2.28.2009

 

Cenni storici

FASCISMO E LAVORO

La collaborazione tra le classi sociali che la corporazione doveva assicurare e che stava alla base della politica sociale fascista, era in realtà fittizia, in quanto i grandi gruppi della finanza e dell’industria, eliminati gli organismi di tutela dei diritti dei lavoratori, poterono ottenere dal regime una politica a loro favorevole, senza l’opposizione della classe operaia e dei contadini.

Quanto scritto sopra, sono solo piccoli cenni di storia, quella per intenderci che si ritrova in tutti i libri – ma anche sussidiari delle scuole elementari – stampati nel periodo antecedente la nuova era barbarica berlusconiana. Non esprimo parallelismi o ovvie considerazioni perché non voglio offendere chi legge.

Voglio solo dirvi che nemmeno un ministro fascista ha mai usato il termine “ricattatori” o “ricatto” rivolgendosi ai lavoratori. L’ha fatto brunetta oggi, dicendo che avrebbe fatto tacere i “ricattatori”[sindacati n.d.r.].

Ho avuto modo di pensare oggi, e ripensavo a un’interessante conversazione avuta in questi giorni, sulla reale utilità di continuare a scrivere questo blog. L’unica cosa che mi veniva in mente era lo stretto rapporto che mi lega alla mia coscienza, che non mi permette in alcun modo di essere complice dei fascisti e del fascismo. Ritrovando i brevi cenni storici riportati in calce, però ho anche compreso che forse mi rivolgo alle persone sbagliate, e persino in modo sbagliato. Noi che scriviamo sappiamo già, e chi legge potrebbe pensare che sia un noioso ribadire l’ovvio.

Devo scrivere queste cose per te, decerebrato berlusconiano. A te che hai 20, 30 o 40 anni e ancora succhi dalla tetta della tasca di mamma e papà. Ti devo scrivere la storia per farti comprendere che le lotte operaie che partirono in Italia ben prima di quanto tu possa immaginare, fin dagli anni venti, sono quelle che hanno consentito ai tuoi genitori di poterti alimentare, con pane e cocaina, fino ad oggi.

Devo scrivere queste cose per dirti che no, io una rivoluzione non la penso e non la spero, perché io sono tre passi avanti a te, e per quanto tu possa continuare a gioire, tuo padre e la sua pensione non saranno eterni. Finiranno, finirà il pane, finirà la cocaina, finiranno i soldi per la benzina, per quegli occhiali da idiota che porti sul naso, e vagherai perso laddove io sarò capace di camminare.

Noi ti riconosceremo a quel punto, e noi la memoria la conserviamo. Perché noi ci siamo sempre sforzati di sapere, tu sei rimasto fermo là, a fare finta che fosse vita.

Rita Pani (APOLIDE)


2.26.2009

 

E' un genio, signor ministro

Ti sposti un attimo, ti distrai, e ti accorgi che in quel momento, l’Italia ha fatto un’altra capriola. C’è del fascino, ammettiamolo, sulla possibilità di introdurre lo sciopero virtuale nel settore dei trasporti. Sono quelle intuizioni che svelano il genio demente di chi le partorisce, magari al mattino, seduto sornione sulla tazza del cesso.

Sforza, stringe gli occhi il ministro che pensa: “Che posso inventarmi oggi per ridare il sorriso al mio padrone?” Ed è così che secondo me, insieme all’inconfondibile suono vien fuori il grido eccitato: “Eureka! Lo sciopero virtuale”.

Il ministro si reca spedito verso la sua auto blu, e non vede l’ora di arrivare nel suo studio, dove con una matita colorata vergherà il nuovo regolamento, sperando di ricevere in cambio una lode, una pacca sulla spalla, accompagnata da un sorriso – che quello poi non si nega a nessuno – “Complimenti! Bravo! Sono sicuro che entro tre giorni, gli imbecilli che ci hanno votato, riusciranno ad avvallare anche questa idiozia.”

È difficile per una persona senziente spiegare il significato di sciopero virtuale, ma ci proverò in poche parole: l’autista ha il diritto di dichiararsi in sciopero, deve obbligatoriamente recarsi al lavoro, ma essendo stato virtualmente in sciopero, non sarà pagato. E se non è questa un’idea geniale, allora il genio non esiste.

Ho la forte tentazione di dirvi ancora una volta della necessità di scendere in piazza col forcone, di ribadire il concetto della necessità del pensiero partigiano, di provare a far comprendere l’esigenza di uno sciopero generale e generalizzato ad oltranza, scadenza sine die. Ma non lo farò, perché inizio a sospettare che tutto sia inutile. Maturo sempre più la convinzione che non sia più tempo di dimenarsi come le povere anguille che mangerò stasera, che sbattevano la coda persino dopo aver perso la testa.

Ho visto tollerare la criminalità al governo, la distruzione della cultura, il ritorno del fascismo con le squadracce di camicie nere e verdi; se dovesse passare anche l’abrogazione del diritto allo sciopero, temo che non mi basterà il tempo di sentir suonare la sveglia.

Rita Pani (APOLIDE)

2.23.2009

 

Te lo giuro sulla Costituzione

Vi invidio, invidio tutti voi che ancora sapete applaudire, invidio tutti coloro che discutono e si infervorano dibattendo sul PD, cercando di spiegare a chi come me non vuole nemmeno provare a fare finta, che l’elezione di Franceschini sia una cosa seria.

Giurare sulla Costituzione, che colpo gobbo. E che eleganza parlare di “potere accentrato nelle mani di un uomo solo”. Il coraggio evidentemente è un’altra cosa, quella per esempio che dovrebbe portare a chiamare le cose col proprio nome: fascismo.

Ho visto – non tutto – il mirabile lavoro di Riccardo Jacona trasmesso stasera su Rai 3 e mi sono vergognata profondamente. Pensavo che agli occhi di quella bambina con gli occhi bellissimi, io potrei facilmente apparire come un’italiana, e la cosa non mi rende per nulla orgogliosa. Mi piacerebbe incontrarla, quella bimba, e spiegarle che io, con certa feccia, non c’entro nulla, che la mia nazionalità è un caso infausto, proprio come la sua. Che io, come lei, dovrò presto trovarmi nella condizione di mentire, o per lo meno di nascondere per quanto potrò di essere cittadina di questo stato miserabile e ignorante.

Sarà che vengo da quella terra di confino, dove i genitori di certi imbecilli che ho sentito oggi inneggiare alle ruspe, venivano mandati in vacanza dal predecessore di questo fantoccio megalomane, sarà che ho conosciuto bambini senza scarpe, sarà che la povertà mi stava così vicina da non poterla ignorare, sebbene io avessi le calze sempre pulite. Sarà che mi ricordo ancora cosa voleva essere comunisti e non ci voglio proprio rinunciare.

Dicono che sia tutta colpa delle televisione – lo penso anche io – ma qualche domanda inizio a pormela, perché non è che la televisione la abbiamo in casa solo noi imbecilli italiani. Sì, è anche vero che solo noi italiani abbiamo a governarci il proprietario delle televisioni, o il presidente del Milan, o il proprietario di assicurazioni, o il proprietario di ¾ delle case editrici, ma il grande fratello lo trasmettono in tutto il mondo,e i reality show in genere sono trasmessi in tutti i paesi del mondo. E allora perché solo noi risultiamo essere decerebrati?

Forse perché negli altri paesi hanno conservato quelle leggerezze come l’etica e la morale? Forse perché negli altri paesi hanno conservato le scuole e soprattutto perché negli altri paesi, i libri non sono considerati oggetti misteriosi a cui è bene non accostarsi.

Non so, vedere il neo segretario di un partito di opposizione che soffre della sindrome di Obama, e che giura sulla Costituzione, e che promette di azzerare il governo ombra, e che tuttavia fornisce un’immagine di sé moscia e da reality show, mi ha fatto impressione. E mi ha fatto disperare.

Non c’è nulla di concreto, non c’è un programma, non c’è la volontà di migliorare, ma solo di partecipare all’ennesima disputa fasulla sceneggiata a tavolino, dove anche chi perde vince ugualmente. Un gettone di presenza, un cestino da comparsa.

Rita Pani (Apolide)


2.19.2009

 

La corruzione

Per la lettura della sentenza Mills, erano accreditati 4 giornalisti italiani e una selva di stranieri. Per l’audizione di Lapo Elkann, al processo di “Vallettopoli”, i giornalisti dovevano prendere il numeretto come quando si fa la fila, al bancone della gastronomia, di un qualunque supermercato. Lo so che questo non scandalizza nessuno, ma a me piace pensarci.

D’altronde non stride per nulla con la realtà dei fatti, con la quale penso sia bene iniziare a fare veramente i conti: se in 4 sappiamo chi è l’avvocato Mills, e soprattutto in 4 sappiamo da chi e per cosa è stato corrotto, quasi tutti sanno chi è Lapo Elkann. Ce lo hanno insegnato con estenuanti lezioni di educazione civica, sappiamo che ama avere rapporti sessuali con anziani transessuali, che ha avuto un overdose di cocaina, e che è un esempio per l’economia italiana che lavora e produce occhiali da sole di plastica, che nessun imbecille si vergogna di comprare al prezzo di un mini appartamento. Ce lo hanno insegnato. Lo sappiamo.

Dell’avvocato Mills, leggendo la stampa straniera, sappiamo che è stato corrotto per dichiarare il falso in alcuni processi che vedevano come imputato il presidente del Milan, facente funzioni di presidente del Consiglio. Ora sappiamo che ha preso i soldi, che la presidenza del consiglio si è costituita parte civile, che dovrà essere risarcita, e che il presidente del consiglio è un corruttore, quindi un disonesto. Veramente lo sappiamo noi, e ce lo raccontiamo ancora, noi che insistiamo sempre con meno entusiasmo a rimarcare l’ovvio che però, non interessa a nessuno.

Io ricordo le prime elezioni in cui il presidente del Milan, comandato da Gelli, decise di candidarsi per salvare l’Italia. Dove vivevo era un pullulare di giovani donne vestite da hostess, tailleur pantalone blu e camicia azzurra. Ragazzotti tutti uguali, pettinati tutti allo stesso modo che si spostavano con una colonna di Punto bianche con le targhe dai numeri progressivi. Sembravano gli appartenenti ad una setta che cercavano di fare proseliti tra le bancarelle dei mercati. Gli anni 80 erano finiti da poco, craxi s’era già rubato tutto, qualcuno era finito in galera, e Di Pietro non era ancora un comunista. In compenso, dove vivevo io, in pochi votarono per la nuova mafia di stato, per lo più ci si divertiva a sbertucciare gli adepti della cosca piramidale.

Ora i tempi sono cambiati, e della coreografia non importa più a nessuno. Soru non mi ha mai conquistato abbastanza, ma per esempio, ricordo quando osteggiò la nefasta riforma moratti, finanziando autonomamente dalla Regione la scuola Sarda. Dopo sole tre settimane dall’alluvione di Capoterra, i cittadini ebbero in contanti i soldi veri per ricostruire. La Sardegna deve a Soru il fatto di aver spremuto una volta tanto la manica di smargiassi invasori estivi. Soprattutto deve a Soru la testardaggine che ha fino a ieri impedito alla figlia del presidente del Milan di devastare qualche altro chilometro di costa incontaminata, e si aver preservato tutto quello che restava.

Che c’entra Mills? Che c’entra la corruzione?

Nel quartiere Sant’Elia, gli adepti della setta mafiosa piramidale, sono andati casa per casa (e così che una volta si faceva la politica) promettendo e pagando i voti con 20 euro di buoni spesa. Qualcuno un po’ più scaltro ha aumentato la posta, consegnando le bollette in arretrato, e ricevendo in seguito i bollettini dell’avvenuto pagamento.

Che può importare della corruzione a chi vende la sua terra per 20 euro?

Rita Pani (APOLIDE)


2.17.2009

 

Sentenza a orologeria


Dicono, anzi lo dice cicchitto, che la sentenza Mills sia stata una sentenza ad orologeria, un po’ come dire che in Italia nemmeno i timer funzionano. Se fossimo stati un po’ più svizzeri, la sentenza sarebbe uscita venerdì. Non che questo avrebbe cambiato le cose, dato che ormai è sentire comune il fatto che i giudici e le giurie, i magistrati e gli inquirenti siano tutti comunisti. Lo si deduce dalla naturalezza con la quale i giornali riportino le notizie: condannato tizio, premier salvato dal lodo alfano.

Ho trovato una riga piccola, piccola in cui si diceva che tre ventenni violentarono una minorenne e sono stati arrestati. Fino ad ora non si hanno notizie di ventenni pestati a caso dalle ronde, ma non disperiamo: stasera la legittimità delle ronde è tornata nel decreto, sennò che figura ci faceva maroni in Padania?

Però anche in Sardegna continua l’evoluzione, che mi mette un palmo d’onore sulla testa: non avendo avuto modo di massacrare nessuno in seguito a stupri, le ronde hanno fatto irruzione in casa di rumeni che “rubavano il lavoro”. Devono aver pensato: “E che cazzo, gli altri si divertono e noi no? Non siamo forse anche noi italiani? Non avremo consegnato il paese ad un malavitoso, solo per fargli gettare qualche metro cubo di cemento!” Non è chiaro se il decreto sicurezza preveda che gli aggressori, vengano condannati a riprendersi i lavoro che i rumeni gli avevano rubato, ossia quello del servo pastore, abbandonato in un ovile sperduto e lasciato per giorni interi senza nemmeno mangiare. Dubito. Sarebbe un provvedimento troppo sensato.

O cavolo! Sarà istigazione a delinquere questo mio pensiero? Sarà eversivo? Mi ero scordata che adesso bisogna fare attenzione a quello che si dice, sennò ti segano il blog e ti chiedono pure i danni.

Va bene, in fondo questa cosa non mi preoccupa nemmeno un po’. Hai voglia a dire che bisogna utilizzare il modello argentino e inondare le strade e le piazze … c’è il festival di San Remo, e io nemmeno lo sapevo, sennò mica stavo qua. Vorrà dire che col forcone ci girerò il letame nell’orto. Merda per merda, meglio quella da cui avrò i pomodori.

Rita Pani (Apolide)


2.16.2009

 

Sardegna, se ci mette la faccia lui

berlusconi: "Vinciamo. Ci ho messo la faccia io..."

Capito? Nemmeno prova a trattarvi da esseri senzienti.

Ma in fondo che importa? Con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 32 % e complessiva superiore al 50%, non potevate far altro che fidarvi di quella faccia. E poi come si dice? Se il problema arriva dal mare, possiamo sempre sederci in cima a una collina e aspettare che dallo stesso mare, giunga la sua soluzione.

Perché mai salvare le coste, per esempio? Più cemento nelle coste più probabilità che dal mare arrivi quello giusto, e se è il figlio del commercialista che aiutò berlusconi a trafficare a Olbia, che importa? Tanto lui è ricco, mica dovrà rubare ancora.

O certo, la mia terra è un’isola, e quindi sono certa di sapere come ha funzionato il vostro pensiero: va bene, tanto il cemento lo gettano al nord, mica qua dove andiamo al mare noi. Vorrò godere il giorno che troverete anche voi, vicino a casa vostra il cartello “divieto d’accesso”. Quello sarà un bel giorno. Perché di improvviso vi sveglierete, e allora farete come sempre, griderete aiuto.

Lo avete gridato quando avete dovuto lasciare casa vostra, quando lo hanno fatto i vostri figli, quando ripetutamente vi siete rivolti al sindacato non per dirimere le controversie del lavoro, ma per essere favoriti nella ricerca del posto per vostro figlio. Lo avete fatto ogni volta che avete detto: “Eh ma per entrare a lavorare all’Enel devi avere la tessera della democrazia cristiana.” La mentalità è quella. Solo che l’allora dirigenza della democrazia cristiana sarda ora è tutta cosa di berlusconi, e quindi continuerete a fare le file, davanti agli stessi uffici, a compilare schede di presentazione. Continuerete a cercare padrini, e magari vi sentirete dire no … c’è la crisi.

E allora tornerete a mischiarvi nelle piazze, a fare finta di essere anche voi cittadini di Sardegna, e protesterete, cercando di non lasciar trasparire dal vostro sguardo che a quel porco, lo avete votato voi. Avrei compreso se aveste consegnato le chiavi di casa vostra ad un estraneo, ma voi le avete date a uno che conoscete benissimo. Avete perso il diritto di lamentarvi.

Rita Pani (APOLIDE più che mai)


 

Sono favorevole alla castrazione

Sono favorevole alla castrazione. Considerati i coglioni che hanno in mano le redini di questo paese, credo che sarebbe un’operazione rapida e incruenta per ripulire gli scranni parlamentari.

Sarà per il totale disincanto, sarà perché la storia qualcosa ce l’ha insegnata, di fronte alle violenze di massa, così brutali e barbare, che puntualmente si perpetrano a ridosso di grandi e piccole tornate elettorali, il dubbio che esse siano in qualche modo funzionali alle elezioni stesse, mi assale.

E che vi sia un disegno preciso per lo sfruttamento della propaganda elettorale, spesso è palese nell’utilizzo delle parole che i titolisti dei giornali usano per raccontarci la triste e miserabile realtà quotidiana. Approvato il decreto che legalizzava le “ronde” i giornalisti ora ci parlano di bande. Che si debba rassicurare il cittadino e-lettore?

Certo, poi bisogna comunque essere minimamente cerchiobottisti perché è un buon metodo per apparire non schierati e equidistanti, quindi può anche essere che in caratteri molto piccoli, dopo aver urlato delle bande, ci stia anche scritto che le forze di polizia, a breve pattuglieranno le strade a dorso di mulo o a cavallo, visto che i tagli del governo della sicurezza, hanno lasciato proprio le forze dell’ordine senza nemmeno i soldi per cambiare i copertoni delle auto di servizio. Ma tanto, ci sono le ronde a proteggerci, che vivono di vita propria, che girano sulle loro auto. Mi chiedo quando leggeremo delle prime ronde, che massacrano le bande, che hanno massacrato qualche gruppo di cittadini colpevoli solo della loro nazionalità.

Dicono che col buon senso non si può far politica, e chissà, forse è vero. Dotare la polizia di uomini e mezzi sarebbe più sensato di pagare l’esercito per far da comparsa ai capolinea delle linee della metropolitana. E a proposito di buon senso, forse dare corso alla richiesta della CGIL, di tassare maggiormente i redditi superiori a 150.000 euro, anziché affamare chi non sa più di cosa vivere, sarebbe un passo in più per sostenere il paese in questo momento di crisi economica, abilmente scritta da fini sceneggiatori economici, ma a quanto pare, così facendo, si potrebbe innescare “una nuova lotta di classe”. E qua mi fermo, perché davvero non saprei cosa aggiungere.

Rita Pani (APOLIDE)


2.14.2009

 

Il passato di Scalfaro

Mi sono allarmata leggendo le dichiarazioni del presidente del Milan, del suo affondo su Scalfaro: «Conosciamo il suo passato». Un uomo che sa poco ha compiuto 90 anni, e che per tanto tempo è stato in politica, può decisamente avere più di uno scheletro nell’armadio. 

Ma poi mi sono ricordata che quello è Andreotti, che negli armadi ha tanti scheletri quanto un cimitero. Di Scalfaro è noto che, prestando opera nei tribunali speciali del dopoguerra, quelli voluti dagli americani per fermare la “giustizia sommaria” (?) condannò un uomo alla pena capitale. La storia dice anche che lo stesso Scalfaro consigliò al condannato di ricorrere in appello, e la sentenza di morte venne sospesa. Di Scalfaro sappiamo anche che un giorno apostrofò una donna incontrata in un ristorante, perché aveva una scollatura, a suo avviso, troppo generosa.  

Conosciamo il suo passato. Una frase che spinge a chiedersi cosa mai abbia fatto Scalfaro: avrà derubato una giovane ereditiera in combutta col suo tutore legale? Avrà forse fatto i soldi veri mediante i traffici di sostanze stupefacenti? Avrà chiesto e ottenuto appalti corrompendo governi? Sarà stato iscritto alla loggia massonica P2? Avrà corrotto giudici e testimoni in un processo a suo carico? Avrà avuto legami con la mafia? Sarà stato condannato per aver reso falsa testimonianza? Avrà scritto leggi per neutralizzare i processi a suo carico? Avrà trasformato il Quirinale in un lupanare durante il suo periodo di massima carica istituzionale? Avrà avuto per anni una seconda famiglia tenuta nascosta in un appartamento del centro di Milano, mentre era ancora sposato con la prima moglie? Avrà frequentato puttane di ogni genere essendo così sfrontato da farne persino delle ministre? Ho provato a cercare traccia di queste mie ipotesi su Scalfaro, ma non ho trovato nulla. 

Ho tuttavia trovato una frase di Oscar Luigi Scalfaro, detta quando l’amico del presidente del Milan, craxi, impelagato in ogni piega di manipulite, non voleva assolutamente saperne di dimettersi dalla carica che ricopriva: "chi ha salito le scale del potere deve saperle discendere con uguale dignità" . Oscar Luigi Scalfaro è stato un democristiano, un cattolico, forse persino un bigotto, fu vicino alla Resistenza, un antifascista e un giurista che partecipò alla stesura della Costituzione Italiana. Una persona per bene. E queste sono le cose che più fanno orrore a berlusconi.  

Rita Pani (APOLIDE)

2.11.2009

 

Tutto a norma

Visto? Tanto, ci voleva? Siamo tornati alla normalità. E se bossi sostiene la Costituzione e il Presidente della Repubblica, dopo aver gridato anni e anni alla secessione, e dopo averci invitate per anni e anni a “pulirci il culo col tricolore”, io direi che più normale di così si muore.

L’ennesimo ricatto politico, e a me sembra d’essere tornata ai bei tempi in cui i leghisti tenevano in mano, e stringevano forte quel che resta delle palle del fantino di Arcore; in ballo c’è sempre il federalismo fiscale, e immagino anche la nuova pioggia di milioni di euro destinati alla Sicilia, per finanziare la copertura di quella miriade di posti di lavoro dati in cambio di voti. Ma in effetti anche la Sardegna avrà i suoi benefici pre elettorali: la proroga del risanamento dei debiti contratti dagli agricoltori, che perderanno le terre soltanto dopo aver votato.

O che sia la strizzata di palle in previsione dell’approvazione delle ridicole norme sulle intercettazioni telefoniche, di cui finalmente si è occupato il CSM? Perché mi pare chiaro che anche questo decreto, nonostante le rassicurazioni di capezzone, sull’utilità condivisa per tutti i cittadini, sia l’ennesima norma salva chiappe – e sempre e solo le sue.

Tutto torna nella norma, quella che ci da tanta sicurezza, ed è normale anche avere un decreto che si chiama “mille proroghe”, ovvero una sorta di regalia pre pasquale che ormai è diventata consuetudine. Di norma serve a ritardare le fastidiose leggi che vanno a inficiare sulla liberta che i cittadini e le imprese hanno di fare un po’ come cazzo gli pare.

Ed ecco che sebbene ad oggi, dall’inizio dell’anno i morti ammazzati dal lavoro siano ben 120, le norme sulla sicurezza sul lavoro slittano al 16 maggio, tanto che fretta c’è? Ormai i morti di lavoro in Italia sono uguali ai morti delle guerre. Non interessano più nessuno, anzi, iniziano pure ad annoiare.

Rita Pani (APOLIDE)

2.10.2009

 

Va tutto bene

Anche se non sembra, va tutto bene. No, davvero. Certo, è stato un periodo un po’ saturo di scontri, questo, ma è a tutta riprova che il sistema democratico del paese è sano e funziona. E se poi non è perfettamente sano, è allo studio un disegno di legge per cui sarà tenuto in vita artificialmente anche se gli elettori sono contrari. Ma parlando si può appianare ogni contrasto, come dimostrano le polemiche nate per via della canzone che Povia presenterà al festival di Sanremo. Già solo il titolo, “Luca era gay”, era stato sufficiente affinché le associazioni omosessuali (e non solo) levassero vibrate proteste e interpellanze. Per quieto vivere il cantante ha allora cambiato il titolo del brano e le controversie, come d’incanto si sono appianate: adesso è “I froci fanno oh!”

Frattanto, anche il papa è approdato su youtube: infatti adesso si chiama Benedetto 16.0; sarà così possibile osservare il pontefice con le zampe di gallina buone, leggere un passo della Bibbia mentre, dopo aver indossato le sacre prada, fa quattro passi dell'oca per i sacri giardini.

Quando poi Sua Santità, che sul web adotta confidenzialmente lo pseudonimo "SS" in omaggio anche ai bei tempi passati, ha rivolto una preghiera ai governanti affinché mettano in condizione i poveri di poter usufruire di internet, in parecchi si sono domandati se questo non fosse spam bello e buono.

Però, in effetti, per gli indigenti potrebbe tornare comodo ricevere una e-lemosina ogni tanto, dato che la pover-card ha la ricarica a mesi alterni, tanto che nei mesi dispari non si può utilizzare nemmeno per prendere il carrello del supermercato, seppur convenzionato con il preficiente del Consiglio. Il governo, responsabilmente, ha sempre evitato alcuni termini che avrebbero potuto indurrebbe il consumatore a stringere ancora di più la cinghia, almeno coloro che ancora ne hanno una, adottando una terminologia più rassicurante: così, anziché dire “siamo in un periodo di crisi”, ci siamo sentiti dire che “alcune sparute fasce sociali stanno attraversando una fase temporanea di prosperità svantaggiata”; o invece di sapere che “il numero dei poveri è enormemente accresciuto”, siamo a conoscenza che “la quantità di diversamente abbienti è aumentata in maniera esponenziale”. Tuttavia, è stato chiaro a tutti che con la mera semantica non si sarebbe risolto molto, pertanto sono state stimolate le migliori menti del governo a trovare dei rimedi concreti. Dal momento che il governo annovera tra le proprie linee, intelligenze dello spessore di Tremonti e Brunetta, ecco il pacchetto contenente le innovative proposte inserite nella Finanziaria allo scopo di sostenere lo sviluppo e l’economia:

Incentivi per la rottamazione delle autovetture - se buttate via la vostra auto, risparmierete i soldi di bollo, assicurazione, carburante e tagliandi; se invece buttate via l’auto di qualcun altro, non risparmierete molto, ma è comunque gratificante;

Incentivi per la furtazione delle autovetture: se vi fate rubare la vostra auto, non solo risparmierete i soldi di bollo, assicurazione, carburante e tagliandi ma, se (prima) la avevate assicurata, prenderete anche qualche euro di risarcimento; in ogni caso, noi non vi abbiamo detto niente;

Incentivo bebè - portando il vostro figlio (ab)usato al reparto neonatologia di un qualsiasi ospedale e acquistandone uno a norma nordeuropea, avrete diritto ad un bonus di 800 euro;

Incentivi per la rottamazione delle sigarette - portate al tabaccaio i vecchi mozziconi delle sigarette: comprando una stecca di sigarette a norma euro 4 avrete un bonus fiscale pari a 500.000,00 euro + IVA da portare in detrazione alla dichiarazione dei redditi di ogni futuro improbabile governo di centrosinistra;

Incentivi per la virilità – se i vostri coglioni sono ormai vizzi o irrimediabilmente frantumati per i più svariati motivi, acquistandone un paio nuovo da un qualsiasi tricologo convenzionato con l’azienda fornitrice di bulbi piliferi per il rinfoltimento della capigliatura del preficiente del Consiglio, avrete la possibilità di usufruire del bonus di 250,00 euro.

Oltretutto, queste misure potrebbero contribuire significativamente a un’ulteriore riduzione della criminalità che le statistiche ci dicono sia già in sensibile calo da quando il nuovo esecutivo è al potere. Il che è facilmente spiegabile, considerando che dal computo delle statistiche sono esclusi gli eletti in parlamento, mentre tra quelli che commettono reati senza averne il diritto, le statistiche ci svelano che la maggior parte di questi delinquenti viene dalla Romania, motivo per cui si è deciso di porre un freno alle immigrazioni di africani. Infatti, dopo gli innumerevoli espedienti inutilmente adottati in questi anni per cercare di arginare il fenomeno dei clandestini, finalmente questo governo ha approntato quella che sembra essere la soluzione definitiva del problema: installare, lungo tutta la costa libica, dei tornelli.


dirtyboots


 

Una legge perché nessun uomo muoia di freddo

Al presidente del Milan

Ai membri del consiglio di amministrazione di Italia (Camera e Senato)

Data la solerzia con la quale vi siete dedicati al salvataggio di una vita già persa, avendo appreso ora della morte dell’ottava vita per il freddo, chiedo che vogliate prendere in considerazione l’idea di lavorare con la stessa solerzia, affinché, con legge dello stato, sia proibito far morire un essere umano, per assideramento.

Nei giorni, grazie al pressante martellamento mediatico, siete riusciti a farci comprendere quanto barbaro e mostruoso sia far morire i morti di fame e di sete. Avete intelligentemente sostituito termini come alimentazione e idratazione, con cibo e acqua, inducendo noi, poveri ignoranti dall’animo candido, ad immaginare una persona privata dell’hamburger, patatine e coca cola. E di questo vi siamo grati, perché sono sicura che grazie alla vostra meritoria opera, nessun civile bravo cristiano italiano, potrà mai più tollerare che un altro essere umano, vaghi per le città cibandosi con la spazzatura gettata nei cassonetti da chi, protetto dalle mura domestiche, in silenzio prega Dio per la salvezza della sua anima e della sua vita umana.

Forte dei vostri insegnamenti cristiani, ora io sono certa che non lascerete cadere questo mio appello, e che già domani, grazie a sedute fiume, riuscirete a garantire un tetto sulla testa di ogni essere umano, ivi compresi quelli che vivono dentro le baracche che spesso vengono rase al suolo dal fuoco acceso per scaldarsi, rendendo a Dio la vita di intere famiglie, di donne, uomini e bambini.

Sono certa che il vostro animo buono e pietoso, inoltre, scosso dalla grave perdita di una vita umana che non siete riusciti a salvare, provvederà immediatamente a bloccare ogni ulteriore tentativo di deportazione di intere comunità colpevoli solo della grande povertà, indotta anche da una colpevole mancanza di qualsivoglia politica di integrazione, da attribuirsi comunque a “ieri” giorno in cui non avevate ancora preso coscienza, dell’immenso valore della vita umana.

Chiedo inoltre alla presidenza del Milan, e al consiglio d’amministrazione dell’Italia tutto, che si voglia far carico di un tentativo di mediazione anche verso i vertici del Vaticano, altro stato estero e confinante, che in questi giorni ha dato a noi poveri cittadini poco inclini al rispetto della vita umana, un forte impulso moralizzatore, affinché anche Sua Santità voglia attivarsi per far sì che nessun uomo possa morire di freddo. E’ notoria l’immensità del palazzo papale, che conta 1000 stanze, e sono certa che Sua Santità vorrà destinarne almeno 500 all’accoglienza di quelle famiglie in pericolo di vita.

Certa della vostra solerzia ringrazio.

Rita Pani (APOLIDE)


2.09.2009

 

La vita umana

È strano, da essere umano dovrei sentirmi felice dell’interesse che suscita in tutti, la vita umana. Invece, da essere umano, in questi giorni più sentivo parlare di vita umana, e più mi veniva da vomitare. “C’è rammarico per non essere riuscito a salvare una vita umana”.

A me tanto rammarico dispiace, perché volendo si potrebbe fare patrimonio di questo insuccesso: non ne ho salvato una e mi dedicherò a salvarne migliaia.

Il fatto è che se si arriva a trattare la vita umana, come fosse un sorriso che fa vendere il dentifricio, o una barretta dietetica che promette magrezza, temo che la strada per tornare alla civiltà sia un percorso lungo e accidentato. Usare la vita umana per accaparrarsi una manciata di voti da qualche indottrinato catto- talebano, o peggio per provare a fare un colpo di stato senza l’uso di qualche generale accondiscendente, io lo trovo vomitevole.

Ma quanto è bello gridare alla vita! E quante bestemmie abbiamo sentito in questi giorni. Dio usato come uno scudo per farsi largo tra i meandri di una democrazia in frantumi. Gente pronta alla guerra, armata con bottiglie dell’acqua, mentre tutto intorno a loro, una moltitudine di gente muore quotidianamente, spinta alla morte – guarda un po’ – proprio dalla fame e dalla sete. Oh sì, ma loro rischiano la vita perché in fondo in Italia fanno la vita da gran signori. Sempre che non debbano vivere la loro personale Auschwitz a Lampedusa.

Ma la coscienza umana è una strana bestia, a volte finge solo di esistere, e si alimenta di luoghi comuni e stupidità. Quante vite umane ci sono sotto i mari che separano il nord dell’Africa, dall’Italia? Nessuno lo sa precisamente. Quel che si sa è che sono vite umane che non hanno bisogno di decreti urgenti per salvarle, semmai, di decreti urgenti per ricacciarle indietro. Spesso a morire.

Le vite umane dei bambini afghani, che viaggiano afferrati ai semiasse dei camion, e spesso muoiono schiacciati da quelle ruote che girano e fanno compagnia alla speranza di arrivare alla vita. No, quelle vite umane non contano, anche se il provvedimento urgente lo hanno ottenuto, ossia di essere spediti immediatamente indietro, in Grecia, per finire picchiati e rinchiusi in un container del porto di Patrasso.

E la vita umana deve essere per forza qualcosa di grande e di importante, perché tutte le regole e i fondamenti degli stati democratici (anche quando ispirati dalla costituzione sovietica) mettono al primo posto la persona. E si fanno le leggi per tutelare le persone. Poi però si cerca o di cambiarle perché troppo severe e onerose per le industri o per le imprese, o semplicemente non si attuano, perché troppo onerose per uno Stato che ormai non investe più danari per cose banali come la sopravvivenza stessa dei suoi cittadini. E quindi la gente continua a morire, ammazzata dal lavoro, senza che un gruppetto di pie e pure pecorelle faccia un presidio davanti al luogo del delitto, offrendo in dono un paio di scarpe infortunistiche, una maschera antigas o un macchinario sicuro e funzionante.

Dio non esiste, perché non ho avuto notizia di fulmini divini e di gentaglia folgorata.

Rita Pani (APOLIDE)


2.08.2009

 

Santa coerenza

Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale del malato: «E' bella e va vissuta sempre in pienezza»

Vi ricordate Papa Luciani? Era un cardinale con l’animo del parroco di montagna, un uomo per bene, che all’improvviso si ritrovò ad essere Papa. Durò poco più di un mese, forse fece in tempo a vedere le carte dello IOR, o forse morì nel sonno una notte, perché lui quelle carte non avrebbe mai dovute vederle.
Sapete com’è? Quando si elegge un Papa e i cardinali scoprono di aver fatto una cappellata, non è che possono fondare il movimento del “ricontiamoli”, anche perché, per fare la fumata bianca le schede vengono bruciate nella stufa. Quindi la storia narra di un uomo, un venditore di materassi Permaflex, che pregò tanto Dio affinché con la sua intercessione, rimediasse in modo divino all’errore umano, e Dio, appunto, attese che Papa Luciani andasse a letto per ricondurlo a sé.

La vita è bella e va vissuta sempre in pienezza.

Il Vaticano è la patria di Dio in terra, ma ogni tanto qualcuno ammazza qualcuno, così una notte Dio ha chiamato a sé una giovane guardia svizzera, il capo delle guardie e la di lui moglie. Dissero che era stato il ragazzo ad ammazzarli, e poi si suicidò. Stranamente l’omicida suicida, ebbe il suo funerale in chiesa, e la madre chiamata dalla Santa Sede, si sentì offrire una rapida cremazione della salma del figlio, per poterlo tenere sulle ginocchia durante il suo viaggio di ritorno. Fortunatamente la madre non accettò, e una volta in Svizzera, fece fare una nuova perizia autoptica che stabilì che per chiamarlo a sé, Dio aveva dovuto necessariamente farlo uccidere da qualcuno. Ancor oggi quella madre attende giustizia, ma pare che in Vaticano questo concetto sia sconosciuto. In quel frangente, per altro, la polizia italiana si offrì di collaborare alle indagini con i suoi uomini migliori, ma le macchine col lampeggiante blu, vennero lasciate fuori le mura.

La vita è bella e va vissuta sempre in pienezza.

Ci vuole rispetto anche per i morti, comunque, e in questo caso dobbiamo ammettere che nessuno meglio della chiesa sia in grado di dimostrare la verità di questo concetto. Pensiamo al capo indiscusso della banda della Magliana, sepolto con accompagnamento di bolla papale, e riconoscimento dei meriti di bontà cristiana, nella cripta della Basilica di Santa Apollinare a Roma. Qualche maligno insinuò nella testa di chi indagava sulla sparizione di Emanuela Orlandi, che addirittura, per riparare alla complicità del Vaticano sul sacrificio umano di una povera ragazza, la stessa potesse trovarsi dentro la stessa cripta, e chiese di poter analizzare i resti sepolti. Il vaticano fece valere l’extraterritorialità della basilica, fece due pernacchie e si voltò.

… Ma non se lo potevano tenere i francesi?

Rita Pani (APOLIDE)

2.07.2009

 

Che ci frega a noi del Congo?


… Allora mi sono chiesta: “Com’è la bandiera del Congo?” non lo sapevo. Continuando a riflettere, mi sono chiesta ancora: “Ma c’è qualcuno a cui interessano le sorti del Congo?”

È pur vero che siamo soltanto umani, ed è anche vero che ormai siamo trasportati in una sorta di vortice di indignazione nel quale a stento riusciamo a barcamenarci. Avessimo un’agenda per segnare i nostri intenti, la vedremmo zeppa di impegni fitti: ore 8, solidarietà ai lavoratori cassintegrati, ore 9 Resistenza al fascismo, ore 10 sit in anti razzista, ore 11 protesta contro le ingerenze del vaticano, ore 12 pausa pranzo. Si riprende alle 13 con una protesta contro il genocidio del popolo palestinese, dalle 15 alle 17 protesta contro il decreto vergogna (n numero) … E la giornata è finita.

E il Congo?

Eh va bene, ma mica possiamo fare tutto noi. Se ne stanno occupando gli americani del Congo, in modo discreto. Così oggi, in un angolino di giornale ho trovato una notizia: “Congo, va storto raid USA contro ribelli: è un massacro.

Va bene. Son cose che capitano. Un raid può anche andare storto, perché le bombe saranno anche di nuova generazione e intelligenti, ma non è che devono essere per forza geniali. E poi, signora mia, verrebbe da dire: non tutte le ciambelle riescono col buco.
Senza troppo clamore l’opera di democratizzazione mondiale va avanti, e così i soldati americani addestrano quelli ugandesi per riportare la democrazia in Congo, e può capitare, che appunto un raid vada storto provocando lo sterminio di 900 persone, trucidate dal passaggio dei ribelli. Le cronache nascoste parlano di persone trucidate, villaggi incendiati: fonti militari anonime americane parlano di un team di 17 tra consiglieri e analisti dell'Africa Command del Pentagono che lavora con gli ufficiali ugandesi fornendo loro foto satellitari, notizie di intelligence e cospicui finanziamenti (un milione di dollari).

Si però, è il Congo. Che a differenza dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Palestina, a memoria è anche difficile collocarlo in qualche parte esatta del continente africano. Forse la nostra mente è tarata al punto di immaginare quel paese come i tanti africani, in cui un giorno uno si sveglia e decide di essere il capo e il padrone assoluto, e poi diciamoci la verità, noi sappiamo che in Africa si muore di fame, e qualche volta diamo anche un euro col telefonino, o adottiamo un bambino a distanza, che almeno non dobbiamo prendercene cura, e poi mandiamo i nostri abiti usati, e soprattutto prendiamo i bambini africani ad esempio quando i nostri figli lasciano le merendine del mulino bianco o l’happy meal a metà: “Disgraziato mangia che ci sono bambini che muoiono di fame!”

Quello che non si viene in mente è la razzia di petrolio che si continua a fare in quel paese, anche con la complicità dell’ENI che l’anno scorso ha avuto raddoppiando addirittura le concessioni per l’estrazione – che culo! – ad un prezzo assai conveniente.
Spendo questo magari si potrebbe spiegare anche il perché di tanto interesse da parte dell’America per un rapido processo di sterminio democratizzante, ma alla fine, i morti del Congo non vanno di moda, e quindi a noi che ce ne frega?
Peace and love .

Rita Pani (APOLIDE EVERSIVA)

2.06.2009

 

DOMANI ORE 17 A PALAZZO CHIGI

Domani a Roma, alle 17, davanti a Palazzo Chigi, fiaccolata di protesta contro il decreto del vaticano, firmato dal governo italiano
R.

 
Non è rimasto molto da dire, la sensazione è quella di chi ormai è afona. Ci sono istinti che a volte prendono il sopravvento sulla ragione, e lo sfinimento porterebbe a dire: “Sai che c’è? Spero di vedere in stato vegetativo te, tua moglie, e tutta la tua marcia progenie.”

Nei giorni scorsi ho già espresso in questo mio blog, tutta la preoccupazione per quel che resta della nostra democrazia violata da quest’orda di barbari ignoranti, da questi malfattori, ma non riesco a capacitarmi del fatto che per avere l’appoggio della chiesa, nelle elezioni Regionali della Sardegna, questo megalomane criminale, potesse così pesantemente passare sopra il cadavere di una donna morta ormai da 17 anni, e soprattutto sul dolore sempre vivo e acuto dei suoi familiari.
Quale miglior occasione per farci tacere del resto? Una prima riforma della giustizia, le leggi razziali approvate l’altro giorno – per la nostra sicurezza – i rimedi tampone per un’economia che ci porterà ai livelli minimi dell’Argentina. Meglio cavalcare l’ondata di colpevole ignoranza, e la normale conseguente indignazione. E quando tutto sarà compiuto forse ci accorgeremo che potrò essere arrestata ogni volta –e non mancherò di farlo – in cui vi ricorderò che è ora di invadere le strade e occupare le piazze, armati di forcone.

Quando il ridicolo tentativo di offuscare la triste realtà che avvolge l’Italia, si concluderà con le nuove elezioni in Sardegna, e con la pace di una sola famiglia italiana, probabilmente ci accorgeremo che mentre noi ci si interrogava sulla salute mentale di un gruppo di bigotti ignoranti, che offrivano panini a una ragazza morta, per strada le ronde fasciste sono liberi di girare, autorizzati dallo stato. Sarà tardi per rendere conto delle proteste della Polizia, e delle forze dell’ordine in genere, preoccupate non solo di sorvegliare sulla criminalità già presente, ma sulle violenze che certi esaltati potrebbero compiere, forti del manganello, della camicia nera e degli stivali, che come un tempo segnavano l’autorità dei gerarchi, oggi segnano la libertà di razzismo.

Quando questo nuovo e crudele reality show, segnerà l’ultima puntata, io mi ricorderò ancora del mio amico sardo, barbone alla stazione di Orte, che non ha dovuto aspettare nemmeno la legge sulla sicurezza –nostra- per sparire, perché già venne allontanato insieme ai suoi amici, soltanto due giorni dopo che questo governo fascista liberò le mani dei sindaci gerarchi. Vorrei vederla la schedatura dei barboni, vorrei assistere per ricordare a chi oserà, sempre quella bella lettura che è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Rita Pani (APOLIDE)

2.05.2009

 

E' il fascismo, bellezza!

« ... il riconoscimento della dignità specifica e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di libertà, giustizia e pace nel Mondo. »
(Preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948)

Vale la pena rileggerla ogni tanto la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, solo per renderci conto di quello che questo governo ci sta facendo.
Io non posso credere davvero che così passivamente si accetti questa deriva fascista. Nel giro di un paio di giorni l’Italia è sprofondata, e non vedo la forza del moto d’orgoglio che invece tanti giovani ebbero durante la Resistenza, che non fu un periodo di terrorismo, ma una guerra di liberazione che ci aveva consegnato un paese da costruire e preservare.

Sono particolarmente amareggiata, perché nel mio piccolissimo da sempre cerco di mettere in guardia chi mi legge. Io ricordo quando dicevo che non era tollerabile che un ministro della repubblica italiana, dicesse che agli immigrati si doveva sparare in mezzo al mare. Io dicevo che era pericoloso accusare di favoreggiamento di immigrazione clandestina i pescatori che, salvavano da naufragio certo i migranti calcati nei barconi. Molti rispondevano: “sono solo slogan di leghisti ignoranti.” Oggi gli slogan sono legge dello stato.

Come quando affermo che quelle di berlusconi non sono gaffe, non sono simpatiche battute di spirito, ma allucinanti affermazioni di uno squilibrato megalomane. E la storia è piena di megalomani, di imbianchini divenuti Hitler. Perché un misero palazzinaro non potrebbe fare lo stesso percorso?

È così orribile risvegliarsi?

Ed è a sinistra che corre il mio pensiero. Alla scissione dell’atomo voluta da Vendola, al vuoto lasciato dalla follia della dirigenza Occhetto, al mutismo di Diliberto, alla testardaggine a senso unico di Ferrando, e alle solitudini di tutti gli altri che una volta erano compagni, e che oggi attendono la spinta popolare per cavalcare il cavallo che sembra quello vincente. Veltroni nemmeno lo nomino, perché non trovo una patologia clinica che lo possa descrivere come merita.

Ma tutti questi, si sono fermati a guardare oltre il proprio interesse? Si sono posti il problema della fine che faremo, o meglio, della fine che faranno i nostri figli? Viviamo in un paese che approva le leggi razziali, che giustifica le schiavitù, che premi l’interesse privato a scapito di quello collettivo, che santifica le corporazioni, che discrimina i poveri e i diversi, che sancisce la legalità delle ronde, i rastrellamenti, i pogrom, e i campi di concentramento, che distribuisce tessere annonarie che però nemmeno possono essere utilizzate da chi ha fame.

Stiamo vivendo il fascismo, ma non siamo abbastanza capaci da inventarci una RESISTENZA, anzi, continuiamo a negarlo, convinti che libertà sia avere il potere del telecomando, e la promozione di 500 sms gratis al giorno.

Fischia il vento? Oggi no, domani forse.

Rita Pani (APOLIDE)

 

Occupiamo Piazza San Pietro?

"Stiamo lavorando per intervenire". L'ipotesi, dunque, è quella di trasformare in decreto il testo del disegno di legge sul testamento biologico che vieta di fermare alimentazione e idratazione dei pazienti in stato vegetativo. Un terreno rischioso, quello del decreto: sia perché il Quirinale potrebbe non accettarlo, sia perché i sondaggi commissionati dal premier avrebbero segnalato il sostanziale appoggio della maggioranza degli italiani a Eluana Englaro e suo padre Beppino in questa tragica vicenda. Ma, nelle ultime ore, le pressioni del Vaticano sul governo devono aver raggiunto livelli tali da costringere Berlusconi a tentare la strada del provvedimento urgente che, tra l'altro, rischia di creare pesanti conflitti con la magistratura.

Che paese è quello che legifera su una materia così importante, in base ai sondaggi commissionati dal premier, o dalle ingerenze del vaticano? L’Italia.

Può farlo, perché noi il giorno dopo non andremo a rovesciare i tavoli del Parlamento aiutandoci con i forconi, e nemmeno andremo domenica a Piazza San Pietro a cacciare dentro le mura lo straniero, o a gridare “Woityla svegliati.”
È l’esempio più calzante del rispetto che questa gentaglia ha dei cittadini, cacche di mosca, in confronto alle più alte gerarchie di una chiesa che nemmeno Gesù Cristo si azzarderebbe a riconoscere.
Mi ero ripromessa di non citare mai il nome di quella povera donna, o di suo padre, ma è doveroso farlo perché l’unico errore che in tanta dedizione e fatica, quell’uomo ha fatto, è stato quello di non aver mai documentato la reale condizione fisica della figlia, mostrata sempre nella freschezza della vita e della gioventù, fino al punto che qualche imbecille, privato del cervello da anni di bigottismo becero, si è sentito in dovere di offrirle del pane e qualche coglione anche un po’ più grosso, persino dell’acqua. Il cretino ha bisogno di vedere il sangue per comprendere la ferita, odorarne l’odore.

Questo nazista di papa sta riportando l’orologio indietro ai tempi di Torquemada, assecondato da una risma di peccatori della peggior specie che si ergono a grandi moralizzatori.
Tacere di fronte a questo abominio è rendersi complici, e io non sarò mai complice di questo Stato di cose. Oltre alla pietà, si è perso il senno.

Rita Pani (APOLIDE)

2.04.2009

 

La qualunque

Ci sono le elezioni in Sardegna, il resto può aspettare, sento dire dai detrattori di questo governo. L’uomo di paglia scelto come gerarca in Sardegna, svolge appieno il ruolo del servo muto, limitandosi a reggere il manto del re, apparendo al suo fianco sui vari palcoscenici scelti per le rappresentazioni da operetta politica itinerante. Deve aver ricevuto l’ordine di tacere, di non dire nulla che non sia stato approvato, e quindi il massimo delle esternazioni del gerarca si limitano a testi scritti e già collaudati, come parte del programma di gerenza della Sardegna:

"Al fondo dell’intesa tra Regione, Provincia e Comune c’è l’idea che di fronte alla complessità dei temi e dei problemi posti dalla nuova realtà globalizzata e dal governo delle aree urbane complesse, si debbano mettere in campo forme nuove di governo allargato, di interazione tra i soggetti istituzionali e quelli del mondo economico, sociale, culturale e associativo locale." Copiato di sana pianta dal Protocollo d’intesa tra Regione Toscana, provincia di Firenze e comune di Firenze, 2001.

Certo non siamo nuovi a simili idiozie: come scordare le Dichiarazioni Programmatiche lette in Aula dal giovane pili, che prometteva interventi per il Lago Maggiore, o la sanità dell’Ospedale San Raffaele di Milano?
Il presidente del Milan, intanto avendo a cuore la totale occupazione dell’isola, utilizza le sue televisioni per colmare le lacune del suo servo muto, e più chiaramente, ormai ogni mattina, ci da un saggio di quello che sarà il futuro dell’Isola: i comunisti prendevano i rubli sporchi di sangue dei sovietici, i comunisti mangiano i bambini, Soru fa le puzze.
Non si risparmia, e si lancia persino in una disamina dell’immoralità di sinistra, “Le ultime inchieste dimostrano che non c'è nessuna superiorità morale dell'Idv e del Pd" ha detto il presidente del Milan.
Non ho visto personalmente la televendita, quindi non posso sapere se per caso, qualcuno abbia ricordato al tizio che giusto ieri un altro dei suoi ministri è stato rinviato a giudizio per turbativa d’asta, interesse privato, etc. etc. ma dubito fortemente.
E poi non è importante, perché non mi pare nemmeno che qualcuno sia saltato sulla sedia, sempre ieri, quando il plurinquisito, pregiudicato, si è lasciato andare a dichiarazioni importanti come quelle sulla “certezza della pena”. Insomma, per il presidente del Milan, chi sbaglia deve pagare, fatto salvo chi gode del Lodo alfano, scritto appositamente per lui dal suo collegio difensivo, casualmente facente parte del Parlamento italiano.
Detto questo, i miei detrattori affileranno la tastiera per le solite accuse di demagogico qualunquismo, e a me non resterà che ammettere d’aver esagerato, perché in effetti il governo si appresta a varare le misure decisive per la soluzione della crisi economica, come espresso sul sito del governo: prestiti per gli acquisti che vanno dai pannolini per neonati al televisore a mille mila pollici digitare HD, prestiti agevolati alle famiglie, regalie varie agli amici degli amici (tutti industriali) blocco delle tariffe per gli abbonamenti dei pendolati (che questa settimana hanno visto un aumento considerevole) e soprattutto l’abbassamento della soglia di debito per cui la banca potrà avvalersi del pignoramento in caso di morosità. Se prima era stabilito in 8.000 euro, ora è sceso a 5.000; non solo, il pignoramento vale anche nei casi in cui il debito con la banca sia inferiore al 5 per cento. Tradotto, anche se il mutuo è praticamente estinto e restano pochi spiccioli per mettere in tasca le chiavi di casa, il sogno di un tetto tutto tuo può ancora svanire.

Questo è quel che chi l’ha votato merita, peccato però che a subire siano sempre gli innocenti.
Rita Pani (APOLIDE)

2.03.2009

 

Svegliati!

“Svegliati!” gridavano, poco compassionevoli. Persino poco coraggiosi, oserei dire; che se il coraggio lo avessero avuto davvero, avrebbero gridato: “Alzati e cammina!”
Paparazzi appostati dietro siepi e cespugli, attendevano il passaggio del mezzo bianco e rosso, con le luci lampeggianti blu. I più furbi hanno fotografato un ambulanza a caso, tanto era uguale.

Magari qualche pietista cercherà di fotografare un corpo su un letto, chissà quanto varrà la foto? forse più di quella del nuovo amore di una velina ad una cena romantica in compagnia di Buttiglione.

Reato abominevole, dicono. E peccato che l’ipocrisia non sia un peccato capitale, uno di quelli che condanna all’inferno. Una leggenda popolare racconta, che ci sia stato un precedente all’interno delle mura vaticane. Pare che un papa, di suo pugno, abbia vergato la volontà di non essere rianimato. Comprensibile, dal momento che sicuramente non avrebbero potuto esporre la sua foto sugli sci, alla finestra, ogni domenica alle 12. Là serve qualcuno che conduca le anime, il buon pastore che sappia governare il suo gregge. E una foto non basta davvero.

“Svegliati!” e poi la vita umana. Quanto vale la vita umana? Anche questo dipende, perché ci sono vite e vite. Certe vite le possiamo anche incendiare, altre le possiamo sfruttare, troppe le possiamo abusare. Ma una vita in particolare deve essere rispettata anche oltre la vita stessa: “Alzati e cammina!”

“O si pensa o si crede”, diceva Shopenhauer. E pensare è fatica. Pensare è come pregare, puoi farlo ovunque e puoi farlo sempre. Persino mentre sei impegnato a vivere la vita fatta di piccoli momenti, di fretta, di riso e di pianto, di tutte quelle piccole cose che differenziano proprio la vita dalla morte.
E la morte non è sonno; so che piacerebbe a molti che così non fosse, e allora, solo allora avrebbe senso urlare: “Svegliati”.

Ai forzati dell’ ”alzatiecamminismo”, io vorrei gridare un po’ più forte: “vergognatevi!” Non vi è rimasta nemmeno la pietà del silenzio.

Rita Pani (APOLIDE)

2.02.2009

 

Dobbiamo essere cattivi? Ci sto.

"Nessun buonismo né forme di remissione". Poi ha aggiunto: "Questi vengono perché è facile arrivare e nessuno li caccia. Ma proprio per questo abbiamo deciso di cambiare musica".
roberto maroni ministro padano della Repubblica Italiana

Ora un intero paese finge di interrogarsi sul perché tre teste di cazzo, possano divertirsi a dar fuoco ad un essere umano. Ho scritto teste di cazzo, sì perché con questi nessun buonismo e tanto meno forme di remissione. Infatti non possono essere nemmeno considerate bestie, perché le bestie di norma le mangiamo, ma il pene è una parte di bestia che si getta via, del maiale forse l’unica.

La frase riportata sopra non è una frase letta in un blog, non è un commento idiota in uno dei mille forum presenti nella Rete. È una frase di un ministro della Repubblica Italiana, quindi altamente rappresentativa del paese in cui viviamo, e non comprendo perché io debba arrivare al punto di vergognarmi di essere mio malgrado cittadina italiana, e tanto meno comprendo perché –anche oggi per ben due volte – io abbia dovuto perdere del tempo per provare a spiegare a una ragazza francese e un signore spagnolo, che noi siamo assai meglio della gentaglia che parla per noi.

Ora lo so, la frase non è stata detta dentro il Parlamento, ma in una delle sagre paesane itineranti chiamate sempre con nomi di fantasia da cabaret tipo "governincontra", per cui il governo si sente libero di essere rilassato e in maniche di camicia, sparare slogan a raffica,osannare brunetta e i suoi tornelli, promettere milioni e miliardi di euro per una crisi economica che non c’è. E al prossimo morto, si andranno a consolare le madri incredule di essere state capaci di partorire dei mostri, geneticamente modificati dall’ignoranza e, appunto, dal populismo.

C’è una sola e unica soluzione per tutto questo, e non mi stancherò mai di dirlo: i lavoratori extracomunitari dovrebbero astenersi dal lavoro per una settimana intera. Tutti, nessuno escluso. Bisognerebbe davvero fare delle ronde intorno alle prostitute extracomunitarie, e segnare con della vernice le macchine dei cittadini italiani, che di giorno gridano “al negro” e la sera si infrattano per i campi.
Bisogna essere davvero cattivi, ed iniziare a riprenderci la dignità che queste teste di cazzo, quotidianamente tentano di strapparci via.

Rita Pani (APOLIDE)

 

Le parole son superflue


 

Emozioni forti

Di solito non mi fermo molto a pensare prima di scrivere un post per il blog. Qualcosa mi urta, mi ferisce o solo mi sfiora, e va giù da sé a ricoprire questo foglio di carta virtuale.

Oggi è diverso, perché mi sono trovata a riflettere sul rischio di scrivere banalità. Come ci si pone di fronte a tre persone che danno fuoco ad un’altra persona, perché alla ricerca di emozioni forti? Le banalità purtroppo abbiamo già iniziato a sentirle e altre non ci saranno negate, d’altronde non è nemmeno il primo essere umano che viene incendiato per noia, perché non si aveva null’altro da fare. Sono quelle notizie che fanno vento, sollevano un po’ di polvere e vanno via, per lasciare spazio ad altre che fanno più comodo alle italiche coscienze.

Sarà che ho avuto anche io 16 anni, e poi 20, e mi sono anche annoiata a volte. Pensavo anche io che per uscire dal torpore avrei dovuto inventarmi qualcosa, divertirmi, passare il tempo, ma mai nemmeno un attimo mi è passato per la testa d incendiare un essere umano che dorme. Anzi, a volte mi sono chiesta come fosse possibile che gli esseri umani dormissero per strada, accostati ai muri o sulle panchine. Non mi è mai sembrato né giusto, né umano e devo ammettere che anche ora che ho passato abbondantemente i 40 a volte me lo chiedo ancora.
Ora ho due figlie, di circa quelle età, ma sono sicura che a nessuna delle due, per noia, potrebbe mai venire in mente di comprare della benzina per vedere che effetto fa una torcia umana. Forse perché le ho fatte crescere a contatto con gli animali, che tanto hanno da insegnare a noi, che siamo bestie.

Dicevo che qualche banalità è stata detta, vestita di buono, con la gravità istituzionale, con quel pietismo che serve solo a marcare la propria estraneità, o che forse – voglio sperare – nasce da un inconfessabile senso di colpa, uno di quelli che – mi auguro – questa notte non facciano dormire chi non aveva considerato quanto l’ignoranza dilagante, avesse reso fragili le menti di alcuni, quando pensava che l’odio razziale potesse essere un buon catalizzatore per vincere le elezioni.
Lo so, l’illusione è pia.
Rita Pani (APOLIDE disgustata)

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