3.08.2013
Un giorno qualunque
Arriverà il giorno in cui l’otto marzo sarà come oggi, per
tutte, solo un giorno che annuncia la primavera, col sole caldo che invita a
tenere le finestre aperte? Lo auguro di cuore a tutte quelle donne che ancora
non si sono guadagnate il diritto di respingere ogni augurio, ogni fiore che
non profuma, ogni dono che serve solo a segnare la lunga distanza dall’essere
finalmente persona.
Guadagnarselo, sì, il diritto di non essere parte del gioco
al massacro che ti schiaffeggia per un anno intero, e ti lusinga per un solo
giorno perché per noi donne, anche ciò che sembra gratis ha un costo, che
spesso si pensa di non poter pagare.
Bisogna guadagnarselo il diritto di non aver bisogno di
auguri, ricordandoci noi per prime, ogni giorno dell’anno, che siamo persone,
che abbiamo la dignità da difendere, che abbiamo la forza di stare in piedi a
dispetto della vita; una forza che nasce dalla necessità di non soccombere.
Certe volte nemmeno ci accorgiamo che il diritto lo
svendiamo ogni giorno dell’anno, quando lasciamo che uno sguardo dato al nostro
sedere sia il metro che misura le nostre capacità, e ci sentiamo quasi
lusingate, o superiori. Quando anziché esprimere le nostre opinioni facciamo si
che a parlare siano le nostre tette, quando mercifichiamo il nostro pensiero,
quando svendiamo i nostri sentimenti, quando continuiamo a crogiolarci nella
bellezza dolorosa di un ruolo recitato: l’essere donna.
Non deve avere bisogno di auguri una bella persona, che è
anche una bella donna, che è elegante anche quando parla, che ha delle belle
tette, ma che quando si esprime è come se imponesse all’uomo di chiedere il
permesso, per posarci lo sguardo anche furtivamente, e che a guardarle il
sedere bisogna essere svelti; ladri con lo sguardo.
Può aver bisogno di altri auguri, la donna che smette di
aver bisogno di mimose d’auguri. Quando decide di porre fine alla sua
prigionia, andando via dalla sua prigione l’attimo prima di morire, portando
con sé tutto il dolore per quello che a volte pare un fallimento, e si ritrova
sola, senza nessuno da cui rifugiarsi, con qualcosa da inventarsi per
sostenersi, in uno stato che non prevede accoglienza, e che si affida alla
solidarietà di altre donne che a loro volta –spesso- si son liberate.
Ha bisogno di molti auguri, ogni giorno dell’anno, la donna
che non cede di sé la dignità e conserva quella forza che a volte pare l’arroganza
dell’essere semplicemente una donna.
Bisogna guadagnarsi il rispetto e dopo esigerlo, fortemente,
non facendo mai spreco di sé, avendo per prime il rispetto di se stesse.
E necessario che la donna per prima comprenda d’esser
persona, e il resto verrà. Compreso quel giorno in cui oggi, domani sarà
soltanto ieri. Un giorno qualunque in cui finalmente c’è il sole.
Rita Pani (APOLIDE)
Comments:
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Pare che quest’anno per la festa della donna non siano arrivate a fioritura tante piante di mimosa. Che si secchino tutte se il loro scopo deve essere solo quello di far da simbolo ad una festa dell’ipocrisia. E oggi, il giorno dopo sono morte bruciate vive tre donne venditrici di pollo, di quelle che sapevano ben cucinare e si levavano di notte, con ogni tempo, per prendere posto nella loro rosticceria ambulante, e anche povere donne che acquistavano polli ambulanti (ché sono donne quelle che vanno a far la spesa ai mercatini ambulanti… Povere!), sono state coinvolte dal boato e fiamme… Che si secchino e volino via comn mille scoregge tutte le mimose di questo mondo!
sono donne anche se vittime di un sistema\oligarca\maschilista senza rispetto salvo\l'interesse dei soldi? senza un collaudo per portare 4\bombole\vicine al calore senza protezione\isolate\ una roba come tante improvvisata in attesa del caso oppure a rischio\sicuro della catastrofe come accade nelle case per strada sul lavoro nell'ambiente dimostrazione della totale mancanza di regole che rispettino la vita di tutti? concordo le donne sono quelle che troppo spesso pagano gli errori dell'arroganza\ignoranza\maschilista in una societa' rottamata dal crimine\politico come esempio cosa potremmo pretendere di piu'? saluti dal vecio
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