10.24.2011
La sai l'ultima?
Sì, è proprio come mi ha detto Antonio Allegri ieri sera: “La
sapete l’ultima? C’era un francese, una tedesca … e poi un italiano.”
La barzelletta detta così non fa ridere, ma l’italiano,
quello sì, ha fatto ridere molto; un’intera sala stampa. No, che avete capito?
Certo non lui in quanto tale, dato che appena qualche giorno fa rassicurava sul
fatto che, grazie alla sua autorevolezza,
sarebbe durato altri 5 anni. Siamo noi, la barzelletta che ha fatto ridere il
francese e la tedesca, almeno da quello che ha detto stamani, in televisione un
affiliato alla cosca del governo: “L’Italia perde credibilità perché gli
italiani di sinistra ne parlano male.” Non fa una grinza.
Ridiamo: Ah! Ah! Ah! Ridiamo tutti i giorni, e sì, sono
colpevole perché rido anche io. Come non farlo? Come non esorcizzare la fine
che sentiamo morderci il collo? L’altro giorno, quel cazzo buffo – che tizio mi
sembra ormai troppo riguardoso e formale, per essere degnamente rappresentativo
della realtà – ha detto che non c’era urgenza per un decreto aggiuntivo, per l’ennesimo
tentativo di dimostrare all’Europa di avere almeno un salvadanaio mezzo pieno. Ieri
invece l’urgenza gliel’ha data la risata che ha sepolto per sempre la dignità
di un popolo.
Oggi è urgente, quindi: “bisogna
andare in pensione a 67 anni e ne parlerò con bossi.” Torna il “ghepensimismo”
quella formula di onnipotenza propagandistica dello psicotico del consiglio. L’ennesima
barzelletta che ci farà ridere solo il tempo di comprendere che stiamo messi
peggio della Grecia e dell’Argentina che fu. Perché se pure non lo dicono, è
così che siamo ridotti, ma per fortuna siamo italiani e ci salva la fantasia.
No, non è una cazzata. Essere italiani ci salverà. Noi siamo
il popolo dello chef che si è inventato il gourmet della crisi: cucinare e
mangiare le bucce delle verdure, in salsa tartara o salsa rosa. Siamo il popolo
che fa convegni organizzati dalle Università sulle “erbette di campo” che
tornano di moda, col piacere di andare a cercarsele in campagna. Avremo domani
gli stilisti che non si limiteranno più a inventare le scarpe con le suole
bucherellate, ma proprio le scarpe sfondate con i buchi sotto le suole e i
lacci spezzati e tenuti insieme da un nodo. Saremo fighissimi quando compreremo
le auto dagli sfasciacarrozze perché torneranno in auge le auto d’epoca, le
vecchie Uno o le Tipo, quelle che nonno tiene in cortile per farci dormire le
galline.
Poi siamo il popolo della barzelletta paradossale, quella
che a pensarci bene davvero non fa ridere: siamo l’Italia dei deputati e dei
senatori che si prendono la pensione dopo due giorni di “lavoro”, che son
pagati profumatamente per far un cazzo da mane a sera, o peggio, sono pagati
per rubare. Siamo l’Italia della RAI che non sa come pagare gli stipendi, ma
che continua a contrattualizzare troiette riciclate per milioni di euro, e
minzolini, e giornaliste (?) fantasiose che fan sperare un giorno di poter avere
la Ferrari che salva l’acconciatura, proprio ora che non possiamo andare dal
parrucchiere, sempre che non sia cinese.
Basta perché sennò potrei esagerare ed iniziare a raccontare
l’altra barzelletta tutta italiana, di un cazzo buffo, di uno stalliere e del
suo maggiordomo che aveva un cellulare con scheda panamense, e di un certo
lavitola, che in realtà poi si scoprì essere Stanislao Moulinsky in uno dei
suoi più riusciti travestimenti.
Rita Pani (APOLIDE)
Comments:
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In un primo momento hanno trasmesso le immagini del sorriso sarcastico di Sarkò e della smorfia compassionevole di Angela senza audio. Non mi sono indignato, nonostante sia di moda indignarsi, anzi, e mi vergogno quasi a dirlo, ho provato piacere Ed ho quasi gioito quando ho rivisto le immagini con l’audio degli sghignazzi della platea di giornalisti.
Eppure si rideva di noi… sì, di tutti! Ridevano anche di me che in altri tempi avrei imprecato.
A che livello siamo ridotti! A tutto questo schifo non siamo capaci di reagire. Siamo sempre fuori misura… inadeguati: discese festose nelle piazze; violenza e distruzioni indiscriminate; tagli simbolici; fiaccolate; firme contro qualsiasi cosa, contro il cancro la droga gli incidenti stradali…
E io rido.
Ma cosa sono diventato? Come sono ridotto?
Eppure si rideva di noi… sì, di tutti! Ridevano anche di me che in altri tempi avrei imprecato.
A che livello siamo ridotti! A tutto questo schifo non siamo capaci di reagire. Siamo sempre fuori misura… inadeguati: discese festose nelle piazze; violenza e distruzioni indiscriminate; tagli simbolici; fiaccolate; firme contro qualsiasi cosa, contro il cancro la droga gli incidenti stradali…
E io rido.
Ma cosa sono diventato? Come sono ridotto?
pero' sarebbe il caso di ri-cominciare a credere di essere capaci di ragionare da soli? col nostro cervello? rendendoci conto che questa "allegra baraonda" non è degna di rappresentarci e quindi? compatti la spediamo a casa oppure meglio sulla luna!? dato che questi "pocoonorevoli quaqqueri" ci stanno depredando i soldi pubblici (anche nostri)?) e pretendono di deciderne la residenza che spesso sono le loro tasche!? credo che la corda si stia rompendo? i precedenti lasciati correre sono tanti, dovremmo dire basta all'unisono e urlare? in caso siano sordi o fingano di non vedere? opla proviamoci, è ora? nho è tardi o quasi!? saluti da franco al vecio
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