12.09.2012
Ricapitolando ... scende in campo
“L’Italia
è il paese che amo … scendo in campo …” Era il 1994, me lo ricordo bene
perché nasceva mia figlia, la piccolina, che ora è abbondantemente maggiorenne.
Poi mi ricordo ancora tutto o quasi. Mi ricordo principalmente del lavaggio del
cervello che in tanti subivano dalla televisione, e mi molesta ancora la
memoria di quelle risate registrate che spezzavano spettacolini di pessimo
gusto che la gente, quella con tre g, assimilava come fosse una meritoria opera
di contro informazione. “Striscia la notizia” si chiamava l’arma di distruzione
della coscienza civile, e il suo agente di contagio era il Gabibbo. Non so se
esista ancora, ma non lo escluderei. C’era ancora Enzo Biagi, e resisteva
qualche esemplare eroico di giornalismo, prima che la devastazione fosse
portata a compimento con la corruzione, con l’acquisizione delle testate libere
o la loro distruzione. Poi venne l’editto Bulgaro, Biagi (Enzo, quello
buono) morì, e il resto è storia sbiadita.
Corre
l’anno 2012, gli ultimi spiccioli se avessero ragione i Maya, mia figlia a
breve compirà 19 anni, è adulta, bella, fidanzata, e non chiede più il permesso
per vivere. Voterà, addirittura. E noi siamo ancora qua, con una ventina d’anni
addosso in più, con i polpastrelli consunti dalla fatica, senza più un lavoro,
senza più un’auto da guidare, senza sogni da fare. “Scendo in campo per
vincere.”
Non
saprei nemmeno da dove cominciare, mi torna in mente per prima cosa la Banca Rasini poi
di conseguenza Publitalia 80 e la catena monta l’anello successivo, Vittorio
Mangano, lo stalliere di Arcore. Poi l’intercettazione in cui si parla
della bomba fatta trovare davanti casa sua, il prospettato rapimento dei figli,
la discesa in campo col partito costruito da Dell’Utri, in seguito senatore
condannato per concorso esterno ad associazione mafiosa.
E la
gente con le tre g: “Proviamolo, se non va bene potremo sempre tornare alle
urne. In fondo Berlusconi è ricco di suo, non avrà bisogno di rubare. Hai visto
cosa è riuscito a fare delle sue aziende, lo farà anche per l’Italia. I
comunisti ci toglieranno la proprietà privata, Berlusconi invece toglierà le
tasse.” E molte di queste cose, oggi le dicono anche per Grillo, il non
candidato che ha un non partito che raggiunge il 20% del campo in cui tutti
vogliono scendere, perché non c’è nulla da zappare.
Ma
senza divagare, adagiata qua, prendo pezzetti di memoria, senza neppure
chiamarla storia, senza cronologia, solo sentimento …
- Mandare
la polizia a stanare gli studenti, minacciare gli studenti in occupazione
promettendo l’intervento della polizia: “Stiano attenti …” disse, e io me lo
ricordo. Perché poi la scuola italiana si finì di devastare, e ora si ricorda l’eccellenza
della signora Gelmini, perché chiodo scaccia chiodo, e il chiodo Moratti non se
lo ricorda più nessuno. Iniziò lei a togliere denari al pubblico per darlo ai
privati. I figli degli operai? Facessero gli operai.
Lo
so, dovrei scrivere un pamphlet, almeno 200 pagine di dichiarazioni allucinate
e allucinanti, ma non servirebbe assolutamente a nulla, perché non sono bastati
venti anni di allucinazioni.
Il 2010
doveva essere l’anno della sconfitta del cancro, e della fine dei lavori
sulla Salerno Reggio Calabria, l’Alitalia doveva essere di nuovo la
compagnia italiana per eccellenza e avrebbe già dovuto iniziare a renderci i
soldi che lo stato diede ai suoi 4 o 5 salvatori della patria. Le ragazze che
cercavano lavoro, oggi dovrebbero essere le mogli di facoltosi imprenditori sul
modello dei figli del discesista in campo, le Olgettine, anziché testimoni in
tribunale, tutte imprenditrici di loro stesse grazie ai danari del Priapo che
le salvò da prostituzione certa.
Saltellando
da uno scampolo di memoria all’altro, nella storia che ha creato il deserto di
questo Natale senza luci intermittenti, mi torna in mente che la crisi
economica non c’è, che è giusto non pagare le tasse, che i giudici spesso sono antropologicamente
diversi, mai più con Bossi, Bossi il miglior alleato di sempre, mai più con la Lega , Angela Merkel la culona
inchiavabile, le corna nella foto ufficiale … e l’Aquila.
L’Aquila
ricostruita che sta ancora là, con le rotonde erbose a segnare il passaggio dei
grandi del mondo. Le torte e lo spumante nel frigo delle case tutte uguali,
destinate a venir giù al prossimo soffio di vento. L’aggregazione giovanile
trasferita nei centri commerciali, i centro storico che diviene simbolo, in
tutto il mondo, di cosa non si deve fare dopo un terremoto …
La
svendita dell’Italia ai regimi capitalistici europei e mondiali, la firma di
contratti che ci terranno sottomessi per cinquant’anni ancora, la dissipazione
del danaro pubblico, l’instaurazione del sistema di corruzione che governa ogni
appalto italiano, e che quindi nega i diritti minimi ai cittadini …
Che
peccato dovermi fermare qua. È troppo lungo, e un post quando è lungo non lo
legge nessuno …
In
realtà mi fermo anche perché mi sembra tutto così insensato che, ogni riga rifletto
e mi dico:
“Ammazza
che palle … ma chi cacchio vuoi che non sappia tutte queste cose?”
Poi
mi rispondo e so che dovrei andare avanti, ma è anche vero che non ne vale la
pena. Tutta fatica sprecata.
Rita
Pani (APOLIDE)
Comments:
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Ti sei scordata previti e AnnaMaria Casale. Ti sei scordata i giuramenti sui figli, i baciamano a Gheddafi,la scrivania di ciliegio con il patto con gli italiani. Oh! cavolo! Troppa lunga la storia: ci vuole un libro, altro che un post. Non ho mai creduto neanche per un secondo che si ritirasse senza l'intervento della Comare Secca: deve riuscire a non pagare il risarcimento a De Benedetti, ecc.
Poveri voi!!! Io mi sono decisa a chiedere la cittadinanza australiana! Che la forza sia con voi!
Ciao Rita!
Roberta da Sydney
Poveri voi!!! Io mi sono decisa a chiedere la cittadinanza australiana! Che la forza sia con voi!
Ciao Rita!
Roberta da Sydney
Questo è il paese dei tanti e continui rapidi cambiamenti. Tutti finiti a puttane, e ci dovrà pur essere una ragione, al di là delle mie interpretazioni e sentimenti. E’ che in questo paese circolano tante strisce di merda, avidi ciarlatani esaltati, arrivisti e feroci razzisti del tutto disinteressati al bene comune. E sono questi che dovrebbero rappresentare l’Italia operosa e brillante, e che la maggioranza di un popolo che in essi si riconosce e identifica ci continua a propinare. Io sono sempre stato con i vinti, le minoranze schiacciate nell’ignoranza e nella disperazione, da infine renderli indifferenti. Il mio vissuto? Vale un cazzo, finché non possiederò una distruttiva formula magica. Ho appena finito di rileggere “Cristo si è fermato ad Eboli”.
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