10.30.2003

 

SILENZIO SI VOTA

Sembra Gozzano.... Il crocifisso, la villa, i padri che pensano ai figli, il
premier che ci dà consigli, fingendo la patria tranquilla....
Invece ha perso un pezzettino di elettorato.
Che nel nord-est potesse andare così, il premier avrà commentato con
Apicella, nun c'èra bisogno 'a zinghera (scusate il napoletano, ma non mi
sembra che anche Lui abbia bisogno del traduttore). Che ci fosse da
allargare lo spazio di casa, mille metri fanno un bella sala hobby nelle
ridenti villette, l'avrà confidato a Bondi, che avrà dolcemente aggiunto
"Bene, molto bene". Che la resa dei conti, fosse destinata a scindersi in
una resa e qualche estratto conto, basato sulla fiducia, è normale, che vuol
dire, non l'hanno fatto, oltre al molto onorevole Bi-uno, pure Dini e Prodi,
cosa significa che questa è fiducia su condoni, sottrazioni, svendite e poco
più, è così che si fa, ecchècavolo! Questo lo capirebbe un bambino, figurati
se noi no.
Elezioni? Ma non era un quiz domenicale in tv? E allora, a chi vuoi che
interessi......
L'avete rivisto il racconto di Paolini sul Vajont? Quando vengono giù le
zolle di terra si sentono solo gli scricchiolii di avvertimento, ma quando
frana la Casa è proprio brutta, e c'è poco da fare. Speriamo bene.
Ciao a tutti :))
A.

 

Vespa come Totti

di Bruno Ugolini

E' un Bruno Vespa saltellante, nel cuore della notte. Ha dei guizzi che
ricordano Totti, l'abilissimo attaccante della nazionale di calcio e anche
della Roma. E' intento a dominare la sua "Porta a Porta", crocevia della
politica nazionale. La partita è quella delle pensioni. Una partita
difficile, scivolosa, con le ali destre che spesso giocano a sinistra e le
ali di sinistra che spesso giocano a destra. Tutti vogliono stare al centro
campo. Un casino. Ma lui, Bruno, sa dove infilare la palla. Eccolo con un
guizzo fulmineo aggredire Guglielmo Epifani: "Ma lei non si siede al tavolo
del governo?". Il leader della Cgil tenta invano di divincolarsi, magari
spiegando che quel tavolo non c'è e, se c'è, è un tavolo vuoto. Il magico
conduttore smista su Renato Brunetta, sicuro e implacabile, che raccoglie,
passa a Maurizio Sacconi, poi ad Antonio D'Amato che incalza il povero Luigi
Angeletti.

Il presidente della Confindustria, mentre tiene possesso di palla,
sgambetta, in piena area di rigore, la Fiom, accusata d'azioni scriteriate.
Pare, infatti, che i metalmeccanici stiano mandando a gambe all'aria la
politica dei redditi, convinti che i prezzi delle zucchine e degli altri
prodotti nazionali abbiano subito aumenti prodigiosi, a scapito dei salari.
Gli imprenditori sono così costretti a firmare accordi con cospicui aumenti,
disobbedendo alle direttive di D'Amato. Roba da matti.
E' una partita prodigiosa. Qualcuno osa perfino far sentire le lamentele
sugli spalti. Sono operai spezzini che con linguaggio triviale sostengono di
non volerne sapere degli incentivi, adorano la pensione, pensano che stare
ottanta o cento anni in fabbrica possa nuocere ad una perfetta muscolatura.

Il solito Epifani osa pure ricordare che molti giocatori (pardon, operai)
vengono spediti in panchina anzitempo, prepensionati da padroni d'ogni tipo,
bisognosi di carne fresca. C'è per fortuna Vespa-Totti che chiama Renato
Brunetta ad un calcio di punizione. Siamo così per la prima volta informati
che tutte le manifestazione fatte e annunciate, non sono contro la
controriforma di Berlusconi, come molti credevano, bensì contro la riforma
Dini voluta dal centrosinistra. C'è stato un terribile equivoco. Ora tutti
possono andare a dormire sonni tranquilli perché si è fatto tardi e sul
campo c'è molta nebbia. Accompagnati dall'ultima simpatica notizia: è nato
il primo Job-call, lavoro a chiamata. E' un altro salutare provvedimento del
governo. Il fortunato si chiama Mariano Apicella, cantautore napoletano. Ha
annunciato al mondo che ha un contratto annuale: il premier chiama e lui "si
sente in qualche modo obbligato a rispondere". Come un avveniristico
saldatore della Zanussi.

 

CIAMPI DIXIT

"Voglio ribadire ancora una volta che sarò sempre garante, come capo dello Stato, prima ancora che presidente del Csm,
dell'autonomia e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario da ogni altro potere, nonché della dignità dei singoli magistrati e delle loro funzioni".
Grazie, signor Ciampi! Aspettavamo da tempo e con ansia di sentirle pronunciare queste nobili parole. Sa, noi cittadini
comuni, avendola vista firmare leggi ignobili ed incostituzionali come la legge Cirami, il lodo Schifani, la legge sul falso in bilancio e quella sulle rogatorie, avevamo avuto l'impressione, evidentemente errata, che a Lei importasse fino a un certo punto dell'autonomia e dell'indipendenza dei magistrati. Capiamo ora che il nostro ritenerla una figura di pura facciata, che ogni tanto si divertiva un mondo a fare lo sgambetto alla magistratura e a bloccare in extremis processi giunti alla fase conclusiva, era dettata da nostra semplice superficialità e colpevole malafede. Mi lascia però un pò perplesso la seconda parte del suo discorso, quella in cui Lei afferma che il magistrato "deve essere guardato con rispetto, ma, nello stesso tempo deve essere sentito vicino, in sintonia con la coscienza civile". Scusi, signor Ciampi, ma che cacchio dice? Io ero rimasto a quando il magistrato doveva limitarsi ad applicare la legge, punto e basta. Capisco la sua preoccupazione per la sentenza sui crocifissi, che non sarà in sintonia con la coscienza civile della maggioranza degli italiani, ma
è perfettamente in linea con le norme costituzionali, con il mio modo laico di vedere le cose e con quello di una porzione di società che, pur non essendo (forse) maggioranza, è comunque assai ampia. Ma mi auguro che Lei non abbia avuto intenzione di dire che i giudici devono applicare la legge solo se essa è "in sintonia" con la maggioranza degli italiani. La maggioranza degli italiani, mi permetto di ricordarle, non ama pagare le tasse, nè le multe; inoltre (qui esprimo una convinzione mia) non mi sembra che abbia un concetto di "società" che vada oltre il novero dei propri familiari e conoscenti intimi. Lei crede che i magistrati dovrebbero adeguarsi a questa visione del mondo? Mi permetto anche di ricordarle che per la "coscienza civile" della stragrande maggioranza degli italiani, le leggi varate dal governo Berlusconi,
che poc'anzi Le ricordavo, e che Lei ha firmato senza un secondo di esitazione, sono pura vergogna nazionale. Voleva forse, con il Suo accorato messaggio, suggerire alla Bocassini e a Colombo di disattenderle in quanto non gradite al paese? La ringrazio, in ogni caso, per il Suo intervento e mi attendo di vederne uno altrettanto severo alla prossima occasione in cui un membro della maggioranza o dell'opposizione penserà di definire i giudici "matti" e le loro sentenze "vergognose" o "criminali".
Buon lavoro e a risentirci (speriamo) a presto.

Gianluca Freda

 

STRISCIA ROSSA

Ora il mondo è più tranquillo. «In Iraq ci sono cose che vanno bene. Dobbiamo sapere che le scuole funzionano, gli ospedali funzionano, c’è l’elettricità, l’amministrazione comincia a svolgere il suo compito.
C’è un certo ottimismo».


Silvio Berlusconi, Agi, 29 ottobre

10.29.2003

 

SBATTI LA NOTIZIACCIA IN PRIMA PAGINA

Ancora una volta in Italia si attua il vecchio trucco giornalistico di
offuscare le notizie piu'importanti, come per esempio il non parlare dei fatti
riguardanti il processo sme di questi giorni, oppure dell'elezioni
politiche a Trento e Bolzano , STRAVINTE DAL CENTROSINISTRA , scusate se ho
urlato.
Questa volta come mezzo di offuscamento notizie, tecnicamente chiamato
infointment,si e'utilizzato l'argomento riguardante la sentenza del giudice
sul problema se togliere o no il crcifisso nelle aule scolastiche in Italia .
In modo abbastanza eloquente le trasmissioni televisivene hanno dato
un forte risalto con finali alquanto spettacolari, come il porta a porta di ieri sera.
Ma ormai in questo paese ormai rinnovato, sopratutto nel campo
comunicazioni, grazie al ministro Gasparri , fare notizia e'diventato
piu'facile, basta gridare a squarciagola.
Ma la cosa piu'interessante sono le trasmissioni televisive genere tribuna
politica, che sono diventate dei varieta'dai contenuti squallidi ed
offensivi.
In riferimento al Bruno Vespa night di ieri sera sono giunto dopo varie
riflessioni ad un quesito, Adel Smith ma chi sei??........
secondo la mia opinione sembra un personaggio ambiguo e pieno di
contraddizioni ,forse neanche molto amato dalla stessa comunita'Islamica di
cui lui se ne sente il portavoce,un uomo dai comportamenti abbastanza
provocatori parla come se fosse rimasto all'epoca delle crociate o giu di li,
sembra quasi che abbia fatto un corso di storia avanzata da U.Bossi e poi
un altro corso di galateo propagandistico politico dall'Onorevole Borghezio,
secondo quesito che mi sono posto ma non e che tante volte egli fa il
doppio gioco?
in modo che la famigerata armata leghista abbia poi il pretesto per
rispondere con toni alti," l'Islam ci sta invadendo... e'ora d'armarci
d'elmetto spada e scudo crociato " ,cosi da influenzare l'opinione pubblica
e convincerla come ha sostenuto ieri sera in un intervista il signor
Giordano Guerra altro ambiguo personaggio dai contenuti molto
intellettualradicali da salotto,forse discepolo del grande maestro
MarcoPannella (specializzato in provocazioni politiche), che siamo vittime d'un invasione.

Alantnt

 

ESPOSIZIONI

Consiglio di Stato - Adunanza Sezione II
Parere 27 aprile 1988
n. 63/1988

Massima.
"Le norme dell'art. 118, r. d. 30 aprile 1924, n. 965 e l'all. C al r.d. 26
aprile 1928, n. 1297 che prevedono l'esposizione del crocefisso nelle aule
scolastiche non possono essere considerate implicitamente abrogate dalla
nuova regolamentazione concordataria sull'insegnamento della religione
cattolica."

Mi domandavo (davvero non lo so, qualcuno ben informato lo sa?) se esiste
una legge che abbia abrogato l'obbligo di esposizione, accanto al
crocifisso, simbolo della cultura italiana (???), anche i ritratti del Duce
e del Re, oltre al Tricolore nelle aule scolastiche.
Perchè in caso contrario potremmo provvedere a segnalare alla magistratura
la mancanza di tali elementi eventualmente previsti dalla Legge dalle nostre
aule scolastiche o di tribunale.
Per il Duce... può essere tranquillamente sostituito dalla figura del
Presidente del Consiglio (nel senso che anche il Duce era a capo del
governo, i malevoli non fraintendano).. vi immaginate la foto di Berlusconi
a fianco della scritta "La legge è uguale per tutti"... sapete che risate!!!
Per il Re... a capo dello Stato adesso, non c'è + il re, ma Ciampi... va
bene anche lui ? (i nostalgici possono però appendere le foto delle nozze
del rampollo Savoia)
Il tricolore... con o senza stemma sabaudo , boh !
Roberto

 

Sregolatezze del 29/10/2003

L'estremista di destra Giano Accame, dopo una stagione turbolenta cominciata
ai tempi della Repubblica di Salò e proseguita sino alla strategia della
tensione, da qualche tempo si dava arie di appartato filosofo, schierandosi
"tra i critici - da destra, in nome di valori tradizionali e spirituali -
dei crescenti poteri del denaro apolide, che stanno espropriando le
democrazie nazionali". Ma da qualche tempo si è messo a tifare apertamente
per il super-miliardario Berlusconi. "La destra sociale e nazionale non è
così stupida da storcere la bocca di fronte a chi, dopo decenni di
ghettizzazione, ha contribuito a condurla al governo". E ricorda che
Vespasiano seppe dir non olet. Altrettanto scanzonatamente "può ripeterlo
l'elettore di destra alla vittoria". Niente male per un disincantato e
disinteressato filosofo. L'imperatore Vespasiano pronunciò la frase "pecunia
non olet" per tacitare il figlio Tito che gli aveva rinfacciato la tassa
posta sulla raccolta dell'urina da parte dei conciai di pellame. E
naturalmente Accame è padrone di frequentare, a pagamento, gli olezzi che
vuole. Ma dovrebbe almeno svelarci come la destra sociale e nazionale
ritiene che potrà essere risolto un giorno il problema dello smaltimento del
piscio del Cavaliere.

DON PANCRAZIO

 

C'è un problema nelle scuole italiane. Il Crocifisso.

Eccomi finalmente a voi!
Allora cari! Abbiamo un problema nelle scuole, il Crocefisso. Quanta intellighenzia scomodata per dibatterne, quanti autoritari interventi, persino il Presidente della Repubblica ha dovuto proclamare autorevolmente la sua opinione in merito : "il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identità".
Poi, per affrontare il problema, finalmente l’unione “bipartisan”, descritta dalla stampa con le più romantiche parole “coro unanime” da destra a sinistra. Persino Costanzo ha dovuto smettere i panni da regista d’avanspettacolo ed ha dovuto rivestire quelli di giornalista impegnato, aprendo la sua tribuna a Smith ed una mezza dozzina di policircensi sbraitanti, ma solo la sera dopo vespa, che pare abbia firmato una sorta di esclusiva come addetto stampa del governo.
Crocifisso sì, crocifisso no, tribunali, magistrati ed ispettori inviati dalla Gestapo (scusate m’è scappata la mano, volevo scrivere dal governo).
Insomma mi pare coerente. Un magistrato fa il suo mestiere e quindi deve essere controllato, casomai fosse un simpatizzante Islamico, uno di quelli che il parlamentare borghezio, fervente cristiano dedito alla salvaguardia del popolo italiano (padano) nei suoi usi e costumi e nei valori che stanno alla base della nostra identità chiama bastardi.
La mia opinione sul Crocifisso, non esiste. Non ho un’opinione sul Crocifisso, non la ho nemmeno in merito a Buddha, o a Maometto. Ma concordo su una cosa.
Abbiamo un problema nelle scuole, anzi no! Abbiamo più di un problema nelle scuole italiane, abbiamo tanti problemi nelle scuole italiane, ne abbiamo di vecchi ed atavici e di nuovi, quelli che dobbiamo al ministro moratti che ha dato il meglio di sè non solo per l’impoverimento ulteriore della cultura taroccando persino i testi di storia, ma impedendo di fatto l’istruzione per i meno abbienti e i disabili, restringendo il numero degli insegnanti di sostegno, inventandosi i sisini relegando al precariato i lavoratori precari storici, finanziando la scuola privata e depauperando i bilanci per la scuola pubblica, innalzando i costi di testi che insegneranno ai nostri figli una storia riveduta e corretta che pretenderà di cancellare la memoria e l’eredità delle prossime generazioni.
Queste sono cose note, non le invento io, qualcuno a suo tempo provò a parlarne, ma… Non era un problema, nulla che potesse sortire “cori unanimi e bipartisan “, nulla che facesse scomodare il presidente della repubblica, nulla di rilevante nemmeno per costanzo che all’epoca forse proponeva uno dei suoi spettacolini “ I comici si interrogano…”
Insomma Crocifisso sì o no?
Mi pare ce ne fosse anche uno per ogni bara di ogni profugo somalo morto di stenti sull’ennesima barca che attracca a Lampedusa, uno di quei cadaveri così ben cavalcati da chi improvvisamente colto da un rigurgito di umanità, è arrivato a dichiarare che questi non erano altro che persone, beccandosi poi l’epiteto di “sinistroide e traditore” dai colleghi di governo. Ed anche in quel caso per fortuna abbiamo assistito al giocondo canto del “coro unanime”.
E come sempre, mentre ci si scannava sul crocefisso sì o crocefisso no, ci sono state le elezioni politiche in Trentino. Il polo ha subito la disfatta, la stessa che ormai si spera possa ripetersi se e quando avremo la possibilità di tornare alle urne, ma come sa chiunque sia dotato di un minimo di educazione…Non si deve mai interrompere chi parla.
Crocefisso? .... Oh! Sì...E in pubblica piazza!
Rita Pani (APOLIDE)


 

STRISCIA ROSSA

Il premier aveva detto: «Prima di me nel mondo, l’Italia contava zero». Adesso? Sentite: «Berlusconi se ne va in giro con una flotta di jet personali, insulta i tedeschi, riscrive le leggi per suo beneficio personale, è accusato di corruzione e falso in bilancio».

Newsweek 12 ottobre, pag. 32

 

CONTRO IL MURO

Sabato 1 novembre 2003
-------
dalle h.19.00:
aperitivo e proiezione di "JENIN JENIN" (di Mohammed Bakri)
inoltre mostre fotografiche, libri e materiale informativo


c.o.a. T28 via Dei Transiti 28 milano
NO AL MURO!
PER IL DIRITTO AL RITORNO
VITA, TERRA E LIBERTA PER IL POPOLO PALESTINESE
LIBERTA' PER I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE PALESTINESI
http://italy.indymedia.org/news/2003/10/410852.php

10.28.2003

 

MAGGIORANZA (?) MASSACRATA DI NUOVO

Ieri si sono svolte le consultazioni per delle provinciali e per
l'elezione di un nuovo deputato dopo la grande vittoria di Illy
presidente di regione.
I risultati rappresentano l'ennesima mazzata per
una "maggioranza" ormai sotto il 40%. Non è solo per la
sconfitta, ormai logica, ma per le dimensioni che diventa
impressionante.
Per l'elezione politica suppletiva, il CSX guadagna il 13%
rispetto al 13\\5\\01.
A Trento, l'attuale opposizione guadagna 22 seggi su 34
disponibili, con un guadagno ulteriore di 4 seggi (che su 34
sono l'11,5%).
Mancano (al massimo) 31 mesi alla fine del peggior governo del
dopoguerra.

GA

 

SUCCEDE A TRAPANI

Ma lo sapete che a Trapani da oggi a 3 mesi le medicine si devono comprare?
La medesima situazione si potrebbe espandere anche alle altre provincie,
causa il dissesto finanziario dell'USL isolana.
Nel mentre sui tg nazionali si parla di croci.
Glock

 

ADESIONE QUEER FOR PEACE MANIFESTAZIONE 8 NOVEMBRE: STOP THE WALL

Mentre la comunità internazionale aspetta inerte la ripresa dei colloqui di pace, Israele continua nella sua politica di totale destabilizzazione della società e delle istituzioni palestinesi, di violenza e aggressione di civili e militanti politici e di distruzione di case e infrastrutture. La costruzuione del muro di accerchiamento dei territori occupati poi, oltre a permettere ad Israele l'annessione dei territori palestinesi più fertili e delle sue risorse idriche, dimostra chiaramente quello che i movimenti pacifisti da tempo denunciano: la trasformazione, anche visiva, dei territori in enormi campi di concentramento sotto il totale controllo israeliano.
Non neghiamo le paure di Israele e il suo diritto ad esistere, ma crediamo che il terrorismo palestinese trovi nell'occupazione stessa la sua ragion d'essere e che la violenza e l'odio contro israele possano essere diretta conseguenza della sublimazione della dignità di un popolo oppresso e imprigionato sulla propria terra.
La politica del terrore di Sharon allontana una possibile soluzione pacifica e pone l'intera popolazione israeliana in un costante pericolo, tanto che aumenta sia il fronte pacifista che l'obiezione militare.
L'estrema gravità della situazione impone a tutti e tutte noi un impegno concreto per fermare il massacro partendo da noi e dalle nostre responsabilità individuali e collettive.
Durante la nostra missione di pace gay e lesbica, lo scorso Giugno, abbiamo potuto constatare la lontananza che c'è fra la vita reale nei territori e la sua rappresentazione massmediologica. Mentre in occidente si parlava di Road Map e di terrorismo, in Palestina continuavano gli omocidi selettivi, le retate notturne, l'abbattimento di case e infrastrutture, la mortificazione e l'umiliazione quotidiane di un popolo ridotto in schiavitù sulla propria terra. Abbiamo constatato come il mancato sviluppo sociale, come i percorsi di leberazione sessuale, sia dovuto quasi completamente all'occupazione piuttosto che ad una reale scelta politico culturale. I luoghi d'incontro gay e i timidi tentativi di associazione sono stati spazzati via dalla violenza israeliana allo scoppio della seconda Intifada che ha costretto di nuovo gay e lesbiche alla doppia oppressione sociale e militare.
Abbiamo visto il muro, il filo spinato, i fossati e i reticolati elettrificati. Abbiamo provato orrore e sgomento così come lo provammo in passato davanti ai documenti e alle foto di Auschwitz e Dachau.
Sabato 8 saremo in piazza per dire basta all'occupazione, al muro e alla logica della violenza . Per la libertà e l'eutodeterminazione dei corpi e dei popoli.
Queer for peace, gay lesbiche trans contro la guerra
QfP: Movimento Omosessuale Sardo (Sassari), circ. Mario Mieli, Queering sapienza (Roma), Azione gay lesbica (Firenze), circ. Pink (Verona), Antagonismo gay (Bologna), circ. Maurice (Torino), Movimento Italiano Transessuali naz., circ. Arci Borderline

info tel: 079219024 (MOS), 065413985 (Mieli)
per contatti: Massimo Mele 3473078697

 

PROPAGANDA 2003 (LOGGIA P2)

di Gianni Cipriani - "Avvenimenti" nr. 40 - ottobre 2003
Siamo abituati a pensare alla P2 come ad un rottame della storia, o al massimo come un retaggio di un malaffare politico e massonico. Un qualcosa fuori dal tempo che, di tanto in tanto, si ripresenta come un insulto alle coscienze, e per questo, solo per questo, accende furibonde reazioni.
Ma cos'è davvero la P2? Cos'è il sistema piduista? Nel senso comune prevale ormai la formula che evoca il sistema di malaffare, i faccendieri e i vecchi agenti segreti senza scrupoli, pronti a depistare. Come se una progressiva "usura" del tempo avesse operato sulle parole stesse "P2 e piduista", facendo diventare questi termini etichette prive di contenuto. Insulti che, quando sono utilizzati, paradossalmente bloccano sul nascere ogni ragionamento; diventano risposte scontate che spengono ogni domanda.
La domanda, invece, va riaccesa. Bisogna comprendere che il "sistema piduista", nei suoi valori e nelle linee strategiche, è un credo politico ben strutturato. Non è semplice malaffare. E', semmai, una dottrina che ha fatto (e sicuramente fa ancora) leva sul malaffare, sui burattini d'avventura, come gli scenari oscuri che sono comparsi intorno al falso scandalo Telekom Serbia stanno ampiamente dimostrando. Gli obiettivi che persegue, però, sono politici.
Null'altro che politici.
Ecco perché arretrare all'accezione insultante (e stereotipata) di piduista è un limite, se non un grave errore, che non consente di individuare le linee strategiche lungo le quali sta proseguendo il piano di rinascita - il termine non è casuale - di una concezione autoritaria, affaristica e sostanzialmente antieuropea che sempre più si va radicando in una parte consistente della cultura politica conservatrice, moderata nelle apparenze ma reazionaria nelle pulsioni primarie.
Vale la pena, quindi, analizzare serenamente (si fa per dire) quel complesso di vicende che oggi, paradossalmente, hanno portato l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ad affermare tranquillamente e sinceramente che nel nostro paese si va riproponendo una "questione massonica", dal momento che stiamo assistendo ad un ritorno al passato, quando in alcune logge si decidevano le sorti della politica e dell'economia.
Allora bisogna partire dalla questione delle questioni, che nella politica piduista era rappresentata dalla stessa identità della repubblica italiana.
Una repubblica antifascista la cui Costituzione è stata elaborata dalle forze politiche che avevano promosso la lotta di Liberazione. Una eredità politica ce non è mai stata digerita da quell'insieme di forze che si è storicamente radunato intorno alla P2. I motivi sono del tutto evidenti: l'unità delle forze antifasciste, o del cosiddetto "arco costituzionale", è stata sempre vista come una ferita aperta da sanare al più presto perché attraverso questo "mito" il PCI aveva ottenuto quella legittimità democratica che mai e poi mai avrebbe dovuto avere. Colpa dei comunisti, ma anche di tutti quei cattolici democratici che, pur nella diversità e nell'asprezza dello scontro, non avevano mai voluto recidere le radici comuni che univano le forze che avevano dato vita al patto costituzionale. Ecco, dunque, perché nella logica piduista l'unità antifascista andava sostituita al più presto con un'altra unità, che adottasse uno sbarramento a sinistra e, nello stesso tempo, aprisse a destra, pur rifiutando ufficialmente di accogliere in questo patto i neofascisti.
Per "rompere" questo patto, nella logica di Licio Gelli e dei suoi seguaci, non c'erano che due strade: depotenziare il "mito" dell'unità antifascista e dare una diversa lettura della lotta partigiana per annullare il valore storico e politico e, come secondo passo, cancellare la Costituzione che in quella storia aveva la sua scaturigine.
Proprio questa concezione è stata, negli anni Settanta, alla base di alcune avventure eversive, a cominciare dal golpe Borghese, che a dispetto dei nostalgici di Mussolini e dei repubblichini che avrebbero dovuto portarlo a termine, non sarebbe stato un colpo di stato dichiaratamente "fascista"; così come "fascista" non sarebbe stato il progetto eversivo di Edgardo Sogno, passato alla storia come "golpe bianco". Secondo questo schema, i mali d'Italia erano rappresentati dal "pericolo comunista", ma anche dalla sostanziale "inaffidabilità" democristiana il cui gruppo dirigente era ancorato ai valori della Costituzione, né intendeva disfarsene. Da qui i continui timori del lento ma progressivo e inesorabile scivolamento verso il "caos comunista" e la celebre frase di Edgardo Sogno secondo la quale la sua organizzazione si era presa l'impegno di "sparare" contro chiunque - i democristiani traditori - avesse consentito al PCI di entrare nel governo.
Se queste sono, come sono, le premesse, si comprende come l'attuale e sempre più stringente tentativo di minare i valori fondanti della nostra Repubblica, la rivalutazione di Mussolini, del fascismo e della repubblica di Salò, la volontà di equiparare - nel rispetto dei morti - partigiani e repubblichini ovvero il desiderio di snaturare il valore simbolico del 25 aprile e di annacquarlo nella condanna indistinta dei regimi totalitari, siano passaggi ineludibili della strategia piduista. Così come non si può certamente liquidare come una semplice battuta infelice la frase di Silvio Berlusconi sulla "Costituzione sovietica".
Su questo, come detto, varrebbe la pena di riflettere invece di limitarsi ad utilizzare il termine piduista come insulto. A chiedersi come mai, ad esempio, da un po' di tempo a questa parte viene lasciato il solo presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a celebrare degnamente il 25 aprile.
O perché Berlusconi scelse questa data per ricordare a Torino proprio Edgardo Sogno, decorato per il suo valore partigiano, che in seguito, però, era diventato uno dei paladini dell'oltranzismo anticomunista, fino ad approdare alla loggia P2 e a partorire progetti eversivi. E c'è da chiedersi se non sia proprio per l'avanzare di questa revisione di stampo piduista che è l'intera storia della Repubblica ad essere messa in discussione. Non si spiegherebbe altrimenti l'ossessione "comunista" che sembra pervadere Silvio Berlusconi ed i suoi sudditi, impegnati a denunciare il grande complotto con il quale i "rossi" (grazie anche all'inazione democristiana) si sarebbero infiltrati in tutti i gangli dello Stato fino a conquistarlo.
Può servire, nel Duemila, agitare lo spettro comunista per guadagnare qualche voto in più?
C'è di che dubitarne. E allora tanto zelo si giustifica con il fatto che la "nuova" Italia che qualcuno ha in mente può essere costruita solo sulle macerie della nostra Costituzione e della sua storia. Cancellare la memoria dell'Italia repubblicana. Non c'è nulla di più "piduista" di questo proposito. Eppure molti di coloro, per i quali la P2 evoca qualcosa di negativo, si mostrano assai più condiscendenti di fronte a questa deriva, magari ingannati da nobili slogan come "pacificazione", che sicuramente è un obiettivo da raggiungere, ma che adesso è semplicemente un diversivo.
Ci sarebbe poi da riflettere su un altro particolare di non poco conto: la collocazione internazionale della P2. Oggi, dopo molto tempo, lo stesso ex presidente Cossiga - che pure ha sempre criticato gli esiti della commissione P2 presieduta da Tina Anselmi - è disposto ad ammettere che la loggia di Licio Gelli è stata un centro di irradiazione dell'oltranzismo atlantico. C'era la guerra fredda e in occidente l'anticomunismo aveva differenti gradazioni. Nella loggia di Licio Gelli c'erano i "duri"; coloro i quali pensavano, appunto, che l'unità antifascista fosse un orpello e che ci volessero le misure forti. Così, proprio perché espressione dei settori più rigidi dell'atlantismo, Licio Gelli divenne uno dei referenti più apprezzati del partito repubblicano degli Stati Uniti e, per essere più precisi, un referente della destra repubblicana.
Oggi chi ha l'immagine del Gelli depistatore e faccendiere dimentica che il Maestro Venerabile della P2, ad esempio, fu uno tra i più attivi nel sostenere la candidatura di Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti e si impegnò, anche per convincere i numerosi italo-americani, a far pubblicare sul Corriere della Sera una serie di articoli che dovevano mettere in buona luce lo sfidante del presidente uscente, Carter. Anche per questo Gelli (oltre a lui c'era Francesco Pazienza) fu tra gli invitati al ricevimento che si tenne negli Stati Uniti per festeggiare la vittoria di Reagan.
L'Italia pensata dalla P2 era una repubblica legata mani e piedi agli Stati Uniti. Anzi, a quei settori più reazionari e più "oltranzisti" nella lotta contro il nemico che allora si chiamava comunismo. Cosa c'è di differente dal governo di oggi, nel quale le spinte ad ancorarsi ai voleri della destra repubblicana, oggi rappresentata da Bush jr., sono così forti da mettere in discussione il ruolo dell'Italia nel processo di unificazione Europea?
Cambiano gli scenari ma, evidentemente, il cordone ombelicale non è stato reciso. Ed ecco manifestarsi quegli atteggiamenti da vassallo prostrato di fronte all'imperatore che nemmeno negli anni Settanta, quando pure forte era la polemica sul "servilismo atlantico" dell'Italia, si erano mai visti in simile maniera. Anche in questo caso, non c'è nulla di più piduista.
Quella che abbiamo di fronte, dunque, è una precisa strategia politica che oggi trova in Silvio Berlusconi la sua espressione ma che, probabilmente, è una tendenza politica che sopravviverà a Berlusconi, così come è sopravvissuta nel passaggio tra la prima e la seconda repubblica. Politica che, come detto, fa spesso leva sul malaffare, ma che non è materia esclusiva (anzi, è vero il contrario) degli specialisti delle trame. Oggi, come detto, alcuni personaggi comparsi a margine del caso Telekom Serbia e le spavalde dichiarazioni di Licio Gelli rappresentano il volto di questo oscuro passato. Ma il problema è che questo "passato" è presente. E siffatta strategia sta ottenendo i suoi più significativi successi proprio là dove la sensibilità democratica è meno sensibile o, se è sensibile, reagisce solo appellandosi alla ritualità dei simboli. Oggi il piduismo è più forte non solo perché ricompaiono Gelli, Pazienza e uno stuolo di faccendieri. E' più forte perché si stanno minando le basi della nostra Repubblica secondo uno schema ben collaudato. E nessuno, fino ad ora, ha davvero disinnescato quelle cariche.


 

LA MEMORIA IN PAR CONDICO

La memoria in par condicio
Si chiama Paolo Bartolozzi l'eurodeputato cui Forza Italia ha demandato il
compito di ristabilire la verità storica sugli orrori del `900. Lui ha preso
l'impegno seriamente facendosi primo firmatario di una legge che vorrebbe
istituire una «giornata europea della memoria» per le vittime del comunismo
e di tutti i regimi totalitari. E argomenta con finezza di storico: «Esiste
una giornata della memoria dedicata alle vittime dell'Olocausto: mi pare
opportuno istituire un analogo momento di riflessione anche per gli eccidi
provocati dalle ideologie naziste, fasciste e comuniste». La data è il 9
novembre, giorno della caduta del muro di Berlino. «Una data storica», ci
ricorda il novello studioso - e gliene siamo grati - nel corso di un
convegno dal titolo fortemente evocativo: «Momento Gulag». Prima o poi anche
Fi riconoscerà che c'è stato un «Momento Auschwitz» e - perché no? - un
«Momento San Sabba». Per ora, registriamo la sua richiesta: «che si
istituzionalizzi il ricordo dei morti nei gualg». Certo è un po' triste
pensare che la memoria possa essere istituzionalizzata e la conta dei morti
soggetta a par condicio. (i. va.)

 

AVETE NOTATO IL SILENZIO?

Avete notato il silenzio della destra sulle elezioni amministrative e le
suppletive di Trieste/Trst?
Ma vi rendete conto che la dx è vergognosa e vigliacca? Del resto, si
dicono FIERI di essere italiani, ed è tipico della natura italica essere
codardi e vigliacchissimi di fronte alla sconfitta.
Vi rendete conto che appena 2 anni fa nello stesso collegio di
Trieste/Trst l'Ulivo (con Illy) aveva ottenuto il 50% e il Polo (con
Sgarbi) il 40% e ieri.... :

ULVIO 65%

POLO 29%

PAZZESCO!
Gino

10.27.2003

 

Un altro neutralizzato

IL NOBEL IMPALLINATO
Massimo Gramellini, "La Stampa" del 23 Ottobre

Hanno censurato un Nobel e non è Dario Fo. Con dodici palline nere e
soltanto undici bianche, la commissione per le attività produttive ha
espresso parere negativo sulla nomina di Carlo Rubbia alla guida dell'Enea,
l'ente dell'energia. Per una classe politica che denuncia la fuga all'estero
dei migliori cervelli non c'è davvero male. Rubbia è stato azzoppato da
un'alleanza trasversale: mezza maggioranza non era nemmeno presente
e l'ala talebana dell'Ulivo, pur apprezzandolo, gli ha votato contro
per far fare una figuraccia a Berlusconi. Motivazione alta e nobile. Come
quella dei leghisti, ostili all'illustre fisico perché secondo loro
gli farebbe difetto «la managerialità».
In realtà a Rubbia fa difetto la tessera di un qualunque partito che non
sia quello della competenza e del buonsenso, largamente minoritario
alle Camere. E' un pragmatico. Non ha pregiudizi riguardo al nucleare, ma
punta a un sistema integrato. Fu lui, tre anni fa, a proporre la conversione
di una zona desertica della Sicilia centrale nel più grande impianto solare
d'Europa. In grado di coprire, così si disse allora, l'intero fabbisogno
energetico delle nostre industrie. La Grande Opera di cui avremmo più
bisogno e della quale naturalmente non si è saputo più nulla. Combinato
il pasticcio, ora la politica promette di rimediare con un'altra votazione,
ma Rubbia è un signore di quasi settant'anni e potrebbe anche aver
voglia di chiamarsi fuori. Gli chiediamo di resistere. Non lo faccia
per loro, ma per noi.

Trascritto da Andrea

 

Ma va la'? Sciùr Tronchètti?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

-- ECONOMIA. CONFINDUSTRIA: TRONCHETTI, COSI IL FUTURO PRESIDENTE
"Una personalità indipendente, una capacità imprenditoriale riconosciuta, un'esperienza industriale,
una visione di lungo periodo". Queste le caratteristiche che dovrebbe avere il futuro presidente di Confindustria nell'identikit tracciato da Marco Tronchetti Provera in un'intervista con Famiglia Cristiana, prossimamente in edicola.
.... www.cnnitalia.it

Ma va la'? Sciùr Tronchètti?!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Questa sì che l'è bela", ma l'è propri bela la sua foto insci', Sciùr Tronchètti!!!
Osiride Rossi-Brambilla
P.S.: Ma sa Sciùr Tronchètti che con la storia del Presidente lei mi fa venire una idea niente male?
Presidente per Presidente Sciùr Tronchètti, perchè non fa il Presidente dell'Ulivo a va diritto al Palazzo del Governo? Lei è slanciato, ha un bel personale, l'e' un sciùr educato, una distinta personcina e poi la sua Signora l'e' propri una gran bella fijola. E poi Sciùr Tronchètti, farà bene una differensa che lei l'è il Sciùr Telecom.
Vuole mettere la differensa coi sciùri Telekom?!
Sono sicura che lei, Sciùr Tronchètti, da uomo pratico qual'è, sarebbe il Presidente di tutti gli italiani sa'?!
Ci faccia un pensierino via Sciùr Tronchètti che, magari, va al governo ancora un sciùr non politico.
Mica che ci sarà solo il Cavalier Berlusconi su piazza a Milanin Milanun, o no Sciùr Tronchètti?
Se poi le rompono i ball con la storia del conflitto di interessi, guardi Sciùr Tronchètti che, del conflitto di interessi, non gliene importa un birillo a nissun sa, qua da noi del popolo.
Ora la saluto Sciùr Tronchètti che vado a girare la cassela, cosa vuole che le dica ancora?
Se son rose fioriranno.
Sua Osiride Rossi-Brambilla. Portineria di Via Bagutta 14 Milano 20121

 

RIUNIONE REGIONALE DELLA COMPONENTE BERLINGUERIANA SARDA DEI DS A ORISTANO

Venerdì 24 ottobre 2003, a Oristano, si è riunito il coordinamento regionale della mozione “Per Tornare a Vincere”. Alla riunione, conclusa da Salvatore Cherchi, hanno partecipato 80 persone, in rappresentanza di tutte le realtà territoriali della componente che raccoglie un terzo degli appartenenti ai DS sardi.
Gli esponenti della minoranza diessina hanno espresso soddisfazione per la riuscita in tutta Italia e in Sardegna dello sciopero generale e delle manifestazioni sindacali unitarie contro la politica economica del Governo Berlusconi e contro il progetto di indebolire il sistema pensionistico. Lo sciopero generale ha avuto nell’Isola un netto significato di contestazione della fallimentare gestione della Regione da parte del centrodestra.
I bisogni delle migliaia di persone che hanno scioperato e manifestato costituiscono il punto di riferimento principale per la costruzione dell’alternativa ad un centrodestra disastroso.
In questa direzione sono stati fatti importanti passi in avanti: urge una conclusione su programma, coalizione e leadership.
I partiti del centrosinistra, rifondazione comunista, i sardisti e i movimenti hanno raccolto, con la Convenzione del luglio scorso, la richiesta di unità che viene dal popolo sardo.
L’unità è un valore strategico da consolidare nell’intero ciclo elettorale che tra il 2004 e il 2006 interesserà Regione, Parlamento europeo e nazionale, consigli provinciali e comunali. Ogni sforzo deve essere compiuto per rafforzare e non disperdere l’unità conseguita.
La proposta di candidatura di Renato Soru alla Presidenza della Regione è entrata in sintonia con il comune sentire di tanti sardi che domandano cambiamento, innovazione e progresso.
E’ necessario impegnarsi affinchè tra la coalizione nella sua interezza e Renato Soru si pervenga ad una conclusione positiva e si metta in campo la più vasta alleanza di forze politiche e sociali, aprendo una stagione di speranza alla Sardegna.
La sintesi positiva può e deve avvenire sul terreno dell’innovazione programmatica e su un nuovo rapporto tra politica e società, sul comune impegno a non ripetere errori commessi nel passato e a garantire fin dall’inizio alla Sardegna un quadro politico e di governo coeso e stabile.
Tutti devono farsi carico dell’esigenza di sviluppare un confronto serrato e pervenire alla necessaria conclusione positiva.
Il metodo delle primarie deve essere comunque praticato per la designazione del candidato alla Presidenza regionale.
Lo stesso metodo deve essere riproposto anche per la designazione del candidato al Parlamento europeo, per la cui elezione l’area Berlinguer si batterà affinché si formi la più vasta alleanza sarda e federalista.
Oristano 24 ottobre 2003
Il Coordinamento Regionale della Mozione Per tornare a vincere

 

PERCHE' CONSIDERO LA SENTENZA....

Ecco perche' considero la sentenza sul crocefisso una sentenza di
civilta'.
Io che sono di sinistra non voglio favori ne' per i musulmani ne' per
i cristiani, ne' per chichessia.
Lo Stato DEVE essere laico e quindi non deve sposare nessuna
confessione e questo per il rispetto di TUTTE le confessioni ed anche
di chi e' ateo o agnostico.
Per quasto motivo non ha senso mettere simboli religiosi nelle scuole
o nei tribunali, che siano essi crocefissi o quant'altro.
Personalmente sono per il modello francese dove a scuola e in
qualsiasi ufficio pubblico e' proibita qualsiasi propaganda a
carattere religioso e quindi pure le ragazze islamiche non possono
portare il velo a scuola (tra l'altro questa regola valeva pure in
Turchia prima che arrivassero al potere i musulmani).
Come vedi non voglio minimamente permettere ad Adel Smith (che tra
l'altro disistimo totalmente) di imporre il corano nelle nostre
scuole, ma voglio pure evitare che si imponga il cristianesimo o lo si
ostenti nei confronti di chi cristiano non e'.
... e pensa un po' che per quanto agnostico mi sento anche un po'
cristiano ....
Questo significa capire bene cos'e' uno stato laico e non
confessionale.
Se poi c'e' una becera legge filo-papista del 1922 che impone il
crocefisso in tribunali e scuole sarebbe forse il caso che la si
abolisse.
Ciaooo
Bye .... Paolo Basaglia

 

STRISCIA ROSSA

Terrorismo per combattere il terrorismo. «Vogliamo una commissione parlamentare d’inchiesta per far luce sugli eventuali rapporti del terrorismo con le forze politiche dell’arco costituzionale e con associazioni sindacali».

Roberto Calderoli, leghista, vice presidente del Senato, 25 ottobre 2003

 

SREGOLATEZZE DEL 26 OTTOBRE

«Volevo solo farvi sapere che il "cuscino bianco", menzionato nell'articolo
del 20 ottobre scorso», ha tenuto a precisare al Financial Times il
portavoce del premier Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, «fu collocato
durante la conferenza stampa non per farlo sembrare più alto, ma per
attenuare le ripercussioni di un incidente capitato il giorno prima». Il
Cavaliere, infatti, aveva preso una brutta caduta alla fine di un'altra
conferenza stampa, mentre scendeva, calzando le regolari scarpe con rialzo
di cinque centimetri, dalla pedanina alta dieci centimetri nascosta dietro
il palchetto dal quale aveva appena pronunciato un discorso da autentico
gigante dell'oratoria politica.

DON PANCRAZIO

10.24.2003

 

Ecco come ci incula il nano...

Ho riosservato con attenzione la conferenza stapa del nano col fido
pisanu sulla cattura di presunti brigatisti a Roma. Entrambi ripetono
la frase 'l'arresto di membri delle bierre PARTITO COMUNISTA
combattente, esattamentecon l'enfasi che gli ho dato usando maiuscole
e minuscole. Marketing + maggioritario. Si riferiscono a un milione di
pensionati anticomunisti ultrasettantenni rincoglioniti dalla TV e da
Fede e a due milioni di analfabeti e semianalfabeti tvdipendenti
quaedam. Quei tremilioni immagazzinano il messaggio: ASSASSINI
COMUNISTI TERRORISTI ARRESTATI. Col maggioritario, fanno quel 4/5 %
DECISIVO di elettorato e siamo fottuti.
Ringraziamo DS e Di Pietro sostenitori del metodo uattsamericano.
M.


 

LA DIGOS NELLA REDAZIONE DELL'UNITA'

La Digos nella redazione de l'Unità.

Il Cdr deuncia: «maldestra censura preventiva»
di red.

Nella notte tra mercoledì e giovedì un agente in borghese della Digos di
Roma si è presentato intorno all'una di notte nella sede de «l'Unità»,
mostrando il tesserino. È andato in tipografia e da lì ha direttamente
prelevato le fotocopie delle bozze del giornale che di lì a poco sarebbe
stato in edicola.

Quale il motivo di questa intrusione? La Questura di Roma, ufficiosamente,
pur confermando l'identità dell'agente, non ha fornito finora risposta a
questa domanda, parlando, sempre ufficiosamente, di un'operazione di
routine.

La redazione de «l'Unità» - nel comunicato del Cdr - ritiene l'episodio
allarmante ed ispirato ad «una sorta di maldestra censura preventiva nei
confronti del giornale dell'opposizione». Perchè infatti sequestrare il
quotidiano prima della sua uscita? Perchè presentarsi senza esibire un
mandato di perquisizione e senza avvertire la direzione del giornale di una
eventuale esigenza di indagine?

Il Comitato di Redazione de l'Unità chiede ora alle istituzioni responsabili
di fornire le adeguate spiegazioni «su un atto che appare di una gravità
eccezionale, limitativo della libertà di stampa».


 

bERLUSCONI E I QUIZ

Berlusconi e quiz
Un tizio incontra un amico che non vedeva da molto tempo. Lo vede scendere
da una macchina sportiva, vestito con grande eleganza.
" Ehi" gli dice: "hai fatto fortuna?".
" ...si!" risponde l'amico:"Ho telefonato alla Rai e ho detto che sapevo
tutto su Garibaldi. Mi hanno invitato ad una trasmissione di quiz, mi hanno
fatto tante domande e ho vinto 1 milione di Euro!"
Passa qualche mese ed anche il tizio comincia a girare con macchine costose.
Un giorno incontra l'amico e gli dice:
" Sai,devo proprio ringraziarti.Ho seguito il tuo metodo e ho fatto fortuna
anch'io".
" Hai telefonato alla Rai?".
" No,ho telefonato a Mediaset, ho detto che sapevo tutto su Berlusconi...e
mi hanno dato subito 1 milione di Euro..senza nemmeno farmi una domanda!".

 

SIAMO NELLE MANI DI UNA BANDA DI FALSARI

Anche ieri Fratel Monnezza Paolo Berlusconi ( che già pagò
patteggiando per la discarica di Cerro ben 50 milioni di euro) è stato
"sospeso" perchè in base alla depenalizzazione del reato di falso in
bilancio alcune delle accuse cadrebbero.

Resta una cosa certissima: siamo nelle mani di UNA BANDA DI FALSARI

 

NIENTE SCIOPERO IN TV

Avevo un po’ di imbarazzo a pensarla così, ma poi mi sono trovata in ottima compagnia.
Come fare ad affossare lo sciopero? Sim Sala Bim!!!
Ecco che ti fermo le BR con dicitura forzata ed evidenziata COMUNISTI. Tutti i TG, tutti i giornali on line a dirci quanto bravi siano questi governanti, il nano-cantante-ballerino insieme alle forze dell’ordine che una volta tanto non vogliono arrestarlo, ma a dichiarare quanto bravo sia questo governo che ti acchiappa e demolisce le BR.
Per carità! Bene che siano finiti tutti in galera, ma perché tenerli liberi per essere arrestati come i bari estraggono gli assi dalla manica?
Certo non è dimostrabile l’abilità dei governanti, ma a pensar male anche se si fa peccato, magari si fa centro.
Avevano detto che dello sciopero non si sarebbe parlato, ed almeno in questo sono stati di parola. Tutto tace, il mal contento è celato, vai di propaganda e passa oltre.
Ho letto un post, ora in un news group, un tale che si firma KomiKaze scrive … “individuato anche UNABOMBER...sarà per il prossimo sciopero...:)”
Sì credo che sia questa la sintesi migliore del mio pensiero.

Ci tengo a dire che non ho partecipato a nessuna manifestazione, ribadisco che questa volta ho preferito risparmiare le mie suole, dato che non prevedo di potermi comprare prestissimo un altro paio di scarpe; ci tengo a dire che non mi trovavo in accordo con la forma di lotta applicata. Quattro ore mi sembravano davvero troppo poche.
Resto dell’opinione che in Italia bisognerebbe applicare un modello differente, sud americano, bloccare il paese fino allo stremo delle forze, forse rischiare anche di dover assistere ad uno show governativo che tenta di spiegare perché la polizia ci viene a sparare per le strade. Uno sciopero ad oltranza, per giorni, per mesi, fino a quando non se ne andranno, esuli felici in qualche paradiso americano, pronto ad ospitarli nella peggiore delle ipotesi, in un residence modello Guantanamo, nella migliore.
Rita Pani(APOLIDE)

 

LA REPRESSIONE NON FERMERÀ LE LOTTE

Mercoledì 22 Ottobre 2003 a Cagliari la manifestazione di solidarietà a Massimo Leonardi, arrestato il 4 Ottobre a Roma per aver allontanato un agente infiltratosi nel corteo, si è conclusa con un brutale pestaggio da parte della celere nei confronti dei compagni partecipanti, sotto gli occhi allibiti di chi si trovava in quel momento a passeggiare per i portici di Via Roma.
A Manca pro s’Indipendentzia di Casteddu aveva deciso di partecipare al presidio per chiedere l’immediata scarcerazione di Massimo e di tutti i compagni che pagano con la galera il loro antagonismo sociale.
Contestiamo decisamente la versione dei fatti data dalla questura e riportata supinamente dalla stampa. Ciò che abbiamo vissuto è stato una vera e propria caccia all’uomo di stampo squadrista non giustificata, in quanto la manifestazione, al momento delle cariche, era in procinto di sciogliersi pacificamente come si era svolta fino a quel momento.
Denunciamo l’atteggiamento della questura: siamo stati inseguiti per i vicoli della Marina, e quando abbiamo deciso di rifugiarci sotto i portici di via Roma, pensando che non avrebbero mai avuto la sfrontatezza di eseguire una carica e poi di picchiarci in un luogo così affollato, siamo stati attaccati alle spalle da un reparto della celere con caschi, scudi e manganelli mentre un altro reparto ci tagliava la strada venendoci incontro.
Ai compagni che sono riusciti a sfuggire a questa prima carica è stata data la caccia per tutta la città, anche da agenti in borghese che hanno continuato il rastrellamento per alcune ore dopo la fine della manifestazione.
Il risultato di questa “brillante operazione di polizia” è stato il fermo di 8 compagni denunciati a piede libero e l’arresto di altri 4, di cui due ricoverati in ospedale per le percosse ricevute.
KI SU POPULU SARDU SI FURRIT

10.23.2003

 

PER IL LAZIO

Domani, come ogni venerdì, su Rete Oro (tv locale del Lazio) dalle ore
14 alle 15 c'è il filo diretto con il presidente della Regione Lazio,
Francesco Storace.
Il problema è che chiamano tutte persone di destra e il risultato è un
continuo "incensamento" di Storace.
Ivano Selli, conduttore della trasmissione, assicura non esserci alcun
filtro alle telefonate.
Dunque, siete pregati di telefonare dalle 14 alle 15 al numero
06.5138210 (fax 06.5130784). Facciamo sentire cosa ne pensa la
sinistra del governo della Regione Lazio.
Niseema

 

SREGOLATEZZE DEL 23 OTTOBRE

Quelli del Riformista devono essere dei tipetti un po' strani. Se da
sinistra dici loro che sono di destra, si arrabbiano. Se da destra dicono
loro che sono di sinistra, si adontano. Se dal centro dicono loro che tutto
sono meno che di centro, si inalberano. Velardi e Polito vogliono giocare a
tutto campo. Pretendono di essere a sinistra, a destra, al centro e in ogni
luogo. Ieri hanno risposto a coloro che, da sinistra, li avevano criticati
per essersi vantati di aver fatto "battaglie di sinistra". E hanno elencato:
«la riforma delle pensioni non è di destra, l'interventismo liberale e
umanitario per liberare i popoli dai tiranni non è di destra, la riforma del
mercato del lavoro non è di destra...». Allora sono di sinistra? No, «siamo
riformisti, non di sinistra: alla sinistra del centro». Non destra della
sinistra e nemmeno del centro, né sinistra della destra, ma sinistra del
centro. E' chiaro, no? Se non lo fosse, ecco un'ulteriore chiarificazione:
«Le nostre idee possono portare qualche elettore di sinistra a votare Forza
Italia, o qualche elettore di Forza Italia a votare per un partito
riformista». O una cosa o l'altra. Anzi no, solo la prima perché, intanto,
un partito riformista per loro non c'è ancora. Sarà mica che sono di
centro-destra?

DON PANCRAZIO

 

Sì allo sciopero generale. Anzi, generalizzato.

Il 24 ottobre nessuno manchi di fare la sua parte.
È davvero una giornata particolare. Lo sciopero promosso da Cgil-Cisl-Uil sulle pensioni e sul Welfare -- che è come un Meeting Point anche di quel sindacalismo che non è confederale - rappresenta una rigorosa risposta a politiche sbagliate da parte del Governo e da una spinta verso un cambiamento sociale, sempre più necessario e urgente. Questo sciopero non è unicamente una vicenda sindacale. Tocca tutta la cittadinanza attiva perché tocca diritti universalistici.
L'Arci sarà presente nelle diverse manifestazioni e sarà a fianco dei sindacati nelle iniziative che seguiranno. Sosterremo la Fiom nella mobilitazione del 7 novembre - per la democrazia nel lavoro, del lavoro.
Sentiamo una forte affinità con l'orizzonte dei diritti che i sindacati indicano. Tra l'azione della società civile associata e movimento sindacale c'è qualcosa di più di una contiguità: è all'ordine del giorno una collaborazione per affermare la cultura dei diritti, un nuovo Welfare fondato sulla solidarietà.
Sì, ci sentiamo impegnati a difendere pensioni, scuola, sanità, ambiente, e qualità della vita, e livelli alti di socialità e di cultura.
Da questo impegno partiamo in direzione di una alternativa profonda.
Venerdì 24 ottobre 2003 - ore 9:00
Concentramento in P.zza Conte di Moriana (angolo dell'Università)
L'Arci sarà presente con una propria delegazione

10.22.2003

 

SREGOLATEZZE DEL 21 OTTOBRE

Se il premier viene meno al "patto con gli italiani" sottoscritto in diretta
a "Porta a porta" e se il popolo esprime la sua delusione attraverso
"Domenica In" mettendo il premier in testa ai "Basta a... ", poteva "Buona
domenica" sottrarsi a questo fenomeno di definitiva televisivizzazione della
politica? Così il buon Costanzo, notoriamente meno governativo di Vespa (che
non organizza una puntata per chiedere severamente al premier che ne è di
quel "patto", ma puntate zeppe di argomenti diversivi e di opinionisti presi
di peso dalla sua corte) e più navigato di Bonolis (che si è barcamenato
cancellando dalla testa del sondaggio "Basta a Berlusconi" ma lasciando
vuota la relativa casella e balbettando: «La prima posizione rimane la
stessa»), ha trasformato la sua trasmissione in Parlamento. E' davanti alle
sue telecamere che, domenica in diretta, le deputate Turco (Ds) e Mussolini
(An) hanno firmato una proposta di legge sulle coppie di fatto, depositata
ieri alla segreteria della presidenza di Montecitorio. Manca solo che al
Quirinale venga insediato un proprietario di Tv, a Palazzo Chigi un
ex-cantante da navi in crociera e a Palazzo Madama e a Montecitorio
rispettivamente una velona e una velina.

DON PANCRAZIO

 

RAPPORTO ONU SULLA FAME NEL MONDO

Vi è un interessante rapporto Onu sulla fame nel mondo che, ancora una
volta, spazza via ogni dubbio sulla validità delle politiche liberiste
promosse dai neoconservatori americani e dalle forze di centro-destra
europee. E' un rapporto che attacca duramente le multinazionali, organismi
come il WTO, l'FMI denunciando il loro fallimento, anzi il loro contributo
per un paggioramento delle condizioni di vita di milioni di uomini e donne
del pianeta terra. Mi piacerebbe che la politica di destra e di sinistra
fosse più attenta ai dati reali forniti da organismi indipendenti e
superpartes come la FAO, le agenzie ONU, ecc., invece che schierarsi in modo
ideologico ed a prescindere a favore di presunte ricette miracolose di
deregolamentazione proprie dei nosti anni. Il rapporto attacca fronatalmente
la poltiche di privatizzazione e di deregolamentazione e flessibilità del
mercato dei beni e servizi e di quello del lavoro. Punta l'indice contro la
Banca Mondiale e le altre organizzazioni su citate, che agiscono in nome e
per conto del profitto aziendale, senza tener in alcun conto della viat
concreta di milioni di uomini, donne e bambini che sono i veri destinatari
(e vittime) di tale politica "criminosa". Ma quando i nostri politici
terranno conto dei dati reali del sistema economico senza affezzionarsi a
nessuna politica per mere ragioni ideologiche (se non per interessi
specifici da difendere e tutelare)? Credo che sia ora di smettere di
inseguire politiche di "affamamento" della popolazione e di mettere mano a
nuove idee per un mondo migliore.

Saluti

Antonio La Trippa

 

DAL CORRIERE DELLA SERA

Scrive Piero Ostellino: "Non credo sia possibile fare politica in Sicilia
senza sporcarsi le mani...Per vincere le elezioni è sufficiente non farsi
troppe domande o, se si preferisce, essere troppo schizzinosi: i voti, come
i soldi, non puzzano".
E continua: la mafia "non è solo un organizzazione criminale: è, a suo modo,
anche un datore di lavoro, e qualche volta non solo criminoso. E' anche un
ammortizzatore sociali...uno strumento di accumulazione capitalistica...un
investitore che investe in attiviùtà produttive legali...un fattore di
sviluppo". Ancora più in sotto:lo Stato deve capire cher "se, da un lato,
nel momento della loro accumulazione - sfruttamento della prostituzione,
commercio della droga e quant'altro - le risorse finanziarie prodotte dalla
mafia sono maledette, dall'altro, nel momento del loro utilizzo -
investimenti legali e produttivi - diventano, che piaccia o no, benedette
per l'occupazione e lo sviluppo".
Il nosto ignorara di sapere che quel suo invito allo stato a collaborare con
Cosa Nostra si chiama " concorso esterno in associazione mafiosa",
teorizzato per la prima volte da Giovanni Falcone, magistrato matto ed
antropologicamente diverso, nell'ordinanza di rinvio a giudizio del
maxiprpcesso bis a Cosa Nostra, ma su via sono passati 20 anni da allora, va
bene celebrare Falcone, ricordare la sua memoria ma è ormai tempo di
cambiare registro!
Conclusione del nostro: "bisognerebbe individuare dei canali
semi-istituzionali per incoraggiare la mafia ad investire in attività
produttive in sofferenza e perciò pregiudizievoli per la salute generale del
Paese"

Ma certo si tratta della solita provocazione!

Antonio La Trippa

 
Dopo che Vespa e riuscito a trombare sul nascere la trasmissione di
Minoli
Ecco l'opera dei tirapiedi del padrone per smantellare tutte le voci
dissenzienti
"Nei giorni scorsi la Rai ha dato 11 nuovi giornalisti al Tg1, 6 al
Tg2 e nessuno al Tg3 nonostante le richieste della direzione". Per i
giornalisti del Tg3 si tratta di "un comportamento analogo a quanto è
avvenuto per le sedi di corrispondenza, da cui sono stati esclusi i
colleghi di questa testata, per i quali era stata avanzata formale
richiesta".
Ovviamente i sindacati col cazzo che avranno lo spazio per dire la
loro sulla riforma delle pensioni.
Mi chiedo come si fa a negare che questo e un regime.
Utilizzate tutti i metodi per combattare questa censura senza
desistere.
Paralte con amici, scrivete su internet , spedite fax, create weblog,
spedite mail qui. Occorre resistere contro questa dittatura mediatica.

Pippo

10.21.2003

 

SCIOPERO DEL 24

Con la presente Vi informiamo che a soli 3 giorni dallo sciopero, in molte sedi Telecom Italia di Cagliari non è presente nessun comunicato sullo sciopero ( si vedono solo i comunicati dei COBAS).
Cogliamo l’occasione per chiederVi, se è normale che la Telecom precetti il 30% del personale e se i precettati di venerdì potranno scioperare il lunedì successivo?
In ultimo saremmo curiosi di sapere se è vero che la FIOM sciopererà per 8 ore il 7 Novembre insieme a RdB??
Nel caso la risposta sia Si, vorremmo sapere se è prevista una manifestazione con corteo anche a Cagliari.
Grazie per l’attenzione
Distinti Saluti
Per la Segreteria Cittadina
Alessandro Lobina



 

cooperazione internazionale

Venerdì 24 ottobre 2003 alle ore 17.30, nell’aula magna della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Cagliari in viale S.Ignazio 78, Cagliari verrà presentato il libro di Maurizio Pittau “Economie senza Denaro. I sistemi di scambio non monetario nell’economia di mercato”, edito dalla casa editrice EMI di Bologna. Interverrà Gianni Loy, presidente di Sucania ONLUS, Daniela Ducato, direttrice di Tempomat osservatorio nazionale banche del tempo, Roberto Sedda, coordinatore Banca Etica Sardegna Meridionale. Sarà presente l'autore.
Il libro analizza e identifica le economie che non utilizzano il denaro presenti sia nelle società post industriali che nei paesi in via di sviluppo. I positivi effetti sulla società e sull'economia sono analizzati nell'aumento della fiducia, della cooperazione e della reciprocità. Dall' osservazione di esperienze di economie senza denaro si ipotizzano nuovi stili di vita e nuove forme di sviluppo locale e cooperazione internazionale.
Sabato 25 ottobre 2003 presso la sala Maria Carta dell’ERSU in via Trentino Cagliari dalle ore 15.00 alle ore 19.00 si terrà un training condotto da Maurizio Pittau in collaborazione con Teatro Utopia sul denaro e sui sistemi di scambio non monetari. Gli strumenti utilizzati saranno il training nonviolento, il teatro immagine, la psicosintesi e il gioco. Essendo il training un'esperienza collettiva in cui si cerca di superare la contrapposizione insegnante-allievo, lasciando spazio all'energia, fantasia, creatività e ai contributi di tutti i partecipanti il numero dei partecipanti non potrà essere superiore a 24 ed è indispensabile la prenotazione.
Informazioni:
Tel. 070 654012 (Bottega del commercio ecquo Sucania), 070 540753 (Associazione Teatro Utopia)
E-mail info@utopie.it
Web: www.utopie.it

 

STRISCIA ROSSA

«È il caso di domandarsi che cosa sarebbe stato di noi senza quelle “canaglie” dei partigiani. Al tavolo dei vinti ci saremmo schierati a fianco degli sterminatori nazisti. “Il sangue dei vinti” sarebbe stato un fiume in piena».

Riccardo Chiaberge, Il Sole 24 ore, 19 ottobre

 

Libertà per Massimo

A Cagliari, mercoledì 22 ottobre alle 17.00,
presidio contro la repressione e in solidarietà con il compagno anarchico
sardo Massimo Leonardi arrestato per i fatti del 4 ottobre a Roma.
Appuntamento in piazza Repubblica, di fronte alle ferrovie.
C'è bisogno della solidarietà di tutt* le/i compagn* contro la repressione!
MASSIMO LIBERO
Libertà per Massimo e tutt* le/i compagn* incarcerat*!

 

I KURDI, UN POPOLO NEGATO

I KURDI, UN POPOLO NEGATO DEMOCRAZIA E LIBERTA' IN KURDISTAN

Da 5 anni il popolo Kurdo propone alla Turchia un accordo di pace ma tale proposta rimane unilaterale mentre persiste l'isolamento di Ocalan nell'isola carcere di Imrali, continua la deportazione dai villaggi, la violazione dei diritti umani e la repressione del popolo Kurdo per una soluzione pacifica e democratica della questione kurda in Turchia incontro con
Yilmaz Orkan
rappresentante dell'UIKI (Ufficio Informazioni del Kurdistan in Italia)

venerdì 24 ottobre 2003 - ore 18:00
Circolo Arci LINK - V. G.Galilei 9, Sassari

10.20.2003

 

STRISCIA ROSSA

Regimi. Ieri: «Diffamano il fascismo e pretendono di non suscitare la collera. Avvertiamo gli oppositori che è ora di finirla». Arnaldo Mussolini, 22 luglio 1925. Oggi: «La stampa di regime (vuol dire L’Unità, ndr) è lasciata libera di denigrare gli avversari politici. Fino a quando dovremo tollerare?». Sandro Bondi, portavoce di F.I., 17 ottobre 2003

 

Speranze

Unica concreta speranza di un futuro è comprendere le ragioni degli altri, e, avendo realizzato ciò,
operare per concretizzare le loro aspettative e con esso risolvere tramite gli altri i nostri interrogativi e le nostre paure.
solo creando una vera trasmissione di dati, esperienze e consapevolezza di diritti potremo contribuire a realizzare una umanità "globalizzata"ma non schiavizzata; che tenendo conto di millenni di storia apparentemente diversa
contribuisca attraverso valori di fondo a creare finalmente una umanità solidale:uguali ma non
omogeneizzati nei pensieri e nelle esperienze:
Diffondere il verbo dei grandi pensatori di ogni cultura e civiltà potrebbe contribuire a svelare molte più comunanze di quanto si possa supporre,e, in ogni caso, pare l'unico mezzo possibile per contribuire a migliorare il
livello di ragionevolezza e giustizia... dato che,nonostante il pensiero di alcuni, esse non albergano in assoluto in
alcuna civiltà per grazia divina,ma ,semmai,in misura più o meno rilevante per gli strani scherzi della storia.
UN Andrea

 

La RAZZA MAIALA usa per la seconda volta la Cirami

Grufolando e grugnendo senza ritegno, la razza maiala al processo di Milano contro il sicario corruttore Previti, ha osato chieder PER LA SECONDA VOLTA LA REMISSIONE DEL PROCESSO usando la legge vergogna Cirami.
Un gruppo di malavitosi all'attacco delle istituzioni e della giustizia, un gruppo di bastardi arroganti muove attcchi ripetuti alla
credibilità della norma LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.
Un'ondata di nausea e di sdegno li seppellirà.
BLEAH!
€rnesto

 

Tirando le somme...

Tirando le somme.

Ho letto, ho pensato. Avevo quasi deciso di riprendere a lavorare all'uncinetto o ricamare farfalline colorate sulla tela Aida, perché credere mi risulta sempre più difficile.
Sul mio balcone, ormai da un anno, sta appesa una bandiera a strisce colorate con sopra la bianca scritta PACE. R-esiste alle intemperie, non ha ceduto nemmeno il suo colore ai caldi raggi del sole estivo, la grande estate calda del 2003, e sono certa r-esisterà anche a questo inverno che già ci dicono, sarà freddissimo, quasi quanto un inverno.
L'ho anche portata sulle spalle quella bandiera, mentre consumavo scarpe orgogliosa di essere semplicemente una tra i tanti.
Mi ricordo, sì mi ricordo... C'erano quasi tutti in piazza del Popolo a gridare giù le mani dall'Iraq, c'era anche Fassino. Io mi ricordo, forse è lui che si è scordato, ma è comprensibile; è un uomo impegnato, ha mille cose da fare. Noi invece, ne abbiamo sempre meno, a noi non è rimasto che protestare, e lo facciamo bene come le pecore la transumanza.
Noi sappiamo che la guerra in Iraq è stata una guerra d'invasione, noi sappiamo cos'è una guerra, noi questa guerra non la volevamo, e io me ne ricordo. Nessuno voleva questa guerra, ma è bastato che l'ONU sentenziasse la sua legittimità  perché tutti i nostri passi e le nostre bandiere perdessero di senso e significato, e noi con loro.
Devo dare atto al Partito dei Comunisti Italiani di aver, almeno loro, conservato la memoria.
Credere mi diventa sempre più difficile...
Perché mentre consumavo le scarpe con la bandiera colorata sulle spalle, si gridava anche NO alla legge bossi-fini, era quella legge che ancora fa discutere l'Europa per il razzismo che esprime, ma oggi leggo che "La Quercia ha anche suggerito «una legge Turco-Fini in materia»" dopo aver dichiarato di esser pronta a votare la legge che an presenterà  per dare il voto agli immigrati.
E' difficile stare dietro a questi sconvolgimenti, la politica diventa sempre più come il tempo di Marzo, ma ovviamente quello di una volta dal momento che le mezze stagioni non esistono più.
Il 24 Ottobre saremo chiamati ad una nuova passeggiata di salute, anzi una mezza giornata perché in Italia nemmeno lo sciopero generale è più quello di una volta; pare bastino quattro ore per dire al governo che la riforma pensionistica, è una truffa ai danni del lavoratore, sembra che per i sindacati però non sia che l'inizio di un lungo autunno caldo (di un inverno rigidissimo avvisano i meteorologi) anche perché contrari alla legge finanziaria presentata da quel cartone animato che pare essere il ministro delle finanze.
Bastano davvero quattro ore di sciopero sapendo quello che nessuno se non il Manifesto (leggi l'articolo) ci ha fatto sapere, e cioè che un articolo prevede di rubare persino i soldi ai cassintegrati?
Ho fatto due conti rapidi e, tirando le somme, ho deciso.
Questa volta risparmierò le suole.
Rita Pani (apolide)

 

ESAME D'ITALIANO

Ho letto ora che secondo Calderoli, le regole attualmente in vigore rendono la concessione della cittadinanza "un mero procedimento burocratico" che non tiene conto della "capacità dello straniero di parlare la nostra lingua, della sua conoscenza dei nostri usi e costumi, della nostra storia, del nostro sistema istituzionale e delle regole basilari della nostra società". I leghisti vogliono insomma un esame vero e proprio, nel quale l'immigrato che aspira alla cittadinanza deve "dimostrare il reale livello di integrazione nella nostra società: una prova di lingua italiana e locale, domande di cultura generale, storia, cultura e tradizioni, sistemi istituzionali, sia nazionali che locali".
Bene, se applicassimo questa regola anche ai giovani italiani già naturalizzati per nascita, scopriremmo che di cittadini italiani ce ne sono sempre meno ad iniziare proprio dai leghisti. Intanto da recenti indagini si scopre che c'è un analfabetismo di ritorno, ovvero molti cittadini disimparano a leggere e scrivere commettendo dei gravi errori ortografici e di grammatica italiana; per non parlare dei dialetti che sono parlati sempre meno ed in modo sbagliato. Molti altri poi non conoscono nulla della storia più recente e delle istituzioni repubblicane; ricordo per questo, non molto tempo fa, come ad una semplice domanda, fatta a delle ragazze tutte maturande su quali fossero gli stati belligeranti dell'ultima guerra mondiale, incredibilmente tutte sbagliavano la risposta: mettevano la Russia alleata con il Giappone contro gli USA alleata con l'Italia. Questi sono una buona parte di cittadini che dovrebbero essere gli italiani di domani, a questo punto che differenza fa con un lombardo? Meglio allora un marocchino, un cinese o un brasiliano che sanno qualcosa d'altro.
Giorgio Boratto

 

Lo spot della Renault

Sicilia. "Lo spot della Renault offende la Sicilia e dev'essere
ritirato". Che cosa c'e' nello spot? Due mafiosi con vittima dentro
cemento, naturalmente trasportata in Renault. Chi si dichiara offeso
come siciliano dallo spot? Il vice presidente dell'Assemblea regionale,
Crisafulli. Chi e' il vendicatore della Sicilia a cui Crisafulli si
rivolge? Il presidente dell'assemblea, Lo Porto. Come stanno le cose?
Vediamo un po'.
Uno: lo spot. La Renault fa bene a mettere dei mafiosi nella sua
pubblicita': sia a Palermo che a Catania, negli anni Ottanta le
principali concessionarie Renault erano infatti affidate a noti mafiosi
(come Santapaola) o figli di noti mafiosi (come Greco). Come siciliano
antimafioso, io ancora mi rifiuterei di comprare una Renault.
Due: l'offeso. L'onorevole Crisafulli (Ds) da luglio e' sotto inchiesta
per associazione mafiosa (amico di un boss di Enna, con cui parlava
tranquillamente di appalti). Come siciliano di sinistra, io mi
vergognerei di avere a che fare con uno come Crisafulli.
Tre: il vendicatore. L'onorevole Lo Porto (An), che ai tempi faceva
parte di gruppi violenti d'estrema destra, non ha mai fatto nulla
contro la mafia e dieci anni fa alle elezioni lo congratulavano per
aver battuto il giudice Caponnetto. Come siciliano, non mi sembra che
Lo Porto sia esattamente la persona a cui mi rivolgerei per rivendicare
una qualunque cosa.
Nelle corse di Formula Uno, la Renault e' sponsorizzata proprio dalla
Regione Siciliana. I nostri soldi vanno a finanziare (ma che cazzo
c'entra una regione con le corse automobilistiche? Chissa' che
intrallazzo c'e' dietro) un'azienda che vent'anni fa affidava le sue
filiali a boss mafiosi. Questo e' uno scandalo, non la faccenda degli
spot. L'anno scorso, per propagandare i "grandi eventi d'estate, da
Agrigento a Palermo", la regione si affidava alla societa' di
Alessandro Martello, quello beccato a spacciare coca dentro il
ministero.
Questo e' un altro scandalo. Un altro scandalo ancora e' il fatto che i
siciliani ingoiano questo e altro, completamente dimentichi di avere
avuto un Falcone. Ma lo scandalo vero, la cosa scientificamente
inspiegabile, l'evento mirabolante che ammutolira' i posteri e li fara'
meditare, e' questo: che la Sicilia sta ancora a galla, che non e'
ancora sprofondata in quel suo bel mare, fra gl'immigrati annegati e i
cadaveri incementati.
Riccardo Orioles

 

BOLIVIA E PROPOSTE

Democrazia Popolare era già da tempo parte e aderente del comitato “bolivariano” con rapporti diretti nel paese Latinoamericano. Da oltre un anno cerchiamo aiuto per sostenere quelle lotte: sinceramente senza grande solidarietà ed echi… in Italia per quanto fortemente attivi sul piano internazionale abbracciamo alcune battaglie solo quando diventano cronaca invadente (è accaduto per lo zapatismo, poi per il Perù, per i curdi ecc)… tuttavia ora si tratta di non lasciare soli coloro che in Bolivia (Ecuador o Venezuela, la stessa Cuba e l’Argentina, Colombia) ora (tra repressone cruenta e ulteriore depredazione) stanno resistendo. Gli USA non staranno con le mani in mano (il gas è una risorsa che bramono controllare e il fantoccio da loro protetto è già arrivato a Miami)… Perché non organizziamo (dandoci il tempo necessario) per il 25 aprile del 2004 (indichiamo simbolicamente la data) a Roma e provocatoriamente all’EUR (magari al Palacisalfa con artisti disponibili) una manifestazione per i popoli del SUD (compreso il nostro: a sud di nessun nord appunto) che abbia in sé contenuti non generici ma ponga al centro la lotta contro l’imperialismo rilanciando un nuovo internazionalismo e la proposta di società alternative possibili, urgenti e necessarie? Perché non ne approfittiamo per rilanciare un’unità non occasionale che si ponga come voce al di fuori del coro e che si costituisca in realtà territoriali intese come Comitati per la Liberazione dal Neoliberismo (CLN)? Farlo oltre i summit dei potenti ed iniziare a non inseguire a tappe forzate le loro nefandezze è sempre più un’esigenza per coloro che non intendono registrare gli accadimenti ma trasformare lo stato di cose presente… per coloro che schierandosi ora con questo popolo ora con quest’altro non vivono nel paese dei balocchi ma governato come sappiamo (dentro una spietata logica sempre più bipolare e monopolizzata dal partitismo) e, quindi, che non possono non essere impegnati nella costruzione di una nuova concezione del mondo e della vita e nella stesura di un programma e di un progetto chiaro, coerente, possibile appunto. Abbiamo bisogno di un salto di qualità che solo un nuovo intellettuale collettivo (non un ritorno a Marx ma semmai un Marx collettivo) può stimolare e rendere prassi, abbiamo bisogno di creare consapevolezza e adesione cosciente e partecipazione non rituale… Il dibattito è aperto e cerchiamo di mantenerlo vivo senza inventare nuovi leader o portavoce ma attraverso le nostre idee, capacità, risorse, intelligenze e disponibilità che ci appartengono e che, spesso, vediamo annullate da chi considera milioni di senza nome semplicemente un esercito da resuscitare per questo o quell’appuntamento alla fine del quale si rischia di essere più soli…

Michele Capuano


10.17.2003

 

IL GIOVEDI’ NERO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Il 16 ottobre ’03 verrà ricordato ,nella storia di questi ultimi cinquant’anni, come il giovedì nero delle istituzioni democratiche della Sardegna.

Il centro destra, dopo mesi di lacerazioni profonde, si è ricompattato sulla base di logiche affaristiche perverse che rischiano di compromettere in modo definitivo la possibilità di uno sviluppo del turismo sostenibile, rispettoso del patrimonio ambientale, garantito da regole certe e universalmente riconosciute, e integrato con gli altri comparti in un piano di sistema. Al di là delle probabili deroghe ai vincoli di inedificabilità nella fascia dei trecento metri dal mare, quasi certamente si realizzerà lungo la fascia costiera dei due km, a partire dalla costa turchese, una città lineare per centinaia di km e per decine di milioni di metri cubi che segnerà un processo di impoverimento e di degrado irreversibile del già fragile equilibrio delle risorse ambientali, paesaggistiche e storico culturali del nostro territorio.

Di turismo, forse, si può morire, come ci ricordavano, di recente ad un convegno tenutosi nella nostra regione, scienziati di varie parti del mondo. Di certo si muore quando si dilapida la risorsa fondamentale della propria terra : l’ambiente.

Ma davvero pensiamo che le decine di migliaia di nostri giovani, che hanno ripreso ad emigrare in questi ultimi anni, troveranno soluzione ai loro problemi, o più semplicemente trarranno vantaggio dalla trasformazione dellla nostra isola in un cumulo di cemento?

Crediamo, forse, che i problemi del comparto agro alimentare e le decine di industrie che vanno a morire potranno essere sostituite dal mattone selvaggio, senza che la nostra terra domani sia più povera?

Il paradosso in tutta questa vicenda è che mentre i piani pesistici sono stati cassati perché troppo permissivi, il centro destra in consiglio regionale con questo voto ignobile e decine di sindaci della stessa connotazione politica, con Puc che contemplano il doppio delle volumetrie previste dai Ptp, spianano la strada ad altri 32 milioni di metri cubi di cemento: una follia.

L’intento delle associazioni ambientaliste che fecero ricorso al Tar era più che nobile, ma purtroppo, le stesse non avevano fatto i conti con questo consiglio che dell’interesse generale, di quello che una volta si chiamava il bene comune, se ne strafregano e al contempo non hanno neanche la dignità di manifestarlo a voto palese.

Ora è necessario e non procrastinabile che la Giunta Masala emani, con la massima urgenza, un decreto amministrativo che recepisca i termini della sentenza del Tar di una maggiore salvaguardia del patrimonio paesaggistico costiero.

Certo non può essere una soluzione ottimale quella che sta cercando di portare avanti Renato Soru con l’acquisto di Scivu e Funtanazza; tuttavia, di questi tempi, se questo è l’unico modo per arginare la catastrofe, ben venga. Almeno avremo salvato qualche pezzo delle nostre coste, in attesa di tempi migliori, quando finalmente potremo dare uno strumento urbanistico organico, rispettoso dell’ambiente e della dignità dei sardi.

La verità è che questi consiglieri se ne dovrebbero andare a casa al più presto, per il bene della Sardegna e dei sardi. Parimenti, le forze del centro sinistra devono, al più presto, senza indugiare oltre, presentarsi ai cittadini con un programma chiaro e un candidato autorevole che mettano la salvaguardia dell’ambiente al centro del loro progetto per il governo della nostra isola.

Il segretario
Vinicio Garau
Cagliari, 17-10-03


 

Gesturi - Laconi II Marcia Sarda per la Pace

Tavola Sarda per la Pace e ARCI Nuova Associazione
Presentazione della II Marcia Sarda per la Pace
Gesturi - Laconi
Interverrà:
Paolo Pisu Coordinamento Tavola Sarda per la Pace Sindaco di Laconi
Martedì 21 ottobre 2003 - ore 17:45 Sassari - Sala Angioy, Palazzo della Provincia
L'Arci sta organizzando dei pullman da Sassari per partecipare alla Marcia il 26 ottobre.
Per prenotazioni e/o adesioni:

ARCI Nuova Associazione - Comitato Provinciale di Sassari
V.le Umberto I, 119 - 07100 Sassari
Tel./fax: 079.270637
E-mail: sassari@arci.it


 

da un compagno sardo che è in Bolivia

hola a todos
la situazone qua' in bolivia e' triste,molto triste.
venerdi' ha inizito il blocco nella periferia di la paz("el alto")delle
autocisterne che trasportavano la benzina a la paz.domenica inizia il putiferio.l'esercito
interviene x far passare le autocisterne.27 morti(26 del popolo e uno nelle
file dell'esercito,giustiziato alla testa da un superiore perche' si rifiuta
di sparare al popolo).bambini ,donne,uomini uccisi dai servitori dello stato
che continuano a chiamare questo stato "democratico".il giorno dopo si mobilizza
tutta la paz,si organizza lo sciopero generale,chiude tutto,negozi,banche,scuole,e
i taxisti smettono di lavorare.scende in citta tutta il popolo de el alto
e la guerra civile ha inizio.30 morti nelle file del popolo alteño.il presidente
da' il suo discorso alla nazione e proprio quando tutti chiedono le sue
dimissioni appare in t.v. dicendo l'esatto contrario.ossia."non mi dimettero'
nel nome della democrazia!"
la gente dopo questa ennesima cazzata continua la resistenza e la lotta.
si mobilizzano tutte le citta' boliviane,cochabamba,sucre,potosi',tarija
fino a santa cruz.iniziano i blocchi seri x le tutte le strade che uniscono
queste citta'(che son ben poche,immaginatevi che la paz,cochabamba e santa
cruz le une solo una strada)e non passa piu' niente:alimenti,benzina tutto
ma proprio tutto il sistema produttivo e' bloccato:nessuno vuo0le piu' venderti
niente(quel poco che e' rimasto)nel nome del lutto nazionale x tutti i compagni
indio contadini,minatori,operai uccisi dallo sto barbaro e assassino.
mercoledi' si mettono in marcia da oruro(250 km fino a la paz)i minatori.
li bloccano nell'altipiano andino,l'esercito inizia a sparare.3 morti.
non si arrendono e promettono che arriveranno a la paz x la marcia al palazzo
del governo che si ata' svolgendo proprio in questi istanti.e sono arrivati.c'e'
l'hanno fatta.masticando foglie di coca e con la rabbia e la disperazione
x i compagni assasinati.
ieri parla di nuovo il presidente sanchez de lozala(chiamato"goni el gringo"
o "el carnicero").
non ha nessuna intenzione di dimettersi e anzi con il suo discorso cerca
un dialogo col popolo x la storia del gas..."si puo' rivedere la legge che
riguarda la vendita o no del gas boliviano con il cile...faremmo un referendum
consultivo..."
ovvero,io vi interpello a tutti...solo x sapere la vostra opinione....poi
tanto quello che prende le decisioni sono io...cavronnnnnnnnnnnn!!!!!!!!!!e
per di piu' aggiunge che si deve seguire con la linea democratica(?)e che
questo movimento e' un tipo di movimento anarchico e narcotraficante che
va' contro la pace e la democrazia.
cavronnnnnnnnnnn!!!!!
neanche in periodo di dittaura di banzer e di garcia mesa si son son viste
tanti assassinati in un paio di giorni,senza contare tutte le radio indipendenti

che lo stato "democratico"sta' tentando di far chiude con la solita tecnica
del terrore(sono arrivati i rangers ovvero queela parte dell'esercito boliviano
che represse la guerrilla del che guevara)
tutte le persone che son state arrestate nella propria casa(dirigenti sindacali
e presunti "terroristi")e tutti quelli che stanno subendo intimidazioni
solo x il semplice fatto di esprimere la sua opinione in piazza.
...giusto martedi' i servizi segreti boliviani hanno tentato di assasinare
il maggior dirigente del mas(movimento al socialismo)ma si funti segausu
casu. (trad. "gli è andata male ai servizi segreti")
oggi hai la maxima concentrazione del popolo a la paz(sono arrivati da tutti
i campi e le miniere)e in questi momenti vogliono entrare a la plaza murillo(sede
del governo)....vi daro' informazioni di quello che succedera' in questi
giorni...
hasta la victoria pueblo boliviano.
giuanni.

10.15.2003

 

Sregolatezze del 15/10/2003

E poi dice che questo non è un Paese sottosopra. Prendete Lino Banfi e Marcello Pera. Il primo, testimonial della campagna del Governo per le adozioni internazionali e ambasciatore dell'Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia), è stato denunciato dall'Aibi, Amici dei Bambini, proprio per aver "gravemente danneggiato" l'immagine dei genitori adottivi e dei figli adottati. Possibile? Possibile. Lino Banfi ha infatti dichiarato:
«Cerchiamo di dare famiglia a tutti, anche se un papà e una mamma adottivi non sono la stessa cosa di quelli veri». I bambini? «Anche se si trovano bene nelle nuove famiglie, anche se sono felici, se hanno giocattoli e vestiti firmati, non sorridono, i loro occhi sono sempre appannati da un velo di tristezza». Uguale coerenza e alto senso delle proprie funzioni ha ieri mostrato Pera, di professione massimo custode delle prerogative del Senato e del Parlamento, sostenendo con articolati ragionamenti storici e filosofici la necessità di una più forte «egemonia dell'esercutivo sul
Parlamento». Rimane il dubbio su chi tra i due sia il comico e chi il testimonial del Governo.

DON PANCRAZIO

 

CAGLIARI MANIFESTAZIONE 28 OTTOBRE

Lunedi 20 Ottobre alle ore 19.00 presso la Sezione P. Togliatti del
PDCI, in via Buragna n° 20 Cagliari, si terra una riunione per
definire le modalità e i dettagli della/e manifestazione/i
antifascista indetta per il 28 ottobre. Sono invitati a partecipare
Movimenti Associazioni e Partiti.
Sono gradite le conferme via Email agli indirizzi:
pdci_ca@hotmail.com
comunisticagliari@yahoogroups.com

X la Segreteria Cittadina del PDCI.
Gianni Aresu

 

STRISCIA ROSSA

Destinazione Auschwitz. «Baruch Liliana, arrestata da italiani, Basso Bruno, arrestato da italiani, Clerle Alba, arrestata da italiani, Lusena Piero, arrestato da italiani, Melli Elena, arrestata da italiani, Piazza Leda, arrestata da italiani...»

Da Il libro della memoria, 1943-1945, di Liliana Picciotto Fargion, Mursia 1991

 
E' triste dover riconoscere che Noi Italiani ci meritiamo ciò che abbiamo, e la M.... a che ci governa è la punta dell'iceberg
di quella che ci circonda:
Ciò che è più triste è che quasi tutti vivono la propria realtà in maniera assolutamente egoistica tendendo a pensare che l'unica cosa che conta sia il proprio tornaconto personale,salvo poi rendersi conto troppo tardi che per quasi tutti l'unica possibilità di avere voce in capitolo è unirsi agli altri superando il proprio particolare egoismo.
Ma forse ciò che ci inculcano fin da bambini con il mito del successo ad ogni costo deteriora sempre più un a società,come la nostra non immune certo da vizi e difetti e ci pone in condizione di accettare anche un Berlusconi
alla guida del paese. Sarà rassegnazione, ignoranza o peggio criminale connivenza francamente non sò, ma quello che mi stupisce ancor di più è che gli italiani siano tutti "imprenditori" visto che si fidano di uno che senza mezzi termini considera degni di vivere solo gli appartenenti a questa categoria e hanno votato uno che nella "merda" della
"prima "repubblica ha ingrassato a dismisura il proprio avere convivendo perfettamente col malcostume del paese:
Forse un giorno i "milioni" di imprenditori che magari stanno perdendo il posto di lavoro o che magari sono ben felici di un lavoro interinale,(è con questi che cresce l'occupazione nel nostro paese,valendo come occupazione anche la semplice adesione ad una "impresa" che si occupa di far lavorare gli altri ,magari solo per qualche giorno al mese) capiranno l'errore fatto, aiutati comunque anche da una sinistra spaventosamente incapace (e questo mi fa ancora più male):
Scusate lo sfogo, coraggio e avanti

UN andrea

 

A PROPOSITO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 6 DICEMBRE

Cari compagni di Linea Rossa, sulla manifestazione del 6 dicembre non ho diffuso alcuna comunicazione su questa Mailing List poichè ero convinto che voi, come altri iscritti alla stessa, foste già al corrente di come alcune inchieste fatte da compagni (fra questi Fulvio Grimaldi) abbiano rilevato la penetrazione piuttosto profonda dei fascisti nella stessa. Tale penetrazione realizzatasi anche a livello organizzativo ha fatto si che tutta una serie di compagni che avevano dato la loro adesione l'hanno poi ritirata: fra questi, per il P.R.C., Domenico Losurdo e, per l'area (diciamo così) etraparlamentare, i compagni di Contropiano. I dati forniti sulla penetrazione fascista (magari attraverso la sigla dei "comunisti nazionalitari") in certe frange del movimento comunista ed antimperialista appaiono, a mio modesto parere, assolutamente validi. Suggerirei, senza alcuna presunzione, ai compagni e alle compagne iscritti a questa lista, che eventualmente avessero valutato di partecipare alla manifestazione del 6 dicembre, di valutare seriamente la possibilità di sabotarla.

Fraterni saluti comunisti
Massimo


DP, contropiano, Radio Città Aperta, Michele Capuano e Losurdo ecc ecc, Cobas e sincobas, Riboldi e Migliucci hanno tolto per ovvie ragioni politiche e di coerenza la loro adesione all’iniziativa del 6 dicembre… nessuna unità con fascisti ed estrema destra meno che mai in piazza, in un documento comune, in una iniziativa di libertà…

Saluti comunisti

Julio Schwarsberg


 

BELUSCONI E FINI CI HANNO GETTATI NEL CESTINO

L’AIRL, che rappresenta i 20 mila Italiani espulsi dalla Libia, parteciperà con un gruppo di suoi rappresentanti alla manifestazione indetta domani giovedì alle 10,30 al Cinema Capranica di Roma dalle Associazioni delle aziende italiane creditrici della Libia. Il Presidente Giovanna Ortu intende denunciare il voltafaccia del governo e del
Parlamento sul tema degli indennizzi alla categoria per i beni confiscati dal regime di Tripoli, avvenuto nonostante le ripetute promesse personali del Presidente del Consiglio Berlusconi e del Vicepresidente Fini e a causa dell’assenteismo degli esponenti politici a noi più vicini nei periodi di campagna elettorale. Nel frattempo, il governo italiano non è stato neppure capace di mantenere le generose promesse fatte alla Libia, compreso il progetto di un’autostrada, “irritando” con ciò il Colonnello Gheddafi, che ha celebrato nei giorni scorsi con maggior durezza del
solito il tradizionale “giorno della vendetta”. In breve, l’ambizioso piano di Berlusconi di normalizzare i rapporti con l’ “amico Moammar” sembra fallito. Se è ancora prematuro accusare Berlusconi e Fini di aver tradito il grande “contratto con gli italiani”, intanto dobbiamo constatare che il “contratto” con gli italiani di Libia lo hanno già
gettato nel cestino.
A domani, i retroscena di questa desolante vicenda.
AIRL ­Associazione Italiani Rimpatriati Libia

 

CON IL POPOLO IRACHENO CHE RESISTE : MANIFESTAZIONE 6 DICEMBRE A ROMA

La manifestazione è promossa in maniera orizzontale, da persone mosse dalla consapevolezza che la resistenza del popolo iracheno contro l’occupazione anglo-americana e’ una battaglia di civilta’ che ha implicazioni cruciali per l’avvenire di tutta l’umanita’. La manifestazione vuole essere unitaria, aperta a chiunque condivida i valori inviolabili di fratellanza, eguaglianza e liberta’, quale che sia la sua fede politica o religiosa. Adesioni di movimenti, associazioni, forze politiche organizzate sono ben accette, a patto che rispettino il carattere inclusivo, plurale e pacifico della manifestazione medesima.

Per adesioni all’appello, indicando nome, cognome e citta’ scrivi a: IRAQlibero@libero.it

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 6 DICEMBRE A ROMA
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La guerra che l’imperatore in pectore G.W. Bush, il primo maggio scorso, aveva solennemente dichiarato finita è in realtà appena agli inizi.
Gli aggressori angloamericani pensavano che una volta battuto l’esercito regolare, i cittadini iracheni li avrebbero accolti sventolando bandierine a stelle e strisce. Si trovano invece alle prese con la crescente ostilità popolare.
Gli invasori hanno occupato il paese promettendo "democrazia e libertà". In realtà il governo fantoccio capeggiato dal militare statunitense Bremer, fallita la politica colonialista del "divide et impera", reprime con metodi dittatoriali e crudeli ogni manifestazione di malcontento. Chiunque osi sfidare le sue decisioni, viene catturato, arrestato e chiuso in campi di concentramento.
In queste condizioni la resistenza irachena si è andata progressivamente rafforzando nella prospettiva di diventare una vera e propria guerra di liberazione come fu quella vietnamita.
Noi riteniamo la resistenza irachena legittima, non solo sul piano morale, ma anche su quello politico.
E’ l’occupazione militare angloamericana, come quella israeliana della Palestina, illegale e illegittima. La stessa aggressione all’Iraq è avvenuta in aperta violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
La battaglia che si svolge in Iraq ha un’importanza storica. Se gli occupanti angloamericani saranno cacciati, se il popolo iracheno riuscirà a liberarsi di loro, le pretese imperiali e imperialiste nordamericane, l’idea di trasformare il mondo intero nel loro orto di casa, subiranno un colpo fatale. La sconfitta degli occupanti angloamericani sarebbe dunque una vittoria per tutti coloro che nel mondo lottano per la democrazia, l’autodeterminazione e la libertà dei popoli, di tutti i popoli che non vogliono essere sottoposti al giogo imperiale.
Nonostante la gran parte degli italiani si sia opposta all’aggressione, malgrado milioni di persone abbiano manifestato la loro volontà di pace, il governo Berlusconi non solo si è schierato a fianco degli USA, ha addirittura inviato proprie truppe in Iraq a dare manforte agli occupanti.
Sosteniamo il popolo iracheno che resiste e chiediamo il ritiro immediato dei soldati italiani dall’Iraq, così come da tutti gli altri paesi in cui essi sono presenti.
Chiediamo a tutti i cittadini che hanno gridato il loro no alla guerra di riprendere la lotta manifestando con noi per:
LA LIBERTA' DELL’IRAQ E DELLA PALESTINA
CACCIARE TUTTI GLI INVASORI
RIPORTARE A CASA I SOLDATI ITALIANI
CHIUDERE LE BASI USA IN ITALIA, IN EUROPA



10.14.2003

 

FI insiste: commissione inchiesta su crimini partigiani

Il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari Costituzionali della Camera, Michele Saponara, ha chiesto che venga messa rapidamente il calendario la proposta di legge presentata lo scoso anno da Forza Italia e firmata da Fabio Garagnani e Isabella Bertolini per istituire una commissione d'inchiesta per indagare sul dopoguerra e sulle violenze che avrebbero commesso i partigiani tra il 1944 e il 1948. Tema tornato d'attualità politica per il libro di Giampaolo Pansa 'Il sangue dei vinti'. (red)

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Forse è vero che la resistenza ha perpetrato dei crimini, uno lo riconosco oggi. Non averli sterminati tutti.
Non trovo nemmeno lo spunto per scrivere, quotidianamente assisto ai lanci delle agenzie, apro l'ombrello, non mi colpiscono ma ne colgo l'odore.
Non è bastato all'italiano sputare sopra al dono della libertà che ci è stata donata, mandando a governare una classe che di politica non possiede nulla, una cricca di malavitosi, non si è nemmeno ribellato quando ha percepito ed ha assistito alla manipolazione della storia, alla cancellazione della cultura storica. Eppure i segnali ci sono stati, a partire dalle campagne per RISCRIVERE I LIBRI DI TESTO.
Ma che avranno mai da indagare? Quali saranno i testimoni? Chi verrà chiamato davanti a cotanta commissione?
E le commissioni oggi hanno ancora un senso considerato che la commissione antimafia è guidata dall'avvocato dei mafiosi?
Hanno un senso le indagini ormai insabbiate sui casi di cui non si parla più, dopo che il senatore a vita, presidente emerito kossiga presenterà una proposta di legge a utela dell'anonimato e della riservatezza dei Massoni?
E' tutto rivoltante, e non posso pensare che si sia vittime di questo sistema ributtante, senza che nessun moto di orgoglio ci colga.
Queste notiziole passano così, e non appena colpiscono l'opinione (ammesso che ancora ne esista una) pubblica ecco che i maghi mediatici ne inventano una più risibile ma di più facile presa...
Quella di oggi per esempio: fini il sinistrorso rilancia, non solo gli extracomunitari potranno votare, ma potranno addirittura candidarsi....
CHE SLANCIO DEMOCRATICO!!!! CHE BRAVA PERSONA!!!
E noi a sprecar parole.... Ma siamo alla fame, la gente (intendo i comuni mortali) non ce la fa a campare...
[inutile elencare tutti gli altri mali incurabili della società]
... Si istituisca la commissione sui crimini partigiani.
Che vergogna!
Rita Pani (apolide).

 

Appello per il trasferimento e la tutele dalla vita di Abdullah Ocalan!

Destano continua e crescente preoccupazione le condizioni di salute di Abdullah Ocalan, recluso ormai da quasi cinque anni nell’isola di Imrali, senza che gli sia consentito di incontrare i suoi avvocati e senza la possibilità di visite mediche da parte di sanitari indipendenti.
Sembra anzi di poter affermare che è in atto una spietata strategia volta alla liquidazione fisica del leader kurdo, come del resto esplicitamente ammesso da un generale turco durante una riunione a Bruxelles, in una dichiarazione che è stata ripresa dalla stampa turca.
Se tale scellerata strategia avesse successo si realizzerebbe una vera e propria catastrofe. Siamo infatti convinti che il destino personale di Ocalan sia fortemente intrecciato con quello della pace in Turchia e nell’intera regione medio-orientale. Il contributo che il leader kurdo può offrire appare estremamente prezioso nel momento in cui si evidenzia il fallimento della strategia unilateralista degli Stati Uniti e crescono di giorno in giorno le difficoltà per la pace. Sarebbe drammatica, in tale contesto, una ripresa del conflitto del Sud-Est della Turchia che deve essere evitata salvaguardando la vita di Ocalan e con il riconoscimento dei diritti del popolo kurdo e un’effettiva democratizzazione dell’intera Turchia.
Ciò appare indispensabile per risolvere in modo pacifico la questione kurda e porre le premesse della pace nell’intera regione, della democrazia in Turchia e dell’ammissione della stessa nell’Unione europea.
Quest’ultima ha importanti responsabilità. Il dialogo con la Turchia deve proseguire nella prospettiva dell’ammissione, ma a condizione che rilevanti avanzamenti siano effettivamente realizzati sulla strada della tutela dei diritti umani e dell’instaurazione dello Stato di diritto. Non possono essere tollerati pericolosi arretramenti e reviviscenze di un conflitto che va superato nella prospettiva del pieno accoglimento dei principi democratici.
Ancora più consistenti, sono, al riguardo, le responsabilità, anche morali, dell’Italia, Paese che a suo tempo accolse Ocalan e gli concesse, sia pure tardivamente, asilo politico con una sentenza del Tribunale di Roma. Oggi, che l’Italia è in prima fila nel caldeggiare l’ammissione della Turchia all’Unione europea, il suo governo deve chiedere con forza a quello di Ankara il pieno rispetto dei diritti umani, ivi compresi quelli di Ocalan. Chiediamo inoltre che sia lo stesso Presidente della Repubblica, in quanto supremo garante dell’ordine costituzionale e dell’onorabilità del nostro Paese in sede internazionale, a farsi carico di un passo in questo senso presso il governo turco.
Ciò, tanto più che il trattamento riservato al leader kurdo, con una detenzione in isolamento che dura oramai da quasi cinque anni, appare vietato dalle Convenzioni europee e internazionali applicabili.
In tale prospettiva, chiediamo che una delegazione di avvocati e di medici, con la partecipazione del Comitato contro la tortura del Consiglio di Europa, possa recarsi ad Imrali per accertare le condizioni di salute di Ocalan. La visita del Comitato appare necessaria ed opportuna se si considera che il suo mandato, stabilito dall’art. 1 della Convenzione europea contro la tortura è quello di esaminare il trattamento delle persone private della loro libertà al fine di rafforzare, se necessario, la tutela di tali persone dalla tortura e da trattamenti o punizioni disumane o degradanti.
Chiediamo inoltre, unendoci all’appello lanciato da Amnesty International e da altre organizzazioni per la tutela dei diritti umani la fine immediata della condizione di isolamento di Ocalan e l’adozione di ogni misura volta a garantirne l’incolumità e la salute.
Primi firmatari:
Avv. Arturo Salerni, Avv. Luigi Saraceni, Avv. Giuliano Pisapia, Avv. Carmine Malinconico, Avv. Desi Bruno,
Fabio Marcelli e Domenico Gallo (Giuristi democratici), Angela Belli (Ass. AZAD), Davide Berruti (Associazione per la Pace),
Gennaro Migliore, On. Fausto Bertinotti, On. Ramon Mantovani, On. Elettra Deiana, On. Giovanni Russo Spena, On. Franco Giordano, On. Graziella Mascia, On. Nichi Vendola, Sen. Tommaso Sodano, Sen. Luigi Malabarba, Piero Bernocchi (Cobas)
Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia

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