9.30.2008

 

Pianura: lettera aperta agli abitanti del quartiere

Global Project Napoli - Martedì 30 settembre 2008

Ai cittadini di Pianura

Siamo immigrati e rifugiati che vivono in questo quartiere. Alcuni da molti anni, serenamente. Lavoriamo duramente, nei cantieri e altrove, alzandoci alle 5 del mattino, spesso sfruttati e malpagati. Lo facciamo per sostenere le nostre famiglie, così come tanti altri meridionali, in un passato più o meno vicino, lo hanno fatto in Germania, nel Nord Italia, negli Stati Uniti. Molti tra noi vivono in via dell’Avvenire. Case non adeguate a una vita dignitosa, ma pur sempre un tetto sulla testa. Questo perchè il comune di Napoli e la regione Campania non hanno costruito finora politiche di accoglienza adeguate, come sarebbe necessario. Perciò da anni conduciamo una lotta per migliorare la nostra situazione abitativa.

Noi non siamo certo legati alle pietre del cortile di via dell’Avvenire, né naturalmente vogliamo impedire che dei soldi stanziati per il centro storico di Pianura possano essere usati per la sua riqualificazione (altra cosa però sarebbe scoprire che chi ha guidato in queste settimane un’autentica aggressione contro di noi è mosso dall’interesse di dirottare questi soldi verso amici suoi...).

Difendiamo però il nostro diritto a una vita degna come tutti e quindi difendiamo le nostre case in via dell’Avvenire finchè non avremo trovato una solzione adeguata.

Quello che non è assolutamente accettabile è che qualcuno abbia utilizzato una qualunque motivazione per condurre una campagna di aggressione violenta e razzista contro di noi! Ci hanno tagliato la luce, hanno sabotato i tubi dell’acqua (e nelle case abita anche una donna che ha appena partorito...), alcuni ragazzi sono stati vigliaccamente aggrediti a bastonate o a sassate mentre tornavano dal lavoro. Sui muri sono comparse scritte da Ku Klux Klan tipo “NEGRI MORTI”.

Alcune decine di persone hanno tentato di organizzare una vera e propria trappola per scacciarci dalle case mercoledì, durante la partita Napoli-Palermo. Li guidava un noto consigliere regionale di AN, Pietro Diodato, che già l’anno scorso aveva guidato un blitz anti-immigrati. E questi atti continuano!

Questo non può essere accettato e riguarda tutti, non solo gli immigrati di via dell’Avvenire. Riguarda tutti i cittadini e gli uomini liberi di Pianura e di Napoli.

Perchè quando si decide che l’esistenza di un altro uomo non ha valore, che può essere calpestata per il proprio interesse, allora domani può succedere a un altro e poi a un altro ancora... Lo possono fare anche a te che leggi questa lettera. Noi siamo in piazza oggi per dire a questa gente che “non abbiamo paura”!

Comunità immigrati di Pianura

Rete antirazzista napoletana


 

Basta!


L’Unità è stata costretta a chiedere scusa per una vignetta. Se ne è parlato tanto. Chissà se qualcuno chiederà scusa a questo ragazzo, ma chissà anche, se qualcuno chiederà scusa a noi, a me, profondamente offesa dal declino che continua a privarci della civiltà.

Abbiamo un codice penale che ritiene il razzismo un’aggravante dei reati e un reato stesso, ma sempre più spesso a commettere il reato sono le forze dell’ordine, compresi i vigili urbani che in origine avevano come unico compito quello di incasinare più di quanto non fosse incasinato, il traffico cittadino.

Ma ora è tutto cambiato: a fare le multe e a farci incazzare ci sono gli ausiliari del traffico, spesso ragazzetti assunti con i contratti truffa e sottopagati, incentivati a elevare contravvenzioni per rimpinguare le casse dei comuni, e i vigili urbani sono diventati i bounty killer dei sindaci sceriffi, spronati da un leghista razzista, ministro degli interni di un paese che nemmeno sente suo.

Io pretendo che cessi questo declino, perché ho il diritto di vivere in un paese civile. Un paese civile non può e non deve tollerare passivamente nessuna violenza, nemmeno questa.

{Mentre scrivevo questo post, ricevo da Carlo: "Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza" Benjamin Franklin, presidente americano

Rita Pani (Sempre più APOLIDE)


9.29.2008

 

In mani sicure:

Stamani, alle 10.38, il ministro degli esteri dichiarava di non sapere dov’erano gli ostaggi

Qualche ora dopo gli ostaggi vengono liberati, e lo stesso ministro dichiara: "Questo risultato è stato raggiunto grazie anche agli uomini della nostra intelligence e delle forze armate italiane"

Nel frattempo berlusconi vuole mettere il cappello sulla liberazione, e si dice contento di aver insistito per evitare il bliz.

Ma il governo egiziano precisa: Gli undici ostaggi europei e gli otto egiziani sarebbero stati liberati grazie ad un'operazione delle "forze speciali egiziane" nel territorio del Ciad.

Non sono buffoni, solo peracottari.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Ora et non labora

L’ISTAT, l’istituto sovversivo di statistica, rende noto il tasso della disoccupazione italiana: il 6,7%. Questo è il dato peggiore degli ultimi due anni, e il più risibile, considerato quali sono i parametri per stabilirlo. Accontentiamoci comunque; già il fatto che un giornale oggi ne parli, è un passo avanti in questo paese dall’economia stabile e dove c’è il benessere.

Potrebbe essere lo spunto perché si torni finalmente a parlare della reale situazione socio economica dell’Italia, offuscata dalle notizie di propaganda che riempiono di crusca le italiche teste. Per esempio legandoci alla disoccupazione si potrebbe tornare a parlare dei morti sul lavoro, che come i morti in Iraq, ormai non meritano più nemmeno un goccio di inchiostro. Quasi fosse fisiologico cadere da un impalcatura, venire schiacciato da un macchinario, o morire spappolati da un’autobomba o un bombardamento degli americani.

Eppure di lavoro si muore, nonostante la strage della TyssenKrupp, avesse smosso sia le coscienze che i governanti, i quali spinti dall’indignazione popolare, in tutta fretta stabilirono nuove regole e nuove sanzioni. Che fine hanno fatto i decreti a tutela dei lavoratori? Sono in via di disfacimento, come il resto del paese. Per esempio non solo non si assumono più ispettori, ma è stato stabilito che, con i ritmi imposti da sacconi, le imprese rischiano di venire controllate una volta ogni 15 anni. Non solo: si sa che una delle cause primarie delle morti sul lavoro, sono i contratti a nero, che negano al lavoratore qualunque diritto, compreso appunto quello della sicurezza, ma sempre per via delle indicazioni ministeriali, i controlli si sono fatti più blandi e quali inesistenti, perché opprimere le aziende varrebbe dire produrre meno ricchezza (per gli imprenditori, ovviamente) e quanto pesi CONFINDUSTRIA sul governo, non ve lo devo sicuramente raccontare io.

Certo lo so, e me lo devo ricordare, questo governo ha tolto l’ICI e di più non ci si poteva aspettare, ma è bene fare un passo indietro e tornare all’inizio di questo post: la disoccupazione. I dati dell’ISTAT escono in ritardo rispetto ai tempi stabiliti, per via dell’agitazione di 317 rilevatori che, ad oggi, e da sei anni, sono con contratti co.co.co. rinnovati di anno in anno, e che rischiano dal 1 gennaio 2009, contestualmente alla chiusura dell'indagine, di essere disoccupati, ed entrare quindi a far parte delle statistiche da loro stilate.

Già perché com’era prevedibile l’emendamento taglia precari, prosegue il suo iter … insieme a quello che veste le puttane e dissemina soldati nel territorio, utili in previsione del momento in cui l’italiota rinsavirà.

Rita Pani (APOLIDE)


9.28.2008

 

Mummificazione preventiva

Questo pomeriggio ho visto l’intervista che Sky ha fatto a berlusconi. Non sono state tanto esilaranti le risposte folli di un uomo piccolo, piccolo quanto la trasformazione dei suoi connotati. Mi ha ricordato il museo delle cere di Londra, quel colorito giallo Homer, le fessure degli occhi divorati dal botulino, e una faccia ormai inespressiva che posa, quasi fosse in bilico, su un collo rugoso e decadente, che lascia immaginare (ai fegati più robusti) il resto del suo corpo.

Confesso che mi è venuto da ridere per il senso del ridicolo che quella figura dava di sé, ma poi ripensandoci, mi è parso quasi un essere kafkiano, o una parodia mal scritta di Dorian Gray; là Dorian restava davvero giovane, mentre il quadro invecchiava. Qua tutto invecchia mentre il volto si trasforma, lasciando trasparire la fine.

Come fosse una mummificazione preventiva.

Credo che oltre tutti gli altri motivi che ha per apparire in video così spesso, ce ne sia anche un altro inconfessato. Se nessuno lo vedesse per un mese, e si presentasse a palazzo Chigi, le guardie lo inseguirebbero chiedendo:

“Ehi lei? Dove va?”

Rita Pani (APOLIDE)


 

C'è il benessere ... è un paese stabile

Va bene la critica, ma non ci scordiamo che questo governo ha tolto l’ICI, che sgraverà di almeno settanta euro annui, il povero contribuente italiano, persino quello che vive in una casa in Piazza di Spagna, registrata al catasto come rudere privo persino di bagno. Ha tolto l’ICI, dunque, e ha fatto la poor card, e poi ha anche detassato gli straordinari. Il provvedimento Robin Wood. C’era anche la Robin Wood tax che toglie ai ricchi petrolieri per dare ai poveri. Poi ha trasformato la zucca in carrozza, anche se questo provvedimento è in vigore solo fino alla mezzanotte del dì di festa. Sempre meglio degli altri provvedimenti, di cui non c’è traccia di continuità nel documento della finanziaria, ma in fondo anche se è bravo a fare miracoli, mica può fare tutto lui.

Quindi certe volte delega a tremonti, l’Herry Potter della finanza creativa, che qualche giorno fa, con una nota scritta in piccolissimo, in merito alla crisi economica americana e nello specifico della Lehman, avvertiva che per ciò che concerne l’Italia sono presenti nei prodotti, essenzialmente polizze index linked, per i quali il rischio di investimento è a carico degli assicurati. Tradotto, significa che se qualche furbone italiano (e ce ne sono anche inconsapevoli) ha investito convinto di mettere al sicuro i suoi soldi, potrà a breve soffrire di bruciori anali.

Certo, sono cose di cui non bisogna parlare, data la stabilità e il benessere diffuso in Italia, ma leggendo i nuovi orizzonti di distruzione, obbiettivo di questo governo, c’è da scommettere che a breve qualcosa accadrà. È il turno, infatti, della sanità, da privatizzare secondo il modello della scuola: pochi soldi e mal distribuiti. Privatizzare secondo le logiche affaristiche degli affaristi del governo, ossia il privato costruisce con i soldi dello stato, gestisce e incassa. Una privatizzazione non totale, si affrettano a spiegare dal governo, ma compartecipata anche all’interno dello stesso ospedale, dove si potranno trovare reparti privati e reparti pubblici. Una contrapposizione che nella fantasia malata di questi barbari, dovrebbe servire a spronare ad un migliore funzionamento.

Se non fosse tragico, conoscendo la reale situazione della sanità italiana, ci sarebbe da ridere. La politica che ha gestito, rubato, corrotto, concusso la sanità fino a ora, elargisce i fondi per crearne una nuova. Immagino quanti cannoli abbia ordinato cuffaro, quanto possa sentirsi sfigato del turco, e quanto stia smadonnando gerolamo sirchia, condannato a tre anni di galera per le mazzette quando era ministro della ssalute, sotto egida barbarica berlusconiana.

No, di queste cose non si parla, perché il paese è solido e c’è il benessere, e poi hanno tolto l’ICI, rivestito le puttane, qualcuna l’hanno portata persino in Parlamento. Non si parla delle cose che nocciono all’idilliaco vivere italico: come i morti sul lavoro, estremisti dell’IDV che continuano a morire quotidianamente solo per fare un dispetto a berlusconi.

Rita Pani (APOLIDE)


9.26.2008

 

OPERAI A MISURA DI CAVALIERE…

[ESPRESSO]
Gli amministratori di San Giuliano di Puglia, il paese molisano colpito dal terremoto del 2002, hanno dovuto fare i conti con il gusto per le parate di Silvio berlusconi, in visita il 18 settembre alla nuova scuola antisismica. Lo staff del cavaliere ha disposto che per stringere la mano al premier fossero selezionati operai più bassi di lui e ha preteso che per la cerimonia fosse asfaltata una strada, asfalto che subito dopo la visita è stato disfatto. Nell'eventualità che il capo del governo potesse ricorrere alle toilette della scuola, i suoi uomini hanno posto particolare attenzione alle condizioni igieniche, scegliendo persino qualità e colore degli asciugamani.

Inoltre, per supplire alla freddezza degli abitanti che da sei anni vivono in baracche e che hanno disertato la cerimonia, i militanti del Pdl hanno convocato supporter del cavaliere da tutta la regione mentre persino il governatore Michele Iorio, caduto in disgrazia, è stato relegato in secondo piano, come del resto quasi tutte le scolaresche, avendone il premier scelte solo due destinate a stargli accanto durante l'evento. (A. Gio.)

 

Un lodo, due lodi ...

Mi spiace molto quando mi rendo conto d’esser stata fallace. L’altro giorno elencavo sommariamente gli atti posti in essere da questo governo, dal momento del suo insediamento, limitandoli alla sola propaganda sulla sicurezza e qualche altra bazzecola. Per una colpevole distrazione, non avevo citato tra le tante belle cose il lodo alfano, che oggi ha avuto il suo battesimo nell’ennesima udienza che vede imputato il vostro premier per corruzione, nel processo “Mills”.

E che belle quelle dichiarazioni di Luglio, quando il vostro capo cupola dichiarava che non se ne sarebbe avvalso per tutti i reati per cui era accusato fino al 2000, senza però spiegarvi che in quel caso non ne avrebbe avuto bisogno, perché tra un rinvio e l’altro, i reati stanno cadendo in prescrizione. E che dire di quella volta che asserì, subito dopo l’incomprensibile firma di Napolitano, che finalmente era un uomo libero, e che avrebbe potuto passare il sabato a lavorare per voi, anziché studiare carte processuali con i suoi avvocati, che per altro sono anche loro deputati e firmatari delle stesse leggi che fino ad oggi gli hanno sempre salvato le chiappe.

Ok, oggi è venerdì e il vostro premier non è in Sardegna ma in una clinica Messeguè, probabilmente per una revisione di tiraggi che lo tengono in piedi, ma sono dettagli.

Quello che è assai più interessante è che per ogni deputato o ministro del governo, sembra essercene un altro che è il suo avvocato. E così, in silenzio, si è scritto un nuovo lodo, il lodo consolo, che servirà per salvare le chiappe al ministro matteoli, che nel 2005 viene messo sotto inchiesta dalla procura di Livorno per aver informato l’allora prefetto della città Vincenzo Gallitto che c’erano delle indagini sul suo conto per l’inchiesta sul “mostro di Procchio”, un complesso edilizio in costruzione a Marciana, nell’isola d’Elba. Una storia un po’ contorta che si provò inutilmente a fermare, con la giunta delle autorizzazioni a procedere e con i soliti espedienti politici. Ma dato il fallimento e visti i precedenti, perché non creare una legge ad hoc, per giunta retroattiva?

Detto fatto, il lodo è scritto, e ancora un bel passo indietro è segnato per questo paese, dove pare che essere stati almeno una volta invischiati nelle maglie della giustizia, non sia un disonore, ma un punto in più da scrivere sottolineato nei curricola dei “lei non sa chi sono io.”

Sì, queste priorità del governo le avevo proprio scordate, ma non è poi così grave, visto che è davvero cambiato anche il modo di informare l’opinione pubblica. Ieri, per esempio, ho visto Annozero; non tutto, ovviamente, ma una gran parte. Quando uno dei piloti collegati con lo studio ha sollevato la questione del modello Alitalia, come test su un nuovo modo di tagliare i diritti dei lavoratori, per un attimo ho creduto che finalmente in Italia si riprendesse a ragionare, ma le parole (che io avevo già scritto su questo blog) sono rimaste là, appese, senza che nessuno le riprendesse. Tornati in studio, Santoro ha ripreso a citare il 7%, quel 7% non digerito, non compreso, e probabilmente assai più idoneo a riempire il tempo con parole ribadite all’infinito che nulla hanno aggiunto a ciò che tutti già sanno, ma di cui a nessuno importa.

… Intanto con una passata di scolorina sulle carte già scritte dall’altro governo, altri 50.000 lavoratori che erano giunti ai limiti della stabilizzazione resteranno precari. Abbiamo ormai ben chiaro come faranno a rendersi liberi di lavorare per voi i pregiudicati di governo, ma perché nessuno si sente in diritto di chiedere cosa faranno per risolvere la crisi economica?

Si lo so, hanno tolto l’ICI, ma qualcuno ha provato a spiegargli che se uno non guadagna non spende?

Rita Pani (APOLIDE)


9.25.2008

 

Toh! Guarda! Ci sono i fascisti

E la farsa continua: tutto il mondo politico manifesta solidarietà e sdegno, per le scritte d’odio razzista con cui i fascisti hanno imbrattato i muri di Roma. Solidarietà per cosa? Perché alcuni cretini sono usciti dal gruppo di altri cretini, che per sei mesi non ha fatto altro che instillare l’odio, legittimando la caccia al diverso?

Nessuna solidarietà. Questi sono i frutti che devono raccogliere dopo aver seminato, pazientemente, i semi dell’odio. O forse pensavano che cessata la necessità di distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali dell’Italia, riconducendo tutte le colpe di una vita miserabile verso gli extracomunitari, avrebbero ripreso in mano le sorti ormai malate del paese?

Non mi sono presa la briga di leggere gli attestati di solidarietà, e nemmeno lo farò, ma è “divertente” ricordare che appena qualche giorno fa, il vostro presidente del consiglio, aveva ritenuto opportuno rispondere a chi gli chiedeva se esso fosse antifascista, che lui aveva altro a cui pensare, doveva “lavorare”.

Quale solidarietà può venire espressa in un paese in cui persino le forze dell’ordine si sentono autorizzate a rinchiudere e pestare un’intera famiglia di rom? Un paese che quasi alla fame stanzia 3 milioni di euro per schedare e foto segnalare i nomadi, può esprimere solidarietà per un atto di abietto fascismo? Un paese in cui un ragazzo nero può essere ucciso per un pacco di biscotti, senza che mai venga nominata la vera ragione della sua morte: il razzismo.

Chissà che ora questo governo, non si accorga che forse sarebbe stato meglio ricorrere ad altri mezzi per distrarre l’italiota dalla carestia morale e materiale, verso cui allegramente si precipita; magari un altro scaldaletto tipo vallettopoli o pompinopoli avrebbe arrecato un minor danno.

Rita Pani (APOLIDE)


9.24.2008

 

Solidarietà ai Compagni Missionari Comboniani

L’ho scritto molte volte, una delle mie passioni è l’arte demenziale, e vivere in Italia per questo mi risulta abbastanza comodo. Quando si stabilisce che un manipolo di imbecilli stia al governo centrale, è facile che gli imbecilli si moltiplichino in tutto il territorio nazionale. Prolificano come conigli.

Così capita che i un gruppo di Missionari comboniani chiedano a Verona il permesso di occupare il suolo pubblico e l’auditorium di Verona il 28 settembre e il primo ottobre, in occasione del passaggio della Carovana della Pace, ma venga proibito alle organizzazioni religiose di usare la bandiera della pace, in quanto [copio] "in questi anni è diventata il simbolo dell'estrema sinistra"…

Per fortuna i Compagni missionari hanno poi deciso di utilizzare i luoghi di loro competenza (le case del popolo con sagrato e campanile) dove certamente saranno liberi di essere pacifisti, con tanto di bandiera Arcobaleno.

Sui forum già ci si interroga: la pace è di destra o di sinistra? Io credo che il buon senso sia della gente di sinistra, perché probabilmente a destra non si sono mai interrogati sul significato delle parole e sui suoi contrari. Il contrario di pacifista è guerrafondaio. Conosco un sacco di gente che ha dichiarato di essere pacifista, mai nemmeno un coglione che dicesse candidamente: sono un guerrafondaio.

Oltre l’ilarità che certe decisioni possono far nascere, però, è bene rimarcare sempre un concetto: per quanto esilaranti possano essere certe idiozie – perché di idiozia si tratta, senza timore di smentita – sono sempre la sintesi della violenza che si è perpetrata ai danni dell'Italia, e che sta avendo il suo massimo picco, con quest’ultimo avvento di barbarie berlusconiana.

Non si tratta solo di aver consegnato le sorti di un’intera nazione ad un pupazzo, ma di aver avvallato la nomina di tutta una schiera di caproni ignoranti. Insomma, è facile indignarsi perché a Lampedusa è stato eletto sindaco un tizio rappresentativo quanto un babbuino, ma qualcuno il voto glielo avrà pur dato. Ed è facile oggi scandalizzarsi perché pare che in Sicilia arriveranno milioni e milioni di euro che svaniranno come quelli delle casse di Catania, ma il governatore non è stato assunto come la sorella di schifani, per chiamata diretta: è stato votato ed eletto.

Ed è stato votato anche il sindaco di Verona, o il sindaco di Roma con le sue commemorazioni dei caduti di Porta Pia. E la lega del cattolicesimo celtico, con il suo anti Islam e il casco con le corna in testa, o il contadino della Val Brembana che con rito celtico si è unito in matrimonio con la sua mucca …

Solidarietà ai compagni Missionari Comboniani, quindi, e solidarietà al Compagno Monsignor Marchetto, che dalla sezione Vaticano, ha ribadito quello che si va dicendo da tempo tra estremisti. L’Italia è un postaccio che non rispetta i diritti umani.

Rita Pani (APOLIDE ESTREMISTA PER LA PACE)

 

Chi puzza di più?


Ce lo ricordiamo tutti perché ringraziò maroni per il decreto sicurezza, con questa dichiarazione esemplare:

«entro 48 ore ripristinerò il filo spinato attorno al centro, come quando c'era l'esercito ed istituirò delle ronde di sorveglianza intorno alla struttura»

Qualche giorno fa, il sindaco di Lampedusa (bastar) dino de rubeis, ci riprova con una più istituzionale trovata:

"Non voglio essere razzista, ma la carne dei negri puzza anche quando è lavata"

Credo che un pezzo di merda puzzi assai di più di un negro.

Rita Pani (APOLIDE)


9.23.2008

 

Dopo il 45° ritiro dell'offerta, la CAI è possibilista

Meno male! Ci sono novità sul caso Alitalia. Iniziavo a preoccuparmi del fatto che non se ne parlasse più. Dunque, la CAI – dopo essersi ritirata 45 volte – ha detto che serve un passo avanti, che l’offerta è sul tavolo ma non cambia. Poco fa, causa batterie quasi scariche del telecomando della TV, sono capitata una trentina di secondi su Ballarò; c’era il ministro scajola che, guarda caso, parlava di Alitalia e diceva che la CAI era l’unica possibilità. Credo che la sua tenacia derivi dal fatto che nessun’altra compagnia “sana di mente” appronterebbe una rotta aerea Roma- Albenga solo per fargli un servizio di aerotaxi.

Insomma, non si parla d’altro che di Alitalia, di aerei e di piloti. Ma non tutti gli aerei e non tutti i piloti, ce ne sono alcuni che meno se ne parla e meglio è, come quelli che saranno inviati in Afghanistan. Il ministro della guerra non ci sta mica ad essere un pacifista, che nell’immaginario collettivo – mi raccontava basito oggi, un ragazzo di 18 anni – è sinonimo di mollitudine.

Bisogna parlare di Alitalia, perché la gente al supermercato, in coda alla cassa col patema d’animo che non bastino i soldi per pagare la spesa che ha nel carrello, deve pur avere qualcuno contro cui prendersela, no? E i piloti, ingrati, sono utilissimi alla causa. Guadagnano troppo, non pagano il biglietto per tornare a casa, dormono in hotel a 5 stelle, e qualcuno è pure un bel quarto di manzo. Provate a pensare che accadrebbe, se il cliente del supermercato guarisse repentinamente dalla lobotomia, e iniziasse a chiedersi quanto costa mandare quattro bombardieri Tornado da aggiungersi ai 2.000 soldati di stanza in Afghanistan.

E se d’improvviso realizzasse il senso delle dichiarazioni della ministra della distruzione pubblica, che va orgogliosa d’aver abbattuto i costi che la scuola fa gravare sullo Stato? Se l’italiota medio capisse che la scuola è un investimento e non uno spreco? Troppo difficile, eh!

Meglio quindi insistere sulla CAI, ascoltare le lunghe ed estenuanti dirette dalla sede della Magliana e dagli aeroporti di Roma, Milano e Bari, dove un vecchio dipendente Alitalia, ammette candidamente di non sapere nulla, ma proprio nulla del suo futuro, perché gli aeroporti minori sono tagliati fuori da ogni computo e da ogni trattativa. E come privarci dell’intervista quotidiana al passeggero che nonostante tutto, fino all’ultimo volerà Alitalia?

Metti che qualcuno si svegliasse all’improvviso dal torpore e facesse memoria, scoprendo tutto a un tratto che dal momento dell’insediamento di questo governo, non s’è fatto altro che parlare di repressione razzista, tagli di spesa pubblica, esercito, esercito, esercito, Alitalia, esercito, sicurezza, Alitalia, esercito, negri, zingari, Alitalia esercito …

Ah già ha tagliato l’ICI … ed ecco perché se vai a puttane devi pagare 200 euro al comune.

Rita Pani (APOLIDE)


9.22.2008

 

Serve un aereo?

Bisognerebbe che qualcuno avvisasse berlusconi, che la CAI (Cordata Avvoltoi Italiani) ha rinunciato a mettere le mani sul patrimonio Alitalia. Il vostro presidente del consiglio, probabilmente distratto da altri gravosi impegni, come lo shopping in Piazza Navona, deve esserne rimasto all’oscuro, e da giorni, sebbene la trattativa ricattatoria sia fallita, continua a ricordare ai piloti e a tutti i dipendenti che non c’è nessun altra possibilità: o gli avvoltoi o nulla.

Così oggi i telegiornali, che non negano mai uno spazietto al signore del palazzo, ribadiscono la dichiarazione: non c’è alternativa alla CAI; il servizio successivo ci informa che la CAI ha ancora una volta ritirato l’offerta. “Ma non l’aveva ritirata già qualche giorno fa? “ mi chiedo io, ancora incapace di entrare nell’ordine di idee che per seguire certe italiche faccende, bisogna saper fingere di essere imbecilli.

Comunque l’Alitalia è ufficialmente in vendita, e la si può acquistare anche su Internet, intera o a pezzi. Io intanto –per chi fosse interessato- vendo tessera mille miglia. Avrei comprato anche un MD80, che è sempre utile, ma non mi entra in garage. Lo so l’ATR è più piccolo, ma quelle eliche da ventilatore, esposte ai gabbiani, mi hanno fatto sempre un po’ paura.

A proposito di aerei: i ministri della guerra e degli Interni, oggi hanno fatto un giretto sul nuovo jet militare Aermacchi M346 (400 milioni di euro stanziati con la finanziaria 2008). Con le tute arancioni sembravano più operai stradali che non ministri aviatori, ma poi a pensarci, dire così è fare un torto agli operai stradali: loro lavorano davvero.

Il ministro dell’Interno, dopo questa esperienza avrebbe voluto fare anche un giretto su una motovedetta, approfittando del fatto che l’Italia ne invierà una in Libia, ma a quanto pare Gheddafi non ha avuto voglia di partecipare al circo. Così il grande statista, ha minacciato il leader libico, di bloccare gli aiuti promessi con gli ultimi accordi firmati con l’inchiostro invisibile da berlusconi, che sempre, come primo atto dei suoi nuovi governi, si è recato fin laggiù a promettere l’autostrada litoranea, che a mio avviso somiglia molto al ponte sullo stretto: davvero un bel disegno.

Rita Pani (APOLIDE)


9.21.2008

 

Magari

Poi magari scava, scava si va a scoprire che i neri morti di Castelvolturno non erano spacciatori, ma soltanto negri. E magari si scopre che qualcuno era anche socialmente impegnato all’interno della sua comunità, che un altro si trovava in quel luogo con i danari guadagnati lavorando infilati nei calzini, per recarsi a spedirli alla famiglia. Ma ormai sono morti ed ammettere il razzismo non è bene, non conviene, sebbene da subito un procuratore abbia riconosciuto che la strage ha carattere terroristico e razzista

Poi al Casilino 900 arriva la delegazione dell’Europa, per vedere un po’ come l’Italia tratta i rom. E’ una bella delegazione che cammina tra il fango del campo, in una giornata piovosa. C’è anche borghezio, che è rientrato presto da Colonia, visto che le autorità tedesche hanno poi vietato il raduno “anti islam”, al quale oltre al deputato padano/europeo, avrebbero dovuto partecipare anche i neonazisti e gli xenofobi europei. E io sono tarata, e penso sempre che se non fosse morto Pacciani, magari sarebbe potuto diventare ministro delle pari opportunità e andare in visita in una casa famiglia che accoglie donne maltrattate o abusate. In Italia, sì, sarebbe stato possibile.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Intolleranza






il 17 settembre il tribunale di Catania ha assolto Sebastian e Veronica, rom di origine rumena, dall’accusa di aver tentato di rapire una bambina di tre anni. Era «successo» il 15 maggio scorso. Uno dei «casi» mediatici che hanno alimentato la campagna estiva contro i rom. Anche in questo caso, però, vale il «contrario» per Maroni: la colpa, come sempre, è dei giornalisti. Solo che questa «colpa» è poi diventata l’alibi per le ordinanze che il governo ora cerca di rimuovere.

9.20.2008

 

Basta con gli sprechi

Mi ricordo che quand’ero ragazzina, nella città dove abitavo, l’assessore al traffico appena designato dalla nuova giunta comunale allora eletta (P.C.I.), come primo atto dopo il suo insediamento cambiò il senso unico di marcia della strada nella quale abitava. Anziché senso unico a salire, lo fece diventare a scendere solo per favorire la moglie, che con l’automobile non era capace di spuntare in salita.

Se ne discusse assai, tra l’indignato e il divertito; chi offeso dall’abuso dell’amministratore, chi divertito per il senso di ridicolo che la vicenda assumeva passando di bocca in bocca, ogni volta che la signora passava con l’auto nella piazza principale. Tuttavia il senso unico rimase comodamente in discesa, e credo che fosse così persino l’anno scorso, l’ultima volta che mi capitò di transitare su quella strada.

Ci ho pensato questa mattina dopo aver letto l’articolo di Gian Antonio Stella in merito all’essicazione delle casse comunali di Catania, nel periodo in cui fu sotto il dominio del medico personale di berlusconi, scapagnini, al quale probabilmente nulla è imputabile, dato che pare che a lui e ad un’ampia schiera di chirurghi plastici, sia dovuta l’invenzione dell’elisir di lunga vita, che giorno dopo giorno varia i tratti somatici del vecchio uomo ormai ridicolizzato sempre più da quella faccia di plastilina.

È una lettura che vi consiglio, a tratti esilarante, come quando si narra dei fondi destinati al comune dalle ripartizioni dell’8 per mille, spesi per pagare una compagnia di ballerini brasiliani ingaggiati per colmare la saudade di una “amica sua”carioca.

È il segno del tempo che traccia la trasformazione della vita, quindi se circa venticinque anni fa, in un piccolo comune del Sulcis Igesiente c’era chi si indignava perché un amministratore pubblico aveva favorito l’incapacità della moglie, oggi in pochi a Catania si chiedono come mai di tutto il corpo dei vigili urbani, (540) soltanto una manciata che si può contare sulle dita di una mano (5), siano semplici vigili e non ispettori come il resto della compagnia.

Gente così è capace persino di far apparire Craxi un dilettante.

Ora forse sarebbe il caso di pensare ad un Italia col federalismo fiscale, e quel che sarà. Perché è vero che l’Italia è a destra, ma la regola prima dell’uomo di destra pare essere l’impunità. Non so quanti scapagnini ci siano sparsi dentro il pdl, ma considerato che si sa bene quali tipo di pensatori e statisti racchiude, credo che non sia poi così difficile iniziare a tracciare la trama del futuro, fatta di città al buio, con i carichi di immondezza per le strade da far apparire Napoli ante miracolo una città svizzera, e i sobborghi di Roma centri d’eccellenza.

E sempre in tema di federalismo fiscale, i catanesi non abbiano paura. C’è ancora tempo e berlusconi ha promesso che risanerà il debito. Con i soldi di Roma ladrona, ovviamente.

Rita Pani (APOLIDE)


9.19.2008

 

Il paese sta bene

l paese sta bene, l’economia è solida, e il gradimento per il vostro premier è salito al 60%. Poi venne il cacciatore, aprì la pancia del lupo, e Cappuccetto Rosso e la nonna saltarono fuori … e vissero tutti felici e contenti.

Avete notato? Dai telegiornali nazionali sono state abolite le immagini delle manifestazioni di protesta e le notizie degli scioperi. Oggi a Roma (ma un po’ in tutta Italia) hanno protestato gli studenti contro la nuova deforma della scuola, e i lavoratori precari dei call center, che hanno sfilato per le vie di Roma.

A dire il vero, nei due telegiornali che ho visto io, non solo non hanno mostrato immagini, ma non hanno nemmeno dato la notizia, sebbene solo nel settore dei call center siano 120.000 i lavoratori interessati che hanno indetto la prima manifestazione nazionale di protesta.

In compenso ho appreso che Ligabue terrà un concerto a Verona nel tempio della lirica. Bellissima domanda d’esordio del prode cronista: “Allora Ligabue, come vive questo momento storico per l’Italia?”

Rita Pani (APOLIDE)


 

Memoria corta

Non dico che si debba essere elefanti, ma nemmeno tutti reduce di Collegno. Sembra che in Italia sia tutti pronti ad issare il palo dove infilare Epifani, e allora corre obbligo di tornare indietro a Marzo del 2008, quando durante una campagna pubblicitaria di infima categoria, il piazzista di Arcore, imboniva gli italioti con dichiarazioni epiche:

I miei figli nella cordata di imprenditori italiani per Alitalia? "Nemmeno per sogno. Adesso dico assolutamente no perchè visto che hanno approfittato tirando in ballo addirittura il conflitto di interessi, vieterei ai miei figli di partecipare in qualunque modo per la strumentalizzazione che la sinistra ha fatto". Lo ha detto silvio berlusconi. Che aggiunge: "Non vogliamo perdere la compagnia di bandiera. Diciamolo chiaro, non vogliamo farci colonizzare dai francesi, non possiamo permettercelo e allora dobbiamo fare tutti il tifo per un'Alitalia italiana".

E non solo. Altri illustri statisti, alleati del piazzista, in quei giorni, producevano dichiarazioni sensate e piene di responsabilità politica: “Grazie all'intervento della Lega Nord e di silvio berlusconi si è evitata una svendita di Alitalia ai francesi di Air France”. Lo ha sostenuto roberto calderoli, vicepresidente uscente del Senato ed esponente leghista, nel corso di un'intervista rilasciata a Tgcom.

Due dichiarazioni prese a caso dalla grande memoria di Internet, che in pochi, evidentemente, si prendono la briga di consultare. E allora di che si sta parlando?

Non capisco perché nessuno, in quel che resta della sinistra, escluso il PD ormai un ibrido senza personalità, non abbia utilizzato il momento per ricorrere, appunto, alla memoria che meglio di ogni altra cosa spiega quel che è veramente successo ad Alitalia, non oggi, ma sei mesi fa. Il massimo che ha saputo fare Diliberto è stato dichiarare l’incapacità di Berlusconi, liquidando così l’accaduto che invece nascondeva un pericolo reale e sottovalutato: sancire come legale il ricatto ai lavoratori, e cancellare di fatto, l’ultimo residuo di diritto. Questo è il peggio della “non politica” sul modello berlusconiano che sembra ormai essersi radicato in qualunque forza politica, fatta di slogan e di delazione senza reale critica e nessun ideale.

Come quando passò la conferenza stampa del piazzista, che prima dei soldi, prima dei diritti di 20.000 lavoratori, annunciò di aver risolto il problema coniando lo slogan che, a suo dire, avremmo visto ovunque negli aeroporti e per le strade: “Amo l’Italia, volo Alitalia”.

Insomma, l’ennesima occasione persa per dire di più a chi, ormai assuefatto dalla propaganda, non riesce a vedere oltre il proprio naso. L’italiano oggi piange per la grave perdita? No, c’è un italiano che piange di più: Toto di Airone, per esempio, che sfumato l’accordo non sa a chi potrà far risanare i debiti della SUA compagnia aerea. Anche questo è stato detto, ma sottovoce, come tutto quello che non deve andare ad installarsi nella zona remota della memoria collettiva.

Nulla di più e nulla di meno di quello che in Italia è già accaduto e ancora accadrà; la Telecom di Tronchetti Provera, per esempio, che per meriti acquisiti dopo averla portata sull’orlo del fallimento, oggi siede alla vice presidenza di Mediobanca, in compagnia della figlia del vostro presidente miracoloso del consiglio, e sotto la presidenza di Geronzi, già condannato per estorsione nel caso Eurolat, per la vicenda del crac Italcase … devo continuare?

Rita Pani (APOLIDE)


9.18.2008

 

Fate la carità


Ci sono notizie drammatiche che passano quasi sotto silenzio, come per esempio il lamento della opulenta chiesa cattolica, che vede calare gli oboli donati con l’8 per mille. Mancano all’appello 35 milioni di Euro, e già si pensa a come fare per incrementare le donazioni mica tanto spontanee. Un bel po’ di pubblicità in più, nei periodi immediatamente precedenti alla presentazione della denuncia dei redditi. Una spesa colossale che andrà nelle casse di RAI e mediaset, soldi provenienti direttamente dai fondi ricavati dall’8 per mille.

Sì, perché la chiesa cattolica, diversamente da quello che fa credere all’allocco attraverso i suoi spot straripanti altruismo e bontà, spende la maggioranza dei fondi prelevati dalle tasse italiane, per finanziare sé stessa e non per alleggerire i carichi che la povertà pone sul mondo.

Il caso più eclatante fu quello dello spot sulle operazioni benefiche del buon prete nello Srilanka post tsunami: “dal mare è arrivata la fine, e poi siamo arrivati noi” (mi par di ricordare), costato la bellezza di nove milioni di euro, ovvero il triplo di quanto la buona chiesa diede in effetti alle vittime di quei paesi sconvolti.

Quindi prepariamoci ad una calda primavera, dove preti e suore su campi pieni di margheritine faranno giocare bambini senza gambe, o fuori dalle capanne di paglia faranno cantare a bambini neri ben nutriti canti angelici, solo per avere un po’ di carità, che servirà principalmente a lucidare gli ori da mettere in testa al papa, quando lo vestiranno per una passeggiata serale in centro, o a costruire cattedrali in piccoli centri residenziali, abitati quasi esclusivamente da chi soffre di mal d’Africa solo per essere stato un paio di volte in Kenia, in qualche resort a 5 stelle. ( Il caso aberrante della chiesa moderna di Poggio dei Pini a Capoterra CA )

Quello che molti non sanno, è che l’obiezione non è prevista dall’ordinamento italiano, e che quindi, ogni volta che il contribuente, convinto di fare un toro alla chiesa non barra la casella dell’8 per mille, di fatto sta consegnando i suoi danari alla chiesa stessa. Esiste infatti il principio della ripartizione, per cui, tutto ciò che non è espressamente indicato verrò ridistribuito proporzionalmente. Considerato che la chiesa cattolica è quella che prende di più … traete voi le conclusioni.

Intanto la FAO fa sapere che al mondo gli affamati sono 923 milioni, e che negli ultimi due anni, c’è stato un incremento di 75 milioni di persone in più.

Quello che forse la FAO non ha detto, è che il mondo sta anche appena fuori dalla nostra porta di casa.

Rita Pani (APOLIDE)


9.17.2008

 

Statisti


Così a Roma dicono che sarà sanzionabile la donna con gonne troppo succinte. Il troppo ovviamente non è stato quantificato in centimetri, e sarà stabilito a discrezione del bounty killer urbano. Non è dato sapere se per ovviare a questo provvedimento, la ministra carfagna abbia già chiesto il trasferimento del suo ministero in altra sede. Sono comunque iniziate le prime multe, ed è consigliabile non accostare la macchina bordo strada per chiedere ad un passante “Vado bene per dove devo andare?” Potresti essere frainteso dal solerte operatore comunale, impegnato al massimo per rimpinguare le casse comunali, dopo la genialata dell’abolizione totale dell’ICI.

MA che ci volete fare? Quando governano degli statisti del calibro di berlusconi tutto è possibile, e soprattutto al peggio non c’è mai fine.

Per esempio le dichiarazioni estemporanee dello statista, a proposito di Alitalia che tradotte per il volgo cerebroleso, significavano: “se non firmate sono cazzi vostri, perché lo stato non vi assicurerà quelli che, fino a prova contraria, sono ancora diritti sanciti dallo statuto dei lavoratori.”

Ma diciamoci la verità: “A chi importa di quei parassiti dipendenti di Alitalia?” Pressoché a nessuno. Anzi vox populi dice che se fallisce è meglio, che hanno rotto le balle, che … Sbagliato. Alitalia non è che il banco di prova per il totale sterminio dei diritti dei lavoratori, e la libertà d’azione dei padroni. Il fatto che il 13 giugno CONFINDUSTRIA si sia riunita a porte chiuse per discutere dei contratti di lavoro, dovrebbe dirla lunga, come lunghissima dovrebbe dirla il tentativo di regalare “alla cordata” (alla quale partecipano almeno tre partner con sede in Lussemburgo) una compagnia aerea.

Però è triste parlare di economia, anche perché a parte gli addetti ai lavori, noi non ne capiamo un gran ché. Il massimo dell’economia che riusciamo ormai a comprendere è quella che dobbiamo fare per arrivare alla terza settimana del mese, prima di iniziare ad intaccare lo stipendio prossimo con la carta di credito (e non è nemmeno detto che il mese prossimo ci sarà lo stipendio; una sorta di terno al lotto.)

Parliamo ancora di puttane. Sì bisogna toglierle dalle strade, perché offendono la vista del probo cittadino che passa in macchina con la moglie e i figli, e non può nemmeno voltarsi a guardare perché sennò la moglie gli molla un ceffone. Però ieri, leggendo la notizia di quella star della TV (sfornata dalla televisione di berlusconi, la stessa che sfornò la ministra anti prostituzione) che se la vuole vendere per un milione di Euro, mi chiedevo: è il costo che fa la troia?

Oggi pensavo di trovare qualche articolo indignato, qualche avviso di garanzia per meretricio a mezzo stampa, e invece sono certa che a breve leggeremo che un coglione, ha provato, magari tirando sul prezzo.

Rita Pani (APOLIDE)


9.16.2008

 

Voglio vivere in Italia 2

Mi piacerebbe molto andare a vivere in Italia. Italia 2 ovviamente, quella inventata e costruita da berlusconi, e pubblicizzata sui giornali e in televisione dalle testate di televendite e marketing specializzate, che in Italia 2 hanno sostituito i notiziari e l’informazione.

Tutto il sistema capitalistico occidentale sta crollando come un castello di carte, ma è un problema che non tange il fantastico mondo parallelo che grandi uomini hanno saputo creare, in Italia 2 come in America l’economia è solida e il benessere dilaga. Pare che in America, per esempio, il problema sia stato quello di calcare troppo l’acceleratore della guerra dopo “l’11 settembre”, ma nessuno (tranne il popolo) si dispera: basterà fare un altro paio di guerre per risistemare i conti.

In Italia non ci facciamo domande sulla caduta delle borse americane, in fondo non sembra essere importante, anche perché dall’America abbiamo sempre importato solo i costumi che più ci hanno fatto comodo: le macchine grandi, il razzismo, i Mc Donalds, l’obesità infantile e il Ritalin con cui addormentare i nostri bimbi troppo vivaci.

Voglio andare a vivere in Italia 2 perché trovo degradante dover assistere allo sciopero della pagnotta, indetto per il 18 settembre prossimo. In Italia 2 il pane abbonda e possiamo anche permetterci di buttarlo via. Poi in Italia 2 si sta più sicuri: non esiste il razzismo. Se per caso si uccide un ragazzo negro, dopo averne certificato la nazionalità italiana, si comprende che rubare un Kinder è pericoloso. Non un omicidio efferato, razzista e aberrante, ma un monito che renderà inutile l’esposizione di certi cartelli che spesso troviamo nei supermercati: “Le ciliegie si mangiano dopo averle comprate … L’uva si può assaggiare ma non si può mangiare.” In Italia 2 però la morte di un ragazzo è una cosa seria e la televendita di maggior ascolto su RAI 1 manda l’inviato a seguire una fiaccolata “contro la giustizia fai da te”. In Italia 2 il razzismo non c’entra.

Anche Italia 2 fa parte dell’Europa, e ha mandato in Parlamento molte delle persone migliori che aveva, a rappresentarci. Uomini e donne che lavorano alacremente. Così a giorni arriverà in Italia (quella miserabile) una commissione sui diritti umani e il razzismo, che incontrerà il gruppo EveryOne, e accerterà le condizioni dei rom nei campi nomadi. Una commissione di 20 persone di cui 13 italiane … borghezio, fiore, angelilli, gardini. Hitler e Goering non hanno potuto aggregarsi causa morte prematura, diversamente, sono certa che avrebbero dato tutto il loro apporto per trasformare i campi rom italiani, in campi rom 2.

Perché in Italia 2, se si organizza un concorso di bellezza vicino a Frosinone, è naturale anche fare un bell’applauso ad un ospite sensazionale che appare su un maxi schermo, felice di parlare di pacificazione, e nessuno vomita se si trova davanti la faccia di Priebke.

In Italia 2 non esiste il bisogno di protestare, ma esiste qualche infiltrato che cerca di fomentare la rivolta; per questo se una compagnia aerea rischia il fallimento è colpa dei sindacati e se il personale docente delle scuole protesta fin dal primo giorno di riapertura delle scuole, è solo un tiro mancino di qualche residuato comunista. In Italia 2 non esistono insegnanti di sostegno, perché cari miei, il sogno di Italia 2 è quello di non far esistere più i diversamente vivi.

Rita Pani (APOLIDE)


9.14.2008

 

Email che fanno male

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

Firma.

Da blackcat


 

Almeno vergogniamoci

È un classico: quando un onorevole posa le sue altrettanto onorevoli chiappe, sulla poltrona della presidenza della Camera, si trasforma in Maria Goretti.
Successe a Fausto Bertinotti, che dimentico d’esser stato una volta comunista, pareva essere il discepolo migliore di Francesco D’Assisi, con le sue cautele e l’etica istituzionale aspersa come l’incenso il chierichetto. Ora è il turno di fini, anche lui avvolto dalla nube dell’oblio, recita il copione dell’uomo dello stato, riconoscendosi nei valori antifascisti della Costituzione. Non credevo nel primo e assai meno credo al secondo.
Oggi il caso è a Milano, dove un ragazzo di diciannove anni, è stato ucciso per il colore della sua pelle, all’urlo di “Sporchi negri vi ammazziamo”. Mi importa poco se arriveranno le dichiarazioni di sdegno di sindaci e deputati, non avranno alcun valore. La responsabilità è del clima instaurato da questo governo di criminali, che per deviare l’attenzione dallo sfacelo che sta inghiottendo il paese, hanno scientemente innescato questa guerra combattuta dagli ignoranti.
Questi atti sono figli dei “pacchetti sicurezza” e del decreto maroni, che ha dato la stura alle peggiori ambizioni di un manipolo di frustrati, fascisti e imbecilli. I sindaci sceriffi e i bounty killer vigili urbani, carabinieri liberi di massacrare famiglie intere colpevoli d’aver sostato con delle roulotte, negri, omosessuali. Tutti liberi i popolani della libertà, certi di restare impuniti. Liberi di essere esattamente come sono, razzisti e ignoranti, nostalgici di un’epoca che nemmeno hanno conosciuto (se avessero ancora i segni dei manganelli sulla schiena, o un parente gassato in campo di concentramento, di certo non lo sarebbero.) Fascisti che si annoiano persino a sentir parlare di Italo Balbo, perché nemmeno sanno chi fosse. Cretini che scrivono sullo zainetto di scuola “dux 4 ever”, senza sapere che per una stupidaggine del genere, il loro dux li avrebbe mandati al confino, magari a Carbonia, a cavare carbone e bere olio di ricino.
La responsabilità è anche del buon Candido Veltroni, e della sua imperizia nel fare affari con un imbroglione, di Diliberto e di Bertinotti, di una sinistra che non è riuscita a guardare oltre l’ombra del proprio naso. Che il fascismo, insieme alle sacre ampolle del Po ci avrebbe portato a questo punto di non ritorno era visibile, ma c’era altro da discutere: chi comanda?
La fretta di affrancarsi dall’essere comunisti, con tutto ciò che questo comporta – questo sì di equità, giustizia sociale e libertà – come se fosse una giacca che non va più di moda, un prodotto che non si vende, un restauro per apparire più moderni.
Cosa c’è di moderno in una società in cui l’uomo da la caccia ad un altro uomo, solo per la presunzione di diversità? Eppure dovremmo essere tutti uguali, dal momento che siamo tutti diversi. Però ammetto di sentirmi fortunatamente molto diversa da questo paese che non riconosco più.
Non ci resta che l’indignazione, sempre più solitaria. E la certezza di non poter mai fare parte di questa Italia che non ci rassomiglia. E sebbene incolpevole, mi scuso e mi vergogno.
Rita Pani (APOLIDE)

9.12.2008

 

Una Bolzaneto rom a Bussolengo [Vr]

Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare. Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per ore. La loro testimonianza

Venerdì 5 settembre 2008, ore 12. Tre famiglie parcheggiano le roulotte nel piazzale Vittorio Veneto, a Bussolengo [Verona]. Le famiglie sono formate da Angelo e Sonia Campos con i loro cinque figli [quattro minorenni], dal figlio maggiorenne della coppia con la moglie e altri due minori, infine dal cognato Christian Hudorovich con la sua compagna e i loro tre bambini. Tra le roulotte parcheggiate c’è già quella di Denis Rossetto, un loro amico. Sono tutti cittadini italiani di origine rom.

Quello che accade dopo lo racconta Cristian, che ha trentotto anni ed è nato a San Giovanni Valdarno [Arezzo]. Cristian vive a Busto Arsizio [Varese] ed è un predicatore evangelista tra le comunità rom e sinte della Lombardia. Abbiamo parlato al telefono con lui grazie all’aiuto di Sergio Suffer dell’associazione Nevo Gipen [Nuova vita] di Brescia, che aderisce alla rete nazionale «Federazione rom e sinti insieme».
«Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili urbani – racconta Cristian – per dirci di sgomberare entro un paio di ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito ripartiti. Dopo alcuni minuti arrivano due carabinieri. Ci dicono di sgomberare subito. Mio cognato chiede se quella era una minaccia. Poi cominciano a picchiarci, minorenni compresi».

La voce si incrina per l’emozione: «Hanno subito tentato di ammanettare Angelo – prosegue Cristian – Mia sorella, sconvolta, ha cominciato a chiedere aiuto urlando ‘non abbiamo fatto nulla’. Il carabiniere più basso ha cominciato allora a picchiare in testa mia sorella con pugni e calci fino a farla sanguinare. I bambini si sono messi a piangere. È intervenuto per difenderci anche Denis. ‘Stai zitta puttana’, ha urlato più volte uno dei carabinieri a mia figlia di nove anni. E mentre dicevano a me di farla stare zitta ‘altrimenti l’ammazziamo di botte’ mi hanno riempito di calci. A Marco, il figlio di nove anni di mia sorella, hanno spezzato tre denti… Subito dopo sono arrivate altre pattuglie: tra loro un uomo in borghese, alto circa un metro e settanta, calvo: lo chiamavano maresciallo. Sono riuscito a prendere il mio telefono, ricordo bene l’ora, le 14,05, e ho chiamato il 113 chiedendo disperato all’operatore di aiutarci perché alcuni carabinieri ci stavano picchiando. Con violenza mi hanno strappato il telefono e lo hanno spaccato. Angelo è riuscito a scappare. È stato fermato e arrestato, prima che riuscisse ad arrivare in questura. Io e la mia compagna, insieme a mia sorella, Angelo e due dei loro figli, di sedici e diciassette anni, siamo stati portati nella caserma di Bussolengo dei carabinieri».
«Appena siamo entrati,erano da poco passate le le due – dice Cristian – hanno chiuso le porte e le finestre. Ci hanno ammanettati e fatti sdraiare per terra. Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il manganello, anche sul volto… Mia sorella e i ragazzi perdevano molto sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: ‘Mettiti in ginocchio e pulisci quel sangue bastardo’. Ho implorato che si fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato alla mia compagna ‘Devi dire, io sono una puttana’, cosa che lei, piangendo, ha fatto più volte».

Continua il racconto Giorgio, che ha diciassette anni ed è uno dei figli di Angelo: «Un carabiniere ha immobilizzato me e mio fratello Michele, sedici anni. Hanno portato una bacinella grande, con cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un’ora, ci hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici secondi. Uno dei carabiniere in borghese ha filmato la scena con il telefonino. Poi un altro si è denudato e ha detto ‘fammi un bocchino’».
Alle 19 circa, dopo cinque ore, finisce l’incubo e tutti vengono rilasciati, tranne Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto, accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Giorgio e Michele, prima di essere rilasciati, sono trasferiti alla caserma di Peschiera del Grada per rilasciare le impronte. Cristian con la compagna e i ragazzi vanno a farsi medicare all’ospedale di Desenzano [Brescia].

Sabato mattina la prima udienza per direttissima contro i tre «accusati», che avevano evidenti difficoltà a camminare per le violenze. «Con molti familiari e amici siamo andati al tribunale di Verona – dice ancora Cristian – L’avvocato ci ha detto che potrebbero restare nel carcere di Verona per tre anni». Nel fine settimana la notizia appare su alcuni siti, in particolare Sucardrom.blogspot.com. La stampa nazionale e locale non scrive nulla, salvo l’Arena di Verona. La Camera del lavoro di Brescia e quella di Verona, hanno messo a disposizione alcuni avvocati per sostenere il lavoro di Nevo Gipen.

http://www.carta.org/campagne/migranti/rom+e+sinti/14881

http://www.carta.org/gallerie/25


 

Esuberanti

Non esistono più i disoccupati di una volta. Con l’evolversi dei tempi, i disoccupati, sono stati sostituiti dagli esuberanti. Si pensa che saranno 6.000 i lavoratori esuberati da Alitalia, ed è un dramma. Però io non capisco perché 87.000 insegnanti esuberanti, che resteranno disoccupati, dopo la riforma della ministra della distruzione scolastica, non facciano notizia. Ah! Già! Sono 87.000 fannulloni.

E se qualche lavoratore è esuberante, qualche altro muore: in fabbrica, nei campi, o sulle impalcature di un cantiere edile. Come sempre, ma in modo più discreto, giusto per non andare a turbare la tranquilla vita dell’italiano medio, che vive il benessere assicurato dal governo del presidente factotum.

Per un lavoratore esuberante, ecco un nuovo tipo di lavoratore che prima dell’avvento della nuova era barbarica berlusconiana, si affacciava alla vita lavorativa in sordina: il figlio di. Una volta il figlio di, prendeva il posto del padre in silenzio, aveva i tratti del viso travisati per non farsi riconoscere, e soprattutto, se voleva andare a lavorare come papà doveva farsi eleggere. Oggi che l’Italia è un paese nuovo, è lo stesso presidente del consiglio ad invitare bossi, a portare suo figlio a palazzo. Quello stesso figlio che non si è diplomato non perché è un imbecille, ma perché ha avuto la sfiga di essere esaminato da una commissione di fannulloni sudici (del sud) che l’hanno vessato in quanto colpevole di chiamarsi bossi.

C’è da ammettere che questa nuova tendenza fa dell’Italia un paese un po’ meno razzista, infatti tale pratica è stata importata direttamente dalle tribù africane. Il potere passa di padre in figlio, fino a quando un altro padre e un altro figlio decidono di tagliare la testa ai primi per prenderne il posto. Ora non so se questa prassi sia democratica, ma ammetto di covare una certa speranza.

A proposito di razzismo: c’è un forte esubero anche di Rom, infatti a Roma e in altre città sono ripresi i rastrellamenti. Scusate! Ho scritto rastrellamenti perché non ho ancora aggiornato il mio vocabolario: censimenti. Si dice censimento degli zingari, e non rastrellamento di Rom.

Sta prendendo piede anche il censimento degli omosessuali, che vengono aspettati dalle ronde di ultrà nazifascisti, prestati alla politica, fuori dai locali e senza nemmeno l’apporto della Croce Rossa, la quale attende direttamente i censiti, all’interno del pronto soccorso dell’ospedale più vicino.

Si continuano a censire anche gli extracomunitari, e i comuni più zelanti affiggono gli esiti delle battute di caccia, sui siti internet: “77 extracomunitari arrestati nella notte, dopo aver setacciato per due giorni il Piemonte …” Setacciare, voce del verbo censire.

Rita Pani (APOLIDE)


9.11.2008

 

Tutti allo stadio?

Non so a voi, ma a me, leggere la proposta delle celle negli stadi …

Lo so, sono solo per i tifosi, non si sognerebbero mai di iniziare a deportare le persone, stiparle negli stadi e poi farle sparire. D’altronde anche l’esercito per le strade serve alla nostra sicurezza, infatti è la polizia che identifica chi protesta.

Gli zingari, i negri, gli omosessuali, e ora ci si prepara per i sovversivi. Chi ha avuto modo di studiare un poco di storia recente, o magari di viverla o sentirsela raccontare, non dovrebbe avere difficoltà a comprendere cosa sta avvenendo in Italia, e averne ribrezzo. È che pensare è scomodo, meglio essere falsamente qualunquisti, e lasciare che tutto accada aspettando di vedere la fine, proprio come se fosse un film. L’Italiano preferisce essere spettatore, a volte persino credere alle favole è meglio che fare i conti con la propria esistenza.

L’economia italiana e ferma, ma il vostro presidente del consiglio vi rassicura. Esso governa un paese stabile, dove c’è il benessere, e le famiglie stanno bene. Problemi? Zero.

Ricordate il figlio di bossi? Per colpa degli insegnanti del sud non è riuscito a diplomarsi. Il ragazzo però ha scoperto che gli piacerebbe fare il lavoro del padre, e per questo “studia”. Contestualmente, una proposta di legge vorrebbe abolire il valore legale del titolo di studio. Ecco, l’Italia continua a scivolare: problemi? Zero. Al massimo la speranza di avere anche noi da qualche parte uno zio che è amico dell’amico del sindaco che riesca a farci entrare da qualche parte a sostituire uno dei fannulloni cacciati da brunetta. Un posto qualunque tanto il diploma non serve più, nemmeno per lavorare da “statista”.

Perché mi spiace dirlo, ma è così che si ragiona in Italia. Ed è per questo che nulla tange la tranquillità dell’italiota, e per lo stesso principio, in tanti (a proposito grazie delle mail, risponderò) mi consigliano di levare quel “comunista” dal mio blog.

No, non lo farò. Lo chiuderanno? Ne aprirò un altro. Ci sarà il pericolo di essere portata allo stadio? Mi darò alla macchia, ma macchia per macchia, scelgo quella mediterranea.

Rita Pani (APOLIDE)


9.10.2008

 

Tornata



Ho sorriso mestamente, ma senza mai lasciarmi coinvolgere. C’era ancora qualche italiano a casa mia. Così, mentre mi lasciavo andare, finalmente dentro il mio mare, due uomini maturi passeggiano dentro l’acqua e chiacchierano a voce alta:

“E speriamo che questa volta il paese cambi davvero, se non altro ha tolto l’ICI … “

L’altro gli ricorda che il comune perderà sette milioni di euro, e il primo rilancia: “Il comune però licenzierà i fannulloni …”

Quando torno a stendermi al sole, i due vecchi giocano a bocce sulla spiaggia semi vuota. Uno imbroglia: indovinate qual’era dei due?

Il mare è limpido, i pesciolini si fermano a mordicchiare i miei piedi. Mi sento bene, divertita. Due uomini passeggiano:

“Guarda! Sembra un’enorme piscina.”

“Ho detto a mia moglie: fatti il bagno o almeno vieni a passeggiare anche tu, ma lei non vuole, dice che le fa impressione entrare in quest’acqua. Strano poi, perché a Ostia lei il bagno lo fa.”

… C’era un bel silenzio a Punta Lizzu, valorizzato dal buffo belare delle pecore, dal suono allegro dei loro campanacci, e soltanto due volte abbiamo osato sporcare la pace con la lettura dei giornali. Il paese è cambiato davvero, e sarebbe ora che anche gli idioti berlusconiani, se ne rendessero conto. Ma forse questo è pretendere troppo.

In dieci giorni che mancavo è successo tanto e forse nulla. L’Italia è ancora un po’ più fascista, l’ignorante è sempre più ignorante, l’incivile gode della sua inciviltà e ride di me perché spengo le sigarette nella sabbia, e poso i mozziconi dentro la mia ciabatta, per poi buttarli nel cesto della spazzatura prima di andare via.

Del resto vi dirò … Oggi voglio starmene ancora un po’ a Siniscola, in quel mare e in quella campagna, almeno con la mente e lo spirito (quello del mirto).

Rita Pani (Sarda)


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