9.10.2011

 

Grazie presidente per averci salvato dal comunismo

La deputata Annagrazia Calabria. «Grazie presidente per averci salvato dal comunismo».

Sì, siamo ancora qui, fermi ed immobili con quel sorriso stampato in faccia che sempre più somiglia a una paresi. Leggere i resoconti della festa d’Atreju non lascia basiti, ma divertiti, con le braccia larghe o distese per terra accanto al corpo dal quale si sono staccate. Vent’anni di slogan ridicoli per menti fin troppo labili non sono bastati; c’è spazio per riceverne ancora, pazienti. Un po’ come quando si resta ad ascoltare il nonno rincoglionito, che ripete sempre la stessa storiella. E Dio solo sa, quanto questo debosciato sia rincoglionito.

Siamo ancora alla magistratura che ha lo strapotere, ancora ai giudici comunisti da zittire, allo stato da sovvertire in nome dell’impunità di un vecchio porco e criminale, che fa miracoli, che gronda sangue dal cuore come una madonna sgorga lacrime su una tela dipinta ad olio. Come osa un magistrato fare il magistrato? Violare così la privacy di un uomo per bene, favorendo la figa di notizie quotidiana, che ogni mattina leggiamo sui mattinali della questura, pubblicati ad arte da tutti i giornali?  

«Grazie presidente per averci salvato dal comunismo» davvero! Ma anche grazie per aver insegnato ad almeno una generazione futura di uomini e di donne, che la libertà imprenditoriale è importante. Che basta saper vendere loro stessi per essere degni di assurgere al suo regno. Grazie per l’esempio di rettitudine morale ed onestà che ha saputo insegnare con le sue cene eleganti di persone per bene, sexy suore, infermiere, piccole zoccole in perizoma che con tanta abnegazione si prendevano cura del vecchio coglione addormentato, che nell’ottica capitalistica anticomunista magari si preoccupavano di non ricevere la busta con i duemila euro e la farfallina di bigiotteria.

Siamo fermi là. Nella propaganda che non si arrende, delle frasi da capogiro: “Abbiamo dovuto aumentare l’IVA per non aumentare le tasse”. E gli applausi, e le bandiere festanti, e la Cavalcata delle Valchirie a mo’ di sigla, emblematica, degna di un re. Il re della coglionaggine. Un eversore a capo di uno stato confuso e perso, che ha fatto della politica lo sconcio delle barzellette, proprio come fosse a sua immagine e somiglianza, ridicolo e stupido, osannato dai cretini, che lamenta la mancanza della sovranità popolare e nello stesso tempo designa i suoi successori. Proprio come se si sentisse un re. Il re dei coglioni.

«Grazie presidente per averci salvato dal comunismo». E grazie per aver depredato lo stato. Per aver istituzionalizzato la criminalità mafiosa, per aver ridotto alla fame due generazioni di italiani, senza nemmeno dover aumentare le tasse, ma aumentando il costo della vita – la nostra – che non guadagniamo abbastanza nemmeno per comprarci le medicine. Grazie per aver devastato la scuola, offeso la dignità del lavoro e della persona, per aver radicalizzato il sistema tangentizio che ci ha impoverito tutti, e grazie per averci salvato da Gheddafi, dai terroristi islamici, dagli zingari, dai negri e dai froci per merito dell’abominevole sodalizio con la lega che tanto ha fatto per la nostra dignità.

Siamo là, al “meno male che silvio c’è”, perché se non ci fosse stato, ora dovremmo occuparci di cose serie, chiederci del domani col terrore negli occhi, occuparci di occuparci, tornare agli orti di guerra e alla farina da impastare, per poter almeno mangiare.

Rita Pani (APOLIDE Comunista … da me non ci si salva, coglione!)


Comments:
Grazie, Rita. Esprimi le cose come io non potrei mai farlo.

Andri

RITA FOR PRESIDENT!
 
Siamo alle solite, calimero. Ma tu non sei nero, sei solo un pirletti mafiopiduista: sempre che tu non riesca a ricongiungerti a Gheddafi prima, ti appenderanno a testa in giù gli idioti che ti hanno sempre votato (non certo le persone per bene che ti hanno sempre avversato da 17 anni) e vedrai che dopo non sarai più nero, solo un po' più spaventato e non certo per colpa dei magistrati che fanno soltanto il proprio lavoro. Sono finiti i tempi degli osannanti in strada a 20 euro ed un panino, adesso devi pagarli almeno dieci volte tanto per ricevere qualche timido applauso al chiuso di un seminterrato, protetto da forze dell'ordine (?) incaricate di rimuovere immediatamente lo striscione recante la scritta "la merda sei tu, non il paese".
Auguri, tessera P2 n. 1816, e sbrigati perché piazzale Loreto è più vicino di quello che pensi.
Jozsef Bocz
 
c'è sempre un limite a tutto, un momento dove ogni persona per bene, tira le sue considerazioni e traccia un percorso, adeguandosi al tempo che passa, dovrebbe essere così? invecchiando, si diventa saggi e sfogliando la vita, ammettere sia pregi che difetti? ragionevolmente per invecchiare bene, trovando anche il tempo di nutrire sia pensieri che buone intenzioni? purtroppo non è da tutti? i rin.....oniti soffrono di ansie, credendosi "divinita' eterne" non comprendono la loro struggente realta' si bruciano la vita per rincorrersi, allo stesso tempo corrono troppo e troppe volte soffrono di solitudine? perche' è vero che il danaro fa' ricco l'uomo, ma non lo fa' signore, e il marciume di avidi avvoltoi (pagati lecchini) schiumano, aspettando di veder la fine per toglierti l'ultimo respiro? speriamo sia presto, azzo, almeno quella soddisfazione la meritiamo, credo!? saluti da franco il vecio.
 
Brava Rita non sbagli un colpo.Certo che vedere dei ragazzi rincoglioniti non rinfranca per niente. Voglio credere che erano disoccupati pagati dal rincoglionito, solo cosi sarebbero giustificati
 
Non saprei cosa aggiungere a questo articolo. Straquoto tutto.
 
grande, non ci sono altre parole...
 
se non ti dispiace l'ho postato nel blog...grazie ancore
 
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