3.30.2012
Gli italiani hanno capito
“E
gli italiani hanno capito che vale la pena di affrontare sacrifici rilevanti, purché
equamente distribuiti.” Mario Monti
No
Professore, gli italiani non lo hanno capito, e in realtà non hanno ben chiaro
neppure il resto della vostra meritoria opera da sicari. Nulla vi separa dai
vostri predecessori, se non il coraggio di esservi assunto il compito ultimo,
di svendere il Paese.
Non
sono un’economista, ma sono una persona che si riconosce un buon margine di
razionalità, e che a volte riesce a sentire tutto ciò che c’è di inespresso nei
vostri monologhi grotteschi, come per esempio l’ultima sua lettera al Corriere
della Sera, a metà tra il delirio e la menzognera propaganda.
Bisognerebbe
partire dalla fine, da quell’articolo 18 di fatto in disuso da anni in Italia,
sbandierato dagli operai alla stregua dell’ultimo baluardo da difendere, e
utilizzato dagli imprenditori come alibi estremo in difesa della categoria. L’articolo
18 è come un vetro rotto su una casa in vendita, che fa scendere di troppo il
prezzo pattuito. Avete l’obbligo di eliminarlo per far sì che si apra la strada
al miglior offerente, al neo colonizzatore.
Non
state ristrutturando casa per viverci meglio e in salute, lo state facendo solo
per poter aumentare il prezzo della vendita. L’economia italiana è in mano a un
grumo di potere che se la rimbalza di mano in mano, connivente di uno stato
mafioso che spartisce con pochi il bottino miliardario.
Faremo
la fine di quei paesi dell’est, dove i nostri antenati andavano con le borse
piene di collant per poter adescare le ragazze. Chi verrà a investire in
Italia, quando avrete abolito ogni diritto, non sarà certo lo svedese, lo
svizzero o l’americano, né potrà essere un imprenditore che vive in un paese
dove ci sono le leggi e son cose serie. Potremo finire in mano ai neo-russi, o
perché no ai colombiani che di corruzione ne sanno almeno quanto noi, e
lasciare che le briciole ricadano sempre sugli stessi piatti, di quelli che
fino a qualche mese fa, ancora banchettavano sulle nostre vite.
Perché
per rimettere in piedi questo stato, qualora l’intento fosse stato reale, prima
di tutto doveva garantirsi il lavoro, e non far sì che diventasse una sorta di
premio della lotteria nazionale. Come potete, in coscienza, usare termini come
equità in un paese che per campare deve aumentare il costo della benzina e
delle sigarette? Dove sta l’equità tra l’operaio costretto a rifornire di
carburante la sua auto, perché da pendolare è impossibilitato a usare i mezzi
pubblici che non funzionano o nemmeno esistono, e quello che – fanculo la crisi
– si compra un’auto ancora più potente, che tanto ha i buoni benzina a carico
dell’azienda? Esempio banale, lo so, ma pregno della vostra idiozia.
C’è
di che essere contenti nel leggere il riconoscimento dei meriti ai partiti e la
maturità del paese. Ma manca il complimento più importante, quello rivolto alle
banche (le vostre). Così attente e capaci che di fronte al sospetto che possa
sorgere un qualunque tipo di ripensamento da parte vostra – sicariato di
governo – spruzzano in aria un po’ di spread. Solo per farvi paura, e per
ricordarvi che voi, al pari di quello che governava prima, non siete che
marionette in mano loro.
Mafia,
criminalità o banche, in fondo, è tutta la stessa cosa. Tutta la stessa
montagna di merda.
Rita
Pani (APOLIDE)
Comments:
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leggete :
http://diksa53.altervista.org/2012/03/31/tasse-nulla-da-dichiarare-redditi-e-trucchi/#comment-57
http://sullozero.myblog.it/archive/2010/02/07/prova.html
http://sullozero.myblog.it/archive/2010/05/23/piu-tasse-per-tutti-i-poveri-diavoli.html
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/2012/03/la-cattiveria-al-potere_30.html
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http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/2012/03/la-cattiveria-al-potere_30.html
A parte che questa serie di link, senza contenuto mi danno un po' fastidio, tutto va bene, ma Beppe Grillo, francamente no. Lo considero peggio di uno spam.
Buona giornata a tutti
R.
Buona giornata a tutti
R.
Rita un bel articolo ma non credo che gli italiani abbiano capito altrimenti sarebbe già scoppiata una rivolta di massa.
Buona giornata
Gianni
Buona giornata
Gianni
Signora Rita i suoi post sono molto interessanti,ma quello che purtroppo non capisco sono le sue mancate risposte.
Cortesemente la saluto.
Cortesemente la saluto.
Dal governo tecnico è anche arrivata la riforma dell'Ici. Ora si chiama Imu, ma i soldi non andranno ai comuni (come con l'Ici) ma saranno largamente sequestrati dallo stato. I comuni - molto per motivi elettorali - stanno battendo la fiacca nella determinazione delle nuove aliquote. Risultato: è il caos al quale si vuole porre rimedio (da parte dei comuni, cioè l'Anci e dei Caf) proponendo un rinvio del pagamento della tassa. O quanto meno un pagamento ridotto a giugno con un saldo maggiorato in dicembre. Perché, non va dimenticato, ai comuni sono stati tagliati parecchi miliardi di trasferimenti e un po' di soldi - subito - servono come il pane per non ritrovarsi come il manifesto in liquidazione coatta amministrativa senza essere in grado di mantenere in piedi uno straccio di welfare e neppure le spese correnti. Se il governo dei tecnici avesse varato una patrimoniale pura (non solo sugli immobili) oggi non ci troveremmo in questa situazione. Ma il governo dei tecnici ha dovuto piegarsi al ricatto di Berlusconi e ai timori atavici di Bersani.
«La crisi è alle spalle», ha ripetuto Mario Monti ad libidum negli ultimi sette giorni facendosi forte di una riduzione dello spread che Tremonti aveva mandato alle stelle. Un modo un po' infantile, quello di superMario, di lodare il proprio operato di tecnico prestato alla politica. «Stiamo meglio degli altri» insistevano Tremonti e soci fino a pochi mesi fa. Ovviamente mentivano e oggi mente spudoratamente anche Monti.
La verità è che l'Italia sta messa proprio male. A sostenerlo non è solo Corrado Passera unico nel governo a spiegare con sincerità che la crisi morderà almeno per l'intero anno. E neppure un supertecnico come Ignazio Visco, il governatore di Bankitalia, ma l'ottimismo di Monti non trova sponde neppure presso il Fondo monetario, la Confindustria, la Confcommercio, la Commissione europea e la Bce. E soprattutto è stato smentito clamorosamente dagli ultimi dati dell'Istat: la disoccupazione sta esplodendo e senza il «tappo» della Cassa integrazione sarebbe ormai a livello record perfino in Europa. Non a caso la stessa Marcegaglia e i sindacati insistevano per spostare in un futuro il più lontano possibile la riforma degli ammortizzatori sociali per non fare dell'Italia un deserto di senza lavoro. Che non è detto sia la soluzione che dispiace al governo tecnico: tanti disoccupati garantiscono basso costo del lavoro, mobilità, flessibilità e soprattutto ricatti. Un’equazione perfetta - il controllo assoluto del mercato del lavoro - per un governo «tecnico».
il manifesto in edicola oggi.
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/04/super-mario-chi.html
«La crisi è alle spalle», ha ripetuto Mario Monti ad libidum negli ultimi sette giorni facendosi forte di una riduzione dello spread che Tremonti aveva mandato alle stelle. Un modo un po' infantile, quello di superMario, di lodare il proprio operato di tecnico prestato alla politica. «Stiamo meglio degli altri» insistevano Tremonti e soci fino a pochi mesi fa. Ovviamente mentivano e oggi mente spudoratamente anche Monti.
La verità è che l'Italia sta messa proprio male. A sostenerlo non è solo Corrado Passera unico nel governo a spiegare con sincerità che la crisi morderà almeno per l'intero anno. E neppure un supertecnico come Ignazio Visco, il governatore di Bankitalia, ma l'ottimismo di Monti non trova sponde neppure presso il Fondo monetario, la Confindustria, la Confcommercio, la Commissione europea e la Bce. E soprattutto è stato smentito clamorosamente dagli ultimi dati dell'Istat: la disoccupazione sta esplodendo e senza il «tappo» della Cassa integrazione sarebbe ormai a livello record perfino in Europa. Non a caso la stessa Marcegaglia e i sindacati insistevano per spostare in un futuro il più lontano possibile la riforma degli ammortizzatori sociali per non fare dell'Italia un deserto di senza lavoro. Che non è detto sia la soluzione che dispiace al governo tecnico: tanti disoccupati garantiscono basso costo del lavoro, mobilità, flessibilità e soprattutto ricatti. Un’equazione perfetta - il controllo assoluto del mercato del lavoro - per un governo «tecnico».
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