3.02.2013
Dai, facciamo che ...
Dai! Facciamo un gioco tutti insieme, così tanto per
rilassarci un momento in attesa della domenica.
Dai! Giochiamo come fanno i bambini, o come facevano un
tempo, quando era bello inventarseli i giochi.
Dai, facciamo che vivevamo tutti in un mondo fatato, dove
tutto era possibile. Facciamo che un partito politico che ha sgovernato l’Italia
per tanto, tanto tempo, una domenica di marzo andrà in piazza a manifestare
contro i PM (Pubblici Ministeri) Cancro. E poi facciamo così: noi ci mettiamo
là e non ce ne frega un cazzo!
Facciamo che un malavitoso, si è arrogato tutti i diritti
che fino a quando eravamo tutti cerebralmente vivi, nessuno avrebbe mai osato
arrogarsi. Facciamo che davvero, la gente vada in piazza con lui a protestare: “Pi
– emme – mer- da! Pi – emme – mer-da! Chinonsaltapiemmeè…è…è…”
Facciamo che a distanza di vent’anni, un giorno ci svegliamo
e ci ricordiamo che un malavitoso, proprietario di mezza Italia (isole
comprese) non è eleggibile in base a una legge del millenovecentoequalcosa, ma
tutti se ne erano dimenticati, fino a quando i Maghetti intellettuali,
finalmente trovarono un attimo per … puff! … ricordarlo alla gran massa di
persone, villici e mezzadri, che per lo stesso lungo, lunghissimo tempo, non
erano mai andati a votare, al punto che, ritrovandosi un giorno dentro una
cabina elettorale, con un bastoncino di legno in mano, non sapevano nemmeno
cosa ci dovessero fare, e se lo leccarono.
Dai facciamo un gioco! Facciamo che è un paese pazzesco,
dove tutto accade! Facciamo davvero che si possa andare in piazza a dar del
cancro ai magistrati, dei fottuti bastardi alle istituzioni … Che sarà mai? Si
può fare, come quella volta che Nicola ‘o americano era scappato con le liste
elettorali, o come quella volta che il tizio ‘o nano, aveva detto che un
mafioso suo stalliere era un eroe.
Dai! Giochiamo al gioco del non ce ne fotte una mazza, e se
pure ce ne fotte che ci possiamo fare noi?
Poi facciamo che ci chiamano i carabinieri e ci dicono che
dobbiamo presentarci con urgenza, perché un PM ha stabilito che Rita Pani,
dando “dell’ossimoro” al partito fascista l’ha diffamato. E facciamo che Rita
Pani va in procura, e si trova un avvocato, e risponde alle domande, e per
quanto perplessa sottostà al sistema giudiziario italiano, perché per quanto
giusto o sbagliato che sia è uno di quegli organismi che fino a qualche tempo
fa garantivano la legalità in questo paese dove tutto ormai appare clownesco,
ridicolo, umiliante e vergognoso.
Dai facciamo un gioco, facciamo che tutto era possibile e
noi avevamo dimenticato di essere …
Rita Pani
Comments:
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immaginiamo che questo sia ancora? il giardino d'Europa come dicevano 50\60anni fa dove si trovano foreste con fiumi d'acqua limpida dove i pesci abbondano e l'aria che si respira è leggera\frizzante possiamo fermarci a guardare ogni tipo di animale? pero' cè nè uno strano che non conosciamo? jacklope mi dicono? somiglia a un asino con le corna da cervo la coda di fagiano beve wiski imita i suoni compreso la voce umana vecchio "matusalemme" con grandi doti d'amatore? vuoi vedere che il debosc è riuscito a trasformarsi? siamo proprio alla fine!! buona vita a tutti!
Dal "Grande Dizionario Illustrato della Lingua Italiana"
di A. Gabrielli del 1989 pag. 2451:
ossimòro, sm. Anche ossìmoro con l'accento greco. Figura retorica che consiste nell'accostare nella stessa espressione parole di significato opposto; p. es. saggia pazzìa, complessa semplicità. // Dal gr. oxymoros, comp. di oxys, acuto + moros, sciocco, propr. acuto sotto un'apparente stupidità.
Temo proprio che quel magistrato non si sia neanche preso la briga di consultare un qualsiasi dizionario prima di farneticare la parola "diffamazione".
Ma come è diventato magistrato? Da chi ha copiato il testo del concorso o chi glielo ha malamente dettato?
Jozsef Bocz
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di A. Gabrielli del 1989 pag. 2451:
ossimòro, sm. Anche ossìmoro con l'accento greco. Figura retorica che consiste nell'accostare nella stessa espressione parole di significato opposto; p. es. saggia pazzìa, complessa semplicità. // Dal gr. oxymoros, comp. di oxys, acuto + moros, sciocco, propr. acuto sotto un'apparente stupidità.
Temo proprio che quel magistrato non si sia neanche preso la briga di consultare un qualsiasi dizionario prima di farneticare la parola "diffamazione".
Ma come è diventato magistrato? Da chi ha copiato il testo del concorso o chi glielo ha malamente dettato?
Jozsef Bocz
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