9.03.2012
George Bush, non era poi così cretino
Governo e decreto sanità, quasi certa la cancellazione della
tassa sulle bibite POLITICA L'esecutivo lima il decreto … L’ho presa da un
giornale a caso.
Mi ricordo, qualche anno fa, che la California bruciava
devastata dagli incendi. Un giorno, saltò in piedi l’allora presidente idiota
George Doppiovvu Bush, e annunciò la sua strategia ai media: “Stavo pensando,”
disse, “che per risolvere il problema degli incendi in California, si
potrebbero tagliare gli alberi.” Ridemmo molto sul web; Bush figlio quando non
decideva i massacri per depredare i pozzi petroliferi altrui, era simpatico
nella sua totale stupidità.
Oggi mi ricredo, forse non era stupido, ma era solamente uno
statista, perché non può essere che la stupidità sia diventata conditio sine
qua non, perché si possano occupare le sedie più importanti per il governo
delle nazioni, del mondo intero.
Sempre più sono portata a pensare che i cretini, quelli
veri, si sia noi.
Qualche giorno fa Letta, il nipote idiota dello zio furbo,
ha annunciato la strenue battaglia per salvare “il chinotto e la spuma bionda”. Abbiamo riso molto sul web, e in
effetti anche qua a casa. Ma oggi i giornali annunciano l’imminente revisione
del decreto sanità, con la vittoriosa cancellazione della tassa sulle bibite –
quando non espresso meglio col più tecnico “bollicine.”
Il decreto che ci impedirà di curarci, di prendere i farmaci, che sfoltirà la
popolazione meno abbiente e più malata, potrà comunque continuare a bere
gazzosa.
Siamo ormai come gli alberi di Bush.
Le piccole vittorie che fanno grande questa politica
insensata, idiota e surreale, alimentata da scontri fasulli sul nulla, che a
loro volta alimentano i pascoli delle greggi che rispondono ai fischi dei loro
pastori. Chi resta in piedi e immune, libero con la mente, si guarda intorno
alla ricerca di un buon senso comune che non trova, in una quotidianità
difficile che ci sta insegnando con metodi intensivi a sopravviverci.
Clini che sommessamente dice che il lavoro va tutelato ma
solo se c’è una prospettiva, proprio come se dovessi essere io, a creare la
prospettiva per cui lui possa assicurarmi il lavoro. Un nuovo concorso per i
docenti della scuola, mentre da oltre trent’anni gli insegnanti sostano
precari, garantendo la diseducazione degli alunni: “D’ora in poi in cattedra
solo mediante concorso”. Quasi non sapesse, quest’altro genio prestato alla “politica” che illo tempore anche i
precari della scuola, per essere inseriti in graduatoria dovettero partecipare
a un concorso. “Bisogna aiutare le grandi imprese per le grandi opere. Premiare
le imprese che hanno lavoratori. E qua, quella scienziata della Forsero dovrebbe
fare i nomi delle imprese che si reggono senza lavoratori, perché ci sono
persone come me, contorte, che potrebbero pensare che la Fornero si riferisse a
quelle imprese che hanno i lavoratori in nero, o –per essere corretti e precisi
– gli schiavi. E qualcuno l’ha sussurrato il nome di un paio di grandi opere:
Il ponte sullo stretto, e la Salerno Reggio Calabria.
Chiudono i negozi, dice l’Istat, e c’è preoccupazione. Poi
si legge il dato positivo: La disoccupazione fa sì che ci s’ingegni e quindi nascono
piccole imprese come riparazioni, parrucchiere, assistenza sanitaria
domiciliare. Soprattutto in mano ai cinesi …
E qua mi fermo, perché in confronto a questi professori,
George Doppiovvu Bush, può sembrare un premio Nobel.
Rita Pani (APOLIDE)