6.28.2004

 

Catena di Sanlibero 236

Riccardo OriolesPolitica. A Milazzo provincia di Messina l'Ulivo ha preso
tremilacinquecentotredici voti, rifondaroli e cossuttiani altri
millecento, qualche centinaio i verdi e i dipietrocchetti; la destra, un po' meno di cinquemila fra Berlusconi e Fini. E' un buon risultato, per quella zona: piu' o meno i voti che prendeva il Pci anni '70. Il gruppo dirigente diessino la' risale addirittura al vecchio movimento studentesco, passando per lottacontinua, radio onderosse e la rete. Il capo dei governativi locali invece e' lo stesso che a quei tempi capeggiava le squadre fasciste di Ordine nuovo. Per dire che le storie italiane, specialmente in provincia, hanno radici antiche. L'ultima
vittoria cosi', per i compagi milazzesi, risale al '93, quando si
conquisto' per qualche mese anche il comune. Prima ancora, bisogna
risalire al '75: Petroselli a Roma, Valenzi a Napoli, Diego Novelli a Torino, bandiera rossa su tutte le grandi citta' a nord di Palermo; l'anno dopo, alle politiche, perdemmo per pochi voti ma la sinistra collasso' e arrivarono l'eroina e il terrorismo e il craxismo. Una parentesi spietata, che sta cominciando a chiudersi solo ora. L'Italia degli anni '70 tocco' il suo momento piu' "rosso" nel '75, ed era un rosso metropolitano, molto urbano. La provincia non fece in tempo a raggiungerlo: il mondo contadino era in crisi da tempo, e una volta spazzate via Milano e Torino per tutta una generazione non resto' piu' niente. Adesso, c'e' esattamente aria di '75, con le citta' che si
schierano una dopo l'altra e il governo che le guarda impotente, senza capir bene (i governi sono sempre extraurbani) che stia succedendo. Il centro di tutto quanto adesso e' Cofferati a Bologna: la vittoria modesta di un uomo modesto in un luogo preciso e amato, in una citta'.
E' l'aria delle citta' che rende liberi, non la politica complicata e men che mai i leaderoni. La gente, nelle citta', ha ricominciato a seguire la politica, a credere nuovamente che essa serva a qualcosa; distrarsi non e' piu' possibile, perche' appena ti distrai un momento ti rubano i vestiti da dosso, ti tagliano lo stipendio e ti raddoppiano l'affitto di casa. Percio', forza politica, visto che a quanto pare bisogna farla. Ringraziamo Berlusconi, che ci ha costretto a svegliarci a suon di nerbate.

 

STRISCIA LA NOTIZIA? IL CARO VECCHIO BUFFONE DI CORTE PAGATO DAL RE

Cos'è "Striscia la notizia"?
Il caro vecchio buffone di corte pagato dal re che prende in giro il re pagato dal re e con l'autorizzazione del re, che naturalmente decide cosa si può prendere in giro e cosa no.
Lo scopo è lo stesso che il re si proponeva nel pagare il caro vecchio buffone di corte che lo prendeva in giro: renderlo simpatico al popolo mostrando la sua liberalità nel farsi deridere e fare sfogare il popolo con innocue risatine sul monarca.
I cari vecchi buffoni di corte Antonio Ricci, Ezio Greggio ed Enzo
Iacchetti, pagati profumatamente dal re Silvio per essere deriso, con opportune limitazioni poste ovviamente dal monarca, deridono così il monarca che li paga mostrandolo canterino vicino ad Apicella o perculeggiandolo in altro modo del tutto innocuo.
Tra l'altro l'effetto è duplicemente positivo, perché l'audience aumenta, e con l'audience aumentano anche le tariffe della pubblicità che Publitalia, agenzia di pubblicità di Mediaset, fa pagare per chi vuole un messaggio pubblicitario all'interno di "Striscia la notizia".
Come se le pubblicità che promettono di trasformare rugose madame in giovani e fresche pulzelle con creme antirughe e famiglie tristi in famiglie felici con merendine dai poteri miracolosi non fossero 'na truffa...
Poi se la pigliano con piccoli ladruncoli di polli come il mago Maurizio che parla coi defunti facendogli telefonare dalla signora che finge di essere vedova col marito che si tocca i coglioni accanto (che simpatici..).
Tra l'altro mò je volevo chiede pure li diritti d'autore perché io 'ste cose le facevo quanno annavo al liceo: telefonavo a un mago preoccupato e je chiedevo della salute de mi nonno bonanima che era morto dieci anni prima e poi alla fine della telefonata je svelavo l'arcano e lo pijavo pe culo..
Roba de vent'anni fa...
E daje su....
Antonio Ricci a buffone de corte...
Ma mica me la pijo co te... Tu sarai soddisfattissimo a conta' li sordi che te dà Berlusconi, insieme ai tuoi compagnucci de merenda Greggio e Iacchetti...
Me la pijo co tutti quei cojoni che te stanno a guarda' e che magari pensano pure che tu sei un uomo libero che stigmatizza gli abusi del potere.. Quanto so' cojoni... Robba da nun credecce..
Ma a chi sto parla', al vento..Tanto cojoni so' e cojoni rimangono..
Dido


 

New Entry ... (Un bell'applauso!)

Ricordate qualche anno fa il post elezioni?
Le TV venivano occupate da parolai di professione, sullo schermo si susseguivano tabelle e tabelline illegibili, piene di sigle e di numeri, percentuali, aree geografiche di appartenenza; erano di una noia mortale e non finivano mai.
Ora è cambiato. Ma è cambiato proprio tutto.
E’ come se non fosse successo nulla, al punto che il presdelcons, quello dei ridicoli manifesti e quello degli sms ha dormito tranquillo, e annuncia la linea politica che porterà alla discussione di punti fondamentali per la vita dei cittadini italiani; basteranno delle “new entry” per decidere su tasse e riforma delle pensioni, del sistema della giustizia italiana. Ecco, questa è la linea politica: le new entry.
Mi picerebbe fare un pronostico ma è difficile. Un governo *di così straordinaria potenza* quali far surclassare dalle new entry?
Sirchia? No, non possono farlo. Sirchia è un mito di questo governo di frizzi e lazzi, di p2 e mafia di criminale inettitudine; voglio sperare che non ne esista uno peggio di lui.
Uno che alle porte di luglio vuole censire gli ultra 65enni (quando finisce deve riniziare per depennare i morti e i centenari) da portare al supermercato nelle giornate di caldo soffocante.
Lunardi? Anche qua si spera che dalla cabina di regia (sic!) arrivi un no deciso. Lunardi è sicuramente degno di questo governo, potrebbe essere sostituito solo da Totò Riina ma credo che sia momentaneamente impossibile; ha fatto delle opere mirabili: il progetto per un ponte che non si farà mai ma, che con le sole consulenze per la progettazione ha smosso immensi capitali e fatto girare l’economia (GRAZIE!), ci ha dotato di nuovi giubbini fluorescenti, ci ha dato i punti sulla patente che non si capisce perchè dovrebbero impedire gli incidenti stradali, e poi si esprime sempre con coerenza e pulizia morale; una volta disse che dovevamo convivere con la mafia, oggi invece ribadisce che dal primo luglio ogni bimbo sullo scooter dovrà avere il patentino e non cede a nessuna proroga, salvo poi invitare la polizia a non seguire i motorini che scappano. (E pensare che una volta ti sparavano alla schiena!)
Una new entry al posto di Castelli? Potrebbe essere interessante e magari si potrebbe trovarne uno ancora peggio di lui che fcesse in modo di assecondare la sostituzione di Lunardi con Totò Riina.
Chi altri? Tremonti?
E qua mi fermo... Mi assale lo sconforto, l’ilarità ...scema...
Rita Pani (APOLIDE)

 

Allarme colera al sud

La questione dello smaltimento della spazzatura in Campania non e' nuovo, la decisione estrema dei protestanti e solo perche' nessuno mai ha mosso un dito per questa emergenza da anni a questa parte (a parte la mafia tramite i suoi appoggi governativi) nonostante gli allarmi (la gente stremata dalla
puzza da fuoco alla spazzatura, proteste varie, tutto senza esito da diversi anni), questa non si tratta del G8 ma di una situazione
la cui gravita' e' estrema e la popolazione e' stremata, agli sgoccioli, sara' mafia, saranno i meridionali cattivi o cosa vuoi tu ma non si sherza con la salute; immagina se scoppia un epidemia di colera che schok per la popolazione e scandalo per l'Italia. Questo e' anche, senza voler fare del vittimismo un insuccesso del governo Berlusconi il quale non vede e non sente altro che i suoi affari e la lega che con il suo tre virgola detta legge e sta al governo solo perche' vuole lo stesso
governo fare a pezzi come gia' sta facendo.
Il popolo si butta sotto i colpi delle mitragliatrici anche se la ragione e' difendere la propria vita e quella dei propri figli...
qui' si muore di leucemia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MUOVERSI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Salernitano

6.27.2004

 

Restare di stucco

Pressapoco “provare una tale sorpresa da rimanere sbalorditi, addirittura senza parola, come impietriti. Direi meglio io “Restare di merda”.
Sì perchè è di merda che spesso ci si sente davanti all’abominio quotidiano, quando si scopre cioè che il problema delle discariche partenopee potrebbe essere risolto in breve tempo *affidando alla mafia lo smaltimento, come d’altronde si dovette fare a Milano negli anni ‘90* . Non me lo sto inventando, l’ho appena letto in un forum.
Capire che anche tra i cittadini prevale il teorema lunardi secondo il quale appunto *si deve convivere con la mafia* fa restare di stucco, (merda).

Si resta sempre di merda (stucco?) quando si legge di un calderoli che minaccia la stabilità della poltrona di un Ministro dell’Interno, reo a suo dire, di non aver caricato i manifestanti che io sono andata a guardare in faccia.
Siccome a suo tempo ho subito qualche carica di celerini volevo vedere si trovare qualcuno che mi somigliasse.

Si resta ancora di stucco quando si scopre che mentre in Sardegna è previsto il *rilevamento* (modo elegante di chiamare l’esproprio o il furto) di altri terreni da annettere alla residenza del nano al governo che costa solo di tosa erba 260 mila Euro, e si resta più di merda quando la gente, quella delle piazze reali o virtuali con l’occhio spermatico di un vecchio maiale, in adorazione della nano-ricchezza ti dice “Ma sono soldi suoi...”
E siccome sei là, immobile tra lo stucco e la merda, eviti di dire:
“Eh! No! tutte le potenziali pendenze con l'erario sono state sanate, ricorrendo anche per il 2003, con un esborso di 30 mila euro circa, al condono tremontiano (già utilizzato per 204mila euro nel 2002), malgrado il premier si fosse impegnato a non usufruirne per le sue aziende personali.
Rita Pani (APOLIDE)

 

Sregolatezze del 27/06/2004

Questi intellettuali di destra hanno proprio ragione. Prendete Filippo Facci, una specie di sub-Socci, al quale "il Giornale" offre spazi quotidiani in prima pagina. Non ha forse ragione a pescare con le mani nel sacco i "sinistri" Corrado Guzzanti, Sabina Guzzanti, Giulietto Chiesa, Dario Fo, Luciano Violante e Alberto Asor Rosa, per non parlare di Massimo D'Alema, Andrea Camilleri e Daniele Luttazzi, che gridano da mane a sera contro il conflitto di interessi e la "tirannia" monopolistica di Berlusconi e poi pubblicano (e incassano fior di diritti d'autore) con la sua Mondadori e la sua Einaudi? Tutta questa gente, per coerenza, dovrebbe pubblicare per le Edizioni Partigiane, con distribuzione clandestina sulle montagne, mentre
la grande distribuzione Mondadori-Einaudi dovrebbe provvedere alla
divulgazione dei prodotti del pensiero profondo dei Filippo Facci. Ma ora, Filippo - e l'invito è esteso al saggista Bondi e al romanziere Schifani -
Facci un libro.

DON PANCRAZIO

6.20.2004

 

Andremo ancora a votare?

La prima volta ho detto che noi a votare non ci saremo andati più, a quelli che potrei annoverare tra i compagni. Ricevetti qualche curiosa domanda sul perché delle mie affermazioni e una manciata di sorrisini ebeti e compiacenti, uniti ai commenti bonari sulla mia esagerazione ideologica.
Era un marzo di un paio di anni fa.
Vorrei tanto ritrovarmi a cena con gli stessi compagni di allora e chiedere loro: “ Che ne pensi del congelamento delle prossime elezioni amministrative, che per dirla come Pecoraro Scanio puzzano tanto di golpe?”
Mi piacerebbe sapere perché nessuno ha tenuto nella giusta considerazione la gravissima affermazione del nano, quando in campagna elettorale iniziò a prospettare l’intento di raggiungere il 51% delle preferenze per potersi sbarazzare da qualunque tipo di ostacolo interno ed esterno alla sua coalizione- azienda, ora che le nuove direttive per la riforma della Costituzione Italiana portano sul bilico del potere egemonico del criminale di governo.
Vorrei anche ritrovarmi con un po’ di quelli che giurano di essere compagni e chiedere loro che ne sarà dei nostri voti, quelli dati a naso turato, con un filo di strenue speranza, ma so che le risposte sarebbero sempre le stesse infarcite da dogmatiche elucubrazioni sulle presunte unità atte all’abbattimento del nano-mafioso.
Vorrei sapere che ne pensiamo, cari compagni, di questa vittoria che non sa di vittoria e della loro sconfitta che non è una sconfitta.

Devo ripetermi: “Sei poco attiva, persino nel tuo blog…” mi dicono.
Ammetto, è vero, ma purtroppo continuo a chiedermi se ha ancora un senso quando persino tra quelli che a fatica chiamo “i nostri” riscontro l’assenza di intenti, la totale mancanza di volontà politica tesa al cambiamento.

Sono stata accusata spesso di snobbare la vita “di sezione” d’aver abbandonato l’attività reale per dedicarmi a quella virtuale, e di aver perso quindi il diritto di critica. Oggi potrei avere la mia misera soddisfazione, chiedendo ai compagni di esprimersi in merito alla “questione D’Erme”; potrei rinfacciare ai compagni che il mio abbandono dell’attività politica deriva proprio dall’analogia dei casi.
Abbandonai quando capii che altro non ero che un cavallo da domare e montare (qui il termine montare può assumere due diversi significati e lascio al lettore la scelta).
Così come rischiano di esserlo i movimenti, quelli seri, non quelli capitanati da Nanni Moretti sparito dalla vista come fosse solo l’immagine di uno dei suoi film, senza nemmeno annunciarlo con i titoli di coda che precederono la parola fine.

Ma la colpa è nostra e soltanto nostra. Non siamo abbastanza capaci di fare arrivare il messaggio a chi di dovere, non riusciamo a capire che andare a votare col naso turato è sintomo di mancanza di libertà reale e continuando a farlo accettando zitti qualunque porcheria ci venga proposta senza realmente obbiettare non ci porterà da nessuna parte. Non possiamo e non dobbiamo permettere lo svilimento del nostro voto con gli antichi giochetti di potere, con le spartizioni di comode poltrone, dobbiamo imporre a questa classe politica obsoleta ed inconcludente il nostro reale bisogno.
In fondo sarebbe semplice se si ricordasse che sono loro a dipendere da noi, e non il contrario, come purtroppo appare.
Rita Pani (APOLIDE)


 

«Citizen Berlusconi»: censurato in Italia, in onda in Svizzera

di MARCELLO SANTAMARIA da "l'Unità"

Sempre più spesso, per sapere quel che accade in Italia, bisogna spegnere le tv nazionali e sintonizzarsi su qualche emittente straniera. Nei mesi scorsi, avevano dedicato «speciali» molto seguiti al caso Berlusconi e ai suoi scandali, il francese Canal Plus e la rete pubblica franco-tedesca «Arte». Il Cavaliere non aveva mancato di premere sul collega Raffarin, nel tentativo - ovviamente vano - di bloccarne le repliche. L’estate scorsa il canale americano PBS aveva trasmesso il documentario «Citizen Berlusconi», realizzato dalla giornalista statunitense Susan Gray e dall’italiano Andrea Cairola, prodotto dalla «Stefilm» di Torino, coordinata da Stefano Tealdi. Il reportage aveva poi partecipato nei mesi scorsi a una serie di festival internazionali del documentario. A quello di Oslo, l’ambasciata italiana era intervenuta per ottenerne il ritiro: missione compiuta, almeno per la prima sera, ma poi il pubblico si era ribellato e aveva imposto la trasmissione per la seconda sera. «Citizen Berlusconi» aveva poi concorso al festival di Bergen (Norvegia) e al Festival dei diritti umani di Praga. Anche qui, tentativi di censura da parte dell’ambasciata italiana.
Ora il documentario, allegato due mesi fa al settimanale «Internazionale», è in vendita nelle librerie italiane in Dvd. Due sere fa, la televisione svizzera italiana lo ha trasmesso integralmente in prima serata, facendolo seguire da una dichiarazione dell’onorevole forzista Paolo Guzzanti. Il pubblico, a giudicare dagli ottimi ascolti, ha mostrato di gradire.
Susan Gray ha battuto in lungo e in largo l’Italia, lo scorso anno, al seguito di alcuni personaggi-simbolo dell’opposizione al regime di Berlusconi: Giovanni Sartori, Furio Colombo, Carlo Freccero, Marco Travaglio, Tana de Zulueta. Li ha seguiti nel loro lavoro, li ha intervistati, ha filmato i momenti salienti della battaglia del Cavaliere contro la giustizia uguale per tutti e la libera informazione. Poi, secondo le regole del migliore giornalismo anglosassone, la giornalista ha dato la parola alla «difesa», parlando con il sottosegretario alle Comunicazioni Innocenzi, al direttore del Tg5 Enrico Mentana e al più giovane candidato forzista impegnato in campagna elettorale per la provincia di Roma. I momenti più emozionanti del film sono quelli dedicati ai girotondi, alle grandi manifestazioni in difesa della legalità, della pace contro la censura, alle battaglie parlamentari per l’approvazione a tappe forzate delle leggi ammazza-processi, dalla Cirami al lodo Maccanico-Schifani. E soprattutto alle spudorate dichiarazioni spontanee di Berlusconi che il 17 giugno 2003 rifilò decine di bugie agli attoniti magistrati milanesi per prender tempo in attesa che le Camere gli regalassero l’immunità. Era il 18 giugno. È trascorso soltanto un anno. Ma, visto quel che è accaduto dopo, pare già un secolo. Nel frattempo «Citizen Berlusconi» è stato trasmesso, oltreché negli Usa e in Svizzera, in quasi tutta Europa. In Germania e in Francia lo ha messo in onda il canale Arte. E così hanno fatto la Abc in Australia e la televisione canadese. In Italia, almeno in televisione, nessuno lo ha mai visto.

 

La Catena di San Libero

riccardo orioles

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Falcone. Il governo italiano ha appena fatto una leggina apposta per
far tornare in Cassazione il suo principale nemico fra i giudici,
Corrado Carnevale. Dopo aver votato la legge, i ministri sono saliti
sull'auto blu, sono arrivati all'autostrada Palermo-Capaci, si son
fatti indicare da qualcuno il punto preciso e la' sono scesi e hanno
commemorato virtuosamente.

 

Sregolatezze del 19/06/2004

Sostiene Mastella: «L'appello di Montezemolo alla maggioranza perché metta un freno ai litigi è un invito al buon senso, a quella normalità che la maggioranza degli italiani richiede, uno stop a quel teatrino della politica che il centrodestra e il suo leader a parole dicono di detestare». Si spera che Mastella sia un appassionato di Formula Uno e sappia distinguere fra lo
"stop" e il "pit stop" (con ripartenza, dopo un veloce cambio di gomme e/o un adeguato rifornimento di carburante, ovviamente con lo stesso pilota), di cui invece Montezemolo è notoriamente un buon intenditore.

DON PANCRAZIO

6.15.2004

 

Signori si nasce


 

Sregolatezze del 15/06/2004

L'operazione Di Pietro-Occhetto costituiva, per i professionisti del marketing, il più stimolante e interessante esperimento di queste elezioni. La "stratificazione dei target" è un obiettivo ardito - e raramente centrato - un po' in tutte le branche delle scienze commerciali e promozionali. Insomma, ci si chiedeva con ansia, nei più autorevoli ambienti del marketing scientifico internazionale, se l'ex-magistrato di Mani Pulite e l'ex segretario del Pci-Pds sarebbero riusciti a concentrare sulla stessa lista i consensi dei rispettivi bacini di valori, di sensibilità e di militanza. Negli ambienti politici, ci si chiedeva più prosaicamente di quanti voti Occhetto sarebbe riuscito a privare il leader dell'"Italia dei valori", e quanti dei cinque occhettiani esistenti nella penisola sarebbero
stati indotti dall'accostamento con Di Pietro ad arricchire il bottino delle liste contigue a quella messa in piedi dai due arditi. Il risultato adesso è acquisito: Di Pietro da solo nel 2001 prese il 3.9%, Di Pietro e Occhetto insieme hanno preso oggi il 2,1. Si attende ora con trepidazione il responso
degli studiosi dei flussi elettorali.

DON PANCRAZIO

 
Spero abbiate notato come questa estate le cravatte alla moda hanno il colore della Merda, nelle sue differenti tonalità causate dalla consistenza strutturale, fluidità e derivazione alimentare. Poi c'è chi ci aggiunge di suo...

Il centrosinistra (Ulivo + l'eccetera) con questi dati non vince. Se vincesse sarebbe sottoposto anche a singoli ricatti, poichè penso che la maggioranza parlamentare risulterebbe risicata. Ed un governo deve poter governare libero dalle contingenze e dalle
pressioni particolaristiche.
Ma cosa non con-vince di questo centrosinistra?
Innanzitutto credo bene abbiano fatto Diliberto e Bertinotti (seppur mai nominadosi) a dire che adesso si rende necessaria la costruzione di un soggetto politico, attraverso una federazione politica di tutte le forze che si richiamino ai valori sensibilità e metodi comuni, che caratterizzi identitariamente
questa coalizione di centrosinistra. La novità non sta nel fatto che lo dica Diliberto, cosa che Egli voleva già, ma che la pronunzi Bertinotti: l'operazione assume per lui rischi maggiori tutti interni al suo partito. Metà di esso, infatti, non ha ben salutato il processo di rinnovamento politico ed identitario con la formazione della Sinistra Radicale, a differenza dell'elettorato.
Seppur Bertinotti incassa questo buon risultato, penso che lo sforzo federativo potrebbe costargli anche una qualche scissione. Il PdCI, i Verdi, Di Pietro e Occhetto sono ceerto, invece, non abbiano da difendersi da nulla di tutto ciò!
Una forza che sappia coniugare il meglio dei valori popolari e di solidarietà è necessaria appunto per scongiurare quella deriva reazionaria ed involutiva che è stata punita in tutta l'Europa. Gli europei, anche attraverso il sucesso dei partiti euroscettici,
hanno detto chiaramente che di questa Europa delle burocrazie e delle lobby economiche non ne vogliono sapere. Domandano una identità riconosciuta nello scenario globale, un'identità che non arretri sui diritti e sulle garanzie per pareggiare i conti con un
mondo che sta conoscendo ingiustizie profonde, pieno di guerra, di lavoro sfruttato, di malattia e povertà, che sta ormai alla lisca. Domandano un'Europa di pace e solidarietà. Spetta a
qualcuno dire che questo è il solito problema: la
redistribuzione delle risorse, fra noi europei, e fra europei e il resto del mondo. Credo che Fassino, in comizio a Padova, abbia fatto bene a richiamare la lezione di Berlinguer sull'austerità, poichè è proprio di questo che il centrosinistra abbisogna.
Credo sia chiaro a tutti che la redistribuzione delle risorse nelle nostre società comporta anche il comprendere che non possiamo consumare tutte le risorse che consumiamo attualmente, anche il nulla delle suonerie ai cellulari! Dobbiamo consumare meno, guadagnare meno tutti, rinunziare alla "qualità della
vita" della vacanza a Cuba anzichè alla spiaggia barese di Pane e Pomodoro. Ci vuole austerità, appunto.
Una sinistra che sappia anche poter lanciare una sfida politica e organizzativa della società che sia visibilmente differenziata dai valori captativi di questo convitato tardo-reazionario che governa l'Europa.
In verità devo riconoscere che non sono felice delle elezioni vinte con gli industriali. La loro cultura come classe dirigente di questo paese è sotto gli occhi di tutti: nessuna politica economica e industriale che esca dai particolari interessi di
poche persone, esportazione o delocalizzazione del conflitto sociale interno e delle merci all'estero (anche le guerre muovono a questo obiettivo!), depauperamento della qualità della vita, venuto a consapevolezza anche perchè ci si è impoveriti così
tanto da non poter sublimare con le auto di lusso l'involuzione qualitiva che già soffrivamo, ed eccetera.
Se a sinistra riprendiamo un po' il filo del discorso, se al centro riprendono un po' il filo del discorso, saremo capaci di tessere un patto che comporti, con metodi riconosciuti da tutti, un progetto, un itinerario sociale e politico per stringere
un'"alleanza" con il Paese.


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Marione (RISCOSSAROSSA)

 

Fardelli d’Italia

E, dunque, è andata anche questa! Adesso, dal momento che la coalizione governativa ha tenuto, la tentazione del sottotraccia di “posticipare” le regionali dell’anno prossimo accorpandole alle politiche del 2006 si fa sempre più concreta. Salvo che non si evinca che la maggioranza tenga anche in quell’occasione. Insomma, forse il ricorso ai “colonnelli” previsto dal piano di rinascita della P2 non sarà necessario e li lasceranno parcheggiati a fare le previsioni del tempo.
Tutto nella norma, quindi, anche se qualche eccezione, ad onor del vero, c’è stata. A Napoli, ad esempio, la presenza della lista civetta dei Verdi verdi ha rischiato di far rimandare la consultazione elettorale a causa del nome fuorviante che troppo richiamava quello dei Verdi. Inevitabilmente sono sopraggiunte le polemiche con reciproci scambi di accuse. Poi tutto si è ricomposto e si è votato. Si è però verificata una spaccatura all’interno dei Verdi verdi. Infatti, gli ecologisti più propensi ad una politica di sviluppo in ambito enologico si presenteranno alla prossima tornata elettorale sotto le insegne dei Verdi verdicchio, mentre il filone sudamericano ha deciso di fondare un partito che tenesse nella giusta considerazione le tradizioni delle popolazioni provenienti da quel continente, con particolare riferimento al ballo: Salsa verde sarà il nome con cui li vedremo candidarsi. Un’altra corrente, più apertamente schierata con le problematiche degli operatori del settore alimentare quotato in borsa, Parmalat in primis, hanno dato vita al movimento dei Verdi al verde. Quest’ultima lista si è poi ulteriormente scissa, in quanto alcune frange estremiste appartenenti alla corrente dei melomani ha costituito il partito dei Verdi Giuseppe.
Ma, a parte questo, tutto è filato via liscio con grande soddisfazione di tutti gli schieramenti.
Merito anche dei nomi nuovi che si sono affacciati alla ribalta politica: De Michelis, per citarne uno. Egli, si è presentato sfoggiando un nuovo taglio di capelli tenuto assieme da una gelatina a base di strutto ogm e cogliendo un significativo successo per il suo partito: un bel 2% che però egli considera in ragione del doppio. Sembra proprio che aiuti bere un fiasco di quello buono prima di osservare i risultati. Questo millantato quattro per cento gli permette di dettare condizioni allo schieramento governativo qualora quest’ultimo volesse annoverare tra le sue fila il Nuovo Psi. Come prima conditio sine qua non, la casa delle libertà dovrebbe rinunciare alla locuzione “centrodestra”. Per De Michelis sarebbe infatti più opportuno rientrare in una coalizione schierata verso il “centrodallaltrapartedellasinistra”. Ma comunque è innegabile che Forza Italia abbia avuto un consistente calo di preferenze, anche in Sicilia . E allora è quasi d’obbligo chiedersi: coloro che si sono ricreduti non votando ancora per Berlusconi, intendono avvalersi dei benefici di legge previsti per i pentiti di mafia?
Certo, queste elezioni hanno distratto un po’ tutti dai gravi problemi che affliggono il Paese. No, non gli undici anni di reclusione chiesti dal pubblico ministero nei confronti di Dell’Utri dei quali non si è più avuta notizia, no! E’ tempo di metterci bene in testa che ci sono anche cose dannatamente serie. Ad esempio non si è avuto modo di affrontare con la dovuta attenzione la spinosa faccenda concernente i calzini di Totti. I maggiori quotidiani recitano il mea culpa e si interrogano sulla questione consultando fior di esperti che si sbilanciano in analisi tecniche sull’opportuna temperatura di ammollo mentre qualificati opinionisti suggeriscono l’ammorbidente più indicato. Il ministro Pisanu ha ricevuto un rapporto dei servizi segreti che addossa precise responsabilità agli anarco insurrezionalisti che, in collaborazione con cellule di Al Qaeda infiltrate tra il personale portoghese, avrebbero sabotato i fustini di detersivo nel ritiro della squadra italiana con perborato avariato.
dirtyboots

6.09.2004

 

Ostaggi

Signore e Signori, ecco a voi gli ostaggi, gli eroi, i sopravvisuti, i gadget di questa insana campagna elettorale, fatta di posta anonima nelle cassette, di funzionari regionali non candidati che scrivono lettere di propaganda pro governo che rasenta la corruzione, promettendo danaro alle piccole imprese locali.
Una campagna elettorale iniziata il giorno dopo le ultime disastrose elezioni che non si concluderà nemmeno dopo queste.
Una commedia italiana, patetica e triste come in fondo sono gli autori stessi, che rasenta il ridicolo quando la recita passa al nano-ridicolo in collegamento dall’altra parte del mondo:
“Sono stato io a dare il via all’operazione!”
Peccato che la verità su questa storia non si saprà mai, peccato che non si saprà mai quale sia stato il ruolo dei polacchi, peccato che nessuno spiegherà mai l’imbarazzo dell’ignoranza di un generale americano, sbattuto in onda senza aver avuto nemmeno il tempo di procurarsi un copione.
Una commedia recitata male, fatta di premonizioni e bimbi veggenti che ‘indovinano’ la data del ritorno dello zio-eroe-ostaggio.
Una commedia classica italiana da teletrasmettere in TV, ovviamente, per far pasteggiare un popolo avido di gossip, lacrime e gioie altrui che aiutino a dimenticare le proprie, o a far dimenticare che la gioia è sempre meno.

L’ostaggio morto?

Nessuno sapeva che fosse stato ucciso, e il fratello di Quattrocchi stenta a crederci.

Anche io, ma sono malfidata, si sa...

E quando finirà questo spottone, qualcuno ci racconterà minuto per minuto quello che accade in Italia?
Che ne so? Magari degli 11 anni di galera chiesti dal PM per dell’utri, che parrebbe mafioso di professione, politico per convenienza.
Forse, ma solo dopo il 13 di giugno.
Rita Pani (APOLIDE)

6.06.2004

 
Sregolatezze del 06/06/2004


Ricordate il Di Pietro della stagione di Tangentopoli? Ora è tutta un'altra musica. «Bologna, 5 giu. - C'è anche Antonio di Pietro a Rimini, per la grande serata da ballo all'aperto organizzata dalla Lista di Pietro-Occhetto nell'ambito della campagna elettorale per le Europee, in difesa della tutela
dei posti di lavoro di tutti coloro che lavorano nell'ambito delle
discoteche e del divertimento notturno. L'iniziativa, voluta dallo stesso Di Pietro, è stata organizzata dalla tesoriera nazionale e segretaria regionale dell'Emilia Romagna della lista Di Pietro-Occhetto, Silvana Mura, candidata nella circoscrizione nord-est. Per l'appuntamento, nella pista di go-kart di
Miramare, sono attesi fino alle 22 di questa sera centinaia di giovani da tutta Italia». Così nessuno potrà più dire - comunque vadano queste elezioni - che Di Pietro ha ballato una sola stagione.

DON PANCRAZIO

6.04.2004

 
Sregolatezze del 04 giugno 2004

Dalle ore17 alle 23 di oggi, in piazza Navona - per iniziativa del sedicente "quotidiano di idee e di testimonianza" denominato "L'Opinione delle Libertà" - dovrebbe svolgersi una "maratona oratoria" alla quale avrebbero assicurato la propria partecipazione «oltre sessanta personaggi
rappresentativi della politica, della cultura, dello spettacolo e delle professioni» fra i quali i celebri Daniele Capezzone, Antonio Tajani e Stefania Craxi. Un vero e proprio "Freedom Day", per dimostrare che «"a Roma l'antiamericanismo non è pensiero unico». Il direttore Arturo Diaconale chiede che la notizia della manifestazione «non venga rimossa ma venga ripresa». Come rimanere insensibile a questo accorato auspicio? Nel paese della Casa delle Libertà, tutto è sopportabile, persino la compressione della libertà di opinione, ma dell'Opinione delle Libertà proprio no. Di quella non si dovrà e non si potrà mai fare a meno.

DON PANCRAZIO

 

CHI E’ NUNZIO D’ERME

Denunciato per il "regalino profumato" (150 litri di letame) portato sotto casa del berlusca, viene arrestato pochi giorni dopo per la partecipazione alla manifestazione del 4 Ottobre contro Berlusconi e il Consiglio d’Europa. Per molti dei Centri Sociali Autogestiti è un compagno e un fratello.
Nunzio ha 42 anni. Diplomato geometra, istruttore di nuoto precario da 20 anni in una piscina comunale. Negli anni 70 e 80 partecipa alle lotte del movimento; conosce il carcere minorile per uno scontro con i fascisti.
Negli anni ‘90, dopo aver partecipato alle lotte per la casa nelle periferie romane, occupa insieme ad altri il Centro Sociale CORTOCIRCUITO, nella borgata del Lamaro a Cinecittà. Sono questi gli anni dell’incontro con le suggestioni che arrivano dal Chiapas , della fondazione dell’Associazione "Ya Basta" e della relazione con tutti gli altri Centri sociali in Italia, compresi quelli marchigiani (Nunzio era a Milano nel settembre del 94 contro lo sgombero del Leoncavallo). E’ il tempo delle Tute Bianche e dei treni per Amsterdam per andare a contestare l’Europa di Maastricht.
Da sette anni è consigliere al Comune di Roma, come indipendente nelle liste del PRC. Nunzio è diventato il punto di riferimento di qualsiasi lotta o conflitto o protesta nella città. Tutti sanno che in Campidoglio siede un consigliere che sta dalla parte di coloro che non hanno voce né diritti.
In sette anni Nunzio affina le sue capacità mentre si allarga la rete delle insorgenze: dalla casa all’elettrosmog, dai Centri Sociali ai migranti, dagli LSU ai lavoratori delle cooperative sociali, ai ferrotranvieri, ecc. Ma è in prima fila anche nel movimento No Global: con le Tute Bianche a chiudere il CPT di Via Corelli a Milano, a Bologna contro l’OCSE, a Roma contro Heider, a Genova per Mobilitebio e poi, naturalmente, con i Disobbedienti contro il G8. Nel 2002 è in Palestina a fianco di Arafat nella sua residenza accerchiata dall’esercito israeliano.
Poi la storia più recente: la disobbedienza alla guerra globale e permanente. Nunzio accumula rapidamente una sequela di denunce per essersi opposto alla macchina bellica occupando piste di aereoporti, attaccando le banche armate, contestando le fabbriche d’armi, ecc. Infine l’esperienza di Action (Agenzia Comunitaria per i Diritti) e l’apertura di una nuova fase del diritto all’abitare. Centinaia di appartamenti in mano a grandi proprietà, vengono occupati per i senza casa: Nunzio viene denunciato ancora una volta. Malgrado le denunce, nell’Aprile di quest’anno, D’Erme lavora alla stesura di una delibera comunale che assegna la casa ad un centinaio i famiglie di occupanti. La delibera viene approvata.
Ora la candidatura in Europa come indipendente nel collegio "Italia Centrale".


6.03.2004

 

un piccolo gesto


 

Sregolatezze del 03/06/2004

Montezemolo, dopo ogni vittoria della Ferrari, inneggia al "gioco di squadra", con una punta (Shumacher). Quando è entrato nella Federazione editori, sapendo di non avere tempo per occuparsi seriamente di giornali, Montezemolo aveva subito anticipato: dovremo fare un "gioco di squadra", senza punte. Assumendo la presidenza della Fiat, Montezemolo ha annunciato: «faremo gioco di squadra», con una punta titolare (Sergio Marchionne) e una
in panchina (John Elkann). Del resto, insediandosi alla presidenza della Confindustria, Montezemolo aveva dichiarato: per il Paese ci vuole il "gioco di squadra". Escludendo il modulo a una punta, tanto caro al milanista Berlusconi, e quello a due (al quale era costretto, per mancanza di punte, il romanista Capello), ma non precisando nemmeno se vuole un modulo a tre
punte (Confindustria-sindacato-governo), a quattro (con l'aggiunta
dell'opposizione) o addirittura a cinque (con i "poteri forti"). Eppure dovrà scegliere: gli Europei sono alle porte.

DON PANCRAZIO

6.02.2004

 

2 Giugno

Quando si dice la guerriglia!
15 simpatizzanti terroristi fermati per aver tentato di lanciare palloncini.
Sono atti, per dirla alla Mentana, racapriccianti.
Atti di una gravità inaudita, se si pensa alle terribili conseguenze che avrebbero potuto arrecare alle forze armate, poco più in là schierate, bardate di tutto punto, dalla divisa storica, al missile al rimorchio.
E poi, cazzo, tirare palloncini per aria è veramente un atto criminale, fortuna che pisanu aveva schierato almeno 10.000 (in lettere: diecimila) uomini armati fino ai denti, giubbotto antipalloncini compreso, per vigilare e prontamente impedire questi atti di guerriglia.
C O M P L I M E N T I.
E c’erano anche quelli in borgese, tra i 10.000 (diecimila) che hanno prontamente fermato almeno 20 simpatizzanti terroriste, forse kamikaze, fasciate dalla bandiera della pace.

Hanno sfilato anche i “soldati tecnologici” sono quelli che sparano i proiettili intelligenti che non uccidono ma provocano solo blandi effetti collaterali, quali amputazione degli arti per errore, cecità per sbaglio, talvolta casualmente anche la morte per ammazzamento, ma, dotati di computer e di bugiardini per una corretta posologia; sfilano al passo con i tempi, accanto ai poliziotti di quartiere, che vengono assunti presso le agenzie specializzate in mode e modelli, dieci alla volta, in prossimità delle elezioni, con finalità sociali, quali ripulire i quartieri bene dalla presenza fetida degli extracomunitari ed arredare i giardini pubblici con la loro presenza griffata.

C’erano tutti, proprio tutti. 2500 i posti riservati alle autorità ed è quindi impressionante rendersi conto di quante personalità possieda questo nostro strano e democratico paese.

Ma lasciando da parte l’ironia, il 2 giugno è una data importante per l’Italia, è una data storica al quale hanno deciso di partecipare 2500 autorità nostrane; la storia è la storia, la nostra storia.
Ma questo la moratti non lo sa.

Nel XX secolo della Storia versione Moratti non c’è spazio per il nazisfacismo e per la Resistenza, né per il colonialismo. Scompaiono, assieme alle grandi rivoluzioni russa e cinese, dai piani di studio, dissolti nella riscritura dei programmi. Le «Indicazioni nazionali» infatti costruiscono intorno ai fatti tragici degli anni 30 e 40 una sorta di Torre di Babele temporale. I ragazzi delle scuole medie studieranno, compresso tra «la prima guerra mondiale», «l’età delle masse e la fine della centralità europea» e «la seconda guerra mondiale», un generico «i totalitarismi», dentro cui tutto si mescola, tutto si confonde e appiattisce. (Intero Articolo)

Questa mattina in un servizio giornalistico in TV si chiedeva al popolo perchè oggi fosse festa. Il più onesto ha risposto “Perchè non si va a scuola!” Solo un paio ricordavano del referendum che rese l’Italia una democrazia.... Tra un paio d’anni non oso pensare cosa si risponderà.

In sintesi, oggi, 2 giugno, l’Italia ha festeggiato la democrazia impedendo ai palloncini di volare ed applaudendo il passaggio di missili e carri armati.
Sono certa che da qualche parte, esista un senso logico, il problema è trovarlo.
Rita Pani (Apolide)


 

Voci Italiane

Ma di chi saranno le voci in italiano che rispondevano a Quattrocchi (che
chiedeva qualcosa) "Neanche per sogno!" e che dicevano, insieme agli iraqeni
che sparavano con il mortaio verso la postazione di Vanzan "Guarda qua"?
Spero che non sia quello che penso...anche se spiegherebbe molte cose sulla
conoscenza politica e l'interesse per l'italia dei terroristi iraqeni.

Marcello

 

Sregolatezze del 02 giugno 2004

La Juve, la Coppa America, i Mondiali di Calcio, la Rcs video, il Bologna calcio, Edvige Fenech, la presidenza della Ferrari, la presidenza della Federazione Italiana Editori di Giornali, la presidenza dell'Associazione degli Industriali di Modena, la presidenza della conglomerata "Charme", la presidenza della Confindustria, la presidenza della Fiat...
E poi dice che una laurea da Avvocato non serve a niente.

DON PANCRAZIO

 

 

MANIFESTAZIONE

Via Bush e la sua guerra dall'Italia
Cagliari, 4 Giugno, ore 18, Piazza del Carmine
Via le truppe di occupazione dall' Iraq
Via le truppe di occupazione dalla Palestina
Via la base Usa da La Maddalena
Via l’Italia dalla guerra

L’Italia ripudia la guerra… (art. 11 della Costituzione)

Corteo: piazza del Carmine, via Sassari, via Roma, via XX settembre, via Sonnino, piazza Garibaldi



6.01.2004

 

Sregolatezze del 01/06/2004

Persino per Umberto Ranieri, "riformista" diessino, c'è bisogno da parte
degli Usa di "un mutamento di stile, di tono, e soprattutto la definitiva
riconsiderazione della impostazione unilateralista". Così Ranieri e i suoi
amici si esprimono per criticare la Casa Bianca, responsabile di una guerra
"preventiva", di stragi, di occupazione di un paese come l'Iraq, di torture
e di un'azione sistematica di smantellamento della legalità internazionale.
Questione di toni (e di sensibilità). Delresto Ranieri non crede che "sarà
Bush a determinare la svolta di cui c'è bisogno", nel senso che il nemico
giurato della pacificazione è proprio lui, Bush. "E tuttavia", aggiunge
Ranieri, "egli è oggi il presidente degli Usa e in quanto tale sarà a Roma
il 4 giugno". E quindi bisogna partecipare alla manifestazione "con" tale
statista "senza se e senza ma". Insomma, Ranieri non ci pensa nemmeno a
rendere onore a Bush, visto quello che ha fatto in Iraq: lui vuole onorare
invece "il presidente degli Stati Uniti" nonostante quello che Bush ha fatto
in Iraq. Si deve dire che i "riformisti" diessini ci avevano abituato a ben
altre sottigliezze.

DON PANCRAZIO

 

Il 2 Giugno

Ora il pezzo di m...... texano viene a Roma, dal suo compare, pezzo di
m..... italiano. Cosa venga a fare, lo sanno tutti: a mettere a punto i
brogli elettorali scientifici, esattamente come hanno fatto tre anni or
sono, per poter vincere, visto che allora il gioco è riuscito, uno da questa
parte e l'altro dall'altra parte. C'è da augurarsi che, almeno stavolta, i
loro brogli non riescano a sortire il nefasto effetto che loro si auspicano.
Allora si, che forse potremmo tirar fuori, finalmente, la testa dalla
m.........

Aldo

 

Recupererà l'Italia una dignità nazionale?

Quando Berlusconi se ne sarà andato alle Bahamas e ci saremo liberati
dalla sua gang piduisto-mafiosa. L'Italia riuscragionevoli a recuperare dugnità di nazione? O dovremo subire
umiliazioni per anni come toccò al grande Degasperi dopo il fascismo?

Tra cose immonde, cafonate, insulti siamo crollati nella disistima
totale delle nazioni europee e mentre i pirla si consolano con le
pacche di Bush e le finte amicizie di putin, sia USA che Russia ci
disprezzano come non avveniva da quasi un secolo.

Che dite? Quanto tempo impiegheranno i nuovi governanti a convincere
il mondo che quella di berlusconi è stata solo una disgrazia?
Purtroppo è riaffiorato anche una caratteristica iitaloica:
l'ammirazione per il "fubbi", per quei criminali che riescono a farla
franca...
e.

 

FOR-ZA CA-GLIA-RI!!!

L’avevano chiesto anche a Gigi Riva, ma lui aveva declinato l’invito.
Così dato che il Cagliari si avvicinava all’ambito traguardo della serie “A” hanno pensato bene di girare la richiesta di candidatura a Massimo Cellino, presidente della squadra di Zola e Suazo.
Eccotelo allora il candidato forzidiota a comiziare nelle piazze dei piccoli centri isolani, dare il suo appoggio a Pili, il figlio di domenico, clone invertebrato del nano di Arcore, mentre la folla osannante (For-za Ca-glia-ri!), figlio dei costanzi e delle de-filippi, si sbraccia per rubare un autografo.
E la politica?
“Fa schifo...Non me ne occupo...Non mi interessa...Non parlo di politica.”
Chi meglio di un presidente di una società sportiva per fare politica?
Forse un imprenditore?
Ed in effetti Massimo Cellino è un imprenditore... Il ladruncolo della SEM Molini, l’armatore della sua flotta di navi mercantili...

Ma la gente, la mia gente sarda che farà?
Le elezioni coincidono con l’ufficializzazione del Cagliari in serie “A”, e allora, andrà a votare sazia, o ricorderà la figura dell’esimio presidente?

Mah!

Il mio compito è aiutare il ricordo, non relegare all’oblio, e per onestà intelletuale devo dire che anche l’altro fenomeno della neononpolitica sarda, Soru, strizzò l’occhio a Cellino, il quale per altro....

Massimo Cellino:
Presidente del Cagliari Calcio e azionista di maggioranza e amministratore della SEM Molini Sardi, la società di famiglia che si occupa della commercializzazione di frumento con un giro d'affari di svariati miliardi, Massimo Cellino entrerà nella cronaca giudiziaria nel 1996 quando verrà arrestato insieme alla sorella Lucina, su richiesta del PM Valerio Cicalò, per una pretesa truffa alla UE relativa alla denuncia dell'acquisto di scorte di grano inferiori a quelle effettivamente esistenti; il procedimento nasce, fondamentalmente, dalle stime, ritenute da più parti discutibili, effettuate da un commercialista, Alessandro Ciotti, legatissimo al PDS in quanto figlio di Carlo Ciotti, capo di gabinetto della Giunta Palomba.
Il procedimento penale si trascinerà a lungo, e si concluderà solo agli inizi del 2000, quando Cellino patteggerà col PM De Angelis una pena minima, sulla base di un'imputazione assai meno <> rispetto a quella originaria; Cellino, tuttavia, è stato recentemente condannato anche per falso in bilancio, nell'ambito di un procedimento stralcio derivante da quello inerente alle pretese truffe all'AIMA.
Massimo Cellino da ultimo ha preso interessi anche nel settore dell'edilizia, in particolare relativamente ad aree nella zona <> di Cagliari; come presidente del Cagliari Calcio, ha capeggiato la recente rivolta dei presidenti delle squadre di serie B e, in termini politici, pare essersi spostato a sinistra, instaurando intensi contatti coi massimi dirigenti DS e preannunciando il suo sostegno a Renato Soru.
(Da Malaiustitia Calaritana)
Rita Pani (Apolide)




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