10.30.2003

 

Vespa come Totti

di Bruno Ugolini

E' un Bruno Vespa saltellante, nel cuore della notte. Ha dei guizzi che
ricordano Totti, l'abilissimo attaccante della nazionale di calcio e anche
della Roma. E' intento a dominare la sua "Porta a Porta", crocevia della
politica nazionale. La partita è quella delle pensioni. Una partita
difficile, scivolosa, con le ali destre che spesso giocano a sinistra e le
ali di sinistra che spesso giocano a destra. Tutti vogliono stare al centro
campo. Un casino. Ma lui, Bruno, sa dove infilare la palla. Eccolo con un
guizzo fulmineo aggredire Guglielmo Epifani: "Ma lei non si siede al tavolo
del governo?". Il leader della Cgil tenta invano di divincolarsi, magari
spiegando che quel tavolo non c'è e, se c'è, è un tavolo vuoto. Il magico
conduttore smista su Renato Brunetta, sicuro e implacabile, che raccoglie,
passa a Maurizio Sacconi, poi ad Antonio D'Amato che incalza il povero Luigi
Angeletti.

Il presidente della Confindustria, mentre tiene possesso di palla,
sgambetta, in piena area di rigore, la Fiom, accusata d'azioni scriteriate.
Pare, infatti, che i metalmeccanici stiano mandando a gambe all'aria la
politica dei redditi, convinti che i prezzi delle zucchine e degli altri
prodotti nazionali abbiano subito aumenti prodigiosi, a scapito dei salari.
Gli imprenditori sono così costretti a firmare accordi con cospicui aumenti,
disobbedendo alle direttive di D'Amato. Roba da matti.
E' una partita prodigiosa. Qualcuno osa perfino far sentire le lamentele
sugli spalti. Sono operai spezzini che con linguaggio triviale sostengono di
non volerne sapere degli incentivi, adorano la pensione, pensano che stare
ottanta o cento anni in fabbrica possa nuocere ad una perfetta muscolatura.

Il solito Epifani osa pure ricordare che molti giocatori (pardon, operai)
vengono spediti in panchina anzitempo, prepensionati da padroni d'ogni tipo,
bisognosi di carne fresca. C'è per fortuna Vespa-Totti che chiama Renato
Brunetta ad un calcio di punizione. Siamo così per la prima volta informati
che tutte le manifestazione fatte e annunciate, non sono contro la
controriforma di Berlusconi, come molti credevano, bensì contro la riforma
Dini voluta dal centrosinistra. C'è stato un terribile equivoco. Ora tutti
possono andare a dormire sonni tranquilli perché si è fatto tardi e sul
campo c'è molta nebbia. Accompagnati dall'ultima simpatica notizia: è nato
il primo Job-call, lavoro a chiamata. E' un altro salutare provvedimento del
governo. Il fortunato si chiama Mariano Apicella, cantautore napoletano. Ha
annunciato al mondo che ha un contratto annuale: il premier chiama e lui "si
sente in qualche modo obbligato a rispondere". Come un avveniristico
saldatore della Zanussi.

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