4.13.2013

 

Onlain



È difficile scrivere con le molle. Si sospira prima e si desidera fortemente d’essere compresi, almeno nella sostanza delle parole che verranno. Così è, almeno, quando non si ha l’intento di offendere o denigrare, ma soltanto quello di provare a spiegare un punto di vista personale e quindi certamente opinabile.
Forse cerco un modo pacato per ribadire  un po’ la stessa cosa, ossia che mi spiace sempre quando scorgo il pericolo dell’abuso della credulità popolare.  Più la gente ha bisogno ed è disperata, più salterà fuori il mago dei miracoli possibili. C’è chi lo chiama “populismo” ma non son d’accordo; è un termine legato comunque a fenomeni alti e importanti, quali la politica, cosa che ormai in Italia non c’è più.
Sarebbe facile lasciarsi andare a battute ironiche o sarcastiche sul primo tentativo di votazione del Presidente onlain. Sarebbe facile aggregarsi alla satira che imperversa sul web, e anche aizzare una di quelle discussioni inutili, che finirebbero con assurdi insulti neologistici, ripetuti fino alla nausea come le cantilene dei giochi dei bambini. Servirebbe a nulla.
Quel che mi disturba di questa nuova farsa è proprio quell’abuso di credulità popolare che ci scorgo, nel sopruso dello sfruttamento della speranza altrui, del desiderio di tanti di sentirsi finalmente partecipi di un sistema che non gli apparterà mai, nemmeno nell’attimo stesso di quel click del mouse che in teoria – e solo in teoria – lo rende un elettore.
Onlain in questo povero paese in cui anche le comunicazioni ufficiali tra Enti passano attraverso una Posta devastata dalla falsa privatizzazione, spolpata da quelle operazioni di revisione dei costi che significa sempre meno personale, e meno mezzi. Onlain come fossimo seri, onesti e professionali come gli svedesi. Onlain come se pure mio nonno sapesse accendere un computer, così che avesse lo stesso diritto del nipote che è nato col joystick in mano.
Siamo il paese di Pasolini e Berlinguer, mi sento spesso dire con quella rabbia orgogliosa che alcuni di noi conservano; ed è vero, quanto è vero che siamo il paese di Vanna Marchi, quel tizio di Arcore, bossi e maroni, borghezio o calderoli. Venditori di pozioni magiche per allungare il pene, per avere la secessione, per essere ricchi, per essere impuniti, per curare il cancro – non lo posso proprio scordare – e talvolta anche per essere immortali.
L’Italia è il posto dove onlain non è un’invenzione di due proprietari di marchio, ma un’operazione vecchia quanto il cucco, che va avanti da anni, da tutti quelli in cui a botte di televisione, si è educato un popolo all’ignavia e alla comodità. Lo si faceva con SMS, con il telefono poi col tasto verde del telecomando, e dopo solo con un click. E immagino – la storia ce l’ha insegnato – che i risultati fossero dati solo e soltanto dalla volontà patronale. L’unica cosa che cambia, forse, è che almeno con un click non si spendono i soldi dell’sms, o dell’abbonamento al canale – forse.
Il resto è uguale: spacciatori di sogni democratici onlain. Utili a nulla, se non a buggerare un popolo che per saziare la fame di normalità, finge di credere di trovarsi innanzi a tanta straordinarietà.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
fermo in un paesino dell'Umbria mentre ascoltavo non ho potuto non intervenire chiedendone la possibilità? " l'argomento come al solito la crisi sociale\economica\politica concretizzata dalla chiusura di fabbriche e posti di lavoro in fumo poi gli anziani che aiutano l'economia della famiglia\impoverendosi e adesso? chi versera' i contributi INPS? per pagare la pensione a chi ancora riuscira' ad arrivarci e a quelli che ci sono gia? la mancanza di lavoro non porta soldi alle casse INPS! a conclusione di una realta' un parere unanime; abbiamo lasciato correre troppo le parole con pochi fatti poche proteste poche dimostrazioni di piazza poche volte ci siamo fatti sentire perché sono anni che le parole non bastano più? anche il web si dimostra un paliativo\illusorio\manipolabile un popolo arrabbiato (di piu' ...) protesta stanco di non poter avere diritti mentre coloro che comandano raccontano che l'acqua è calda!! forse sarebbe il caso di scendere dal palcoscenico ascoltando la gente ammettendo consapevolmente che siamo alla fame?! causa il fallimento di coloro che da anni dovrebbero gestire l'economia mentre al contrario accumulano ricchezza\personale\impunemente? noi arrivati dove siamo abbiamo molti dubbi sul come fare per sfamarci poi vedremo fino a quando la corda tiene? saluti dal vecio
 
L'onlain di oggi è né più né meno quello che era la diretta televisiva quando esisteva un unico canale di stato: ti facevano vedere solo quello che volevano e poi c'era qualche imbecille che aveva persino la sfrontataggine di dirti che le stupidaggini appena viste erano "il bello della diretta". Non è cambiato niente in più di quattro decenni: cambiano i mezzi di trasmissione ma le stupidaggini sono sempre le stesse e le persone imbecilli che recepiscono il tutto come se fosse la settima folgorante verità, purtroppo, abbondano sempre.
Jozsef Bocz
 
Il mago dei miracoli possibili, un ottima maniera di descrivere la realtà che ci circonda, mi piace sempre molto il tuo personale modo di utilizzare le parole, ovviamente condivido il concetto.
Ciao Rita.
 
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