11.13.2003

 

E’ ora che la Sardegna faccia sentire la sua voce per la pace:

I nostri militari rientrino a casa. Smilitarizzare l’Isola.

Esprimiamo il nostro cordoglio a quanti, familiari, amici, militari, sono stati colpiti dal lutto della strage di Nassiriya. In particolare, ai familiari e agli amici del maresciallo Silvio Olla.
Assistiamo sgomenti in queste ore al tentativo di utilizzare questa tragedia per spingere ancor di più il nostro paese in un impegno militare in Iraq, in pieno teatro di guerra.
Una guerra che è stata scatenata con motivi apertamente falsi. Una guerra che a parole voleva combattere il terrorismo e che al contrario lo fomenta. Una guerra che, infine, ha portato all’occupazione e all’amministrazione militare di un paese il cui popolo, invece, deve riprendere a pieno titolo l’esercizio del proprio inalienabile potere di governo.
Noi proseguiremo il nostro impegno contro la guerra e contro questa guerra. Per questo motivo chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane.
La scomparsa del maresciallo Silvio Olla rappresenta l’ultimo tributo che la Brigata Sassari ha pagato, in missione all’estero e a causa delle morti per leucemia ai linfomi. Va denunciato che questo sacrificio affonda le sue radici nelle drammatiche contraddizioni economiche e sociali della nostra isola. Contraddizioni che, per tanti, non lasciano alternativa che esporsi ai rischi della scelta di partire volontario.
Ancora, la Sardegna è gravata da una presenza militare drammaticamente pericolosa come quella della base nucleare della Maddalena. Pericolosa per i suoi abitanti, pericolosa per l’ambiente, pericolosa per la pace. Le notizie trapelate riguardo l’incidente occorso a un sommergibile atomico americano lo scorso 17 ottobre ripropongono, in tutta la loro gravità, i rischi obbiettivamente connessi alla presenza ed il transito dei sommergibili e sollecitano la mobilitazione dei cittadini sardi per il suo smantellamento.

Cagliari, 13 novembre 2003

PRC, Sandro Valentini PdCI, Antonio Zidda FdV, Paolo Rossetti



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