2.11.2009

 

Tutto a norma

Visto? Tanto, ci voleva? Siamo tornati alla normalità. E se bossi sostiene la Costituzione e il Presidente della Repubblica, dopo aver gridato anni e anni alla secessione, e dopo averci invitate per anni e anni a “pulirci il culo col tricolore”, io direi che più normale di così si muore.

L’ennesimo ricatto politico, e a me sembra d’essere tornata ai bei tempi in cui i leghisti tenevano in mano, e stringevano forte quel che resta delle palle del fantino di Arcore; in ballo c’è sempre il federalismo fiscale, e immagino anche la nuova pioggia di milioni di euro destinati alla Sicilia, per finanziare la copertura di quella miriade di posti di lavoro dati in cambio di voti. Ma in effetti anche la Sardegna avrà i suoi benefici pre elettorali: la proroga del risanamento dei debiti contratti dagli agricoltori, che perderanno le terre soltanto dopo aver votato.

O che sia la strizzata di palle in previsione dell’approvazione delle ridicole norme sulle intercettazioni telefoniche, di cui finalmente si è occupato il CSM? Perché mi pare chiaro che anche questo decreto, nonostante le rassicurazioni di capezzone, sull’utilità condivisa per tutti i cittadini, sia l’ennesima norma salva chiappe – e sempre e solo le sue.

Tutto torna nella norma, quella che ci da tanta sicurezza, ed è normale anche avere un decreto che si chiama “mille proroghe”, ovvero una sorta di regalia pre pasquale che ormai è diventata consuetudine. Di norma serve a ritardare le fastidiose leggi che vanno a inficiare sulla liberta che i cittadini e le imprese hanno di fare un po’ come cazzo gli pare.

Ed ecco che sebbene ad oggi, dall’inizio dell’anno i morti ammazzati dal lavoro siano ben 120, le norme sulla sicurezza sul lavoro slittano al 16 maggio, tanto che fretta c’è? Ormai i morti di lavoro in Italia sono uguali ai morti delle guerre. Non interessano più nessuno, anzi, iniziano pure ad annoiare.

Rita Pani (APOLIDE)

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