4.18.2009
Il sindaco dell'Aquila chiese aiuto 5 giorni prima del terremoto.
"In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell'effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni". Repubblica
Questo telegramma, è partito cinque giorni prima del terremoto in Abruzzo. 295 morti.
Dobbiamo avere rispetto dei morti, questo continuano a dircelo tutti, esortandoci a raccontare quanto tutto vada bene, quanto tutto sia sottocontrollo, e prospettandoci anche un futuro “da futuro” con new town, prati verdi e laghetti. Bisogna parlar bene della Protezione Civile, bisogna dire bene del governo che dopo è stato ossessivamente presente in Abruzzo. Io invece questa cosa vorrei raccontarla agli aquilani che un giorno sì e un giorno no, ricevono il destinatario del telegramma, e lo esortano in ginocchio: “non ci abbandoni, non ci lasci soli, pensi a noi.” Vorrei fargli notare come per essere stati abbandonati, prima, ora hanno da piangere i morti.
Quei morti che sembra debbano essere rispettati perché morti, e non perché meritavano abbastanza rispetto da farli restare vivi.
Non è su tutti i giornali il testo del telegramma che il sindaco de L’Aquila spedì al governo e agli enti interessati, e non so nemmeno se ne parleranno nei telegiornali, sebbene oggi l’avvoltoio del consiglio, apparirà nuovamente tra le tombe di 295 persone, uomini, donne e bambini, che probabilmente se fossero stati anche presi dal panico preventivo, oggi sarebbero vivi.
Se questa notizia tarderà ad essere rilanciata con tutta la voce che merita, allora tocca anche a noi raccontarlo, dirlo in giro, farlo sapere agli amici degli amici. Facciamoci voce.
Viviamo in un paese in cui, a chi cerca di raccontare si tenta di tappare la bocca, si censurano vignette e filmati su youtube; ma un paese in cui nessuno pare sentire la responsabilità di una strage annunciata, e imperterrito continua a stare al suo posto, insieme ai suoi accoliti, a promettere case e danari entro l’estate, a organizzare riunioni in casa sua per designare i direttori dei telegiornali della TV di stato, che domani ancora meglio di oggi possano tacere verità e malgoverno.
Rita Pani (APOLIDE)
ciao, ciao.
ora non lo pubblicate questo commento?
forse perche anche voi censurate tutto quello che si scrive e non vi và a genio!!!!
Servite a spiegare il perché di berlusconi.
Grazie per aver commentato.
R.
Sei tu il cretino, noi no.
Sara
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