2.28.2005

 

Stato confusionale.

Il mio stato confusionale aumenta.
Chi siamo, dove andiamo?
Ed in principio fu l’Alleanza, ma poi divenne GAD che sfociò nell’Unione.
Ieri è nata la FED.
Partire con le idee chiare, è un buon passo, quello che può portarci alla fiducia in questi vecchi, nuovi uomini che, assunti alla Fabbrica del programma lavorano con solerzia.
Primo punto?
Come mettere su casa.
Caro Professor Prodi, la ringrazio molto per aver pensato di consigliarmi come mettere su casa, ma probabilmente le sfugge il fatto che da Giungo scorso non ho trovato ancora uno straccio di contratto temporaneo di lavoro, e stando così le cose, presto dovrò lasciare anche il monolocale che ho in affitto a 550 euro mensili.
La pregherei di esortare i suoi pensatori, ad inventarsi qualcosa anche per chi come me a breve, dovrà andare ad occupare una panchina in un parco pubblico?

Già. Concetti troppo rudi da esprimere mentre la notte si affaccia. Meglio parlare d’altro, per esempio della lodevole iniziativa della nuova associazione *Milano Young* fondata e formata da sensibili ed impegnati giovani milanesi quali un coveri, un moratti, un tronchetti provera e soprattutto una giovane nana arcoriana, che decidono sull’onda emotiva dello tsunami di riunirsi per scopo sociale e donare danari all’UNICEF.
Talmente lodevole l’iniziativa che la figlia del piduista, è riuscita ad apparire sulla pagina di Repubblica, dedicata alla cultura.
Voi direte... “Cazzo c’entra la figlia dell’unto con la cultura?” C’entra, c’entra, infatti domani sarà ospite di Verissimo.
E se per caso vi chiedeste che c’entra Verissimo con la cultura.... Vi rispondo io: un cazzo!

Rita Pani (APOLIDE)

2.25.2005

 

Il portavoce del Papa? Gianni Letta

Diario del capitano: data astrale 4 punto 53 punto 6 virgola 7.
La guardia marina Guevina è stata colta da allucinazioni senza nemmeno aver bevuto l’ottima birra romulana....

Il Papa è stato operato d’urgenza nella notte: una tracheotomia per favorirne la respirazione. Al policlinico gemelli davanti alle telecamere di tutti i Network mondiali, il portavoce del Papa, il cardinale Gianni Letta, da non confondersi con Renato Balestra data la somiglianza, rassicurava il popolo dei fedeli:
“Il Papa ha detto”... Dopo l’operazione “il Papa ha fatto un gesto.”
Gianni Letta... Ma vuoi vedere che il prossimo Papa sarà....?

Su RAI2 finalmente la verità sul G8 di Genova. Black Blok organizzati, intercettazioni telefoniche archiviate o materiale processuale di Cosenza, intercettazioni telefoniche di parlamentari. Carlo Giuliani non è mai morto, alla Diaz non è successo nulla e la polizia non ha compiuto pestaggi.

Rischio incidente diplomatico tra GB e USA: Camilla parker Bowls non è bene accetta alla Casa Bianca: E’ ANCORA DIVORZIATA. L’esportatore di democrazia, pluriassassino Texano, ex alcoolista, criminale di guerra, sterminatori di popoli, benemerito salvatore di un tacchino all’anno, non può assolutamente consentire che una divorziata metta piede alla Casa Bianca, perchè oltre alla guerra al terrorismo è in atto un processo inesauribile verso la moralizzazione.

Finalmente uno scoop!!!
Il vizietto di Al Zarqawi Forse omosessuale il pericoloso terrorista
Il pericoloso terrorista non è solo un terrorista ma anche gay. Inchiodato da un’altra intercettazione telefonica dove un altro quasi negro, terrorista islamico, dichiaratamente omossessuale gli ha detto: “Mi manchi!”
Io me lo figuro questo che fa outing (si dice così nell’era post Cecchipaone):
“Salve sono Mohammed Hussein, pericoloso terrorista islamico, ed ammetto di essere omosessuale.”
Che dire? Almeno sono stata smentita, ancor prima che io parlassi. Pensavo che gli ultimi rimasti a parlare dell’Iraq e della devastazione democratica di quel paese fosse rimasto il Manifesto, in ansia per la sua giornalista rapita, Giuliana Sgrena, ed invece ecco nuove e scottanti rivelazioni che aiuteranno a capire le motivazioni ancora non chiare della terribile invasione amerikana.
Portare la democrazia e moralizzare. Via i terroristi, i terroristi gay e perchè no? Anche i divorziati.

Long Life And Prosperity.

Rita Pani (APOLIDE)

2.23.2005

 

Cronaca di una partita annunciata

Si avvicinano le elezioni regionali e, per questo motivo, si è ormai transitati dall’informazione di regime al regime di par condicio. Ciò significa che in televisione, ad esempio, non si deve dire niente. Vale a dire, come prima, solo che adesso è per legge. Ecco dunque la cronaca di una partita di calcio, trascritta per ottemperare a tale legge e senza intervalli pubblicitari. E non ci vuole nemmeno il decoder gratuito a pagamento!

“Buonasera amisci lettori, ci colleghiamo in diretta dallo stadio Italia proprio nel momento in cui le due squadre stanno effettuando, ora e sempre, una scelta di campo. L’arbitro avrà il suo daffare per garantire la regolarità del gioco. Le prime avvisaglie di quel che ci aspetta si hanno fin dal sorteggio: De Michelis, in un impeto nostalgico degno dei migliori tempi, con una finta alla Craxi, si produce nel furto della monetina quando questa ancora non ha raggiunto l’apice della parabola. Questo gesto provoca sugli spalti, gremiti in ogni ordine di posti, reazioni contrastanti: dal giubilo del pubblico della curva Destra, si passa agli applausi tributati dalla tribuna Centro, fino ad arrivare ai fischi dalla curva Sinistra. Inizia la battaglia degli striscioni: gli ultrà della Destra ne srotolano uno immenso che recita: “Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi” suscitando l’immediata risposta dalla Sinistra: “Infatti: siete tutti a piede libero!”
L’allenatore Berlusconi sorride e impartisce le ultime istruzioni ai suoi. L’incontro appare subito impari: di fatto, la squadra del presidente Berlusconi, sorridente in tribuna, è in evidente superiorità numerica. Tuttavia, lo schieramento avversario non si mostra intimorito.
Fischio d’inizio ed è subito un vero e proprio assedio attuato nei pressi della porta custodita da Ciampi, detto “er saracinesca”, che deve supplire con il suo talento alle amnesie e alla staticità di una difesa d’opposizione sterile e confusionaria. La partita non è bella: tanti i falli da una parte e dall’altra portano come conseguenza la frammentazione del Paese. Alla fine del primo tempo, grazie ad un’invenzione di Tremonti che con un condono tombale mette fuori causa l’intera difesa avversaria, il bomber Berlusconi assesta sorridente un colpo mortifero di finanza creativa.
Ma le cose sono destinate a cambiare nel corso del secondo tempo: il terzino Berlusconi ha il sorriso affannoso... ha bisogno di prendere un po’ soldi per dare respiro alla manovra finanziaria, pertanto annuncia la riprivatizzazione delle Poste e la vendita di una nuova tranche di Enel. A questo punto... clamoroso: la moviola chiarisce il labiale di Siniscalco mentre pronuncia un “non ne sapevo niente” che evidenzia il suo ruolo di fantoccio. Purtroppo, è prematuro azzardarne l’uscita quando, proprio Siniscalco, aveva sostituito il fantasista Tremonti. L’incontro procede sulla falsariga della prima frazione di gioco quando, all’improvviso, verso la metà del secondo tempo, Ciampi, con un prodigioso colpo di reni, ha rinviato alle Camere la legge salva-Previti, uno dei tanti colpi ad effetto anticostituzionalità più volte tentati dalla Maggioranza nella speranza, finora vana, di scardinare le ultime difese del Paese e mettere al sicuro il bottino. I capovolgimenti di fronte, adesso, mettono in seria difficoltà la Maggioranza. Rutelli capisce il pericolo e tenta il tutto per tutto, rovesciando la sua maglietta doubleface e schierandosi con l’altra squadra. Invano. Nulla può la Moratti quando Darwin si riprende dall’infortunio che lo aveva messo temporaneamente fuori gioco ed è riabilitata la teoria dell’evoluzionismo. Bossi, che sulla presunta inconsistenza di quella concezione, sperava di avere buon gioco, è definitivamente surclassato e a nulla valgono i suoi disperati tentativi di accampare la superiorità della razza padana nei commenti di fine partita.”

Com’è finita? Amisci, se c’eravate, l’avete visto. Se non c’eravate... che culo!
dirtyboots

 

L'uomo della provvidenza.

Dobbiamo r-esistere è un dovere morale, r-esistere alla tentazione di smettere di leggere i giornali, r-esistere alla tentazione di lanciare i televisori fuori dalla finestra, r-esistere alle tentazioni che ci porterebbero a compiere atti dei quali dopo dovremo pentirci. Non è facile.
Siamo governati da uno psico-despota ignorante ed arrogante che ruba persino la scena al cadavere ancora caldo di Don Giussani.
Fu lui a dirmi che ero l’uomo della provvidenza.” Il senza vergogna di Arcore così dichiara senza alcuna originalità, attribuendo le parole che furono rivolte da Papa Pio XI a mussolini a Don Giussani per se stesso.
D’altronde non è la prima volta che il malfattore di Arcore si atteggia a duce e, pensando alla storia e ai corsi e ricorsi storici, ammetto che se fosse vero, non mi dispiacerebbe. La storia infatti finì con Piazzale Loreto e se tutto torna... Potrebbero esserci delle speranze.
Siamo in par condicio; una volta mi piaceva questa legge, depurava i teleschermi dalle solite immagini di propaganda, modello istituto Luce, ma si sa che fatta la legge, trovato l’inganno e allora se si sono guardati i TG di ieri si è scoperto che il terrorista guerrafondaio americano è arrivato in ginocchio per baciare le mani al psico-dittatore di Arcore, che l’Europa è una cosa astratta, che i Francesi sono stati asserviti ai due complici italoamericani. Balle, ovviamente, ma che importa? E sarà stato anche per via della par condicio che, quasi sottovoce qualche audace TG annunciava il ripescaggio del vecchio decreto legge per mettere al bando le cluster bomb, prodotte e detenute anche dall’Italia democratica che ripudia la guerra, presentato da molti partiti politici. Quali? Siamo in par condicio, quindi non si dice, si lascia che quel *molti* o *diversi* lascino presagire all’elettore (notoriamente stupido come un bambino di 11 anni seduto all’ultimo banco) che ci sia di mezzo anche la destra guerrafondaia. Balle, ovviamente, ma che importa?
Eppure dovrebbe importare dal momento che per avere un moto di civiltà, questo paese rincretinito, non avesse dovuto attendere che Giuliana Sgrena fosse rapita in Iraq, e presentata al mondo in lacrime a ribadire il bisogno di pace e la violenza di una guerra assurda.
Siamo in par condicio, quindi tutti zitti, nessuno potrà apparire ospite in un reality show a cantare Vidi o mare quant’è bello, spira tanto sentimiento, con accompagnamento del parcheggiatore, ma si potrà annunciare al mondo “Privatizziamo le poste italiane”. Sì l’ultima geniale trovata dell’uomo della provvidenza che, dopo averle spolpate e rese inefficienti, ora le privatizza e magari se le compra. Buffo. Pensate che in tutta Italia le poste sono state dimezzate, a Carbonia, per esempio, mio padre pensa di fare causa alle poste perchè riceve le sue lettere ogni 15 giorni, un amico dal Friuli mi ha spedito dei CD che ormai hanno fatto la muffa ma non sono mai arrivati, però?
Però c’è un luogo ameno dove tutto va al contrario. Si tratta di Cologno Monzese, paese da Guinnes di primati, l’unico centro in Italia dove le poste sono state potenziate con uno sportello in più dedicato a Mediaset. E non sono balle, purtoppo.
Potrei anche andare avanti, ma mi fermo qui, perchè mi assale la noia, lo sconforto e il disgusto e se socchiudo gli occhi... Piazzale Loreto. Non è bello, lo so... R-esisterò.
Rita Pani (APOLIDE)

2.21.2005

 

Come Dorian Gray

E’ come la bellissima storia narrata da Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”. Solo che è molto più ridicola.
Mentre l’immagine pubblica del malfattore di Arcore si sgretola, a lui crescono i capelli, i tratti somatici assumono l’aspetto sempre più orientaleggiante, grazie ai tiranti montati da abili chirurghi plastici e i suoi denti continuano ad aumentare dentro quella orribile bocca dal perenne sorriso, sempre più simile ad un ghigno, facendo sì che tutto il resto, tutte le crepe, svaniscano dalla vista.
Ricordo una delle ultime conferenze stampa, nelle quali persino l’inviata dell’Unità cadde inesorabilmente nella trappola e utilizzò il poco tempo a lei concesso per chiedere al malfattore “come andasse la ricrescità”, anzichè infilare con forza lo scalpello nella spaccatura ingessata di fresco da una bandana o da una frase irrazionale, antikommunista.
Sì, in tutti i giornali, almeno una volta in ogni articolo riguardante il piduista prescritto, si finisce per fare riferimento ai capelli, al colore, alla massa. Immagino che da una parte si sia convinti davvero di arrecare danno col senso del ridicolo, ma temo che dietro tutto questo ci sia una regia, studiata a tavolino dai consiglieri del bisunto.
Questa mattina leggevo su un forum un mirabile intervento di un mercenario di FI il quale poneva quesiti basilari per l’Italia: “Sarebbe ora che si smettesse di parlare dei capelli del Premier e si iniziasse a parlare di quelli di Prodi” (Copiato, testuale) Il solerte mercenario faceva ricorso anche a dotte citazioni storico/culturali (Copio ancora) “Vorrei ricordare che Striscia la Notizia ci fece notare il *nido di merlo* sulla testa di Prodi”.
Se questo può far sorridere per grado di stupidità, potrebbero far piangere le 23 risposte che seguivano.
E così mentre si prospetta l’ennesimo rinvio a giudizio per i fatti Fininvest/Mediaset, mentre si appone il segreto di stato sulle propietà immobiliari dell’abusivista di Arcore, mentre si leggittima l’illegalità, mentre si fabbricano carcerci private per amici proprietari terrieri che avranno mano d’opera gratuita deportata perchè tossicodipendente, noi dovremmo semplicemente farci una risata, lobotomizzati e chini.
Pare che tutto dipenda dall’evoluzione dei tempi che ci hanno traghettato verso l’era dell’immagine. Ed è vero in parte, basti pensare che il prescritto di Arcore è anche il padrone delle immagini stesse.
Mi ricordo in una TV arcaica che faceva le prime prove tecniche d’evoluzione le *Pubbicità Progresso*. Mi irritavano parecchio, mi offendevano quando volevano insegnarmi il rispetto per l’handiccappato o a non dare fuoco ai boschi:
“Ma per chi mi hanno preso?” Mi chiedevo inviperita, conoscendo bene il rispetto per il mio prossimo e per il mondo che mi circonda. Poi ecco l’evoluzione, via la pubblicità progresso e avanti alla lobotomizzazione: “Smog” grande problema, strillato in tutti i giornali, in tutti i telegiornali tre volte al giorno, prima dei pasti, e non c’è più la pubblicità progresso che insegni all’italiano a lasciare l’auto a casa, a risparmiare sui consumi energetici, a coprirsi con un plaid per qualche ora prima di accendere il riscaldamento. Lo smog è dato solo ed esclusivamente dalle auto e quindi... Pubblicità .... “Comprati la nuova SUBARU, la nuova NISSAN, la nuovissima EURO4 con la quale potrai circolare anche nei giorni delle targhe alterne o persino durante il blocco totale del traffico.
... Ma che ci importa? Speriamo solo che Prodi non si tinga i capelli.
Rita Pani (APOLIDE)

2.20.2005

 

CRONACA E IMPRESSIONI DALLA MANIFESTAZIONE PER GIULIANA

di Gianluca Freda
Sabato, 19 febbraio 2005 Parto da Arezzo alle 10.15 con un gruppo organizzato. Appena arrivato il treno, un manipolo di sbirri fa scendere due o tre pacifisti in viaggio per Roma senza biglietto. Se ci fosse stato il tempo, avremmo potuto affiliarli al biglietto collettivo del nostro gruppo ed evitare loro la sosta imprevista, ma siamo arrivati troppo tardi. Sul treno, si inizia a parlare di quello che succede nelle questure ai manifestanti fermati dalla polizia. Ognuno ha da narrare storie di amici o conoscenti sottoposti a umiliazioni, torture fisiche e psicologiche. Anch’io avrei qualcosa da raccontare, dopo Genova, ma la giornata non mi sembra idonea. Chissà perché tanta gente è ancora convinta che le torture e le sevizie poliziesche nel nostro paese rappresentino un’eccezione. Una ragazza, parlando di quello che hanno fatto a un suo amico, dice: “Sentendolo parlare mi rendevo conto che siamo completamente alla loro mercè, che possono fare di noi quel che vogliono”. Arrivo alla stazione Termini con un brutto sapore in bocca. Il colpo d’occhio è agghiacciante. Tutta la stazione è tappezzata di striscioni e cartelloni, a predominanza blu di prussia, inneggianti a forzitalia. Sembra d’essere alla stazione di Berlino in piena era del Reich. I cartelloni proclamano: “Abbiamo rispettato tutti gli impegni”. Bravi, allora è tempo di cavarvi dal cazzo. Nascosta in un angolo, c'è una gigantografia di Pecoraro Scanio formato parete. Normalmente mi farebbe urlare di spavento, ma in questo contesto rappresenta un piacevole intervallo alla monotonia prussiana dei tricolori. In Piazza della Repubblica pioviccica, ma allo stesso tempo c’è il sole. Credo che i romani chiamino “gnagnera” questa pioggerellina inspiegabile, che si ostina a esistere sfidando l’assenza di nubi e ogni probabilità meteorologica. Le bancarelle che vendono magliette vengono ricoperte, in fretta e furia e alla meno peggio, da pagine del “Manifesto” su cui campeggia la foto di Giuliana in cornice arancione. Giuliana sorride e protegge le T-shirt pacifiste dalle lacrime del cielo.
Nel corteo, un’associazione di donne per la pace mi invita ad uscire dal suo lebensraum riservato al sesso femminile, così mi acquatto dietro lo striscione rosso dei disobbedienti. C’è Casarini che confabula con gente che arriva alla spicciolata. Ogni tanto una ragazza dal corteo gli strilla “Luca!” e corre ad abbracciarlo e baciarlo rumorosamente. A un certo punto due elicotteri della polizia iniziano a roteare come avvoltoi proprio sulla nostra verticale. Chiunque possieda un dito medio lo innalza, svettante, verso il cielo. Anche Casarini lo fa, e io pure, ma resta la sensazione di vivere in una società ridotta a un immenso carcere, e che questa sia la nostra ora d’aria trascorsa sotto la sorveglianza di secondini armati. “Possono fare di noi quello che vogliono”. Manca la rabbia, manca il dialogo, mancano la strategia e la determinazione per perseguire obiettivi comuni o addirittura la stessa capacità di capire che quegli obiettivi sono comuni, e fino a che punto, e per quante persone al mondo. Ci avviamo verso il palco dei Fori Imperiali come una mandria di pecore colorate condotte, per un giorno, fuori dal loro recinto da un pastore benevolo. I ragazzi improvvisano danze, la musica di Rino Gaetano, degli Ska-P, dei Ratti della Sabina piove sul corteo, schizzando fuori da giganteschi altoparlanti che sovrastano minuscoli e ammaccati furgoncini. Inizia a far freddo. Ma perché dobbiamo sempre ballare? Perché dobbiamo sempre ridere? Perché dobbiamo permettere al gas esilarante di pattugliare le strade anche in momenti come questo? Alla fine, il discorso del direttore del Manifesto, Gabriele Polo, viene sottolineato dall’applauso più lungo e scrosciante della manifestazione. Il momento è solenne, la rabbia è palpabile, ma subito dopo arrivano Ricky Gianco e la cacofonia delle band irachene e la gente riprende a sculettare. Intendiamoci, “Vento dell’Est” è una delle canzoni che più amo in assoluto. Ma come possiamo pretendere di ottenere dalle persone rabbia o felicità, indignazione o allegria, dolore o gioia, se continuiamo a frullare insieme tutti i sentimenti umani conosciuti in un beverone indigesto in cui nessuno di essi è più identificabile con il significato che gli è proprio? Me ne torno verso la stazione Termini, semicongelato, deluso, e non so se essere felice per il ritorno del movimento pacifista, preoccupato per Giuliana, indignato per la mancanza di riflessione critica che impedisce a questa miriade di gocce di trasformarsi in oceano, da individui in collettività consapevole e attiva. So per certo che voglio vivere tutti questi sentimenti centellinandoli, assaporandoli lentamente, non più di uno alla volta.
Gianluca Freda

 

INIZIATIVA PUBBLICA CON DIBATTITO E PROIEZIONE DI FILMATI

Giovedì 24 febbraio 2005 – ore 17:30
Presso il circolo “Luigi Longo” - Via Sebastiano Silvestri 58
Genzano di Roma – tel 0693954014 http://web.tiscali.it/prcgenzano

A 25 anni dall’esecuzione del compagno Valerio Verbano per mano fascista, nessuno ha pagato.

Il compagno Valerio Verbano, studente del liceo scientifico Archimede, fu ucciso davanti ai genitori il 22 febbraio 1980 nella sua abitazione di Via Monte Bianco (Roma) da un commando dei Nar (nuclei armati rivoluzionari).
La spiegazione dell’assassinio di Valerio è da ricercare nella sua militanza antifascista che lo portò alla redazione di un dossier sulla destra romana: figuravano nomi, ma anche informazioni sui Nar e su Terza Posizione, erano riportate anche notizie su rapine utilizzate come forma di autofinanziamento dalla destra eversiva.
Quel maledetto 22 febbraio, i tre killer fascisti si introdussero nell’appartamento della famiglia Verbano, immobilizzarono i genitori di Valerio e rovistarono ovunque alla ricerca di quel dossier compromettente. Non trovarono nulla.
Erano passate le tredici quando Valerio rientrò a casa, ad aspettarlo c’erano i tre fascisti armati di pistola: furono esplosi diversi colpi, Valerio morì prima ancora di giungere in ospedale.
Durante i funerali un carabiniere riduce in fin di vita Antonio Musarella.
I dirigenti dei Nar erano Giuseppe Valerio (detto "Giusva") Fioravanti, Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi, Francesca Mambro. E’ lo stesso Valerio Fioravanti a spiegare il significato della sigla: “la sigla N.A.R. è stata usata da molti anni, inizialmente per semplici attentati di danneggiamento, e stava ad indicare soltanto la matrice fascista. Tale sigla peraltro non si riferisce ad una organizzazione stabile e strutturata; bensì soltanto alla matrice degli attentati”
Il 23 giugno dello stesso anno il giudice Mario Amato fu assassinato nello stesso quartiere di Valerio. Mario Amato stava indagando sulla destra eversiva romana, per le sue indagini il giudice utilizzava proprio il dossier Verbano.
Alle 10:25 del 2 agosto 1980, un ordigno esplosivo nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Bologna esplose cagionando la morte di 85 persone, 200 furono i feriti. Per la strage sono stati condannati: Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, entrambi liberi, e Ciavardini che deve ancora scontare la pena.
L’omicidio del compagno Valerio Verbano, il delitto del giudice Mario Amato, la strage di Bologna hanno una unica matrice fascista.

 

Cos’è il terrorismo?

Ribadire la speranza per la liberazione di Giuliana Sgrena, di tutti gli ostaggi e del popolo iracheno è sempre un’ottima cosa, e se pure non ho potuto essere fisicamente nel corteo, oggi, anche io ne facevo parte, per dovere.
E non voglio dilungarmi oltre a parlare della giornalista rapita, perchè non penso che ci sia molto da dire, non sento il bisogno di esprimere ciò che è ovvio e lampante: chiunque sia in possesso di una coscienza riesce a sentire certe cose.
Ho bisogno di ricordare e devo per forza ricordarmi che la guerra in Iraq ha prodotto più di 100.000 vittime, molte delle quali innocenti, e la situazione odierna in Iraq, dopo le propagandate elezioni non è cambiata di una virgola, la gente muore per strada e c’è chi ancora (Gustavo Selva) oggi ha avuto il coraggio di dichiarare che gli italiani sono stati pregati di restare in Iraq per costruire scuole e ospedali, ripristinare la viabilità nelle strade, negando di essere a conoscenza dell’ esito delle elezioni stesse in Iraq.
Pare che nessuno riesca a dire a voce, guardando dritto verso una telecamera, dei contratti delle aziende petrolifere italiane, degli interessi monetari sulla ricostruzione di un paese devastato dalla democrazia elargita a suon di bombe e sangue, nessuno riesce a dichiarare che la guerra in Iraq è un affare succulento da spartire tra stati colonizzatori.
Io ho voglia di dire che sono mediamente intelligente e che se pure non so fare le equazioni, riesco ancora a seguire la logica. Non riesco a trovare differenze tra chi ammazza migliaia di persone nelle torri gemelle e chi in nome di quelle torri continua a sterminare bambini in Afghanistan, sono mille quelli morti in questo inverno per freddo, dopo averne bombardato altre migliaia.
Cos’è il terrorismo? Forse per ritrovare la pace bisognerebbe rispondere a questa domanda e io, ci provo, ogni volta che sento parlare di democrazia e bombe intelligenti. Cosa può essere il terrorismo se non una cosa che provoca terrore? E cosa provoca il corpo di un bimbo iracheno smembrato dalle bombe?
Io la risposta la so, ma so che sono in molti quelli che non si sono mai posti la domanda, per esempio quelli che oggi scrivono sui loro giornali da toilette che 500.000 persone in piazza erano *barbuti* od altri cani da lecca che cercano tra le immagini di un improbabile telegiornale le bandiere tricolore assenti, e disprezzano quelle arcobaleno.
C’è disprezzo per l’intenzione di pace, perchè si pensa che la pace non possa portare profitto, questa è la sintesi del tutto. Quel tutto che mi ripugna.
E non è solo petrolio, ma è coltan, sono diamanti, prima ancora è stato l’oro e domani sarà l’acqua.
L’Italia non è alleata di bush, ma complice, ed anche questo mi ripugna.
Rita Pani (APOLIDE)

2.18.2005

 

... Di - nuovo ...

Mi piace fare finta d’essermi depurata in questi giorni d’assenza, ho volutamente lasciato a casa il mio vecchio portatile e l’unica TV che ho guardato seriamente sono stati i Simpson, eccezion fatta per il drammatico video di Giuliana Sgrena, obbligata dalle armi a dire ciò che ha sempre detto in libertà, obbligata dalle armi ad urlare quei concetti già presenti in molti di noi.
Ed allora rieccomi, dopo aver letto i giornali, dopo aver dato uno sguardo in giro a rendermi conto che la nostra storia, sempre più somiglia allo svolgimento lento e noioso di una soap opera; conoscevo una signora che guardava una puntata di Beautiful una volta a settimana – tanto sono sempre fermi là, ci mettono una settimana a baciarsi e dieci secondi a fare l’amore –
L’unica differenza in Italia è che non si baciano e non amoreggiano, ci mettono due secondi a mostrarsi i coltelli, e un giorno a pugnalarsi, ma quelle truculente puntate vengono cancellate dalla censura mediatica, che nemmeno fa sapere al popolo che la lega vota compatta insieme all’opposizione. Ma poco importa, tanto, come dicevo tutto resta fermo e nulla si trasforma.
Ho ricevuto per ben cinque volte una mail con allegata la lettera di un dirigente DS di Teramo (EDGARDO PIANTIERI) che con solerzia ha provveduto ad inviare al malfattore di Arcore un assegno con l’importo del suo sgravio fiscale, esito dell’operazione MENO TASSE compiuta, pari a UN Euro e 42 centesimi, eppure ieri ho sbirciato il giornale del mio vicino d’aereo; campeggiava un titolo in neretto: “Berlusconi: abbassare ancora le tasse per vincere.”
Da quello ho capito che nulla cambia e nulla si trasforma, almeno per il momento. Perchè sono stata anche al mercato a comprarmi la ricotta ed un vecchietto parlava di ravioli e sigarette, di medicine e ospedali, di ville in costa smeralda e di un figlio di puttana che non l’avrebbe più fregato.
Penso sia stato il primo che ho sentito ammettere di aver creduto alle balle del Pinocchio di Arcore e non ho potuto esimermi: l’ho ringraziato. Peccato che non abbia capito e mi abbia anche guardato un po’ strano. Non ho voluto infierire per il rispetto che porto a chi è costretto dal tempo a reggersi ad un bastone.
Quindi ci risiamo, pronti a scendere in piazza per chiedere di liberare Giuliana Sgrena, in attesa che la Fabbrica del programma inizia la sua produzione di idee e speranzosi di non dover vedere i suoi operai in cassa integrazione, come il resto delle fabbriche italiane, a fare i conti con l’economia devastata, la democrazia ingiuriata...
Concludo rispondendo a Tinus... Perchè mi firmo Apolide se invece sono italiana nonchè sarda?
Prima di tutto perchè mi vergogno profondamente di essere italiana in un’Italia così offesa e violentata e poi perchè la Sardegna ho dovuto lasciarla per bisogno e non per scelta. La sardità è un’altra cosa, troppo distante da questa Italia per poter essere spiegata in poche righe.
Rita Pani (APOLIDE)

 

Blocchiamo le città

Ho una proposta, lunedì blocchiamo metropolitane, autostrade, tangenziali: ognuno nella sua città.
Rendiamo impossibile presentarsi sul posto di lavoro, colpiamo questo governo fascista sull’unica cosa che gli sta a cuore: i soldi.
Continuiamo ad oltranza, fino al ritiro delle truppe dall’Iraq.
Giancarlo Pacchioni
Concordo pienamente.
R.

 

Sampietrini nelle scarpe

Mercoledì 16 Febbraio è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto, un accordo internazionale che si prefigge di limitare le emissioni di gas inquinanti. Questo problema sta condizionando sempre più la vita nelle città italiane dove, oggi, l´imperativo è combattere la battaglia contro le "polveri sottili".Per questo, alcuni comuni si sono visti costretti già da qualche tempo a adottare la circolazione a giorni alterni mentre altre amministrazioni, con frequenza sempre maggiore, hanno dovuto decretare addirittura il blocco della circolazione delle auto. Nello stesso tempo, sindaci ed assessori si appellano al senso civico delle migliaia di volenterosi cittadini per eliminare tutte leparticelle nocive. Respirandole. Ma la vita non è facile neanche per chi, lasciata a casa la macchina, decide di servirsi dei mezzi pubblici: in alcune regioni, ad esempio, continua la protesta dei pendolari di alcune tratte ferroviarie locali. Per la giunta di destra che presiede la Regione Lazio, si tratta di accuse pretestuose e strumentali, architettate ad arte dai partiti avversi proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Secondo lo schieramento di Storace, infatti, fra i tanti problemi manifestati, il solo reale sarebbe il ritardo che i treni accusano in arrivo.Ritardi che, peraltro, il più delle volte, sarebbero minimi. Anzi, giusto per non prendere troppo le distanze dal tempo in cui quando c´era Lui, caro lei, i treni arrivavano in orario, si afferma con soddisfazione che i treni arrivano puntualmente in ritardo.A proposito di situazioni ingarbugliate, come non citare l´Iraq? Circa il sequestro della giornalista Giuliana Sgrena, corrispondente del quotidiano "il manifesto", Fini ha dichiarato che non si tratta con i criminali. Ha quindi assicurato tutto l´appoggio possibile ad iniziative in sostegno del commando dei rapitori che, con coraggio, hanno catturato una comunista. Tutto questo, nell´imminenza del voto alle Camere sul rinnovo dello stanziamento dei fondi perla missione militare italiana in Iraq. E proprio su questo tema, lo stesso Fini e Prodi si sono scontrati duramente. Il ministro degli Esteri è però certo di aver ragione poiché, provenendo da destra, la precedenza è sua. Secondo il governo, laggiù la situazione è ormai sulla via della normalizzazione e, mentre continuano a mancare i semafori, il problema maggiore della scorsa settimana è stato rappresentato dal fenomeno più unico che raro della neve caduta in alcune zone del paese mediorientale. Questa volta, a scanso di equivoci, Lunardi si è affrettato ad ammonire che nessuno provasse a chiamarlo in causa! Poi, finalmente sono stati resi noti i risultati del primo voto sotto la dominazione americana: il Blocco di Allawi, che non è una malattia ereditaria bensì il partito del premier fantoccio uscente, non è andato oltre il terzo posto. A vincere è stata l´Alleanza Irachena Unita che annovera tra i suoi esponenti alcuni alleati di Moqtada al Sadr. Quest´ultimo è ritenuto dalla coalizione occidentale uno dei più pericolosi terroristi. Tuttavia, quest´evidente singolarità, non sembra scandalizzare nessuno. Eppure, a ben guardare, ci sarebbero giustificati motivi: è proprio come se, in Italia, per assurdo, dovessero essere eletti nella rappresentanza governativa, elementi collusi con la mafia.
dirtyboots

2.12.2005

 

Poche cose, quasi a caso

E' bellissima questa vignetta di Altan ...
Poi poche altre considerazioni, neinete più FED, niente più GAD nemmeno FIGA (Federazione Italiana Grande Alleanza) ora si è un UNIONE.
Quando l'ho sentito mi è venuto in mente UNIONE SARDA (quotidiano della mia regione) mentre al nano-trapiantato di Arcore è venuta in mente SOVIETICA. E' malato! Ma non ha l'influenza, è proprio malato di qualche stato maniacale, e che è pure pericoloso è già stato appurato.
E' bella anche la notizia che arriva dall'Abruzzo: il territorio infestato dai manifesti della destra che urlano a gran voce ... "Regione, si cambia!"
"Come si cambia?" Si è chiesto il Governatore destro dell'Abruzzo (destra) sentendo scivolare la sedia da sotto il culo... Piccolo errore e grande spreco dei letterati consulenti di giverno che hanno scambiato l'Abruzzo con le Marche.
Oggi sono stata a Roma, ho visto un manifesto che mi ha colpito, uno di quei manifesti che ha le dimensioni del nano di Arcore: "Tutti gli impegni rispettati"
Ho sorriso e ho pensato: "Sì, quelli presi con la mafia, con la camorra..."
Poi torno a casa e leggo che sono iniziati gli arresti di sospetti mafiosi che avevano addentato appalti per la fasulla costruzione del fasullo ponte sullo stretto di Messina.
"Impegni rispettati: cazzi vostri se vi siete fatti beccare."
Impossibile, oggi, non porsi una domanda rispetto al prossimo annunciato matrimonio di Carlo e Camilla:
"Che cazzo ce ne frega?"
Piccolo annuncio personale:
Domani sarò in Sardegna e ci resterò per 6 giorni. Devo curarmi corpo e spirito ...
Per chi non si stesse chiedendo: "E che cazzo me ne frega?" Ci si rilegge venerdì.
Rita Pani (SARDA)

2.09.2005

 

Che fine ha fatto il tuo Euro per lo tsunami?

Avete donato un euro per il Sud Est asiatico?
E qualcuno ha avuto la bontà di dirvi a che punto sia l’elargizione dei fondi donati con tanta generosità?
Leggo oggi che ancora l’Italia non ha stabilito se incorporare le donazioni private ai soldi pubblici, e Bertolaso in una dichiarazione ricorda la “Missione Arcobaleno” dove pubblico e privato si unirono per finire nello scandalo.
Ora a prescindere dal fatto che si parla ancora di Tsunami quando si promuovono le partecipazioni a San Remo di Gigi D’Alessio (affranto per la perdita delle valige) e Marcella Bella (che salirà sul palco memore della tragedia sfiorata), o del pessimo comportamento della produzione di un reality che non avvisò Nike Rivelli del pericolo corso dalla madre, Ornella Muti (stava facendo un immersione) nessuno parla più del Sud Est asiatico, se non qualche *mentecatto* che ha ancora impresse nella memoria immagini di morte e distruzione.

EMERGENZA
Dal vocabolario: [fig. caso, avvenimento impensato, circostanza imprevista momento critico; situazione, circostanza di necessità; pericolo estremo].
Con queste paroleci invitavano a donare... EMERGENZA TSUNAMI.
Era la fine di Dicembre e siamo già a Febbraio ed ancora non si è ben capito dove raccogliere i fondi che immagino siano stati depositati in qualche banca... Quale?
E questi euro, prima tassati poi detassati fruttano interessi?
Gli interessi faranno parte del fondo o...?
Sono domande così, che temo resteranno senza risposta.

E mi ricordo del Pavarotti & Friends e del villaggio da costruire in Liberia, quel villaggio di cui si poteva vedere solo un cartello che diceva “ Qui si costruirà....”
Ma è una storia schifosa che è già stata raccontata e per fortuna Internet ha memoria.
La troverete qui, se vorrete.

Rita Pani (APOLIDE)

2.08.2005

 

Le cose importanti.

Vediamo di riprendere il filo delle cose accadute e di quelle che ancora devono accadere. Non è semplice, dal momento che ho gravi problemi, anche di salute, ma ci proverò.
Le cose importanti sono state due: il rapimeno di Giuliana Sgrena e il Congresso dei DS.
Il primo fatto mi sembra più rilevante, speriamo che la giornalista possa tornare presto a raccontarci le cose degli altri mondi lontani, prima possibile.

Ora posso passare al faceto, il congresso DS, del quale immagino si sia detto già tutto, ma io non posso astenermi dalle mie considerazioni. Mi ha fatto un po’ impressione sentire Prodi salutare le compagne e i compagni. Non c’era bisogno di cedere al leccaculismo, non se ne sentiva davvero il bisogno. E poi la drammatica citazione nel nome di craxi. Chi?
Riesumare la salma del latitante deceduto nel suo paradiso tunisino al riparo delle patrie galere è stata una mossa di pessimo gusto, anche questa probabile causa di leccaculismo dilagante.

Che altro mi ha fatto traballare mentre stavo accucciata sul divano? Ah! Sì. La mitizzazione di Kossiga, ospite di quel programma schizoide su Italia 1.
Lui stava a parlare col conduttore, narrando di usi di Sardegna, su fil’e ferru, sa murta, e sa leppixedda, (tipico coltello in dotazione ad un sardo su due) e sullo sfondo scorrevano gli SMS inviati dal pubblico. “Cossiga sei un mito....Hai ripreso il piccone....Grande Cossiga...etc. etc.”
In effetti il vecchio conterraneo si presentava bene, mstrandosi come il nonno bevitore che tutti almeno una volta avremmo voluto avere a tavola, pronto a raccontare storie, persino buffo col suo improbabile accento (mai sentito un sardo che parla così, e pure io lo sono) da macchietta da film.
Per farla breve, il conduttore commosso riceve in dono un coltello e la cravatta di Oxford del santo bevitore, e per molti minuti ancora, il giovane pubblico osanna smssando l’ex Presidente.
Ho riso, cinicamente.
Ma che ne è stato di Kossiga? Quello dell’omicidio di Giorgiana Masi, quello dal carrarmato facile, il Kossiga del caso Moro, di Gladio, di Santa Teresa e delle sue armi, dei militari assoldati?
Pare svanito, nella memoria inesistente delle nuove generazioni lesionate da troppa TV e troppo poca cultura.
Forse è così che sarà anche per craxi, da latitante a martire, da ladro a galantuomo

Rita Pani (APOLIDE)

2.04.2005

 

Benvenuti nel paradiso dei finocchi

Grazie ancora. Grazie a tutti coloro che hanno vitato per la cosca che governa questo povero e martoriato Paese.
Se così non fosse stato, penso che sarei rimasta ferma a quando mio padre cercava di dirmi che, le istituzioni dovevano essere rispettate, e le leggi anche. Che ci volete fare? Mio padre è del 1926. In effetti ho rispettato le leggi, sempre, le istituzioni un po’ meno, riconosco di averle contestate ma come avrei potuto esimermi? La mia contestazione aveva sempre un senso, una motivazione.
Oggi ho il cuore più leggero, grazie agli elettori di questa classe (differenziale) dirigente.
Pensavo che l’Italia fosse stata disintegrata ed invece mi sbagliavo, l’Italia è il paradiso dei finocchi, l’ha detto un ministro qualunque, che so? Quello per la salvaguardia di Apicella e dei parcheggiatori cantanti, l’ha detto il ministro delle riforme, calderoli. La questione nasce dalla sentenza di un giudice torinese che blocca la *deportazione* di un extracomuinitario omosessuale, che nel suo paese avrebbe corso dei rischi. Ammetto d’essermi stupita delle dichiarazioni del libertario ministro, pensavo infatti che considerasse la negritudine del finocchio senegalese un’aggravante.
Povera Italia...
Povera Italia, povera giustizia. Con queste parole l’odontotecnico cavernicolo (ministro) ha iniziato la sua dichiarazione ufficiale e sarebbe troppo facile per me, andare a ribadire la tessera 1816 del presidente del consiglio, o la legge previti, o la legge cirami, o la corruzione dei giudici...
Povera giustizia. Annamaria Franzoni, dopo le innumerevoli interviste in esclusiva rilasciate a Mediaset o a vespa (che poi è lo stesso) oggi torna ad occupare le pagine del sito del tgcom (quindi domani il video di mediaset) che rilancia l’ennesima intervista rilasciata questa volta a Panorama (di chi è?), con nuove e mirabolanti avventure. Con piglio deciso annuncia che, in caso di condanna, sarà lei stessa ad uccidere l’assassino del figlio. Dubito che ci sia da sperare in un suicidio. Ma forse c’è di peggio nelle sue dichiarazioni: cito testualmente “annuncia che il gruppo che cura la loro nuova strategia di comunicazione potrebbe preparare una fiction sulla tragedia.”
Avrei molto e molto altro da scrivere su questo paradiso di finocchi casualmente abitato anche da reduci come noi...
Rita Pani (APOLIDE)

2.02.2005

 

Il mondo della cultura è in rivolta.

Finalmente! Finalmente qualcosa si muove.
Il mondo della cultura è in rivolta. Era ora. Da tempo mi interrogavo sul futuro culturale in Italia e chi mi legge da tempo sa bene quanto dolore provocasse in me la negazione del diritto a sapere e conoscere.
Finalmente stamani ho letto del moto di rabbia e ribellione che hanno indotto la cultura di destra a lanciare preoccupanti accuse contro l’inaridimento della cultura stessa. E’ stato Marcello Veneziani il non si capisce cosa di AN codistruttore della televisione di stato a denunciare:
«La fiction corre il rischio di aprirsi al gergo ideologico del "politically correct
Ma vi rendete conto di quale calamità epocale pende sulle nostre teste? E’ andato veramente giù duro Veneziani non curandosi della gravità delle conseguenze che le sue pesantissime dichiarazioni potrebbero portare in seno al Paese. Non ha avuto remore nel portare esempi lampanti di comunistizzazione della televisione pubblica, citando l’Unità sventolata come un’arma impropria dal serafico e sindacalista Nonno Libero, al più antico episodio della “Squadra” durante il quale veniva mostrato un pedofilo intento nella lettura del Giornale.
E’ davvero terribile ed inacettabile tutto questo; sono temi scottanti che meriterebbero d’essere dibattuti mediante Interrogazione Parlamentare.
La rabbia di Veneziani nasce dalla recente presentazione della nuova fiction sulle foibe del regista Negrin, reo di aver omesso di chiamare comunisti i partigiani rossi (ipse dixit) ma solamente titini.
Un’onta. Giustamente ha fatto notare lo stesso letterato, è abominevole che si sia trasmessa anche una fiction su una famiglia con figlio omosessuale e nessuna fiction su una famiglia *normale*.
Fino a qua ho scherzato (ma anche no); mi passa il sorriso dalle labbra quando più avanti leggo:«Piuttosto affidiamo in modo sobrio ai personaggi positivi della fiction messaggi sociali più ampi: facciamoli vedere, per esempio, nelle biblioteche o con in mano libri che meritino di essere letti»
Non oso pensare quali libri degni di essere letti potrebbero essere nelle mani dei protagonisti delle fiction: l’ultimo di Emilio Fede o di Bruno Vespa? La biografia di mussolini?
Visto la desolazione che mi coglie quando schiaccio il naso contro la vetrina di una libreria;mi viene da piangere al solo pensiero.
E dire che l’altro giorno mi ero astenuta dallo scrivere del raduno dell’intellighenzia di destra radunatasi per festeggiare i dieci anni dello spegnimento della fiamma...C’erano proprio tutti, da Lando Buzzanca a Peppino di Capri, da Clarissa Burt alla chitarra di Apicella.
Disgustorama. (Mi manchi Daniele)
Rita Pani (APOLIDE)

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