3.23.2012
Signor Presidente del Paese delle Meraviglie
Vorrei
andare a vivere nella Repubblica di cui lei, Signor Napolitano, è Presidente. Deve
essere un posto bellissimo, a differenza di quello su cui mi arrampico io,
quotidianamente. Mi verrebbe da chiederle, cortesemente, di farmi cittadina onoraria
della Repubblica dello splendore di cui lei, tesse le lodi ogni volta,
tricolore alla mano.
“Non
ci sarà valanga di licenziamenti”, rassicura in modo vibrante questa mattina, e
il sospiro di sollievo collettivo di tutti i lavoratori preoccupati, ha fatto
sì che si percepisse il suono, il vento del sibilo che alleggerisce l’animo di
tutti noi.
Ci
saranno, signor Presidente, ci saranno eccome. Ci dovranno essere, perché la
riforma del lavoro così tanto urgente, così tanto importante, sancisce la fine
del diritto al lavoro e l’inizio dell’obbligo di schiavitù. Lo scenario che si
vede stando qua, dall’altra parte della vita, dietro le barricate fatte di
niente entro le quali ci avete confinati per non nuocere o soccombere è
diverso. Licenzieranno per assumere, per arginare i costi del lavoro. Le
imprese oggi in crisi licenzieranno i lavoratori dipendenti, per assumere
schiavi a basso costo, quelli da inserire in organico col cottimo mascherato,
quelli che non potranno rifiutare perché non è più possibile scegliere nemmeno
di conservare la dignità.
La
riforma del lavoro, che guarda caso con la sua urgenza vede la possibilità
della sopravvivenza rimandata al 2017 ma la certezza della morte, immediata, è
solo l’inizio della battaglia finale di questa guerra tra poveri che nessuno di
voi, classe dirigente, ha mai avuto il coraggio di dichiarare. È una battaglia
che presto riguarderà anche il pubblico impiego, che vedrà imporre nuovi
standard di lavoro e di lotta per la sopravvivenza.
Non
è vergognosa in sé la negazione dei diritti minimi dei lavoratori, è vergognoso
ed oltraggioso il metodo con cui avete venduto milioni di esistenze al
capitale. È oltraggiosa la vostra codardia, l’uso improprio che avete fatto
delle speranze delle nuove generazioni, lo stupro attuato verso il futuro dei
nostri figlie, e oramai anche dei nostri nipoti. Avete negato l’esistenza di
almeno due generazioni di uomini e di donne. E qua, non si tratta più di
uccidere i sogni – era solo bella letteratura – qua state uccidendo milioni di
persone. Esseri umani che si troveranno costretti, peggio di prima, al razzismo
per sopravvivenza, alla regola della mors tua.
Che
strana cosa signor Presidente! Si è fatto grande blaterando sulla sicurezza sul
lavoro, dopo che i primi passi verso la riforma producevano più cadaveri che
case e macchine, ed ora si presta a far da mediatore per i padroni. “La voce
del Colle” a metter pace tra chi finge si non essere d’accordo per rosicchiare
qualche voto alle prossime elezioni, che ogni cittadino italiano ancora in
possesso di un minimo di buon senso, dovrebbe disertare, non riconoscendo
questo stato, non avendo più nemmeno la democrazia.
Questa
riforma del lavoro, che amputa gli arti della popolazione col suo carattere d’urgenza,
va a sbattere contro le cronache che ormai non sconvolgono più, di furti e
ruberie, nepotismo e sfruttamento, di ladrocinio e corruzione. Lieviterà il
lavoro nero, si moltiplicheranno tutte quelle formule di lavoro sottopagato che
ci fa vivere tutti col cappio al collo, come bestie al giogo. Si accetterà
qualunque cosa, in nome della sopravvivenza, e soprattutto vi ringrazierà la
mafia – quella vera e non il dilettantismo che tutto sommato continua a
governarci – per la mano d’opera che aumenterà la domanda facendo scendere l’offerta.
“Investire
per i giovani”. L’altro mantra che le consigliano di inculcare in questo popolo,
che comunque si appresta a fare la fila per il nuovo iPad. Investire cosa, se
ogni anno chiudono le scuole, chiudono i musei, chiudono i teatri e le
accademie? Investire nelle Università italiane? Quelle a conduzione familiare,
con la sedia che si tramanda di padre in figlio di generazione in generazione?
Non
è più tollerabile sentirvi riempire la bocca della gioventù che vedo intorno a
me, quella che avete prima ammorbato per poterne poi avere il controllo. Quella
gioventù che sta crescendo grazie ai nonni, che si prega siano eterni.
Son
solo chiacchiere in libertà, Signor Presidente del suo paese delle meraviglie.
In fondo se ci permettiamo la critica è solo per invidia – quella nostra dei
comunisti – che viviamo tristi in un altro mondo, e per fortuna anche in un
altro modo.
Rita
Pani (Che mi sento tanto nonno Simpson)
Comments:
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Rita questo è diventato il paese del triste piacere? lo è diventato perche' personaggi innominabili? hanno pilotato da una parte la propaganda illusiva della qualita' della vita? dall'altra il benessere del consumismo sfrenato che sarebbe servito per farci salire nella scala dei valori? uno inserito? nella storia della sinistra taroccata? l'altro rappresentante di una destra miscelata di malaffare? nessun velo di mistero che si sarebbe arrivati a questo dramma sociale? nessuna sorpresa ma una cruda realta' purtroppo unita a una profonda delusione? ( crollo dei valori? ) il coma della democrazia? dovuto a una masturbazione mentale che questa ultima micidiale strategia politica? antica di mezzo secolo? ci riporta a questa deriva? una forma di violenza colletiva? tutte le fascie piu' deboli sono costrette a subire abusi? stupri? omicidi? proprio perche' una democrazia (?) dovrebbe avere il compito di creare una qualita' di vita dignitosa garantendo il contrario di questo scempio che ci ha lasciato la politica dell'ultimo 30ennio? grazie di aver schiacciato l'intero paese nell'umiliazione? di averci portati a scambiare un pezzo di pane con la fame? di aver creato solitudine negl'anziani ma ancor di piu' nei giovani nelle donne invece di combattere questa tragedia cambiando la politica? un grave capitolo che rimarra' purtroppo nella memoria personale e collettiva? oramai senza speranza che tutto possa cambiare? stiamo subendo la violenza delle leggi di uomini che hanno pensato e fatto un'altra brutta storia di noi tutti? una rasseganzione che sembra pensata per imporci la brutalita' come dimostrazione di forza? un micidiale sistema-regime? che credevamo sconfitto? il vecio!
A fine anno Napolitano insisteva con i sacrifici che ognuno di noi doveva fare. Gli ho inviato una mail, chiedendogli quali sacrifici, materialmente, stava facendo lui personalmente e chi gli stava attorno. Non mi ha risposto, ne lui ne nessuno del suo staff ... che strano.
Leggo stamattina su RAInews che la mafia è la più grande "impresa" d'Italia,cha, da sola, "produce" il sette per cento del PIL... Che se lo mettano nel culo!
Leggo stamattina su RAInews che la mafia è la più grande "impresa" d'Italia,cha, da sola, "produce" il sette per cento del PIL... Che se lo mettano nel culo!
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