9.15.2011

 

Dei delitti e del pene

Non so, forse il richiamo all’opera di Cesare Beccaria non c’entra nulla, ma mi è venuto in mente, stamane, mentre leggevo i giornali. Una distorta parafrasi che rende bene il senso dello stato, questo, nel quale sostiamo.

Dicono che non sia il caso di restare concentrati sulla malavita che ci governa, dicono che sarebbe meglio parlare d’altro, dei problemi del paese, quelli che la gente non sa. Io non sono molto d’accordo, anche perché credo che alla “gente” basti andare a fare la spesa in un qualunque supermercato per comprendere di avere un problema. O forse basta avere dei figli che vanno a scuola, non avere più un lavoro, rischiare di perdere quello che si ha, andare a far benzina per capire che qualche problema l’abbiamo tutti. Addirittura dicono che dobbiamo ignorarli, che continuare a parlare sempre del tizio e dei suoi complici sia nefasto per la nostra riscossa.

Mi piacerebbe, e non poco. Mi piacerebbe poter scrivere delle nuove proposte politiche, delle nuove idee, delle novità che fioccano di giorno in giorno. O anche continuare ad avversare un governo, rispettandone comunque il lavoro e la dignità. Esagero? Mi piacerebbe poter avversare le istituzioni mantenendo un formale ma dovuto rispetto.

Dicono pure, e lo dicono spesso, che in fondo se siamo arrivati a questo stato di cose, la colpa sia nostra; e qua – confesso – ogni setola ispida del mio corpo si addrizza. Mia no.
No perché stamattina riflettevo su quel “bacioni dottò” che concludeva la telefonata del tizio criminale col suo ricattatore. Nei commenti delle persone, alla notizia, era evidente come la formula del saluto ridicola, irrispettosa di un’istituzione (e ‘sti cazzi, lo è!) fosse assai più importante del “vi scagionerò tutti”, più degna di un complice di banda che non di un’istituzione.

E allora mi è tornato in mente l’episodio della visita del premier ceco Topolanek. Vi ricordate? Era quello che girava con la minchia di fuori nel giardino della villa abusiva del tizio in Sardegna. Quello al quale, le istituzioni, come dono di cortesia e secondo il nuovo protocollo delle visite di capi distato estero in Italia, prevedono la fornitura di zoccole abili in coiti orali, con o senza risucchio midollare.

No, non sono d’accordo sul fatto che si debba ignorare la personale deboscia di questo pervertito malavitoso. Non sono d’accordo che si debba far finta che non esiste, come se si vivesse tutti quanti in una favola, dove alla fine il mostro cattivo si dissolve in una nuvola di zolfo. Bisogna invece insistere, e far capire che la responsabilità è sì nostra, ma non perché ce ne occupiamo troppo, ma perché ancora lo facciamo in modo sbagliato, cedendo alla tentazione di guardare al dito anziché alla luna.

È chiaro che siamo tutti consapevoli che un criminale non possa e non debba avere nulla a che fare col governo di uno stato, quel che non è chiaro invece è come combattere la deviazione imposta al pensiero, soprattutto da una stampa asservita, capace di porre sulla stessa pagina di un giornale una notizia importante come la devastazione morale ed etica del nostro stato, e l’estratto dell’intervista di una zoccola su play boy che rivendica d’essere stata almeno per un po’ la fidanzata del tizio. O sulla stessa pagina le parole illuminate di Umberto Eco che spiega la devastazione volontaria della scuola e delle università, e il nuovo look della frangetta di Belen.

E mentre mi accingo a finire questo pezzo, riapro un giornale: “Intercettazioni illegali, ordinato il rinvio  a giudizio anche per silvio berlusconi. Nastro a Fassino, il premier rischia il processo col fratello”. No, non possiamo fingere che non sia questo criminale, il nostro problema.

Rita Pani (APOLIDE … un bacione!)

Comments:
Scusa Rita ma anche questa è Resistenza:

Mi chiamo Cristina Correani. Avevo un blog sulla piattaforma di Libero fino a qualche ora fa, si chiamava Locanda Almayer, ed era uno dei blog più letti e visitati di quella piattaforma, un blog con dei numeri pazzeschi che ogni portale sarebbe stato orgoglioso di ospitare, se non altro per una questione di puro marketing, la bellezza attira, lo schifo fa scappare via la gente. Tre anni, tremila post, un passaggio quotidiano di quattro, cinquecento persone.
Quel blog mi è stato sottratto grazie alla solerzia di qualcuno che ripetutamente lo ha segnalato, soprattutto in queste ultime settimane. Quel qualcuno ha un nick che risponde a "controgliabusideired". Negli ultimi due anni sono stata oggetto di ogni tipo di molestia, mi sono limitata sempre a segnalare le più evidenti, un'altra al posto mio sarebbe stata tutto il giorno e tutti i giorni a lamentarsi, in pubblico e in privato. Io non l'ho fatto, ho continuato a scrivere dei fatti miei, a parlare d'amore, di politica con toni sì accesi ma non diversi da quelli che si leggono in altri blog. Il mio era un blog elegante, seguito, apprezzato, così come lo era il mio profilo, mi hanno tolto entrambi e la possibilità di parlare con le persone che mi seguono da tanto tempo. Io un gesto più cattivo di questo non riesco nemmeno ad immaginarlo, un gesto che prima di causare in me un dolore vivo, visto che lì c'era tutto di me, la morte di mio padre e la nascita del figlio di mio figlio, le mie nozze d'argento, tutto, c'erano tre anni di una vita vera, della vita di chi anche in rete ha sempre messo un nome, una faccia e la propria onestà. Hanno chiesto che la signora cattiva togliesse il disturbo, non restasse a fare la battaglia ai mulini a vento, è tempo perso, in un posto dove se non si è abbastanza miserabili, vigliacchi, falsi, non ci si può stare. Io ci ho provato, ho provato a smentire giorno dopo giorno la leggenda del web da associare al futile, al volgare e all'inutile, non ci sono riuscita, e allora si vede che non c'è posto per le persone come me. Lascio il posto alle signore più signore di me e a chi rivendica il rispetto di diritti inesistenti.
Si vede che i culi esposti in prima pagina, le volgarità espresse in blog come questi:" http://blog.libero.it/LoSbugiardino/10614755.html" sono meno fastidiose o per niente rispetto a quanto può dare fastidio a degli anonimi vigliacchi chi non ha avuto bisogno di nessuna raccomandazione né di appartenere a nessuna cricca per portare a casa, nonostante tutto, tante soddisfazioni, l'affetto e la stima di centinaia di persone. Io ho perso un blog, ma chi ha fatto in modo che questo potesse accadere e se ne vanta, non sa niente della vita, di come sia bello essere circondati d'amore e di bellezza. Ecco perché è costretto a comportarsi in modo così miserabile.






Per inciso, in due anni non ho visto un solo centesimo, avevoo un account adsense ma non ho mai recuperato niente in termini economici. Ho lavorato gratis in un posto che oggi mi caccia senza preavviso e senza poter recuperare quello che è mio. Se questo è legale lo stabilirà un avvocato, visto che in quel blog ci sono miei inediti e foto di famiglia.
 
Non devi scusarti, e se posso esserti utile, son qua.
 
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