11.23.2011
L'ultimo fango
Ci sono volute quasi
sei ore, perché ieri, un telegiornale si degnasse di dire all’Italia che la
provincia di Messina era sott’acqua. E
anche quando le immagini avrebbero potuto parlare da sole, mostrando un fiume
nero che portava via tutto, le parole hanno aiutato a comprendere che “era persino
crollato un ponticello, per la furia di un fiume che s’era ingrossato.” Oggi il
resto non si può negare: “è morto anche un bambino”. Le catastrofi al sud sono sempre un po’ meno
catastrofiche di quelle del nord, e fanno meno chiasso, provocano meno stupore
e indignazione. D’altronde è il sud, soltanto il resto d’Italia.
C’è anche da considerare
il fatto che Messina è una zona di particolare interesse, per cui non è bello
mostrare la terra che frana, la morte che avanza, la devastazione dell’uomo e
della mafia. Potrebbero essere particolari fuorvianti in un momento in cui
ancora non si sa bene quanti soldi, in tempo di crisi, l’Italia tutta dovrà
pagare per un ponte costruito in scala 1:1.000.000 in plastica riciclabile, per
essere mostrato a scopi propagandistici in TV. Pure l’italiota medio con
reminescenze berlusconiane potrebbe chiederselo, dinnanzi all’immagine della
terra ingoiata dal fango.
Poi siamo in una campagna
elettorale atipica, e questo non giova ai morti e agli sfollati siciliani. Non
è il momento di interessarsi di questioni ataviche, del disinteresse o dell’interesse
malavitoso che governa da anni quella Regione o tutta la Nazione. È il momento
di tenere i riflettori puntati su Monti, con la speranza che finalmente ci dica
di che morte dovremo morire, mentre la “politica” tace e si rigenera come la
coda di una lucertola, attendendo che il capro espiatorio si prenda tutta la
rabbia del cittadino italiota, da sempre incline a soffrire di amnesia.
È morto anche un
bambino, certo, ma a Genova ne sono morti quattro, quindi tutto sommato è vero:
al sud le catastrofi sono un po’ meno catastrofiche. E poi, ammettiamolo, al
sud son fatti così, costruiscono a cazzo, con l’abusivismo, e poi c’è l’incuria
del territorio. Al nord è diverso. Questo davvero non possiamo negarlo. Al nord
hanno la Lega che il proprio territorio lo valorizza spendendo milioni di euro
per addobbi floreali a forma di marijuana, come un tempo si tempestava di teste
di bronzo ogni ufficio pubblico e ogni anfratto sui muri. La Lega da sempre è
impegnata alla tutela della nazione padana e quando frana il Veneto, la
catastrofe l’ha voluta Dio.
È vero che c’è
differenza tra nord e sud. Al nord le case abusive nei parchi nazionali, il
cemento selvaggio sulle sponde dei fiumi hanno tutti dei bei giardini sempre
pettinati, e i muri colorati. I serramenti in legno di pregio, e i cancelli con
l’elettrificazione- Al sud, l’abusivismo edilizio si espande sui monti e nei
boschi, in riva al mare e copre i fiumi secchi col cemento. Le case spesso non
hanno l’intonaco e sono brutte da vedere.
Ma brucia assai quest’ironia
che mi si strozza tra le dita, perché ormai tutto intorno è degrado, s’è fatto
il deserto, e non solo strutturale ma anche morale, o culturale.
Che paese
orribile siamo diventati, uccisi dalla propaganda, dal populismo di un branco
di rozzi ignoranti, dal silenzio imposto da un branco di criminali mafiosi e
affaristi, dalla nostra ansia di sopravvivere a noi stessi, dai nostri giardini
curati, dall’erba tua che deve essere sempre più verde della mia.
Rita Pani (APOLIDE)
Comments:
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Fatto sta che il paese sta crollando pezzo a pezzo, ed in questo sì, è unito da nord a sud.
Il berlusconismo ha fatto dei danni forse irrecuperabili, ma si è sviluppato su un substrato già ben predisposto: quanti decenni sono o forse da sempre che del territorio nessuno se ne cura? Siamo un popolaccio che neanche di casa sua si cura nè dei disastri che l'incuria può provocare, quasi fosse roba d'altri. Ma quanta di questa gente ha votato per delinquenti, gente che ambiva solo ad arrivare al successo economico ed al potere? Perchè non si ribellano,perchè sono succubi del do ut des, che poi si traduce solo in un "do"?
Mietta
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Il berlusconismo ha fatto dei danni forse irrecuperabili, ma si è sviluppato su un substrato già ben predisposto: quanti decenni sono o forse da sempre che del territorio nessuno se ne cura? Siamo un popolaccio che neanche di casa sua si cura nè dei disastri che l'incuria può provocare, quasi fosse roba d'altri. Ma quanta di questa gente ha votato per delinquenti, gente che ambiva solo ad arrivare al successo economico ed al potere? Perchè non si ribellano,perchè sono succubi del do ut des, che poi si traduce solo in un "do"?
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