8.04.2012
Torno in Italia e ti spacco il culo - una storia a lieto fine
Non scordiamoci che c’è “la crisi”, che è mondiale. Che
nessuno sa bene come uscirne, tranne noi che la paghiamo con la vita. Teniamolo
a mente per divertirci mentre rimettiamo insieme i tasselli della storia
recente che rischia di diventare quella futura.
Per esempio La Maddalena. La vedi dal mare mentre il
traghetto attracca, quella costruzione di metallo e vetro che sembra poggiarsi
sull’acqua. Fa male guardarla immaginando cosa poteva essere quella costa prima
che l’uomo ne abusasse. Poi leggi sul giornale che quell’obbrobrio costatoci
460 milioni di euro per dare “una casa di vetro a Obama” durante il G8, e un
pugno d’onore alla megalomania di un palazzinaro affiliato alla mafia, giace in
rovina abbandonato alla mercé del mare e degli uccelli che l’hanno destinato
all’uso di cagatoio. Fa malissimo ricordare che in Sardegna qualcuno provò ad
opporsi all’ennesimo scempio, ma di più ricordare quanti cialtroni dementi,
miei conterranei, all’epoca ringraziarono quel tizio mafioso per “la
meravigliosa opportunità” che il G8 rappresentava per la mia terra. Sfumato il
meeting mondiale, e trasferita la cassaforte da svuotare a L’Aquila, l’opera
faraonica del megalomane venne “regalata” alla Marcegaglia per la
trasformazione in albergo e la gestione. Oggi, essendo ingestibile ed essendo diventato cagatoio di extralusso per gabbiani
diarroici la Marcegaglia chiede allo stato 10 milioni di euro per i danni
arrecati dalla natura.
Dicono che siamo in pericolo, che la crisi economica ci sta
divorando. Sarà che sono “crisi – scettica”
e mi vien da ridere. Al Fano, l’altro giorno, uno di quei giorni in cui
al mattino appena svegli abbiamo appreso dell’ennesimo schizzo dello spread,
dichiarava: “Stiamo ancora aspettando le scuse per berlusconi, per essere stato
accusato ingiustamente dell’elevarsi dello Spread.” Ecco, sì, le scuse mi
sembrano un bel modo di proseguire nella nostra storia. Magari in forma
solenne, così come si deve agli imperatori, ai re e ai padroni. Con pubblica
gogna, magari feste di piazza e ragazzine seminude da offrire in sacrificio.
Verrebbe spontaneo, in fondo, soprattutto leggendo altre
cronache, quelle che narrano di un criminale che aveva in pugno le nostre vite,
e che per la sua criminalità e il suo malaffare, per la sua collusione mafiosa,
i suoi vizi privati che hanno intaccato l’onorabilità di un paese intero,
veniva ricattato da chiunque con richieste di danaro multimilionarie. Il
mafioso dell’utri, un piccolo esercito di troie, i leghisti cerchiomagicisti e
il fantasmagorico Lavitola.
Mi ricordo che tanti anni fa lessi il carteggio Churcill –
mussolini e ne restai impressionata. Me li figuravo intenti a ragionare sulla
scelta delle parole, mentre parlavano del destino del mondo. Oggi son qua che
penso a un mio futuro nipotino, che con lo stesso interesse leggerà la storia d’Italia
e i carteggi del tizio con gli altri che questa storia l’hanno fatta: dal culo
flaccido, alla cara Betty, dalle compravendite di senatori al magico “ambasciator”
Lavitola, il quale scrisse dal suo esilio: “Caro silvio, o mi dai due milioni
di euro o torno in Italia e ti spacco il culo.”
Smetto di ridere e ripongo la domanda al Professor Monti: “Per
quale strano tipo di motivo, dobbiamo esser noi a pagare con la vita per lo
scempio effettuato da questa feccia?” La domanda, ovviamente, non avrà
risposta. Lo stato pagherà i danni alla Marcegaglia. Il tizio scagionerà
Lavitola e magari diventerà Presidente della Repubblica. Happy end.
Rita Pani (APOLIDE)
Comments:
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non scordiamoci che siamo nelle mani di criminali senza scrupoli impoveriscono i poveri fino a farli morire di faame perche' il lavoro è gia' da anni un lusso? siamo vittime una brutta copia del regime fascista e saranno riattivati i campi di raccolta per ignota destinazione, sicuramente per un futuro nero? se prima il popolo non sinc222a e si ribella da un torpore durato troppo tempo? vedremo se saremo capaci di riprenderci la nostra identita' o staremo ancora vestiti da pec-oroni? saluti dal vecio!
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