8.19.2012

 

Angelo Di Carlo


Non ci saranno i funerali di stato per Angelo Di Carlo, e nemmeno una prece, dato che ancora sui giornali si domandano quale sia stato il motivo del suo gesto. Non ci sarà nemmeno la retorica politichese, una falsa domanda a cu dare una falsa risposta. Sui social network continua a girare la sua fotografia, sorridente, forse in vacanza, e scritte di quelle che ci fanno sentire tutti meglio, a scriverle cubitali: Assassini, o robe così. Marchiando la foto con i logo dementi che spesso gli utenti s’inventano perché nessuno glieli rubi . quasi fosse davvero arte.
Ho provato a ricordare il nome dell’ultimo disgraziato che si è ucciso, e non ci sono riuscita. Ho provato a ricordare il viso dell’ultimo che si è ucciso. Non sono riuscita nemmeno a far questo. Mi ricordo che in tanti, in troppi si sono ammazzati “senza che si sapesse il motivo”, anche quando era chiaro o palese che tutti erano uniti dal destino di fame e disperazione, legati dalla perdita della possibilità di vivere una vita dignitosa.
E mi spiace anche che oggi, per tutti, l’assassino sia Monti.
Questo vuol dire che allora meritiamo di aver scordato gli altri nomi, e gli altri volti, perché dimenticare ci aiuta a sentirci “nuovi” tutti i giorni. Scordare l’ultimo lento ventennio di storia italiana che ci ha condotto fin qui, fino alla strage degli innocenti, di ogni colore, razza o religione è l’errore peggiore che si possa fare.
Ci proteggiamo, forse, credendo che ogni giorno sia nuovo, che ogni alba ci conservi un destino diverso, perché portare sulle spalle il bagaglio accumulato, potrebbe poi farci sentire stanchi, così stanchi da decidere di darci fuoco davanti al Parlamento.
Angelo Di Carlo è morto oggi e sarà scordato domani, nemmeno diventerà un numero dato che è impossibile stabilire quanti siano fino ad oggi, tra impiccati, sparati, suicidati …
Ed è un peccato che così in fretta ci si possa abituare anche a questo, solo magari ancora una volta per poter trovare un minimo di consolazione, quella che a qualcuno può venire dal pensiero che se l’ha fatto . poveretto – doveva stare un po’ peggio di noi.
E intenti a rassicurarci di poter sopravvivere ci scorderemo anche si esigere, almeno, delle scuse, e il rispetto della nostra identità, del nostro essere umani.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Cara Rita, nella foto che gira su fb Angelo era alla manifestazione contro la legge bavaglio sulla riviera romagnola. Io l'avevo incontrato qualche volta, scambiato qualche parola, ma ti assicuro che il suo gesto non sarà dimenticato: noi forlivesi vogliamo che i perché del suo gesto vengano ben compresi almeno a livello locale!
 
ad Angelo di Carlo ho postato 1 lettera su la pagina mia di facebook. 1 lettera in cui lo ringrazio per questo suo estremo sacrificio. darsi alle fiamme in un luogo simbolico (piazza di Montecitorio a Roma) in questo momento storico non e' un mero suicidio, e' un gesto pubblico di denuncia politica. e' strano, veramente strano, quando si immola allo stesso modo 1 bonzo il significato politico del gesto rimbalza come una palla da 1 testata di giornale all' altra. si immola al rogo 1 operaio e tutti zitti o magari qualche lacrima e parola di convenienza, quale "disperato" "disoccupato" "poveraccio" .
che tristezza mi fa questo paese, la gente che lo abita e quella che lo sgoverna.
gianna franceschini
la mia lettera ad Angelo sta in:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=407153762676853&set=a.335084826550414.74818.100001466971955&type=1&theater


 
Lo pensai già all’epoca della dipartita del cantante del quale non ricordo nemmeno più il nome, e più o meno così mi espressi:
“Oh!… Ma non andremo mica ancora avanti co ‘sta solfa della morte di un cantante… Sessantatreenne, che può essere anche considerata un’età precoce per morire… ma se la si paragona a……?”.
E la si menò così alla lunga in ragione che una volta aveva detto:
“La libertà è Partecipazione!” Che poi probabilmente glie l’aveva scritta qualcun’altro, la frase, e quel qualcuno altro l’aveva certamente sentita gridata ad ogni angolo di strada.
Così usava esprimersi a quei tempi.
Sì, ma ‘ sto cantante si diceva era, politicamente parlando, un anarchico!
Sì, ma il povero Valpreda allora? Anarchico anche lui, il “mostro” di piazza Fontana che si fece anche il carcere? E, a proposito, sapete che è morto anche lui, il Valpreda?… Ah, non vi risulta?… No, dico sul serio!, è morto! Anche lui.
È morto anche Carmelo Bene… Oh! Ma non mi dire che è morto!… Sì! È morto!
Comunque, ritornando a bomba,‘sto anarchico, sembra sia stato un buon cantante… a detta di chi se ne intende Ma può bastare questo per un casino così in morte di un cantante di canzonette? E sì che basta! Tanto che le scene si ripetono, strazianti e a raffiche di programmi TV ogni altra volta che muore un contante… Per dirne una: lucio dalla!
Certo ad una canzone, ad una voce... sì!, ad una canzone, ad una voce, possono andare a legarsi ricordi, commozioni Si possono provare nostalgie struggenti a riascoltare un motivetto… ma un casino così? ... non è un tantino eccessivo?
Esagerato addirittura… Forse addirittura kitsch!!
E ancora mi chiedevo a quell’epoca: ma quando morirà Michele Buongiorno?... Ed infatti è morto, michele, e gli hanno tributato funerali di stato con tanto di volo di frecce tricolori... e poi ci hanno anche rubato il cadavere putrefatto.

Pochi giorni fa, un gruppo di operai… e ora in Siria… e... tanto, tanti che non si ricorda di loro più niente… e ANGELO DI CARLO! Tra qualche giorno forse solo noi sapremo che è esistito ed è stato bruciato, e chi sa se sono veramente esistiti quei corpi su una spiaggia, nell’incerta luce del dilucolo, in fila distesi sul bagnasciuga Corpi sotto sudari di stracci.
Un carabiniere monta la guardia ai cadaveri e fuma annoiato Un refolo di vento solleva uno degli stracci e mette in mostra una mano scura, aggricciata come un ramo secco.

 
se questa non è la fine della democrazia e la legittimazione criminale di una dittatura pensata e voluta da un potere economico-massoP2-catto-mafio-politico? in un ventennio hanno legittimato la disgregazione della societa' conducendola alla disperazione e alla miseria? una roba che si era SCORDATA DAL 45/ oggi serve ricostruire il tessuto sociale svegliando le coscienze o siamo finiti? la nostra unica forza e l'unione e far capire al "potere" che senza di noi non possono soppravvivere? assalto al palazzo? serve inginocchiarlo costringendoli alla resa come i contadini con i nobili regnanti? scioperare è dura ma serve fermare il paese a oltranza sacrfificandoci a pane e acqua? basta violenze sopruzi stupri alla nostra vita alla nostra liberta' abbiamo lottato? non dimentichiamolo che nulla ci è regalato? facciamolo in fretta e subito altrimenti sara' una catastrofe di vittime, noi!! al vecio.
 
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