12.12.2012
Brutto figlio d'ossimoro. Tu e tua sorella
Non vorrei
dire nulla, ma son giorni difficili, passati a farmi mille domande senza
trovare risposta, e guardando alla storiella italiana, sempre con la
convinzione che poi, nella migliore delle nostre tradizioni culturali, quelle
che ci tramandiamo da padre in figlio, e che ci hanno fatti grandi come siamo,
prima o poi salterà fuori qualcuno a dirci: “Sorridi! Sei su scherzi a parte.”
Poi
c’è chi mi dice, di star tranquilla, di non preoccuparmi perché nulla sembra
reale, anzi, fantascientifico e quindi perfettamente aderente alla realtà, per
cui alla fine non accadrà nulla perché tutto è già accaduto.
Io
invece son qua e sono preoccupata, perché è davvero grave quel che ho fatto, e
che mi ha portato tanti guai. Al termine di lunga indagine, pare che io abbia
non solo diffamato una persona – fatto già di per sé grave – ma peggio avrei
diffamato un partito politico.
Ora
il problema è che l’avrei diffamato dandogli dell’ossimoro.
Badate
bene, non ho scritto: “Brutto figlio di ossimoro!” Ho scritto: “è un ossimoro.”
Come
dovrei difendermi?
È possibile
difendersi da un’accusa del genere?
Vado
a colpi di Zingarelli o Devoto Oli?
E se
mi rinviano a giudizio per aver diffamato mezzo mondo, e pure quell’altro… chi
mi garantisce che chi mi giudicherà sappia cosa vuol dire ossimoro.
Fino
a ieri pensavo che il problema stesse nella poca conoscenza della Costituzione
Italiana, oggi mi viene il dubbio che magari c’è gente che la Costituzione l’ha
pure letta, ma non l’ha capita. In fondo, c’erano scritte tante parole
difficili.
Parole
come democrazia, diritti, lavoro, cittadini … roba che non si può nemmeno
abbreviare scrivendo un SMS.
Mi
sa che son fregata.
Rita Pani (APOLIDE ASSAI)