1.28.2012

 

Creare occupazione


 «Per creare occupazione occorre che produrre in Italia diventi una cosa più competitiva»
Mario Monti (che è professore)

L’altro giorno seguivo un dibattito sulla riforma del lavoro, e a un certo punto, dopo una miriade di frasi fatte estrapolate a memoria dal manuale del perfetto berlusconista, mi era parso di comprendere dove si volesse andare a parare.
Ora dopo aver letto questa ennesima perla di saggezza del Professore, quel che fino a ieri, per me era un sospetto, oggi è certezza.

La riforma del lavoro, in Italia, è sintetizzabile in uno slogan – che mi pare tanto vadano di moda: “Lo stipendio non sia un tabù”. Perché oltre mi pare non si possa andare. Dopo più di vent’anni, siamo ancora al punto della necessità di “mobilizzare” per produrre.
Nemmeno da tanto lessi da qualche parte che il vero segreto per uscire dalla crisi era sì creare posti di lavoro, ma questo sarebbe stato possibile soltanto licenziando.
In effetti non fa una piega, io prendo il tuo posto, tu prenderai quello di un altro e così via, a rotazione. E andrebbe tutto bene, se non fosse per quel vizio animale di mangiare tutti i giorni, e di avere tutti i giorni delle necessità.

Per creare occupazione occorre che produrre in Italia diventi una cosa più competitiva”, quanto è vero professore! Magari eliminando il ladrocinio, il sistema tangentizio, il nepotismo, l’arroganza del potente, il marchionismo, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro nero. “Competitivo”, in Italia, al massimo può assumere il significato di “cinesizzazione” è nulla di più. Ma noi comunisti, lo dicevamo già in tempi non sospetti e ancor prima di smettere di mangiare i bambini. Noi lo diciamo da quando della schiavitù iniziammo a sentire la puzza, solo che guardavamo a un’altra Asia. Noi si diceva: “Ci faranno diventare tutti giapponesi.”

Per creare occupazione bisogna creare occupazione. Smettere di licenziare a cazzo, quando al padrone, che pur ha un’azienda in attivo è consentito trasferire la sua attività dove i negri sono ancora più a buon mercato di quanto non siano in Italia. Per creare occupazione, si dovrebbero espropriare e autogestire tutte quelle imprese che hanno arricchito i loro schiavisti con la pelle umana dei propri lavoratori. Ma questa è un’altra storia.

Rita Pani (APOLIDE)




Comments:
Le priorità italiane?
Prima di tutto e su tutto: la riforma delle pensioni.
Non era indispensabile in quanto il sistema pensionistico si autoreggeva, vedi utili INPS del fondo pensioni lavoratori dipendenti (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/26/pensioni-se-a-vincere-e-la-disinformazione/180018/); di per se una riforma per chi deve ancora andare in pensione, dunque in sostanza che va ad incidere su chi sta lavorando.
Seconda: liberalizzazioni.
Di nome, ma di fatto?
Terza in arrivo: riforma del mondo del lavoro.

Ed i parlamentari?
Dopo, le priorità sono altre.
Ed i più ricchi?
Dopo, le priorità sono altre.
Le priorità sono andare ad intaccare chi lavora.
Ma la priorità iniziale non era il debito pubblico?
Già dimenticato?
"Nooo, ma io non sono a servizio delle lobby!"
 
forse è vero? sono cambiati i tempi? non dura togliere a chi ha poco per agevolare chi ha tanto? le regole del mercato del lavoro sono rimaste le stesse da secoli? i "vecchi artigiani industriali & c" per far crescere l'economia e incentivare il benessere dei cittadini? puntavano sulla crescita della "professionalita' dei lavoratori, programmazione e investimenti?" questo professore o no? i campi andavano preparati in autunno per i raccolti? attenti alle erbe cattive es. gramigna? oggi chiamando la "roba" col proprio nome si sta "demolendo l'economia" perche'? si è perso la fiducia di un paese schiavo, incatenato dalla malaffarosa-lobby politica? si è sostituito l'onesta' con il fare-deliquenziale? non basta piu' la parola e nemmeno lo scritto? è un sistema deliquenziale-legalizzato quindi costruito sul nulla? chi lavora produce? esempio la Maserati? ha raggiunto un ottimo livello qualitativo (competitivo) pero' sembra? VERRA' CHIUSA trasferita DELOCALIZZATA? parole che riempioni la bocca? ma con le parole (ripeto) non si riempie la pancia e chi non porta lo stipendio sara' costretto a vivere sotto i ponti? questo professore contapalle è una regola vecchia come il mondo? rimane la rabbia da scaricare e qui sta la realta'? la miseria e la fame? non sono pensieri virtuali ma realta' dure? con insistenza continuano le prediche (politica clero industria) peccato che persista la manipolazione dei fatti? manca solo la firma e il contratto del fallimento "sistema-Italia" è dichiarato? vorrei tanto sbagliare? saluti dal vecchio.
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?