9.06.2012

 

Poi uccisero i librai


Dovremmo tornare a raccontare le storie ai bambini. Non tanto le favole, che finiscono sempre bene. Proprio le storie. Quelle cose che da piccola chiedevo al mio papà di raccontarmi, e che iniziavano con “Quando ero piccolo io …”
La comincerei dicendo che quando ero piccola io, c’erano dei negozi, a volte bui, a volte angusti dove si vendevano solo libri. Per quanto fossero così, proprio come descritti, profumavano di libri, e la polvere non faceva starnutire. Perché quando ero piccola io, non eravamo ancora tutti allergici, come oggi.
Il venditore di libri si chiamava libraio, e li aveva letti tutti quelli che aveva nel negozio, e te li consigliava, perché ti conosceva e sapeva i tuoi gusti, oppure perché sapeva leggere il tuo bisogno nello sguardo confuso che posavi su questo o su quello, attirata dal titolo d’oro o dall’immagine in copertina: quasi mai una tetta, o una calza a rete dentro una scarpa di vernice rossa.
Era un bel posto, la libreria, dove si entrava anche solo per curiosare, o per cominciare a desiderare il prossimo libro che avresti comprato.
Quante volte tenni in mano “Metello”, me lo ricordo ancora, e più leggevo la sinossi, più mi decidevo a volerlo. Lo ebbi poi, e lo amai. Fu proprio leggendo Metello che decisi che io, nella vita, avrei scritto i libri, e poi li avrei presi in mano dentro la libreria, e ne avrei discusso col libraio.
Lo scrittore era il mestiere, e per imparare a farlo – pensavo – non avrei dovuto fare altro che leggere libri e leggere libri, e parlare con i lettori dei libri e con i librai. Poi scrivere. Le cose che avevo da dire, le storie che avevo da raccontare.
Quando ero piccola io il libraio era proprio un bel mestiere, e ancor di più lo era lo scrittore. Moravia era uno scrittore, e c’era in giro anche qualche sua fotografia davanti alla macchina per scrivere. E la Maraini, che l’aveva tanto amato. Lei era una scrittrice, e c’erano anche le sue fotografie. E anche della Llera che l’aveva amato anche lei. E quando ero piccola io c’erano i libri, e sono sempre uguali, anche oggi: Metello è sempre là, non più lo stesso, ma un altro con le stesse parole, sulla mia libreria. E anche Il ritratto di Dorian Gray è diverso nella copertina, ma uguale anch’esso nella sua storia che non tramonterà mai.
Poi io divenni adulta e un avvocato senza scrupoli fece avere la Mondadori a un criminale dopo aver corrotto i giudici, derubato il legittimo proprietario, e i libri non ci furono più, perché morirono prima i librai.
Iniziò una nuova moda, che era quella di comprare i libri al supermercato. Si prendevano insieme a un pacco di pasta e un tubetto di dentifricio, persino a quattro rotoli di carta igienica, magari di Hello Kitty, che è più bello detergersi dopo aver defecato.
Oggi il libraio è un disperato che mantiene aperto il suo negozio per passione, così come è disperato lo “scrittore” – quello vero – che si ostina a scrivere le storie che vuole raccontare.
Oggi è tutto cambiato, perché è il mondo che ci hanno cambiato per primo, proprio dopo aver ucciso i librai.
Il libro – mi spiegano – non è più “un libro”, ma un oggetto di marketing dal quale può nascere il merchandising. Così il libro si può trasformare in brand, e creare altro danaro divenendo un logo …
Lo scrittore – mi dicono – non è importante che sappia scrivere, perché tanto ormai la gente non legge più. Lo scrittore – mi dicono – deve sapersi vendere per diventare egli stesso un brand.
Brand?
Tutto questo, quindi, è potuto accadere, penso, proprio perché hanno ucciso i librai. E io che ostinata nuoto sempre contro corrente, ho deciso che mi conserverò scrittrice, così come mi ha insegnato ad essere papà, che amava i libri e mi raccontava le storie, e Pratolini che sapeva scriverle meglio di me.
Rita Pani 

Comments:
Veramente bello questo post Rita, grazie perche riesci sempre a ricordarci pezzi importanti delle nostre vite come l'emozione di acquistare in una "Libreria" i nostri primi libri.
Grazie ancora.

Fede
 
tu Rita sei piacevolmente brava perche' è il tuo cuore che parla e alla gente questo piace forse perche' e raro? complimenti da franco il sempre piu' vecio!
 
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