1.15.2013

 

E la libertà di stampa?


La sovraesposizione mediatica del tizio demente e debosciato non è un mio problema. L’ho risolto evitando accuratamente ogni trasmissione finto giornalistica che lo utilizza per aumentare gli indici d’ascolto e di conseguenza il potere contrattuale della singola rete o del singolo anchorman, che ormai, giornalisti non si può più dire.
Il problema, semmai, è che non siamo più né cittadini, né elettori ma solo probabili consumatori a cui vendere detersivi che lavano bianco e non inquinano i fiumi, o mangiare cioccolato che non ci fa né ingrassare né riempire il viso di brufoli. E più compriamo i prodotti venduti durante le false dispute politiche in televisione, più aumenta, appunto, il potere contrattuale del falso paladino dell’informazione e della libertà, che potrà così ottenere il prossimo contratto di lavoro con almeno uno zero in più.
Ogni volta che uno di noi si rifiuta di cambiare canale, o spegnere la televisione quando appare questo o quello, acconsentiamo che vengano lesi i nostri diritti e la nostra dignità. Ogni volta che si guarda una di queste arene senza leoni, l’anchorman gode perché ci sarà chi aumenterà il suo prezzo di vendita, chi lo coprirà d’oro in funzione dei soldi che sarà capace di procurare alla rete televisiva che lo comprerà.
Questo è quello che oggi chiamiamo politica, questo è quello che lasciamo che succeda, facendoci pilotare sempre da menti raffinate che di noi, della vita, della pioggia che squarta le strade, della spazzatura che alimenta topi grandi come bambini di sei anni, della fame che uccide i disperati, se ne fottono altamente.
Persino i politici antitelevisione, continuano a blaterare il loro disprezzo per la televisione, solo per esservi catapultati all’interno, a rilanciare i loro slogan vuoti di ogni senso, sempre più simili a ritornelli da imparare a memoria, capaci di uccidere qualsiasi domanda tenti di nascere.
E che ne è stato delle lotte per la libertà di stampa? Per il diritto di informarsi? Tutto fu delegato alla Rete, il miglior veicolo delle idee; dicevano. Eppure anche oggi nella grande Rete libera e pura, non si fa altro che rilanciare le dichiarazioni del padrone delle TV, che trova spazio ovunque, proprio perché capace di tenere incollati agli schermi tutti i probabili consumatori, che magari staranno là solo per osservarne una volta di più l’orribile e ridicola maschera di gomma (merda sarebbe offensivo), che quel tizio indossa con molta disinvoltura.
I giornali, dal canto loro, non sono da meno: anche loro vivono di pubblicità. Non hanno di meglio da fare quindi, se non allinearsi e provare a raschiare qualche briciola di spot. In una pagina intera dei giornali on line – la Rete libera – almeno quattro notizie riportano esattamente tutte le idiozie televisive e antitelevisive, facendo sì che il ragionamento e la notizia non ci siano. Che tutti siano convinti di informarsi disinformandosi.
Dicono ancora che allora tocchi a noi; noi che siamo gratis. Eppure è strano, perché noi che siamo gratis, che non ci gira il danaro intorno, continuiamo ad essere nessuno. Poveracci, ci chiamano, che pestano tasti così come una volta consumavamo inchiostro, che restava là dopo essere passato inosservato. Il problema è solo trovare qualcosa da aggiungere in questa enorme pozza di vomito che ci circonda. Quale contributo costruttivo si potrebbe dare a questo periodo infame che solo distrugge?
Rita Pani (APOLIDE)



Comments:
E' una domanda che mi sono posto spesso anche io. Alla fine la rete serve solo per amplificare quello che già giornali e televisioni pubblicizzano ogni giorno. Pensavo di trovare gente che invece fosse stufa di leggere quello che i media istituzionali dicono in formato fotocopia e che avesse voglia di ascoltare anche la gente comune. Ed invece, a parte qualche sparuta pattuglia, anche in rete se replichi quello che si dive in tv bene altrimenti nessuno ti calcola. Non che la cosa mi importi più di tanto io continuo a scrivere quello che sento se qualcuno lo legge bene altrimenti pazienza io continuo. Ieri ho scritto un post su Faccialibro dove dicevo che non avrei più guardato i vari telegiornali che alla fine non sono altro che una sequela di spot per i vari .... tizi .. perchè ormai sono più di uno e a me bastavano i fatti di questi ultimi anni piuttosto che le parole vuote della campagna elettorale. Il commento più intelligente è stato ... "Non capisco" ... Che fare ? Continuare a sbattere sulle nostre tastiere. Ciao
 
nella spietata logica della societa' il piu' forte calpesta il piu' debole salvo qualche sporadico caso? quando smetteremo di giocare pigiando tasti e pretenderemo i nostri diritti facendo capire che non giocheremo piu' lottando per vivere il nostro tempo?! vivere per non essere schiavi di noi stessi!? saluti dal vecio.
 
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