3.31.2009

 

Ladri e figli di ladri

Tempo fa, avevo bisogno di un uomo che facesse un lavoro a casa mia, c’erano oggetti pesanti da spostare e da sola non ce l’avrei fatta. Lo chiamai, e lavorò in fretta e bene. Mi chiese diecimila lire per compenso, e parendomi troppo poche gliene allungai ventimila, poi gli offrii un bicchiere di birra fresca e parlammo della vita, che sembrava scomoda già allora. O meglio, forse all’epoca, era già scomoda per lui che ad un tratto mi disse: “Sa signora, io sono forte, ma questo non è il mio mestiere, solo che quando ho bisogno non sto a guardare e mi presto.” Allora chiesi quale fosse il suo mestiere, e lui con candore mi rispose: “Io sono ladro. Sono ladro da generazioni. Mio padre era ladro e prima di lui mio nonno.”

Non è una storiella, e io non sono Alice nel paese delle meraviglie. Tutti dove vivevo sapevano che quel signore avresti potuto trovartelo in casa, tornando dal mare, mentre si portava via anche un televisore da 26 pollici sulla schiena. Se chiesi quale fosse stato il suo mestiere, quindi, lo feci solo convinta che avrebbe inventato una risposta che poi, quando fossi stata sola, mi avrebbe fatto sorridere. Qualche anno dopo, seppi che pure i figli avevano continuato la tradizione di famiglia, entrando e uscendo dal carcere di Boncammino.

Mi è tornato in mente oggi, leggendo del nuovo arresto del “mariuolo” (così lo battezzò il suo amico craxi) Mario Chiesa, rockstar assoluta del periodo d’oro degli anni novanta, quelli di tangentopoli, che con la loro forza ci hanno traghettato fino ad oggi, quasi dieci anni dopo il 2000, dopo la prima Repubblica, la seconda Repubblica, la terza Repubblica e quelle che seguiranno.

Mario Chiesa e i suoi figli, proprio come il mio uomo di fatica. Ladri da generazioni, o forse soltanto ladri e figli di ladri, che però non hanno mai avuto bisogno di andare a caricarsi una lavatrice sulle spalle, e portarla giù per le scale per quattro piani di un palazzo. Ladri che hanno aperto e condotto società con le quali facevano affari con i comuni o con le regioni, con i rifiuti.

Meno male che ora è tutto cambiato! Pensate che schifo se fossimo ancora nella prima Repubblica. Per fortuna ora c’è la monarchia.

Rita Pani (APOLIDE)


3.29.2009

 

Per fortuna che Fini c'è

Sono contenta, ho letto le cronache dello show del presidente del popolo della libertà del Milan, e mi sono rincuorata. Da oggi, in Italia, si può affermare non solo che non esistono più i fascisti, ma che noi comunisti non solo esistiamo, ma siamo anche talmente tanto pericolosi che sarà compito del presidente del Milan, far sì che gli vengano attribuiti maggiori poteri, per poterci sconfiggere. Per far questo, come ogni buona azienda a conduzione familiare che si rispetti, il presidente ha bisogno del 51% delle azioni, e un minor numero di consiglieri d’amministrazione.

Per fare questo, ovviamente ci sarà da ritoccare la Costituzione antifascista, e quindi comunista, dello stato Italiano, notoriamente governato per 60 anni dal P.C.I.

La storia insegna, ma non ha scolari, diceva Gramsci, comunista pure lui, e quindi non più idoneo ad insegnar qualcosa a noi. La storia fantastica insegna di più: basta sparare a raffica un po’ di cazzate amplificate da un buon impianto acustico, e vedrai in quanti impareranno e citeranno a memoria.

Ho trovato molto interessante che il presidente del Milan, si attribuisse anche il merito di essere stato un libertador: ha fatto la rivoluzione borghese, nientemeno! Sta a vedere, mi son detta, che questo ladro prima ci ha rubato la parola democrazia, poi la libertà, ora ci vuole fottere anche la rivoluzione. Ma va bene, tanto il popolo impara presto. E il popolo della libertà impara ancora più in fretta perché per studiare non ha bisogno di libri, basta un’icona, un’immaginetta da tenere nel portafogli. Il popolo della libertà, apprende per osmosi.

Ho trovato dei passaggi del discorso davvero ineccepibili: per esempio quando ha detto ai suoi fedeli di andare e moltiplicarsi, e di portare il verbo della democrazia in tutto il mondo e a ogni creatura, e aggiungendo che se qualcuno non avrebbe creduto sarebbe stato condannato. Scusate, mi sono lasciata prendere la mano e temo d’aver citato Gesù. Oh per bacco! È la stessa cosa? No. Gesù aveva i capelli lunghi ed erano tutti suoi. Ha detto che saranno paladini della democrazia, e che cambieranno la Costituzione, da soli o in compagnia. In effetti lo dice dai tempi della parabola della calza, ma repetita iuvant.

Chiedo venia, avrei voluto scrivere qualcosa di sensato, ma è proprio il senso che manca in questa storia e non ho l’energia sufficiente per trovarlo. Forse l’unica cosa che mi ha lasciato veramente intenta a pensare, è la facilità con cui in molti abbiano salutato l’esistenza di Gianfranco Fini. “Per fortuna che Fini c’è.” Questa frase è la certificazione del fallimento o forse della vittoria di chi ha usato berlusconi per sottomettere una nazione intera. È valso a dire: i fascisti non esistono più, ed è questo il vero pericolo. La loro scomparsa, li rende liberi di esistere.

Rita Pani (APOLIDE pericolosamente COMUNISTA)


3.26.2009

 

I valori dell’anti/antifascismo.

Iniziamo così, perché si avvicina il 25 aprile, anniversario della Liberazione. L’avvento della democrazia, la sconfitta del regime prima fascista poi nazifascista. E a poco meno di un mese dalla celebrazione, e dopo aver dato l’opportunità alla feccia fascista di risollevare la testa, stiamo solo in attesa che questa data venga cancellata dal calendario. Vi dirò che avrebbe più senso farne una celebrazione clandestina, che lasciare a un branco di fascisti l’onore di sputare in faccia ai partigiani, come del resto fanno i paladini dei valori dell’anti antifascismo che governano questa poverissima Italia.

Sono fascisti, pensano fascista, e agiscono come fascisti.

Il Parlamento non conta, il presidente del Milan ebbe a dirlo in tempi in cui sospettare era ancora più difficile. Lui riuniva i ministri a casa sua (la villa abusiva in Sardegna), perché non sembrava il caso di “perdere tempo in parlamento”. Poi l’ha detto ancora una volta, annunciando l’intento di far votare le leggi ai soli capigruppo. Qualcuno provò a dirgli che la democrazia è altro, e finse di ritirarsi in buon ordine. Oggi l’aspirante imperatore ripropone l’idea, e io so già come funziona: se ne parlerà ancora e ancora, fino a quando la lobotomia avrà successo, e il gregge, dopo aver dibattuto ferocemente su derby e coppa dei campioni, dirà che i parlamentari sono troppi, che rubano troppi soldi, e che sì, forse sarebbe meglio se le leggi venissero approvate da una mezza dozzina di persone.

Sono fascisti e hanno a cuore i valori dell’anti antifascismo.

Io il decreto legge lo voglio, che mi importa del territorio dell’ambiente, delle regioni, della civiltà? Lo dice chiaro il presidente dell’Edilnord, il palazzinaro di Arcore. “Io voglio il decreto legge” e ne discuterò, che piaccia o meno al presidente della Repubblica, durante il prossimo consiglio dei ministri. Io voglio il decreto legge perché serve a mia figlia per andare a cementificare un altro pezzo di Sardegna, e non è abbastanza aver infilato un mio uomo di paglia alla regione, voglio pararmi il culo per bene, e voglio anche tenermi buoni i miei amici del sud, quelli che della mafia fanno azienda, che non possono più rischiare di vedere i loro ecomostri abbattuti dalle ruspe.

Sono fascisti, sono brutti e pure ignoranti.

Prendete l’ultima geniale trovata del testamento biologico che avrà il valore di una fotocopia di una banconota da 5 euro. Questo loro affannarsi perché in Italia mai più nessuno debba morire di “fame e di sete” (ma poi affamano un popolo intero) obbligare quindi all’idratazione e alimentazione forzata, ma non solo: la perla più rara è “che comunque il testamento biologico non sarà vincolante per la scelta del medico”.

Sono sicura che l’Europa chiederà di poter copiare anche questa legge, proprio come il piano casa, le leggi razziali, le impunità, e tutte le altre porcate di questo stato fascista.

Chi deve, si vergogni e ci chieda scusa.

Rita Pani (APOLIDE)


3.25.2009

 

Trova qualcosa da fare

«Auspico che chi è stato licenziato si trovi qualcosa da fare. Io non starei con le mani in mano» Il presidente del Milan.

Affilare forconi? Dare sapone alle corde?

Allora, ditemi, come vi sentite? Voi che ogni mattina uscite da casa e non sapete se domani avrete ancora un lavoro, voi che le tasse le pagate davvero perché l’estorsione è mensile direttamente sulla busta paga che forse non avrete più. O voi, come mi ha raccontato un amico, che avete saputo di essere stati licenziati arrivando al lavoro, quando il vostro tesserino di riconoscimento non faceva aprire il tornello. Come si posano sulla vostra vita, le parole illuminate del presidente del Milan?

Cosa pensate di fare? Una rapina o un’estorsione? Un esproprio proletario al supermercato per avere i pannolini per vostro figlio? Semplice taccheggio o il colpo di una vita?

E io che farò? Perché non è che sia messa benissimo, ma forse ho solo avuto la fortuna di abituarmi prima di voi, a fumare tabacco da schifo e chinare la schiena dolente per usare la zappa, a riciclare abiti usati, e mobili abitati dai tarli, a sentirmi fortunata perché tanto volendo so farmi anche il pane.

Ecco la politica che volevate, quella dello spettacolo e della ricchezza, di questo Re Mida al contrario che è stato capace di illudervi di ricoprirvi d’oro e che invece è solo capace di trasformare in merda tutto quello che ha toccato.

Ditelo, vi prego! Ditelo che la colpa è degli stranieri che rubano il lavoro, ditelo che anche voi ora potreste andare a farvi caricare da un furgone come una puttana, al mattino, per andare a lavorare una giornata per 30 euro, anche se è la banca che vi ha licenziato, o se fino a ieri il vostro lavoro era di concetto e non avevate i calli. Dite che ha ragione, che bisogna darsi da fare e che siete disposti ad andare a badare ai genitori altrui, a cambiare pannoloni, infilare e sfilare cateteri, col rischio di essere mandati via dopo i 15 giorni di prova.

Questa è la politica che volevate, la non politica, perché quella vera faceva schifo, era una cosa sporca alla quale non ci si doveva accostare, oppure ditemi ancora una volta, quello che mi avete ripetuto per anni: “ A me della politica non me ne frega niente, perché tanto sono tutti uguali.”

Lo volevate diverso?

Ora ce lo avete, e vi sputa in faccia.

Rita Pani (APOLIDE)


3.24.2009

 

Lavorare di più

Contro la crisi, gli italiani dovranno lavorare di più”, e se vi crollerà un cantiere addosso, pazienza, tanto le sanzioni per chi vi ucciderà saranno più morbide, e le multe dimezzate. Gli italiani dovranno lavorare di più, per risolvere la crisi, tutti tranne i 37.000 docenti che perderanno il lavoro, e più della metà al sud di questa Italia, che oggi ha detto il primo sì al federalismo (e per dare un’informazione in più il PD si è astenuto). Più lavoro per i pochi che lo manterranno, quindi, ma lo stipendio col suo potere d’acquisto dimezzato, resterà lo stesso o verrà ritoccato al ribasso.

Nel frattempo si gioca con i trenini, che devono andare più veloci e meglio degli aeroplani, e i guasti alle locomotive che vanno a duecentoquaranta all’ora, è meglio tacerli, o spifferarli ai giornali indossando un paio di baffi finti, perché diversamente si potrebbe anche perdere il lavoro che forse ti ammazzerà.

C’era un titolo di giornale l’altro giorno in una locandina esposta fuori da un’edicola: “Ora si ruba anche per fame.” Come siamo finiti male, in questo paese dove più si era ladri e più si faceva carriera politica o manageriale. La crisi è globale, ci dicono, e davanti alla parola globale, non c’è da fare altro che allargare le braccia e sperare. Ma perché nessuno ci spiega che parte della “crisi globale” nasce dal ladrocinio generalizzato di pochi? Perché è impopolare, e questo potrebbe portare qualcuno ad incazzarsi, finalmente, sul serio. Obama pare voler porre rimedio

Pensate solo alle grandi imprese italiane, i telefoni, gli aerei, l’energia. Sono state depredate, i manager rubavano i milioni di miliardi, e l’impiegato rubava la cancelleria. A volte l’impiegato veniva licenziato per due graffette e una pinzatrice, il manager veniva promosso e mandato a depredare un altro ente, un’altra impresa. In Italia il rimedio non lo cerca nessuno, l’idea peregrina di mettere anche solo un tetto agli “stipendi d’oro” è stata accolta dall’Aula con una fragorosa pernacchia.

Bisogna lavorare di più e meglio, e avremo anche le faccine per controllare che questo avvenga. Il parlamento ha voluto riportare un po’ di onestà tra i deputati, attivando il voto antipianisti. La TV tedesca ne ha dato ampio conto, spiegando come l’estro della creatività disonesta italiana sia sempre un passo avanti al mondo. Sono riusciti a taroccare anche quello.

Continuate ad amarlo. In fondo si dice o no, amare alla follia? Questo mi pare proprio il caso.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Faccetta nera

In Europa ci sono alcuni paesi evoluti, (che vogliono il nostro piano casa) nei quali accanto agli sportelli bancari, o degli uffici aperti al pubblico, sono posizionati dei semplici quaderni con la copertina rigida; accanto è posta una penna. Sono i libri dei commenti dove gli utenti, se vogliono, possono lasciare due parole dedicate all’impiegato che ha svolto la loro pratica.

Le penne, per altro, non sono quasi mai incatenate al banco, o legate con lo spago, ma semplicemente infilate in un porta penne, perché nei paesi evoluti, di solito, chi appone una firma su un modulo, non si sogna nemmeno di rubarsi la penna.

5 euro di quaderno, un euro di penna.

Noi siamo in Italia, i registri delle firme li troviamo nelle chiese dove si possono ammirare i capolavori, oppure fuori dalle chiese quando muore qualcuno speciale. Scrivere con la penna risulta sempre più difficoltoso, e anche quando molti italiani si sforzano di farlo, il risultato non è ottimale. Un giorno in un duomo da queste parti, restando molto ammirata davanti ad un opera attribuibile a uno degli allievi di Giotto, una pala che riproduceva Cristo in croce, decisi di firmare. Lo spazio sopra era occupato da “Sabry” che aveva scritto: “Troppo fighi gli ascensori ke avete in qto paese.”

Ecco il perché di 86 touch screen sparsi - pilota - per Roma. Faccine con i colori dei semafori, per semplificare ancora la comprensione della loro utilità: faccina verde, impiegato efficiente e simpa! Faccina gialla, impiegato mezz’e mezzo. Faccina rossa fannullone, antipa, koglione, sclerato, minchia che brutto: da licenziare.

86 touch screen: costo? E chi lo sa?

L’innovazione della brunetta, l’ennesima boutade a costo milionario del ministro per la propaganda di lobotomizzazione di massa. Parlare di nulla per non parlare della realtà. Certo, lo so, sono colpevole e infatti questo post ne è la prova, ma, Vostro Onore, se posso, a mia discolpa vorrei dire: non è forse questo che ci meritiamo?

Un solo appunto però: spero in un touch screen anche per i ministri, che però ne prevedano una in più: faccetta nera. Gonfia di schiaffi.

Rita Pani (APOLIDE che sta imparando a fottersene)


3.20.2009

 

Nuove norme della sicurezza sul lavoro

Dall'inizio dell'anno ad ora,per lavoro, ci sono:
227 morti
227382 infortuni
5684 invalidi

Bisogna vederli così, come riportati sul sito di Articolo 21, i dati dei morti ammazzati di lavoro, perché diversamente, uno a uno, non ci sembrano mai abbastanza. Per dire, ieri il morto c’è stato e anche oggi. Tutti insieme danno il senso della catastrofe, o almeno dovrebbero darlo.

È in fase di preparazione la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, un altro bello sputo in faccia alla civiltà, e deve saperlo bene anche il ministro, dal momento che ha smentito (senza però smentire davvero) le anticipazioni di stampa sulle incredibili novità: multe meno onerose, e l’arresto reso quasi impossibile. Perché è la fantasia al governo, e quindi se non sei in regola, della “direttiva Seveso” te ne potrai fregare altamente basterà avvisare che stai attivandoti per riportare a norma l’impresa.

70 giorni, 227 morti. La cifra è mostruosa, e come tutte le mostruosità è difficile da commentare. Va lasciata là, con la speranza che dica qualcosa a chi la legge.

Questa legge forse servirà a supportare il fantasmagorico piano casa, quello dell’edilizia selvaggia che farà lievitare il lavoro in nero, e l’assunzione degli schiavi per strada, a giornata, e chissà mai anche i morti.

D’altronde c’è la crisi, e come si può pretendere che questi padroni, poveracci, rischino di bruciare danaro in ammende.

A proposito del piano casa, pare che molti stati europei ne abbiano chiesto una copia. Lo so, l’ha detto Berlusconi e quindi è una cazzata, ma almeno questa volta è verosimile: probabilmente avevano finito di leggere il libro delle barzellette di Totti, e volevano conservare il buon umore per un po’.

Rita Pani (APOLIDE)


3.19.2009

 

Randagi


Io ce l’ho un cane in casa. Nemmeno piccolo; saranno almeno 30 o 40 chili di cane. Rompe anche l’anima ai vicini, perché non sono riuscita a cambiare il suo carattere: non parla sottovoce, abbaia. Sapete com’è? È un cane. Non è molto utile nell’accezione canina del termine, perché è dormiglione, invadente, psicopatico, geloso, ingordo. Non fatico nemmeno a sgridarlo, basta che lo guardo male e si fa piccolo, si gira e se ne va. L’ho visto farsi trattare come un pupazzo da mia figlia, o da una mia nipotina piccola, piccola. Lo vedo ogni giorno farsi prendere a schiaffi dalla gatta, o strofinarle il collo perché quella – più scema di lui – gli fa le fusa.

L’ho visto mostrare i denti e rizzare i peli della schiena davanti a una signora imbecille che posata alla recinzione del mio orto diceva (testuale): “Che bello! Come ti chiami?” Ho visto gente indietreggiare sui gradini di casa, quando apro la porta tenendo lui per la collana che porta al collo.

Un’altra informazione utile sul mio cane, è che aveva due fratellini, e che furono trovati dentro un cassonetto della spazzatura insieme alla madre morta, e portati ad un canile.

Lascia inorriditi la notizia di un bimbo sbranato da un “branco” di cani randagi, e lascia sgomenti sapere che lo stesso “branco” il giorno dopo ha ferito gravemente una giovane donna. A me personalmente lascia inorridita anche il fatto di abbandonare i cani. Ma questo è un altro discorso.

Oggi un altro bambino è stato ferito dal cane della zia. L’animale dormiva nella sua cuccia, riportano le cronache, e il bambino è andato a svegliarlo. Immagino quanta dolcezza nel fare del bimbo. Il cane, comunque è stato portato in un centro veterinario per la profilassi di rito. Io avrei contestualmente invitato i genitori del bimbo ad un corso di preparazione per insegnarli ad insegnare al figlio l’approccio giusto con gli animali, dai quali pretendiamo sempre troppo.

C’è una cosa che mi ha colpito più delle notizie stesse, ossia la moltiplicazione degli eventi, che non dubito lieviteranno ancora nei prossimi giorni. C’entra qualcosa la legge che si apprestano a presentare in materia di caccia? Un codicillo, infatti, annulla tutte le precedenti conquiste in materia di salvaguardia dell’animale domestica, stabilendo che ai piccoli animali chiaramente molesti, si potrà anche sparare. Mi sembra che sia un metodo ottimo oltre che per la soluzione del problema del randagismo, anche per quello inerente i fondi negati ai comuni per la creazione dei canili.

Si potrà sparare anche a chi abbandona gli animali?

Rita Pani (APOLIDE)


3.17.2009

 

Notizie a casaccio

Oggi è una di quelle giornate in cui si potrebbe estrarre dal cappello a cilindro una notizia oppure un’altra; a caso. Tanto sarebbero tutte oltremodo allucinanti. Si potrebbe partire dalle belle foto dei ministri fascisti con i nazisti e chiedersi come mai i picchiatori fascisti abbiano rialzato così facilmente la testa. Come mai la pura razza ariana abbia potuto scatenare la guerra xenofoba ai rom, ai romeni o ai diversi in genere (si massacrano per strada anche gay o derelitti handicappati, certe volte quando le giornate sono più propizie, si massacrano anche i gay handicappati e si fa meno fatica).

Certo poi queste sono facili illazioni, in fondo che sarà mai la foto fatta con un fan? Capita no, di incontrare qualcuno con cui posi e ti fai fotografare, e non sei obbligato di sapere che quello è un nazista, creatore di cuore nero. Può essere difficile casomai ricordare che una struttura così, in Italia non potrebbe esistere per Costituzione, e invece le sedi di cuore nero, esistono, sono benedette dai vescovi, e dai fascisti al governo che partecipano alle inaugurazioni.

Ma non mi va di parlare di questo, mi da troppa nausea. Meglio parlare del mio amico, il santo omino bianco. Quello che va in Africa a dire che non serve il preservativo per combattere l’AIDS. Basta pregare. Magari dopo che hai finito di farti una sana scopata: Signore, ti prego, fa che non fosse sieropositivo e che non mi abbia contagiato nemmeno la gonorrea. Dicono che la preghiera non risolva, ma aiuti. Dice che basta rinnovare la sessualità in senso spirituale e umano. Cioè? Evitare le posizioni che possono avere similitudini animali?

Sono troppo stanca per questo genere di quesiti. Sorvoliamo e frughiamo ancora nel cappello a cilindro: niente aiuti ai precari, niente blocco dei super stipendi, piano casa si rinvia ancora. La legge non riesce ad essere scritta, sebbene il governo italiano paghi profumatamente un ministro addetto alla semplificazione. Ma dimmi tu, se devo essere io a consigliare una legge al governo: “possono fare un po’ come cacchio vogliono i costruttori edili o i proprietari di immobili associati alla cosca di governo. Per tutti gli altri è fatto divieto anche solo di sognare una cucina più grande.” Fatto! Tanto ci voleva? Pensare di risollevare l’economia passando dall’edilizia, che è il bacino più grande di lavoratori in nero, e schiavi extracomunitari comprati illegalmente come puttane all’angolo della via, è quanto di più geniale poteva partorire questo governo.

Rita Pani (APOLIDE)


3.16.2009

 

Mostritudine

Cosa c’è di più rassicurante di un mostro? Il mostro è un’iniezione di autostima e coraggio per la società. Quando poi il mostro, è il “padre mostro” l’effetto positivo della cura dura ancora di più. Chiunque di fronte a un padre che ha tenuto segregata la figlia per un quarto di secolo, generando con lei più di una mezza dozzina di figli, non può non sentirsi fortunato di avere avuto un padre “normale”. Ogni moglie non potrà non ritenersi fortunata di avere avuto un marito “normale”, ma anche quella donna che ha visto per quarant’anni il marito ritornare a casa ubriaco ogni sera, potrà sentirsi una principessa, di fronte al mostro.

Il mostro ricopre oggi una funzione sociale non indifferente, e quindi se non si ha la fortuna di averne uno come “il padre mostro” nei confini nazionali, se ne possono inventare degli altri. Ma il mostro non può essere un uomo normale, perché diversamente verrebbe a cadere proprio la sua specifica utilità. Il mostro, deve assomigliare al mostro, e meglio se non ha un nome o un cognome, meglio se è brutto e sporco, meglio se è rumeno. Il mostro pugile e il mostro biondino, sono gli ultimi che ci sono stati offerti per la dose periodica di sicurezza e autostima, sono chiusi in carcere, sono risultati estranei ai fatti, ma comunque restano in carcere, perché sono mostri, perché comunque da qualche parte qualche donna devono averla violentata (sennò che mostri sarebbero?) e soprattutto perché almeno uno di loro si è auto calunniato, e questo è un reato gravissimo per il nostro ordinamento.

Sì, non tutte le persone possono ricoprire il ruolo del “mostro” ed è assai difficile farlo ricoprire a una donna; pensate solo alla fatica di intitolare i servizi tele giornalistici: “arrestata la mostra …” no, non si può proprio dire, così. Però, perché il mostro assuma la sua piena rilevanza, ha bisogno di essere promosso, come un qualunque dentifricio che renderà i vostri denti bianchi come quelli di un bimbo che li ha fatti nuovi, nuovi e questo di solito è il compito di bruno vespa.

Ma oltre alle donne, anche alcuni uomini non possono essere mostri: gli italiani, e coloro che appartengono a quella classe sociale che una volta era rappresentata dalla media borghesia. Un italiano che abusa delle figlie per dieci anni, andrebbe a destabilizzare l’utilità del mostro. Se pensassimo che queste cose possono accadere anche nella porta accanto, come potremo essere sicuri? E che dire se ci interrogassimo a fondo su quei due medici italiani, che all’interno dei loro ambulatori abusavano delle bambine loro pazienti? È un prodotto che non tira e che per questo non deve essere reclamizzato, quindi le dieci righe d’articolo, spariscono dal giorno alla notte, relegando lo schifo all’oblio. Nessuna madre potrebbe vivere serena pensando che le mani posate sul ventre delle figlie potrebbero essere mostruose

Meglio tenere concentrata l’attenzione su Vienna e prepararsi a ricevere una costante informazione sulla bruttura e sull’aberrazione di un padre, di un uomo, di un bastardo a cui nessuno potrà negare il primato di “mostritudine.”

Rita Pani (APOLIDE)


3.15.2009

 

E' tornato Report, comica attualità

Fino alla precedente edizione di Report, a quest’ora, dopo aver seguito la trasmissione, sarei stata inviperita. Oggi ha ripreso, e io mi sento -quasi- divertita. Lo sarei stata di più se avessi visto molte puntate dei Simpson tutte insieme.

Immagino con che occhi avranno guardato i leghisti della padania, e immagino in quanti avranno pensato che sì, il sud è un altro mondo, un’Africa più vicina di quella sahariana. In pochi si saranno resi conto di quanta Italia ci fosse in quelle immagini, e di quanta responsabilità abbiano anche loro, i padani che hanno legittimato l’avanzare o, come nel caso del sud, il protrarsi della barbarie. Diranno: “federalismo!” e penseranno che tutto a casa loro luccicherà. Poveracci, non hanno proprio capito in che mani si sono andati a ficcare.

Eppure, in un certo senso glielo ha detto a chiare lettere anche una loro conterranea, la Marcegaglia, che ha provato a togliere uno strato di cerone dalla faccia di tolla dell’ imperatore. Vuole soldi veri, lei, probabilmente perché meglio degli altri sa che i bilanci che riguardano noi, ultimi di questo fazzoletto di terra, non sono altro che le banconote colorate del Monopoli.

Ma poveracci anche in Sardegna, che mica si è scherzato! Se solo ricordo il giorno in cui gli americani lasciarono la Maddalena, e i progetti futuri per l’Isola di Santo Stefano … cose grandiose. Laddove prima attraccavano i sommergibili nucleari degli americani, ci sarebbe stato il porticciolo, e le basi sarebbero diventate piccoli e lussuosi alberghi. Il progetto principale però, era garantire una fonte di reddito a tutte quelle persone che con l’abbandono dei militari, si erano trovati da un giorno all’altro senza lavoro. E’ di oggi la notizia che Santo Stefano tornerà in uso alla marina militare. E non dico altro, se non che per un servo, liberarsi è impresa ardua.

Oramai si vive di proclami; uno o più al giorno, irradiati dalle TV, urlati dai giornali, e sempre, sempre corredati da abbondanti immagini sorridenti dell’imperatore senza vergogna, che pensa e ragiona come un imperatore autoproclamato, che arriva al punto di richiedere statue monumentali non più esposte al pubblico per arredare i suoi appartamenti a palazzo Grazioli. Venere e Marte ad adornare una scala? Che male c’è dicono i più (caproni) tanto non le vedeva nessuno. Sforzarsi un po’ e chiedersi perché nessuno potesse vederle sarebbe troppa fatica.

Eppure dovrebbe sapere che brutta fine fanno di solito gli imperatori. Tutto quello che resta di Saddam è il suo letto che farà da arredo in uno dei più esclusivi hotel di Baghdad. Si pensa alla nuova città da mille e una notte, e su quel letto a mio avviso abbastanza kitsch, c’è chi pagherà per passare la luna di miele. Ma siamo in Italia, e quello che resterà di questo imperatore, al massimo sarà la sala trucco da affittare alle spose. In fondo, non c’è limite alle perversioni.

Rita Pani (APOLIDE)


3.13.2009

 

Decreto sulla deforma della scuola

Le frasi destituite di senso hanno grande effetto su taluni giovani, i quali chiedono alla vita una sola cosa: fare, con il cervello, la minor fatica possibile. In subordine, avere un po' di quattrini in tasca.
(C.E. Gadda, Meditazione breve circa il dire e il fare ne I viaggi la morte)

È che ho avuto una pessima giornata, allietata solo per un tratto da un paio d’ore serene passate a fare finta di trovarmi in un altro luogo. Brutta abitudine però continuare a leggere i giornali. Si potesse fare come da bambini al cinema, che quando si intuiva che la storia ci avrebbe fatto paura, si strizzavano gli occhi: guardo? Non guardo?

No, non si possono leggere le notizie con gli occhi a fessuretta, e poi i titoli sono scritti così grandi! E così il ministro della distruzione pubblica ha finalmente spiegato i criteri del cinque in condotta che porterà alla bocciatura, soltanto dopo “ammonizione”. Ma che ho detto? Bocciatura? Ammonizione?”

Scusate, mi sono confusa, meglio copiare e incollare per non rischiare di sbagliare: Il 5 scatterà solo dopo una prima sanzione disciplinare che sarà una sorta di "cartellino giallo" dopo il quale, se i comportamenti gravi dello studente dovessero continuare, il collegio dei docenti darà il "cartellino rosso" dell’insufficienza.

Non è chiaro – la ministro non l’ha detto – se la riforma contempla anche il cambio di mansione per il preside, che seguendo la logica della metafora calcistica da anni applicata anche ai massimi livelli istituzionali, si chiamerà “arbitro”.

Si vocifera che l’Onda che tanto ha fatto sognare giovani e meno giovani per un lungo periodo, si stia mobilitando per chiedere la moviola in campo, dal momento che molti sono i falli che potrebbero portare un cartellino giallo ad uno studente.

Dimenticavo di dirvi: alla fine del torneo di primo grado, gli studenti più meritevoli riceveranno una lode (scudetto o coppa?) e avranno diritto di iscriversi alla categoria superiore, che sarà chiamata secondaria di I grado.

La cultura [...] è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.
(A. Gramsci, Socialismo e cultura)

Rita Pani (APOLIDE)


3.12.2009

 

Nuove regole barbare per la caccia

L’ipotesi era già stata ventilata, ma era così schifosa che smisero in fretta di parlarne. Oggi invece ricompare sotto forma di disegno di legge. Un altro piccolo passo per l’uomo e un grande passo verso l’inciviltà scientemente studiata da questo governo. L’abolizione totale delle regole sulla caccia, o meglio la riscrittura delle regole – col senso perverso del loro liberalismo.

Era da un pezzo che provavano ad abolire i parchi, ma ancora resisteva qualche baluardo di opposizione locale, che era sempre riuscita a frenare la bramosia fascista. Con la nuova legge, non solo si potrà sparare nei parchi, ma non esisteranno più razze protette. Cioè si potrà sparare su tutto quello che si muove, compresi cani e gatti, ma solo se notoriamente fastidiosi.

Nuove norme persino sulla metodologia della caccia: potranno essere utilizzate le esche e le reti, abolite da un pezzo e trattate oggi come materiale da bracconaggio. No, non sto parlando di pesca, ma sempre di caccia. Le esche sono degli uccelletti più piccoli che si appendono a testa in giù, in prossimità delle reti, per adescare altri volatili.

La norma più contestata, è la possibilità di estendere l’utilizzo delle armi ai ragazzini di 16 anni. A quanto pare – per le menti illuminate che governano – questo dovrebbe essere un deterrente dal commettere crimini, e potrebbe segnare il ritorno a sani valori comportamentali. Eh sì, proprio come un tempo, quando libro e moschetto facevano il balilla perfetto. Oggi però solo moschetto, che il libro è diventato un oggetto sconosciuto.

Cemento, sterminio della fauna, nucleare, termovalorizzatori, che bruciano rifiuti tossici, centrali a carbone, lenta sparizione dei controlli dell’emissione delle polveri sottili nelle città. Un percorso di crescita che ci invidieranno molti paesi.

L’unica cosa che mi consola un po’, è che si possa sparare su qualunque animale, e dato che l'inventore di tanta nefandezza si chiama orsi …

Rita Pani (APOLIDE)


3.10.2009

 

Pronto Vladimir?

Devo ringraziare un lettore che mi ha ricordato l’”Eurallumina”. È una fabbrica del polo industriale di Portovesme, vicino a casa mia. Per anni dal balcone, ho visto le orribili ciminiere sputare la leucemia e spanderla sulla gente, e tutto intorno c’era il mare. Uno strano mare. Un mare rosso di fanghi. Ricordo che nel breve periodo in cui fu presidente della regione, il giovane pili – un genio – pensammo che ne potesse fare una sorta di sito da far tutelare all’UNESCO, dal momento che riuscì a rendere monumento nazionale un’altra montagna di rifiuti generati dalle miniere, apponendo fari alogeni che illuminavano a giorno la mestizia.

L’Eurallumina ha rappresentato per molti anni becchime per molti: ci hanno mangiato i giapponesi, ci hanno mangiato gli americani, ci sono morti molti operai sardi. Ora era il tempo dei russi, tanto che mi raccontano, durante la campagna elettorale, berlusconi dal palco chiamò Putin per far rassicurare gli operai che rischiavano il posto di lavoro. Ovviamente Putin disse: “Da!” La folla di operai riuniti sotto il palco esultò. Insomma tutti sanno che Putin è amico di quello là, come non fidarsi?

L’Eurallumina chiude. Tutti a casa. Strano! Eppure l’aveva promesso, aveva parlato in diretta con Putin. Incredibile, vero? 400 persone più 200 delle ditte esterne (spero meno di 600 voti) se ne staranno comodamente a casa in attesa della ripresa economica che tuttavia non è ancora abbastanza grave.

Ovviamente i sindaci della zona non sono stati fermi, e hanno chiesto un incontro col governo proprio il mese scorso. Sapete come è andata a finire? Il ministro scajola non s’è fatto trovare.

Non riesco proprio a pensare “ve lo siete meritato”, perché immagino che abbiate famiglia, e perché negli anni ho imparato a conoscere molti di voi, che se pure in mobilità o in cassa integrazione avete sempre responsabilmente campato la famiglia. Spero soltanto però che vi sia chiaro il concetto: avete votato per un malfattore, anzi, nemmeno per lui, ma per un suo prestanome, che gli serviva solo per dare via libera agli interessi di espansione edile della sua famiglia.

Vi serva almeno per tornare a pensare partigiano.

Rita Pani (APOLIDE)


 

L’ottimista

Si avverte un fermento particolare, nell'aria. Mentre molti ritengono sia l'imminenza della primavera, qualcuno più smaliziato inizia a sospettare che la crisi non solo non è finita ma, anzi, non c’è mai stata. E, se c’è stata, loro non l’hanno sentita. E, se anche l’hanno sentita, aveva sbagliato numero.

Essi sono gli ottimisti, coloro che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno.

Gli ottimisti sono certi che quel tizio con in testa un’overdose di Adika Pongo con tripla mano di Vernidas che hanno votato, non può mancare le promesse fatte, nonostante quella vecchia storia della condanna per falsa testimonianza.

Poiché essi sono ottimisti, e vedono sempre il bicchiere mezzo pieno. E a volte ci vedono pure un’oliva e un ombrellino.

Gli ottimisti sono sicuri che quell’ominide che hanno votato non potrebbe mai usare il proprio potere economico come un’arma, anche se lo vedono apparire quotidianamente in tivù con una cintura imbottita di carte di credito o che, se dovessero arrestarlo, dovranno intimargli: “La villa è circondata! Arrenditi: butta il portafogli ed esci con le mani in alto!”.

Un ottimista, vede sempre la sua fiaschetta mezza piena.

Gli ottimisti, anche quando sono cassintegrati, se leggono i giornali e scoprono che c’è un boom di richieste di cassa integrazione, vanno subito a quotarsi in borsa “... poiché, a oggi – ti dicono - è l’unico prodotto che tira”. E comunque, un vero ottimista di solito non legge i giornali. Anzi, i veri ottimisti preferiscono essere del tutto analfabeti e continuare a vedere il boccale mezzo pieno.

Per alcuni ottimisti, la pover-card è un simpatico ed esclusivo gadget governativo che offre, agli aventi diritto, l’opportunità di gettarla nei cassonetti dei rifiuti ove, quotidianamente, rovistano alla ricerca di cibo e di avere così una valida scusante qualora gli vengano rivolte domande imbarazzanti: “No, grazie, non ho bisogno di nulla... Davvero: per sbaglio devo aver gettato il bancomat assieme alle ostriche di ieri, e sto cercando di recuperarlo”.

Perché essi sono ottimisti, e vedono la bottiglia mezza piena.

Per gli altri ottimisti, la pover-card è un simpatico ed esclusivo gadget governativo che offre ai non aventi diritto la possibilità di considerarsi benestanti. E comunque, a mesi alterni, limita la circolazione degli aventi diritto.

Perché, per gli ottimisti, la damigiana è sempre mezza piena.

Un ottimista è sicuro che le centrali nucleari siano prive di pericoli e, in ogni caso: “Sai che ti dico? Un terzo braccio e la pelle squamosa mi gioverebbero proprio!”.

Poiché l’ottimista, ogni volta che osserva la sua botte, la vede mezza piena.

Di solito, quando la Stradale sottopone un ottimista al test del palloncino, questi è in grado persino di farci una giraffa o un bassotto.

L’ottimista crede che le cose andranno meglio di quel che già non vadano, perché il suo bicchiere è ancora mezzo pieno.

Tuttavia, spesso all’ottimista viene diagnosticata la cirrosi epatica.

Certo, ogni tanto, qualcuno di loro si ricrede e comincia a frequentare gli incontri degli Ottimisti anonimi, ma va detto che il percorso riabilitativo è irto di insidie ed è estremamente facile ricadere nel vizio.


dirtyboots


3.09.2009

 

Ho letto sul giornale

Ho letto sul giornale che a Pamela Anderson, è scappata fuori una tetta mentre sfilava in passerella: non ci sono stati feriti.

Ho letto sul giornale che a Torino un tale ha ucciso un uomo e ferito una bambina, mentre tentava di rubare una macchina. Non vi era traccia nel titolo della nazionalità dell’assassino, quindi ho dedotto che non fosse extracomunitario. Però era originario del meridione e questo mi ha tranquillizzato.

Ho letto sul giornale che a Colleferro, nel termovalorizzatore si bruciavano rifiuti tossici nocivi, importati illegalmente “anche” dalla Campania. Per fortuna che presto faranno le centrali nucleari, almeno la smetteranno di intossicarci con la diossina.

Ho letto sul giornale che è morto un ragazzo di vent’anni, è stato ucciso dal lavoro; lo avevano assunto da una settimana. Speriamo che la crisi economica progredisca e che ci siano più licenziamenti. *

Ho letto sul giornale che persino la carlucci è in grado di scrivere una legge. Poi ho anche letto un paio di avvocati esperti di Internet che dicevano che è una legge senza senso. Una legge contro la pedofilia on line, che non parla di pedofilia. Una legge contro l’anonimato. Non ci si potrà più firmare “bonazzachelada­_80” ma bisognerà dichiarare il proprio nome e cognome: Rosa Troja. Sarà una buona legge.

Ho letto sul giornale dei dubbi della lega sul piano casa. Per fortuna, ci penseranno loro a frenare lo scempio del palazzinaro. La lega si oppone alla possibilità di dare case agli extracomunitari. AN si oppone alle baraccopoli e le rade al suolo con le ruspe. Anche i CPT hanno un senso, così.

Ho infine letto sul giornale che Santos Cardone, contractor che terrorizzava con i cani i reclusi di Abu Ghraib è morto in Afghanistan, saltato in aria per una mina. E finalmente ho letto una buona notizia.

Rita Pani (APOLIDE)

*195 morti dall'inizio dell'anno


3.08.2009

 

8 marzo viva l'uomo.


Rosa Luxemburg ci lasciò l’8 marzo in memoria di 129 operaie newyorkesi che morirono nel rogo della fabbrica presso la quale lavoravano, appiccato dal padrone per ritorsione allo sciopero da loro indetto, per protestare contro le disumane condizioni di lavoro.

L’evoluzione e le fabbriche di cioccolatini, unita alla scarsa memoria delle donne cooptate dalla smania di frivolezza, ha trasformato questa giornata in un tourbillon di scemenze e falsi libertarismi. Se solo penso che ci sono donne che rivendicano la propria libertà imponendo ai mariti l’uscita solitaria dell’8 marzo per andare a vedere ragazzotti in perizoma, dico la verità, mio viene la malinconia.

E peggio mi sento davanti alle simboliche attestazioni solidaristiche degli uomini, capaci di vederti donna solo l’8 marzo e figa per tutto il resto dell’anno.

Ammetto d’essere condizionata dalla mia idiosincrasia verso qualunque tipo di “giornata”, ma quelle pilotate dal mercato, mi urtano ancora di più. I cuori a San Valentino, le mimose l’8 Marzo, le uova a Pasqua, i panettoni a Natale … Per non parlare di halloween che siccome non ci bastava il carnevale, abbiamo dovuto importare pure quella dall’America.

Viva gli uomini che sono umani per tutto l’anno, che ti regalano un fiore rubato in una siepe in un giorno anonimo, che ti preparano un caffè, che comprendono dal viso la stanchezza che porta la tua mente e la fatica del tuo fisico. Viva quell’uomo che ti guarda e una volta, solo una volta ti dice: “tu non ci pensare, io risolverò il problema.” Viva quel padrone che non ti tratta da schiava ma da lavoratrice, che se sei incinta ti fa andare in maternità e non ti licenzia, che se tuo figlio ha la febbre vuole che tu prenda un giorno per stare con lui. Viva l’uomo che si accorge che sei donna anche senza dover infilare una mano dentro le tue mutande.

Viva l’uomo che non scorda mai che tu sei una persona.

Rita Pani (Donna anche ieri)


3.07.2009

 

Più cemento per tutti!

Finalmente! Finalmente le case popolari, per i poveri, per le giovani coppie, persino per gli extracomunitari in regola con i permessi, gli anziani e gli studenti. Sogno o son desta? Vado a letto in Italia e mi risveglio in Svezia. Non credo ai miei occhi! Addirittura obblighi di costruire con la bioedilizia.

Ho sbirciato timidamente dalla finestra, con l’infantile speranza di trovare un panorama innevato ricco di abeti e ragazzoni biondi, alti due metri, che passeggiano rubicondi per la via. L’unico timore era quello di non riuscire a chiedere le sigarette in svedese dal tabaccaio. Dopo il caffè però, e una lettura più accurata, mi sono svegliata nuovamente in Italia.

Si svela il piano segreto per l’edilizia del presidente palazzinaro, e guarda caso – ma deve essere proprio un caso – prima del piano stesso c’è già un accordo con due regioni: una è la Sardegna. Meno vincoli, più facilità, meno reati, meno sanzioni, più cemento. Anzi non solo più cemento, ma più cubature per tutti!

Com’era lo slogan delle ultime elezioni in Sardegna? “Vi ridaremo il sorriso!” Diceva nonna: “S’arrisu de s’arenara, arrutta a terra e squartarada”, la traduzione (e mi scusino i puristi della lingua sarda, per la mia approssimazione) è figurativa, cioè un sorriso immobile e terrificante, da immaginarsi come una melagrana matura che cade dall’albero e si spacca.

La nuova epopea barbara sarà presentata al popolo beota come una miracolosa crema anti cellulite, come i Sali del Mar Nero da mettere nella vasca da bagno, che ci entri cozza e ne esci sirena. In realtà noi che il mondo lo conosciamo, sappiamo che cosa succederà. Subiremo un’altra ondata di anarchia del cemento, quella che per molti anni è riuscita a deturpare le nostre città, a renderle irriconoscibili, quella stessa anarchia che ha devastato intere regioni, che ha permesso che si costruisse ai piedi dei vulcani, in terreni geologicamente pericolosi.

Neppure si avrà paura di dover pagare un condono, perché non esisterà più abuso, e laddove ci fosse non ci saranno sanzioni, ma si applicherà l’incomprensibile formula magica del “ravvedimento operoso” con conseguente diminuzione della pena e nei casi più lievi estinzione del reato.

Esultate popolo! Lo avete votato il governo dei palazzinari. Non vorrei infierire – anzi sì – ma spero che ricordiate la campagna elettorale: persino Ciarrapico avete mandato in parlamento, ma tanto voi non lo sapete chi è, giusto? Tanto voi avete scordato persino come ha fatto i soldi berlusconi, anzi per quanto siete idioti, avete sempre pensato che siccome i soldi li aveva già, non avrebbe avuto bisogno di farne altri.

Rido.

Rita Pani (APOLIDE)


3.06.2009

 

Ma co-s'è ques-ta cri-siiiiiiiii

L’aveva detto il meteo, prevedeva pioggia ed oggi è arrivata. Una pioggia di sputi in faccia dal vostro presidente del consiglio. La crisi c’è, ma è un peto di formica; gli stipendi hanno un maggiore potere d’acquisto. La disoccupazione è un problema inventato dal PD e soprattutto siamo messi così bene che i fondi per il ponte della mafia si farà. E lo farà l’Impregilo, mica un’impresa edile di terz’ordine. Immagino sappiate chi fa parte dell’Impregilo, per quali reati i suoi vertici siano indagati, e tutte le altre italiche facezie. Quindi zitti.

L’avete votato? Tenetevelo. Non sapete come arrivare alla fine del mese? Non lamentatevi. Guardate i vostri figli e vi interrogate sul loro futuro? Non ponetevi domande, perché le risposte ve le siete date quando avete votato per lui. Non avete nemmeno il diritto di aprire l’ombrello per ripararvi dalla pioggia di sterco, che quel tizio vi lancia addosso, ogni volta che vi insulta. Non vi resta che fare finta di essere felici, di spendere i soldi che non avete coprendo i debiti di una finanziaria con l’altra.

Le imprese vi mandano in cassa integrazione e vi riassumono a nero e sotto pagati per lavorare più di quanto facevate prima? Vi sta bene, perché il voto alla Lega è stato il voto operaio. Pagate ancora l’estorsione di sindacati come CISL e UIL? Zitti e marcite.

Vostro padre ruba al supermercato? Non è povero, è solo un ladro perché la crisi non esiste. Denunciate vostro padre. E’ sempre più difficile ottenere un esame clinico per un vostro familiare, dal servizio sanitario e dovete rivolgervi al privato a pagamento? Pagate e zitti, e se non potete pagare, pazienza, al massimo morirete. Non ditelo a nessuno, perché voi non avete il diritto di dichiararvi poveri. La crisi non esiste. Vi preoccupa morire perché non avreste nemmeno i soldi per farvi seppellire? Fatevi mettere in congelatore per qualche mese, giusto il tempo di riscuotere qualche pensione extra e raggiungere il gruzzolo necessario.

L’avete votato? Le campagne sono piene di cicoria. Sfamatevi.

Rita Pani (APOLIDE)


3.05.2009

 

Ajò! Sardegna nucleare

Ho letto le dichiarazioni del sismologo Boschi, di cui nemmeno conoscevo l’esistenza, che ha trovato la soluzione per il nucleare in Italia. 4 centrali, tutte in Sardegna. Pare che la mia terra sia stabile e antica. Non è zona sismica. Che dire? Perché non cinque o sei? Tanto che male ci può fare che non ci sia già stato fatto?

L’inquinamento radioattivo delle basi militare americane della Maddalena, la sindrome di Quirra per l’uranio impoverito, le coste di Teulada disseminate di materiale bellico inesploso, la piombemia e le leucemie derivate dal polo industriale di Portovesme. La falsa industrializzazione di Ottana e il conseguente impoverimento dell’economia agropastorale. Villa Certosa e l’approdo bunker con Vesuvio sintetico come il copricapo del suo padrone. Cementificazione selvaggia.

Solo l’idea di ospitare altra devastazione nella mia isola, mi aveva quasi fatto incazzare al punto di pensare – ma solo per un attimo – che avrei mollato tutto e sarei partita per impedire fisicamente un altro scempio. Poi mi sono ricordata delle ultime elezioni, vinte dal prestanome di berlusconi, e mi è passata la fantasia.

Per fortuna le centrali nucleari in Italia, saranno come la Salerno - Reggio Calabria, per fortuna saranno come il ponte sullo stretto. Per fortuna quando avranno posto la prima pietra si saranno già rubati tutti i danari per poter proseguire i lavori.

Ma quanto mi piacerebbe che la terra espropriata fosse quella di chi l’ha votato! Che godimento sapere che un suo elettore, domani, aprendo la finestra si trova davanti le ruspe e le recinzioni.

Ci incontreremo prima o poi … oh sì, ci incontreremo.

Rita Pani (Molto Sarda)

3.04.2009

 

Visioni

Non sono capace di disegnare. Mi piacerebbe, perché sarebbe più facile descrivere le condizioni di questo paese martoriato. Il disegno che vorrei fare è una strada larga, con le macchine ferme di lato, e una folla di gente curva, con gli abiti laceri che cammina; persa.

L’Italia è il vecchietto che fa un’ora di fila alla posta, e una volta giunto allo sportello si fa fare un estratto conto, ringrazia e si volta. Poi con quello strano sguardo buffo, dietro gli occhiali spessi che sembra Mister Magoo, mi guarda da vicino, mi riconosce e mi dice: “Ogni tanto vengo a controllare che ci siano ancora, sa? Sono i soldi per il mio funerale.”

Il martedì pomeriggio la Caritas apre le porte, e ogni martedì la fila è sempre più lunga. Sul piazzale della chiesa i bambini giocano sotto la pioggia e aspettano il furgone dei generi alimentari. Quando arriva, la folla si ordina, senza numero come in salumeria, ma solo con la memoria di coloro che attendevano da prima. I bambini corrono a prendere la mano della loro madre. Ogni volta che passo non posso fare a meno di chiedermi quando toccherà a me. Ogni volta mi chiedo come sarà: “guarderò a terra o riuscirò persino a sorridere, come ho visto fare?”

Questione di responsabilità: ieri il governo, dopo le polemiche del basso prezzo degli onorevoli pasti, ha deciso di continuare a pagare quanto si pagava prima, e di dare la differenza in beneficienza. Lodevole, davvero. Tanto di cappello. Ma qualcuno si è chiesto quanto è il 20% in più di un euro e cinquanta?

Demagogia. Lo so. Peggio, ideologia. Mi accusano in molti di non poter prescindere dalla mia ideologia. Io imperterrita rispondo: “per fortuna!” Il governo risponde alle emergenze del paese, che non sono quelle fin qui narrate. L’emergenza, si sa, è il rumeno. Violentano le nostre donne, e ci vogliono le ronde. A Napoli l’emergenza è la pedofilia, e ci vogliono le ronde. Come diceva Johnny Stecchino? “Il problema di Palermo è il traffico.”

Per fortuna in uno stato fascista due cose sono certe: i treni arrivano in orario, e la polizia è efficiente, così lo stupro di San Valentino è stato risolto, i rumeni sono stati braccati e arrestati. Il giorno dopo l’efficienza statale è stata urlata a gran voce dai giornali e dai telegiornali: “Confessa uno dei due rumeni accusati dello stupro.” E se uno confessa, non ci sono dubbi: è colpevole. Ora il DNA scagiona entrambi gli stupratori, e allora ci si chiede: “Perché mai un uomo confessa un reato tanto ignobile pur essendo innocente:

è un mitomane

vuole procurarsi vitto e alloggio gratuito

è stato massacrato dalla polizia.

No. La quarta che non ho detto: copre qualcuno.

Rita Pani (APOLIDE)


3.03.2009

 

Se la montagna ...


Immagino che a quest’ora tutti sappiate che da oggi la “mensa dei poveri” che serve i pasti caldi a deputati e senatori costa il 20% in meno. Immagino che molti di voi avranno lasciato cadere qualche santo dal cielo. Sono certa che molti avranno masticato parolacce e maledizioni. È facile, soprattutto in un periodo in cui noi si vive giorno per giorno, arrabbiarsi. Non serve a nulla.

Che i nostri parlamentari siano una manica di nulla facenti, pagati troppo, arraffoni, persino malviventi e talvolta criminali è noto; la possibilità di escluderli dalla vita politica ci è stata tolta con le ultime riforme della legge elettorale, scritta appositamente per far sì che più delinquenti sono, più abbiano possibilità di rifugiarsi in parlamento. Considerato che la rivoluzione è da escludersi per manifesta oziosità del popolo italiota, potrebbe esserci un modo per far rivalere i nostri diritti o per lo meno, per far capire a questa cosca malavitosa che a noi non stanno più bene, né le loro facce, né le loro prepotenze.

Bisogna istituire un comitato per la richiesta di una legge elettorale, andare da un notaio e registrare l’atto costitutivo. Trovare un pull di avvocati che poi con pazienza scriva una semplice legge, tesa ad estendere i privilegi dei parlamentari e dei senatori, a tutti i cittadini italiani. Dopo di che raccogliere le firme, e trovare un parlamentare che si faccia carico di avallare e seguire parlamentare. Sì, perché in Italia, il diritto del cittadino di promuovere le leggi di iniziativa popolare, è un diritto solo sulla carta. In realtà le leggi giacciono dimenticate e sepolte di polvere.

L’idea è semplice: visto che siamo impossibilitati a cambiare le cose, chiediamo che le cose restino uguali, ma a beneficio di tutti.

Per esempio le mense degli operai e dei lavoratori avranno la stessa qualità e lo stesso prezzo di quella di Camera e Senato. Si lavorerà dal martedì al venerdì, i viaggi saranno a carico dello stato, le diarie verranno calcolate con le tabelle della Camera e del Senato e non più su quella di 4 ruote quando usi la tua auto per spostarti. Tutti i lavoratori, avranno un’ora di ricreazione ogni giorno lavorativo, e due il mercoledì. All’interno di ogni fabbrica, scuola, ministero, ente, azienda sarà presente un barbiere e un parrucchiere per signora, ogni cittadino malato non farà la fila per un accertamento clinico, e in caso di necessità sarà operato dai migliori medici a costo zero. Tutte le spese mediche sostenute al di fuori del servizio sanitario nazionale, saranno rimborsate, ed ovviamente tutti i cittadini avranno lo stipendio base di lor signori, comprese gratifiche, detrazioni, ruberie. Inutile dire, che con questa legge di iniziativa popolare, anche il lodo Alfano sarà esteso a tutta la popolazione italiana.

Non sto scherzando. Io da sola non ce la posso fare. Non porterà a nulla, ma potrebbe essere un modo per parlare a un numero maggiore di menti addormentate.

Rita Pani (APOLIDE)


3.01.2009

 

Omino bianco


Il verbo ci viene elargito tutte le domeniche a mezzogiorno, quando l’omino bianco si affaccia alla finestra, tutto tempestato d’oro e pietre preziose. È preoccupato per la crisi economica il papa, e dopo essersi dichiarato solidale con i lavoratori FIAT di Pomigliano, ricorda al governo che le priorità devono essere i lavoratori e le famiglie.

C’è una certa coerenza in tutto questo, e qualcuno più lungimirante di lui ci aveva già pensato: il comune di Milano, per esempio, ancor prima che il papa desse l’ordine di pensare ai lavoratori, aveva assunto 46 insegnanti, senza alcun concorso, per l’insegnamento della religione nelle scuole materne. Aveva fatto di più il comune, infatti contestualmente all’assunzione dei catechizzatori, aveva scritto alle famiglie dei bambini extracomunitari iscritti negli asili, per chiedere che anche i loro figli partecipassero a tali indottrinamenti, per “una migliore” integrazione.

Comunque poco importa da che pulpito venga la predica, l’importante è che si parli di crisi e lavoro, quindi ben venga qualunque voce. Anche quella molto flebile di Franceschini, che impegna il governo ad assicurare un assegno di disoccupazione a chi non avendo la fortuna di insegnare religione, il lavoro lo perde. Forse però al neo leader nessuno ha spiegato perché in Italia c’è “il boom” della cassa integrazione. Italianamente funziona così: le aziende mandano in cassa integrazione i loro operai per riassumerli in nero, sottopagarli e sfruttarli. Io lo so perché sono state fatte alcune belle inchieste giornalistiche sull’argomento, ma non mi pare che sia successo nulla. Segno evidente che dalla crisi economica noi usciremo – ammesso che se ne esca – morti di fame, mentre qualcuno ne uscirà ancora più ricco.

Tornando all’omino bianco, preoccupato per noi, mi farebbe piacere sapere che ne pensa di quel prete che ha sfilato con il corteo di forza nuova, tra caschi neri e spranghe, per poi benedire la nuova sede dell’organizzazione fascista di Bergamo. Chissà se lo sa che anche da quelle parti, come tra i lefevriani, circola voce che i campi di sterminio con i forni crematori, non siano mai esistiti, o che meglio si dice che dovrebbero esistere ancora per bruciarci gli extracomunitari.

E a proposito di extracomunitari, per concludere, trovo italianamente affascinante il fatto che a Padova, la polizia debba essere costantemente impegnata a sorvegliare le ronde che sorvegliano la città. Questo cretinismo di stato, gratifica la mia vocazione all’arte demenziale. Grazie a tutti i cretini che votando questo governo di cretini ha permesso tutto ciò.

Rita Pani (APOLIDE)


This page is powered by Blogger. Isn't yours?