5.01.2010
Buon Primo Maggio a tutte le privilegiate madri lavoratrici
Quindi, donne, sappiate il vostro privilegio di poter essere lavoratrici e madri, comodamente adagiate nelle vostre splendide vite. Voi, che non solo avete gioito della maternità, ma anche del privilegio di stare per mesi a casa ad allattare ed accudire il vostro pargolo. Così parlò mariastella, e nessuno le diede un cartone, nemmeno quando spiegò che lei sarebbe stata una buona mamma, anche tornando subito al lavoro, prima dalla sua casa vicino al lago e poi direttamente a Roma, al ministero. Una mamma meglio di voi, privilegiate, che anziché portare il bambino in fabbrica, preferite stare a casa.
Buon primo maggio a tutte! Buon primo maggio mariastella, con l’augurio che tu possa trovarti presto a fare i conti col mondo che stai contribuendo a costruire.
Nessuno deve aver raccontato a mariastella di quanto possa sentirsi privilegiata, una donna, che solo per la grave colpa di essere in età fertile, nemmeno viene assunta col timore che possa un giorno decidere di procreare. Qualcuno dovrebbe provvedere a raccontare a mariastella, che il privilegio di avere ancora un lavoro, spesso si interrompe proprio quando la lavoratrice sente – per citar parole sue – crescere in sé quella forza che solo la maternità riesce a dare a una donna. E se solo mariastella fosse degna di ricoprire la carica che un tizio, chissà come, le ha affidato, saprebbe dello stato pietoso nei quali versano gli asili nido nei quali, le privilegiate donne lavoratrici, non possono accedere o pagare.
Sarebbe bellissimo un mondo svedese anche in Italia, dove il privilegio della madre di poter stare a casa col figlio, si tramuta nel privilegio di avere la disponibilità di un nido in ogni posto di lavoro. Ma siamo in Italia, appunto, e abbiamo questo tipo di zotici al governo che non perdono mai occasione di tacere.
Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.
Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.
Un po’ di ottimismo, donne! Basta solo un po’ di sano ottimismo per arrancare ancora nella vita, tanto più che per fortuna ha usato quel termine “normali” che sta a sottolineare quanto anormale possa essere lei. Buon primo maggio a tutte le donne che solo per esse nate donne potrebbero spiegare meglio, a questa capra ignorante, quale sia il significato del termine sacrificio.
Ora che ci penso, anziché scrivervi avrei potuto telefonarvi … siete rimaste così poche …
Rita Pani (APOLIDE)
VAI A LAVORARE MERDA!!
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