9.05.2011

 

Una valigia di perizomi

Il ragazzo ha i pantaloni stirati per bene, e una maglietta orribile che non si può dimenticare per i troppi colori che fanno chiasso intorno alle lettere D&G. L'uomo pare ora venuto dalla spiaggia, con le ciabatte e un paio di bermuda a quadretti che tengono conto del rosa della maglietta, brutta al punto da non essere nemmeno spiritosa. Fa caldo sul treno che tutto sembra arrancare a fatica fuori dal finestrino, e il ragazzo ha voglia di raccontare del viaggio che fa solo per amore.
“L'ho conosciuta su Facebook, e mi aveva colpito perché era bionda con una canottiera rossa che le tette le potevi immaginare. Allora ci siamo sentiti al telefono, ma non mi voleva dire che lavoro facesse, fino a quando io gli ho detto che ero un calciatore. Tutto è stato facile da quel momento in poi, perché lei è una fotomodella”, dice il ragazzo orgoglioso, guardandosi in giro per trovare forse, un poco di ammirazione, come se fosse la prova provata che i sogni si possono realizzare.
L'uomo in ciabatte biascica qualcosa, di Internet e il computer, dei tempi che vanno veloci, delle occasioni create oppure perdute. “Me lo dovrò comprare un computer, perché anche io ho conosciuto una donna, ma col cellulare. Sai quando fai i numeri a caso e aspetti di sentire chi ti risponde?”
Il ragazzo non sa, e scuote la testa, guarda fisso fuori dal finestrino e si informa sul tempo trascorso di un viaggio appena iniziato che già gli sembra non finire mai: “Per fortuna ogni tanto s'incontra uno come te, che si scambiano due parole, perché questo treno … e che caldo. Chissà dove mi porterà quando arriverò. Non conosco la Toscana, chissà dove andremo!”
“Io comunque mi chiamo Luigi, e la tipa che conobbi si chiamava Michela. Una maiala! Venne da me con due valige, e una era piena di perizomi. L'ho portata a ballare – fattici portare – e poi … Insomma, lei era una vera maiala, che la notte non mi potevo nemmeno svegliare per fare la pipì. È durata tre giorni, e non ti dico! Quando tornai al lavoro tutti si accorsero che dovevo aver … insomma hai capito?”
Il ragazzo resta sbalordito, quasi ammaliato, e lo invita a parlare ancora, dicendo di sé che anche ai calciatori le avventure capitano. Fin dentro gli spogliatoi, quando le ragazze vanno a chiedere la fotografia, ma è ben altro quel che vogliono davvero. E poi su facebook, che se ci metti una foto senza camicia, sei sicuro che il giorno dopo, se vuoi, puoi scopare. Per fortuna, ora è proprio amore. “Ci siamo già visti una volta, a Roma, ed era proprio bela come la fotografia, perché sai a volte si prendono le fregature.”
Luigi lavora in ospedale, e a lui le donne non mancano. A sentirlo raccontare tornano in mente i filmetti di ER, dove i medici e le infermiere stavano sempre gli uni nelle mutande delle altre. E racconta anche di quella volta nello sgabuzzino dei farmaci, con la dottoressa di neurochirurgia, che non era bellissima, ma era una maiala anche lei. O Luana la rumena, che voleva imparare a cucinare, e mentre spignattava, lui se la faceva. “Sì, perché anche Luana era una maiala.”
Non si fa domande il ragazzo, ascolta e annuisce come a dire che sa bene di cosa si stia parlando, come a dire che sa come si fa, sebbene abbia l'aria di quello a cui la mamma, al mattino, grida ancora dalla cucina: “Cambiati le mutande!” oppure: “Mettiti la maglia di lana.”
Luigi allora continua, che lui è di Napoli e ci sa fare, perché al nord – quelli come lui – o si amano o si odiano. E c'è stata anche una russa, che le avevano detto che erano fredde, ma Olga era una maiala. Faceva l'infermiera come lui in medicina generale, e le piaceva farsi vedere dai vicini di casa mentre faceva l'amore. “I complimenti mi facevano, e le mogli degli altri mi guardavano con certi occhi che … perché le donne, alla fine, son tutte maiale. Le donne, ricordati, o vogliono soldi o vogliono questo.” E non vi sono dubbi su cosa sia, visto il gesto inequivocabile, che ti riporta alla mente un vecchio nobile, o un gentiluomo di campagna.
Noi siamo là, seduti nello scompartimento del treno. Io so che tutti stiamo in silenzio solo per ascoltare. Un altro ragazzo resta fermo sulla pagina di un libro che non si gira mai, e mi guarda quando appena apro gli occhi, come a chiedermi conto di tanta volgarità. Sorrido perché intanto, come ha imparato dal maestro, ogni volta che passa una donna, scavalcando le valige posate lungo il treno, anche l'allievo innamorato fissa gli occhi sul culo, dando un voto ammiccando con una smorfia.
Luigi continua, perché si ricorda di quando poi avrebbe potuto avercela una donna dentro casa: “Mi faceva tutto, e avercela sarebbe stata una comodità. Ma all'epoca non me la sentii ed ora quando la richiamo, mi manda a cagare, però mi chiede come sto.”
Come una volta i pescatori inventavano storie sul loro pescato, Luigi pesa le donne che probabilmente negli anni ha immaginato, e il tempo passa, il viaggio scorre. Manca un'ora al loro arrivo e al ragazzo suona il telefono: “Come sei già là? Al parcheggio? Quale dei due? Un' ora, un'ora e arrivo!” Poi guarda Luigi: “Un'ora prima è arrivata! Un'ora prima, ma che ci avrà in testa, col caldo che fa?”
Luigi è di Napoli e non si lascia pregare: “Come che avrà in testa?” e si rimette la mano proprio là, nella gentile sensibilità del fondo dei suoi bermuda.
Si rifà silenzio, l'altro ragazzo chiude il libro; io gli occhi, soffocando il desiderio di vedere il viso del giovane giocatore che immagino diventerà teso e triste, come quando ti si oltraggia l'amore.
Invece rimbomba il suono di una risata, gustosa e grata.
Mi faccio mesta quando il treno si ferma e li guardo scendere insieme ed avviarsi ognuno verso la sua porcilaia.
Quanta miseria nella giovinezza che non prova rispetto dei propri sentimenti, che crede che per essere uomini si debba per forza essere animali.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Rita, credo che non ci siano commenti adatti, ci provo con un detto? ""aiuto, sono inseguito da me stesso"" se corrono forte, forse riescono....... a prendersi? mha!
saluti da franco il vecio.
 
Sogni e racconti fantastici di grandi catture a pesca e caccia. Mai cambiato il mondo, dal punto di vista delle fandonie.
 
Quanta miseria nella giovinezza che non prova rispetto dei propri sentimenti, che crede che per essere uomini si debba per forza essere animali.
(Rita)

Invoco il giusto rispetto per gli animali, che a confronto delle bestie da te citate, sono esseri moralmente superiori.

P.S. Sarebbe bello se leggessero; e ancora piu bello se poi si verognassero di se stessi. Ma tamto sono solo sogni. Quelli la non leggono, e se pure lo facessero, non sanno cosa sia la vergogna.

Greetings
JOKER Ltd.
 
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