9.12.2011

 

Senza trucco


A volte guardo quel tizio – sì lo so ho lo stomaco robusto – e penso ai suoi figli.

Mio papà va a ancora a messa tutte le domeniche, e mi ricordo che ogni domenica che l’ho visto uscire da casa ho sorriso pensando che fosse più bello ed elegante di uno sposo. La camicia stirata da mamma, senza una piega, la sua cravatta sempre in tinta per l’abito che usava, la barba appena fatta e i capelli pettinati come sempre ricordo di averglieli visti sulla testa: e tutti suoi, grigi e poi sempre più bianchi. In realtà non ho ricordi di un papà in disordine, nemmeno in uno morale.

Sto per compiere quarantasette anni, e la mia visione delle cose ora è un po’ cambiata. Sono ancora figlia – per fortuna – e mi ricordo anche di quando lo sono stata in maniera differente, che non capivo certe rigidità, certe visioni distorte da un cattolicesimo troppo radicale, di un cristianesimo a suo modo coerente che non lasciava spazio alla vita presa un po’ così con leggerezza. Ricordo persino d’essermi lamentata, sovente, per essere stata attrezzata per essere una “brava persona”, di aver rimpianto di non essere stata educata a sgomitare per farmi spazio tra la folla. Alla mia età, quando guardi indietro comprendi di essere diventata per ciò che hai visto o che ti è stato insegnato. E oggi non mi lamento più, semmai ringrazio, per mio padre che non ha mai rubato, per il suo lavoro, per i giorni di malattia che non ha fatto andando in ufficio con la febbre, per essere andato in chiesa ogni domenica della sua vita anziché a puttane, per avermi mostrato come si debba stare al mondo, cedendo il passo allo zoppo e tendendo la mano a chi inciampa.

A volte guardo quel tizio e penso ai suoi figli. Come davanti a questa foto, in cui è evidente che il mascara è un po’ colato. Dove la pelle è ricoperta da uno strato di fondotinta più spesso di quanto non sia quello di un viado brasiliano. Quel posticcio sulla calotta cranica che sembra l’ultima trovata geniale in finto massello in vendita da Ikea. Penso a quando spinti dall’amore filiale si gettano verso il padre per baciargli la guancia, restando impigliati nella polverina color terra al profumo di fragola e mirtillo, o al terrore che il loro vestito blu resti macchiato dalla polvere delle mani del loro padre che gli cinge le spalle. Ci penso a volte, anche leggendo le intercettazioni telefoniche: chissà se conoscono la vergogna, mi chiedo. Poi mi rispondo che no, probabilmente no.

Perché per quanto il padre sia un debosciato truccato più di sua figlia, lei è a capo di Mediobanca e Mondadori, e già affila i coltelli per uccidere i suoi fratelli. Barbara e Pato stavano sullo yacht a finire gli scampoli d’estate. L’altro ha le televisioni, un’altra ha il diritto di non faticare avendo papà – se pure col mascara colato – abbastanza da non farle sorgere alcun problema per il domani, e così gli altri, che quindi l’amore dei figli si può anche meritare, e se è quotato in borsa lo è anche di più.

Allora me ne torno felice in me, e nella mia fatica che odora di vita, e penso: “Grazie papà, almeno per non esserti mai truccato.”

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Anche io avevo un padre come il tuo e mi sarei vergogmata come una ladra di averne uno somigliante a quella statua da museo delle cere.Ma io avevo avuto il suo esempio, i rampolli del degenerato no, similia cum similibus e non credo proprio si vergognino di cotanto padre...peculia non olet e ne avranno tanta...se questi sono i "valori"!!
Mietta
 
Bel post. Mi chiedo anch'io che senso della famiglia abbia questo signore, che pure parla di valori antichi e senso della famiglia.
 
Cane randagio uso a ricevere pedate gironzola disorientato in un manicomio tra i tanti contraddittori dettagli impossibili da decifrare. Cose, luoghi, presenze… inquietanti accadimenti… una miriade!
E una verità!
Quella del perdente che ha perso il filo della propria vita, al punto di aver rotto i ponti con la storia e, in ginocchio, tra un attimo affonderà ché non sa che fare per ricomporla, la propria vita dimenticata, come rintracciare un motivo intorno a cui illudersi ancora per darle un senso.
Niente!
Tutto è falso! in un ingarbugliato eccesso di confusi pensieri continua la turbinante sarabanda dell’andare e venire.
Entrati in un futuro fatto di cose che sembra non ci appartengono e che corrisponde così poco a quello che si è stati e si è diventati e che impone la sua concretezza che provoca spavento. Cose che ci accorgiamo non sono più nostre quando si intrufola e risuona l’eco lontana e distorta di un mondo tramontato in maniera irrevocabile.
È un mondo tutto nuovo, questo, ove c’è abbondanza di tutto ma nel cattivo. Ove possono succedere cose che si ritenevano impossibili Ed è talmente strano quel che sta succedendo, che si finisce col pensare di star sognando… Può succedere di tutto! anche che un clownesco farabutto e truffatore si proclami inviato della Provvidenza e diventi signore dei comportamenti e quindi delle nostre non vite.
Nebbie di un mondo problematico nel quale siamo perduti e nel quale non c’è posto per la fervida e nostalgica curiosità della fanciullezza.
Contrada piena di malinconia, segreto tormento.
Fra l’io e la vita s’è aperto uno iato e questa non è più la tua vita.
Il cosiddetto progresso avanza con passo da vincitore e riduce a legna gli alberi e la tua vita… una spremuta d’angoscia e c’è più tempo che vita e l’anima vorrebbe volarsene via.
 
l'italietta è il paese di bengodi? tutto è possibile, tutti cercano di entrare nel carro del "potere della politica" (vedi il trota?) traina la ricchezza e una volta raggiunto? per mantenere lo scranno basta riuscire a raccontare barzellette e far ridere, non importa sembrare pagliacci? sopratutto partecipare alle azioni senza scrupoli per il possesso del dio danaro? ottimi guadagni per colmare l'assenza di difficili rapporti con "valori morali" saluti da franco il vecio
 
L'unico sentimento che mi suscita Berlusconi è tanta tanta tanta pena. La sua non è mai stata, non è e non sarà mai una famiglia. Non sanno cos'è l'amore, non sanno cos'è la gioia di abbracciare un bambino. La loro vita è corruzione, odio, rporcizia, sudiciume. Quindi lui lo schifo e i suoi figli li compatisco. Davvero un bellissimo blog, complimenti! ^__^
 
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