12.19.2006

 

C'è grossa crisi

Come ho già scritto, i riti da seguire durante il periodo prenatalizio sono innumerevoli ed assai più importanti dell’ultimo: la santificazione della Festa.
Shopping, menù, vacanze, addobbi, cannoni spara neve, meteo, dietologo e tredicesima.
Lo shopping è senz’altro quello che maggiormente direttori perspicaci e cronisti sagaci, tengono sotto un vigile controllo, al punto che persino su Sky il telegiornale dedica un servizio sulla “mappa” degli acquisti, città per città. Fortunatamente da qualche giorno è intervenuto uno sciopero e le notizie dei telegiornali si sono ridotte, quasi, all’essenziale.
Nulla di strano fin qui, come ho detto si tratta di rituali ormai consolidati nel tempo, se non fosse che, quest’anno è cambiata la liturgia. Ricordo che l’anno scorso, sebbene fossimo alla fame esattamente come quest’anno, le interviste dei sagaci cronisti si svolgevano nelle vie del centro, e tutti i “protagonisti” per caso, erano concordi nell’affermare che sì, un po’ di crisi c’era, ma il Natale è il Natale e non ci si fa mancar nulla.
Era l’epoca del berlusconismo, tutti ricchi, tutti capelloni e guai al malcapitato che in lacrime dichiarava la sua povertà. Ora è il primo anno dall’avvento di Prodi, e persino la liturgica farsa dello shopping tardivo e forsennato è cambiata. Le interviste avvengono ai bordi di bancarelle da mercato, in un momento in cui le strade di Venezia sono sgombre al punto di sembrare uno scenario post catastrofe.
All’epoca del berlusconismo non trovavi uno che ricordasse che ormai, la tredicesima è un bonus che appartiene a pochi, mentre quest’anno, guarda caso, gli intervistati sembrano essere solo i precari, che nemmeno sanno cosa sia una tredicesima.
L’anno scorso lo schiavo dello shopping, beccato carico di buste e pacchetti, sorrideva beato pregustando l’avvicinarsi della partenza per la settimana al mare… “A sciarm”, come usano dire quelli che frequentano bene, o alle “Maldive”, per puro spirito umanitario (dobbiamo aiutare quel paese a rimettersi in piedi)
Quest’anno, tutti tristi, chiusi in casa, pane e cipolla per il cenone e cicoria con uva passa per il dì di festa.
L’unica cosa che sembra non essere cambiata è la tristezza della schiavitù di certi giornalisti, costretti a travisare la realtà per compiacere il padrone.

Rita Pani (APOLIDE)


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