11.10.2011

 

Quindi, ti levi dai coglioni? (Lettera aperta a una testa di cazzo)



Lustrissima testa di cazzo, permettimi di chiamarti così come ti chiamano anche i piciotti che ti hanno tradito, leggo sui giornali che finalmente sabato ti leverai dai coglioni, e sento l’esigenza di scriverti queste poche righe minatorie, spinta dalla repulsione che ho sempre provato per la tua ridicola figura.

Ricordo il giorno in cui, nata mia figlia, attesi il passaggio dell’omino dei giornali nella corsia dell’ospedale, per acquistare un quotidiano da conservarle ad imperitura memoria. C’era la tua lustrissima faccia di cazzo in prima pagina, e io tra un dolore e un conato lo lessi tutto. Ricordo che c’era un articolo sul tuo capofamigghia: dell’utri. Lo lessi, già si sapeva dei suoi rapporti con la mafia, tenuti sotto controllo dalla Criminalpol e si parlava di lui come mago della pubblicità, colui che avrebbe potuto portare il tuo neonato forza italia esattamente là dove stava: al governo.

Non era tempo di Internet, per quanto fosse già stato inventato, e l’italiano si faceva italiota confidando nelle tue televisioni, quelle dalle quali con la tua lustrissima faccia di culo, cavalcando l’onda di tangentopoli – che ti sfiorava ma non ti toccava, falciando via tutti i tuoi complici – annunciasti la lieta novella. La tua discesa in campo. Mi fece così senso quel giornale, che me ne feci comprare un altro da mio papà; e che sorpresa! 
Anche nell’altro, in prima pagina, c’era la tua lustrissima faccia di cazzo.

C’era qualcosa di più, però, c’era la storia dello stalliere di Arcore, l’eroe Vittorio Mangano e molte altre informazioni sui tuoi trascorsi, da Craxi alla Banca Rasini, nella quale tuo padre aprì il sentiero per la tua ascesa alla malavita, quella seria.

È stato il giorno in cui ho consegnato una creatura al mondo, mia figlia. Non me lo posso scordare, perché tenendola in braccio, bianca, profumata e bella non avrei potuto avere cattivi pensieri. Era naturale augurarle un mondo perfetto nel quale imparare a muoversi, a vivere ed essere libera di esistere per ciò che la natura, e io, avremmo potuto donarle. Per questo, arresa dinnanzi alla tua faccia di cazzo, pensai che prima o poi avresti fatto la fine degli altri, ladro tra i ladri, in esilio o in galera.

Ma l’italiano imparò in fretta quanta comodità ci fosse nell’essere italiota, quanto fosse più semplice credere che ci si potesse fare da soli, quanto fosse più facile non credere che pensare. Poi, non hai mai avuto una faccia di cazzo troppo intelligente, e persino il tuo senso del ridicolo in quei troppi denti, in quella battaglia strenue per l’estetica del pelo, nella tua abissale ignoranza, lasciarono credere all’italiota che, se ce l’avevi fatta tu – stronzo com’eri – ce l’avrebbe potuta fare chiunque.

Il resto venne a devastare le nostre vite. Il resto si fece la storia triste, di un popolo rincoglionito dalle gambe delle veline inquadrate dal basso verso l’alto, per farle sembrare più lunghe. Da una stampa con la mordacchia che millantava la possibilità di essere libera di deridere il padrone che la manteneva – Ricci ne è l’esempio più sublime. Il resto si fece nella storia di quasi un ventennio di angherie, di privazione del pensiero, di decadimento culturale nell’abominio che si è fatto della morale e del diritto. Nell’impoverimento massivo e costante, anche questo nascosto da un falso benessere teso a fare dell’italiota il tuo primo finanziatore, educato allo spreco e al consumo, al sogno da fare ad occhi aperti, in modo tale che non fosse poi così traumatico il risveglio. Il resto è la storia che finisce, ma non a modo mio.

Finalmente ti levi dai coglioni, lasciando le macerie, passeggiandoci sopra a cuor leggere proprio come hai fatto a L’Aquila, o in ogni altro luogo devastato dal malaffare di cui hai fatto sistema (‘o sistema). Sparirai pian piano, purtroppo, e noi subiremo ancora per mesi la tua presenza martirizzata, dell’uomo tradito, non compreso. Ancora e ancora un orchitica propaganda proverà a dire quanto tu sia stato magnanimo e di quanto oro tu abbia sprecato per ricoprire le nostre vite. Tenterai ancora di conservarti, e di rivivere clonato in quella cosa strana che è tua figlia.

Sarebbe meglio, invece, che tu ti togliessi dai coglioni in fretta e senza soffrire. Promettesti di sconfiggere il cancro in tre anni, ma il miracolo non ti riuscì. Fai ammenda, ora! Mantieni almeno questa promessa. Sconfiggiti. Sparati in bocca. Prova il piacere di avere la dignità. Sarebbe un orgasmo che anche tu – pene leso – potresti provare.

Rita Pani (APOLIDE)





Comments:
bellissimo articolo. fossero tutti come te. ti amo!
 
purtroppo di gente come te(come noi) ce ne sono poche l'italia ormai è fatta di vecchiette "innamorate"
 
Sottoscrivo parola per parola.
Lo ho sempre detestato, da molto tempo prima che si desse alla politica, ritenevo tutto il suo esempio diseducatico, puro veleno per la Società, per i giovani, mi trattavano tutti con sufficenza, mi accusavano di avere una fissazione paranoica, si è visto chi aveva perso il ben dell'intelletto.
Ti prego scrivi ancora, non è finita, ci trascineremo il suo puzzo di zolfo ancora per tanto, gli italioti sono sempre il popolo dei lotofagi, scordano in fretta,
grazie,
Teodoro Norman
 
Rita, io devo a te se da un clima di disperazione posso trarre un brek e sorridere? anzi sganassarmi dalle risate supportate dall'ammirazione che mi coinvolge leggendo i tuoi post! grazie ancora a pugno chiuso! auguri di Buona Vita sempre dal vecio

ps; siamo in pochi ma restiamo i migliori, grazie ancora!!
 
Grande Grande Grande.Eh si solo una Sarda poteva scrivere un simile "poema"
Un cosi bella lettera di commiato,di addio.
Prosit Mors tua vita .....nostra :)))
 
mi compiaccio della tenacia in cio che scrivi, mi sono permesso di allegarne una copia sul mio blog, molti dovrebbero avere le palle me compreso di scrivere in modo comprensibile usando un certo modo popolare ed efficace per far giungere la notizia laddove l'orecchio e sordo. Sandro
 
Bellissima lettera è che resterà hai detto bene, appena è andato al colle mi hanno mandato un sms.
"Evvai si dimette!" ho fatto fatica a non lanciare il cellulare, come se bastasse questa cosa, lasciamo perdere va.
Buonanotte.
 
A dire il vero l'epilogo mi è sembrato un po' troppo trash, rispetto all'altezza delle altre parole, nate da una sensibilità non comune. Il resto è una bellissima sintesi ripresa da un punto di vista vero e personale... ma anche collettivo, io almeno con storie diverse l'ho rivissuto, leggendo il tuo racconto.

An mi
 
fino a quando non lo vedrò in galera, non ci crederò.
 
Grandissima! Ma io più che con una pistola in bocca,la sua morte non mi interessa affatto, lo vorrei vedere dietro le sbarre. Ma lo so, le favole non esistono.
maria
 
Per me l'epilogo è invece eccezionale, l'apice di un bellissimo articolo che mi trova d'accordo al 100%.
Mi ricordo che quando quel miserabile annunciò che avrebbe debellato il cancro in tre anni pensai immediatamente: "ti basterebbe morire e l'hai debellato immediatamente".
 
ci sono paragoni che possono rappresentare le speci, credo sia molto difficile paraganare un simile "coso" a qualsiasi specie animale? ho ricercato un raggruppamento che potesse adattarsi con un omologia di tutti questi animali e una particolare "mascella per sgagnare" sono arrivato agli "Amnioti" che comprende uccelli, coccodrilli, dinosauri, pteosauri e tecodonti? un diagramma che identifica i rapporti di parentela ed è possibile distinguerne le ramificazioni? non esiste un animale che assomigli nel fare al soggetto-coso analizzato? quindi solo perche' assomiglia a id...ti? potrebbe essere la specie di un progenitore comune?(la cricca di fedeli) conservati nelle rocce? ridere per non piangere? saluti dal vecio
 
Da sardo sono orgoglioso che una mia conterranea abbia potuto esprimere in modo così chiaro e compiuto il pensiero di tanti italiani, che non si sono fatti infinocchare dalle sue volgari promesse, che vomitavano ad ogni sua penosa apparizione in televisione, che soffrivano per le brutte figure che faceva fare al nostro Paese e per il discredito che ha gettato su tutti noi. Non gli auguro brutte cose, ma una gliela voglio dire: FORA DE I BALL, per cortesia, FORA DE I BALL!!! Se poi ci vai con bossi, tanto di guadagnato per l'Italia intera.
 
finalmente mi sono tolta un grosso macigno dalle spalle e non solo lui tutto il suo governo, anche se non si arrenderanno facilmente.
Condivido ogni parola che hai scritto.

Ada
 
Bimba ti sei superata!!!

Grazie per aver interpretato ed espresso il mio pensiero in questa lieta, futura, sicura circostanza:-)))

Ti abbraccio straforte!!!

Paola, Sondrio
 
Era ora che qualcuno glielo dicesse. Liberatorio, ancorchè inutile.
 
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