2.19.2013
Nudi al museo
Voglio mettere da parte le dotte disquisizioni parapolitiche
che incombono sulle nostre teste, malgrado noi e dedicarmi a un pensiero più
alto, dopo aver letto una notizia di quelle capaci di lasciarmi appesa tra i
pensieri:
Vienna, il museo apre ai nudisti: senza abiti per la mostra "Nude
man". Un gruppo di visitatori nudi osserva le opere in mostra al Leopold
Museum di Vienna nell'ambito della mostra "Nude men, from 1800 to today",
esposizione dedicata al nudo maschile nell'arte moderna e contemporanea. In
occasione della mostra il museo ha dedicato una giornata speciale agli "amici
del nudismo" che sono potuti entrare senza abiti nelle sale . (ap)
Ecco, ora mi domandavo: “Perché?” come faccio sempre di
fronte a quelle cose che non riesco a comprendere e per le quali necessito di
una risposta, che esuli anche dal mio modo di vedere. E di perché me ne son
sorti parecchi.
Innanzi tutto non è chiaro se la dedica era rivolta anche
alle donne, e se per questo si possa lamentare una palese discriminazione tra
sessi. Poi, perché andare nudi a vedere dei nudi?
Qui le risposte sono molteplici. La prima che mi sovviene è
che sia stata una sorta di manovra consolatoria; notoriamente le statue di
uomini nudi non sono particolarmente “dotate”, per cui – ho pensato – qualunque
uomo ponendosi di fronte a un Marte qualunque, si sentirebbe gratificato. Certo
c’è il contro. Il pisello delle statue, è sempre marmoreo, ma le ridotte
dimensioni annulleranno il deficit umano.
Fortunatamente, da tempo, è impossibile trovare anche nei
musei le statue di Priapo, sparite dal mercato e ormai reperibili solo in una
casa privata di Arcore, e visibili solo a una cerchia ristretta (migliaia) di
ragazzine anche loro senza mutande.
Vienna. La città di Mozart dove a Febbraio ci fa un freddo
boia. Immagino che il museo sia riscaldato e quindi decisamente più
confortevole di un parco pubblico, dove aprire l’impermeabile per mostrare la
propria mercanzia al passante occasionale. Perché un perché non riesco a
trovarlo davvero.
Probabile che non riesca ad affrancarmi dal mio limite e
quindi il mio ragionare sia viziato, ma mi domandavo se per esempio, dedicare
una giornata ai nudisti per osservare statue di uomini nudi, non potesse
portare un domani, a dedicare una giornata agli amputati per l’esposizione
della Venere di Milo, o ai deformi per un “vernissage” di Picasso.
Temo che questa volta, le domande, faranno a meno di avere
risposte.
Rita Pani (APOLIDE)