2.03.2012

 

I piccoli schiavi nella stiva della nave


Il giorno dopo del disastro della Concordia, un uomo telefonò per denunciare lo sfruttamento del lavoro minorile. In vero disse anche di cercare i corpi nelle stive. Se fosse vero che la pancia della Concordia nasconde ancora il sacrificio di quelle giovani vite, le domande da porsi sarebbero tante. Per esempio sarebbe bello chiedere a quei deficienti che ci si fanno fotografare davanti, quale sia il senso, quale il ricordo che quella foto evocherà.

Sarebbe interessante la spiegazione della Costa, sulle spese e sui profitti, sulle superofferte pubblicizzate in televisione, con gente triste per la quotidianità che beata torna a sorridere sopra la nave, al bordo della piscina, o nella cabina con la tenda candida gonfiata dalla brezza del mare.
Ora hanno smesso di cercare i dispersi, per via della situazione meteorologica avversa, e anche i turisti del macabro, per questo, sono diminuiti.

Temo che però non sapremo mai, se sia vero oppure no, che come altre navi di molto tempo fa, anche la Concordia conserva il suo carico di schiavitù nel ventre. Forse non verranno nemmeno più cercati quei corpi che probabilmente nemmeno esisteranno sulle liste ufficiali, di passeggeri o personale. E poi immagino che quelle vite non siano italiane, tedesche, americane o giapponesi. Le immagino vite così, di quelle che non importa a nessuno, di quelle vite nate per soffrire e per faticare. Quelle vite che non si annoieranno mai con un lavoro monotono, sempre uguale e ben retribuito.

Dicono che in fondo non c’è nulla di strano. Dicono che da sempre il mondo va così, con chi può e chi non può e che quindi non ci resta nulla da fare perché nulla si può fare. E quindi quando la Costa si riprenderà dalla perdita (sua) e riproporrà in tv le allettanti superofferte, si sarà portati a pensare che la lezione è stata impartita, che le “rotte dell’inchino” non ci son più, e che per quel pezzo è possibile anche realizzarlo il sogno di normalità. Quel viaggio che aiuta l’italiota a fingere di essere un po’ più uguale agli uguali, distinguendosi così dal resto del popolo diverso e intriso di realtà. Si guarderà con sospetto al Capitano, immaginando che abbia una piccola puttanella russa nascosta nell’armadio, e si terranno d’occhio le tresche tutt’intorno d’equipaggio e viaggiatori.

A nessuno verrà in mente di andare a vedere se nella stiva, insieme ai rifiuti e alle cisterne dell’acqua potabile, ci siano i piccoli servi impegnati a favorire la falsa felicità.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
si' purtroppoo possiamo dire che siamo costretti a subire un sistema di puro regime? possiamo ancora dire che il paese intero col berlusconismo a perso la sua identita' mascherata di(falsa) democrazia? siamo schiacciati dalle mafie? dal clero? dalla criccca politica? siamo felici di vivere nell'illusione di essere gente normale in un paese da terzo mondo? meno male che cè il calcio? la tv con sanremo? perche' il lavoro sicuro? siamo a carnevale e penso durera' un bel pezzo? se non ci stancheremo di vivere d'illusione? essere col cervello da ripristinare? manderemo un bel vaffa222o URLATO a tutti coloro che delinquono impunemente? saluti dal vecio
 
si' purtroppoo possiamo dire che siamo costretti a subire un sistema di puro regime? possiamo ancora dire che il paese intero col berlusconismo a perso la sua identita' mascherata di(falsa) democrazia? siamo schiacciati dalle mafie? dal clero? dalla criccca politica? siamo felici di vivere nell'illusione di essere gente normale in un paese da terzo mondo? meno male che cè il calcio? la tv con sanremo? perche' il lavoro sicuro? siamo a carnevale e penso durera' un bel pezzo? se non ci stancheremo di vivere d'illusione? essere col cervello da ripristinare? manderemo un bel vaffa222o URLATO a tutti coloro che delinquono impunemente? saluti dal vecio
 
Che sappia sei l'unica Persona che abbia pensato a Loro e scritto per Loro. Non lo trovo strano.
Perchè sei speciale, unica.
Grazie Rita.
 
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