9.04.2012

 

Nichi che vuole sposarsi


La non notizia di oggi è che Nichi vuole sposarsi. La schifezza odierna è che un telegiornale (libero per finta, pagato dagli utenti di Sky) abbia sentito l’urgenza di inviare un giornalista a Terlizzi (Bari) per chiedere alla gente del posto: “Vendola ha detto che vuole sposarsi, lei, cosa ne pensa?”
Il tono era quello di chi pone una domanda tanto ridicola, quanto assurda: “Dicono che berlusconi sia bello, giovane e onesto …” insomma, una cazzata.
Lo stesso telegiornale, scommetto, avrà giornalisti contriti quando dovrà raccontare del prossimo ragazzo gay massacrato di botte in strada; e quella sarà la notizia capace di smuovere le coscienze, un momento almeno, e porterà la gente a dire: “Poveretto, che bestie!” per poi sentir qualcuno aggiungere a mezza bocca: “Però, baciarsi per strada … un po’ vuol dire cercarsela.”
E peggio la prossima donna violentata (fatti che di solito abbondano nei giornali e nei telegiornali, in prossimità dei periodi elettorali); anche in quei casi si discuterà molto, e si creeranno movimenti e moti d’opinione … però queste donne, un po’ se la cercano. Vanno in giro mezze nude.
Nichi vuole sposarsi! Doveva essere una di quelle cose a cui si aggancia un sonoro: “E sti cazzi?” invece no, bisogna addirittura promuovere un sondaggio per vedere cosa ne pensano gli italiani, non dei diritti di persone con una particolare identità sessuale, ma proprio di lui: di Nichi Vendola che vuole sposarsi.
Ma è anche vero che questa mattina alla radio sentivo una filippica contro i venditori ambulanti “che vendono orribili merci fluorescenti davanti al Colosseo” che andrebbero mandati via tutti, questi del Bangladesh. Venti minuti dopo alla stessa radio, ho sentito un tale molto preoccupato per il “telefono nero” offerto da forza nuova di Ravenna, per un aiuto militante ai cittadini italiani vessati dagli extracomunitari. Puoi telefonare, denunciare il cingalese che deturpa il Colosseo, o il bangla che vuole un euro al distributore automatico notturno.
Forse la voce dello stesso speaker risulterà tremula, quando dovrà raccontare dei poveretti “senza nome” colati a picco appena avanti Lampedusa?
È vero, i problemi del paese sono altri: la fame, il lavoro, l’economia, la sanità, la casa.
Eppure son tutti problemi che potremmo risolvere quando risolveremo l’unico, che quasi nessuno cita mai: la scuola.
Fino a quando continueremo a crogiolarci nella semplicità di un’ignoranza, o di un sapere preconfezionato, che non lascia spazio alla creatività che solo dà la curiosità di conoscere, rimarremo esattamente dove siamo, a far finta di essere partecipi della vita che attraversiamo, inerti.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Cara Rita, come al solito sono d'accordo quasi su tutto con quello che scrivi, ma questa volta ho un punto in cui il mio consenso non è totale: il discorso della scuola. Purtroppo non basta avere una scuola, tutti i nostri cosiddetti politici hanno almeno una se non due lauree e guarda il risultato... oppure vogliamo parlare delle scuole private dove ti vengono inculcati concetti quantomeno discutibili... no il problema è che si dovrebbe avere un'etica, etica che, sicuramente ti arriva da una cultura corretta ma di cui la cultura non è condizione sine qua non: mio nonno non era per niente acculturato (penso non avesse neanche la 5 elementare) ma aveva un'etica e un'eleganza di persona altissima...

Ciao

Clavan
 
Rita complimenti, sia per quello che scrive, piu' che vero, sia per come lo scrive!
 
Forse è stata limitante la sintesi, Clavan. A mio avviso la prima e più urgente riforma -reale- da fare è proprio la scuola, in modo tale che arrivi ad essere realmente la fucina di menti nuove. Una scuola dove venga insegnata l'educazione civica, per esempio, dove le peculiarità dell'alunno siano alimentate dal sapere, dove i bimbi vengano educati alla curiosità. Formando una società pensante, risolveremmo tutti i problemi in una volta sola. Ecco, sintetica ma un po' meno di quanto non lo sia stata prima :)
R.
 
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