2.28.2013

 

Pretendere rispetto


Peer Steinbrueck candidato alla Cancelleria tedesca, commentava il risultato delle elezioni italiane dicendosi "inorridito dalla vittoria di due clown". E per non lasciare dubbi aveva spiegato che si riferiva al "comico di professione Beppe Grillo, mentre l'altro è uno che agisce sotto l'impulso del testosterone", cioè silvio berlusconi.

"Noi rispettiamo profondamente la Germania per i suoi successi, ha saputo risorgere dalle rovine e costruire una nuova Europa insieme all'Italia. Noi la rispettiamo, ma esigiamo rispetto per il nostro Paese". Rispondeva il Presidente Giorgio Napolitano …

Belle parole, signor Presidente; belle ma disoneste. Cosa c’è di falso nelle parole del politico tedesco? L’unica cosa, forse, è che in realtà i rappresentanti ridicoli e clowneschi eletti in Italia sono almeno quattro, derivati da un sistema buffonesco, votati da un popolo ancora succube della buffonaggine che regna sovrana.
La comprendo, e rispetto addirittura il suo ruolo che forse le ha imposto di difendere l’indifendibile, con il moto d’orgoglio proprio di chi difende il campanile. Come sempre, quando qualcosa è troppo distante da me, ho provato a guardare con i suoi occhi, e chissà, forse in quella circostanza avrei provato anche io ad imporre un rigurgito d’orgoglio. Ma anche no, signor Presidente. Perché è difficile non ammettere che siamo un paese ridicolo, ed è ancora più difficile esigere rispetto per un paese del quale, anche i propri cittadini si vergognano profondamente.
Comprendo quanto possa essere umiliante sentirsi urlare in faccia quella verità che tutti quanti sussurriamo tra noi, con un mezzo sorriso e tanto sconforto, ma forse, per esigere il rispetto bisogna prima rispettarsi profondamente. Noi italiani e italioti, del rispetto per noi stessi facciamo a meno, ogni volta che siamo chiamati ad esigere che siate voi – istituzioni – i primi a rispettarci. Ma son sempre quelle chiamate che non avranno mai risposta. (Questa la vostra fortuna)
Sì, sono belle parole, quelle che chiunque avrebbe preteso da un Presidente della Repubblica, sincere in quel momento, opportune. Ma che suono triste usciva dalla sua voce stanca!
Il rispetto, signor Presidente, è qualcosa di prezioso e tagliente, che si può esigere solo quando lo si merita. La nostra non è terra che merita rispetto, perché noi per primi manchiamo nei nostri confronti, e soprattutto abbiamo mancato nei confronti del sangue della storia. Un piccolo e mostruoso esempio, signor presidente, il clown del testosterone ce lo diede nella giornata della memoria, esattamente un mese fa: mentre l’Europa rabbrividiva ancora – forse per convenienza o per tradizione, ma non è importante – il clown debosciato inneggiava al fascista mussolini.
Quindi, Signor Presidente, quale rispetto mai si potrà elemosinare, fin tanto che non riprenderemo a rispettare davvero noi stessi, impedendo a gente come questa di affacciarsi sulla scena internazionale, insinuando l’idea distorta che tutti gli italiani siano in realtà degni proprio di questo circo?
E signor Presidente, anche il termine dignità è prezioso, e andrebbe usato con cautela. Perché anche la dignità è qualcosa che avete provato a sottrarci in questi anni di trapezisti, nani, ballerine ed ora anche buffoni. Ma la dignità di gran parte di questo popolo, per fortuna è incedibile.
Provi a pensare, signor Presidente, se per caso in questa Italia per la quale lei esige rispetto, domani al suo posto dovesse esserci proprio quel buffone debosciato … Ci pensi un po’ e poi me lo venga a raccontare, il sacrificio dell’Italia, e dei suoi figli migliori. Venga ancora a dirci che siamo una grande nazione. Ascolti il futuro che ci si prospetta, di gente che continua ad avere a cuore il bene proprio, le proprie mire dittatoriali, le sedie del potere … mentre noi qua si muore, di fame o di lavoro.
Prima di esigere il rispetto del mondo, per una volta dovreste provare a rispettare noi. Almeno quelli – e siamo tanti – che il rispetto per voi, per i buffoni, per la mafia, e per lo stato l’han perso da un pezzo.
Rita Pani (APOLIDE) 

Comments:
Per errore ho inviato il commento al post sbagliato. Era qui che volevo inviarlo e mi correggo:
Due clown! E ci siamo offesi.
Ma cosa siamo in realtà? Forse qualcosa di peggio... tutti! Li ho visti andare ai seggi con le mollette da bucato strette sul naso, e anche con batuffoli di cotone , o anche pollice e indice stretti a ostruire le narici Ed eccoci accontentati: abbiamo riavuto “baffino”, con la muffita bicamerale in tasca (un altro clown?), e abbiamo affossato e sepolto la sinistra che era ed è l’unica scelta di dignità. E ora offendiamoci!
CLOWN!!!
Che c’è sempre la Merkel che ci difenderà se cela faremo presto a divenire Grecia, e basta ridere.

 
Rita belle parole dette con diplomazia e non lasciano dubbi di interpretazione! sono limpide verita' purtroppo Arturo mio nonno diceva sempre; se parli con un sordo o se ti fai accampagnare da un cieco ? vai a tavola col cieco che puo' mangiare col sordo puoi andarci a messa? sempre bellisimo leggerti!!!!! saluti da franco al vecio
 
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