9.05.2013

 

Videoricatto

Non è la prima volta che mi capita di accomunare il tizio mummificato di Arcore, a Gustav von Aschenbach protagonista del meraviglioso film di Luchino Visconti, “Morte a Venezia”. Muore seduto al Lido, mentre ancora brama la bellezza dell’efebo Tadzio, con la tinta nera dei capelli che gli cola sul viso, imponendo un senso di pena in chi per tutto il film è rimasto a seguirne il crescere del desiderio. Il declino di un uomo.
Proprio quel colore nero che macchia il viso, rendendolo ridicolo e pietoso allo stesso tempo, mi fa spesso pensare alla non accettazione del tempo e delle età, così come l’ultima foto di propaganda che ritrae un vecchio ormai sfigurato, più simile alla salma imbalsamata di Mao, che non a quello che doveva essere, quel tizio, in una normale e sana vecchiaia, è per me fonte di ilarità, ma –mea culpa – alcuna pietà.
Ed ogni volta che appare in uno schermo, che ce lo propinano in un giornale – operazione quasi simile allo stalcking – ogni volta che la propaganda rifila l’immagine ridicola di un uomo che non ha saputo godere della fortuna di essere in grado di garantirsi una serena vecchiaia, circondato dagli ori, dal lusso, dagli affetti – si è anche riprodotto – o immerso nel suo danaro a mo’ di Paperone, oltre il senso nauseabondo, e lo schifo per la sua innegabile viscidità, predomina sempre l’ilarità un po’ triste di chi, come me, non ha mai nemmeno riso fino in fondo guardando un film di Fantozzi.
Eppure l’Italia trema. Così raccontano oggi i giornali; c’è preoccupazione, Napolitano è già al lavoro in cerca di un piano “B” per salvare le sorti di un paese alla deriva, che per uscire da questa crisi, ormai, non può che sperare in una guerra, forse quella mondiale che ci stiamo preparando a vivere, che possa azzerare ogni cosa, che possa devastare ancor più, per dare l’occasione di risorgere e di ricostruire. L’Italia trema per l’ennesimo video ricatto, che il vecchio e ridicolo malavitoso, avrebbe già registrato col suo linguaggio da venditore di aspirapolvere dedicato alle “casalinghe di voghera”, che ancor prima di farsi un bidet alla mattina, si spalmano di creme e si riempiono di ombretti, infilando anche loro un po’ di rossetto tra una ruga e l’altra del labbro.
Il mondo ride e nemmeno più si domanda dell’assurdità di un paese in cui, anche un condannato per frode ed evasione fiscale può essere speciale. Così speciale da poter tenere una nazione intera stretta per le palle, tanto da toglierle il respiro.
Che ne sarà di noi quando anche gli altri processi – non ultimo quello per l’utilizzazione finale di giovani prostitute minorenni – avranno conclusione? A quanti altri video ricatti da farsa e operetta saremo costretti nostro malgrado a subire?
E soprattutto, quando finalmente la finiranno di venderci questa montagna di minchiate come se fossero cose serissime, capaci di governare davvero una nazione intera?
Mai credo, nemmeno dopo che finalmente avrà trovato pace dentro la sua capsula d’azoto. Mai, fino a quando ci saranno ancora “casalinghe di Voghera”, e vecchietti che pensano d’averci un toro dentro le mutande, solo perché in grado di farselo duro con un po’ d’aria compressa, e quindi illusi di poter stare seduti ad un lido a guardar i culetti masticare un perizoma.
Finirà quando questa gente avrà fame davvero. Forse.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments: Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?