10.19.2011

 

Cercando l'alternativa


Viola, verdi, arancioni. Grillini, senonoraquandisti, donne dignitose, donne dignitose ma anche orgogliose, madri, madri coraggiose, lavoratori, lavoratori precari, giovani lavoratori precari, quasi giovani lavoratori precari, giovani disoccupati, disoccupati storici, invalidi, diversamente abili, diversamente abili orgogliosamente handicappati, studenti, giovani studenti, studenti organizzati, studenti democratici, studenti cattolici, studenti comunisti.

Poi noi comunisti, siamo i migliori in assoluto. Noi ci frazioniamo anche da soli. Dopo Vendola abbiamo avuto anche i non più comunisti di sinistra e libertà, quasi come se fosse da specificare l’essere libertari per uno che è di sinistra. E così mi sovviene la categoria dei gay, con tutti i sottoinsiemi del caso. Gay, lesbiche, lesbiche democratiche, organizzate, giovani, senonoraquandiste, intellettuali, cattoliche.

Ho dovuto fare questa lunga lista perché cercavo un’alternativa. Trovare un’alternativa oggi, non è compito facile, eppure è l’unica cosa che tutti, senza nemmeno accorgerci facciamo quotidianamente, anche quando cerchiamo l’alternativa alla bistecca, l’alternativa alle sigarette che abbiamo fumato fino all’altro ieri, l’alternativa all’acqua che compravamo in bottiglia, l’alternativa alle mutande che reggevano per cinque lavaggi e non ti si disintegravano addosso appena indossate, appunto come quelle acquistate – in alternativa – per soli un euro e cinquanta.

Non la trovo l’alternativa, nonostante tutte quelle proposte. Non so come pormi. Sono rossa, donna, dignitosa, orgogliosa, madre, lavoratrice molto precaria, né giovane né vecchia, comunista – ma senza se e senza ma – disorganizzata, intellettuale, eterosessuale, atea, con le mutande da un euro e cinquanta.
Rientro in molte delle categorie, ma non ce n’è nessuna che mi rappresenti in toto, allora che fare? Creare un’altra alternativa alle alternative.

E però no. Non si può fare, perché facendolo si diventerebbe automaticamente berlusconiani. È stato lui, infatti, che ha fatto credere che l’alternativa unica contro il marciume della politica, fosse il marciume malavitoso dell’antipolitica, con i partiti politici che rivendicano la loro apoliticità, che non si chiamano partiti ma movimenti, e che fanno politica rifuggendo la politica.

Quindi? Me ne resto comunista, a ripensare alle parole di quel tizio che dice: “Resto perché non c’è alternativa a me.” Forse persino spero che tutte le categorie elencate, comprese quelle che ho dimenticato, riescano a riunirsi domani sotto un ombrello più grande: quello che dovrà coprire la testa di tutti i cittadini. L’alternativa reale.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
"Forza RITA" con simbolo falce e martello logicamente :)))
 
è e resta sempre una sola l'alternativa al regime? in qualsiasi paese deve essere la gente il popolo tutto nessuno escluso a lottare e fare resistenza ad oltranza per far capire a questi "senza nome" di andarsene che è ora? adesso? subito? come hanno sempre fatto tutti da hitler a mussolini a craxi a l'ultimo dei caimani, perche'? la gente è stanca esasperata arrabbiata disperata e in...zzata dura, i pagliacci non stanno in parlatorio ma in galera!? saluti da franco al vecio
 
Certo niente potrà mai essere peggio di questo. E allora avanti col PD, bell’affare! Più d’una volta mi sono chiesto e chiesto cosa è questo non partito di ex in maschera che si trovano così bene a far finta di opposizione senza responsabilità, criptofiloberluscon che garantisce loro potere privilegi pensioni e lauti pasti pressoché gratuiti… e di pietro? che (chissà a quale prezzo) ci ha rifilato scilipoti, di gregori e compagni che sono nullità spudorate reclamanti poltrone ministeriali, sottosegretariati, auto blu… e vendola? che cerca di accaparrarsi i voti dispersi dei disperati di sempre che sono anche sempre maggioranza da fottere… e pannella? con la sua banda di usurpatori di battaglie civili che hanno solo e sempre combattuto i soliti disperati per suo conto, e ve lo ricordate quando si disse pronto ad entrare nel governo del pezzo di merda? e fa battaglie e finti digiuni per ottenere miliardi per una inutile radio personale… Chi altro c’è? Aiutatemi!... Potremmo citare i preti, sempre pronti purché li si rassicuri che mai pagheranno l’I.C.I. e sempre avranno l’otto per mille, anche quando il contribuente non glie lo assegna…
Aiuto! Aiuto!
Avanti con le manifestazioni pacifiche e la fiaccolate (che piacciono tanto ai bambini) e le implorazioni al firma tutto: il “salvaci tu!”. State ferschi! Vi aiuterà a ben morire… ma neanche quello, ché il bel morire potrebbe chiamarsi “eutanasia”, che è una brutta parola.
Aiuto! Aiuto!
Moriremo tutti quanti!... e male.
 
leggete :

http://www.mentecritica.net/fascismo-2-0/informazione/democrazia-e-diritti/ilbuonpeppe/21880/
 
Non credo di essere comunista, almeno non nel senso di rimpiangere Stalin o di approvare la massificazione in nome di un benessere comune quasi sempre povero sula falsariga della ex unione sovietica. Ma nemmeno riesco a sopportare l'arroganza del capitale, del ricco che approfitta della sua ricchezza per spacciare lo sfruttamento come "occasione di lavoro". La gente è stanca ed esasperata ma se si andasse adesso a votare il 50% rimarrebbe a casa. Perchè non c'è un solo partito che offra una possibilità di riconoscersi in esso. Paradossalmente un comico istrione è quello che va più vicino alla mia ideologia anche se di dubbi me ne fa nascere una marea. Il guaio di chi come me non si sente all'estremo della sinistra ma neppure si riconosce nel PD o negli equilibrismi di Vendola (il quale detto così en passant potrebbe anche dare un piccolo esempio e ridursi lo stipendio visto che il suo è uno dei più alti d'Italia insieme a qualche governatore di regione berlusconiano), il guaio dicevo è che i fascisti (chiamateli pure anche berluscones) non hanno dubbi: loro perseguono il potere per il potere. Quelli come me che si accontenterebbero di un socialismo di stampo scandinavo, purtroppo, sono sempre pieni di dubbi e si sentono impotenti ogni volta che, in nome della purezza dell'ideale, ci si divide o addirittura si fa cadere un governo regalando la nazione a quelli che più disprezziamo.
 
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