8.11.2011

 

Quando cadono le stelle


Ciao, io sono qua. In tanti, come sempre, mi avete scritto perché taccio come se non avessi nulla da dire. Qualcuno, persino, mi ha accusato d'essere schiava di questo Ferragosto che sta arrivando, e che darà riposo anche a me. Ebbene, no. Di cose da dire ne avrei, ma sono sempre le stesse, così intrise di stanchezza che ve le risparmio. Perché dell'ovvietà dell'ignoranza leghista, del malaffare berlusconiano, del nichilismo della non politica italiana ne ho piene le tasche.
Son giorni in cui mi riempio gli occhi di cose belle, e alla sera ogni giorno di più mi innamoro, di uno sguardo o della risata dei miei amici e del loro amore. Guardo gli occhi tristi di un mondo che si rinnega, che si uccide, che si dispera al punto di fingere di essere felice e mi domando quando arriverà il momento del coraggio: quello che non sa mentire.

Era la notte di San Lorenzo, oggi, quella delle stelle che cadono per esaudire i nostri desideri … “Che potesse morire berlusconi domani!” e sarebbe un desiderio sprecato, perché quelli come lui non moriranno mai. Al massimo spariranno dalla nostra vita, nascosti in una capsula piena di azoto liquido in un mausoleo progettato da Cascella, dove se non fosse stato un misero servo infedele avrebbe trovato posto anche emilio fede – il suo cane – che invece di leccargli la mano gli ha rubato i danari. Un desiderio perso per quelli come noi, che della vita ci basta un sorriso, che il resto non ci appartiene, nemmeno vivere l'amore.

Io sono qua. Son passate settimane dalla mia visita dall'anestesista, quando mi dissero che in pochi giorni, forse due, avrei avuto la data dell'intervento. Son qua, e non so nemmeno quali siano gli esiti della mia biopsia, quella che ho fatto ormai quasi tre mesi fa. Avrei potuto chiedere ad una stella cadente, di far sì che le cellule non si dovessero ancora chiamare cancro; perché i medici non me lo hanno ancora detto e forse non me lo diranno mai. E aspetto senza nemmeno guardare le stelle, che stasera in questo mondo stranito fa pure freddo.

Guardo questo mondo deperire, attaccato, saccheggiato, laddove vive mia figlia, quella che all'estero pensavo al sicuro. Ascolto quelle frasi fatte banalmente, di gente che parla delle “nostre genti”, e inorridisco pensando alle genti altrui che muoiono in mare e riemergono solo per essere cavalcate da chi ha deciso di cogliere l'attimo per indossare l'abito pulito dell'altruismo, e passeggia dentro un cimitero. Uno di quelli così capienti da far sparire anche i morti.. Assisto alla guerra dei poveri con i poveri, e inizio a contare i morti di una guerra mai dichiarata, anzi, tenuta nascosta dalle immagini di un'estate che comunque deve essere sullo yacht di Briatore - che sa come salvare i pastori sardi dalla carestia, e sua moglie e suo figlio, che si mostrano caldi sotto il sole sardo, quello che a me, almeno per quest'anno è stato negato.

È la notte si San Lorenzo, e le stelle cadono o cadranno, come le borse, come l'economia, come la vita. E non sapremmo proprio che chiedere, se avessimo la fortuna di vederne spegnere una, perché anche essere felici, noi sappiamo, è una richiesta assurda quando non sai nemmeno se ancora per qualche tempo vivrai. “Speriamo che domani muoia berlusconi.” Questo ci resta da chiedere proprio come se non sapessimo che morto un padrino, se ne farà un altro, malgrado noi che pure la vita vorremmo averla e per questo sorridiamo alla Camusso che “minaccia” lo sciopero generale, come se fosse ancora una cosa seria.

Mi guardo intorno e so che forse, il freddo,.è solo un alibi per non farmi ammettere d'essere colpevole, di non aver più sogni da fare o miracoli da desiderare.

Rita Pani (APOLIDE)



Comments:
sai comè, le robe dette son parole, altra cosa quando si provano, sulla propria pelle e da quel momento ti accorgi che "ti cambia la vita" ti accorgi che le visite, eccezzione per qualche raro amico vero, ogni roba diventa circostanza, illusione come le quotidianita' creata da un sistema ipocrita, fatto di aria fritta! quanti post ho letto e deve dirti, quante volte hai avuto ragione? sempre! perche' basta avere cervello (un po') si poteva capire quale traguardo si era prefissato il caimano, demolire il paese e massacrare le categorie piu' deboli? ancora oggi gridano che servono sacrifici, dovremo ancora una volta? sudare sangue e vivere miseria? colotro che verranno dopo, dovranno lottare o fuggire? meglio non pensare come' ridotto il paese o contestare questa amara realta'? chi ha vissuto conosce la miseria e la durezza delle lotte, sono sfiduciato, stanco dalla indifferenza della moltitudine, stanco di prediche blasfeme bevute, come elisir miracolanti, rimane la rabbia che unita alla fame, potrebbe scatenare una dura reazione, quello che credo stia arrivando, anche se troppo in ritardo, oramai, i giochi son fatti! un saluto da franco (sempre piu deluso e amareggiato)
 
Nelle tue parole ne leggo solo una: rasseganzione.
Guardami bene dentro agli occhi: NO!!!
RITA, NO!!!
 
Quanta ragione hai, Rita. Siamo esausti.
 
non avrei mai immaginato che il poker si potesse giocare come una briscola scoperta!? oggi dopo 17anni sappiamo che anche i crimini possono essere legalizzati? uno stato che non c'è? un governo di opulenti innominabili arricchiti alle spalle dei meno abbienti, delegati a continuare? sbagliavo quando dicevo che siamo un paese messo male, oggi non siamo piu' un paese? NO un deserto, al posto della sabbia? m...a! saluti da franco il vecio
 
Appunto Rita sono sempre le stesse le cose da dire quelle che noi "cassandre" conosciamo già da tempo, che avevamo previsto.
Anche io come te sul mio blog ho scritto poco di questa crisi... che c'è da dire? fin quando non ci avranno portat* alla fame tutt* non saranno soddisfatti e possiamo dire che la gente si ribellerà in questa italia che da sempre brama le briciole del padrone perché si illude con quelle di essere come lui... no l'italian* non farà nulla, tutt'alpiù diventerà ancor più criminale di quello che è già oggi, appunto null'altro da dire.
E l'estero, oggi una donna che ho amato mi ha detto " e se me ne andassi..." le ho risposto che tanto sarebbe uguale, la globalizzazione è ovunque, la crisi è ovunque siamo solo noi che possiamo cambiare il corso degli eventi ma con molta sofferenza, con moltissime lotte... il luogo non conta, contano i nostri cervelli.
 
ti leggo sempre con piacere e mi consola il fatto di non essere il solo a provare questo senso di impotenza ed inutilità di qualunque reazione.
un abbraccio . luigi
 
Per quanti castelli costruiamo sulla spiaggia il mare li porta sempre via tutti.
La realtà è il mare non quello che costruiamo ma noi non lo vogliamo accettare.
E' forse giusto così.
Pensare di cambiare il mondo, la società, gli altri è presuntuoso dal momento che il più delle volte non sappiamo né possiamo neanche cambiare noi stessi.
Paradossalmente il pensiero della fine che si materializza nello spettro di una malattia cambia drasticamente le proporzioni del nostro vivere.
Il malato vuol solo guarire. Il vecchio vuol solo vivere, magari solo un atro giorno. Il povero vuole solo mangiare. L'avido vuole ancora una cosa che non ha.
Non riusciamo così a vedere tanto lontano, forse non abbiamo un cuore così grande.

In fondo le aspirazioni, le vanità. le passioni di questa vita non sono sogni dentro a un sogno? Un uomo addormentato che sogna di sognare di arginare il mare.

Certo è che la vita può dare molto, specie a chi non gli chiede nulla.
 
cosa chiediamo di piu? art. 18 dopo vari tentativi cancellato, lo scudo per capitali esportati, non si tocca (si offenderebbero i malaffarosi) le riforme? sono 17anni che vengono snobbate, non come le leggi-leggine e varie porcate per gli interessi di un sol disfattista, sembra la storia dell'asino; non voleva tirare il carro? le parole non contavano, il contadino l'ha bastonato ben bene! l'asino? si è messo di corsa! così dovrebbe funzionare? con questi nullafacenti? ci prendono per cog....ni e continuano? forse galopperebbero altro che prediche parole e aria fritta? cos'ha insegnato la storia delle lotte? che sbadati, dimentichiamo troppo presto! saluti da franco il vecio.
 
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