11.04.2008

 

Guzzanti (quello guasto) vs Carfagna

Nomen omen, deve essere proprio vero. Così come San Paolo, anche il senatore (Paolo) Guzzanti sembra esser stato folgorato sulla via di Damasco. Da qualche tempo il senatore sembra essere sulla via giusta del ravvedimento, prima arrivando a vomitare per “l’amicizia” che lega berlusconi a Putin, ed ora attaccando duramente – e a ragione - la ministra carfagna su cui già tutto è stato scritto, persino del suo presunto stomaco di ferro.

Non sono cattolica, e questa è una sfortuna. Una delle cose belle dei cattolici, è che persino la peggiore nefandezza compiuta da un uomo può essere cancellata con un po’ di pentimento, nemmeno sincero, un paio di Pater, Ave e Gloria. Il problema del senatore Guzzanti è che non ci ha messo nemmeno un po’ di pentimento, e siede ancora le sue onorevoli chiappe nel parlamento italiano, a servizio di colui che gli passa il piattino su cui sputa. Per ora ci mette solo le giaculatorie dal suo blog, che poi i giornali riportano, come se volesse far passare il messaggio che il pdl non è un partito fascista, dal momento che si tollera il dissenso. Lo so che fa ridere.

Il senatore Guzzanti, è a disagio nel vedere che una “calendari sta” siede a capo del ministero delle pari opportunità, ma si sarà chiesto come ci potessimo sentire noi, quando con la sua commissione di indagine, coadiuvato da emeriti 007 come Scaramella (non James Bond: SCARAMELLA) creava falsi dossier atti a farci credere che Romano Prodi fosse un agente del KGB. Lungi da me portare avanti una difesa d’ufficio di Romano Prodi, semmai in questo blog, ho portato sempre vati la strenue difesa della dignità delle nostre intelligenze che non sarebbero mai riuscite a vedere Prodi nel KGB, nemmeno quando fosse stato fotografato accanto a Putin con un cappello di pelo sulla testa.

No, senatore non basteranno un paio di Pater e qualche Ave urlati dal suo blog, contro la calendari sta per farci scordare chi lei sia, e soprattutto quanto le sue cazzate abbiano gravato sulle tasche dei contribuenti italiani. Per esempio la commissione Mitrokhin, costò la bellezza di 1.190.663 euro. Molti dei quali, gettati via in scaramelle.

Per fortuna esiste ancora ampia documentazione delle sue intercettazioni telefoniche, quando a tutti i costi voleva andare (pene dritto) dal suo padrone a dirgli “Sì, Prodi è una spia!”

Si prepari senatore, dopo la carfagna, ora è il tempo di valeria marini, che giura di essere molto impegnata a studiare da ministra. Io non mi stupirei più di tanto se la laureassero al ruolo, in effetti non mi sono nemmeno mai stupita che anche a lei, dopo la sua prima folgorazione sulla via di Damasco, fosse stato offerto di recitare il ruolo del politico.

Rita Pani (APOLIDE)


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