12.14.2006

 

Cambiare decisamente rotta

Datemi una mano per favore, qualcuno abbia la bontà di parlare per noi, io non ce la faccio più. La politica italiana si interroga su tutto, tranne che sulle cose serie. Avete fatto caso? Ogni volta che a sinistra s’ode qualcosa di intelligente, immediatamente arriva la smentita o la rettifica. Fassino dice “Il problema è imprimere una significativa e sensibile cambio di rotta all'azione di governo e all'iniziativa delle forze politiche” e mentre stai per applaudire ecco la mannaia cadere sulle mani con forza devastante e “cambio di rotta”, diventa “cambio di passo”.
Era giusta la prima caro Piero. Noi speravamo proprio in un cambio di rotta quando vi abbiamo affidato il governo, ma abbiamo constatato la vostra continuità con la rotta precedente.
Quello che non avete capito è che noi sapevamo benissimo che berlusconi era il re delle buffonate prima di auto nominarsi imperatore d’Italia, quindi da lui non ci aspettavamo altro che buffonate ed abbiamo votato per il Professore. Il titolo è importante e se un professore mi dice “rifarei la finanziaria esattamente come l’ho fatta, uguale, ma cambierei qualcosa” io, da alunna, mi vedo costretta a cambiar scuola perché è difficile comprendere come uguale sia diverso e soprattutto è difficile comprendere di quale finanziaria stia parlando, dal momento che, per assecondare i ricchi, l’imprenditoria e il Papa, ne sono state scritte almeno sei, però Vannino Chiti aggiunge: "Questo è l'unico vero testo". Eureka! Certo domani scenderanno in piazza a protestare i manager pubblici per i quali è stato fissato a 500 mila euro il tetto allo stipendio che può aumentare fino a 750 mila euro per quelli che raggiungono gli obiettivi prefissati, ma che ci vogliamo fare? E’ la crisi che lo impone.
Fassino non doveva correggersi perché era davvero giusta la prima. Bisogna cambiare rotta in ogni settore dello stato e per farlo c’è davvero bisogno di quella serietà che ci promisero in campagna elettorale. Fermezza, ma con la zeta dura che abbiamo noi in Sardegna non con quel molle sibilo che pronuncia Prodi. Palle e dignità, perché senza queste il governo non ha il diritto di chiedere a noi ulteriori sacrifici. In Italia c’è chi chiede di vivere decorosamente e di morire altrettanto decorosamente, in un paese civile non esisterebbero né gli uni, né gli altri, la vita e la morte sarebbero fattori normali.
Su un giornale ho letto e cito testualmente “eutanasia e coppie di fatto, questi i temi caldi dell’agenda del governo per il nuovo anno”. Temi caldi, proprio come l’Hit Parade degli anni 80. La legge elettorale deve essere approvata in modo bipartisan, proprio come la “porcata” calderoli, la legge sul conflitto di interessi non deve essere ad personam bisogna ragionarci, la bossi-fini ( anche pacciani vanni in materia di violenza sulle donne) non si tocca, la riforma moratti che quotidianamente violenta i nostri figli si modificherà e non verrà abrogata, non si ripristina lo status di lavoratore, con le certezze che la fatica quotidiana costruiva per il domani. Bisogna perdere tempo su cose che nemmeno dovrebbero essere discusse, ma date immediatamente per attuate secondo i canoni di civiltà che competono all’uomo evoluto. Si discute del senso della “famiglia” quando si tratta di due vite che costruiscono insieme, avessero perso tempo ad estromettere dal parlamento i condannati appartenenti a ben altre famiglie, e soprattutto sarebbe bello controllare lo stato di famiglia e la vita dei moralizzatori. Si trasforma la sofferenza di un uomo in una crociata contro l’eutanasia, cavalcando l’ipocrisia di una chiesa che offende se stessa e i propri Santi.
La cosa più tragica è che se pure il governo non cambia rotta non affoga mai, mentre noi andiamo a fondo.

Rita Pani (APOLIDE)


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