4.24.2012
25 Aprile
La
festa del 25 Aprile la sospenderei in attesa di tornare a meritarcela. Son
curiosa di sentire che si dirà dai palchi allestiti ormai in sempre meno città,
espletate le formalità della posa di corone d’alloro con sindaci fasciati,
seguiti da un minuscolo drappello di nostalgici sognatori.
Diranno
forse che la storia ci ha insegnato? Che il sangue dei giovani eroi ci ha
donato la libertà? Che ci verranno a raccontare, mentre qualcuno oserà sfidare
il regime, cantando “Bella Ciao” con tutta la rabbia che ha in corpo?
Non
so nemmeno se voglio stare ad ascoltare, non so più se vale la pena piangere
lacrime di coccodrillo, mordendo un giorno solo con voracità, per rigettarlo il
giorno dopo ancora rincretiniti e intontiti dal presente che non merita il
passato.
Perché
siamo capaci anche di commemorare i morti della Resistenza, la Liberazione dell’Italia
dal regime fascista e poi cedere alla tentazione di sputare sulla democrazia, lasciando
che nuovi Messia, e baldi condottieri ci guidino verso la terra promessa,
libera dalla “Casta” e dai “Parassiti politici”. Peggio, c’è persino chi è
capace di chiamarsi Partigiano, perché divulga via Internet la proposta di “Rivoluzione
via Web.”
I
Partigiani han fatto la guerra, e sono morti per noi. Non c’è altra storia da
raccontare. Forse solo quella della vergogna da provare guardandoci intorno,
comprendendo che le macerie che abbiamo lasciato accumulare in questi anni,
sono più terrificanti di quelle lasciate da una guerra vera, che dava senso
anche alla morte, mentre oggi si muore ugualmente di una morte che nessuno ha
voglia di piangere.
Si
muore per fame. Così come muore ogni donna o ogni uomo che si uccide perché non
vede il futuro, perché non sa più sperare di poter mangiare domani. La fame che
sappiamo di non poter saziare, ossia quella di poter tornare ad essere in vita.
Non
abbiamo saputo conservare il patrimonio che ci hanno lasciato, abbiamo
sperperato la democrazia, fino al punto di avere, domani, il rischio che i
fascisti invadano le piazze di qualche città, per le loro contro
manifestazioni, per le loro commemorazioni. E ci son luoghi dove fino all’ultimo
momento si avrà il timore che questo abominio si possa compiere, con l’avvallo
di quelle istituzioni che avrebbero dovuto vigilare, perché questi esseri
infami non potessero più nemmeno esistere o respirare.
Buon
25 Aprile a tutti, pare che domani arrivi l’estate a distrarci dall’inverno al
quale ormai rischiamo di abituarci, freddi e glaciali come siamo diventati.
Rita
Pani (APOLIDE)
Comments:
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ci hanno illusi? predicandoci che viviamo nel paese di bengodi e possiamo godere dell'opulenza? pero' non dobbiamo guardare chi la disperazione c'è la in casa ed è arrivato a non identificarsi con la vita da ring? come nel dramma di Bechett? non apsettiamo piu' niente se non la morte? questo il risultato di quel sinistro di acclamato comunista? sconosciuto a molti italieni? saluti da franco al vecio senza troppe speranze?
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