nell’ovvio.

Ora però io mi chiedo: ma se la bolla dei subprime americani non fosse scoppiata, qualcuno starebbe facendo finta di interessarsi di noi? Sembra che la crisi economica, in Italia, sia una novità arrivata con i venti transoceanici, che nessuno si aspettava, Robin Hood compreso.

Così lo scarparo più ricco del pianeta diceva che la colpa era di quella decina di migliaia di lestofanti che avevano voluto guadagnare molto e lavorare poco, il democristiano si indignava per il numero dei precari, ma non disconosceva il bisogno di flessibilità, e il comunista masticava amaro, avendo promesso di non incolpare nessuno.

Per un attimo, per fortuna, si è potuto dare un po’ di colpa ai verdi o ai movimenti spontanei dei cittadini che con le loro battaglie avevano bloccato lo stupro di monti e valli.

Tutti concordi, i marxisti in studio, a denunciare la mancanza di ammortizzatori sociali, ma nessuno che abbia giustificato la posizione della CGIL rispetto allo sciopero generale del prossimo 12 Dicembre, che guarda caso è stato indetto proprio in virtù di questa carenza e contro CONFINDUSTRIA e il suo piano, teso ad annientare ancora di più, se possibile, i diritti dei lavoratori.

Tutti d’accordo sulla creazione di un circolo virtuoso che parta dai consumi, a partire dalla zia di Della Valle che deve comprare gli utensili per far lavorare le fabbriche e gli operai. Tutti d’accordo su tutto, tutti marxisti convinti.

Nessuno che nemmeno un momento abbia pensato di mandare qualcuno, sonoramente, a cagare.

Io credo alla buona predisposizione dell’industriale italiano, quanto credo in babbo Natale. Un paese dove i lavoratori muoiono (anche nelle industrie della presidente di CONFINDUSTRIA), dove sono sfruttati, dove si assumono gli schiavi negri perché l’unica regola è ancora oggi, e sarà anche domani, il profitto. Fa paura vedere le fabbriche chiuse, ma faceva altrettanta paura quando le fabbriche chiudevano per trasferire le linee di produzione all’estero, dove era ancora più semplice sfruttare altri schiavi.

Hanno appena detto che non ci sono i soldi per detassare le tredicesime, ma nessuno dice, per esempio, che i precari la tredicesima non la prendono, comunque il piano di salvataggio del governo, sarà finalmente pronto domani. Nessuno sa ancora nulla, se non indiscrezioni, perché in un periodo come questo, direbbe Veltroni, è importante dialogare e collaborare. Quello che si sa è che sono stati stanziati un tot di milioni di euro per la costruzione di nuovi lager dove rinchiudere i nuovi flussi di manovalanza a poco prezzo, che probabilmente un giorno riuscirà ad andare a produrre gli utensili per la zia di Della Valle e salvare così tutti noi.

Rita Pani (APOLIDE)


11.26.2008

 

Profonda tristezza

Forse domani mi sveglierò, e guardando verso la luce che filtra dalla finestra, ammorbidita dalla tenda, sorriderò al mondo, scoprendo felice che era solo un sogno, un orribile sogno da dimenticare.

Gramsci in punto di morte ha baciato l’immaginetta di Gesù. Non l’ha mai detto la sorella, né il figlio, né gli storici che hanno studiato ogni giorno della vita di Antonio Gramsci, lo ha detto il Vaticano (fonte attendibile, eh). Non vorrei dire più di quanto ha detto lo studioso Giuseppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci. Non vorrei nemmeno, però, che domani Walter Weltroni annunciasse che Gramsci era un democratico. Il rischio è grande in questo mondo che va al contrario.

D’altronde chiunque (a sinistra) ha avuto modo di vedere la prima pagina di Liberazione, un piccolo dubbio di ritrovarsi in un sogno o in un universo parallelo, deve averlo avuto leggendo che per il PRC, Vladimir Luxuria è “il nostro” Obama.

“Ma è fantastico!” gridò un compagno leggendo il titolo dal giornale esposto in edicola, “Il primo presidente della Repubblica giovane e transessuale!” Al compagno poveretto, nessuno ebbe il coraggio di dire che Luxuria aveva semplicemente vinto il primo premio di una discutibile trasmissione televisiva. Semplicemente, scoprendo che tutti i giornali, anche i più grandi, da giorni dedicavano ampio spazio all’ex deputato di rifondazione comunista, dando rilievo alle dichiarazioni di eminenti esponenti del parlamento italiano, l’ignaro compagno era stato tratto in inganno.

La soluzione è il teletrasporto, ma ancora non ho ben chiaro se per viaggiare indietro o avanti nel tempo. È difficile la scelta: se vado indietro, che dico ai partigiani? “Ehi ragazzi andateci piano, non è che sia poi indispensabile morire per noi.” E agli operai delle lotte? Che cosa potrei raccontare a chi, in un modo o nell’altro, ha dato la vita per noi?

Ad andare avanti, nemmeno oso pensarci: se stiamo messi così oggi, non riesco proprio a immaginare cosa sarà domani.

Rita Pani (APOLIDE)


11.25.2008

 

Naked world


È da un po’ che cerco di comprendere il fenomeno del “nudi per” … protesta o solidarietà. Non vi è giorno che nel mondo qualcuno non si spogli: oggi si sono spogliati in spagna gli studenti che hanno finito il corso di anatomia, le studentesse di Newcastle per solidarietà, le animaliste ad Hong Kong. In Italia recentemente, si sono spogliate le studentesse pro gelmini, ma questo caso non so se valga la pena menzionarlo, forse era il concorso per un posto da ministra e noi non lo sapevamo.

Sono innumerevoli soprattutto le proteste; abbiamo avuto i commessi a Londra, in Italia le ragazze di un centro sociale, i vigili del fuoco, i nudisti in bicicletta a Madrid (pericolosissimo), gli imprenditori a Bologna, le centraliniste di un call center a Legnano, e i pensionati in varie parti del mondo.

Per carità ogni protesta è lecita, e ben venga la solidarietà, solo che francamente non comprendo quali risultati possa sortire questo tipo di protesta, oltre quello di sollazzare chi guarda. Non tutte le proteste nude, infatti, trovano lo stesso risalto sui mezzi di informazione. Stranamente si trovano ampie gallerie fotografiche, quando a protestare sono bei giovani dai corpi perfetti, e non a caso non esiste traccia delle foto delle proteste nude dei pensionati. Strano eh?

Certo questo nuovo modo di protestare mi ha fatto pensare, perché è chiaro che per rendere efficace la protesta, è meglio che essa sia originale e catalizzante, anche se ormai, essendosi spogliate tutte le categorie, tranne quella dei preti e le suore, non credo che si possa più parlare di originalità. Sarebbe al massimo una novità protestare vestiti contro chi protesta nudo, o essere dirompenti permettendo di unirsi alla nuda protesta, solo se dotati di panze cellulite, tette cadenti e scroti striscianti. Ecco, questa sì che sarebbe una novità.

E se poi, oltre alla cellulite si avesse pure un forcone in mano … beh! Sarebbe fatta.

Rita Pani (APOLIDE VESTITA)


 

Terzo mondo

Certo che fa sensazione un ragazzo che muore a scuola perché gli cade il soffitto addosso, ma è ingiusto asserire che per questo l’Italia è un paese del terzo mondo. L’Italia è un paese del terzo mondo principalmente perché è governato col modello delle tribù africane di Bokassa che aveva al bagno rubinetti d’oro mentre il suo popolo viveva nelle capanne di fango.

Non è la solita boutade antiberlusconiana, è una tristissima realtà che se solo si avesse la pazienza di pensare, sarebbe visibile anche agli occhi di chi si costringe alla cecità. Se avete un’ora e mezza libera, dedicatela alla visione di questo film Biùtiful cauntri , per esempio, e scoprirete che quando qualcuno ti viene a raccontare che finalmente Napoli è tornata a fare parte della civiltà occidentale, perché la strada dove passerà lui è pulita, il paragone con Bokassa è calzante.

Siamo nel terzo mondo, perché ogni giorno qualcuno esce da casa per andare a lavorare e invece di lavoro muore, e ormai questo fatto è diventato talmente consueto che non vale nemmeno più la pena parlarne. Proprio come quei disperati nigeriani che provano a rubare il carburante dalle tubature delle raffinerie e muoiono arsi vivi. Sanno che potrebbero morire, il rischio è calcolato, e nessuno ne parla mai. (Anche oggi, come tutti i giorni, in Italia due persone sono morte di lavoro)

Stiamo diventando un paese sempre più misero, perché il Bokassa di turno ha troppi interessi economici da tutelare, e tutto viene prima di noi, che sempre in numero maggiore non riusciamo a vivere. Ho un’amica che qualche mese fa è rimasta vedova, e il primo novembre ha ricevuto il primo assegno INPS della pensione di reversibilità: 68€. Per fortuna che riesce a incamerare qualche altro piccolo reddito, sennò avrebbe dovuto sperare nella social card, che avrebbe accresciuto il suo reddito a 108 € mensili. Ma Bokassa ha davvero idea di cosa significhi vivere con 600 € al mese? Io credo proprio di no, perché forse a lui non basterebbe nemmeno per il makeup.

Forse qualcuno può illudersi che si sia davvero nel mondo occidentale perché quattro ragazzini annoiati, per divertirsi danno fuoco a un barbone, o perché a Lecce è talmente tanta la ressa per poter partecipare ai provini del grande fratello, che si arriva a far crollare un muro, ma secondo me, anche questi sono segnali contrari che vanno a certificare, la nostra caduta agli inferi.

E come in una repubblica di Bokassa, anche la campagna elettorale è sintomo della miseria, col premier in trasferta che ci spiega che i giudici di mani pulite e non le tangenti e il ladrocinio che ha radicato l’illegalità nel territorio, siano stata la disfatta del nostro benessere. O anche un impunito spalleggiato da Bokassa in persona, che platealmente si da al voto di scambio, con tanto di filmato su youtube

Va bene Bokassa mangiava carne umana, quello di Arcore no, ma a questo punto, non mi sentirei nemmeno di giurarci.

Rita Pani (APOLIDE)


11.23.2008

 

Siamo le Brigate Rosse 3.0

Un’altra volta le Brigate Rosse. Le nuove ovviamente. Visto che è importante tenersi sempre informati? Se lo fossero stati i creatori del volantino, non avrebbero fatto questa figura di merda, e avrebbero scritto giusto: “Siamo le Brigate Rosse 3.0”. O anche: “Siamo le nuove, nuove Brigate Rosse.” Che le nuove già le sterminò l’allora ministro degli interni pisanu, quello specializzato nella creazione ed eliminazione di frange eversive. A lui, infatti, si deve l’invenzione della fascinosa figura dell’anarcoinsurrezionalista, non ancora ben chiara nemmeno a lui che la inventò e aimè svanita nel nulla dopo la sua uscita dal Viminale. Provò a sterminarla dopo averla creata, lasciando a marcire in carcere per più di un anno, 8 compagni sardi su cui ovviamente si lasciò cadere il velo dell’oblio.

Credo che queste Brigate Rosse 3.0 facciano parte del pacchetto sicurezza, che facciano il paio con l’esercito sulle strade. Penso che il governo inizi a porsi il problema di quello che potrebbe accadere in Italia, lasciando ancora berlusconi libero di parlare. Il tempo stringe, e ormai sembra essere sempre meno improponibile il teorema secondo cui, se le cose non vanno, è colpa di Prodi o dei comunisti.

Prestando un po’ d’attenzione alle ultime dichiarazioni del presidente del Milan, durante la sua trasferta abruzzese, si delinea sempre meglio lo scenario del prossimo futuro. The day after monnezza, per esempio: “piantare alberi sopra le montagne dei rifiuti”. Il progetto è semplice e geniale. Finire di riempire le discariche abusive napoletane, coprendo di rifiuti solidi urbani i rifiuti tossici nocivi precedentemente stoccati, e dopo piantare alberi sopra i rifiuti. Tra dieci anni, a nessuno potrà venire il sospetto che sotto quel magnifico parco c’è il veleno che nel frattempo ha sterminato intere popolazioni. C’è già chi cerca di immaginare lo stupore nel viso degli archeologi del futuro, che dopo aver disboscato la foresta saranno chiamati dalla soprintendenza dei beni culturali, in seguito all’emersione di un buffo barile recante uno strano simbolo a forma di teschio.

Combattere le emissioni di Co2? Un progetto donchisciottesco, a dire del primo supporter dei rosso neri. In un momento di crisi, dice, è impensabile. Non fa una piega. Perché mai investire in un nuovo settore in via di sviluppo che potrebbe a sua volta creare nuovi posti di lavoro? È una roba da pazzi. Poi l’aveva così ben spiegato quel genio di castelli qualche sera fa, non mi ricordo in che circo televisivo. Rispondendo a Bersani, che consigliava di investire nella demolizione delle vecchie e pericolose centrali nucleari dismesse, il ministro ha risposto: “Voi di sinistra, volete solo distruggere, noi invece vogliamo solo costruire.” E davanti ad una dichiarazione così illuminata, cari mie, non ci resta altro da dire: “chapeau”!

Rita Pani (APOLIDE)


11.22.2008

 

La crisi economica è propaganda della sinistra

«Si è diffuso un clima generale di sfiducia - ha affermato berlusconi - anche per le profezie fatte circolare in Italia dalla sinistra che grida alla catastrofe. Premier e governo cercheranno di infondere fiducia ma solo i cittadini possono, non cambiando le loro abitudini, arginare la crisi reale che purtroppo sta arrivando, con una caduta verticale degli acquisti».

Per risolvere un problema, bisogna prima comprendere “quale” sia il problema stesso. Studiare una strategia e applicarla. In questo caso il problema è la crisi economica, e berlusconi colui che, insieme alla sua congrega di geni, dovrà risolverlo. Ora sappiamo che la prima causa del problema è la sfiducia instillata dalla sinistra, e finalmente Berlusconi ci fa la cortesia di spiegarci che la soluzione è in mano nostra: noi cittadini dobbiamo riprendere a spendere prima che arrivi la crisi.

L’avevo già detto, e lo ribadisco: c’era bisogno di andare fino a Washington a spese dello stato, per dire una minchiata simile?

Visto l’acume del presidente del Milan, è facile comprendere com’è che si sia arrivati a trovare la soluzione nei bonus (una tantum) natalizi, ovvero da 150 a 800 euro da spendere a Dicembre e scongiurare l’arrivo della “valanga”.

Continua a dichiarare, inoltre, di avere un “consenso imbarazzante” e io mi chiedo se non sia che anche lui si stupisca di tanta italica idiozia. È talmente imbarazzante, infatti, dichiararsi berlusconiani, che ancora oggi è difficile trovare qualcuno che ammetta candidamente di averlo votato.

Comunque la crisi economica è un problema che sicuramente riguarda più noi che loro, e quindi è bene rimboccarsi le maniche e darsi una mossa per provare almeno a risolverla. Per questo invito tutti coloro che proprio oggi hanno scoperto di avere sul conto 28 euro, di uscire domani mattina presto e andare a spenderli in un centro commerciale, e non preoccupatevi se poi non riuscirete a passare la settimana che vi separa dal prossimo mi serissimo stipendio da precario. Natale si avvicina, e potrete goderne anche voi. Arriva la tredicesima! Ah! No, i precari non hanno la tredicesima … Va bene arriva il bonus, e male che vada avrete quei 150 euro che faranno girare l’economia. Non preoccupatevi se poi non state bene in salute e avreste urgentemente bisogno di qualche migliaio di euro per il dentista. Potrete fare una finanziaria e pagare in piccole e comode rate. Ah! No, non avete reddito e non avete garanzie. C’è sempre il SSN, che se state soffrendo oggi, vi da appuntamento per Maggio, con la clausola: “QUA SI TOGLIE MA NON SI CURA CAUSA SOVRANNUMERO”.

Impegniamoci a spendere, un forcone non costa poi tantissimo, e lo si può trovare facilmente anche di recupero presso il capanno degli attrezzi del vostro vicino, di vostro nonno, o usato su ebay.

Rita Pani (APOLIDE)


11.20.2008

 

Inadeguato

Inadeguato, inopportuno, “carinamente” idiota.

Io detesto le “giornate mondiali”, ritengo che siano inutili, a volte persino offensive, ma poi comprendo che parlare anche per un solo giorno di un problema, sia meglio che non parlarne per nulla. Ritengo che ogni giorno dovrebbe essere quello giusto per ricordarsi di chi soffre, di chi è malato, di chi non ha diritti, di chi vive una vita ingiusta, di chi vive in povertà, di chi soffre per una malattia rara della quale non importa a nessuno, delle donne che subiscono violenza, dei bambini …

Oggi Giornata Mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

Oggi è consentito ricordarsi dei bambini che lavorano, dei bambini violentati, dei bambini affamati, di quelli rapiti e scomparsi, forse venduti o forse uccisi, dei bambini ammalati, dei bambini soldato che combattono guerre vere, e non con la playstation. Oggi è il giorno giusto per rivendicare i loro diritti negati. Oggi sarebbe stata l’occasione per tendere loro una mano, per farci toccare la coscienza, magari guardando i nostri figli, bianchi, protetti e al sicuro.

Oggi anche l’Italia avrebbe potuto far sentire la sua voce al mondo, con un’idea, con una promessa, con un impegno solenne che ridesse speranza ai bambini.

Ma qualcuno ha voluto che a parlare per noi fosse berlusconi, e quindi si spera che la voce italiana non varchi i confini di questo staterello miserabile come chi lo rappresenta.

Il giorno dei diritti dell’infanzia, berlusconi promette di negare i diritti all’infanzia, ancora una volta rivendicando la giustezza dell’apartheid nelle scuole, ancora in base all’assurdità secondo cui per insegnare l’italiano ai bambini stranieri, bisogna mettere cinesi con arabi, russi, africani, cileni … tutti loro insieme ma divisi dai bambini italiani, gli unici a poter parlare loro in italiano. E non importa che non sia stata io a spiegare l’ovvio, ma si siano per questo scomodati linguisti, sociologi, antropologi … La giustezza del pensiero risiede dentro le menti illuminate dei leghisti.

Ora aspettiamo, le altre giornate mondiali: quella contro la violenza sulle donne, in cui Berlusconi dirà che è bene non girare con la minigonna se non vogliamo essere violentate. Quella sulla fame nel mondo, in cui dirà che anche lui ha fame (o cazzo! Ma questo l’ha già detto!) La giornata mondiale contro la povertà, quando dirà che chi è povero non ha lavorato abbastanza in vita sua (temo abbia già detto anche questo).

Voi lo avete votato, e io mi devo vergognare. Anche questa è ingiustizia.

Rita Pani (APOLIDE)


11.19.2008

 

Difficile restare seri

Poi mi sgridano, perché faccio della facile ironia, anche su cose serissime. Ma cosa potrei pensare di serio, sapendo che forza nuova difende la vita, ed è contro la legge 194? Forse che loro vogliono che i bambini nascano e che crescano quel tanto che basta per andare ad ucciderli a sprangate o magari dando loro fuoco se non avranno la fortuna di un avvenire ricco e prosperoso?

È certamente facile come ironia, ma con onestà dobbiamo ammettere che il materiale per sorridere cinicamente della vita, non ci manca davvero in questo paese di buffoni.

Prendete la CAI, per esempio si può davvero continuare a parlare di questa società di passamanerie, diventata in un momento una compagnia aerea, in modo serio? Anche quando uno dei paladini salvatori della patria, è nuovamente indagato per corruzione?

Per provare ad essere seri bisogna parlare delle forze politiche all’opposizione: AN e lega. Ogni tanto svolgono il loro ruolo con solerzia, diversamente questa mattina, il governo avrebbe approvato l’ennesimo decreto salva chiappe, prevedendo i lavori socialmente utili per i soliti 4 ladri patentati. Ma ve lo immaginate il presidente del Milan, condannato per un falso in bilancio, va a rubare il posto ad un extracomunitario che lava il culo ad un anziano disabile? Con la crisi di lavoro che c’è, ci mancherebbe pure che i ladri prendessero il posto degli schiavi. Che esempio peregrino! Il presidente del Milan è un’alta carica dello stato, non è perseguibile.

E si potrà mai essere seri, chiacchierando bonariamente del presidente di vigilanza della RAI, eletto al solo scopo di essere rimosso? Ma qualcuno di voi ha sentito le dichiarazioni della maggioranza di governo a proposito di Zavoli? “Un nome che mette d’accordo tutti.” O anche “non potevamo accettare l’arroganza dell’opposizione” eh? Fossi in Villari non mi dimetterei nemmeno tra un milione di anni, così solo per farmi due risate. “Mi avete eletto voi, mica mi sono autoproclamato!” Ho speranza, visto che rivendica le sue origini democristiane.

L’ironia è utile, perché aiuta a fermare gli istinti che scaiola riesce a ridestare con le sue dichiarazioni, sia mentre inaugura una centrale inquinante a carbone s Civitavecchia, costruita dopo tanto tempo e qualche vita umana, o quando non riesce a credere che chi sa di mandare la gente a morire, voglia ucciderla. Solo che siccome anche oggi 5 lavoratori sono morti, e allora non mi viene più da ridere.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Prendiamolo sul serio

La premessa sta qua, sul sito di Rai News 24 . Contrariamente a quanto affermato da Giulietti, io dire che una volta tanto sarebbe bene prenderlo sul serio, e non pagare il canone RAI, giustificando l’evasione con l’autorevole invito del Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.

Il presidente fa cucù, il presidente fa le corna, il presidente fa battute razziste, il presidente minaccia, il presidente scherzava … scherza sempre il presidente, intanto noi siamo in mezzo alla morsa.

E’ istigazione a delinquere, ma che importanza ha? Tanto non è che non sia perseguibile per legge in quanto vittima di un’infermità mentale, ma perché si è fatto scrivere dai suoi avvocati il lodo alfano, che di fatto lo terrà lontano dalle aule giudiziarie per ben altri reati.

Quindi anziché il bollettino postale, a Gennaio, invierò una raccomandata alla RAI:

Avendo accettato l’invito espresso dal presidente del consiglio, in data 18 Novembre 2008, rilanciato a mezzo stampa, quest’anno non pagherò il canone RAI.

Inoltre, pensavo che non si debba pretendere l’abrogazione del lodo alfano mediante Referendum, ma invece, credo che sarebbe più opportuno portare avanti una battaglia legale, perché venga applicato l’articolo 3 della Costituzione Italiana: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

È ora che la Repubblica ci renda uguali, e quindi, a mio avviso, possiamo lavorare perché tutti i privilegi di pochi, vengano estesi a tutti: stipendi minimi dei lavoratori equiparati ai loro, diritti per i conviventi come i loro, assistenza sanitaria come la loro, età pensionabile come la loro, diritto alla casa come la loro, il lodo alfano per tutti … in sintesi, estendiamo la “loro uguaglianza” davvero a tutti i cittadini.

Rita Pani (APOLIDE)


11.18.2008

 

Cretinetti in vacanza

È simpatico. È davvero simpatico come una colonscopia, fa ridere come il trapano di un dentista. Sapere di doverlo incontrare, dispone al buon umore proprio come quando ti muore il gatto.

Cretinetti in vacanza, ecco cos’è colui che ci governa: La Merkel, scesa dalla macchina, si è avvicinata verso il picchetto d'onore posizionato davanti al palazzo della Regione dove la attendeva il premier. Ma mentre percorreva la breve distanza che li separava, berlusconi ha approfittato della presenza di numerose persone della scorta e del cerimoniale per mettersi dietro il lampione. Poi, quando la cancelliera ha raggiunto il punto previsto per l'incontro passando proprio accanto al lampione, è sbucato facendo "cucù".

Sembra il nonno delle barzellette, quello che non ci sta più tanto con la testa, e al quale per questo di perdona tutto, persino il fatto di scorreggiare a tavola.

Come al solito ha scelto la persona giusta con la quale fare lo scherzo da cretino, infatti, proprio la settimana scorsa Angel Merkel, aveva avuto di che lamentarsi per l’eccessiva “confidenza” del premier francese Sarkozy.

Un’altra perla da unire alle altre bellissime perle istituzionali, di Cretinetti in vacanza che accrescono il prestigio dell’Italia.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Oclocrazia del forcone

Non è semplice starei in bilico sulla corda, senza cadere rovinosamente nella demagogia, anche sé certe volte persino un po’ di sana demagogia sarebbe meglio che il silenzio ottuso, di un popolo arreso, e incapace di reagire. Dirò di più, con questo governo e con questa opposizione inesistente, dove un Villari qualunque può essere acquistato con la presidenza di una commissione di vigilanza, non guasterebbe un po’ di sana “oclocrazia del forcone”.

Eravamo partiti con Robin Hood che doveva rapinare le banche per spartire il bottino coi poveri, siamo arrivati al G 20 che fa colazione a Washington e decide di non decidere almeno fino a Marzo. Ma siccome arriva Natale, il nostro governo ha pensato di non attendere la primavera per darci un mano d’aiuto, e sebbene non abbia ancora deciso cosa, qualcosa farà, almeno per consentire alla massa di inondare i centri commerciali addobbati di lucine lampeggianti.

Prima di tutto la “poor card” – la carta prepagata per i poveri - non sarà di 400 euro annui, ma di 40 euro al mese, per pagare bollette e generi alimentari, acquistabili però, solo nei supermercati convenzionati (si accettano scommesse sulle catene interessate)

Un incremento di 80 euro annui rispetto alla miseria promessa in principio, è già tanto, perché se prima un pensionato al minimo (ovvero sotto gli 800 euro mensili) avrebbe avuto la possibilità di spendere 1 euro e 095 centesimi al giorno, ora avrà la disponibilità di 1 euro e 31 centesimi, che magari non risolverà, ma sicuramente aiuterà i pensionati, se non altro a mantenersi vivi grazie all’adrenalina da incazzatura. È interessante ricordare le intenzioni di quel genio di tremonti: “ad "alimentare" le card sarà un apposito Fondo su cui convergerà parte delle entrate derivanti dalla Robin Hood tax sugli extraprofitti dei petrolieri (e forse anche una fetta di quelle dalla stretta fiscale su banche e assicurazioni)”.

Altra idea che prende sempre più piede è il prestito di 5.000 euro, del quale ho già scritto sul mio blog, che i genitori dei neonati potranno richiedere ad un tasso del 4 per cento. E se ci fermiamo a pensare che appena due anni fa, un mutuo per l’acquisto di una casa aveva un tasso del 3,2/3,3 …

Poi c’è la possibilità di versare a Novembre, solo un anticipo dell’IRPEF, che comunque prima o poi si dovrà rifondere allo Stato.

Sembrerebbe quindi che, per favorire le spese natalizie, lo Stato si impegna a prestarci del danaro che in un modo o nell’altro prima o poi rivorrà indietro, qualche volta persino con gli interessi.

Sembra inoltre che per agevolare l’economia, Mercoledì sia in programma il pre-Cipe che preparerà il comitato interministeriale che venerdì stanzierà 16 miliardi per investimenti. Molto andrà anche alle infrastrutture (leggi autostrade).

Insomma Robin Hood è morto, oppure come Villari si è venduto anche lui, diversamente non si spiega perché a noi solo prestiti e alla CAI, ai suoi paladini, alle imprese e alle banche solo regalie.

Rita Pani (APOLIDE)


11.16.2008

 

Ennesimo malore

I giornali scrivono che “è un giallo” il malore di berlusconi. Secondo me, invece, è solo un marrone. Sempre il solito marrone, che puntualmente arriva ad ogni drastico calo del gradimento nei sondaggi. Noioso e prevedibile, squallido personaggio. Morte e resurrezione, e la conseguente smentita, con l’aggravante della dichiarazione di eterna giovinezza.

Qual è lo scopo? Muovere a pietà? Poveraccio, sapesse quante bottiglie attendono d’esser stappate, nei frigoriferi degli italiani, forse la smetterebbe di illudere il popolo mostrandoci le suole delle scarpe. Anzi, consiglierei ai suoi servi statistici di fare un sondaggio: “Intendi festeggiare il malore definitivo?” Credo ci sarebbero sorprese.

So che con queste poche righe mi attirerò ancor più inimicizia di quanto non abbia già, ma perché tacere? Per ipocrita buona creanza? Ma forse loro tacciono? O non è forse vero che l’insulto e l’oltraggio sono continui?

Per esempio: c’era davvero bisogno di incontrarsi a Washington per stabilire che della crisi economica – che è qui e adesso – ci si occuperà entro la fine di marzo?

E stando entro i nostri miseri confini, che effetto fa sentire gasparri, notoriamente diversamente intelligente, dare dello stupido a Veltroni? Non perché si tratti di Veltroni, ma come fa – più in generale – il bue a dare del cornuto all’asino, così spudoratamente?

E il capo della Lega, forza politica della Padania, fantomatica regione dell’Italia con maggior numero di schiavi extracomunitari, può dire che gli stranieri sono una risorsa negativa? E se iniziasse la sua badante a scioperare e smettere di asciugargli la bavetta dal muso? Nemmeno questo si può dire per ipocrita buona creanza?

Può darsi, come può anche essere che io la buona creanza la conservi per gli esseri umani meritevoli di rispetto. E questi, di umano, non hanno proprio nulla.

Rita Pani (APOLIDE)


11.15.2008

 

La lascino morire in silenzio

E il giornalista dice: “Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.”

Mi volto e guardo lo schermo, riconosco quel posto, quelle finestre rettangolari, la struttura color mattone. Mi accompagnava un amico di Udine che ci aveva passato dentro molto tempo, e mi conduceva al reparto dove c’era una mia carissima amica, che attendeva di poter tornare a vivere; non è stato nemmeno molto tempo fa.

Penso a lei, che ora è in via di guarigione, e mi viene voglia di mandarle un messaggino, ma ho il telefono senza credito.

Mi volto ancora dall’altra parte e riprendo a fare quel che facevo prima che mi distraessi, e sento il cronista raccontare che “forse” Eluana Englaro verrà portata là per morire. Forse, perché per sua stessa ammissione il giornalista non sa cosa ha deciso la famiglia, ma con voce decisa dice che è quasi certo che avverrà in Friuli Venezia Giulia, perché il padre è originario di quella regione.

Intervista un medico, pare sia necessario sapere come avverrà la morte, e si affretta a concludere elencando tutte le altre possibili strutture ospedaliere presenti a Udine, che potrebbero essere idonee al caso. La linea torna a Como, dove un altro avvoltoio dotato di microfono, sosta davanti alla clinica nella quale vegeta la ragazza.

Mi immagino uno stuolo di paparazzi appostati dietro i cespugli, che sobbalzano per ogni ambulanza che parte, o altre spie che bivaccano a bordo di automobili parcheggiate nei pressi dell’ospedale: “segui quell’ambulanza!”

Ora ho visto i giornali, più o meno tutti hanno accanto alla notizia il sondaggio, uno di quelli intelligenti: “Se tu fossi nelle condizioni di Eluana, vorresti morire?” oppure “Condividi la decisione dei giudici?”

Altri articoli tendono a far passare l’idea che la povera ragazza morirà di fame e di sete, come se le venissero negati hamburger, patatine fritte, e i beveroni annacquati di Mc Donald, e la destra grida all’orrore, mentre l’opposizione cerca di mantenere una certa aplomb. Una sorta di derby, come tutto può essere trasformato solo in questo cazzo di paese di merda ( e mi si scusi per il francesismo).

Fare silenzio, sarebbe davvero così difficile?

Rita Pani (APOLIDE)


11.14.2008

 

I guasti della propaganda

Ieri mi è capitato di sentire un cretino leghista, dire che la Costituzione è tanto cara ai comunisti; anzi lui diceva che i comunisti brandiscono la costituzione. Poi il cretino leghista, rivendicava per sé il merito di averla voluta cambiare, la Costituzione, ma poi il popolo, quel maledetto popolo comunista ha votato un referendum per non far passare la modifica costituzionale.

Oggi, altri cretini leghisti ci tengono a ricordare che è colpa dei comunisti, se oggi non è diminuito il numero dei parlamentari, e se ancora la casta sopravvive a se stessa.

L’italiano ormai somiglia sempre più a un soggetto afflitto da amnesia, che recupera la memoria a sprazzi, e spesso una memoria non corrispondente alla realtà. Così, il povero leghista, oggi ricorda che la riforma costituzionale del 2005 prevedeva: “Numero ridotto di parlamentari (500 deputati + 18 deputati per gli italiani all'estero; 252 senatori federali)”.

È bene, quindi, ricordare allo smemorato leghista, che nel 2006 il referendum costituzionale, al quale venimmo chiamati, rigettò le variazioni ad una cinquantina di articoli costituzionali, molti dei quali sembravano scritti “ad personam” per la spartizione di potere tra la Lega e il solito presidente del Milan, che volle farsi disegnare, dai suoi avvocati, il ruolo dittatoriale al quale da sempre aspira: “Sostituzione del Presidente del Consiglio dei ministri, adottando la versione del sistema parlamentare detta premierato, con un Primo ministro che verrebbe designato direttamente dagli elettori. I poteri del primo ministro vengono rafforzati, in quanto su sua richiesta il Presidente della repubblica deve sciogliere la Camera dei Deputati, a meno che la maggioranza espressa dalle elezioni non indichi un sostituto.”

È facile, per chi avesse voglia, trovare su Internet tutti gli articoli sui quali avevano messo le loro lorde zampe certi figuri (il ministro per le riforme all’epoca era calderoli e ho detto tutto) ma a me piace ricordare soprattutto quello in cui, si trasformava il Presidente della Repubblica in una sorta di rappresentante della Pro Loco. I più smemorati probabilmente nemmeno ricordano la sollevazione popolare, e i vari movimenti che nacquero in difesa della Costituzione.

A proposito di gente che fiata per forza di inerzia, vorrei segnalare un’altra presa di posizione di una certa parte politica, che oggi su vari forum accusa i soliti comunisti, di voler strumentalizzare l’elezione di Villari alla presidenza della commissione di vigilanza RAI: [copio] “siete solo dei rosiconi perché ai cittadini italiani della commissione rai non gliene frega un cazzo”.

È un semplice esempio di quali siano gli effetti nefasti della propaganda, sul residuo neuronale dei leghisti.

Un atto contro la democrazia è (dovrebbe essere) preoccupante sempre e comunque. E a questo proposito, iniziamo a tenere d’occhio i sindacati, perché ho il legittimo sospetto che si stia tornando al 1926. Inizio a leggere un po’ troppo spesso, che “la colpa è del sindacato” …

Rita Pani (APOLIDE)


 

Carriera

Se vuoi lavorare per Obama, devi rispondere a un questionario di 63 domande, e dimostrare di non essere “persona imbarazzante”.

Se vuoi lavorare per berlusconi, e sei donna, devi saper dire sempre sì, possibilmente con le gambe un po’ aperte e una scollatura generosa. Se sei uomo, devi saper non rispondere ad alcun tipo di domanda ti pongano i giudici.

R.


11.12.2008

 

Tristi e sfiduciati

L’ISTAT ci ha detto che siamo tristi e sfiduciati, perché abbiamo le tasche vuote. Il governo chiuderà l’ISTA perché è peggio del TG3, non fa che darci notizie ansiogene, anche se poi, come una mamma, riesce a trovare sempre il lato positivo delle cose. Per esempio in Italia sono nati più bambini, e c’è meno disoccupazione. Anzi, gli italiani si sposano di più, gli italiani fanno più figli, e gli italiani lavorano sempre di più.

Gli italiani di cui sopra sono extracomunitari, che a quanto pare possono permettersi il lusso di essere trattati come gli italiani, solo nelle indagini statistiche dell’ISTAT.

Gli italiani sono vecchi, e i vecchi secondo l’ISTAT non se la passano benissimo. Io stamani non avevo ancora letto i risultati dello studio, e mentre mi avvicinavo allo scaffale del latte da Lidl, nella corsia centrale ho visto un vecchietto (italiano, meglio specificare) che con molta maestria ha staccato il cartellino da un giubbotto, lo ha indossato, ha preso una confezione da sei bottiglie d’acqua, 8 rotoli di carta igienica ed è andato alla cassa. Stava proprio davanti a me, ha pagato ed è uscito. Fino a qualche tempo fa, avrei detto alla commessa: “Guardi, ho l’impressione che siate stati derubati …” oggi, invece, ho sorriso mentalmente al poveretto, fottendomene altamente. Mi piace pensare che quell’uomo abbia fatto un esproprio proletario, temo che sempre più persone saranno obbligate a comportarsi così, sempre che siano così fortunate da riuscire a rubare.

Ho letto l’articolo di Stella sul Corriere, quella sorta di aggiornamento alla “Casta”, i costi del Senato aumentano anziché diminuire, per le sole agende sono stati spesi 260.000 euro, mezzo miliardo delle vecchie lire … questo è un esempio contrario a quello di prima. Questo è un esproprio AI proletari.

Vorrei andare oltre, col pensiero e con le parole, e ci provo. Provo davvero ad essere costruttiva, ma alla fine torno sempre al forcone, alla necessità di andare a stanarli, e cacciarli, e condannarli a lavorare veramente, da precari naturalmente, magari a sturare i cessi della Stazione Termini, e a chiedere qualche spicciolo per una nostra pisciata.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Siamo tutti abbronzati? Siamo tutti clandestini?

L’altra sera girava un appello via WEB: vediamoci a Roma, Largo Argentina, col viso dipinto di nero: “siamo tutti abbronzati!” Lodevole iniziativa. Dissociarsi da questo Stato di cose, in fondo, è sempre una lodevole iniziativa, qualcosa da urlare ad alta voce. Strano però che questa mattina, nessuno abbia avuto la stessa idea, dal momento che al senato è in corso il dibattito sul disegno di legge sull’immigrazione, col quale il razzismo, in Italia, sarà sancito istituzionalmente.

No, non si sono sentite grida di indignazione, e a dire il vero, nemmeno s’è visto il grande impegno delle forze di opposizione, troppo impegnate a cavalcare la protesta studentesca chiedendo ancora e per l’ennesima volta “il dialogo”.

Quindi ci indigniamo giustamente per l’offesa razzista di un presidente del Milan troppo stupido (carineria) per essere un politico, ma lasciamo che la detenzione nei lager (cpt) possa durare 18 mesi. Non tolleriamo il fatto che si possa offendere Obama, ma accettiamo che si possa istituire la patente a punti del perfetto immigrato, che per me, mediamente normodotata, è anche difficile da spiegare, essendo troppo distante da un principio di basilare buon senso.

Non più in galera e in massa, ma i “clandestini” saranno sottoposti a pene pecuniarie variabili dai 5.000 ai 10.000 euro, ovvero quanto di solito si da in un anno a una serva badante o uno schiavo edile. Se non fosse tragico, sarebbe esilarante il fatto che, uno dei motivi per cui i punti della patente di negro esemplare, potranno essere tolti anche quando l’extracomunitario non pagherà le tasse. Questo, nel paese di Marcegaglia, presidente di CONFINDUSTRIA, proprietaria di 17 conti segreti all’estero; nel paese in cui gli extracomunitari sono impiegati a nero dalle imprese grandi e piccole, schiavizzati, e senza diritti. Nel paese in cui, le badanti vengono cambiate ogni due mesi, dopo averle sfruttate pagandole, a nero, con 3 o 400 euro, senza contributi, e licenziate dall’oggi al domani, magari senza pagarle quanto dovuto.

Ma sono tante le sfumature aberranti di questo decreto razzista, come per esempio la tassa di 200 euro che gli extracomunitari dovranno pagare per avere un permesso di soggiorno che non gli garantirà proprio nulla. Una mungitura meschina, perché evidentemente non sembrava sufficiente a questo povero Stato, doverne sfruttare solo le braccia.

C’è di più nel decreto che è al momento in discussione, non solo la schedatura dei senza casa, l’impossibilità di ricevere e ottenere una residenza se non “decorosa”, il referendum popolare per poter istituire i campi nomadi entro i confini del comune (che sembra un’operazione democratica, ma “s e m b r a”), e soprattutto il riconoscimento da parte dello stato, della legalità delle “ronde” volontarie, alle quali chiunque dal picchiatore al pensionato annoiato, dal fascista al neonazista, potrà aderire al solo scopo di ripulire le nostre città.

In un paese in cui alcuni vigili urbani vengono indagati per aver picchiato un ragazzo, un essere umano colpevole di essere povero, viene incendiato mentre dorme su una panchina, a me l’idea di autorizzare chiunque a prendere il posto delle forze dell’ordine, fa accapponare la pelle.

Rita Pani (APOLIDE NEGRA CLANDESTINA)


11.11.2008

 

Il presidente del Milan

L’altra sera qua si commentava l’arrivo del Presidente Lula: “Sta a vedere che gli dice: che sei venuto a pretendere? Io ho comprato i giocatori dal Brasile e ti ho aumentato il pil”. Spesso qua si commenta così il telegiornale, programma comico in onda su tutte le reti TV.

Ma come si dice, a volte la realtà supera la fantasia. “Più che la sala stampa di Villa Madama sembrava la panchina della Selecao. Alla conferenza stampa congiunta con il presidente brasiliano Luis Ignazio Lula, silvio berlusconi si è presentato infatti con tutti i giocatori milanisti del Brasile seduti in prima fila. Da Kakà a Pato, dalla star Ronaldinho all'ormai dimenticato Dida, da Emerson al direttore tecnico Leonardo, i sudamericani del Milan erano tutti ad ascoltare le parole del presidente rossonero-presidente del Consiglio”, riportano le cronache.

È il presidente transformer, il Padre Pio della politica, che riesce a sdoppiarsi persino anche durante una singola apparizione, aumentando il prestigio internazionale dell’Italia. Per fortuna alla reunion nonha partecipato l’onorevole champagnini accompagnato dalla sua amica carioca, e alle ballerine che diedero vita ad un incantevole spettacolo in suo onore, ai piedi dell’Etna, pagato con i fondi recuperati dall’8 per mille destinati al comune di Catania.

Ma tanto che ci frega? Questa ormai è la politica italiana, tra una battuta da Bagaglino e una metafora sportiva, affidata al presidente di una squadra di calcio o peggio al propirtario di una banca, di alcune assicurazioni, di un paio di televisioni, della stragrande maggioranza delle case editrici, che in breve tempo ha piazzato i suoi fedelissimi servitori in ogni angolo anche remoto di comando, con l’attesa di poter occupare, finalmente, gratis e abusivamente il Quirinale, l’unica casa che non potrà mai comprarsi, salvo una svendita autorizzata dal suo ministro per l’economia, specialista in liquidazioni di patrimoni nazionali.

Eppure sarebbe bello, cinicamente bello, assistere alla trasformazione del Quirinale in un lupanare, perché tanto questo sarà.

Rita Pani (APOLIDE)


11.10.2008

 

Mutande di latta


Ho sempre guardato con sospetto i “creatori di moda”. A volte stando ad osservare le loro creazioni, ho anche pensato che l’unica vendetta possibile, per rivalersi, sarebbe stato quello di condannarli ad indossare le loro stesse creazioni, così orripilanti ed improbabili che non sarebbe stata capace di indossarle nemmeno Moira Orfei.

Ad ogni giro di moda, c’è sempre qualcuno che si inventa qualcosa di nuovo, e che poi con la faccia da schiaffi, pretende di spiegartene anche il senso. Non solo, sovente, si arrogano il diritto di stabilire i dettami del comportamento di intere generazioni, per cui oggi, peggio che nella Cina di Mao, fatichiamo persino a riconoscere nostro figlio quando andiamo a prenderlo all’uscita di scuola, o ci accorgiamo di averne portato a casa uno sbagliato, quando, sempre con gli occhiali da sole sul naso, ci spiega che in vita sua non ha mai mangiato una verdura. Son tutti uguali, hanno tutti gli stessi pantaloni, tutti le stesse scarpe, e soprattutto tutti gli stessi occhiali, grandi e brutti, che nemmeno i Righeira avrebbero indossato per cantare “L’estate sta finendo”.

Ma oggi mi devo ricredere: finalmente una creazione di moda, di infinita utilità sociale.

Più volte, nel corso degli anni, soprattutto nelle fasi di imbarbarimento berlusconiano, ci siamo trovati d’accordo sulla necessità di indossare mutande di latta, per evitare di essere sodomizzati, senza per altro protezioni lenitive, dal governo.

Oggi finalmente è possibile proteggersi dalle inculate del governo grazie alle mutande di latta, per altro fabbricate con materiali riciclati e quindi eco sostenibili.

Certo non hanno l’aria di essere comode, probabilmente provocheranno un po’ di irritazione nella zona bikini ed è sconsigliato il modello perizoma, non tengono sicuramente caldo di inverno, ma almeno avranno funzione crioterapeutica e ce la manterranno giovane.

Rita Pani (APOLIDE)


11.09.2008

 

I napoletani sporcano

Allora, ricordate: quando uscite insieme a un napoletano, ricordate di portare con voi un sacchetto, e la palettina. I napoletani che sporcano per strada, sono passibili di arresto.

Qua dove abito io, funziona così: se hai da buttare un rifiuto ingombrante, che non puoi trasportare fino al centro di raccolta, non devi fare altro che telefonare a un numero verde e prendere appuntamento con gli addetti alla raccolta, che passeranno a casa a ritirare i rifiuti, gratuitamente. Nonostante questo, c’è un tratto di strada, lungo il Nera, addobbato da carcasse di frigoriferi, materassi, copertoni, e tutti quelli oggetti che da sempre decorano le periferie urbane. I casi sono due: o gli italiani sono incivili in tutta Italia, o tutto è attribuibile ai napoletani presenti in tutta Italia. Io propendo per la prima ipotesi, e non comprendo perché – o forse lo comprendo benissimo – solamente gli incivili residenti in Campania, debbano essere arrestati.

È la solita regola della propaganda; bisogna mostrare i muscoli al popolino, bisogna far digerire il fatto che l’autorità può essere imposta con la forza, quindi, accompagnati da una troupe televisiva si va a caccia del cretino, che finisce in galera per aver abbandonato in campagna una bombola di gas, vuota. Intanto “la terra dei fuochi” continua a bruciare i rifiuti tossici di ogni genere, scaricati nelle discariche abusive ancora perfettamente funzionanti, in zone campane dove l’esercito non s’è mai visto.

È proprio uno strano paese questo, reso ancora più strano da chi lo governa. Si rischia la galera per un materasso vecchio, gettato per strada, ma non si rischia nulla per aver inquinato le falde acquifere con le scorie radioattive che scappano via dalle crepe sui muri delle centrali nucleari in disuso e mai smantellate, nonostante bimestralmente tutti i cittadini italiani, paghino per questo nelle bollette dell’Enel. Molto utile per comprendere, la puntata di Report della settimana scorsa, che peraltro illustra anche l’inquinamento radioattivo provocato dalla disastrosa situazione in cui versa la centrale nucleare di Garigliano, nel casertano.

È quindi assodato: i napoletani sporcano. Devono essere puniti. Però non si comprende perché i vertici dell’Ilva di Taranto, restino liberi di uccidere un intero territorio spandendo diossina. Non solo: la ministra all’ambiente prestigiacomo, nei giorni scorsi ha decapitato la commissione che per conto della A.I.A. indagava sulla reale emissione dei gas tossici dell’Ilva, perché a suo dire “improduttivi”, sostituendoli con altri tecnici assai più zelanti, capaci di stabilire che l’Ilva non inquina ancor prima di essersi insediati. E tutta gente di massimo rispetto: un ingegnere specializzato in asfalto delle strade e un referente di gran nome, Lamacchia, del quale fortunatamente è stato reso noto il curriculum giudiziario: calabrese, deputato nella XIII legislatura per la lista Dini, poi Upr con Cossiga e infine Udeur, è stato condannato a 2 anni e 5 mesi, pena patteggiata, come ad e presidente del Cosenza calcio.I reati? False fatturazioni, costi inesistenti riferiti a documenti contabili mai esistiti, ricettazione, falso in bilancio, falso ideologico, evasione fiscale quantificata dalla Guardia di Finanza in oltre 30 miliardi di lire. Inoltre la Procura federale della Federcalcio lo ha interdetto per 5 anni da qualsiasi incarico di natura sportiva, a causa dell’irregolare iscrizione del Cosenza Calcio ai campionati ‘90-‘91 e ‘94-‘95). Lamacchia, quando era sindaco del suo paese, incassò anche un anno di reclusione per turbativa d’asta. Nel 2002, dopo un anno di latitanza trascorsa tra Bratislava, Bari e Milano, venne arrestato e quindi condannato nel 2004, pena patteggiata, a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta e tentata estorsione: aveva distratto, destinandoli ad altre società, circa 2 miliardi di lire dalla Edicom e dalla Edilrestauri. Nella veste di procacciatore d’affari dell’azienda canadese Warner Lambert, produttrice di caramelle alla liquirizia, aveva tentato di costringere produttori calabresi a cedere le radici di liquirizia a un prezzo inferiore al dovuto.

Per finire, la settimana scorsa la procura di Cosenza lo ha rinviato a giudizio per calunnia dopo che aveva denunciato il furto di assegni, risultati scoperti, per 12 mila euro. Quanto agli altri membri della Commissione nominata dalla Prestigiacomo, ben tre sono magistrati: Umberto Realfonzo, della 3° sezione del Tar del Lazio, sotto cui ricade la valutazione dei ricorsi all’Aia che Realfonzo contribuirà a redigere, Massimo Forciniti e Stefano Castiglione. Entra anche la giurista Cinzia Albertazzi, dirigente Enel, azienda in attesa di almeno 50 Aia, e Maria Grazia Gerratana, siciliana come buona parte dei nuovi membri, legale e socia di un’impresa di costruzioni. Nel frattempo, 21 membri della commissione Ippc a suo tempo nominata dal governo Prodi, e che in meno di un anno avevano chiuso 78 istruttorie, hanno fatto ricorso al Tar contro la loro estromissione decisa dalla prestigiacomo. I membri dell’ex organismo azzerato erano tutti studiosi di chiara fama. (Fonte Espresso)

Dopo la pubblicazione di queste brevi note biografiche, pare che il ministro abbia avuto un ripensamento.

Rita Pani (APOLIDE)


11.07.2008

 

In vena di carinerie

Stasera sono in vena di carinerie, e quindi appurato che avete eletto uno stronzo a capo di una manica di pallidi cretini a governare, torniamo a parlare di cose serie, lasciando le battute al nanefrottolo, specializzato in cabaret istituzionale.

Prima le impronte digitali ai rom, poi la stretta sugli extracomunitari, l’abolizione del protocollo di intesa con Medici Senza Frontiere che operava al porto di Lampedusa assistendo i migranti in arrivo e prestando le prime cure sanitarie, ora via i poveri dai marciapiedi, con relativa schedatura. Neanche a dirlo, eh! Ovviamente li schedano, ma lo fanno per loro, un po’ come i rom, o come l’analisi del dna necessario per i ricongiungimenti familiari degli extracomunitari. (Chissà perché a tutti, quell’ “abbronzato” ha suonato come “negro” )

Si schedano i lavoratori che scioperano, i ragazzi che partecipano alle manifestazione studentesche ,e i celerini chiamano per nome e danno del tu agli organizzatori dei raid nazisti. La stampa mondiale si occupa delle baggianate del nanefrottolo e intanto tutto continua ad accadere, senza che nessuno faccia niente per occuparsi della drammatica situazione in cui versa l’Italia, un paese dove sempre più persone sono costrette anche a rubare per mangiare.

Ho visto la prima conferenza stampa del neo eletto presidente americano, il quale ha dichiarato che la sua priorità sarà combattere la crisi economica. La maggioranza di governo unanimemente ha stabilito che anche noi abbiamo il nostro Obama, se pure nano, vecchio e col parrucchino sintetico (non starò esagerando con le carinerie?) ma a quanto pare le sue priorità sono differenti, essendo appunto soltanto sue, e così, l’ennesimo decreto approvato quasi in silenzio, per regolamentare meglio le scommesse e le lotterie, che doveva ristabilire i termini di gestione della Sisal, ha prorogato il contratto fino a Giungo 2009 – mentre doveva ridiscuterlo – e fatto piovere un altro po’ di soldi su iniziativa della lega, per coprire i buchi di bilancio dell’Unire che gestisce l'ippica e che attualmente lamenta un buco di oltre 300 milioni. All'Unire andrà un contributo straordinario di 25 milioni di euro per il 2008, più, a partire dal 1° gennaio 2009, lo 0,7% degli incassi del settore newslot. Roma Ladrona, Milano Rapinatore.

Politica dei salari? Aiuti alle piccole imprese? Ammortizzatori sociali per chi resta senza lavoro?

Decreto giustizia, per rimettere a posto i giudici che perdono tempo ad indagare il presidente del Milan. Decreto dentro il quale sta nascosta la norma salva bancarottieri, perché la crisi è crisi, e di certo non si può correre il rischio di far finire in galera chi si è arricchito sulle spalle dei risparmiatori o dei lavoratori.

Intanto l’opposizione pretende le scuse per essere stata apostrofata con “imbecille” o “coglione”, e chiede alle più alte cariche dello Stato (ma avete presente chi sono?) di dissociarsi dalle parole del presidente nano del Milan.

Ma sì, tanto noi possiamo aspettare, la terza settimana è diventata la seconda ma che importa? Almeno abbiamo ancora la salute, almeno fino all’approvazione della finanziaria, poi sono sicura che ci daranno un’altra cazzata per distrarci un po’.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Dubbio

Agli istituti di ricerca basta un campione di 1000 persone, per estrapolare le percentuali risultanti dalle loro statistiche.

Ho appena letto i 1195 messaggi in risposta alla notizia sulle esternazioni russe, rilasciate ieri dal presidente del Milan in visita a Mosca, pubblicate su The New York Times.

Su 1195 interventi scritti, solo 1 è a favore del nanefrottolo di Arcore. So bene che il campione non ha alcun valore statistico e bla, bla … ma questo punto il dubbio è lecito: almeno i parenti, avranno votato per lui?

Rita Pani (APOLIDE)


11.06.2008

 

Di nuovo coglioni

Il presidente del Milan ha parlato, lo sapete, e poco fa ha rincarato la dose: MOSCA - "Perché c’è qualcuno che ha obiettato? Uno può sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendere una laurea pubblica ogni occasione è buona". Così silvio berlusconi ha risposto a chi gli ha ricordato le critiche del Pd sull'affermazione fatta nei riguardi di Barack Obama. (Agr).

Oh sì, lui nella sua megalomania non è uno che chiede scusa, al massimo si fraintende, si confonde o è vittima dei comunisti, o al solito siamo noi che non capiamo, si rettifica o viene interpretato e spiegato dai sui portavoce.

Che importa se tutti i giornali stranieri oltre al titolo sgomento, gli dedicano articoli d’amarcord, sui suoi exploit, quelli che ci hanno reso ancor più famosi della pizza, del mandolino e dei baffi neri: il kapò, il primo ministro danese a cui avrebbe voluto presentare sua moglie, o la signora danese con la quale ha dovuto usare le sue antiche armi da play boy. Hanno scordato di citare il memorabile intervento durante il vertice della FAO “adesso andiamo a pranzo perché abbiamo fame anche noi”

Ora non so, come spiegherà alla stampa estera, e quindi a tutto il mondo, che evidentemente non ha compreso la sua ironia da bettola di montagna, che ci ha messo sopra l’aggravante dell’insulto, magari dirà che è stata colpa della vodka che non ha potuto rifiutarsi di bere, anche se già una volta usò l’espediente dello champagne, quando disse che mussolini non aveva mai ucciso nessuno, e che i confinati li mandava in vacanza (potesse farsela lui una vacanza così, a partire da domani, in miniera).

Ora però il buon senso mi porta a pensare: “Va bene, ma che ci si poteva aspettare da un tizio così?“ In fondo, c’è stato il blog di Votantonio che già ieri aveva previsto tutto, ma questa non è per nulla una giustificazione, semmai un’aggravante.

Pur sapendo tutto questo, una miriade di coglioni – e di quelli veri – lo ha votato e gli ha consegnato il paese e la nostra dignità in mano. Sareste da mettere alla gogna.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Evvai! Un'altra scissione!

Sembra in arrivo un’altra scissione a sinistra. Vendola lavora alla costituzione della “sinistra senza aggettivi”. L’ennesima martellata sui genitali, potrebbe essere la via giusta che però non condivido. Resto convinta dell’importanza dell’identità, e memore del pasticcio Arcobaleno, primo tentativo di unire l’acqua all’olio.

Scindere per unire, sono solo io a non comprenderne la logica? Perseverare nell’errore, inoltre, è diabolico.

L’ennesima scissione, ovviamente, avviene a ridosso delle elezioni europee per una mera questione numerica, così come fu durante l’ultima tornata elettorale. L’intento è quello di accorpare più identità al solo scopo di non disperdere voti. Non ci sarebbe nulla di sbagliato se questa scelta avesse alle spalle un preciso disegno politico, un’idea condivisa e un intento unico, ma temo proprio che non sia così.

Sembra proprio che Occhetto non abbia insegnato nulla, e ci risiamo; cancellare la falce e martello con la scolorina, eppure, appena il 20 Ottobre scorso, cinquecentomila persone – me compresa – hanno sfilato per le vie di Roma, sotto le bandiere rosse, cantando “Bandiera rossa” con rabbia e una certa nostalgia. Non una nostalgia romantica, ma la nostalgia delle mancanza che viene dal restare sgomenti ad osservare un paese che mastica e sputa i diritti dell’uomo (tutti) conquistati con anni di sacrifici e lotte.

Nessuno nega l’esigenza di un’autocritica, e tanto meno si può negare l’esigenza di unità a sinistra, ma temo che sia diverso da un processo di auto castrazione, che non porterà alcun miglioramento. Quello che però non comprendo è perché l’autocritica debba spettare sempre alla base, mentre i vertici restano sempre gli stessi. Nessuno sembra essere disposto a fare un passo indietro, e vorrei ricordare anche che nessuno, ai vertici dei partiti di sinistra, si è assunto le proprie responsabilità per il disastro avvenuto alle ultime elezioni. Tutti concordi, lor signori, ad affibbiare le colpe della disfatta a Romano Prodi, che non gode certo della mia ammirazione, ma nemmeno posso imputargli di aver millantato appartenenze comuniste. Semmai mi piace ricordare che, i partiti di sinistra al governo, di Prodi sono stati i complici, e se solo avessero fatto cadere il governo immediatamente, davanti a porcate come l’indulto o il rifinanziamento della guerra in Afghanistan, o quelle quattro cose che hanno fatto nell’attimo in cui Bertinotti è restato comodamente seduto sulla poltrona della presidenza della Camera, forse oggi saremo ancora una grande forza politica.

Anche io sono contraria alle aggettivazioni, ma oggi non posso fare altro che appartenere a un partito comunista aggettivato, perché il panorama desolante di questa sinistra non offre altro. Capisco bene che non vada più di moda dichiararsi comunisti, ma se solo ci si fermasse a riflettere sulla via di distruzione sulla quale viaggia il paese, forse ci si potrebbe svegliare. È tutto allo (s)fascio, e non credo che i sia bisogno di fare degli esempi, ogni giorno, come cittadini, lavoratori, studenti, malati, poveri, riceviamo una minaccia dal governo, che dal momento del suo insediamento ad oggi ha lavorato alacremente per salvare un malavitoso, per rassicurare le mafie, per demolire gli ultimi barlumi di civiltà. Ed ora, anziché iniziare a lavorare per rimediare allo scempio, saremo costretti ad assistere alle battaglie per la divisione dei patrimoni economici e immobiliari che a fasi alterne, ogni scissionista vorrebbe accaparrarsi da dopo lo scempio della Bolognina.

E noi, che a sinistra ci stiamo davvero, restiamo in attesa. Di che non lo dico più. Mi sono rotta.

Rita Pani (APOLIDE)


11.05.2008

 

Un errore da rimediare

Art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

… Lo disse la prima volta durante i giorni caldi della protesta studentesca, lo ha ripetuto oggi: c’è stato un errore nella finanziaria e rimedieremo. A leggere così come riportano i giornali potrebbe sembrare che si sono accorti di aver fatto una grande cazzata, ma oggi a Milano si esprime e chiarisce meglio che il centinaio di euro tagliati alle scuole private … sono state un errore.

L’articolo 33 della Costituzione, mi è piaciuto postarlo perché spiega bene come la Costituzione possa essere aggirata, infatti lo fecero nel 2000 con la legge 62, che per foraggiare preti, suore e cepu vari trasformò di fatto tutte le scuole private in paritarie.

Che effetto vi fa, genitori, studenti, semplici spettatori di questo paese ammorbato, sentire il vostro predelcons, che in un momento di crisi nera, in cui per salvare il culo alle banche si tagliano i diritti minimi della popolazione, promettere che si “rimedierà” all’errore?

Rita Pani (APOLIDE)


 

 

La bravata di Rai 3

Eh,sì! Come si sono permessi quelli di Rai 3 (Chi l’ha visto?) di mostrare le immagini a rallentatore di quei picchiatori che aggredivano i ragazzini del liceo? Protestano persino forza nuova, la mussolini, e anche storace. Dicono che a Rai 3 vogliano a tutti i costi fomentare la battaglia, dicono addirittura che vogliano vedere il sangue.

Io pensavo che fosse un il minimo garantito della giusta informazione, che poi non a caso, va a sbugiardare la (dis)informativa del governo, quella per intenderci che contro ogni logica, attribuiva ai facinorosi sovversivi comunisti, l’aggressione di stampo fascista. Il governo evidentemente non ha fatto i conti con la tecnologia, che oggi permette a chiunque di mostrare la realtà dei fatti, anche quando questa con coincide con la realtà artefatta, preconfezionata dal regime fascista.

Poi si sa, a Rai 3 hanno facce gotiche, tristi, e non sono propensi a dare buone notizie, e per questo probabilmente i giornalisti saranno epurati e sostituiti da elementi specializzati presi direttamente dal casino frequentato dal premier, o dalla fabbrica di mostruosi talenti di Maria De Filippi, che ci daranno le notizie più rasserenanti e piene di sano ottimismo. Hanno anche indetto un concorso, col quale ricercano quattro sosia di Pippi Calzelunghe, ma senza denti da coniglio e con le tette voluminose.

Chissà lei come avrebbe letto al pubblico la notizia della ripresa dei lavori della TAV anche con l’uso della forza, o il fatto che la prima dichiarazione del senatore gasparri (quello diversamente intelligente) rivolta al nuovo presidente degli Usa.

Per esempio sarebbe bello, vedere una ragazzina tutta tette e lentiggini, con una bella magliettina multicolore raccontarci che dal 31 ottobre scorso, il governo ha stabilito che Medici senza frontiere, dovesse lasciare Lampedusa, facendo venire meno la prima assistenza sanitaria alle migliaia di migranti che spinti dalla disperazione approdano sull’isola.

La stessa raggiante ragazzina che legge il comunicato di denuncia del sindacato di polizia, che si lamenta per gli atti demagogici del governo che paga militari che non servono a nulla in Campania, e taglia i fondi alla polizia che ha serie difficoltà persino a far uscire le auto di pattuglia, quando la camorra spara sui bambini.

Ma sì, come si sono permessi di mostrare i volti di quei ragazzi innocenti che si aprivano un varco tra la folla di ragazzini impauriti, a suon di scudisciate? È senza dubbio oltraggioso, e inoltre come lamentano i fascisti, per questa bravata del TG 3 qualcuno ha persino perso il lavoro! (Ma non erano studenti?)

Sembra che il mondo sia a testa in giù … E io avrei un’idea per rimetterlo dritto.

Rita Pani (APOLIDE)


11.04.2008

 

Parte seconda

ROMA - "L'Antimafia non è finita. C'è e ci sarà finchè esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia 'fanno politica'". Così il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, durante una conversazione con Klaus Davi nel corso di KlausCondicio, contenitore di approfondimento politico in onda su YouTube. Dell'Utri - eletto nelle file del Popolo della libertà nonostante una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e una condanna in Cassazione per frode fiscale - replica a Gian Carlo Caselli che aveva sostenuto l'impossibilità, per i giudici, di processare i politici collusi con la mafia. Poi, come già fatto in passato, definisce "un eroe" Vittorio Mangano (condannato nel 2000 all'ergastolo per duplice omicidio), "lo stalliere di Arcore", e se la prende anche con alcuni conduttori televisivi, in particolare del Tg3, a suo giudizio "troppo dark". Quanto alle polemiche su destra e sinistra, commenta: "L'antifascismo? Un concetto obsoleto".

"Sì antimafia ma senza fare politica". Secondo Dell'Utri "è giusto che l'Antimafia faccia il suo lavoro e si impegni. Certamente tra le tante richieste e accuse che ha lanciato, alcune sono finite nel nulla. Ad esempio, io ero certo dell'innocenza di Calogero Mannino. Antimafia sì, insomma, ma evitando di fare politica. Questo per me è un must".

"Io, vittima dei procuratori". In un Paese civile, aggiunge Dell'Utri, "deve essere così ma purtroppo spesso non lo è stato. Non solo l'Antimafia, quanto piuttosto i procuratori di Palermo hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell'aggressione politica. Io me ne sento in assoluto una vittima". A suo giudizio, l'accusa nei suoi confronti "non ci sarebbe stata se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994".

"Mangano? Un eroe". Lo aveva già detto qualche mese fa, ora lo ribadisce: lo stalliere di Arcore, pluricondannato e accusato di reati di mafia, era "un eroe": "Era tra le tante persone assunte alle dipendenze di Berlusconi, io lo conoscevo e sapevo che era bravo nella conduzione degli animali, e lì c'erano cani e cavalli. Fu scelto per stare ad Arcore come stalliere e si comportò benissimo". E ancora: "Malato com'era (Mangano è morto in carcere nel 2000 a causa di un tumore) sarebbe potuto uscire dal carcere se avesse detto solo una parola contro di me o Berlusconi. Invece non lo ha fatto. Per me è un eroe, a modo suo".

Antifascismo, "concetto obsoleto". "Ogni qual volta si tocca questo tasto - sostiene Dell'Utri - ecco l'insurrezione, e questo accade perché la situazione non è mai stata chiarita del tutto, la verità non è mai venuta a galla. Credo che ci sia ancora da lavorare da parte di tutti". E conclude: "C'è anche da dire che il concetto di antifascismo, di per sé obsoleto, torna puntualmente in auge perché mancano nuovi argomenti seri di discussione, e si finisce con il rivangare sempre gli stessi".

Quando c'era Lui... "Mussolini sbagliò, non c'è dubbio, ma quando era al potere lo Stato era più presente di quanto non lo sia adesso. Aveva dato al paese, ed è stato l'unico, un senso di patria non c'era prima e non c'è stato dopo". Dopo l'elogio di Mangano, anche alcune considerazioni sul ruolo di Mussolini. Dell'Utri parla anche sulla scorta della scoperta di alcuni diari del Duce, risalenti agli anni tra il '35 e il '39, e di una agenda del '42 da cui "viene fuori l'immagine di un uomo di valore, dal punto di vista sia umano che culturale. Mussolini cita spesso le classi deboli e più bisognose. Molti provvedimenti in loro favore e diverse leggi sociali risalgono proprio al famigerato Ventennio".

Il Tg3 e lo scarso appeal dei conduttori. Dell'Utri osserva che in Rai ci sarebbero "ancora dirigenti messi dalla sinistra e che rispondono a logiche di sinistra". Per questo "è difficile cambiare la televisione e pensare che migliori la qualità della comunicazione quando a guidarla c'è gente che alimenta una visione negativa della vita". Qualcosa, continua, "si sta già facendo", ci pensa Berlusconi "a diffondere ottimismo". Ma perché qualcosa cambi davvero serve "un nuovo approccio stilistico: le notizie, certo, bisogna darle, sennò si torna al fascismo, ma c'è modo e modo di comunicarle. Magari con conduttori più gradevoli. Al Tg3 ci sono degli anchormen con una faccia un po' gotica, dark. Credo che il direttore del tg dovrebbe mostrare un maggiore 'esprit de finesse' in queste cose. Farle, dirle lo stesso, ma magari con un'altra espressione...".

Le reazioni. Non mancano le reazioni alle parole di Dell'Utri. Il deputato del Pd Marco Minniti lo invita a prendere esempio da Gianfranco Fini che sull'argomento ha saputo ammettere colpe e responsabilità. "Non è la prima volta che Dell'Utri si cimenta in originali forme di revisionismo storico. E' sorprendente la sua rilettura del Ventennio, come ad esempio la sottolineatura dell'idea di patria di Mussolini, un'idea che si è concretizzata nel gettare il nostro paese, la patria appunto, nella drammatica avventura della seconda guerra mondiale, che ha messo in ginocchio l'Italia. Di amor di patria questo non è certo un fulgido esempio". Dell'Utri, commenta Antonio Di Pietro, "non ha mai sconfessato se stesso, vede nei mafiosi degli eroi, lo ha sempre detto, è la sua cultura. Gli italiani possono giudicare, ma Dell'Utri è quello per cui è stato condannato...".

Repubblica


 

Nulla da aggiungere

Volevo scrivere qualcosa, ma poi mi sono detta: che cazzo c'è da aggiungere?



Rita Pani (APOLIDE)

 

Libertà di parole

e|sì|lio
s.m.
FO
1a pena consistente nell’espatrio obbligato: condannare un cittadino all’e., e. temporaneo, revocare l’e., patire l’e.| espatrio volontario, spec. per motivi politici: anziché piegarsi al regime, scelsero l’e. | estens., allontanamento forzato da un luogo

No, non è che certi giornalisti siano ignoranti, è solo la radicata consuetudine di usare le parole in assoluta libertà: scongiurato il carcere, Gaucci potrà lasciare l’esilio. Mandato a processo per il crack del Perugia Calcio, andò latitante a Santo Domingo, ed ora dopo aver patteggiato una pena che esclude la reclusione, potrà tornare in Italia.

la|ti|tàn|te
p.pres., agg., s.m. e f.
1 p.pres., agg. latitare
2 agg., s.m. e f. CO TS dir., che, chi si sottrae all’esecuzione di un provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dall’autorità giudiziaria.

Ecco, così si dice la|ti|tàn|te. Il fraintendimento viene da lontano; viene da Hammamet, luogo in cui Bottino Craxi visse la sua latitanza, tramutata per ragioni di complicità e compiacenza in “esilio”.

Bisogna davvero prestare occhio ai giornali e orecchio ai telegiornali, per comprendere e farsi una ragione del terrificante periodo che stiamo vivendo. Proprio ieri, un’altra notizia esilarante: “ i manifestanti bloccano l’inaugurazione dell’anno accademico a Milano. Tre le distinte proteste: i ragazzi di sinistra sono stati lasciati fuori dall’ateneo, ai ragazzi cattolici è stato consentito di entrare nel cortile, mentre quelli di destra sono entrati nell’aula per portare uno striscione …”

La notizia è stata data proprio così, con molta naturalezza, senza perdere del tempo per indagare sulla questione gerarchica, su chi o cosa l’abbia stabilita. Normale così.

E per fortuna che oggi in America si elegge il presidente. Non se ne può più, e anche i giornalisti iniziano a mostrare i primi cedimenti strutturali, non sapendo più cosa inventare per rendere la notizia ancora interessante. Per fortuna che è morta la nonna di Obama, devono aver pensato oggi. Non sapevano più cosa inventare, e prima di dirci quali sono i gesti scaramantici dei due presidenti hanno tirato fuori dal cilindro l’ultimo studio statistico: siccome la squadra di football di Washington ha perso, vincerà Obama.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Guzzanti (quello guasto) vs Carfagna

Nomen omen, deve essere proprio vero. Così come San Paolo, anche il senatore (Paolo) Guzzanti sembra esser stato folgorato sulla via di Damasco. Da qualche tempo il senatore sembra essere sulla via giusta del ravvedimento, prima arrivando a vomitare per “l’amicizia” che lega berlusconi a Putin, ed ora attaccando duramente – e a ragione - la ministra carfagna su cui già tutto è stato scritto, persino del suo presunto stomaco di ferro.

Non sono cattolica, e questa è una sfortuna. Una delle cose belle dei cattolici, è che persino la peggiore nefandezza compiuta da un uomo può essere cancellata con un po’ di pentimento, nemmeno sincero, un paio di Pater, Ave e Gloria. Il problema del senatore Guzzanti è che non ci ha messo nemmeno un po’ di pentimento, e siede ancora le sue onorevoli chiappe nel parlamento italiano, a servizio di colui che gli passa il piattino su cui sputa. Per ora ci mette solo le giaculatorie dal suo blog, che poi i giornali riportano, come se volesse far passare il messaggio che il pdl non è un partito fascista, dal momento che si tollera il dissenso. Lo so che fa ridere.

Il senatore Guzzanti, è a disagio nel vedere che una “calendari sta” siede a capo del ministero delle pari opportunità, ma si sarà chiesto come ci potessimo sentire noi, quando con la sua commissione di indagine, coadiuvato da emeriti 007 come Scaramella (non James Bond: SCARAMELLA) creava falsi dossier atti a farci credere che Romano Prodi fosse un agente del KGB. Lungi da me portare avanti una difesa d’ufficio di Romano Prodi, semmai in questo blog, ho portato sempre vati la strenue difesa della dignità delle nostre intelligenze che non sarebbero mai riuscite a vedere Prodi nel KGB, nemmeno quando fosse stato fotografato accanto a Putin con un cappello di pelo sulla testa.

No, senatore non basteranno un paio di Pater e qualche Ave urlati dal suo blog, contro la calendari sta per farci scordare chi lei sia, e soprattutto quanto le sue cazzate abbiano gravato sulle tasche dei contribuenti italiani. Per esempio la commissione Mitrokhin, costò la bellezza di 1.190.663 euro. Molti dei quali, gettati via in scaramelle.

Per fortuna esiste ancora ampia documentazione delle sue intercettazioni telefoniche, quando a tutti i costi voleva andare (pene dritto) dal suo padrone a dirgli “Sì, Prodi è una spia!”

Si prepari senatore, dopo la carfagna, ora è il tempo di valeria marini, che giura di essere molto impegnata a studiare da ministra. Io non mi stupirei più di tanto se la laureassero al ruolo, in effetti non mi sono nemmeno mai stupita che anche a lei, dopo la sua prima folgorazione sulla via di Damasco, fosse stato offerto di recitare il ruolo del politico.

Rita Pani (APOLIDE)


11.03.2008

 

Dalla parte degli studenti


 

L'importanza del (gran) maestro


11.02.2008

 

Incredibile

“e siccome siamo in democrazia, fino a prova contraria, anche Gelli ha diritto di esprimere la sua opinione” (copio da e-mail ricevuta)

No, non è fantascienza, è la realtà, ovvero il grado di stupidità che ci circonda.

Prima di tutto e fino a prova contraria, l’apologia di fascismo, in Italia, è ancora un reato, per il quale è stato persino indagato l’attuale ministro della guerra. Quindi un tizio che si dichiara fascista convinto, davanti alle telecamere, che rilanceranno il suo pensiero ovunque, già per questo dovrebbe essere punito.

Licio Gelli non ha alcun diritto ad esprimere pubblicamente la sua “opinione” che in realtà non pretende nemmeno di essere tale, se si considera la pretesa di insegnare la storia attraverso la televisione. A meno ché essa non sia la “sua storia” che in questo caso si chiamerebbe “confessione”.

Conosco gente che nel 77 ha avuto guai con la giustizia, per reati politici, alla quale a tutt’oggi è proibito andare a votare, e davvero non comprendo perché altri con fedine penali lunghe quanto un Rotolone Regina, possano invece conservare o arrogarsi dei diritti.

Non stiamo parlando di reati di abigeato, o di appropriazione indebita, ma di strage, di depistaggi, di eversione, del crack dell’ambrosiano, che a sua volta si porta dietro i delitti di Roberto Calvi e di Sindona, che a loro volta trascinano con loro lo scandalo dello IOR, ai quali poi si può unire il rapimento di Manuela Orlandi, e la banda della Magliana, e tutto quel che è seguito ancora.

E poi Gladio, insieme a quell’altro emerito figuro kossiga, la strage di Bologna per cui è stato condannato per depistaggio, calunnia, procacciamento di notizie contenenti segreti di Sato (altri reati per i quali è stato condannato in via definitiva) e per i quali teoricamente dovrebbe essere ancora agli arresti domiciliari.

No, non solo non dovrebbe avere diritto di parola, ma nemmeno il diritto di continuare a vivere in un agio che sicuramente non si è procurato col sudore della fronte. Il mai pentito fascista, colui che fu addirittura “proclamato conte” dal suo adepto tessera P2 1621 Vittorio Emanuele di Savoia, dovrebbe trovarsi oggi a vivere in una casa di riposo, una di quelle dove vanno a morire i vecchi dimenticati dal genere umano, con l’assistenza pietosa di un volontario o di una suora che più di tanto non può fare.

Siccome siamo in democrazia, no, un essere del genere conserva solo il diritto alla vita, anche se a volte ci si chiede perché certa gente non crepi mai.

E siccome teoricamente dovremmo essere in democrazia, questo povero popolo di pecore ignoranti, sicuramente non perde tempo ad interrogarsi sul mostruoso silenzio del presidente del consiglio, tessera P2 1816.

Rita Pani (APOLIDE)


This page is powered by Blogger. Isn't yours?