11.30.2003

 

Cessate il fuoco.

I drammatici fatti che da tempo ormai si ripetono sempre piu' spesso, in Iraq, in Afganistan, piu' recentemente anche in Turchia, e la minaccia che questa spirale si allarghi a tutto il mondo spaventano noi come, immaginiamo, tutti voi.
Per questo abbiamo deciso di lanciare un appello per dire basta, per chiedere a tutte le "parti in causa" di CESSARE IL FUOCO, perche' ci sembra giunto il momento di fermarsi a riflettere, e vorremmo che tutti lo facessero, tutti coloro che usano le armi - siano esse bombe sganciate dagli aerei o autobombe lanciate contro edifici.
Per una volta vorremmo che le parole sostituissero i proiettili, che venissero prese in considerazione come strumento di dialogo.
Insieme con noi, lo promuovo Noam Chomsky, Ignacio Ramonet, Hans van Sponeck, Rigoberta Menchu, Oscar Luigi Scalfaro, Riccardo Muti, Ermanno Olmi e molte altre persone che ritengono indispensabile un ritorno alla ragione e all'umanita'. Chiediamo a tutti voi di aderire, sottoscrivendo l'appello "cessate il fuoco" sul sito www.emergency.it.
Vi chiediamo anche di far conoscere a quante piu' persone possibile l'esistenza di questo appello, e di invitarle a firmarlo, facendo girare questa news o - meglio ancora - utilizzando il form sul sito.
Su Peace Reporter (www.peacereporter.net) troverete l'appello in
diverse lingue, quindi potrete invitare all'adesione anche i vostri amici all'estero.
Peace Reporter pubblichera' inoltre approfondimenti, news e interventi sui temi proposti nell'appello.
Un'ultima cosa: se qualcuno ha riposto la bandiera arcobaleno o lo straccio di pace, e' importante tirarli fuori, adesso.
Un abbraccio a tutti.
EMERGENCY

 

Ma Noi l’Iraq non lo abbandoneremo…

I giapponesi si accodano agli altri uomini coraggiosi, Aznar, il nano. Certo che non lasceranno. Come potrebbero loro, che in Iraq non ci sono mai andati?
A morire ci mandano gli altri, perché è importante anche morire in Iraq. Solo così l’Italia potrà avere la sua fetta di torta. L’Italia veramente è un po’ troppo dispersivo come termine. Lunardi.
Ecco Lunardi sì, mangerà la torta.
Il solerte ministro escavatorista ha già presentato da qualche tempo i suoi progetti per la democratizzazione e gli aiuti all’Iraq: costruire la metropolitana a Baghdad e costruire una linea ferroviara ad alta velocità per collegare la capitale a Mossul. Non ho sottomano le cifre, ma sono molti milioni di Euro… Molti… E tanti dollari americani.
Sì, mi viene da dire che 19 persone italiane sono morte in guerra perché Lunardi potesse costruire la metropolitana, o almeno anche per questo, e forse loro, i morti, nemmeno lo sapevano. Me lo auguro.
Sono italiani e pensano in grande, assicurare un pasto sicuro, l’acqua e la luce nelle case, le case, il lavoro, la sanità, sono cose superate, bisogna esportare il modello italiano, quello che somiglia sempre più al modello americano.
In effetti è un po’ la stessa cosa che avviene in Italia, in Sardegna per esempio, nell’autunno del 2004 avremo un nuovo tunnel per velocizzare i collegamenti con Olbia da Cagliari passando per Nuoro, ma la strada che da Sassari e porta ad Olbia, trafficata e pericolosa, dove la gente muore come in seguito ad una pestilenza, resterà sempre quella. Una bella strada che buca una montagna ed è in uso un solo traghetto per il trasporto delle merci su ferrovia, che probabilmente presto verrà soppresso.
Anche in Sardegna non c’è l’acqua e nessuno ce la da, ci danno strade… Perché l’estate arrivano i turisti.
Così a Baghdad… L’Italia vorrebbe esportare un pezzo di se. Cantieri, cantieri, e cantieri. Ma dopo, quando scavando, scavando troveranno la Babilonia, che faranno? Deprederanno, fermeranno i cantieri che non finiranno mai?
Sì, sono sicura che gli iracheni, sentivano davvero il bisogno di una metropolitana, soprattutto dopo i tanti anni di embargo che gli hanno privati di tutto, la vita compresa.
Fare una guerra per rubare il petrolio. Fare una guerra per costruire metropolitane, magari qualche Mc Donalds. Ecco perché si muore.
Poi resta la società civile, quella che firma le petizioni, quella che raccoglie gli aiuti umanitari da inviare, quella che si tassa per donare danaro. Ed anche questa è logica italiana. Noi compriamo azalee, uova di pasqua, panettoni, bonsai, arance, colombe per finanziare la ricerca che lo stato non finanzia più perché ha altre spese, e quella militare incide.
Ho visto anche io le immagini di ieri, uomini che pestavano cadaveri con i piedi… Non mi ha fatto piacere ma ho provato a guardare bene.
Erano piedi nudi o coi sandali, che ieri maledivano Saddam Hussein ed oggi lo rimpiangono perché forse prima almeno le scarpe le avevano.
Sì… Il popolo iracheno ha davvero bisogno di un treno veloce e della metropolitana. Bravo Lunardi.
RITA PANI APOLIDE

 

STRISCIA ROSSA

«La guerra in Iraq è sbagliata. Si doveva mediare e riflettere prima di intervenire. Questo conflitto è un peccato di presunzione. I carabinieri non sapevano a cosa andavano incontro. Devono rimanere, ma per gli iracheni».
Margherita Coletta, vedova del vicebrigadiere Giuseppe Coletta, morto nell’attentato di Nassirya, Adnkronos, 28 novembre.

 

L'intestino di silvio

Si vede che ogni tanto gli innumerevoli "va a cagare" degli italiani sortiscono l'effetto desiderato dispiace (per lui) che questo accada sempre in occasione di summit internazionali..così il povero Berlus sarà ricordato oltre che per le gaffes
anche per i..gas!!!
Giuseppe M.

 

Ma cos'è questa ripresa?

Si parla di ripresa (anche se sembra più una speranza) ed io mi chiedo ma causata da cosa?
Da una guerra andata comunque peggio del previsto? Da una maggiore spesa per controllare tutto ciò che é a rischio (anche se é impossibile controllare tutto al 100%)? Da un progresso che rende obsoleti interi rami economici e relative rendite (produttori, distributori, negozianti, lavoratori ecc)?
Dalla minor voglia, possibilità e speranza nel futuro (quello della persona media....cioé il mese prossimo) di chi ha lavori precari? Dalle mie parti nascono sempre più negozi (o meglio si riconvertono) ma quasi tutti di abbigliamento o cianfrusaglieria e sono quasi sempre vuoti. Alcuni vanno ancora bene, altri si vede che faticano e non so i conti .....eppure ne aprono ancora. Sarà che i settori merceologici sono sempre meno? Ormai per molte cose ci sono i grandi magazzini che vendono di tutto e solo alcune cose possono dare un certo guadagno con poca clientela (su oggetti di poco costo non puoi rialzare molto in cifre assolute). Da una parte il commercio é saturo e dall'altra alza i prezzi per sopravvivere sul poco. Se questa ripresa c'é (non credo o che duri) la vedo dura che possa raggiungere il basso e in tempi brevi senza
ripensare anche alla ristrutturazione dell'economia interna.

Ciao! KptKirk

 

Il sen.Stiffoni (LEGA NORD) e i forni crematori

Su il Gazzettino del 22 novembre si riferisce che il senatore leghista Stiffoni ha testualmente affermato "gli immigrati? peccato che il forno crematorio del cimitero di Santa Bona non sia ancora pronto" e ancora "L'immigrato non e' mio fratello, ha un colore della pelle diverso". Stiffoni ha poi affermato che era solo una battuta (come sempre forzaitalioti e , an e leghisti sono vigliacchi pure nelle parole), cosi' confermando le parole che avrebbe pronunciato.

In merito alle dichiarazioni di Stiffoni, per le quali e' stato denunciato alla Procura della Repubblica dalla federazione di Treviso dei Comunisti Italiani, il senatore Pagliarulo ha dichiarato :

" siamo davanti a un caso conclamato di istigazione all'odio razziale e di apologie delle pratiche naziste di sterminio. Prendo atto che un senatore di un partito che sta al governo parla di forni crematori, una specie di solulzione finale verso gli immigrati. Hitler la chiamava ENDLOSUNG. E' la prima volta nella storia della Repubblica .

Ecco perche' il ministro leghista Castelli ha operato finora per evitare l'approvazione della normativa europea contro il razzismo. Auspico l'immediato e inequivocabile ripudio di quelle parole da parte del Presidente del Senato e del Presidente della Repubblica. Aspetto una totale condanna da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi e del ministro Bossi. Qui si sta scherzando con il fuoco. Stiffoni si assume la pesantissima responsabilita' di qualsiasi episodio di razzismo, intolleranza e violenza che dovesse avvenire a causa delle sue parole".

SERGIO


 

Sregolatezze del 29/11/2003

Sapete come sono i Radicali (non coloro che in politica portano alle estreme conseguenze la propria dottrina o i propri comportamenti, ma più modestamente i pannelliani, che notoriamente portano alle estreme conseguenze le proprie pretese e le proprie presunzioni). Ogni tanto adocchiano un incarico istituzionale, che per loro è tagliato su misura per
Marco Pannella o per Emma Bonino, e sferrano la loro brava offensiva, al doppio livello della petulanza mediatica e dei contatti personali con i potenti di turno, di destra o di sinistra che siano. Da settimane è stata messa in circolazione - indovinate da chi - la candidatura della Bonino a rappresentante dell'Onu in Iraq. I radicali si sono arrabbiati perché,
scandalosamente, essa non risulta essere mai stata avanzata, nemmeno informalmente, dal governo italiano all'Onu. «E io stessa», racconta sdegnata la Bonino, «l'ho saputo dai giornali. Nessuno mi ha contattata per sapere se fossi disponibile». Ma vi rendete conto? Né la càndidano né le chiedono se sia diponibile. Proprio una vergogna. Possibile che a nessuno, ma proprio a nessuno passi anche lontanamente per la capa che lei possa essere indisponibile?

DON PANCRAZIO

11.27.2003

 

FINI SHARON

Gianfranco goes to Israel: è incerto se Fini è abbastanza democratico da incontrare Sharon, ma di sicuro Sharon è abbastanza fascista da poter incontrare Fini. Il nostro vicepremier si inchina al memoriale dell'Olocausto
pronunciando poche, commosse parole: «Accidenti alla lombaggine».
Secondo Fini, i timori israeliani sul risorgere dell'antisemitismo sono eccessivi: «L'Europa ha sempre riconosciuto le sue radici ebraiche: per questo ha mandato tanti ebrei sottoterra». Non sfugge
nemmeno alle scottanti domande sugli orrori della Rsi: «Salò?
E' il passato remoto del verbo salare». Molto gradito il suo regalo al governo Sharon: cento fusti di olio di ricino da impiegare nei prossimi colloqui con i leader palestinesi. La nostra preghiera al popolo israeliano: a Fini ci sono voluti dieci anni per venire da voi; ora, per rieducarlo meglio, mandatelo altri dieci anni a coltivare pompelmi!
Hasta Siempre! MIRCO.

 

" Io voglio, tu non vuoi"

Vi ricordiamo che
Venerdi' 28 Novembre 2003 ore 17.00
Facolta' di Lettere E Filosofia (aula H)

" Io voglio, tu non vuoi"
Metodi di educazione non violenta per prevenire e gestire il conflitto.

Incontro- Dibattito con l'antropologa
Pat Patfoort
Interviene:
Isabella Meloni (ass. Itaca)
Organizzano l'incontro:
Odradek Libreria- Caffè Letterario
"La Triangola" Essere Comunicare Fare Ass. ONLUS Cagliari
Associazione "Itaca"

Pat Patfoort, antropologa, è una delle più importanti teoriche della nonviolenza. Ha fondato in Belgio un Centro per la gestione nonviolenta dei conflitti che ogni anno riunisce i massimi esperti internazionali della nonviolenza. Da oltre vent'anni opera professionalmente sull' educazione nonviolenta con lezioni seminari e training per bambini, adolescenti, adulti.

Ha partecipato a training internazionali in zone interessate da conflitti militari ad alto rischio nei Balcani, in Cecenia e in Rwanda.




 

MOSTRA

29 NOVEMBRE – 8 DICEMBRE 2003
Mattino 9.00 / 13.00
Pomeriggio 17.00 / 20.00


INCONTRO / DIBATTITO 1 DICEMBRE 2003 – ore 17.30
col Dott. Paolo Rizzi
Membro del Contratto Mondiale sull’Acqua


VILLA MUSCAS
Ex Istituto Agrario, via S. Alenixedda – CAGLIARI
INGRESSO LIBERO
ORGANIZZATO DA:
AIFO - LOS QUINCHOS - MANI TESE - MEDICI DEL MONDO – OSVIC - RETE LILLIPUT - SOCIAL FORUM - SUCANIA
CON LA COLLABORAZIONE DEI DOCENTI E DEGLI STUDENTI DEL "LICEO ARTISTICO DI CAGLIARI"

Per informazioni : 349 6440447
www.contrattoacqua.it

 

REGIMI DEMOCRATICI

Sempre perché tutto ha una logica e soprattutto l’uomo è considerato tale perché si differenzia dalle bestie….
Non so che dire.
Pare che a Guantanamo i democratici americani tengano rinchiusi anche dei pericolosissimi terroristi di 12 anni. Pare che Guantanamo sia un campo di concentramento al quale mancano solo i camini.
Ora pare che Il generale Abed Hamed Mowhoush, ex comandante dell'Aviazione irachena sotto il regime di Saddam Hussein, è morto ieri sotto interrogatorio, ma ovviamente per democratiche cause naturali.
Detto questo, i carabinieri, i militari, e i civili italiani morti in Iraq, sono morti in pace, eroi della patria e proprietà comune della società civile, che rizza e appizza bandiere tricolori e di patria si veste con intensità cocente. Vittime di chi, ingrato, non si capisce perché, rimpianga una dittatura ad uno stato di provvisoria democrazia.
Ovviamente sono tutte balle, ma facciamo finta di no, abbiamo in patria i nostri problemi oggi… Per esempio? Siamo in regime? O siamo sotto democrazia di stile-modello americano?
Non mi ricordo da quando vado sbraitando che siamo in regime, e nemmeno da quando vado in giro ad urlare il pericolo reale per la nostra libertà, ma si sa, la mia voce spaventa come la scorreggia di una formica.
Oggi però possiamo inneggiare ed eleggere un nuovo paladino.
Di scuola Berlingueriana?
NO
Della scuola Iotti?
NO
E’ Paolo Bonolis.
Dice che in RAI c’è la censura, che il regime incalza.Questo è riuscito a dedurlo solo dopo che inutilmente ha chiesto di avere ospite in trasmissione “Domenica in” il grande, vecchio, comunista Enzo Biagi.
Ma soprattutto ha dichiarato che non voterà più i forzidioti mafio-piduisti.
Non si è sprecato nella sua lunga intervista all’Espresso a dirci perché in precedenza aveva messo la sua X sulla costola della P2…
Non avevamo certo bisogno di un altro paladino… E mi secca un po’ che magari qualche cerebroleso arrivi a pensare che l’attuale governo sia di merda perché lo dice Bonolis.
Prendiamo atto inoltre della defezione della mussolini da AN… Ufficialmente per la revisione del nonno fatta dal sinistroide fini, ufficiosamente o a mio modestissimo parere, solo perché quando la nave affonda è meglio mettersi in salvo.
RITA PANI (APOLIDE)

 

Sregolatezze del 27/11/2003

Torna ad aggirarsi tra le quinte del teatrino politico italiano il mistero di quel trapezio nero dal quale scaturisce (ed arde tuttora, nel simbolo di An) la fiamma tricolore dell'Msi. Voluto nel 1946 da Giorgio Almirante, capo di gabinetto a Salò, alla base del simbolo del partito destinato a conservare nel tempo l'eredità mussoliniana, porta stampigliate le lettere
Msi. Questa sigla, ufficialmente abbreviazione di Movimento Sociale Italiano, erano lette dai neo-fascisti (e sono conservate nel cuore dei post-fascisti) come simbolo grafico del motto "Mussolini Sei Immortale", così come quella fiamma era (ed è) "il fuoco che arde eternamente sulla tomba di Mussolini". Ora il centro-sinistra pretende dallo stremato Fini di
dare quest'ultima prova di democraticità irreversibilmente acquisita: cancellare dal simbolo di An sia il trapezio sia la fiamma delle immortali idee mussoliniane. Ma Fini non lo farà: infatti ha garantito di avere cambiato idea su Mussolini non sulle sue idee. E poi, essendo un tipo quadrato, capisce da solo che, eliminando il trapezio, perderebbe automaticamente la sua base.

DON PANCRAZIO

 

STASERA SU EUROPA 7

Tratto dal sito www.articolo21.com

Lo spettacolo di ieri sera (24/11/2003) all'Ambra Jovinelli promosso da Articolo21 e Magistratura Democratica che, ricordiamo ha visto la partecipazione, tra gli altri di Sabina Guzzanti, Andrea Camilleri, Guglielmo Epifani, Paolo Rossi, Fiorella Mannoia, Giovanna Marini, Serena Dandini, Michele Santoro sarà trasmesso questa sera martedì 25 novembre alle
ore 20:50 sull'emittente locale TVR Voxson - TeleRegione Toscana. Giovedì 27 alle ore 20:50 circa lo manderà in onda il circuito televisivo Europa7.


11.26.2003

 

Sregolatezze del 26/11/2003

«Naturalmente Sabina» - dice papà Paolo Guzzanti, che prima raccontava le barzellette a Scalfari (che lo fece inviato), poi le ha raccontate a Mieli (che lo mandò in America) e adesso le racconta a Berlusconi (al quale sono piaciute tanto che lo ha fatto vice-direttore e senatore) - «fa parte di un universo politico che pensa che il governo si debba abbattere... Questo è adesso un dettaglio. Il vero problema è di principio». Il problema è che chiedere di vedere prima la registrazione di una puntata di RaiOt «è un'azione stupidamente censoria. La Rai si è voluta suicidare e i consumatori, tutti coloro che pagano il canone dovrebbero chiedere il risarcimento dei danni». Si capisce allora perché Paolo Guzzanti riesca invece a frenare il suo impetuoso sdegno per i casi di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi: loro non sono stati registrati e censurati: sono stati semplicemente cacciati e oscurati. Che è notoriamente tutta un'altra cosa. E poi: Biagi, Santoro e Luttazzi sono forse, rispettivamente, suo padre, suo fratello e suo cugino?

DON PANCRAZIO

 

Chi serve la legalità va onorato!

Dopo anni di lavoro senza soste compresi sabati e domeniche, unici giorni in cui Previti non poteva accampare sedute parlamentari, dopo tonnellate di insulti da parte dei criminali al governo, può prednersi un poco di riposo.
E' stata indagata a Brescia, a Perugia, dal servo Castelli, dal CSM e dalle Sezioni Unite di Cassazione: TUTTI han sempre dichiarato che è un magistrato PERFETTO. Però tante indagini possono sfiancare un mulo!
Ben TRE PROCESSI diversi hanno definitivamente accertato che a Roma c'erano dei giudici in vendita: il proceso Acampora, il proceso IMI/SIR e il processo SME/Ariosto. Tuttavia i piduisti e i loro servi hanno urlacchiato per un decennio che i magistrai NON INDEPENTI erano quelli di Milano!
Ora i corruttori dovrebbero riformare la Giustizia!!!!
Comanda quello che si è pappato la Mondadori corrompendo i giudici e che si è affrettato a dichiarare Previti INNOCENTE, in totale dispregio della Magistratura, dei Tribunali e della sua stessa carica di presidente del Consiglio: UN GIGANTESCO STRONZO da cacciare al più presto.
Per la Boccassini, caro Ciampi, è prevista una qualche onorificenza?
Un magistrato come lei che prima ha scovato e fatto condannare all'ergastolo tutti i killer di Falcone e Borsellino e poi ha svelato il putridume Fininvest e la più grande corruzione da quandoe esiste l'Italia repubblicana, non dovebbe avere un alto riconoscimento?



 

Privacy, tutela e buongusto…

Poi quando non basta la privacy, allora intervengono i comitati di auto controllo o meglio ancora i codici di autoregolamentazione. Sono tutti strumenti che servono alla tutela dei cittadini. Sono quelle leggi e quei provvedimenti tesi alla salvaguardia del buon nome e dell’immagine, della dignità del cittadino.
Ma chi è il cittadino? Sicuramente non sono io, che non a caso mi dichiaro apolide, e non lo sono nemmeno i meno abbienti o i disgraziati, i malavitosi o i figli dei banditi.
Per essere cittadini, oggi, è necessario avere i seguenti requisiti:
1) Essere (economicamente) abbienti.
2) Essere famosi o conosciuti
3) Poter essere annoverati tra la categoria dei “per bene”.
Quando a Noviligure i famigerati Erika ed Omar massacrarono una famiglia “per bene” essendo anche loro “per bene” vennero oscurati in viso con i quadretti o i rettangolini neri. Era giusto, bisognava tutelare la figlia di una famiglia per bene che aveva deciso di massacrare la madre e il fratellino. Sguazzammo nel sangue che andava dal soggiorno alla vasca da bagno, ma grazie ai codici di regolamentazione, o autoregolamentazione nessuno di noi poté vederne gli occhi. Solo gli occhi.
Ieri è morta la figlia di un bandito. Ieri è stata ammazzata la figlia di Matteo Boe. Un criminale, un rapitore, un disgraziato. Un ergastolano.
Ieri è morta, ammazzata a fucilate, una ragazzina di 14 anni, che evidentemente avendo per padre Matteo Boe non era una cittadina italiana e la prova la trovate al link del giornale regionale L’unione sarda. Nessuna privacy, nessun codice di regolamentazione, nessuna legge a tutela della figlia di un bandito che può essere mostrata distesa su una barella mentre probabilmente sta morendo, o ha il corpo ancora caldo. Hanno pensato anche di porvi il marchio sulla foto…” Foto esclusiva di Massimo Locci”. A me fa piacere sapere il nome e il cognome di quell’avvoltoio, così che io possa dire che Massimo Locci è uno schifoso avvoltoio che si alimenterà del cadavere di una ragazzina di 14 anni. Un bastardo.
Sì, i cittadini sono solo quelli “per bene”.
Ogni giorno di più sono felice di non esserlo, anche dopo gli ultimi sviluppi dello scandalo che ha colpito la Roma Bene, perché se quello è essere bene, avrei difficoltà a spiegarmi cosa sia per male.
Non è mistero che da tempo mi vada chiedendo quale sia l’utilità di cristina parodi e del suo show pornografico trasmesso da canale 5 ogni pomeriggio, ma ancora più dubbi mi sovvengono da quando ha iniziato la campagna per la difesa dei cocainomani spacciatori, ed insieme a lei i cuccuzza e i gilletti. Ogni giorno una sfilata di marazziti ed avvocati a piangere i loro danarosi clienti ingiustamente sbattuti sulla cronaca come fossero mostri. Attrici più o meno famose che piangono l’ingiusta prigionia dei loro mariti… “Pensare che abbiamo ancora la casa invasa dai regali di nozze…” Senatori a vita che pippano coca a scopo terapeutico, ad 82 anni e nemmeno schiattano d’infarto, ed accusano i giudici per la fuga di notizie. Ed invocano la privacy.

RITA PANI (APOLIDE)

 

Il Calciatore & il Senato della Repubblica

Ieri il Senato della Repubblica era tutto in frenetico fermento, dall'uscere al senatore a vita, dal guardiasigilli al pusher.
Nassirya? Crisi economica europea? Scandalo Biancaneve?
Macche', roba seria stavolta, roba in grado di smuovere la placida sicurezza di chi non teme il futuro: l'emozione che serpeggia per le aule, palpabile come l'eccitazione di un primo incontro, e' dovuta nientepopodimeno che'...[RULLO DI TAMBURI] alLa Visita.
E di fronte a Tale Personaggio anche lo snobbismo piu' sfrenato del piu'altero e letargico onorevole deve cerede il passo, chinare il capo ericonoscere l'imperium.
Quando egli e' arrivato, le orbite vuote delle finestre di Palazzo Madama eran gia' sature di curiosi di basso rango. I Senatori (quelli che per vezzo s'usa chiamare onorevoli) e i Vassalli attendevano in cortile, con lo sguardo eccitato di un bimbo che vede il suo eroe, misto alla sacrale deferenza dovuta ad un imperatore della dinastia Ming.
Egli, l'Eletto, pareva invero un po' stralunato e sfoggiava quello sguardo trascendente, contemplativo e profondo, che tradisce altero distacco dalla grossolana realta' terrena.
Subito l'umanita' adorante ha intonato gli osanna, che si sono levati al cielo come la fumata bianca di un pontefice.
Egli ha sorriso con dignitoso riserbo (un po' fuoriluogo, invero) e virile modestia (ancora piu' fuoriluigo li, tra dopati mandrilli novantenni), si e' scostato i capelli dal viso, ha spezzato il pane, ha reso grazie e ha detto ai suoi discepoli "AOOOO?!?!"
Il boato della folla si e' fatto subito incontenibile
"CANDIDATI!"
Io stessa, guardando queste sensazionali immagini al TG, ho dovuto quasi farmi violenza per non crollate in sottomessa proscinesi.
Solo facendo appello al sovrumano rigore delle tecniche mentali bushidosono riuscita a mantenere una pavrenza d'autocontrollo in assoluto contrasto con le sale del senato.
Il bar deserto, i tornei di bridge trascurati, niente code alle macchinette da caffe' e 315 senatori presenti su 315 (era dai tempi del trionfante dispaccio di Armando Diaz che non si verificava un evento di tale risinanza)
Subito sono apparsi degli stuzzichini, che si moltiplicavano da soli
come i buchi dell'erario. Roba semplice, modesta. Il pranzo tipico di un pastore delle murge o di un operaio della Pirelli: Tournedos alla Rossini, Crema di Asparagi, filetto alla Voronoff, and so on.
Poi due senatori anziani hanno affiancato il Messia, uno a destra e uno a sinistra, per par conditio, ma scambiandosi i ruoli politici in segno di pace. Uno dei due si e' pentito del suo passato e ha invocato il
"Colpo di Spugna", che come un mea-libera-tutti annulla tutte le ammonizioni e i rinvii a giudizio. L'altro ne n'e' fottuto: il suo boss puo' comprarli entrambi.
Infine Pera ha stretto la mano all'Eletto con lo stesso sguardo di luccicante trionfo che si poteva leggere in un contadino della basse che nei primi del '900 riusciva a baciare la mano di un vescovo. Quest'ardita e fotografatissima performance ha scatenato l'attesa kermesse conclusiva dello Scambio delle Sindoni: una rossa, come il sangue rappreso, e' passata tra le mani trementi di Pera, e un cencio blu si e' ritrovano in quelle un po' imbarazzate del Messia.
E poi saluti, abbracci, raccomandazioni a non finire: promesse di ex-voto, non-ti-scordar di me, mettiti un piede sul cuore, faccisognare, noi ti adoriamo, noi ti glorifichiamo. Amen.
Beh, e' sensazionale come i rappresentati di un intero paese che vorrebbe essere tra i piu' civili e progrediti del mondo, nonostante le sue infinite magnagne, non abbiano talmente un cazzo da fare. Io non dico nulla all'Eletto. Non mi interesso di calcio, ma trovo che Lui, per quanto sempliciotto e semianalfabeta, fosse l'unico li dentro che almeno fa il suo lavoro e senza pretendere spocchiosi blasoni. Solo soldi.

Nadja Jacur

 

Sregolatezze del 25/11/2003

A pag.13, il capo dei senatori della Margherita, Tex Willer Bordon, prendendo atto che Berlusconi si è liberato della giustizia per via politica, ammonisce l'opposizione: «Sbaglia chi spera di liberarsi di Berlusconi per via giudiziaria». Ma è a pag. 9 del Giornale berlusconiano che il leader dei riformisti diessini, Enricuccio Morando, mette definitivamente i puntini sulle "i" in materia: «Basta tribunali, la sinistra faccia politica», laddove si sottintende che l'esercizio della politica da parte della sinistra e quello della giustizia da parte della magistratura siano attività alternative e incompatibili. Tanto è vero che ora, con la sentenza sull'affare Sme, «io sono contento del risultato politico finale» (il «risultato politico» di una sentenza? deve essere un intreccio di categorie molto liberal...). Eh sì, perché a sinistra «qualcuno aveva riposto delle speranze politiche nell'esito delle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi». Le speranze giudiziarie riposte, coltivate e imposte da Berlusconi alle vicende politiche? Incubi da massimalismo, fantasmi da girotondismo. «Ripeto: nel centrosinistra bisogna convincersi che sul mercato della politica la battaglia giudiziaria non paga». Dobbiamo diventare finalmente un paese normale: e in un paese normale, si sa, è la battaglia politica che paga sul mercato giudiziario.

DON PANCRAZIO

 

Privacy, tutela e buongusto…

Poi quando non basta la privacy, allora intervengono i comitati di auto controllo o meglio ancora i codici di autoregolamentazione. Sono tutti strumenti che servono alla tutela dei cittadini. Sono quelle leggi e quei provvedimenti tesi alla salvaguardia del buon nome e dell’immagine, della dignità del cittadino.
Ma chi è il cittadino? Sicuramente non sono io, che non a caso mi dichiaro apolide, e non lo sono nemmeno i meno abbienti o i disgraziati, i malavitosi o i figli dei banditi.
Per essere cittadini, oggi, è necessario avere i seguenti requisiti:
1) Essere (economicamente) abbienti.
2) Essere famosi o conosciuti
3) Poter essere annoverati tra la categoria dei “per bene”.
Quando a Noviligure i famigerati Erika ed Omar massacrarono una famiglia “per bene” essendo anche loro “per bene” vennero oscurati in viso con i quadretti o i rettangolini neri. Era giusto, bisognava tutelare la figlia di una famiglia per bene che aveva deciso di massacrare la madre e il fratellino. Sguazzammo nel sangue che andava dal soggiorno alla vasca da bagno, ma grazie ai codici di regolamentazione, o autoregolamentazione nessuno di noi poté vederne gli occhi. Solo gli occhi.
Ieri è morta la figlia di un bandito. Ieri è stata ammazzata la figlia di Matteo Boe. Un criminale, un rapitore, un disgraziato. Un ergastolano.
Ieri è morta, ammazzata a fucilate, una ragazzina di 14 anni, che evidentemente avendo per padre Matteo Boe non era una cittadina italiana e la prova la trovate al link del giornale regionale L’unione sarda. Nessuna privacy, nessun codice di regolamentazione, nessuna legge a tutela della figlia di un bandito che può essere mostrata distesa su una barella mentre probabilmente sta morendo, o ha il corpo ancora caldo. Hanno pensato anche di porvi il marchio sulla foto…” Foto esclusiva di Massimo Locci”. A me fa piacere sapere il nome e il cognome di quell’avvoltoio, così che io possa dire che Massimo Locci è uno schifoso avvoltoio che si alimenterà del cadavere di una ragazzina di 14 anni. Un bastardo.
Sì, i cittadini sono solo quelli “per bene”.
Ogni giorno di più sono felice di non esserlo, anche dopo gli ultimi sviluppi dello scandalo che ha colpito la Roma Bene, perché se quello è essere bene, avrei difficoltà a spiegarmi cosa sia per male.
Non è mistero che da tempo mi vada chiedendo quale sia l’utilità di cristina parodi e del suo show pornografico trasmesso da canale 5 ogni pomeriggio, ma ancora più dubbi mi sovvengono da quando ha iniziato la campagna per la difesa dei cocainomani spacciatori, ed insieme a lei i cuccuzza e i gilletti. Ogni giorno una sfilata di marazziti ed avvocati a piangere i loro danarosi clienti ingiustamente sbattuti sulla cronaca come fossero mostri. Attrici più o meno famose che piangono l’ingiusta prigionia dei loro mariti… “Pensare che abbiamo ancora la casa invasa dai regali di nozze…” Senatori a vita che pippano coca a scopo terapeutico, ad 82 anni e nemmeno schiattano d’infarto, ed accusano i giudici per la fuga di notizie. Ed invocano la privacy.
RITA PANI (APOLIDE)

11.24.2003

 

PER FORTUNA ARRIVANO I NUBIFRAGI

Poi in realtà non ho nulla da dire, se non che per fortuna stanno arrivando i nubifragi. E Natale è alle porte. Finalmente argomenti rilassanti che ci traghetteranno dolcemente verso la tanto attesa normalità.
Iniziavo a perdere l’orientamento, credevo di vivere border line in questo ultimo periodo, ma già da oggi mi sento ottimista, quasi alla fine dell’incubo. E mi conforta sapere che anche in america, paese al quale pare siamo legati da succube amicizia accade lo stesso. Bush a giorni grazierà un tacchino e poi andrà a mangiarne un altro in una qualsiasi comunità di poveri, che esistono anche in america, ma hanno un nome più esotico dei nostri. I loro si chiamano Homeless, i nostri, volgarmente Barboni.
Noi ancora non abbiamo la festa del ringraziamento, ma non disperiamo in fondo il 31 ottobre festeggiamo halloween non vedo perché non potremo anche noi avere un tankgivin.
Noi siamo quasi americani, certo non diventeremo mai come loro, ma proveremo a somigliargli sempre più. I loro livelli di democrazia sono altissimi; pensate che addirittura si possono comprare le armi, si può sparare ai ladri… Hanno un grande livello di legalità, per questo chi partecipa alle manifestazioni della pace viene schedato dall’ FBI come terrorista, e chi vende on line le maschere antigas per resistere alle cariche della polizia viene arrestato per terrorismo.
Sì. Per fortuna è arrivato l’inverno e presto sarà Natale.
Ci dobbiamo accontentare, ma nel puro spirito filoamericano. Certo, loro sono americani, quindi non dicono che in Iraq i loro soldati muoiono nell’ordine medio di una decina al giorno, e non fanno scrivere sui giornali che addirittura quei poveri ragazzi vengono sgozzati per strada, ma occupano lo spazio mediatico con ben altre e succulente notizie, tipo il mostro scolorito Jackson e la sua mostruosa pedofilia, centellinata giorno per giorno, un giorno la resa, un giorno le foto della stanza del mostro, oggi le lettere d’amore al suo affezionato dodicenne. Così gli americani si appassionano, dimenticano ed aspettano il giorno in cui bush, grazierà il tacchino. Sì loro sono americani, ed hanno mostri come rockstar, o rockstar che sembrano mostri, o tutti e due. Noi al massimo ci siamo dovuti accontentare di Pacciani, il contadino di Mercatale.
Ed ora arrivano i nubifragi e presto sarà Natale. E ci raccontano le favole, per farci rilassare e predisporre alla giubilante festa.
Sapete? Non va poi così male, finalmente una buona notizia. Mi hanno detto che per Natale spenderò 600 €, ne spenderò almeno 5 in più di quanto non ne abbia speso l’anno scorso…
Ma qualcuno di voi sa mica quando mi arriveranno? Al momento lavoro saltuariamente, cifre da capogiro…Questo mese ho guadagnato 150€. Sì…Vorrei vedere a chi non verrebbero i capogiri!
E’ bello che arrivi Natale, che si possano spendere 600 €, ed è bellissimo che arrivino i nubifragi.
Finalmente cifre e pluviometri, gocce che si tramutano in millimetri. Speriamo non crepi nessuno.
No, non sono ironica. Piuttosto incazzata, invece.
Quella iena putrida di previti, oltre inneggiare alla sua vittoria oggi ha dichiarato che è ora di mettere mano alla giustizia e riformarla, perché “Sono dieci anni che si dibatte per fatti accaduti più di 20 anni fa, e che alla fine, come la sentenza di sabato ha dimostrato, non erano nemmeno accaduti.”
Che stiano pensando ad un decreto che sancisca che ad Ustica (per esempio) gli aerei non cadono?

 

STRISCIA ROSSA

Alte parole di fiducia nelle istituzioni: «I test antidroga dovrebbero essere fatti a tutti gli uomini politici e ai magistrati. È incredibile che i test siano obbligatori per gli sportivi e venga tolta la patente a chi usa stupefacenti mentre non si fa nulla nei confronti di chi guida il Paese».


Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, Lega Nord, 23 novembre

 

DAL TG4

"..come avete sentito, On. Cesare Previti è stato assolto da un capo
d'accusa e per l'altro la condanna inflitta è di molto inferiore a quanto
richiesto dalla pubblica accusa..."


.... quasi innocente!!!
YAN

 

Il legame "indissolubile" tra Cesare e Silvio

La sentenza del processo Sme rassicura che in questo Paese si può fare giustizia. Di questo dobbiamo ringraziare non solo i giudici del tribunale di Milano. Tutto il sistema giustizia, nei suoi diversi gradi, con le sue più alte istituzioni giudiziarie, come la Cassazione, e quelle di garanzia, come il Csm, ha fatto argine al tentativo del potere politico di mettere in discussione il principio dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. I cittadini hanno avuto molte volte la percezione, durante questa lunga vicenda giudiziaria - otto anni fra indagini e processo -, snodatasi in un percorso reso accidentato da leggi fatte su misura per gli imputati eccellenti, da interventi ministeriali e da forsennate campagne politiche contro i giudici, che sarebbe finita non con una sentenza, ma con un guasto irrimediabile della giustizia: l'impossibilità di processare i potenti. Un imbarbarimento della giustizia speculare di uno scontro senza precedenti tra
potere e diritti: i diritti di libertà e di uguaglianza, i diritti dei lavoratori, i diritti degli immigrati, i diritti dei malati. Mentre l'officina delle leggi repressive contro i poveri cristi lavorava a pieno ritmo, Il presidente del Consiglio dichiarava di voler essere giudicato dai suoi «pari»; la destra produceva leggi ad uso di Berlusconi e Previti, tese a intralciare il corso dei loro processi e a ad allungarne i tempi - rogatorie, falso in bilancio, legge Cirami, Lodo Schifani, patteggiamento
allargato -; il ministro della Giustizia metteva in campo gli ispettori a fianco del senatore di Forza Italia, che si dichiarava vittima di un complotto dei pubblici ministeri.
Finalmente la sentenza è stata pronunciata. Il tribunale non ha ritenuto che Cesare Previti fosse vittima di un complotto politico dei pubblici ministeri e delle «menzogne» di Stefania Ariosto, che per otto anni è stata oggetto dello scherno e del vituperio della sua ex comitiva di politici, finanzieri, alti magistrati, avvocati con i quali passava le vacanze in yacht da nababbi e trascorreva serate fastose in cui era d'obbligo una gastronomia a base di aragosta e champagne. I giudici hanno creduto ai numeri «fotografati» nelle rogatorie svizzere sui quali erano fondate le accuse dei pm Boccassini e
Colombo, hanno letto nel cuore dell'Ariosto ed hanno capito che era sincera. Non aveva nessun motivo di mentire, quando ha raccontato: «In occasione di una riunione conviviale a casa di Previti, ad un certo punto si appartarono
Previti, Squillante e, poi l'avvocato Pacifico. Non ricordo per quale motivo passai vicino al terzetto che era nei pressi di un tavolino, sul quale c'erano numerose mazzette di denaro. I tre stavano in piedi lì vicino a parlare tra loro. Appena mi sono resa conto che stava avvenendo un passaggio illecito di denaro, ho immediatamente chiesto scusa. Previti allora mi
disse: "Stefania, non ci sono problemi, non ti preoccupare"».
In un mondo normale non si fa comunella di denaro tra avvocati e giudici: in comune dovrebbe esserci solo l'interesse della giustizia. Ma i tre di cui stiamo parlando si passavano soldi anche sui loro conti esentasse fuori d'Italia. Soldi provenienti dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Come i 434mila dollari che veleggiano nel giro di poche ore da un conto estero della Fininvest a un conto svizzero di Previti e da questo a un conto sempre in terra straniera esentasse intestato al giudice Squillante. Non c'è la prova che con quei soldi siano state comprate - come ha sostenuto l'accusa - le decisioni giudiziarie che bloccarono la vendita della Sme a Carlo De Benedetti, ma c'è quanto basta, al di là di ogni ragionevole dubbio, per convincere il tribunale che il giudice Renato Squillante, capo dei gip di Roma, era sul libro paga di Previti, avvocato della Fininvest, perché era un amico prezioso nel palazzo di giustizia di Roma, quando erano in gioco in
una causa gli interessi di Silvio Berlusconi. Il fatto che Previti sia stato condannato per corruzione semplice - perché la legge del tempo aveva previsto il reato di corruzione giudiziaria per i giudici e non per chi li pagava - gli ha giovato a fargli ottenere una pena inferiore a quella chiesta dall'accusa, ma lo scenario in cui si svolge il torbido traffico tra
lui e Squillante è quello del più importante palazzo di giustizia d'Italia. Moralmente la condanna di Previti si proietta su Berlusconi, che ora è sotto l'ombrello del Lodo Schifani. Alla vigilia della sentenza, Previti ci ha tenuto a ricordare ai giudici e a tutti gli italiani che il suo legame con Silvio è «indissolubile». Lo spettro dei significati del termine è ampio.
Potrebbe anche voler dire: siamo nella stessa barca.

Pomero

 

Sregolatezze del 23 novembre 2003

«Dopo l'11 settembre si disse che per gli Usa nulla sarebbe stato più come prima», sostiene il prode scudiero Renato Schifani: «credo che dopo il 12 novembre, seppure per molte differenti ragioni, per noi italiani si possa dire altrettanto». Se il Cow-boy della Casa Bianca ha avuto l'11 settembre, e per questo ha potuto scatenare la guerra preventiva, perché il Cavaliere non dovrebbe poter cavalcare sino allo stremo il suo 12 novembre? All'Italia di Berlusconi mancavano dei martiri da far valere in politica estera. Aveva bisogno di una testimonianza carnale, sanguigna del proprio «onore, eroismo, bontà, generosità, fede, dedizione, dignità, coraggio», e l'ha avuta. Insomma, parlando con rispetto, di questo sacrificio c'era proprio bisogno. Non lo dice pro domo sua una squallida ditta di onoranze funebri o un
discendente del Conte Dracula troppo rispettoso delle tradizioni di famiglia, ma lo ammette con la sua proverbiale per quanto inconsapevole franchezza l'ineffabile Schifani; «I diciannove caduti, eroi e martiri, hanno colmato un vuoto più volte denunciato» ("Il Giornale", 22 novembre 2003, primo editoriale di pag. 8)
DON PANCRAZIO

11.22.2003

 

STRISCIA ROSSA

Il ministro italiano per le Riforme comunica: «Nel mandato di cattura europeo c’è l’ideologia della dittatura comunista. Per fortuna questa Europa sta finendo. È contro i diritti fondamentali dei cittadini. È un attacco alla democrazia e alla sovranità del Paese».

Umberto Bossi, La Padania, 21 novembre, pag. 1

 

Sregolatezze del 22/11/2003

Tutto il mondo sa che il Papa è in genere contro la guerra e in particolare
contro quella scatenata in Iraq dall'alleanza capeggiata da Bush. Lo ha
detto e ridetto, urbi et orbi. Ma il presidente della Cei, cardinale Ruini,
dopo aver fatto una sorprendente omelia per i funerali dei caduti di
Nassiriya con la quale ha sostenuto la necessità che le truppe italiane
rimangano in Iraq «per combattere il terrorismo», in queste ore è impegnato
nello strenuo tentativo di sostenere che la sua posizione non è difforme da
quella del suo augusto e in effetti incontestabile superiore. E a chi gli
chiede se in Iraq ci sia la guerra (alla quale per il Papa non si doveva e e
non si deve partecipare) o il terrorismo, il cui contrasto con le armi è per
Ruini «moralmente fondato», Ruini risponde: «Certamente c'è anche un
conflitto armato, sarebbe ipocrita volerlo negare». Insomma, c'è la guerra.
Ma, pur essendo il Vicario del Papa, si sa che a Ruini non è consentito
parlare papale papale.

DON PANCRAZIO

11.21.2003

 

IERI IN CAMPIDOGLIO

Ieri sera, nella Promoteca del Campidoglio, col bravo sindaco Veltroni, la Treccani ha presentato la sua nuova Enciclopedia sul Cinema.
Tra gli altri, al tavolo dei presentatori che si sono dilungati in retoriche esaltazioni del cinema e dei suoi autori, sedeva Riccardo Tozzi, già mezze maniche Fininvest, oggi produttore di fiction e di cinema.
Il signor Tozzi era quello che nel 1994, protavoce del piduista appena eletto a premier, osò dire con faccia tosta notevole la seguente frase davanti a 400 Autori di cinema e di TV:
"Avendo solato 243 miliardi allo Stato possiamo dedicarne 25 allafiction".
Il Tozzi si riferiva alla truffa ordita dal suo padrone che aveva spacciato un piccolo acquisto di diritti TV per un colossale
investimento di mille miliardi e così, abusando della sua propria tremontina, avea truffato lo Stato che stava governando (oggi Mediaset ha usato il condono sempre tremontino per parare quell'evasione, ma resta in piedi il fatto penale, noto in Europa come "la pulcinellata").
Due anni dopo, caduto il governo del piduista per i calci in culo datigli da Bossi, il Tozzi parlava di nuovo all'assemblea degli autori di cinema e TV e rispondeva sgarbatamente a una contestazione dicendo che "in fondo siamo tutti venditori di sapone".
Poi chè nessuno degli autori reagiva, io mi alzai e me ne andai dicendo che se lì si erano riuniti dei venditori di sapone io avevo sbagliato assemblea. Brusio ma nessuna protesta, silenzio anche da Giorgio Capitani, allora neopresidente degli autori televisivi, che evidentemente si sentiva un bravo venditore di sapone.
Così ieri nella Promoteca del Campidoglio è stato buffissimo vedere quel Tozzi, che reputa noi autori di cinema tutti venditori di sapone, annuire alle parole del sindaco di Roma e a quelle di retorica esaltazione dei suoi "colleghi" (chissà se vendevano "Dixan" o "Ace"?).

;-))))



RAI: Censurata la grande Sabina! Liberiamo l'Italia dal tiranno!

 

LIBERO CONDANNATO

Libero condannato: diffamò la Cgil
Il quotidiano «Libero» dovrà risarcire al Cgil e Sergio Cofferati per le affermazioni false e diffamatorie contenute in due articoli pubblicati il 21 marzo del 2002, pochi giorni dopo l'omicidio di Marco Biagi. La sentenza emessa martedì dal tribunale di Monza dopo la querela da parte dell'organizzazione sindacale e del suo ex leader, condanna infatti il
quotidiano e per due dei suoi giornalisti. L'episodio riguarda due articoli del 21 marzo 2002. Negli articoli si sosteneva che «Cofferati indicava Marco Biagi come nemico e traditore» e che i volantini della Fiom della Electrolux affermavano che «la Cgil indicava ai terroristi i bersagli da colpire». Gli articoli erano apparsi immediatamente dopo l'omicidio di Marco Biagi e alla vigilia della manifestazione nazionale della Cgil che avrebbe portato a Roma tre milioni di persone in difesa
dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Con una sentenza di oltre venti pagine il tribunale di Monza ha giudicato i due articoli di natura palesemente diffamatoria di entrambi gli articoli e dispone la liquidazione del danno in termini economici pari a 45mila e cinquecento euro per la Cgil e 21 mila euro per Sergio Cofferati. Somme che saranno intermante devolute a Emergency, come indicato nella denuncia.
Il tribunale ha anche disposto la pubblicazione integrale della sentenza su «Libero» e su «Repubblica» entro due mesi dalla data di pubblicazione della stessa, nonché il rimborso delle spese processuali.
SERGIO

 

Sregolatezze del 20/11/2003

Si sa, bisogna avere l'animo puro e nobile per gridare al mondo la verità. E chi poteva accusare Sabina Guzzanti di aver mentito, nella prima e forse ultima puntata di RAIOT «sulle nostre origini, la nostra storia, le ragioni del nostro successo, infangando oltre 4 mila persone che oggi lavorano a Mediaset o ci hanno lavorato», se non l'innocente Piersilvio Berlusconi?
L'hanno vista tutti la Guzzanti infangare, uno per uno, i quattromila dipendenti Mediaset. Come si permette? E cosa c'entra poi Mediaset con i favori di Craxi, con la P2 e con il contenuto della legge Gasparri? Ma quello che a Piersilvio, angioletto recentemente sceso dal cielo, soprattutto «infastidisce è vedere che tutto è sempre spostato sulla bagarre
politica che non ha nulla a che vedere con la nostra realtà di lavoro». Non chiarisce, Piersilvio, se è infastidito dall'uso politico della Tv o dall'uso televisivo della politica, Ma bisogna capirlo: forse il candido virgulto, peraltro non aduso alle sottigliezze della frenetica vita moderna, ha preso dal padre, che notoriamente non riesce a distinguere l'uso della
politica a fini giudiziari dall'uso della giustizia a fini politici.

DON PANCRAZIO

11.19.2003

 

FIRMATE ANCHE VOI

Firmate anche voi su questo sito contro il deposito di scorie nucleari inBasilicata.
Grazie!

DOC

www.noalnucleareinbasilicata.com/noalnucleare.asp

 

STRISCIA ROSSA

«Caro Presidente Bush, arrivando a Londra per favore ci prometta che gli Usa non torneranno mai all’unilateralismo, al nazionalismo perverso, all’autarchia di pensiero, alla legge della giungla che nella vecchia Europa c’era prima dell’Onu».

Peter Jay, ex Ambasciatore inglese a Washington, The Guardian, 18 novembre

 

ESPULSIONI

Non so da voi, ma qui a Torino la situazione sembra abbastanza tesa in conseguenza delle espulsioni (arbitrariamente) disposte dal ministro dell'interno contro il volere del GIP.
La comunità islamica è in subbuglio: alla base c'è ovviamente un'azione-rappresaglia per l'attentato di Nassirya ma le conseguenze possono essere molto più gravi di quanto prevede la miopia governativa, perchè producono per la prima volta un serio conflitto tra le due comunità fino ad ora abbastanza in sintonia.
L'impressione è quella di stare commettendo in piccolo lo stesso sbaglio commesso da Bush e Sharon e quindi esasperare a poco a poco tutti i freddi e moderati spingendoli inevitabilmente sulla sponda dello scontro radicale.
In questo modo il rischio vero non sono i terroristi veri e propri ma gli emulatori, che agiscono in singolo e non sono assolutamente anticipabili. Temo sia solo l'inizio.

Corrado

 

PATTRIOTISMO ZOPPO

www.antiimperialista.org
Il sito del campo e' aggiornato quotidianamente
Notiziario del Campo Antimperialista .... 18 novembre 2003
itacampo@antiimperialista.org

"L'Iraq è il fronte principale. I nemici della libertà ci oppongono laggiu' una resistenza disperata e devono essere sconfitti". G.W. Bush
Il Campo Antimperialista aderisce alla manifestazione di sostegno
*al popolo iracheno che resiste* prevista per il prossimo 13 dicembre, dopo i fatti di Nassiriya piu' importante che mai.
Per informazioni e adesioni scrivere ai promotori: 13dicembre@iraqlibero.net - http://www.iraqlibero.net
oppure telefonate al NUMERO VERDE 800 031 533

ULTIM'ORA
IL VICEPRESIDENTE DEI SENATORI DI FORZA ITALIA, LUCIO MALAN, ha sporto denuncia contro il portavoce del Campo
dispaccio ANSA delle ore 17,00 del 18 novembre:

IRAQ: MALAN (FI) DENUNCIA MORENO PASQUINELLI RACCOGLIE FONDI PER FINANZIARIA
LA 'RESISTENZA' IRACHENA (ANSA) - ROMA, 18 NOV - Il sen. Lucio Malan, vicepresidente del gruppo di Forza Italia, ha sporto stamani denuncia nei confronti di Moreno Pasquinelli, fondatore di "Campo antimperialista" nell'estate scorsa
ad Assisi. All'origine dell'iniziativa c'è - come racconta Malan - una intervista di Pasquinelli alla Bbc nel corso della quale la giornalista Tamsim Smith gli chiede se siano in corso iniziative per l'Iraq. "Stiamo chiedendo alla gente - è la risposta - dieci euro per sostenere la resistenza irachena. Per ora in denaro ce l'abbiamo noi. Quando ce ne sarà una grossa quantità, a gennaio, lo invieremo a gennaio. Non è affare nostro sapere cosa ne fanno. Potranno combattere - dice Pasquinelli - per l'indipendenza dell'Iraq. Non importa se usano quei soldi per comprare armi oppure medicine per la gente". Malan fa notare che l'intervista è avvenuta ieri alle 9,30. "Occorre che persone del genere - è il commento dell'esponente di Forza Italia - siano isolate e condannate da tutti, oltre che fermate dalla forza
della legge". (ANSA).




 

APPUNTAMENTI DI FINE 2003

mercoledì 19 novembre manifestazioni sindacali contro il terrorismo - Firenze, Pisa, Arezzo
sabato 22 novembre manifestazioni per la pace e per il ritiro dell'Italia dall'Iraq - varie città
sabato 22 novembre convegno di solidarietà a Cuba - Arcore
domenica 23 novembre convegno di solidarietà a Cuba - Arcore
venerdì 28 novembre manifestazione nazionale dei pensionati - Roma
sabato 29 novembre giornata di mobilitazione per la scuola
sabato 6 dicembre manifestazione sindacale unitaria - Roma
martedì 9 dicembre la Corte Costituzionale decide sulla costituzionalità del Lodo Maccanico
sabato 13 dicembre manifestazione a favore del popolo iracheno - Roma

OSCURO PERSONAGGIO

 

TUTTI CONTRO TUTTI ...

Tutti contro tutti, tutti uniti nell’unico intento di non farci capire una mazza. Mi si passi il termine, ma sono davvero stufa del continuo attacco alla mia, alla nostra intelligenza. Mussulmani contro cattolici, cattolici contro lo stato, lo stato contro i cattolici, i cattolici contro i cattolici, i mussulmani come i cattolici, i cattolici come i mussulmani.
La sinistra con la destra, distinguendosi ed unendosi contro il terrorismo, contro tutti i terroristi, bianchi, rossi, neri, verdi, gialli, la destra contro la sinistra, la sinistra contro la destra, la destra contro la destra e la sinistra contro la sinistra.
L’unica illogica logica che pare resistere al tempo e alle intemperie è il diktat di questo governo:
Facciamo un po’ come cazzo ci pare!” (Come prima, mi si ripassi la scurrilità) E’ che davvero sono stufa.
Si parla di terrorismo e si nega l’evidente differenza dalla guerriglia, ci si trova costretti a seppellire morti che per cattiva coscienza e solo per cattiva coscienza si chiamano eroi, mentre somigliano solo e soltanto a vittime inviate ad un inutile sacrificio. C’è un ministro, Martino, che parla dei servizi segreti come di un servizio “meteorologico inaffidabile”, e parla di “divulgazione di notizie riservate” perché qualcuno osa dire qualcosa di scontato, e cioè che in Iraq c’era pericolo o peggio perchè lui stesso ne era stato informato, ma si sa i Bernacca non ci prendono mai.
Il genitore di uno dei morti parla di scandalo subito dopo i funerali forse dimenticando che, in questo frangente il figlio morto non era suo, ma come ci hanno ribadito per tre giorni di seguito, il morto eroe era nostro, il genitore ha insistito per poter stare accanto a suo figlio morto, proprietà indebita dei pupazzi governativi, vestiti e truccati a lutto.
C’è un altro ministro, pisanu, che deve assolutamente dimostrare di essere un ministro ed espelle l’Imam di Torino, arbitrariamente, perché la caccia all’Islamico è un altro tributo che si deve pagare al padrone americano, e soprattutto, si devono giustificare le 19 bare di 19 eroi-vittime- della guerriglia- che però- è meglio- rinominare (F2) – terrorismo.
C’è sempre pisanu che arbitrariamente distorce la dichiarazione del vescovo di Caserta
[«Fenomeni come il terrorismo non si combattono con le armi. Bisogna fare attenzione a non esaltare il culto dei martiri e degli eroi della patria strumentalizzando la morte di questi nostri giovani per legittimare guerre ingiuste».] perché non è più il momento di dire cose semplicemente giuste, quanto scontate, in un’ottica data non dalla religiosità, ma dal mero buonsenso.
Così altri cattolici, in diretta televisiva su almeno 4 reti nazionali, possono dichiarare che [ non ci fermeremo davanti ai terroristi] e a me torna un rigurgito, la nausea.
Non è un plurale majestatis è sempre e solo l’arroganza di impossessarci non solo della vita, ma anche della morte altrui, perché a non fermarsi davanti al terrorismo, non saremo certo noi, e tanto meno il Cardinale Ruini, che difficilmente andrà in pace o in guerra a sporcarsi le mani del sangue nostro o del sangue altrui… Armiamoci e partite ….
E mentre si seppellivano le vittime della pace… Lo stato italiano, in silenzio riceveva Ariel Sharon, che però ancora non si sa se sia vittima o carnefice, se sia in guerra o stia costruendo la pace, se stia combattendo il terrorismo o sia esso stesso un terrorista.
L’unica cosa certa è che anche lui ringraziava il suo amico berlusconi.
Ognuno ha gli amici che si merita.
RITA PANI (APOLIDE)

11.18.2003

 

Non prendiamoci in giro

Un'opera di pace o di pacificazione non la si può fare al fianco ed al seguito di una parte belligerante.

Al di là di ogni considerazione sull'opportunità o meno di una guerra unilaterale, imposta con la sola giustificazione
della menzogna e della forza, a suo tempo chiaramente espressa, qualsiasi intervento umanitario e di peacekeeping deve collocarsi sotto l'egida di forze internazionali concordate ed accettate anche dai Paesi arabi, e sotto la guida di un' ONU, messa finalmente in grado di funzionare, dai suoi Stati membri (opera questa di grande valore per la pace
se ci si decidesse a farla invece di riempirsi la bocca della parola "pace", e poi continuare a fare il contrario).

Tutto questo in un quadro di rapida formazione di un governo iraqeno democratico e libero.

Lassalle

 

MEMO: sentenza di Caltanissetta: Berlusca e mafia

Sentenza del 23 giugno 2001 della Corte di assise di appello di Caltanissetta composta dai giudici togati Giancarlo Trizzino e il relatore Vincenzo Pedone più sei giurati popolari: condannano 37 persone , di cui 29 all'ergastolo, e ne assolvono 3 per la strage di Capaci e l'assassinio di Giovanni Falcone.
E' una sentenza clamorosa, per questo passata sotto silenzio! In essa si afferma che "sono provati rapporti fruttuosi, quanto meno sotto il profilo economico, fra Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri da una parte e Cosa Nostra dall'altra".
Non solo, ma conclude che si debbono approfondire le indagini su Fininvest allo scopo di chiarire quali potrebbero essere i mandanti occulti di quella strage!


 

Sregolatezze del 16 novembre 2003

Ricordate il D'Alema che - rispondendo a denari a chi lo chiamava a coppe -
opponeva a chi rilevava gli errori (e gli orrori) dei governi ulivisti che
«la sinistra non deve aver paura di povernare» e, a chi manifestava per
suonare la sveglia alla sinistra governativa e per ricordarle il dovere di
difendere i diritti più elementari dei lavoratori, che «non si fa politica
con i girotondi e con le manifestazioni di piazza»? Bene, ora D'Alema ha
trovato finalmente il suo degno compagno di tressette. E' Paolo Virzì. Sì,
proprio lui, il regista del recente Caterina va in città, immediatamente
promosso sul campo dalle cronache "l'anti-Moretti". Virzì è andato venerdì
all'assemblea dei Ds e dal microfono ha gridato: «Basta con la sinistra
buona solo a indignarsi, capace di puntare il dito contro gli altri e di
sentirsi anti-italiana». E come dargli torto? Aspettiamo ora con ansia il
prossimo intervento pubblico di Virzì, magari a Porta a porta, nel quale
sciolga finalmente, almeno lui che è appena arrivato in città, il mistero di
questa sinistra che ha paura di governare, che ritiene di fare politica solo
con le manifestazioni di piazza, che ha paura della modernità in quanto tale
e che è capace solo di indignarsi e non invece anche, per esempio, di
mettersi le dita nel naso.

DON PANCRAZIO

11.17.2003

 

Il TG5 vede antisemitismo anche nella trasmissione della Guzzanti...

Oh mamma!!!
Un'altra perla... ma dove trovano tutte queste informazioni e collegamenti
quelli di mediaset? Hanno paragonato un sondaggio ad una accusa verso una
determinata religione!!! Allora mi dovrebbero spiegare se invece di Israele
come principale fonte di pericolo terroristico si fosse detto Iraq il
problema non rimaneva verso la religione mussulmana?
Che schifo di disinformazione che fanno!
Robin Root

 

DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA ITALIANA DI PARIGI

MAI PIU' GUERRA - VIA LE TRUPPE DALL'IRAQ - UN FUTURO PER IL POPOLO IRACHENO

Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell'attacco al comando dei Carabinieri a Nassiria ci ricordano che la guerra in Iraq non è finita e che anche l'Italia è in guerra.. A loro, come a tutte le vittime di una guerra che non si doveva fare, va innanzi tutto il nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai loro figli, ai loro cari, va il nostro cordoglio.
Per noi i morti sono tutti uguali: evitabili.
Anche questi si potevano evitare.
Ci avevano detto che la guerra era finita. Che gli iracheni avevano accolto l'esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una nuova era di pace e democrazia si era aperta per l'Iraq.
Non era vero.
Ci avevano detto che si doveva disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe contribuito alla lotta al terrorismo.
Non era vero.
Con l'invio dei militari in Iraq in appoggio ad una guerra condannata dalla maggioranza del popolo italiano ed in violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il Governo si è assunto la responsabilità di partecipare, sotto comando americano, all'occupazione di un paese esponendo migliaia di giovani militari e civili al rischio della guerra per potersi sedere al tavolo dei vincitori.
Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire la missione.
Noi non siamo d'accordo.
Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la popolazione irachena. E' vero il contrario. Molto di più si potrebbe fare se i 40 milioni di euro che si spendono ogni mese per mantenere il contingente militare fossero usati per ricostruire scuole, ospedali, centrali idriche.
Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo: lo dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da mesi con interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli interventi umanitari che bisogna sviluppare.
Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e ci sarà il vuoto . Il caos è alimentato proprio dalla presenza degli occupanti che impediscono alla società civile e alle forze politiche irachene di assumersi la responsabilità del futuro del paese.
Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla guerra.
Per questo chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe straniere dall'Iraq a cominciare da quelle italiane e l'avvio di un processo costituente gestito dalle forze irachene e garantito dall'Onu. Riteniamo che le forme e le condizioni in cui avverrà debbano essere decise dagli iracheni.
Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può portare ad un futuro di democrazia.
Siamo a Parigi con i movimenti sociali di tutto il mondo per un importante appuntamento europeo.
Siamo gli stessi che il 15 febbraio hanno manifestato a decine di milioni in tutte le parti del mondo per fermare l'imminente attacco in Iraq.
Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush l'ha dichiarata conclusa.
A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale di odio e di violenza che ha coinvolto anche il contingente italiano.
La guerra rimane un orrore inaccettabile
Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra , va tutta la nostra solidarietà.
Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo che il popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.
Per questo sabato 22 novembre manifesteremo in tutte le piazze d'Italia contro la guerra e l'occupazione e per l'immediato ritiro delle truppe italiane dall'Iraq.
Per questo chiediamo agli italiani di ribadire la volontà di pace riempiendo ancora i balconi e le finestre con le bandiere arcobaleno.
Per questo aderiamo sin d'ora alla giornata mondiale di mobilitazione del 20 marzo promossa dai movimenti pacifisti statunitensi con adesione di migliaia di movimenti in tutto il mondo, per un'altra giornata globale contro le guerre.
Per questo proseguiremo la mobilitazione nella società e verso le istituzioni nei prossimi mesi.

Mai più guerra
Per un altro mondo possibile.
Gruppo di continuità del Forum Sociale Europeo
Alternative; Altraagricoltura; ARCI; Attac; Bastaguerra; Carta; Federazione Cobas; Convenzione permanente delle donne contro la guerra; Cub; Fiom; Forum Ambientalista; Forum per la democrazia europea; Giovani Comunisti; ICS; Lavoro Società - Cambiare Rotta (Cgil); Legambiente; Libera; Liberazione; Lila - Cedius; Lunaria; Marcia mondiale delle donne; Movimento delle e dei Disobbedienti; PRC; Punto Rosso - Forum mondiale alternative; Rete Lilliput; Sdebitarsi; S.in Cobas; Socialismo 2000; Tavolo Stop precarietà; Tavolo fermiamo il WTO; Tavolo Migranti del FSE; Terre des Hommes; Uds - Udu; Un ponte per.; Pdci; Federazione Verdi



 

"Gli invulnerabili".

I Siciliani, novembre 1983: un editoriale di Giuseppe Fava.

Anteprima dell'"Ultima violenza", nella sala ci sono tutti i rappresentanti del potere nel territorio, i buoni e i cattivi, i giusti
e gli iniqui, i galantuomini e i mascalzoni. Sulla scena per tre ore sfilano i personaggi equivalenti. Che abbiano autentico vigore drammatico e bellezza teatrale, non ha qui importanza. Sfilano! Al termine delle tre ore Turi Ferro, splendido avvocato Bellocampo, ha un ultimo guizzo drammatico, sulle sue parole spara la musica del Dies Irae, il pavimento del teatro sembra incendiarsi di bagliori, si alza lentamente e su questo declivio rotola il cadavere insanguinato del
terrorista Sanfelice, ucciso pochi attimi avanti, prima che potesse rivelare il nome dei grandi assassini mafiosi. E' come se il teatro, compiuta la sua rappresentazione, gettasse quel corpo incontro al pubblico, quasi per restuirglielo; infatti quel pavimento e' di metallo, una specie di immenso specchio nel quale gli spettatori della sala vedono se stessi plaudenti.
Ovazione finale, gli attori vengono avanti per ringraziare; viene avanti il cavaliere del lavoro Lamante, che ha saccheggiato la societa' e alla cui ricchezza sono state sacrificate centinaia di vite umane, clap-clap, applausi vigorosi, applaude contegnoso anche l'autentico cavaliere del lavoro che sta in sala. Ecco l'imprenditore Marullo, inteso Palummo 'e notte, imprenditore che monopolizza tutti gli appalti della regione, e per tale monopolio ha fatto eliminare i concorrenti a raffiche di mitra, clap-clap, applausi anche dall'imprenditore d'assalto che sta in sala e guardando la sua immagine nello specchio sembra quasi divertito. Il clima morale della societa' e' questo. Il potere si e' isolato da
tutto, si e' collocato in una dimensione nella quale tutto quello che accade fuori, nella nazione reale, non lo tocca piu' e nemmeno lo offende, ne' accuse, ne' denunce, dolori, disperazioni, rivolte. Egli sta la', giornali, spettacoli, cinema, requisitorie passano senza far male: politici, cavalieri, imprenditori, giudici applaudono. I giusti e gli iniqui. Tutto sommato questi ultimi sono probabilmente convinti d'essere oramai invulnerabili.
Riccardo Orioles

 

STRISCIA ROSSA

«È un’opinione personale: se laggiù, sottoterra, invece del petrolio ci fossero patate, forse Bush non direbbe a Ciampi che gli americani lasceranno l’Iraq soltanto “a lavoro completato”».

Enzo Biagi, Il Corriere della Sera, 16 novembre, pag. 1

 

Doniamo noi stessi... Al microfono, prego!

“Vado anche io, non si sa mai che ci scappi un’intervista”… Che sia questo il vero intento?
Ed infatti ecco le persone che sfilano, e si fermano a donare un po’ di se stessi al microfono del cronista.
“Sono qua per ringraziare questi eroi, per quello che hanno fatto per noi!”
Ora siamo sicuri che il serpentone composto ed attento renda così onore e ottimo servizio ai diciannove poveretti massacrati?
Cosa avrebbero fatto per noi?
Sembrano un po’ le parole dopo le morti dei grandi attori, Gassman o Sordi per tutti, il serpentone in attesa dell’entrata alla camera ardente, ed il cronista che porge il microfono: “Come mai è qui signora?” “Per me Alberto Sordi era tutto!”
Così, in quest’ottica forse ci si confonde un po’, e la frase di circostanza si colora di una forma grottesca. Gli eroi della patria, si sa, da sempre nella storia hanno fatto qualcosa per noi ma questi poveretti, proprio no. Forse erano davvero convinti di fare qualcosa per qualcuno, non ho motivo di dubitarne, ma davvero non per noi che, non mi stancherò mai di dirlo, questa guerra non l’abbiamo voluta.

Ieri ho visto la puntata prima censurata, poi no, dello show di Sabina Guzzanti. E’ un peccato che sia stato così realistico, ed è triste che la sua prefazione fosse così carica di verità. Ha detto quello che da più tempo chi ancora si ritiene libero, continua a dire e ribadire, ma la tristezza sta nel fatto che ormai guardando un telegiornale sovente, scappa una risata, mentre guardando la Guzzanti salgono i motivi di preoccupazione, e lo sconforto.
L’esordio della Gruber ieri allo speciale del TG 1 ne è stata prova evidente. La brava giornalista presentando il comandante reduce dell’esercito, seduto su una sedia a rotelle dice” Comandante, lei che ha combattuto nelle forze di pace….”
Già. E’ normale combattere in forze di pace, come è normale democratizzare con la guerra.

Grande trovata anche quella delle bandiere.
Basta fare un giro per strada e guardare ai balconi, qualche nostalgico di Italia 90 ha appeso il tricolore alla finestra, sul mio balcone resiste ormai da un anno, alle intemperie, la bandiera arcobaleno. Immagino che le bandiere diverse non stiano a significare l’ennesima cosa, la mia vuol dire niente guerra ma vuol dire 1000 cose in più, mentre il tricolore che significa? Piango le vittime di una guerra che non esiste, piango le vittime della pace e della democrazia? Piango le vittime del terrorismo?
Oppure che ieri ha giocato l’Italia?
Sì, perché i soldati del tempo di pace, non muoiono per la guerra, ma dall’11 settembre in poi muoiono solo di terrorismo rigorosamente islamico, le altre vittime si sa, sono solo disgraziati effetti collaterali, insomma o si muore da eroi o da errori.

Tutto è così illogico e snaturato che ormai siamo arrivati a tollerare qualunque cosa, persino bush che taccia di propaganda Saddam Hussein, per le sue affermazioni trasmesse dalla tv araba.
E poi, tolleriamo bene anche all’utilizzo delle varie rivendicazioni di Al Queida, alla resurrezione di Bin Laden assistiamo partecipi alle dispute calcistiche, che seminano problematiche geopolitiche a seconda delle convocazioni di Trapattoni, assistiamo inerti (ed inermi sob!) all’isola dei famosi, dove addirittura un’eroina contessina sfida la fame e gli stenti ma assicura fieramente “Non sono un’eroina, ma questa esperienza mi ha fatto crescere!”
Guardiamo con un certo vortice di nausea una sconosciuta mangiare formaggio con i vermi in TV solo per poter baciare ed abbracciare un personaggio morto in una fiction televisiva, o uomini che indossano tacchi a spillo e gonna per poter toccare dal vivo le dive da calendario, in una TV che andrebbe de-defilipizzata

Forse mi sono lasciata un po’ trasportare ed ho perso il filo. Forse basterebbe defenestrare le TV in un bellissimo ed orgiastico Tvday.
RITA PANI (APOLIDE)

11.16.2003

 

Nassiriya, la polizia irachena avvertì gli italiani

In una riunione ufficiale il capo degli agenti Hassan disse: contro di voi ci sarà un'attacco gravissimo
La segnalazione arrivò durante un'incontro al quale parteciparono almeno tre alti ufficiali della Missione Babilonia
Di quella riunione svolta sabato 8 novenbre c'è il resoconto dall'Unità in carta
Se queste accuse saranno provate credo che diversi incoscienti dovranno rispondere di alto tradimento
Pomero

 

Il TG dei cretini

A Nassiriya i carabinieri indagano su quattro persone forse coinvolte
nell'attentato. I sospetti hanno chiesto di mangiare solo dopo le 17.
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_534511.html

Illuminante il commento dell'inviata del tg1, poi ripetuto dal nostro
sono-cinque-giorni-che-trattengo-le-lacrime Giorgino «seguono i dettami
del Ramadan, il che lascia presupporre che siano di origine mussulmana»

Embè? Cosa si apettavano che fossero? Immigrati norvegesi o seguaci di
una qualche setta induista?

Se non stessimo parlando di una tragedia ci sarebbe da rotolarsi per
terra dalle risate...
MTMS

 

ATTENZIONE ALLE PAROLE

Bisogna fare attenzione, quando si leggono i giornali, ma altrettanta attenzione dovrebbe essere usata da chi scrive per noi, e poi, mi va di ribadire che le parole sono importanti, ed allora bisognerebbe usarle con cautela e ponderazione.
Basterebbe prendere la parola ‘eroe’ per capire meglio.
La Repubblica è riuscita ad usarla in ben due notizie riportate questa mattina nella testata on-line.
La prima volta (quella più grossa) per dirci che i soldati italiani erano rientrati, ieri a Ciampino, la seconda volta (quella più piccola) per raccontarci che erano rientrati i due eroi dell’isola dei famosi.
Mi astengo da ogni commento, anche pregiandomi del fatto di non aver assistito mai a quella che pare essere la trasmissione del secolo.
E a proposito comprendo ora quanto sia importante, ancora e dopo mezzo secolo, la divulgazione elettrodomestica. Trovo un trafiletto nel quale si fa il conto degli spettatori che ieri hanno assistito al rientro delle salme, in diretta TV. Anche io ne facevo parte, ma mai mi sarei aspettata di trovarlo così narrato nei giornali (Copio e incollo) Il maggior numero di telespettatori si è avuto sulla Rai, lper a straordinaria del Tg1, in onda dalle 16.39 alle 18.00: è stata seguita da 3.816.000 telespettatori con il 33.33 di share; la staffetta è poi passata al Tg2, in onda dalle 18.000 alle 18.51 (prolungando la normale programmazione) con uno share del 26.26 per cento pari a ………... (red)
Anche stavolta non commento e passo oltre.
Audience. Che parola importante.
Io seguivo la 7, la solerte telecronista sottolineava la civiltà e la compostezza dei familiari delle vittime, nessun pianto, nemmeno un sospiro; con eleganza segnalava l’incredibile silenzio che era calato sulla pista dopo lo spegnimento dei motori dell’Ercules.
Silenzio spezzato solo, per ben due volte, dallo squillo spasmodico dell’italico cellulare.
RITA PANI (APOLIDE)

11.15.2003

 

STRISCIA ROSSA

«Ma Paolo Carfi è morto? No? Che peccato». Parla il noto avvocato e deputato Carlo Taormina. Chiede a un collega notizie del giudice, che era stato colto da malore e che, in aprile, aveva condannato Previti nel processo Imi-Sir. La notizia è Adn-Kronos (13 novembre).

Il giudizio lo daranno gli italiani. Col voto.

 

Martedì i funerali

Martedì ci saranno i funerali di stato per le vittime.
Vorrei ricordare quando fu affondata la nave dei clandestini albanesi, il berluska per farsi pubblicità elettorale andò a piangere, facendosi riprendere, ovviamente dalle televisioni.
Martedì andrà ai funerali ? E se và si metterà a piangere ?
Dovrebbe farlo !!! Se non fosse stato il megalomane che è, che per arruffianarsi Bush, li ha mandati a morire in Iraq, ed inutile nascondersi dietro la retorica che sono stati mandati per una missione di pace.
Ha fatto come il suo predecessore Mussolini, nel 40. Vedendo le vittorie fulminee di Hitler, disse : "Mi servono 100 morti per sedermi al tavolo della pace"
Non avendo potuto mandarli in guerra, per la forte opposizione di tutti, appena ha potuto, ha trovato la scusa della missione di pace, così diventava uno statista e poteva farsi dare le pacche sulle spalle dal guerrafondaio americano.
Robin

 

Un sacrificio

.....un sacrificio valso a rappresentarci sulla scena internazionale con grande rispetto.....

l'ho sentita anch'io. Ora ci verrà a dire che hanno estrapolato una
sua frase dal contesto.


AleX

 

LA TRASCRIZIONE DELLE AFFERMAZIONI DI EDWARD LUTTWAK A "PORTA A PORTA" DI MERCOLEDI' 12 NOVEMBRE

INFORMATION GUERRILLA

Edward Luttwak: "Un amico qui a Roma che ha un figlio ragazzino che guarda in Internet ha fatto presente che ci sono siti italiani fatti da italiani che parlano di resistenza e incoraggiano aizzano attacchi contro la coalizione. C'e' un Arabmonitor.info... parole inglesi ma fatto ad Assisi da qualche parte."

Bruno Vespa: "In lingua italiana o in lingua inglese?"

Luttwak: "In lingua italianissima. Ci sono Nuovimedia... Nuovimondimedia.it, Informationguerrilla.org. Questi dicono 'andate in Iraq, lottate, uccidete la coalizione e gli italiani'".

Vespa: "Luttwak, abbiamo cliccato non e' venuto niente"

Luttwak: "Eh?"

Vespa: "I miei dicono che abbiamo cliccato e non e' venuto niente"

Luttwak: "No, no, oggi (12 novembre, ndr)... quello..."

Franco Frattini: "Sono scomparsi"

Luttwak: "Sono scomparsi, sono tolti tutt'oggi... ieri, se loro guardano ieri li troveranno perché il ragazzino di sedici anni li ha trovati"

Vespa: "Speriamo li trovino anche i nostri servizi di sicurezza"

Luttwak: "Quindi spero bene che... io credo che essere antiamericani... ma aizzare no"

Vespa a Frattini: "Conferma?"

Frattini: "C'erano certo"

Vespa: "C'erano?"

Frattini: "Ma li hanno cancellati, sono scomparsi"

Vespa: "No, scusi eh, prima che li cancellassero esistevano? Lei testimonia che esistevano?"

Frattini: "Io non li ho guardati..."

Vespa: "Ma le hanno detto che esistevano?"

Frattini: "Ma noi sapevamo che esistevano"

Vespa: "Cioe' dei siti che incitavano ad andare in Iraq a fare la guerra e ad attaccare anche gli italiani?"

Frattini: "Ce ne sono anche altri. Purtroppo ce ne sono anche altri. Ce ne sono alcuni dove ci sono una sorta di videogiochi in cui vince chi uccide un'altra persona, eh!"

11.14.2003

 

Droghe...Legalizzare e nel frattempo....FUMARE

noi facciamo rep ed ogni volta ke saliremo su un palco in un locale o in p.za ci accenderemo un cannone come gesto di resistenza.
se gli italiani e i sardi fossero meno ipocriti nn fumerebbero nascosti ma tranquillamente x le strade e in tale caso i porci nn potrebbero arrestare tutti!
RESISTENZA ...ORA E SEMPRE!

 

FINALMENTE IL GOVERNO SI MUOVE PER IL SUD

Dopo il polo del salotto, il polo della Fiat, il polo delle acque minerali, dopo il polo del petrolio, il governo abbattera' definitivamente la disoccupazione in Basilicata creando il nuovo polo del NUCLEARE !!! Io sto gia' pensando di fare domanda di assunzione al cimitero del mio paese come Becchino e di acquistare il loculo piu' bello, prima o poi uno dei due posti lo otterro :-((
Questi fanno le leggi contro la droga, ed i primi fatti sono loro, ma perche' non inseriscono anche nel parlamento Italiano l'antidoping????
Vogliono mettere le scorie a 500 metri da una delle spiagge piu' belle d'Italia, bandiera blu, dopo che
ci sono voluti decenni per convincere gli imprenditori ad investirci creando delle strutture stupende, ci sono voluti decenni per far conoscere in Italia e nel mondo la Basilicata per le sue bellezze naturali, e questi pensano bene di piazzarci le scorie :-((
No basta !!! ne abbiamo gia troppe di scorie, dovrebbero essere presenti (dicono loro) circa 3000 metri cubi di scorie
altamente contaminate a pochi chilometri dal futuro insediamento, abbiamo gia' troppe morti di cancro :-((((
la Basilicata una delle regioni con la piu' alta percentuale di ammalati di cancro in base alla popolazione :-(((((((((
Questi stanno letteralmente rompendo i coglioni, promettono di far volare le piccole imprese, e per poco
non ci mandano in fallimento con la vecchia finanziaria, mandano a morire i nostri giovani in Iraq (tra cui un nostro compaesano) avendo contro la maggioranza degli italiani e ONU, ora ci trasformano nella pattumiera Nucleare d'Italia, e che cazzo se durano un altro anno chiederò asilo politico a Fidel.......... almeno dittatura per dittatura non vedrò più la banda del NANO....

Luigi

 

CONVINVERE I KAMIKAZE....

Difficilissimo.

Guardatevi intorno: basiliche bellissime ed immense, statue, quadri e
altrove vmoschee splendide, sinagoghe, templi indù raffinati ed
elaborati, piramidi millenarie gigantesche, ziggurat, scalinat
azteche, maya, megaliti alla Stonehenge.... perchè tutta questa immane
fatica di milioni di piccoli uomini?
Perchè non accettano che morire vuol dire morire. Non vogliono credere
che il nulla che c'è prima di nascere sia tale e quale a quello che
c'è dopo la morte.

In fondo all'animo tutti lo sappiamo che è così, meno i fanatici
religiosi.

Il Papa teme il gran salto: da Papa a nulla. E invoca le preghiere dei
fedeli per NON morire. Non ha nessuna voglia di incontrare Gesù,
perchè teme, fortemente teme, che tutto sia fantasia, e che non ci sia
preoprio nulla dopo la morte. Chiunque ci pensi un attimo sul serio
non può avere dubbi: l'Uomo è un animale intelligente, un po' più
intelligente degli altri e quindi sa che deve morire, sa che col
corpo, con la mente, si spegnerà tutto per sempre.

Ma quante cose stupende ha cotruito per dare corpo all'illusione di
eternità!

Ora i kamikaze sono dei tapini plagiati totalmente e compleamente:
buttano via la vita sicuri come pompieri di passsare direttamente nel
paradiso musulmano in mezzo a torme di vergini da deflorare...
Pensate un po' a come sono fondamentalmente condizionati per poter
credere a baggianate simili, non che le nostre siano tanto meno folli,
però da noi l'Illuminismo ha seminato il dubbio e oggi trovae un
kamikaze cristiano che si faccia scoppiare pensando che, ammazzando
suoi simili, finisca in paradiso è impossibile.

Come si fa a portare il dubbio nella testa dei kamikaze? Dovrebbe
essere opera dei musulmani più preparati, loro devono insegnare che
chi uccide non sarà premiato.
Compito poi di liberi pensatori arabi, e ce ne sono tanti, far udire
la voce della razionalità.
E anche noi dovremmo far udire la stessa voce: la vita è un miracolo
della Natura, dura poco, va vissuta al massimo grado permesso
dall'intelligenza che ognuno ha, e quando finisce, finice e basta.
Niente paradisi, niente inferni, niente castighi, niente premi.
NIENTE.

Questa era la guerra per la democrazia e la libertà: le bombe invece
danno forza ai fanatici.


Ernesto

 

CI SONO MOMENTI IN CUI....

Ci sono momenti in cui bisogna saper tirare fuori le palle, essere uomini ed essere duri. Così come fu nell’immediatezza dell’11 Settembre, giù due torri in america, giù un intero popolo: quello afgano.
L’insegna del mercato vespa di rai1 recitava… Il nostro 11 settembre. Poco fa da Fiumicino sono partiti un altro centinaio di uomini, che spero domani, non vengano chiamati eroi, eroi per due o tre giorni, e altresì spero sia falsa la frase attribuita al nano governatore :” "...questo sacrificio sia valso a rappresentarci sulla scena internazionale con grande rispetto"… L’avrebbe detta al TG2, e sarebbe indicativa dell’idiozia del deficiente.
Io non l’ho vista, ma ho visto altri TG avvoltoiare sulle bare allineate.
Pare siano i nostri morti ed invece no, sono i morti delle famiglie che non avranno più il piacere di vivere i loro cari, sono persone morte ed ammazzate per una pace presunta in tempo di guerra.

In effetti non sbagliavo, ci sono momenti nei quali bisognerebbe tirare fuori le palle, solo che a mostrarle, ora dovremmo essere noi, perché si sa che le peggiori porcherie in Italia avvengono sempre quando l’opinione pubblica è impegnata a piangere qualche morto per strage, poco importa se sia di pace di guerra o di neo-terrorismo anarco-governo-insurrezionalista.

Se ci siamo indignati per la cirami, se abbiamo rabbrividito per i condoni tombali, se ci siamo sentiti schifati per il condono edilizio, iniziamo a proteggere il nostro stomaco con massicce dosi di Maalox… Il nano ordina… Cancellare il reato di concorso esterno alla mafia.
Lo faranno, come hanno fatto tutto ciò che dovevano fare.
Fare?
Ah sì, io a volte mi faccio una canna. Non ho mai provato a misurare una ‘caccoletta’ di fumo, una canna è una canna… Mi dicono che ora potrei andare in galera per questo ma potrei diventare deficiente e passare alla scuola miccichè e farmi di cocaina; è lecito possederne in quantità doppia della cannabis. Che anche la legge fini sulle droghe sia viziata da una leggera forma di conflitto di interessi?

In fine un abbraccio agli abitanti di Scanzano Jonico gemellato con Carbonia almeno nella mia anima. Abbiamo in comune siti minerari dimessi, abbiamo in comune l’intento di stoccaggio delle scorie nucleari. Abbiamo avuto in comune la possibilità di condividere morti per leucemia ed inquinamento che non ci avrebbe mai reso eroi, ma solo maschere invisibili vittime del generale Jean.

Ma noi le palle le abbiamo?
RITA PANI (APOLIDE)

 

SADDAM CATTIVO, E ALLORA NOI?

Abbiamo fatto la guerra all'IRAQ perche' dieci anni fa avrebbe fatto morire 3.000 curdi con le armi chimiche.

Noi (USA, Polonia, Australia, Italia) invece abbiamo fatto morire 13.000 persone ...

Faccio notare che fra l'altro, le bombe intelligenti non sono in grado di distinguere tra curdi e iracheni. Pertanto oso immaginare che anche noi abbiamo ucciso 3.000 curdi.

Massimiliano.

 

STRISCIA ROSSA

«Tentare di eliminare Saddam avrebbe comportato incalcolabili costi umani e
politici. Catturarlo sarebbe stato probabilmente impossibile. Saremmo stati
costretti ad occupare e a governare l'Iraq. Forse gli Stati Uniti sarebbero
ancora oggi una forza di occupazione in una terra estremamente ostile»
.

George H. Bush (il padre), New York 1998.

 

Sregolatezze del 14/11/2003

La Cgil? «Fa opposizione politica». E poi «rappresenta una minoranza, arriva a due milioni e mezzo, mentre Cisl e Uil ne rappresentano tre e mezzo». Il ministro dell'economia Giulio Tremonti? «E' il miglior interlocutore rintracciabile nei due schieramenti, il più autorevole esperto in materia». La riforma delle pensioni? «Quanto contenuto nella prima delega a Maroni è ben concepito». Ad affermarlo non è un nemico dichiarato dei sindacati, non è il capo della Confindustria, non è il Cavaliere o qualcuno dei suoi stallieri. E' Luigi Angeletti, sì, proprio lui, il segretario della Uil, impegnato da qualche settimana in manifestazioni unitarie Cgil-Cisl-Uil. Angeletti, del resto, non si è limitato a sostenere questi concetti, animato
da un evidente e irrefrenabile spirito unitario. Ha diramato una nota ufficiale per precisare che «il contenuto delle dichiarazioni virgolettate, in particolare i giudizi sulla Cgil, è frutto di una rielaborazione che non corrisponde né al senso né al contesto del dibattito». Un contesto che possiamo immaginare e che Angeletti fa bene probabilmente a risparmiarci: un convegno organizzato dai giovani di Forza Italia del Lazio.

DON PANCRAZIO

11.13.2003

 

VIA DA ASSISI

Socci fai quello che ti pare, dì quello che vuoi,
ma vattene da Assisi. Via da quel posto dove Francesco non
portava armi, nemmeno per difesa e proibiva ai suoi frati e ai laici
del terzo ordine di portare armi, e per questo dovette sopportare
di vedere perseguitati i suoi dal Potere del tempo.

Vattene da Assisi, non farti scudo di Francesco...

I carabinieri non dovevano morire, ma Francesco andò
dal feroce sultano Saladino senza armi in mano, nemmeno
per difesa...

...non mescolare il sacro con il profano: i carabinieri hanno fatto
"bene" ad andarci con le armi, non erano santi loro...

ma vattene dal luogo dove un uomo ebbe il coraggio di fare il contrario...
lascia stare Francesco...non toccarlo...vai a fare la tua trasmissione dove ti pare,

ma non metterti in bocca il grande Francesco...lascia che se ne vada
libero per i secoli e la storia, scalzo, povero e senza armi, nemmeno per difesa...
...almeno uno, almeno lui...

...via da Assisi, pistola di un giornalista.

Lassalle

 

A "PORTA A PORTA" L'AGGRESSIONE DI LUTTWAK A INFORMATION GUERRILLA E NUOVI MONDI MEDIA

"PER LA LIBERTA' DI ESSERE PACIFISTI". UN APPELLO CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO

Siamo scioccati e indignati per la violentissima aggressione subita nel corso della puntata di "Porta a Porta", del 12 novembre 2003, da parte del signor Edward Luttwak (http://www.carmillaonline.com/archives/2003/03/000105.html#000105), verso il quale ci riserviamo ogni azione legale.
Le sue gravissime accuse al pacifismo e all'informazione non allineata di sostenere la violenza, basate sul diktat di Bush "o con noi o con i terroristi" (ventilando anche l'ipotesi di oscuramento dei nostri siti Nuovimondimedia.it e Informationguerrilla.org), sono un attacco inaudito alla liberta' di stampa, all'indipendenza dell'informazione, a quella democrazia che e' nostro orgoglio di popolo e conquista tanto pagata.
Siamo editori e giornalisti indipendenti impegnati quotidianamente per la liberta' d'espressione, la pace, i diritti umani e civili. Un'attivita' d'informazione limpida e corretta, che da voce anche alle ragioni della pace contro la guerra in Iraq, nulla ha a che spartire con nessuna forma di violenza.
Come liberi cittadini che esercitano un libero diritto, quello di espressione, denunciamo l'accaduto all'opinione pubblica, invitando a una forte mobilitazione di protesta, per la liberta' e contro il tentativo inaccettabile di criminalizzare il dissenso.
Information Guerrilla e Nuovi Mondi Media
Bologna, 13 novembre 2003

 

E’ ora che la Sardegna faccia sentire la sua voce per la pace:

I nostri militari rientrino a casa. Smilitarizzare l’Isola.

Esprimiamo il nostro cordoglio a quanti, familiari, amici, militari, sono stati colpiti dal lutto della strage di Nassiriya. In particolare, ai familiari e agli amici del maresciallo Silvio Olla.
Assistiamo sgomenti in queste ore al tentativo di utilizzare questa tragedia per spingere ancor di più il nostro paese in un impegno militare in Iraq, in pieno teatro di guerra.
Una guerra che è stata scatenata con motivi apertamente falsi. Una guerra che a parole voleva combattere il terrorismo e che al contrario lo fomenta. Una guerra che, infine, ha portato all’occupazione e all’amministrazione militare di un paese il cui popolo, invece, deve riprendere a pieno titolo l’esercizio del proprio inalienabile potere di governo.
Noi proseguiremo il nostro impegno contro la guerra e contro questa guerra. Per questo motivo chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane.
La scomparsa del maresciallo Silvio Olla rappresenta l’ultimo tributo che la Brigata Sassari ha pagato, in missione all’estero e a causa delle morti per leucemia ai linfomi. Va denunciato che questo sacrificio affonda le sue radici nelle drammatiche contraddizioni economiche e sociali della nostra isola. Contraddizioni che, per tanti, non lasciano alternativa che esporsi ai rischi della scelta di partire volontario.
Ancora, la Sardegna è gravata da una presenza militare drammaticamente pericolosa come quella della base nucleare della Maddalena. Pericolosa per i suoi abitanti, pericolosa per l’ambiente, pericolosa per la pace. Le notizie trapelate riguardo l’incidente occorso a un sommergibile atomico americano lo scorso 17 ottobre ripropongono, in tutta la loro gravità, i rischi obbiettivamente connessi alla presenza ed il transito dei sommergibili e sollecitano la mobilitazione dei cittadini sardi per il suo smantellamento.

Cagliari, 13 novembre 2003

PRC, Sandro Valentini PdCI, Antonio Zidda FdV, Paolo Rossetti



 

PACE

I ragazzi di Nassiriya
GINO STRADA

Ho lasciato l'Afghanistan pochi giorni fa. Quando sono partito, Fahim Khan era agonizzante nel reparto di rianimazione. Diciannove anni, dilaniato da una bomba non lontano dal palazzo reale di Kabul, mentre stava tentando di rimettere a posto la propria casa danneggiata dai bombardamenti. Sono partito con negli occhi il padre di Fahim, seduto a fianco del figlio in silenziosa disperazione. Fahim e suo padre mi sono tornati in mente ieri mattina, quando il responsabile di Emergency mi ha chiamato da Baghdad per dirmi della strage di Nassiriya. Altri ragazzi come Fahim, fatti a pezzi da un'altra esplosione. Ragazzi italiani. Ho pensato ai loro padri, lontani migliaia di chilometri, che forse non vedranno neppure i resti dei propri figli. «Nessuno è così pazzo da preferire la guerra alla pace: in tempo di pace sono i figli a seppellire i padri; con la guerra tocca ai padri di seppellire i figli» scriveva Erodoto nel quinto secolo prima di Cristo. La follia della guerra è tutta qui: qualche decina di ragazzi si sono svegliati ieri mattina in Iraq, e ieri sera non sono andati a letto, non ci sono più. Hanno iniziato il grande sonno, come altri milioni di ragazzi prima di loro, in Afghanistan e in Cecenia, in Congo e in Kosovo e nei mille luoghi di violenza del nostro pianeta: sottratti alla vita non da un male incurabile ma dalla volontà e per opera di altri esseri umani. Ogni volta che la guerra si porta via una vita umana è una sconfitta, per tutti, perché ha perso l'umanità, perché si è persa umanità. Il rispetto per i morti, per il dolore dei loro congiunti può e deve provocare una riflessione di tutti, anziché la polemica di alcuni. Dobbiamo tutti prendere atto che si è al di fuori della ragione, ogni volta che i rapporti tra esseri umani si esercitano con la forza, con le armi, con l'uccisione. L'umanità potrà avere un futuro solo se verrà messa al bando la guerra, se la guerra diventerà un tabù, schifoso e rivoltante per la coscienza e per la ragione.
dal MANIFESTO


 

CHI PAGA DI PERSONA E CHI NO

Da quando quell'uomo si è messo sopra la legge facendosi una legge ad hoc, la politica è sospesa in questo Paese e quell'uomo ha perso l'autorità morale, semmai l'ha avuta, per parlare a nome del Paese e per piangere i suoi morti.

Lassalle

 

Il "Giornale dei carabinieri":sono stati uccisi per la guerra di Bush. Ora basta

Tre settimane per morire
Nelle caserme dell'Arma non solo si è pianto di dolore e di commozione, ma anche di rabbia perchè non si doveva aspettare la strage, non bisognava mandare i carabinieri in Iraq per partecipare a una guerra americana. Il
comando generale dei carabinieri ha fatto sapere che sono arrivate migliaia di attestazioni di solidarietà, ma Il Giornale dei carabinieri, letto da trentamila carabinieri, ha espresso anche il sentimento di angoscia per un sacrificio imposto da una guerra insensata. Dice l'editoriale firmato dal maresciallo Ernesto Pallotta: «Non dovevamo aspettare i morti per meditare sull'impegno italiano in Iraq. Contrariamente a quanto affermato da Bush, i fatti dimostrano che in Iraq vi è ancora la guerra. L'Italia non ha avuto un mandato parlamentare per partecipare a un conflitto armato. Di fronte ai
morti diciamo basta e l'Italia deve allinearsi ai comportamenti assunti dalla maggior parte dei Paesi europei». C'è anche una dichiarazione del maresciallo Formiga, segretario generale del sindacato carabinieri in congedo: «Ci chiediamo con dolore perché i carabimnieri devono morire per terrorismo all'estero. Chiediamo con forza che il nostro contingente torni
in patria». L'hanno chiamata missione «antica Babilonia», ci partecipano tremila militari italiani, quattrocento sono carabinieri: operano nell'Iraq meridionale sotto comando britannico. Il loro principale compito definito «umanitario» è quello di «concorrere al mantenimento all'ordine pubblico». In un Paese occupato militarmente significa far rispettare le regole imposte dagli occupanti.
Sono passati 24 giorni tra le minacce contro l'Italia e l'attentato che ha fatto strage di carabinieri, soldati e civili irakeni nelle palazzine del comando militare italiano a Nassiriya. Il messaggio di Al Qaeda trasmesso il 18 ottobre dalla tv del Qatar diceva: «Ci riserviamo il diritto di rappresaglia, al momento giusto e nel posto giusto contro tutti i Paesi che
prendono parte a questa guerra iniqua, vale a dire Gran Bretagna, Spagna, Australia, Polonia, Giappone e Italia». Lo sceicco Omar Bakri, vicino alle posizioni di Al Qaeda, aveva avvertito gli europei che le minacce andavano
prese sul serio. Come sempre la strategia terroristica ha messo in atto la sua devastante potenza nel luogo più vulnerabile, una città dove i militari italiani si sentivano protetti per aver fraternizzato con la popolazione,
dove le strutture militari erano difese solo da sacchi di sabbia, dove non c'erano segnali allarmanti di guerriglia. Dopo le minacce, i vertici della Difesa avevano rafforzato la presenza del Sismi, il servizio segreto militare, sulla cui capacità di penetrazione tra i gruppi della gerriglia, erano fondate le speranze di poter evitare un'azione contro l'Italia. Gli
agenti segreti avrebbero dovuto cercare contatti con le formazioni guerrigliere che avevano più peso nel controllo del territorio di Nasseriya: bisognava convincerle che i nostri soldati svolgevano solo compiti umanitari e offrire loro dei vantaggi se non li avessero considerati nemici. Missione difficile, al confine con l'irrealtà. Per questa è fallita. Dopo la strage il Sismi ha catapultato in Iraq altri agenti segreti per capire le ragioni del fallimento.
«Scopriamo ora - dice Luigi Bonanate, docente di studi strategici all'Università di Torino- che in Iraq c'è una guerra a cui una parte sta reagendo con una guerra di guerriglia. Quando si è deciso di mandare "i nostri ragazzi" in Iraq si è usata la coloritura di dire che andavano per motivi umanitari e non come alleati degli Stati Uniti. E oggi ne piangiamo
le conseguenze. Quei militari morti sono vittime del lavoro mandate in un cantiere malsano, come l'immigrato albanese morto nel malsano cantiere di Genova. Sono la tristissima testimonianza che non era vero, come hanno cercato di farci credere, che tutta la popolazione irakena era contro Saddam, che bastava rovesciare la statua del dittatore, per fare accettare l'intervento militare straniero. Il futuro dell'Iraq è nero, nero, nero. E' possibile che gli attentati continuino a colpire obiettivi situati prevalentemente nel territorio irakeno, perché le formazioni della guerriglia la ritengono una guerra di liberazione. Ma se non si rimuovono le ragioni della guerra, c'è il rischio che gli attentati siano esportati in
altri scenari, come Europa o Stati Uniti, per coinvolgere ancora più profondamente l'opinione pubblica internazionale».
La possibilità che le minacce siano seguite anche da azioni terroristiche nei Paesi occidentali è stata subito presa in considerazione dai nostri organismi di sicurezza. Il Ministro Pisanu ha convocato i vertici dell'antiterrorismo per studiare nuove misure di protezione per gli obiettivi più sensibili: saranno intensificati i servizi di vigilanza oltre che per gli aeroporti, le stazioni, le ambasciate anche per le strutture militari.

Annibale Paloscia

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