8.01.2012
Là sì che c'è il lavoro (tanto per ricominciare)
Monti, al via la missione finlandese Premier: "La fine
del tunnel vicina"
È la prima cosa che ho letto stamattina, riprendendo la vita
di sempre, dopo una breve interruzione. Mi è scappato un sorriso acido, che
quasi mi ha fatto male. Ho letto ancora dei viaggi e delle “missioni” che hanno
portato il Professore in giro per l’Europa, a “lavorare” per noi, e per il
futuro di questa Italia. Su un giornale, addirittura, si poneva l’accento sull’operosità
dell’anziano premier che nemmeno può permettersi il lusso di pensare a una
vacanza. Lo spirito di abnegazione del salvatore della Patria, mostrato con
tanta dovizia di particolari, avrebbe dovuto farmi vergognare della mia
abbronzatura. Forse.
Il fatto è che per avere contezza del problema – uno qualunque-
è sempre importante il lato dal quale lo si osserva. Per esempio, un incendio
che brucia il costone di un monte, visto da sotto sarà più impressionante, che visto
dall’altro lato dove il vento porta solo fumo e cenere. Per comprendere l’incendio
è bene vedere le fiamme. Averne paura.
Francia, Finlandia, America … si va a parlare con gli altri
pezzi grossissimi, ci si accorda con le banche, si mettono in gioco le vite
umane che dovranno in qualche modo ripagare un debito che non hanno contratto.
Ritorna la vecchia ammonizione: “Avete vissuto al di sopra delle vostre
possibilità!” e un’anima candida ci pensa. Pensa a quella volta che magari ha
fatto un salto mortale per acquistare la maglietta griffata, quando avrebbe
potuto prenderne una al mercato, o peggio, l’auto comprata in comode rate e
finita di pagare dopo sei anni di sudore, pane e cipolla. Sanno ammonire loro,
sanno dove scavare. Peccato però, che l’incendio continui a bruciare quella
porzione di monte che nessuno vuole guardare.
Dovrebbe cambiare la rotta del suo viaggio, questo
Professore, il sicario inviato a levarci la vita con stile ed eleganza.
Potrebbe iniziare con lo stesso tragitto che ho percorso io, e guardare le cose
che ho visto. Parlare con le persone con le quali ho parlato. Osservare le
parole che la gente lascia andare mentre sta stesa al sole e si rifiuta di
pensare.
I campi in Sardegna, di nuovo coltivati. Le pale delle
centrali eoliche ferme nonostante il vento, che deturpano per nulla la vista
fino al mare: son sotto sequestro – che strano! I negozi chiusi, le vetrine
abbandonate. Le strade libere anche di notte, il momento del fresco una volta
dedicato al gelato o al divertimento. Gli ombrelloni, al mare, allineati e
chiusi non fanno quell’ombra che paghi come se fosse una rapina autorizzata
dallo stato. La gente ammassata sulle spiagge restate libere – e son quasi
tutti sardi – e allora pensi che aveva ragione la Fornero a non voler pagare la
disoccupazione, perché i sardi che non lavorano più, vanno al mare e un
pomodoro dell’orto lo mangiano davvero.
Che senso ha, Professore, telefonare ad Obama? Vada a Chia a
parlare col giovane senegalese, che ha le borsette appese alle braccia,
addobbato come un albero di natale, stanco come un mulo, che nemmeno ci prova
ad implorarti per acquistare. Ti guarda, allarga le sue braccia zeppe di borse
e ti dice: “Ma nessuno compra nulla? Che lavoro di merda! Ma chi me lo ha fatto
fare venire qua che non c’è nulla? Non vedo l’ora di tornare in Senegal. Là si
che c’è il lavoro, e il mare … Tu non lo sai cos’è il Senegal.”
Poi se le avanza del tempo – Professore – percorra l’Italia
tutta da su a giù. Uno di quei giorni in cui, in altri tempi, il telegiornale
ti avrebbe avvisato del bollino nero per il traffico. L’esodo estivo, lo
chiamavano; quello che vuotava le città
e riempiva il mare del sud. Si renderà conto che anche in Italia le strade sono
libere, che il 31 di luglio non c’è pericolo né di code né di dover attendere
di essere soccorsi dalla protezione civile. E soprattutto si accorgerà che
nemmeno i camion viaggiano più. La sua intelligenza a quel punto le farà
comprendere che non solo le persone non circolano più ma nemmeno le merci, e
sono certa che capirà che non sarà con l’innaffiatoio che potrà spegnere l’incendio.
Rita Pani (APOLIDE … tanto per ricominciare. Il resto a
piccole dosi)