9.04.2013
Malnutrito
Malnutrizione:
Condizione morbosa dovuta a prolungata insufficienza alimentare (denutrizione, anoressia),
a un’alimentazione abitualmente inadeguata o carenziale o, al contrario, eccessiva,
oppure a incompleta utilizzazione del cibo (malassorbimento). [Enciclopedia
Treccani]
Così,
quindi, è morto Stefano Cucchi. Lo dicono i giudici, quelli sani, quelli non
colpiti dal morbo comunista. Non so come in sentenza abbiano spiegato i lividi,
i segni evidenti di un pestaggio. Probabile però che derivassero dagli sforzi
dei secondini, che avrebbero voluto alimentarlo per forza a suon di schiaffi.
L’indignazione
questa volta è civile, quasi sussurrata scuotendo il capo, con le mani strette
in tasca mentre la voce tombale e roca del ministro Cancellieri, spiega in TV
che bisogna fermarsi un momento e riflettere sulla costituzionalità della legge
Severino. Quella sulla decadenza della mummia.
È un
silenzio quasi forzato dal timore di offendere una famiglia già fin troppo
offesa, dalle istituzioni, dai servi del regime, dalla disparità che ormai è
diventata regola in un paese che prima di tutto ha rinnegato la sua civiltà.
È un
silenzio forzato dalla consapevolezza che a nulla varrebbe urlare ancora,
memori delle dichiarazioni sul sangue di un altro ragazzo che diventa “un cuscino rosso”, o la droga che porta alla
morte, se non per intossicazione per i rischi ai quali espone – non ultimo il
pestaggio della polizia.
Si
ha quasi la sensazione che ogni atto, ogni gesto “politico” sia una sorta di
provocazione studiata al fine di spingerci alla guerra civile, utile a
garantire la legalità di ogni porcheria futura. Non ha altro senso tutta questa
arroganza di un potere difficile da rispettare e da sopportare.
Ma
per fortuna siamo italiani, e ci conserviamo civili – almeno noi.
Noi
abbiamo imparato presto che in certi frangenti NON bisogna cedere alle
provocazioni, è la prima cosa che ti dicono col megafono, quando in fondo a una
via si vede la celere schierata, mentre alle tue spalle il vociare dei fascisti
infiltrati dal regime si avvicinano a passo veloce, battendo le spranghe contro
i caschi.
E
sì, noi, sfortuna loro Resistiamo, non cediamo a nessuna provocazione, fino
alla fine, fino alla morte, fino alla vittoria. Loro.
Rita
Pani (APOLIDE) [Vi è della triste
ironia, in fondo al testo. Doloroso ma utile precisare]